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- Agnella Pozzi
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1 [Digitare una citazione tratta dal documento o il sunto di un punto di interesse. È possibile collocare la casella di testo in qualsiasi punto del documento. Utilizzare la scheda Strumenti disegno per cambiare la formattazione della citazione.] Green Heart Associazione cultura e solidarietà Pila (Pg) A cura di: Nadia Isidori e Simona Miccioni - Educatori d infanzia Anno 2015
2 Introduzione Nell ambito di attività professionali che portano ad incontrare ed ascoltare i genitori, emerge sempre più insistente il bisogno che essi hanno di essere aiutati nell educazione dei propri figli. Proporre e far rispettare semplici e ineliminabili regole della vita quotidiana si rivela un compito difficile, complesso e faticoso anche per i genitori più motivati. Eppure sappiamo quanto ciò sia fondamentale nella costruzione di una personalità che sappia affrontare efficacemente gli ostacoli e le difficoltà che la vita immancabilmente presenta. L approccio educativo genitoriale che negli ultimi decenni è stato più discusso e approfondito è stato quello dell autorevolezza. Dopo una rivoluzione socio economica che ha determinato una profonda trasformazione della famiglia e la conseguente rivoluzione culturale che ha demolito lo stile autoritario fatto di imposizioni, si è passati ad una proposta educativa di tipo puerocentrico, centrata esclusivamente sui bisogni e gli interessi dei bambini ai quali tutto deve essere permesso, nella massima espansione delle manifestazioni personali e con l esclusione totale di ogni forma di frustrazione. Purtroppo, però, gli effetti di questa impostazione educativa sono stati sconfortanti: incapacità ad affrontare le difficoltà, intolleranza per qualsiasi tipo di insuccesso e di frustrazione, rigidità di vedute, fragilità emotiva, e, in non pochi casi, fenomeni di devianza in adolescenza. Negli ultimi anni si è ormai affermato quello che il neuropsichiatra Giovanni Bollea indica come il passaggio dalla patria potestà alla responsabilità parentale, per cui i figli non sono considerati una proprietà dei genitori, ma soggetti detentori di diritti nei confronti dei quali l atteggiamento non può essere di pura autorità, né di lassismo educativo, ma di autorevolezza responsabile, che si caratterizza come modalità di proposizione delle regole connotata dalla fermezza e dalla spiegazione delle ragioni che le determinano.
3 Perché dire di no è diventato un esercizio angoscioso, pesante, colpevolizzante o addirittura impossibile? Perché nonostante i genitori siano più istruiti ed informati si trovano impreparati ad affrontare e sostenere il ruolo genitoriale? Perché per un genitore è difficile accettare la fatica che comporta dare regole e far vivere ai propri figli le frustrazioni necessarie a cui essi, per loro natura, si oppongono? Perché è così difficile essere genitori consistenti, cioè autorevoli e coerenti? L intensità e la ricchezza dei legami affettivi presenti nella relazione familiare richiede un elaborata gestione delle emozioni, dei sentimenti e rende molto difficile essere genitori perfetti. Il compito di ciascun genitore non è certo quello di tendere alla perfezione, ma di divenire consapevole del proprio ruolo cercando di comprendere qual è l origine di queste emozioni, non solo giudicando se stessi. Quando si ha la paura di essere un cattivo genitore, il rischio è quello di agire comportamenti contraddittori e poco autorevoli. Il dovere di un genitore quasi perfetto è quello di fornire ai figli quegli strumenti necessari per costruirsi, a partire proprio dalle regole. Sembra che non si possa associare la saldezza educativa con il calore affettivo, ma l amore nell accudimento e la proposizione delle regole rientrano in un naturale processo di continuità e di modalità veicolativa dell affetto genitoriale. Le regole sono utili e fondamentali in una personalità che si sviluppa: hanno la funzione di creare un filtro tra io e ambiente. Soprattutto oggi, che l ambiente è caotico, iperstimolante, disorientante, il genitore ha il compito di regolare gli stimoli perché questi siano accrescitivi e non confusivi e di fornire indicazioni esplicite su modalità comportamentali corrette. Un reale atteggiamento affettuoso di accudimento è proprio quello che promuove la crescita e stabilisce regole, ottemperando pienamente alla funzione educativa genitoriale. Chi ha esperienza professionale vede gli effetti destabilizzanti conseguenti ad atteggiamenti educativi incapaci di porre limiti: stare senza confini nel momento nel quale si deve dare uno spazio definito al mondo, non consente di dimensionare il proprio mondo interno. Senza regole il bambino, paradossalmente, non avrà la
4 possibilità di controllare e di condurre in modo consapevole la propria esistenza e sarà esposto a quantità maggiori di sofferenza e di dolore. Riaffermare l importanza delle regole, come funzione di esposizione graduata alle frustrazioni, ha la stessa valenza e la stessa importanza della tenerezza e del calore affettivo, consente di fornire ai nostri figli strumenti che li rendano forti e capaci di far fronte alle difficoltà della vita.
