Lezioni di economia degli intermediari finanziari II semestre



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Lezioni di economia degli intermediari finanziari II semestre Prof. Alessandro Berti Istituto di studi aziendali Facoltà di Economia Università di Urbino Carlo Bo alessandro.berti@uniurb.it Urbino, a.a. 2007-2008 Decisioni finanziarie e informazione 1

Canali di trasferimento delle risorse finanziarie CANALE DIRETTO Unità in surplus SF > 0 S > I Intermediario creditizio Unità in deficit SF < 0 S < I CANALE INDIRETTO Flussi di risorse finanziarie Prof. Alessandro Berti 3 Sistema finanziario e intermediari Canale finanziario o circuito di intermediazione diretto ed autonomo L intervento dell intermediario avviene per necessità puramente tecniche Attività del broker (operatore istituzionale che agevola la stipulazione di contratti finanziari direttamente tra agenti, senza assumere il rischio della transazione). Prof. Alessandro Berti 4 2

Sistema finanziario e intermediari Canale finanziario o circuito di intermediazione diretto ed assistito L intervento dell intermediario è necessario per la ricerca e selezione della controparte Attività del dealer/market maker. Esempio: collocamento di azioni di nuova emissione per conto dell impresa emittente, negoziazione di strumenti finanziari primari, etc. Prof. Alessandro Berti 5 Sistema finanziario e intermediari Canale finanziario o circuito di intermediazione indiretto Trasferimento di strumenti finanziari secondari (secondary securities) Intermediario finanziario (trasformatore di scadenze e rischi): operatore istituzionale che si interpone nella stipulazione dei contratti finanziari nella veste di controparte degli agenti individuali e realizza un attività di trasformazione. Esempio: banche, società di credito al consumo, etc. Prof. Alessandro Berti 6 3

Efficienza del sistema finanziario Esistono differenti concetti di efficienza: Efficienza di completezza alla Arrow-Debreu Efficienza informativa Efficienza valutativa Efficienza operativa Efficienza allocativa Prof. Alessandro Berti 7 Efficienza di completezza L efficienza nel senso di Arrow-Debreu Un sistema finanziario è efficiente se assicura a tutti gli operatori contratti completi in relazione a tutti i possibili stati del mondo e consente di effettuare scambi relativi a tutte le scadenze future e a tutte le possibili eventualità I beni vengono distinti non solo per le caratteristiche merceologiche e per la collocazione spaziale e temporale, ma anche per lo stato di natura : un ombrello disponibile quando piove, va considerato diversamente da un ombrello disponibile in una giornata di sole Ogni bene sarà quindi dotato di mercati completi (e naturalmente si tratta di un mondo puramente ideale). Prof. Alessandro Berti 8 4

Efficienza informativa L efficienza informativa Un mercato finanziario è efficiente quando in ogni momento i prezzi dei titoli riflettono pienamente ed in modo corretto tutte le informazioni disponibili. Esistono tre stadi: Efficienza in forma debole: i prezzi incorporano tutte le informazioni di tipo storico Efficienza in forma semi-forte: i prezzi e le aspettative degli investitori si fondano anche sulle informazioni di dominio pubblico Efficienza in forma forte: i prezzi incorporano anche tutte le informazioni conoscibili su un azienda, comprese quelle disponibili all interno dell azienda stessa. Prof. Alessandro Berti 9 Efficienza valutativa L efficienza valutativa o fondamentale Un sistema finanziario è efficiente quando i prezzi esprimono i fondamentali economici del valore, cioè il valore scontato dei flussi di cassa attesi (dividendi futuri, premio al rischio richiesto) Fondamentale non significa oggettivo. Ad esempio, se esiste un fenomeno moda in base al quale gli investitori preferiscono alcuni titoli (e quindi sono disposti ad ottenere un rendimento inferiore), è coerente che essi abbiano prezzi superiori. Prof. Alessandro Berti 10 5

