PROGETTO SERVIZIO CIVILE NAZIONALE



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Transcript:

PROGETTO SERVIZIO CIVILE NAZIONALE ENTE PROPONENTE: C.I.D.E.S. Centro Internazionale dell Economia Sociale Consorzio di Cooperative Sociali SEDE ACCREDITATA: Via Cervellati, 1/f Bologna (BO) 40122 TITOLO DEL PROGETTO: Promozione delle pari opportunità delle donne immigrate lavoratrici SETTORE: Educazione e promozione culturale AREA INTERVENTO: Centri di aggregazione Educazione ai diritti del cittadino Lotta all evasione scolastico e all abbandono scolastico NUMERO DEI VOLONTARI DA IMPIEGARE: 2 NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 32 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA: 5 PARTICOLARI RICHIESTE AI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO: - Flessibilità oraria; - Eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana; - Attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili. DESCRIZIONE DEL CONTESTO ENTRO IL QUALE SI REALIZZA IL PROGETTO: Negli ultimi anni l attenzione verso le migrazioni femminili è molto cresciuta, a causa dell aumento del numero di donne che emigrano da sole per cercare lavoro in un altro paese, assumendosi la responsabilità di breadwinner procurando le risorse economiche per provvedere alle necessità della propria famiglia. In corrispondenza dell espandersi di questo fenomeno, in Italia, con il progressivo invecchiamento della popolazione e il mutamento delle condizioni sociali delle famiglie, negli ultimi decenni è emersa una sempre maggiore necessità di ricorrere a operatori per l assistenza della persona a domicilio e per il lavoro domestico. Questa forte domanda di servizi alle famiglie e di cura alla persona, non adeguatamente corrisposta da lavoratori locali, ha comportato l inserimento sempre più prorompente di donne immigrate in questo settore. Dato fenomeno complesso, che vede coinvolti la curante domiciliare immigrata, il/la familiare e, nel caso del lavoro di cura alla persona, la persona bisognosa di assistenza, oggi esce dalla dimensione privata per diventare invece pubblico e collocabile a pieno titolo nelle politiche sociali. Esso è infatti strettamente legato alla vita di donne immigrate, ai loro diritti di persone e di lavoratrici. Il lavoro di badanti, colf e baby sitter immigrate spesso non ha un riconoscimento, richiede una significativa disponibilità di tempo da dedicare al lavoro ed è caratterizzato da forme d impiego grigie o nere, prestandosi anche a rischi di caporalato, mobbing e sfruttamento. L impiego in questo settore, seppur redditizio nel breve periodo, rende difficile per le lavoratrici

conciliare tempi di vita e di lavoro e comporta un forte isolamento sociale (in particolare per quanto riguarda le lavoratrici in coabitazione), nonché un annullamento dei diritti della persona, soggetta talvolta a una duplice discriminazione, poiché donna e immigrata. La scarsa conoscenza della lingua italiana, la mancanza d informazioni sui diritti e doveri propri e del datore di lavoro, sulle leggi e sulle abitudini di vita italiane che spesso caratterizza le donne immigrate, e ancor di più quelle appena arrivate in Italia, rende di solito la lavoratrice contrattualmente debole e quindi maggiormente soggetta a irregolarità nel trattamento lavorativo: dall omesso versamento dei contributi alla richiesta di prestazioni che sconfinano il proprio ruolo, dall imposizione di condizioni abitative malsane agli ostacoli nell instaurare legami e relazioni al di fuori del luogo di lavoro. Inoltre, si tratta di un attività lavorativa in apparenza a bassa specializzazione e che per questo motivo non richiede la necessità di qualificazione e successivo aggiornamento. Queste situazioni di discriminazione creano nelle donne immigrate ulteriori difficoltà nell integrazione sociale, nonché l esposizione alla precarietà lavorativa che le vede spesso costrette, in un circolo vizioso, ad accettare qualsiasi tipo di lavoro e di condizione. Diverse ricerche sulle condizioni di lavoro delle donne immigrate nel settore dell assistenza sottolineano anche la difficoltà di queste donne, spesso con qualifiche professionali e titoli di studio elevati, di acquisire autonomia, di dare risposta alla loro voglia di sperimentarsi, di formarsi per migliorare la loro posizione lavorativa, di costruire reti di saperi, determinata dal timore di perdere il lavoro. Nel Comune di Bologna risiedono 377.220 persone di cui 99.440 con più di 65 anni, secondo gli ultimi dati raccolti nel 2009 dal Comune stesso. Gli stranieri residenti in città al 30 aprile 2008 sono 36.436 e rappresentano il 10% della popolazione