Tra integrazione e segregazione residenziale: la sfida urbana

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1 Tra integrazione e segregazione residenziale: la sfida urbana Tatjana Ibraimovic Istituto di ricerche economiche (IRE) Uno studio della realtà luganese Sintesi Diventando sempre più eterogenea, per provenienza, lingua e cultura, la popolazione delle città svizzere pone una serie di nuove sfide sociali e urbane. Particolarmente presente nei grandi centri urbani, il pluralismo etnico può produrre diverse dinamiche tanto economiche quanto residenziali. Conosciuta con il termine di segregazione etnica, la questione riguarda la localizzazione residenziale delle comunità straniere caratterizzata da concentrazioni più o meno importanti di diversi gruppi etnici in zone urbane differenziate. Seppur ampiamente studiato negli Stati Uniti e più recentemente anche in Europa, di tale fenomeno nel contesto svizzero si conosce ancora poco. Lo studio applicato alla realtà luganese, al quale hanno collaborato due centri di ricerca dell USI, l Istituto di ricerche economiche (IRE) e il Modelling and Application of Complex Systems Laboratory (MACSLab), incorporando gli aspetti economici con quelli urbanistici e sociali, ha cercato di dare risposta ad alcune delle questioni più importanti riguardanti la tematica. In particolare, si è cercato di capire se nella nostra realtà il fenomeno esiste, quali sono le sue dimensioni e quali i fattori scatenanti. I risultati principali hanno rilevato che nonostante l ampia presenza straniera a Lugano, i livelli di concentrazione delle singole comunità immigrate nei diversi quartieri e comuni risultano piuttosto contenuti. Dalle analisi sulle cause sottostanti le concentrazioni etniche osservate risulta che le famiglie, sia straniere che autoctone, tendono a preferire i quartieri con maggiore presenza dei propri connazionali, ma una minor presenza degli abitanti stranieri. Tali risultati possono indicare, da una parte il desiderio delle diverse comunità etniche di conservare il legame con le proprie radici linguistiche e culturali, ma dall altra anche la voglia di integrarsi nel tessuto sociale del paese ospitante. E però importante notare che le preferenze etniche risultano tenui se tradotte in valori monetari e dunque non costituiscono la causa principale delle concentrazioni etniche esistenti. L immigrazione e le città Negli ultimi decenni in tutta l Europa occidentale si è visto intensificare il dibattito sugli effetti dell immigrazione e dell internazionalizzazione della popolazione che abita i grandi centri urbani, come sulle conseguenti problematiche riguardanti la gestione di un tessuto sociale sempre più multietnico. In particolare la discussione volge sull effetto che le concentrazioni residenziali delle varie 46 dati foto Ti-Press / Tatiana Scolari

2 Libri e riviste L analisi comunità etniche esercitano sullo sviluppo urbano e sull integrazione degli immigrati nel contesto del paese ospitante. Si tratta di un fenomeno socio-spaziale, che può apportare anche benefici agevolando i nuovi immigrati ad ambientarsi più facilmente nel nuovo contesto sociale e immettendo diversità e dinamismo nel tessuto urbano, ma che spesso desta preoccupazione per le conseguenze negative dei suoi possibili sviluppi. Esiste, difatti, una paura generale che queste tendenze potrebbero in futuro evolvere in un fenomeno della segregazione etnica simile a quella degli Stati Uniti, spesso legata a una serie di problemi sociali, quali l emarginazione e l isolamento delle comunità straniere, la formazione dei quartieri ghetto e la concentrazione della povertà. Quali le cause di tali tendenze? La concentrazione o, al contrario, la dispersione etnica può derivare da una molteplicità di processi interconnessi, che da una parte possono riguardare gli stranieri stessi - partendo dalla loro mobilità sociale, integrazione nella società ospitante, acquisizione dei diritti di proprietà o preferenze nelle scelte residenziali - mentre dall altra si profilano come forze di mutamento urbano, riguardando le dinamiche prodotte dalla popolazione, dal settore privato e dalle politiche pubbliche, urbanistiche ed economico-sociali. Tutte queste forze possono avere un impatto sui livelli e le tipologie delle concentrazioni etniche, ma vale anche l effetto opposto. Le concentrazioni prodotte possono a loro volta influenzare lo sviluppo