Efficienza operativa L efficienza operativa Un sistema finanziario è efficiente quando ogni impresa produce la quantità per la quale il costo medio è minimo e il prezzo prevalente sul mercato è uguale al minimo costo. Presuppone quindi l efficienza tecnica a livello di intermediario e l efficienza funzionale a livello di mercato La performance del mercato può essere valutata sulla base dell osservazione di parametri quali: Spessore Ampiezza Elasticità Prof. Alessandro Berti 11 Efficienza allocativa L efficienza allocativa Un mercato finanziario soddisfa questa condizione quando è in grado di allocare le risorse messe a disposizione dalle unità in surplus nel modo più efficiente possibile. È necessario che: Ogni investitore agisca in modo razionale (ricerchi il punto di massimo della propria funzione di utilità) Tutti i richiedenti fondi cerchino di dotarsi di una struttura finanziaria ottimale (il punto di minimo della funzione di costo del capitale) Prof. Alessandro Berti 12 6

Le decisioni finanziarie Il sistema finanziario ha il compito di conciliare le preferenze delle unità in surplus con quelle delle unità in deficit, riguardo alla domanda di attività finanziarie e passività finanziarie. Assume perciò importanza cruciale l'informazione circa tutti gli elementi che consentono la valutazione di un attività finanziaria. Prof. Alessandro Berti 13 L informazione Si definisce informazione ogni dato riferito alla singola attività finanziaria ed al suo emittente oppure all economia nel suo complesso. Si distinguono: informazione specifica; informazione generale; informazione pubblica; informazione privata. L informazione è un dato di input ma anche un dato di output del sistema. Il sistema produce informazioni attraverso: gli emittenti; le società di rating e di certificazione; le banche centrali; gli istituti di statistica; le reti di informazioni (ad es. Reuters); Prof. Alessandro Berti 14 7

L informazione (segue) Tuttavia, importanza ancora maggiore riveste il fatto che le informazioni: siano disponibili in ugual misura; siano disponibili allo stesso costo; siano disponibili a tutti i soggetti. Oppure vi siano, strutturalmente radicate nel sistema economico, differenze nella distribuzione delle informazioni stesse. Prof. Alessandro Berti 15 L informazione (segue) L'informazione utile ai fini finanziari parte dal dato elementare fino a giungere a vere e proprie infrastrutture informative, mettendo a disposizione del pubblico i dati esistenti, la rielaborazione statistica, le previsioni etc. : lo stato dell'informazione è una componente fondamentale della probabilità del verificarsi di un determinato evento. Prof. Alessandro Berti 16 8

L informazione (segue) Costi di informazione costi di acquisizione dei dati disponibili pubblicamente sull'economia in generale, ma, soprattutto, sui singoli debitori. L'informazione è tempestiva quando viene fornita in tempo economicamente utile. costi di acquisizione delle informazioni sul futuro, per produrre generali e/o specifiche previsioni sul futuro. Prof. Alessandro Berti 17 Le asimmetrie informative Se l'informazione è costosa è possibile che non sia uniformemente distribuita, è cioè possibile che sia distribuita in modo asimmetrico e ciò motiva la ricerca di informazioni a basso costo da parte dei soggetti; in generale, si parla di asimmetria informativa quando gli agenti economici dispongono di frammenti informativi diversi. Prof. Alessandro Berti 18 9

Le asimmetrie informative (segue) Quando l informazione non è distribuita in modo uniforme tra gli operatori si genera un grado di asimmetria informativa MODELLO DI AKERLOF (1970) AUTO PREZZO MAX FREQUENZA BUONE 10.000 0,5 MEDIOCRI 5.000 0,3 BIDONI 0 0,2 Le asimmetrie possono paralizzare gli scambi o produrre scambi in condizioni sub-ottimali Prof. Alessandro Berti 19 Le asimmetrie informative (segue) Le asimmetrie informative possono generare pratiche di selezione avversa e di moral hazard ASIMMETRIA PREZZO MEDIO SELEZIONE AVVERSA MORAL HAZARD POLITICA DEI PRESTITI POLIZZE ASSICURATIVE ATTIVI BANCARI E OBBLIGHI DI VIGILANZA Prof. Alessandro Berti 20 10