mentre a livello provinciale sono 94.779 rappresentando il 9,6% della popolazione totale. Il XX rapporto di Caritas/Migrantes per l anno 2010 rileva la presenza di 461.321 residenti stranieri nella regione Emilia-Romagna e la maggiore concentrazione di stranieri si registra nella provincia di Bologna (20,5%). L origine delle persone immigrate è molto diversificata tra cui spiccano a livello regionale in modo particolare tre nazionalità: marocchina ( 14,6%), romena (13,1%) e albanese (12,6%). Al fine del nostro progetto conta rilevare la presenza immigrata femminile residente che nella sola provincia bolognese rappresenta il 52% che rimane quasi costante analizzando i dati riferiti alla popolazione soggiornante. Per quanto riguarda la tipologia di permesso è ancora maggioritario il permesso per ricongiungimento familiare rispetto a quello per lavoro, richiesto però nel 47% dei casi. Il fatto che la percentuale non sia prevalente rispetto ai dati sul ricongiungimento può far desumere che le persone immigrate abbiano già un lavoro e quindi nasca il desiderio di stabilirsi sul territorio con la famiglia. I dati forniti dall INAIL rilevano la forte incidenza (19,3%) dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati di cui oltre la metà impiegati nel settore dei servizi, nel dettaglio il 4,1% svolge attività presso famiglie e il 3,3% nella sanità. Nell ambito di corsi di formazione e di lingua italiana promossi negli scorsi anni dalla Regione in accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è emerso come questi favoriscano la partecipazione femminile, la cui presenza è pari al 70% di coloro che hanno concluso i percorsi avviati. A fine 2007 le domande di assunzione di cittadini stranieri presentate sono state 10.000 per il lavoro domestico a cui si aggiungono circa 5.500 persone che lavorano nelle cooperative sociali per l assistenza domiciliare e le case di cura (dati UIL). Parte del lavoro è sommerso e quindi possono esserci solo delle stime per avere un quadro più chiaro. Nel Nord Italia si presume sia impiegata una badante ogni 8 anziani ultra sessantacinquenni, 1 ogni 5 ultraottantenni ed 1 ogni 3 ultranovantenni (Rapporto Caritas, 2009). Si deduce che sarà un fenomeno che andrà ampliandosi nei prossimi anni in maniera significativa, dato l incremento sostanziale della popolazione ultra ottantenne e oltre. Beneficiari diretti dell iniziativa saranno le donne immigrate che lavorano o intendono lavorare nei settori dell assistenza domiciliare agli anziani, all infanzia e delle pulizie che abitano nella Provincia

di Bologna, si stima di raggiungere almeno 400 donne immigrate, ed in primis le donne che già fanno parte delle reti associative dei partner di progetto. Beneficiari indiretti saranno le famiglie che usufruiranno dei servizi delle donne immigrate, nonché in generale la comunità locale. Secondo i dati riportati sul sito del comune di Bologna le domande pervenute nel 2010 per la regolarizzazione di colf e badanti sono state 6.515 in tutta la provincia, e considerando che nell ultimo anno gli anziani sono aumentati di 1.153 unità (+0,12%), arrivando a stabilizzarsi al 22,3% della popolazione si ha buon motivo di ritenere che sia in costante crescita la necessità di figure quali appunto colf e badanti impersonate quasi esclusivamente da donne per l appunto immigrate. OBIETTIVI: Il risultato atteso dell iniziativa è di migliorare le condizioni di vita delle donne immigrate impiegate nel settore della cura e dell assistenza familiare (badanti, colf e baby sitter) attraverso: la promozione di servizi a favore di donne immigrate operanti nel settore del lavoro di cura e collaborazione familiare; la fornitura di informazioni complete e aggiornate inerenti le condizioni contrattuali e di lavoro delle donne immigrate che operano come assistenti domiciliari; la conciliazione tra vita professionale e vita personale delle donne immigrate; le migliorie apportate nelle competenze professionali delle donne migranti nel mercato del lavoro di cura locale. L esperienza del Consorzio C.I.D.E.S., delle sue consorziate e del Centro Servizi MCL Bologna nella gestione delle pratiche volte alla regolarizzazione e all inserimento lavorativo stabile di donne immigrate nella provincia di Bologna, in particolare nei settori dell assistenza domiciliare agli anziani e all infanzia e delle pulizie, ha portato a identificare la risoluzione delle problematiche sopra descritte come elemento indispensabile per il miglioramento delle condizioni di vita delle donne immigrate nella Regione Emilia-Romagna. Da questa consapevolezza, nonché dalle segnalazioni delle lavoratrici immigrate