IL PRINCIPIO DEL RIPUDIO DELLA GUERRA NELL ORDINAMENTO COSTITUZIONALE ITALIANO
MARCO BENVENUTI IL PRINCIPIO DEL RIPUDIO DELLA GUERRA NELL ORDINAMENTO COSTITUZIONALE ITALIANO JOVENE EDITORE 2010
Il presente volume è stato pubblicato con un cofinanziamento del Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca nell ambito di un Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale 2007-2009. Prima edizione: gennaio 2010 Seconda edizione: marzo 2010 DIRITTI D AUTORE RISERVATI Copyright 2010 ISBN 88-243-1940-8 JOVENE EDITORE Via Mezzocannone 109 80134 NAPOLI - ITALIA Tel. (+39) 081 552 10 19 Fax (+39) 081 552 06 87 web site: www.jovene.it e-mail: info@jovene.it I diritti di riproduzione e di adattamento anche parziale della presente opera (compresi i microfilm, i CD e le fotocopie) sono riservati per tutti i Paesi. Le riproduzioni totali, o parziali che superino il 15% del volume, verranno perseguite in sede civile e in sede penale presso i produttori, i rivenditori, i distributori, nonché presso i singoli acquirenti, ai sensi della L. 18 agosto 2000 n. 248. È consentita la fotocopiatura ad uso personale di non oltre il 15% del volume successivamente al versamento alla SIAE di un compenso pari a quanto previsto dall art. 68, co. 4, L. 22 aprile 1941 n. 633. Printed in Italy Stampato in Italia
INDICE Premessa... p. 9 Premessa alla seconda edizione...» 11 PARTE PRIMA CAPITOLO PRIMO CONSIDERAZIONI PRELIMINARI...» 15 CAPITOLO SECONDO IL SIGNIFICATO COSTITUZIONALE DEL PRINCIPIO DEL RIPUDIO DELLA GUERRA CONTENUTO NELLA PRIMA PROPOSIZIONE DELL ART. 11 COST....» 29 1. Il significato costituzionale dei soggetti evocati nella prima proposizione dell art. 11 Cost. (l «Italia» e gli «altri popoli»)...» 29 2. Il significato costituzionale del termine «ripudio»...» 33 3. Il significato costituzionale del riferimento alla «guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»...» 37 3.1. Il significato costituzionale del termine «guerra»...» 37 3.2. Il significato costituzionale del riferimento alla guerra «come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»...» 50 3.3. Ripudio della «guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» e guerra per la «difesa della Patria»...» 60
6 INDICE CAPITOLO TERZO PARTE SECONDA IL RIPUDIO DELLA GUERRA COME PRINCIPIO REALISTICO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA (E QUINDI COME PRINCIPIO INCOMPATIBILE CON QUALSIASI IPOTESI DI GUERRA C.D. GIUSTA)... p. 67 CAPITOLO QUARTO IL RIPUDIO DELLA GUERRA COME PRINCIPIO FONDAMENTALE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA...» 81 1. Il principio del ripudio della guerra e la sua capacità di «resistenza» nei confronti delle aperture del diritto costituzionale rispetto al diritto internazionale e sovranazionale...» 81 2. Il principio del ripudio della guerra alla prova delle relazioni internazionali: la partecipazione dell Italia a trattati internazionali multilaterali difensivi come situazione effettivamente praticata, costituzionalmente consentita, ma non illimitata...» 86 3. (segue) Il principio costituzionale del ripudio della guerra alla prova delle relazioni internazionali: la neutralità attiva e volontaria dell Italia come situazione potenzialmente alternativa, costituzionalmente consentita, ma non attuata...» 102 CAPITOLO QUINTO IL RIPUDIO DELLA GUERRA COME PRINCIPIO INTERRELATO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA...» 115 1. Il principio del ripudio della guerra e le altre due proposizioni dell art. 11 Cost....» 115 2. Uno sguardo sul «fronte interno» (cenni)...» 121 CAPITOLO SESTO IN CONCLUSIONE: IL RIPUDIO DELLA GUERRA COME PRINCIPIO INAPPLICATO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA...» 141 Bibliografia citata nel testo...» 157
Noi abbiamo detto di sopra come a uno principe è necessario avere e sua fondamenti buoni; altrimenti di necessità conviene che ruini. E principali fondamenti che abbino tutti li stati, così nuovi come vecchi o misti, sono le buone legge e le buone arme. E perché non può essere buone legge dove non sono buone arme, e dove sono buone arme conviene sieno buone legge, io lascerò indrieto el ragionare delle legge e parlerò delle arme. N. Machiavelli, Il principe, 1513, cap. XII