Asimmetrie informative ed effetti sugli scambi Esempio basato sul mercato delle auto usate = lemons o "bidoni" Domanda: perché un'auto usata, anche di pochi giorni, viene venduta ad un prezzo notevolmente più basso di quella nuova? Risposta di Akerlof: IL MODELLO DI AKERLOF in base alle informazioni disponibili. Prof. Alessandro Berti 21 Asimmetrie informative ed effetti sugli scambi (segue) L ipotesi di asimmetria informativa secondo Akerlof è la più realistica, poiché il venditore, avendo usato l'auto per un certo periodo di tempo, è in grado di giudicarne la qualità, al contrario del compratore. Si ha a questo punto l'assunzione cruciale del modello di Akerlof gli acquirenti sono del tutto incapaci di distinguere tra lemons ed auto buone. Prof. Alessandro Berti 22 11

Asimmetrie informative ed effetti sugli scambi (segue) Akerlof dimostra che l'asimmetria informativa danneggia in maniera evidente il lato della domanda, ma anche il lato dell'offerta; avviene così che le auto buone vengono vendute ad un prezzo inferiore a quello corretto. Prof. Alessandro Berti 23 Asimmetrie informative ed effetti sugli scambi finanziari L esistenza di asimmetrie: danneggia i datori di fondi; ma danneggia anche i "buoni" prenditori di fondi; in realtà la condizione ottimale per i venditori sarebbe quella di due prezzi di equilibrio distinti (separating equilibrium). Prof. Alessandro Berti 24 12

Asimmetrie informative ed effetti sugli scambi finanziari (segue) in finanza ciò significa che i prezzi = tassi dovrebbero essere differenziati a seconda della qualità = rischio del prenditore di fondi; in assenza di correttivi l'asimmetria informativa provoca un equilibrio unico (pooling equilibrium) poiché gli acquirenti sono incapaci di distinguere auto = progetti buoni dai lemons = progetti fallimentari. Prof. Alessandro Berti 25 Asimmetrie informative ed effetti sugli scambi finanziari (segue) così, ad esempio, il costo del credito accordato ai cattivi prenditori di fondi viene fatto pagare anche ai buoni prenditori di fondi (fenomeno del sussidio incrociato); tale fenomeno è tipico del mercato del credito, soprattutto di quello italiano. Prof. Alessandro Berti 26 13

Asimmetrie informative ed effetti sugli scambi finanziari (segue) In finanza si verifica: il razionamento del credito e/o l allocazione inefficiente delle risorse, poiché non vengono finanziati i progetti validi; il costo del credito è più elevato per i "buoni" prenditori di fondi, meno elevato per i "cattivi" prenditori di fondi. Prof. Alessandro Berti 27 Asimmetrie informative ed effetti sugli scambi finanziari (segue) In sintesi, secondo Akerlof: il sistema non trasmette tutta l'informazione e conduce quindi ad una situazione inefficiente; i prezzi divengono veicolo di informazione e gli acquirenti sono indotti a desumere la qualità dal prezzo; si crea un meccanismo allocativo inefficiente descritto dal fenomeno della selezione avversa (adverse selection). Prof. Alessandro Berti 28 14

Conseguenze delle asimmetrie informative EX ANTE SELEZIONE AVVERSA tale problema emerge quando nell'ambito di una transazione economica, una parte possiede informazioni rilevanti per la transazione stessa ma sconosciute alla controparte; si parla allora di informazioni nascoste = hidden information Prof. Alessandro Berti 29 Conseguenze delle asimmetrie informative EX POST RISCHIO MORALE (MORAL HAZARD) O COMPORTAMENTO OPPORTUNISTICO questo tipo di conseguenza dell'asimmetria nasce dopo la stipulazione del contratto, se azioni ed affermazioni di un individuo non possono essere perfettamente controllate dalla controparte; si parla in tal caso di azione nascosta, ma anche di comportamenti difformi da quelli pattuiti, che incrementano il rischio. Prof. Alessandro Berti 30 15