5 Incontri Famiglia tra passato e presente: cambiamenti relativi al mutato contesto economico- storico-sociale. Ruoli genitoriali a confronto nella cura e nell educazione dei figli. La fatica di dire NO : diversità tra gli stili educativi con particolare riferimento allo stile autorevole. Efficacia della comunicazione. Famiglia e agenzie educative: necessità della condivisione di una sinergia d interventi nell ottica della corresponsabilità educativa. Aspettative reciproche. Date: 23/01/ /02/ /03/2015 (venerdì) Orario: dalle (2 ore circa) Sede: Villa Umbra Sala Europa Relatori: Dottor Adalberto Frattegiani neuropsichiatra Dottor Giorgio Di Giacomo psicoterapeuta Prof.ssa Giuseppina Pierfelici docente di lettere classiche, esperta in problemi socio pedagogici
6 Famiglia tra passato e presente Cambiamenti relativi al mutato contesto economico storico - sociale. Ruoli genitoriali a confronto nella cura e nell educazione dei figli. Le trasformazioni sociali ed economiche che hanno caratterizzato il nostro paese nel recente passato e che tutt ora sono in atto, mettono in luce i mutamenti cui è stata oggetto la famiglia con i problemi posti dall evoluzione della sua struttura, dal cambiamento dei ruoli, dalla dimensione procreativa e genitoriale. Il passaggio dalla famiglia patriarcale a quella nucleare, la costituzione di famiglie monoparentali, multietniche, omosessuali, la diffusione delle adozioni, delle affiliazioni e del divorzio, l ingresso della donna nel mondo del lavoro e l uscita dal mercato lavorativo sempre più procrastinata nel tempo dei nonni a discapito dei periodi dedicabili alla cura dei nipoti e, di riflesso, al sostegno dei figli, una organizzazione sociale che tiene scarsamente in considerazione le esigenze dell infanzia hanno determinato la ridefinizione dei ruoli parentali. Gli stereotipi secondo cui la madre rappresenta la stabilità del focolare e il padre la vivacità della strada (D. Winnicott) sono stati da tempo superati a causa della diffusione e dell affermazione della famiglia nucleare, della progressiva evoluzione del ruolo femminile nella società e nel lavoro e della necessità, di tipo strettamente economico, di una partnership lavorativa tra i genitori. A tali cambiamenti strutturali consegue una ridefinizione del ruolo del padre sia all interno della famiglia, che nel rapporto con i figli, e presuppongono un interscambio dei ruoli che vedono il coinvolgimento di entrambi i genitori in una situazione paritaria, ma con le caratteristiche peculiari che li contraddistinguono. La famiglia, nonostante le trasformazioni e le sollecitazioni di cui è oggetto è, e resta, la prima agenzia di socializzazione: al suo interno, attraverso processi di identificazione con modelli di relazione veicolati dalle figure genitoriali, il bambino sviluppa i primi legami, interiorizza i primi valori, le prime norme e regole sociali, fissando gli elementi basilari della propria personalità indispensabili per la strutturazione dell individuo come persona.
7 La fatica di dire NO Stili educativi. Efficacia della comunicazione. Il percorso educativo è il prodotto dell interazione tra genitori e figli, le regole ne fanno parte e rappresentano uno strumento necessario per garantire una crescita sana, serena ed equilibrata. Sono indispensabili perché forniscono contenimento e sicurezza, facilitando il processo di adattamento alla vita sociale. Il genitore ha un ruolo specifico e rappresenta un punto di riferimento importante: entrare in empatia con il proprio figlio, comprendere i suoi sentimenti, non può essere ciò che gli impedisce di mantenere una posizione di fermezza e coerenza, e anche quando dovrà opporre autorevolmente un diniego, sarà in grado di attivare una relazione significativa. Un rapporto impostato in questo modo, aiuta a costruire con i figli un legame trasparente e sincero, basato sulla fiducia reciproca. Un bambino può essere molto oppositivo rispetto ad una regola, ma se sente che si può fidare di chi si prende cura di lui, può arrivare ad affidarsi anche se non vuole, perché comprende che ciò che gli viene chiesto risponde in realtà ai suoi bisogni, alla sua richiesta di attenzione. Esercitare la propria autorevolezza per un genitore è faticoso e difficile per le implicazioni emotive che comporta, derivanti anche dal tipo di educazione ricevuta e dal rapporto che loro stessi hanno instaurato con i propri genitori. Uno dei passaggi più complessi è quello di non riuscire a sostenere le reazioni dei figli, il loro pianto di protesta, di non accettare la fatica di far vivere loro quelle frustrazioni che derivano da un diniego. Oggi, bambini e genitori trascorrono poco tempo insieme e, per non rovinare i pochi momenti condivisi, questi ultimi non riescono a dire di no, rispondendo così anche al proprio bisogno inconscio di sentirsi buoni. Il rischio è quello di agire comportamenti incoerenti e contraddittori rispetto alle regole che cercano di insegnare, e sentendosi inadeguati nel loro ruolo genitoriale pensano di non essere in grado di dare direttive ai loro figli delegando tale compito, prima ai servizi per l infanzia e, in seguito, alla scuola.