delle diverse zone urbane, producendo effetti sugli affitti e sulle infrastrutture, ma anche influendo sulla mobilità del tessuto sociale. A seconda del fenomeno che la induce, la segregazione etnica può essere di natura volontaria o involontaria. Se, ad esempio, sono le preferenze per la vicinanza alla propria comunità d origine a guidare le scelte del quartiere di residenza, ciò può produrre concentrazioni etniche volontarie. Se, invece, le scelte residenziali degli stranieri sono condizionate da vincoli di reddito o da discriminazioni nel mercato degli alloggi, tali condizioni possono causare diverse forme di marginalizzazione e segregazione etnica su base involontaria. Ed è proprio dalla natura delle cause portanti alle concentrazioni etniche, volontarie o involontarie, che derivano le diverse forme di segregazione urbana. Ad esempio, la segregazione volontaria da parte di singole comunità etniche può portare a una formazione di quartieri monoetnici, mentre la segregazione involontaria porta all emergenza di quartieri misti di minoranze etniche tipicamente svantaggiate dal profilo socioeconomico. È dunque di fondamentale importanza conoscere le vere cause delle concentrazioni etniche in un contesto urbano specifico, per poter ideare le politiche adeguate volte a gestire il fenomeno e affrontare efficacemente le sue eventuali conseguenze negative. Qual è, da questo punto di vista, la situazione della città più popolata e multietnica 1 della Svizzera italiana, la Città di Lugano? Abbiamo affrontato la tematica tramite uno studio finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica e condotto dall IRE e dal MACSLab tra il 2007 ed L analisi comprendeva il territorio e la popolazione residente nella Nuova Lugano (definizione del 2008) con i suoi vecchi comuni, ora diventati quartieri, e in altri sette comuni del Luganese: Paradiso, Massagno, Capriasca, Agno, Bioggio, Collina d Oro e Cadempino 2. I cittadini stranieri in Lugano Lugano è una delle città Svizzere con la più cospicua presenza straniera (circa il 40% dei residenti, v. tab. 1), quasi il doppio rispetto alla media nazionale (22% 3 ). Tuttavia, la metà degli stranieri sono cittadini italiani, mentre un ulteriore 15,5% è costituito dalle comunità provenienti dal Portogallo, Germania e dal resto dell Unione Europea dei 15, dal Nord America e dall Australia. I migranti di altre origini rappresentano il 31,4% del totale della 1 Popolazione residente secondo il paese di origine, nei quartieri e comuni del Luganese, nel 2008 Popolazione come % come % di abitanti di stranieri Paese d origine Svizzera ,1... Estero ,9 100,0 Italia ,2 53,1 Portogallo ,3 5,8 Germania 928 1,2 3,0 Resto dell UE (15), USA e Australia ,7 6,7 Ex Yugoslavia ,8 16,9 Turchia 704 0,9 2,3 Europa dell Est e Asia ,3 5,9 America Latina ,4 3,5 Africa e Medio Oriente 881 1,1 2,8 Totale ,0... Fonte: MovPop 2008, Amministrazione cantonale ticinese, Bellinzona; elaborazione IRE e i.cup. 1 Lugano si situa al terzo posto, dopo Losanna e Ginevra, tra le grandi città svizzere e al primo posto nella Svizzera italiana per quota di abitanti stranieri (Base de données des cantons et des villes suisses - BADAC 2010, IDHEAP, Lausanne). 2 Per non appesantire il testo, useremo sempre il termine Lugano (e derivati) per indicare l area coperta dallo studio, così come quartieri per le sue suddivisioni (i quartieri veri e propri di Lugano o gli altri 7 Comuni). 3 Foreign population structure and migration statistics (PETRA) 2009, UST, Neuchâtel. 47 dati

3 popolazione straniera. Arrivati in Svizzera principalmente come forza lavoro, in cerca di asilo o per ricongiungimento famigliare, i cittadini degli Stati terzi più numerosi sono originari dall ex-yugoslavia e dalla Turchia, con rispettivamente quote del 16,9% e del 2,3%, mentre quelli degli altri paesi dell Est Europa, dell Asia, dell America Latina, dell Africa e del Medio Oriente insieme compongono il 12,2% della popolazione straniera. La multietnicità nei quartieri e comuni del Luganese Complessivamente, la quota di stranieri nell area considerata dallo studio varia dal 12% al 30% della popolazione nei comuni di periferia, per arrivare fino al 57% degli abitanti nei quartieri urbani (v. tab. 2). Una maggiore concentrazione di cittadini stranieri è presente nei quartieri residenziali centrali, mentre le zone suburbane sono per lo più abitate dalla popolazione locale e da