Conseguenze delle asimmetrie informative (segue) Possibili soluzioni alle asimmetrie: market signalling; per esempio mediante impegno diretto di capitale, sottoscrizione di nuove azioni, maggiore e più trasparente comunicazione incentivi che inducano l'agente ad intraprendere azioni preferite dalla controparte, anche nel proprio interesse; insider trading: accesso ad informazioni riservate (fonte di illeciti guadagni); razionamento: equilibri sub-ottimali, che nei mercati finanziari provocano una domanda sistematicamente superiore all offerta. Prof. Alessandro Berti 31 Conseguenze per il mercato del credito se aumenta il costo del credito le imprese con progetti meno rischiosi tendono ad uscire dal mercato, dominato dai prenditori più rischiosi, la conseguenza si definisce come adverse selection d'altra parte, se i tassi crescono, ogni impresa tenderà a scegliere i progetti più rischiosi e/o a ricercare extra-profitti, la conseguenza si definisce come moral hazard in entrambi i casi si verifica Razionamento del credito. Prof. Alessandro Berti 32 16

Asimmetrie informative e incertezza gli effetti dell'asimmetria informativa non sono da confondere con quelli dell'incertezza, poiché l'incertezza non impedisce l'individuazione dell'equilibrio di mercato, potendo esistere tanti mercati quanti sono gli stati possibili di natura, a cui i singoli beni sono indicizzati. al contrario, l'asimmetria informativa può condurre alla paralisi degli scambi o all'attuazione di scambi in condizioni sub-ottimali. Prof. Alessandro Berti 33 Il sorgere degli intermediari Esistenza degli intermediari finanziari: approcci teorici Prof. Alessandro Berti 34 17

Esistenza degli intermediari finanziari Approcci teorici: Teoria dei costi di transazione Intermediari: permettono il trasferimento delle risorse finanziarie con maggiore efficacia (per volumi) ed efficienza (costi minori). Costi di transazione: costi sostenuti da un singolo operatore per ricercare un altro agente disposto a stipulare un contratto finanziario, per scrivere il contratto, per prevedere le prestazioni relative a tutti gli stati di natura attesi e per accedere alle informazioni richieste. Prof. Alessandro Berti 35 Esistenza degli intermediari finanziari Approcci teorici: Teoria dell incertezza Intermediari: permettono il trasferimento delle risorse finanziarie attenuando i rischi associati a ciascuna operazione. Essi svolgono quindi una funzione di trasformazione dei rischi e delle scadenze. Prof. Alessandro Berti 36 18

Esistenza degli intermediari finanziari Approcci teorici: Teoria delle asimmetrie informative Intermediari: permettono lo scambio di informazioni riservate o interne che consente una valutazione più attendibile dell iniziativa ed affidabilità del prenditore, evitando o attenuando 1-Adverse selection: selezione degli investimenti che premia i progetti di qualità peggiore. 2-Moral hazard: assunzione di rischi crescenti o imprevisti a seguito di comportamenti opportunistici o scorretti del prenditore di fondi. Prof. Alessandro Berti 37 Informazione e intermediari Agli intermediari creditizi è pertanto demandato il compito di produrre, a costi accettabili, informazioni sulla situazione economica delle imprese, o prenditori di fondi. Si parla perciò di delegated monitoring da parte del risparmiatore e di rapporto di clientela (customer relationship) nei rapporti finanziari. Prof. Alessandro Berti 38 19

Modelli di decisione per famiglie ed imprese Prof. Alessandro Berti 39 Modelli di decisione MODELLI TEORICI PER LE DECISIONI DELLE FAMIGLIE MODELLI TEORICI PER LE DECISIONI DELLE IMPRESE QUANTITA + QUALITA DELL INFORMAZIONE DECISIONI FINANZIARIE Prof. Alessandro Berti 40 20