attive all interno delle reti associative dei partner, è scaturita la decisione di promuovere un progetto volto al miglioramento delle condizioni lavorative delle donne immigrate che si occupano del lavoro di cura e del settore delle pulizie nella Provincia di Bologna, ambito territoriale d intervento delle realtà proponenti il progetto, includendo anche percorsi di aggiornamento e di formazione volti al miglioramento delle competenze professionali ma anche delle capacità d integrazione e d inserimento delle lavoratrici all interno del contesto lavorativo. Dall analisi del contesto nel quale il progetto si inserisce, la strategia elaborata si fonda sul conseguimento del seguente obiettivo specifico, che potrà contribuire al più ampio obiettivo generale: Obiettivo generale: promuovere le pari opportunità per le donne immigrate nella Regione Emilia- Romagna. I cittadini stranieri residenti al primo gennaio 2012 sono 530.015 (pari all 11,89% del

totale) e in aumento di 29.430 unità in un anno (5,9%), di cui le donne rappresentano il 51,47% del totale. Obiettivo specifico: promuovere le pari opportunità per le donne immigrate impiegate nel settore della cura e assistenza familiare (badanti, colf e baby sitter) nella Provincia di Bologna. Si stima di raggiungere un totale di 400 donne immigrate. DESCRIZIONE DEL PROGETTO E TIPOLOGIA D INTERVENTO: Il progetto prevede la realizzazione delle seguenti attività, volte al raggiungimento di quattro risultati attesi: Risultato atteso 1: Promuovere servizi a favore di donne immigrate operanti nel settore del lavoro di cura e collaborazione familiare. Attività 1.1 Creazione di uno sportello che offra servizi di accoglienza, di orientamento e di consulenza amministrativa personalizzata per donne immigrate badanti, colf e baby sitter: le attività di accoglienza, orientamento e consulenza sarà destinata a tutte le donne immigrate che entreranno in contatto con gli operatori del progetto manifestando interesse. Saranno predisposizione tutte le procedure amministrative necessarie per la creazione di uno sportello di accoglienza, orientamento e consulenza personalizzata, nonché realizzate azioni di formazione e/o aggiornamento degli operatori del Centro Servizi MCL Bologna che gestiranno il servizio rivolto a badanti, colf e baby sitter immigrate. I destinatari delle attività realizzate in questa fase sono tutte le donne immigrate che si approcciano sia alla ricerca d informazione, sia per coloro che trovano nel progetto un appoggio e un sostegno. Attività 1.2 Creazione di un équipe di tutor esperti all interno delle Cooperative Sociali coinvolte: All interno delle Cooperative Sociali Il Melograno, Maratonda ed Etabeta, socie del Consorzio C.I.D.E.S., verranno selezionati tre operatori esperti con funzioni di tutoraggio e formazione sul campo, rispettivamente nell ambito dell Assistenza di base e agli anziani, Assistenza all infanzia e Pulizie, che affiancheranno operativamente le lavoratrici domestiche nelle fasi antecedenti e successive all inserimento in famiglia della lavoratrice. L équipe sarà coordinata da un tutor identificato all interno del Consorzio C.I.D.E.S., al fine di garantire un indirizzo operativo comune delle tre cooperative consorziate. Attività 1.3 Promozione dell iniziativa: L attività promozionale dell iniziativa verrà curata da C.I.D.E.S. che occupandosi da alcuni anni della tematica dell immigrazione, ed in particolare delle donne straniere presenti sul territorio della regione Emilia-Romagna, vanta l adesione al suo consorzio di una rete di associazioni di donne immigrate sviluppatasi in particolare all interno del progetto Intrecci finanziato dalla regione Emilia-Romagna e conclusosi nell ottobre 2010. L attività promozionale prevede: - la produzione di materiale informativo (volantini, brochure) riguardante le azioni del programma del servizio civile e di un dépliant illustrativo del presente progetto (circa 1500 copie); - la distribuzione del materiale informativo presso Università, associazioni con cui collabora il C.I.D.E.S. e presso i dipendenti e le famiglie delle realtà socie del consorzio C.I.D.E.S.; - la creazione di specifici incontri di divulgazione e promozione del presente progetto programmati con Università e altre associazioni e/o realtà radicate nel territorio con cui collabora il C.I.D.E.S.;