alcune comunità straniere benestanti. E infatti possibile osservare che gli immigrati tendono ad abitare le zone più popolate del centro urbano che offrono maggiori opportunità di accesso al mercato immobiliare. La distribuzione territoriale degli stranieri nel Luganese rispecchia il contesto europeo, che diversamente da quello americano caratterizzato da quartieri monoetnici, è piuttosto rappresentato da una molteplicità di diverse etnie e nazionalità situate in quartieri residenziali misti. Inoltre, grazie anche a una forma urbana compatta e un mix residenziale diversificato, gli attuali livelli di concentrazione delle singole comunità straniere a livello dei quartieri risultano relativamente moderati rispetto alle città europee. Ciononostante, esistono raggruppamenti più o meno importanti tra le diverse etnie e nazionalità che trovano nel territorio i propri spazi di abitazione. Ad esempio, le famiglie della comunità turca sono più presenti a Molino Nuovo e Pregassona (v. cartina A1), la comunità Sudamericana risiede sopratutto a Viganello (v. cartina A2), mentre i cittadini 2 Popolazione residente e quota di stranieri nei quartieri di Lugano, 2008 Quartieri e Totale % di comuni di popolazione stranieri Lugano (consi- residente derati dallo studio) Centro ,7 Cassarate ,3 Castagnola ,1 Viganello ,1 Gandria ,7 Bre Aldesago ,5 Molino Nuovo ,6 Pregassona ,3 Loreto ,2 Besso ,8 Breganzona ,6 Davesco ,1 Pambio Noranco ,7 Pazzallo ,4 Massagno ,0 Paradiso ,0 Agno ,0 Bioggio ,8 Cadempino ,4 Capriasca ,0 Collina d Oro ,1 Totale ,9 Fonte: MovPop 2008, Amministrazione cantonale ticinese, Bellinzona; elaborazione IRE. dell Ex Yugoslavia abitano maggiormente nel comune di Paradiso. Dall altro lato i tedeschi (v. cartina A3) preferiscono stabilirsi vicino al centro storico o nelle colline circostanti assieme alla comunità statunitense ed altri cittadini dell Europa occidentale (v. cartina A4). Tali raggruppamenti evidenziano anche una certa gerarchia socio-spaziale della città, delineata dalla presenza più marcata di comunità straniere provenienti dai paesi dell UE (15) e del Nord America nei quartieri più esclusivi della città, mentre gli altri migranti sono situati maggiormente nei grandi quartieri residenziali attorno al centro storico. Ci si può dunque chiedere se una tale distribuzione residenziale dipende unicamente da fattori socioeconomici o è guidata anche dalle preferenze individuali sulla composizione etnica del proprio vicinato. La composizione etnica del vicinato e le scelte residenziali: l esperimento di Lugano Partendo dalle analisi descrittive, nella seconda parte dello studio abbiamo cercato di capire meglio la dinamica e le cause sottostanti la formazione dei raggruppamenti etnici esistenti. Il focus principale era quello di individuare se le concentrazioni etniche presenti a Lugano sono generate dalla propensione alla segregazione volontaria delle diverse comunità straniere. A tale proposito, attraverso un esperimento economico condotto dall IRE nei mesi di settembre e ottobre 2010, abbiamo analizzato le scelte residenziali di 133 famiglie svizzere e straniere tra i quartieri della città e degli altri 7 comuni, con l obiettivo di rilevare le preferenze sulla nazionalità dei propri vicini, ovvero la presenza di connazionali e di stranieri nel quartiere di abitazione. L impatto delle preferenze etniche sulle scelte abitative: risultati Vivere vicino ai connazionali I dati raccolti attraverso l esperimento sulle scelte residenziali sono stati analizzati tramite i modelli di scelta discreta, producendo diversi risultati interessanti. Partiamo dal risultato più importante che risponde alla domanda di ricerca principale: esiste una segregazione etnica volontaria nel contesto Luganese? I risultati dello studio indicano che seppur esista una preferenza residenziale per vivere vicino alla propria comunità d origine (connazionali), questa non costi- 48 dati

4 A Distribuzione degli abitanti stranieri nei quartieri e comuni del Luganese, ) Nazionalità turca 2) Nazionalità Sud America Libri e riviste L analisi 3) Nazionalità tedesca 4) Resto dell UE, Nord America e Australia Nota: Per ogni quartiere, è stata calcolata la quota di stranieri di una determinata nazionalità rispetto al totale degli stranieri della medesima nazionalità nell area Luganese (Nuova Lugano e 7 Comuni). Fonte: MovPop 2008, Amministrazione cantonale Bellinzona; elaborazione IRE e i.cup. 49 dati