Le scelte finanziarie delle famiglie La modellizzazione classica relativa alle scelte finanziarie delle famiglie riconduce alla teoria del ciclo vitale, secondo la quale gli individui pianificano il loro risparmio in modo da assicurare una stabilizzazione nel tempo dei consumi CL = YN dove Y = reddito C = YN/L L = anni vissuti poiché N = età lavorativa S = Y - C S = risparmio avremo S = Y((L N)/ L) Il risparmio accumulato è uguale ad una frazione del reddito corrispondente alla quota di vita passata in pensione. Le scelte sono influenzate da: vita attesa, orizzonte d investimento, trade off rischio-rendimento, aspettative economiche, cultura economica e finanziaria. Prof. Alessandro Berti 41 Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia Ogni soggetto possiede un determinato livello di: reddito permanente, che rappresenta l allocazione desiderata di risorse nel tempo; di reddito corrente. Il risparmio finanziario (positivo/negativo) serve ad adattare il reddito corrente al reddito permanente durante il ciclo di vita. Prof. Alessandro Berti 42 21

Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia Ipotesi sottostanti al modello di Modigliani: lo stock iniziale e lo stock finale di ricchezza sono nulli; non vi sono trasferimenti intergenerazionali di ricchezza; il reddito corrente totale = reddito permanente totale. la funzione del risparmio e dell indebitamento consiste esclusivamente nel governare l allocazione delle risorse nel tempo, trasferendo reddito corrente da un periodo all altro. Prof. Alessandro Berti 43 Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia INIZIO SVILUPPO Redditi, consumi e risparmio limitati Ridotte possibilità di effettuare investimenti reali e di accumulare attività finanziarie Indebitamento contenuto per capacità di rimborso incerta Redditi correnti e consumi in crescita Acquisto di beni durevoli e accumulo di ricchezza finanziaria Indebitamento per realizzare investimenti immobiliari Possibilità di indebitamento per capacità prospettica di rimborso Prof. Alessandro Berti 44 22

Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia MATURITA DECLINO Redditi correnti in crescita a tassi ridotti e stabilizzazione dei consumi Stabilizzazione degli investimenti reali Risparmio utilizzato per rimborso dei debiti e per accumulo di attività finanziarie anche a fini previdenziali Redditi nulli Diminuzione dei consumi Utilizzo di rendite pensionistiche e previdenziali Disinvestimento di attività finanziarie Prof. Alessandro Berti 45 Y,C,S Reddito, consumo e risparmio nel ciclo vitale C 0 Y S tempo età 20 30 40 50 60 70 80 Prof. Alessandro Berti 46 23

Patrimonio netto, debito, attività reali e finanziarie nel ciclo vitale AF,AR,PN PN AR 0 D AF tempo D età 20 30 40 50 60 70 80 Prof. Alessandro Berti 47 Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia In ogni periodo le decisioni di acquisizione e disinvestimento di attività e passività finanziarie sono determinate da: Equilibrio tra reddito monetario disponibile e consumi; Decisioni di investimento/disinvestimento in beni reali non destinati al consumo; Struttura finanziaria del periodo precedente; Previsioni per i periodi successivi. In base al modello un intermediario può segmentare la clientela per diversificare/differenziare la propria offerta. Prof. Alessandro Berti 48 24

Le scelte finanziarie delle imprese DECISIONI DI INVESTIMENTO in attività reali in attività finanziarie DECISIONI DI FINANZIAMENTO POLITICHE DEI DIVIDENDI DECISIONI DI FINANZA STRAORDINARIA politiche interne max utili reinvestiti struttura finanziaria Rapporti con intermediari Schemi di governance Valore dell impresa rapporti con intermediari struttura finanziaria vantaggi e costi di accesso al mercato Prof. Alessandro Berti 49 Gestione finanziaria e ciclo di vita dell impresa Condizioni di equilibrio finanziario Ciclo di vita strategico Ciclo di vita, struttura finanziaria ottimale e ruolo degli intermediari Prof. Alessandro Berti 50 25

