Capitolo XIV. La gestione della produzione

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Capitolo XIV La gestione della produzione

La funzione di produzione Approvvigionamenti La funzione di produzione riguarda il processo di trasformazione dei beni, ossia l insieme l di operazioni mediante il quale le risorse acquistate dall impresa (materie prime, ausiliarie, semilavorati, ecc.) sono tramutate in prodotti finiti da collocare sul mercato. Vendite

Le scelte di produzione strategiche: concorrono alla creazione del vantaggio competitivo strutturali: costituiscono il sistema operativo, coordinando le risorse disponibili di gestione operativa: finalizzate alla razionalizzazione dell operatività del processo produttivo mediante la programmazione ed il controllo della produzione

Aspetti operativi Il profilo operativo della funzione di produzione si orienta più specificamente ai problemi di logistica industriale, e l efficienza è il risultato di scelte coordinate di approvvigionamento, produzione e vendita. Miglioramento del time-to-market Riduzione degli immobilizzi in scorte Compressione dei tempi d ozio dei fattori produttivi

Il processo di pianificazione della produzione Controllo scorte materiali programma di produzione e programmi di previsione capacità e vincoli Pianificazione della produzione, programmazione e controllo ordini di produzione e ordini di previsione capacità e vincoli Attività di previsione Lavorazione ordini e Controllo scorte ordini ordini di materiali livelli di scorte situazione nei reparti e capacità esistenti decisioni per i reparti livelli di scorte richieste di invio Ricezione materiali e scorte invio materiali Trasformazione materiali prodotti finiti Distribuzione e Scorte consegne consegne Fornitori Clienti

Rapporti tra strategia di produzione e strategia competitiva Bassi costi Strategia di price - competition Qualità Strategia di differenziazione La strategia di produzione deve essere centrata sugli aspetti prioritari della strategia competitiva, per assicurare il migliore contributo alla creazione del vantaggio competitivo

Tipologia dei sistemi produttivi 1. Produzione di beni per unità distinte Ripetitività del ciclo - 2. Produzione di massa differenziata 3. Produzione di massa standardizzata 4. Produzione omogenea continua + Uniformità dei prodotti

Modalità di organizzazione della produzione Organizzazione del processo Organizzazione del ciclo Tipo di produzione Laboratorio o job shop Intermittente Beni per unità distinte Produzione a lotti Produzione in linea Intermittente o continuo Continuo Prodotti di massa differenziata Prodotti di massa standardizzata Produzione a flusso continuo o di processo Continuo Prodotti omogenei

Filiera, prodotto finale e prodotto finito Filiera di produzione = E E il complesso delle imprese che partecipano alla trasformazione di una serie di materiali in prodotti finiti (o, meglio, in prodotti finali),, contribuendo alla realizzazione di un bene da destinare al mercato di consumo o ad utilizzatori industriali. Prodotto finito È l output del ciclo di lavorazioni di un azienda Non richiede ulteriori trasformazioni per essere destinato a un particolare uso Prodotto finale

Outsourcing e de-integrazione Outsourcing Scelta di approvvigionamento Opzione revocabile di ricorso al mercato per certe forniture Deintegrazione Scelta strategica di accorciamento della filiera Opzione strategica di rinuncia a certe fasi di lavorazione prima svolte internamente

Imprese multi-plant: modelli di suddivisione dei cicli di produzione Quando un azienda dispone di più unità produttive, il problema del dimensionamento si affianca a quello di scelta del modello di suddivisione dei cicli o delle linee di produzione. Modello di ripetizione: ogni centro produttivo lavora gli stessi prodotti Modello di parcellizzazione: ciascun impianto svolge una parte del processo, producendo parti che sono inviate a stabilimenti centrali di montaggio Modello di specializzazione: ogni impianto produce uno specifico prodotto della gamma

Lay-out Il lay-out è la disposizione delle strutture edilizie, delle macchine, delle attrezzature e delle postazioni di lavoro all interno della fabbrica, allo scopo di ottimizzare le 4M (men, materials, machines, money). Tipi di layout Caratteristiche principali Funzionale Per prodotto A postazioni fisse A celle Macchine raggruppate per lavorazione svolta Macchine raggruppate per prodotto lavorato Macchine spostate intorno al prodotto Macchine raggruppate per gruppi di prodotti lavorati