5 L esperimento economico sulla scelta del quartiere di residenza All esperimento condotto nei mesi di settembre e ottobre del 2010 hanno partecipato 133 famiglie di varie nazionalità, residenti nella Città di Lugano e in sette comuni circostanti. L esercizio consiste nel presentare agli intervistati una situazione ipotetica futura in cui il loro attuale quartiere di residenza cambia la composizione etnica, in termini di concentrazione di connazionali da una parte, e di altre comunità straniere dall altra. Tenendo invariate le caratteristiche dell abitazione, a ogni intervistato è stato chiesto di esprimere la propria preferenza effettuando una scelta tra il quartiere attuale, ma con un vicinato diverso (con differenti percentuali di stranieri e connazionali), e due quartieri alternativi. Ogni quartiere è stato descritto, oltre che dalle caratteristiche etniche del vicinato, anche da altri due principali fattori guida nella scelta residenziale: gli affitti delle abitazioni e il tempo necessario per recarsi al posto di lavoro. Ad ogni famiglia intervistata sono state sottoposte 12 situazioni di scelta tra tre quartieri alternativi, ciò che ha permesso di ottenere osservazioni valide. Lo schema rappresenta una delle 12 situazioni ipotetiche. Assieme all esperimento di scelta, per ogni intervistato sono state raccolte informazioni socioeconomiche e demografiche, come pure le risposte ad un set di domande sull atteggiamento verso il proprio vicinato e circa la situazione abitativa attuale. I dati risultanti dall indagine sono stati analizzati attraverso modelli di scelta discreta. Esempio di una situazione di scelta tra i diversi quartieri e comuni Luganesi Di seguito le proponiamo le caratteristiche del suo quartiere e quelle di altri due quartieri del luganese previstre fra 10 anni. Si immagini che lei possa scegliere di vivere in una casa paragonabile alla sua e in uno dei seguenti quartieri. Fonte: IRE, dati

6 Modelli di scelta discreta Sviluppati dall economista Daniel L. McFadden per analizzare il processo decisionale degli individui in un contesto di scelta discreta, questi modelli permettono di individuare empiricamente le preferenze degli individui per i diversi beni e per le caratteristiche che li descrivono, consentono di sviluppare previsioni probabilistiche sul comportamento riguardante le decisioni di scelta (human decision making behaviour), e di stimare il valore monetario che gli individui attribuiscono a un certo miglioramento del bene o della caratteristica desiderata. Apprezzati per la loro potenza e versatilità, i modelli di scelta discreta oggi trovano un ampio campo di applicazione, oltre che nelle scelte residenziali, sono spesso utilizzati nel campo dei trasporti, dell ambiente, del marketing e in altri contesti applicati. tuisce il fattore determinante della propria scelta abitativa. Difatti, nel scegliere il quartiere di residenza le persone considerano, tra gli altri fattori, anche la vicinanza ai connazionali, favorendo i quartieri con una maggiore presenza della propria comunità di provenienza. Ciononostante, tale impatto tradotto in termini monetari si riduce a cifre piuttosto contenute (v. tab. 3). Ad esempio, per un aumento del 10% dei propri connazionali nel quartiere di residenza le famiglie sono disposte a pagare, ceteris paribus, un supplemento pari a 29 franchi della pigione mensile, ciò che nel nostro studio corrispondente ad un aumento del 2% di una pigione mensile media di franchi. Le preferenze per la prossimità residenziale alla propria comunità d origine variano però secondo la provenienza degli intervistati. In particolare, gli stranieri provenienti dai paesi dell UE e del Nord America, come pure i cittadini svizzeri, esibiscono preferenze più forti per la vicinanza ai connazionali rispetto agli stranieri degli Stati terzi. Oltre all origine, anche il grado di formazione degli individui gioca un ruolo importante. Emerge, infatti, che l istruzione ha un impatto sulle preferenze etniche e quindi sul comportamento che le persone adottano nella scelta del proprio luogo di residenza. La predilezione per la vicinanza ai propri connazionali diminuisce più alto è il livello di formazione delle persone. Per gli abitanti con un elevato grado di formazione, la già tenue propensione alla segregazione è ancor meno marcata e la disponibilità a pagare di più per vivere in un quartiere con una maggiore concentrazione di connazionali è pressoché nulla. 