Gestione finanziaria e ciclo di vita dell impresa Esistono varie nozioni di equilibrio finanziario: eliminazione del divario tra entrate ed uscite di cassa nel breve periodo; coerenza della struttura finanziaria dell impresa con riferimento alla strategia seguita; relazione tra rendimento reale e/o nominale del capitale investito e costo reale e/o nominale delle risorse finanziarie utilizzate; rapporto tra reddito operativo ed oneri finanziari; rapporto tra valore economico dell attivo e valore delle passività sottoscritte; relazione tra flusso netto di cassa totale e sviluppo aziendale. Prof. Alessandro Berti 51 Gestione finanziaria e ciclo di vita dell impresa Per definire la strategia finanziaria ottimale dell impresa il modello di equilibrio finanziario deve: tradurre la dinamica finanziaria dell impresa in una situazione di struttura finanziaria; utilizzare in modo integrato sia le variabili finanziarie (flussi di cassa) sia quelle economiche (rendimenti e costi del capitale) esprimendo la relazione di interdipendenza; fare riferimento ad orizzonti di medio-lungo termine; utilizzare variabili facilmente collegabili alla strategia complessiva dell impresa per decodificare in chiave finanziaria la strategia globale. Prof. Alessandro Berti 52 26

Gestione finanziaria e ciclo di vita dell impresa Condizioni di equilibrio finanziario Il modello di equilibrio finanziario dinamico dell impresa può essere definito con l impiego delle seguenti variabili: il tasso di sviluppo del fatturato V1 V 0 TSV 1 = V 0 nel periodo CI l intensità di capitale dell impresa V la capacità di autofinanziamento lordo, al netto dei flussi necessari per sostituire i fattori produttivi obsoleti FR ossia V + utili di periodo non distribuiti + quote ammortamento d esercizio - spese per rinnovi e/o sostituzioni + accantonamenti ai fondi rischi e spese future CI capitale investito V vendite del periodo Prof. Alessandro Berti 53 Gestione finanziaria e ciclo di vita dell impresa Condizioni di equilibrio finanziario con le tre variabili definite è possibile quantificare in assoluto il fabbisogno finanziario esterno (o l'avanzo finanziario) nonché rappresentare, in senso dinamico, il punto di equilibrio finanziario dell'impresa: CI FR 0 ( V1 V0 ) = FC V FC<0: fabbisogno finanziario esterno periodale e incrementale FC>0: avanzo finanziario interno periodale e incrementale Prof. Alessandro Berti 54 1 27

Gestione finanziaria e ciclo di vita dell impresa Modello del ciclo di vita dell impresa: il modello di equilibrio finanziario dinamico, che descrive il ciclo finanziario dell impresa, deve essere coniugato con un modello che rappresenti il ciclo strategico dell impresa stessa, ossia il modello del ciclo di vita. Prof. Alessandro Berti 55 Il ciclo di vita o ciclo strategico dell impresa V Fase di espansione del fabbisogno finanziario esterno Fase di generazione della liquidità INTROD. CRESCITA MATURITA t Prof. Alessandro Berti 56 28

Gestione finanziaria e ciclo di vita dell impresa La struttura finanziaria Il piano di indebitamento/rimborso dell impresa deve rispettare i seguenti limiti: in ogni periodo il ricorso al debito non deve eccedere il fabbisogno esterno incrementabile; il rimborso del debito non deve eccedere l avanzo di cassa periodale. In ogni periodo le variazioni del debito non devono determinare un montante di indebitamento (ai tassi di interesse previsti) superiore al valore ideale di liquidazione/cassazione dell impresa. In ogni periodo il montante di indebitamento raggiunto non deve eccedere il valore attuale (ai tassi di interesse previsti) dei finanziamenti de dei rimborsi dei programmati. Prof. Alessandro Berti 57 Matrice di collegamento fra ciclo strategico e ciclo finanziario dell area d affari Fasi del ciclo strategico Tasso di sviluppo del fatt. VARIABILI FINANZIARIE Intensità del capitale Margine di autof. lordo sul fatt. Fasi del ciclo finanziario EVOLUZIONE DELLA STRUTTURA FINANZIARIA INIZIO E INTROD. Basso crescente Alta decrescente Basso decrescente Flussi di cassa negativi Capitalizzazione iniziale elevata Ulteriori apporti esterni di capitale proprio Leva fin. crescente CRESCITA Alto stabile Media stabile Medio stabile Transizione dei saldi di cassa da negativi a positivi Leva fin. cresce fino al punto di massima Diminuzione dell indebitamento MATURITA Medio decrescente Bassa decrescente Alto crescente Flussi di cassa positivi Ricapitalizzazione dell impresa Disponibilità di capitale proprio per diversificare Prof. Alessandro Berti 58 29