- la creazione di incontri di orientamento e di informazione sulla solidarietà, sul volontariato internazionale e sul servizio civile presso università, all interno della rete sopra menzionata e in luoghi ed eventi dedicati e organizzati da donne immigrate. Risultato atteso 2: Fornire informazioni complete e aggiornate inerenti le condizioni contrattuali e di lavoro delle donne immigrate che operano come assistenti domiciliari. Attività 2.1 Attivazione dei servizi dello sportello: Gli operatori del Centro Servizi MCL Bologna, precedentemente e appositamente formati/aggiornati, avvieranno la gestione delle attività dello sportello al quale le donne immigrate potranno rivolgersi per ottenere gratuitamente informazioni rispetto ai diritti e doveri derivanti dall attivazione di un rapporto di lavoro domestico, alla normativa italiana, e in particolare alle norme relative ai lavoratori stranieri, al fine di rendere la lavoratrice più consapevole dei propri diritti. L attività di accoglienza, orientamento e consulenza personalizzata sarà inoltre volta a mettere in contatto le donne immigrate con le Cooperative Sociali coinvolte. Attività 2.2 Valutazione delle competenze e delle necessità formative: le Cooperative Sociali il Melograno, Maratonda ed Etabeta, che operano nei settori dell Assistenza agli anziani, all infanzia e nel settore delle pulizie, coordinate da C.I.D.E.S. e al loro interno dai tutor esperti precedentemente selezionati, metteranno a disposizione la propria struttura tecnica di gestione delle risorse umane al fine di effettuare, partendo dalla propria esperienza riguardante i fabbisogni delle famiglie (potenziali datori di lavoro), una valutazione delle competenze possedute dalle lavoratrici e delle loro necessità di formazione. Attraverso dei colloqui con le immigrate interessate si procederà alla raccolta di dati in merito alle loro competenze, necessità, ed interessi, e si continuerà con un analisi dei risultati raccolti volta a definire le attività da porre in essere per migliorare le condizioni contrattuali, le competenze e soddisfare le necessità delle immigrate. I valutatori delle Cooperative metteranno a disposizione delle lavoratrici la loro professionalità e pluriennale esperienza negli specifici campi di attività. Attività 2.3 Informazione, supporto e orientamento nell erogazione di servizi assistenziali domiciliari: l équipe di tutor all interno delle Cooperative Sociali coinvolte sarà messa a disposizione delle lavoratrici per aiutarle nell analisi delle prospettive occupazionali e delle opportunità lavorative più adeguate alle loro competenze ed esperienze, nonché alla loro situazione di vita privata e familiare. I risultati di queste analisi verranno inseriti all interno di un database consultabile presso le Cooperative Sociali. Grazie alla propria rete di utenti/famiglie e attraverso l appoggio degli sportelli già esistenti a sostegno delle famiglie, verrà inoltre realizzato un ulteriore database, costantemente aggiornato, al quale le lavoratrici, affiancate dall équipe di tutor, potranno accedere al fine di individuare le offerte di lavoro più adatte alle proprie esigenze e prospettive. Favorito il contatto tra le famiglie e le lavoratrici, gli operatori delle Cooperative, con il supporto dello sportello del Centro Servizi MCL, cureranno gli adempimenti connessi alla gestione del rapporto di lavoro (stesura del contratto, pratiche di assunzione, elaborazione buste paga, pratiche di cessazione, etc.) nonché monitoreranno l inserimento della lavoratrice nella famiglia. Attività 2.4 Monitoraggio delle condizioni lavorative delle donne immigrate impiegate: questa attività prevedrà il monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro di quelle donne immigrate che beneficeranno del servizio anche nelle fasi successive l inserimento nelle famiglie. Saranno realizzati dei questionari periodici da sottoporre alle lavoratrici e alle famiglie presso le quali verrà svolta l attività lavorativa, volti a raccogliere dati relativi al rapporto di lavoro, condizioni lavorative, e libere osservazioni. Verranno poi realizzate riunioni a seguito della raccolta dati, tra i

volontari e i referenti degli enti che partecipano al progetto per analizzare e discutere i dati raccolti: così facendo sarà possibile identificare e risolvere per tempo eventuali casi di difficoltà relazionali o di insorgenza di veri e propri conflitti all interno dell ambiente lavorativo evitando disagi psico-fisici per le lavoratrici. Risultato atteso 3: Migliorata la conciliazione tra vita professionale e vita personale delle donne immigrate. Attività 3.1 Attivazione di un servizio di dopo-scuola per figli di donne immigrate: l attività di sostegno allo studio a bambini stranieri con difficoltà nell apprendimento della lingua italiana, avviata dall Associazione Il Ventaglio, verrà estesa anche ai figli delle donne immigrate che parteciperanno al progetto. In questo modo verrà