3 La disponibilità a pagare (in franchi, dell affitto mensile) a seconda della provenienza degli intervistati 10% di incremento 10% di diminuzione 10% di incremento della concentrazio- della concentrazio- della concentrazione di connazionali ne degli stranieri ne di connazionali (per il livello di formazione mediano del campione 1 ) Tutto il campione 29,00 20,00... Cittadini degli Stati terzi ,60 Svizzeri e cittadini dell UE, ,70 Nord America e Australia 1 Formazione medio - alta. Fonte: elaborazione IRE. Vivere nei quartieri multietnici Il secondo aspetto trattato dallo studio riguarda l analisi delle preferenze circa la presenza di altre comunità straniere nel quartiere di residenza. I risultati hanno rilevato una debole preferenza per quartieri con una minor presenza di abitanti stranieri e quindi con una maggior quota di abitanti svizzeri. In termini monetari, ceteris paribus, le famiglie sarebbero disposte ad abitare in un quartiere con una presenza degli stranieri maggiorata del 10% se la pigione diminuisse dell 1,5% 4. In termini assoluti, in media le famiglie richiedono una riduzione (compensazione) di 20 franchi mensili sull affitto (medio campionario) per un aumento nel quartiere del 10% degli stranieri. Questa leggera avversione (marginale dal punto di vista monetario) per i quartieri a più elevata presenza di stranieri, riscontrata sia per la popolazione autoctona, sia per quella straniera, da una parte potrebbe indicare una percezione negativa nei confronti dei quartieri multietnici, ritenuti più scarsi in termini di sicurezza e di infrastrutture, ma potrebbe anche essere interpretato come una maggiore volontà all integrazione nella società locale da parte della popolazione straniera. E curioso notare però che non tutti gli intervistati hanno esibito lo stesso responso nei confronti di un ambiente multiculturale. Difatti, esiste una varietà nelle preferenze tra i diversi nuclei famigliari, tanto che una quota di famiglie favorisce un ambiente residenziale e un tessuto urbano etnicamente diversificato. Le analisi non hanno potuto individuare le cause di tali differenze, in quanto le preferenze per la multiculturalità risultano indipendenti dalle caratteristiche socioeconomiche e demografiche delle famiglie intervistate 5. Una possibile spiegazione potrebbe essere che tali preferenze variano presumibilmente in base ai fattori attitudinali relativi alla percezione di stranieri e ambiente multietnico, associati a esperienze precedenti o ad altri fattori socio-psicologici. La multiculturalità quindi appare più dipendere dagli atteggiamenti degli individui che dalle loro caratteristiche socioeconomiche. 4 Il calcolo è basato su un affitto campionario medio di franchi. 5 Anche l'inclusione di diverse variabili socioeconomiche e demografiche nei modelli di scelta discreta analizzati non hanno dato adito a risultati significativi per spiegare questa variabilità nei gusti. L analisi Libri e riviste 51 dati

7 L impatto delle preferenze etniche sulle dinamiche segregative: considerazioni finali I risultati principali della ricerca indicano che nonostante l ampia presenza straniera a Lugano, il livello di concentrazioni delle singole comunità immigrate nei diversi quartieri e comuni sono contenute rispetto ad altre realtà urbane europee. Inoltre, nel contesto luganese, le concentrazioni etniche non raggiungono livelli importanti tali da permettere alle comunità straniere di isolarsi dagli altri. Resta comunque importante individuare i fattori che, influenzando le scelte residenziali delle famiglie svizzere e straniere nel Luganese, possono essere alla base delle concentrazioni etniche esistenti. Attraverso l esperimento economico di preferenze dichiarate e modelli di scelta discreta, lo studio ha rilevato che le famiglie (del campione) hanno una debole preferenza residenziale per quartieri più densi di propri connazionali, e ad evitare i quartieri con una larga presenza di stranieri. Ciò evidenzia, da una parte, il desiderio delle diverse comunità etniche di conservare il contatto con la propria cultura e radici, ma dall altra anche la volontà di integrarsi nel tessuto sociale del paese ospitante. I risultati indicano inoltre che le preferenze per il raggruppamento con la propria comunità di origine sono più forti per i cittadini svizzeri e gli stranieri