Fase del ciclo Ciclo di vita e intervento finanziario Intermediario Tipo di intervento Modalità di smobilizzo RICERCA E SVILUPPO Agevolazioni pubbliche tramite banche Contributi a fondo perduto Nessuna INTROD. Venture capital Partecipazioni maggioritarie o minoritarie qualificate abbinate ad apporti di risorse umane assenti Quotazione in Borsa Cessione a: merchant bank, imprese, manager Riacquisto CRESCITA Venture capital/ finanziarie fondi chiusi Partecipazioni minoritarie Idem MATURITA banche Partecipazioni minoritarie Quotazione in Borsa Prof. Alessandro Berti 59 Le attività degli intermediari finanziari Le attività degli intermediari si possono distinguere sulla base di differenti chiavi interpretative: a) segmentazione della domanda b) esistenza ed estensione della delega del cliente c) prodotti e processi per pagamenti, investimenti, finanziamenti e gestione dei rischi d) tipi di strumenti finanziari e) effetti e funzioni dell intermediazione Prof. Alessandro Berti 60 30

a) Segmentazione della domanda Suddividendo l attività per segmento di clientela e modalità di effettuazione del servizio, si distinguono: Private banking: prodotti e servizi destinati a privati (persone fisiche e famiglie) appartenenti a categorie di reddito e/o di ricchezza finanziaria superiori alla media. Vi rientrano la gestione di patrimoni, la consulenza fiscale, in materia successoria, etc. Corporate banking: prodotti e servizi destinati alle imprese di dimensioni non piccole e dotate di forma societaria (corporate). Vi rientrano la gestione delle operazioni sul capitale proprio, delle emissioni, dei rischi, etc. Retail banking: prodotti e servizi destinati al grande pubblico, composto sia da famiglie sia da imprese di piccole dimensioni. Vi rientrano i finanziamenti al consumo, i mutui ipotecari, i depositi in c/c, etc. Prof. Alessandro Berti 61 Dimensione relativa della domanda e grado di personalizzazione del servizio livello di personalizzazione del servizio dimensione relativa della domanda individuale e BASSO MEDIO ELEVATO soglia di accesso al servizio BASSA MEDIA ELEVATA Retail Banking Private & Corporate Banking Prof. Alessandro Berti 62 31

b) Modalità di svolgimento dell attività Le attività degli intermediari finanziari possono essere svolte attraverso: negoziazione in proprio; negoziazione delegata (con diversa ampiezza: esecuzione di ordini, gestione per conto, progettazione / organizzazione / collocamento di emissioni di valori mobiliari). Prof. Alessandro Berti 63 Modalità di svolgimento dell attività Le suddette modalità si differenziano: per il rischio assunto dall intermediario; per la diversa focalizzazione sul cliente; per la diversa evidenza contabile. Prof. Alessandro Berti 64 32