attivato un servizio di dopo-scuola attraverso il quale s intende dare un supporto alle lavoratrici nella conciliazione tra la propria vita privata (e in particolare la cura dei figli) e la vita lavorativa. Risultato atteso 4: Migliorate le competenze professionali delle donne migranti nel mercato del lavoro di cura locale. Attività 4.1 Individuazione e orientamento a corsi di lingua italiana e di formazione di base: grazie al coinvolgimento della propria rete associativa, C.I.D.E.S. indirizzerà le partecipanti al progetto ritenute più bisognose a corsi funzionali di lingua e cultura italiana ai quali seguiranno indicazioni circa i corsi di formazione per ogni figura professionale specifica: assistente familiare, baby sitter e colf. La formazione teorico-pratica sarà volta all acquisizione delle competenze di base nei quali particolare attenzione verrà posta agli aspetti relazionali lavoratrice-contesto familiare. Saranno realizzati dei questionari di partenza tramite i quali appurare il livello di conoscenza della lingua e della cultura ed eventualmente delle esperienze pratiche già acquisite in merito alle diverse figure professionali di ciascuna lavoratrice. Attività 4.2 Azioni di indirizzo e orientamento alla formazione professionale: le partecipanti al progetto potranno usufruire di un servizio di consulenza fornito da C.I.D.E.S. con il supporto delle cooperative consorziate, volto a indirizzare le scelte professionali future, migliorare le competenze e la situazione lavorativa delle beneficiarie, le quali, in particolare, verranno indirizzate verso percorsi formativi di specializzazione, quali ad esempio corsi per ottenere la qualifica di Operatrici Socio Sanitarie, ricevendo altresì consulenza tecnica nella creazione di nuove strutture organizzative come la creazione di nuove micro-cooperative di badanti, colf e/o baby sitter. La metodologia di intervento della rete pone la donna immigrata al centro, valorizzandone le singolarità e le preferenze, consentendole quindi di essere soggetto attivo del proprio empowerment. Il progetto prevede anche una fase di consultazione e consulenza nella quale i partner coinvolti mettano a disposizione delle beneficiarie che ne vogliano usufruire le proprie competenze tecniche al fine di promuovere nuove opportunità di crescita professionale. Il modello organizzativo così strutturato si addice ad essere adattato a contesti istituzionali diversi, nonostante si debba rilevare come la sua forza non stia solo nella multi-disciplinarità dell approccio, ma anche nella qualità e nella durata della relazione che lega gli enti promotori del progetto.

Volontario 1 1.1 Supporto alla costruzione dello sportello servizi e alla preparazione delle procedure amministrative e del materiale informativo, nonché realizzazione di azioni di formazione e aggiornamento degli operatori che gestiranno il servizio. 1.2 Assistenza e controllo delle procedure amministrative, di accoglienza e di orientamento e consulenza personalizzata. 1.3 Collaborazione alla redazione di volantini, brochure, e del depliant illustrativo e alla distribuzione del materiale informativo presso enti pubblici e associazioni. 1.4 Collaborazione nella realizzazione delle analisi delle prospettive occupazionali e opportunità lavorative adeguate alle lavoratrici. Supporto alla gestione del database delle domande di lavoro e di quello delle offerte di lavoro. 1.5 Supporto alla gestione delle attività dello sportello e collaborazione nella diffusione di informazioni alle donne immigrate sulla normativa italiana e sui diritti e doveri derivanti dall attivazione di un rapporto di lavoro domestico. Volontario 2 1.1 Collaborazione nella gestione e nel monitoraggio del database delle domande di lavoro e di quello delle offerte di lavoro. 1.2 Collaborazione nella realizzazione dei servizi di doposcuola, nell organizzazione e realizzazione dei corsi di lingue e in quelli di formazione. Collaborazione nella gestione delle procedure di accoglienza, orientamento e consulenza personalizzata. 1.3 Collaborazione nella gestione dei servizi di doposcuola, dei corsi di lingua e formazione. 1.4 Supporto nelle attività di valutazione delle competenze e delle necessità di formazione delle lavoratrici, e assistenza nelle azioni di indirizzo e orientamento. 1.5 Collaborazione e supporto alle attività di monitoraggio nella realizzazione dei questionari periodici da sottoporre alle lavoratrici e alle famiglie, e nella realizzazione e gestione delle riunioni periodiche con i referenti degli enti che partecipano al progetto per l analisi dei dati raccolti e l elaborazione di soluzioni a eventuali problemi.