Flessibilità ed automazione L obiettivo comune a molti settori industriali è quello di pervenire a soluzione flessibili di produzione, che siano anche economicamente valide. Elasticità o flessibilità economica: capacità dell impianto di essere competitivo anche in condizioni di parziale utilizzo Flessibilità tecnica: capacità dell impianto di adattarsi a produrre beni differenti senza incorrere in costi non facilmente sopportabili sotto il profilo competitivo

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IL PROCESSO PRODUTTIVO Tipi di layout A postazioni fisse materiali, o il componente principale del prodotto, rimangono in una posizione prefissata nello stabilimento e le attrezzature, il macchinario, il personale e gli altri elementi che compongono il prodotto, confluiscono verso tale posizione I vantaggi sono Bassi costi di progettazione del layout Bassi investimenti in impianti Controllo qualità semplificato 14

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IL PROCESSO PRODUTTIVO Per prodotto (o in linea) Le macchine o gli impianti sono posizionati in successione corrispondente al ciclo di lavorazione, che è perfettamente definito. I vantaggi sono: Minor costo di trasporto interno Minor tempo complessivo di produzione Minore occupazione dello spazio Maggiore semplicità del controllo Svantaggi Rigidità dell impianto Tipi di layout 15

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IL PROCESSO PRODUTTIVO Per prodotto (o in linea) Tipi di layout 16

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IL PROCESSO PRODUTTIVO Funzionale (o per reparti) Le lavorazioni dello stesso tipo (es. stampaggio, ecc.) sono raggruppate in reparti. Il ciclo di lavorazione non è ben definito I vantaggi sono: Maggiore flessibilità di produzione Maggiore facilità di ovviare alle interruzioni del macchinario Migliore controllo per le lavorazioni complesse Svantaggi: Complessità logistica Tipi di layout 17

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IL PROCESSO PRODUTTIVO Funzionale (o per reparti) 18

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IL PROCESSO PRODUTTIVO Tipi di layout A celle Sequenza di celle dedicate alla produzione di un intera famiglia di prodotti caratterizzati da sequenze di lavorazioni simili. Si aggregano fasi tecnologicamente simili. Vantaggi: Migliore controllo per le lavorazioni complesse 19

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IL PROCESSO PRODUTTIVO A celle 20

Processo di lavorazione Misto (continuo + intermittente) https://www.youtube.com/watch?v=u6puox_xh2g Intermittente https://www.youtube.com/watch?v=zobji45fi5s https://www.youtube.com/watch?v=yxi1wfas_tk 21

Dimensionamento dell impianto Le scelte principali di dimensionamento sono: Determinazione della capacità produttiva massima (fattori quanti); Determinazione della potenzialità ottimale degli impianti. QUANTITA Accumulo di scorte Prelievo di scorte LIVELLO DI PRODUZIONE LIVELLO DI VENDITA 0 TEMPO

Punto di pareggio e margine di sicurezza Il problema del dimensionamento del volume globale di produzione presenta implicazioni economiche legate alla rischiosità dell investimento ed alla economicità dello stesso (intesa come minimizzazione del costo unitario di prodotto). COSTI E RICAVI 0 COSTI COMPLESSIVI Area delle perdite CAPACITA DI PRODUZIONE Q RICAVI Margine di Sicurezza Area dei profitti Q1 COSTI FISSI 100

Il calcolo del punto di pareggio Ricavi totali = Costi totali (P x Q) = (CVu x Q) + CF (P x Q) (CVu x Q) = CF C, R BEP RICAVI COSTI TOTALI Q (P CVu) = CF Q = CF / (P CVu) Q COSTI FISSI Q

Esempio Azienda A - Costi Fissi: 500 - CV unitari: 4 Ipotesi 1: prezzo unitario 5 Q1 = 500 / (5-4 ) = 500 unità Ipotesi 2: prezzo unitario 10 Q2 = 500 / (10-4 ) = 83 unità Ricavi (p=10 ) Ricavi (p=5 ) Costi Totali Ricavi e costi 500 Costi fissi 83 500 Unità