Estensione della delega Tipo di attività Natura del processo produttivo Figure istituzionali Natura della performance Supporto allo scambio diretto Produzione e diffusione informazioni Agenzie di rating SIM (consulenza alle famiglie e alle imprese) Intermediari orientati alla formazione di un margine di provvigioni Negoziazione delegata Produzione e diffusione informazioni / trasformazione del rischio Investitori istituzionali Intermediari con passività di mercato Negoziazione in proprio Produzione e diffusione informazioni / trasformazione e assunzione del rischio Venture capital Intermediari creditizi Formazione di un margine da plusvalenze Formazione di un margine da interessi Prof. Alessandro Berti 65 c) Processi e prodotti FUNZIONE ESERCIZIO DEL CREDITO ATTIVITA Credito a breve e a medio lungo termine Leasing finanziario Factoring TIPOLOGIA ISTITUZIONALE Banche Banche Società di leasing Banche Società di factoring Credito al consumo Banche Società finanziarie FINANZIAMENTO MOBILIARE Assunzione di partecipazioni in capitale d impresa Sottoscrizione e collocamento Banche Banche Finanziari di part.; Venture capital; fondi chiusi S.I.M. Prof. Alessandro Berti 66 33

Processi e prodotti (continua) FUNZIONE INTERMEDIAZIONE MOBILIARE GESTIONE DEL RISPARMIO COPERTURA DEI RISCHI ATTIVITA Negoziazione titoli c/proprio e c/terzi G.P.M. Gestione collettiva Assicurazioni danni Assicurazioni vita e previdenza TIPOLOGIA ISTITUZIONALE Banche Banche FCI e SICAV Assicurazioni S.I.M. S.I.M. Istituti di previdenza Fondi pensione SERVIZI DI PAGAMENTO Offerta di strumenti di pagamento Operazioni di incasso e pagamento Banche Banche Emittenti di carte di credito Società finanziarie Prof. Alessandro Berti 67 d) Tipi di strumenti finanziari A seconda del tipo di strumento finanziario utilizzato, le attività di intermediazione si distinguono in: intermediazione creditizia; intermediazione mobiliare; intermediazione assicurativa. Prof. Alessandro Berti 68 34

e) Effetti e funzioni dei processi di intermediazione L attività degli intermediari consiste anche in: produzione di informazione; servizi di brokeraggio; trasformazione delle scadenze e produzione di liquidità; trasformazione dei rischi. Prof. Alessandro Berti 69 Tipologie di intermediari Dealer / Broker Funzionale:Attività di supporto al funzionamento dei mercati Istituzionale: Broker (compravendita in nome e per conto altrui): SIM Dealer (compravendita di valori mobiliari in nome proprio e per conto altrui): Sim polifunzionali, merchant bank, venture capital Mediatori finanziari Gestori di portafoglio Funzionale: Operatori delegati da agenti finanziari ad effettuare scelte di investimento utilizzando le disponibilità da questi messe a disposizione. Gestori puri e gestori del tipo fondi Istituzionale: Società di gestione del risparmio (SGR) e società di investimento a capitale variabile (SICAV) Prof. Alessandro Berti 70 35

Tipologie di intermediari Banche Funzionale: Prevalente attività di trasformazione delle scadenze Funzione monetaria: depositi prelevabili a vista e senza preavviso ed accettati come mezzi di pagamento Funzione creditizia: stipulazione di contratti di debito attivi nei confronti dei prenditori di credito Intermediari finanziari Assicuratori Funzionale: Prevalente attività di trasformazione dei rischi Prof. Alessandro Berti 71 Modelli istituzionali Germania G.Bretagna Stati Uniti INTERMEDIAZIONE CREDITIZIA Banca universale Retail banks Merchant banks Commercial banks INTERMEDIAZIONE MOBILIARE: DI SERVIZIO Banca universale Retail banks Merchant banks Investment banks INTERMEDIAZIONE MOBILIARE: CREDITIZIA Banca universale Merchant banks Investment banks INTERMEDIAZIONE MOBILIARE: PARTECIPATIVA Banca universale Merchant banks (di competenza ma poco presidiata) Investment banks (di competenza ma poco presidiata) L elevato sviluppo dei mercati mobiliari e l alto grado di autofinanziamento non richiedono un ruolo di tipo partecipativo Prof. Alessandro Berti 72 36