dell UE e del Nord America che non per gli stranieri degli Stati terzi, preferenze che per entrambi i gruppi diminuiscono con l aumento del grado di formazione degli individui intervistati. In base a tali esiti, alcune considerazioni possono essere fatte sul possibile impatto che le preferenze etniche possono esercitare sulle dinamiche segregative. In primo luogo, come spesso sostenuto nei precedenti studi sulla segregazione etnica, questi risultati confermano l esistenza di esternalità positive associate alla vicinanza residenziale alla propria comunità di origine, un fattore importante per l instaurazione delle reti sociali etniche in grado di agevolare i nuovi immigrati nell accesso al mercato del lavoro e quello dell alloggio. Inoltre, tra i fattori che potrebbero rafforzare le preferenze per concentrazioni etniche a lungo termine, vi possono essere anche altri aspetti sociali, quali ad esempio la conservazione della propria lingua e cultura d origine, lo sviluppo e la vicinanza a luoghi d incontro o l offerta di prodotti etnici specifici. Tuttavia, è importante notare l effetto dell istruzione su tali preferenze. I risultati dello studio difatti indicano che la segregazione etnica tende a diminuire con l aumento del grado di formazione degli individui. In tal senso, la formazione professionale gioca un doppio ruolo, favorendo sia la mobilità socioeconomica, sia l integrazione residenziale delle famiglie straniere nel contesto del paese di accoglienza. L effetto è particolarmente forte per gli immigrati provenienti da paesi degli Stati terzi. Infatti, per i laureati appartenenti a queste comunità straniere le preferenze di vivere assieme ai gruppi più benestanti diventano più importanti della vicinanza ai propri connazionali. Questo risultato, riscontrato anche in altri paesi, è interpretato come il desiderio di salire la scala sociale raggiungendo un livello socioeconomico pari a quello della popolazione autoctona. In secondo luogo, le differenze nelle preferenze etniche delle diverse categorie di abitanti possono generare effetti variegati sulla concentrazione etnica tra i quartieri. Ad esempio, una combinazione tra la predilezione verso la prossimità residenziale alla propria comunità di provenienza e dell atteggiamento avverso per i quartieri con una presenza cospicua della popolazione straniera, può indurre i gruppi di stranieri più benestanti e i cittadini autoctoni a evitare o a lasciare quartieri etnicamente misti, provocando così livelli più elevati di segregazione delle comunità meno abbienti in determinate zone urbane. Un tale fenomeno guidato dalla segregazione volontaria di un etnia o un gruppo di etnie che determina la separazione involontaria delle altre, può produrre forme di segregazione più persistenti - i cosiddetti quartieri etnici misti. Difatti, sono molti gli studi che mostrano come i ceti collocati agli estremi della scala sociale tendono a essere i più segregati, volontariamente per i gruppi privilegiati e involontariamente per quelli marginali. Come ultimo risultato, l analisi statistica dei responsi consente di derivare le disponibilità a pagare per le diverse caratteristiche della locazione residenziale, misura che ci permette di quantificare in termini monetari, il peso e l importanza delle preferenze etniche come fattore di scelta del luogo di abitazione. E così possibile valutare se esistono presupposti e tendenze verso una forma più estrema della concentrazione che potrebbe condurre a fenomeni segregativi. Come emerge dalle analisi, nonostante esistano le preferenze per la concentrazione di connazionali nel contesto Luganese, esse non sono tra i criteri primari della scelta residenziale degli individui intervistati, data la relativamente bassa disponibilità a pagare per vivere in un quartiere più popolato dalla propria comunità d origine. Lo studio quindi sembra lasciare una questione aperta: se le concentrazioni esistenti non sono dovute principalmente alle preferenze volontarie per la segregazione etnica, ci posso essere dei moventi di natura involontaria - quali ad esempio, un accesso limitato al mercato immobiliare degli stranieri per vincoli di reddito o per discriminazione, oppure una concentrazione dell edilizia sociale e a basso costo in determinate zone urbane - a guidare il fenomeno segregativo nella realtà Luganese? n 52 dati

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