PREMESSA Il presente lavoro costituisce la versione rielaborata e in veste monografica di un mio precedente saggio dal titolo Ripudio della guerra e Costituzione italiana destinato agli Scritti in onore di Vincenzo Atripaldi, di ormai prossima pubblicazione presso l editore Jovene di Napoli. Esso trae origine da una serie di riflessioni che ho cercato di portare avanti durante il primo insegnamento di «Federalismo e costituzionalismo multilivello» da me tenuto nell anno accademico 2009-2010 all interno del corso di laurea magistrale in «Economia globale e governance» presso l Università di Roma «La Sapienza». Tale circostanza mi ha infatti stimolato a intraprendere un percorso di ricerca intorno al significato complessivo e alla portata nel tempo presente dell art. 11 Cost., che ho inteso affrontare assumendo come punto di riferimento la sua prima proposizione, secondo cui «l Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali», e sviluppando, conseguentemente, un ipotesi di lettura della seconda e della terza coerente con essa, nonché all altezza delle aspirazioni che, oltre sessant anni fa, vi furono riposte. * * *
10 PREMESSA Al momento di licenziare questo testo, sento il dovere di rinnovare la mia più profonda riconoscenza nei confronti del Professor Vincenzo Atripaldi, del Professor Angelo Antonio Cervati e del Professor Claudio Rossano, i quali, nel corso di questi anni di dottorato e di postdottorato, hanno voluto onorarmi del loro sostegno scientifico e umano, soprattutto all interno di quel vero e proprio «laboratorio culturale» che è stato ed è tuttora il Dipartimento di diritto dell economia dell Università di Roma «La Sapienza». Inoltre, vorrei riaffermare tutta la mia gratitudine nei confronti del Professor Raffaele Bifulco e del Professor Roberto Miccú, per il tempo e l attenzione che mi hanno costantemente dedicato, rendendomi così partecipe di vivaci e feconde sollecitazioni intellettuali anche su questioni attinenti il tema qui in esame. Infine, vorrei esprimere un sentito ringraziamento nei confronti del Professor Guido Rivosecchi e, soprattutto, della Dottoressa Francesca Angelini, i quali, nei momenti di difficoltà che si incontrano, inevitabilmente, nel corso di un attività di ricerca, non hanno mai mancato di darmi prova della loro sincera vicinanza. Resta inteso, naturalmente, che la responsabilità per il contenuto del presente volume è soltanto mia. Mi preme altresì ricordare che il percorso di studio alla base di questo lavoro è stato reso possibile grazie ad alcuni contributi dell Università di Roma «La Sapienza» e, in particolare, del Dipartimento di diritto dell economia, che mi hanno consentito di recarmi presso il Max-Planck-Institut für ausländisches öffentliches Recht und Völkerrecht di Heidelberg; sono pertanto debitore per la cortese ospitalità nei confronti dei Direttori di questo Istituto, dei Direttori e del personale della relativa Biblioteca, nonché, per le ricerche svolte in Italia, di quelli della Biblioteca della Corte costituzionale di Roma. Un ultimo ringraziamento va ai miei genitori, che nonostante la precarietà e l incertezza in cui versa l università, specchio del Paese, nella sua fase attuale, non hanno mai mancato in tutti questi anni di esprimermi fiducia e incondizionato sostegno. A Loro è dedicato questo libro. Roma, dicembre 2009
PREMESSA ALLA SECONDA EDIZIONE Nel volgere del primo decennio del secolo nuovo, è facile constatare che molti venti di guerra soffiano in tante parti del mondo e, per fare fronte a tali scenari, appare viepiù imprescindible muovere dalle indicazioni desumbili dalla Carta costituzionale repubblicana. Purtroppo, però, a voler osservare l attualità italiana e le numerose e mai sopite discussioni che vi si trovano circa il ruolo internazionale del nostro Paese e persino lo spazio che può avervi il ricorso alla guerra, tornano alla mente, a mo di contraltare delle lucide parole di N. Machiavelli citate in epigrafe, quelle ben più amare formulate circa un secolo dopo da T. Hobbes, a commento delle Istoríai di Tucidide (che il lettore paziente ritroverà in conclusione): «infatti mi ero accorto che per la maggior parte gli uomini si avvicinano alla lettura della storia con un interesse molto simile a quello con il quale il popolo romano andava agli spettacoli dei gladiatori, e cioè per il piacere di osservare più il loro sangue che la loro abilità nella lotta. Di gran lunga maggiore, difatti, è il numero di quanti amano leggere di grandi armate, di battaglie sanguinose e di molte migliaia di caduti insieme in una sola volta, rispetto al numero di quelli che si occupano dell arte grazie alla quale gli affari militari e civili vengono condotti ai propri fini» (T. HOB- BES, To the Readers, [1629], trad. it. Introduzione a «La guerra del Peloponneso» di Tucidide, Napoli, 1984, p. 52). Questo studio giova ripeterlo, al momento di ridarlo alle stampe in una veste rinnovata è volto a mostrare quante indicazioni e quante potenzialità possono essere enucleate proprio nel tempo presente dalla prima proposizione dell art. 11 Cost. rispetto a quei «fini» e a quell «arte». Roma, marzo 2010