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 26 La leva operativa Spiega l opportunità di diminuzione dei costi globali unitari di produzione all aumentare del volume prodotto, in funzione del miglior sfruttamento dei costi fissi. Più gioca la leva operativa (quindi più è elevata l incidenza dei costi fissi sul costo totale) più aumenta il rischio più cresce il vantaggio generato dall espansione della produzione. GRADO CON CUI VENGONO SFRUTTATI I COSTI FISSI

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 La leva operativa La leva operativa esprime il differente impatto che la gestione dei costi esercita sul reddito operativo Fatturato - Costi Variabili = Margine di contribuzione -Costi Fissi = Reddito operativo

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 La leva operativa Leva operativa = Variazione % del reddito operativo Variazione % delle vendite Leva operativa = MdC Reddito operativo

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IPOTESI 1 DIMINUZIONE DELLE UNITA' VENDUTE IMPRESA ALFA Elevati CF Impresa Alfa (anno 1) Impresa Alfa (anno 2) Delta A Fatturato 10000 8000 20 Costi variabili 3000 2400 Margine di contribuzione 7000 5600 Costi fissi 5000 5000 Reddito operativo 2000 600 70 Prezzo 10 Costo variabile unitario 3 Quantità anno 1 1000 Quantità anno 2 800 Leva Operativa Alfa 3,5 29

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IMPRESA BETA Bassi CF IPOTESI 1 DIMINUZIONE DELLE UNITA' VENDUTE Impresa Beta (anno 1) Impresa Beta (anno 2) Delta B Fatturato 10000 8000 20 Costi variabili 6000 4800 Margine di contribuzione 4000 3200 Costi fissi 2000 2000 Reddito operativo 2000 1200 40 Prezzo 10 Costo variabile unitario 6 Quantità anno 1 1000 Quantità anno 2 800 Leva Operativa Beta 2 30

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 IPOTESI 2 INCREMENTO DELLE UNITA' VENDUTE IMPRESA ALFA Impresa Alfa (anno 1) Impresa Alfa (anno 2) Delta A Fatturato 10000 11000 10 Costi variabili 3000 3300 Margine di contribuzione 7000 7700 Costi fissi 5000 5000 Reddito operativo 2000 2700 35 Prezzo 10 Costo variabile unitario 3 Quantità anno 1 1000 Quantità anno 2 1100 Leva Operativa Alfa 3,5 31

CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE - A.A. 2000-2001 32 IPOTESI 2 INCREMENTO DELLE UNITA' VENDUTE IMPRESA BETA Impresa Beta (anno 1) Impresa Beta (anno 2) Delta B Fatturato 10000 11000 10 Costi variabili 6000 6600 Margine di contribuzione 4000 4400 Costi fissi 2000 2000 Reddito operativo 2000 2400 20 Prezzo 10 Costo variabile unitario 6 Quantità anno 1 1000 Quantità anno 2 1100 Leva Operativa Beta 2

Il controllo di efficienza della produzione Si pone l obiettivo di prevenire anomalie nel ciclo e nei prodotti, per evitare di sopportare costi a vuoto e per garantire la qualità. Controllo dei risultati Prestazioni fisiche in termini di assortimenti e produttività delle risorse impegnate Controllo di qualità Rispondenza dei prodotti alle specifiche tecniche di progettazione ed al rendimento garantito al consumatore (controllo su campione) Controllo economico (value analysis) Individuazione delle possibili aree di risparmio di costo nella funzione produttiva (tale controllo è tanto più necessario nei mercati in cui i costi si fanno sui prezzi )

Il controllo di efficienza della produzione Nei mercati moderni, in cui sempre più spesso, i costi si fanno sui prezzi i principali fattori di efficienza nel processo produttivo sono rappresentati: a) Dallo sfruttamento ottimale dell impianto (massimizzazione delle ore lavorate, con riduzione dei tempi di fermate e delle operazioni di set-up); b) Dalla massimizzazione della produttività, mediante organizzazione del lavoro e formazione del personale; c) Dall idoneità dei servizi di supporto alla produzione (magazzino, ricerca, trasporti interni, ecc.)