8 Bisogna sempre tenere presente che i genitori sono delle guide educative, dei modelli per i bambini, che imparano per imitazione. Affinché le regole siano veramente efficaci è necessario che essi siano convinti dell importanza delle regole stesse, che per primi le mettano in pratica e le condividano, innanzitutto come coppia. Devono essere chiari, determinati e continuativi nel tempo: nessun bambino apprende le regole, se vengono trasmesse in modo ambiguo. Ogni volta che un genitore decide di mettere un limite, di dire un no e di farlo rispettare vi è in qualche modo un inevitabile rottura comunicativa, che risulta essere positiva nel momento in cui la relazione di fiducia e la capacità di sintonizzarsi, agiscono come una sorta di riparazione al rapporto genitore/figlio. Certo, si può sbagliare, questo atteggiamento ammette anche l errore, il riconoscere la fallibilità, il non sentirsi onnipotenti, la possibilità di avere compreso male e di chiedere scusa, senza per questo invalidare il proprio ruolo, né perdere alcuna forza educativa.
9 Famiglia e agenzie educative Necessità della condivisione di una sinergia d interventi nell ottica della corresponsabilità educativa. Aspettative reciproche. La cura e l educazione sono una responsabilità sociale e come tale vengono coinvolti i genitori, gli educatori e la società nel suo insieme. E un compito che richiede una competenza che non si inventa, bensì si acquisisce nel confronto e nel dialogo all interno di una comunità in cui siano presenti figure più esperte, quali pediatri, psicologi, educatori dei servizi per l infanzia, insegnanti che hanno il dovere di accogliere e comprendere l ansia, i dubbi e le incertezze che i genitori possono manifestare, come richiesta di condivisione di aiuto e non solo come delega educativa. La responsabilità della costruzione della comunità educante è a carico di ogni partecipante nel rispetto del proprio ruolo, e si realizza esclusivamente nell ambito di un rapporto fiduciario: nessun comportamento moralistico, né didattico sull educazione dovrebbe esserci da parte degli educatori nei riguardi dei genitori, poiché il loro investimento emotivo nei confronti dei figli è tale da meritare una grande attenzione, tanto da configurarsi chiaramente come un nuovo bisogno sociale. Di fronte ad un interlocutore percepito come più competente c è il rischio che risultino amplificate le insicurezze e le ambivalenze delle nuove generazioni di genitori, sempre più in difficoltà nei confronti dei figli ad esercitare la necessaria autorevolezza. D altra parte, non ci può essere scarsa disponibilità sul piano della comunicazione dei genitori nei confronti degli educatori, ai quali chiedono sempre più supporto psicologico e sostegno al loro fare educativo che non sempre sentono adeguato. Il fine è quello di raggiungere, attraverso l attivazione di autentiche relazioni interpersonali e atteggiamenti attenti, partecipi, solidali e attivi, una responsabilità
10 educativa ampiamente condivisa tra educatori naturali, i genitori, ed educatori professionali in una prospettiva di corresponsabilizzazione. La cooperazione, l istituzione di una sinergia di fondo tra famiglia e agenzie educative costruita sul dialogo e sulla volontà di comunicare nella reciprocità e nel rispetto, sono indispensabili per supportare il compito dei genitori, comprendere e sostenere il bambino nel suo benessere e nella sua crescita, promuovendo gli aspetti cognitivi, affettivi e sociali, rendendolo protagonista del progetto educativo e dei percorsi formativi offerti evitando che diventi terreno di scontro, ma di confronto e condivisione. Gli esiti positivi relativi alla collaborazione effettiva ed efficace tra genitori, educatori ed insegnanti permangono nel tempo e portano a risultati evidenti nello sviluppo intellettuale e socio-emotivo dei bambini.
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