Achieving good water quality status in intensive animal production areas
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- Gaetana Guidi
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1 Achieving good water quality status in intensive animal production areas Layman's report LIFE09 ENV/IT/ AQUA
2 Il progetto Finanziato dall Unione Europea nell ambito del Programma Life Plus Ambiente, il progetto AQUAAchieving good water quality status in intensive animal production areas ha voluto dimostrare come ridurre l'inquinamento delle acque sotterranee e superficiali Bilanci Aziendali Gestione Animali Trattamenti Liquami quando dovuto alla dispersione di nutrienti di origine agricola (azoto e fosforo), ottimizzando il loro utilizzo nelle aziende zootecniche. Questo obiettivo è stato raggiunto attraverso la combinazione di tecniche e di pratiche di gestione Gli obiettivi tecnici di AQUA In sintesi: ridurre l'azoto degli effluenti zootecnici, attraverso l'uso di razioni ipoproteiche nell'allevamento suino e una maggiore efficienza dell'azoto nell'alimentazione dei bovini; incrementare l'efficienza fertilizzante dei nutrienti degli effluenti zootecnici, con l'uso di tecniche di distribuzione innovative su colture a lunga stagione di crescita ed elevate asportazioni; diminuire la dispersione dei nutrienti dai terreni alle acque attraverso misure agro-ambientali progettate per ridurre i flussi ai corpi d'acqua; limitare le pressioni e gli impatti nelle aree ad elevata densità di allevamenti attraverso la separazione e il trasferimento di frazioni solide degli effluenti zootecnici. 2 innovative, che possono essere utilizzate con profitto nelle aziende zootecniche del Nord Italia e in quelle di altre nazioni europee caratterizzate da aree ad elevata densità di allevamenti. I cofinanziatori del progetto triennale, coordinato da CRPA S.p.A., sono stati le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, le aziende multiservizi IREN Gestione Agronomica Gestione Azoto ed HerAmbiente, AGCO Italia. Gli interventi si sono realizzati tra ottobre 2010 e marzo Hanno partecipato i partner: Fondazione CRPA Studi Ricerche, CRA, IPLA Piemonte, ERSAF Lombardia, Veneto Agricoltura ed ERSA Friuli Venezia Giulia.
3 Il ciclo dell'azoto L inquinamento delle risorse idriche, sotterranee o superficiali, in molti casi è dovuto a un eccessiva concentrazione di elementi come l azoto e il fosforo. Utilizzati in agricoltura perché essenziali per la crescita vegetale, questi diventano però nocivi quando le loro concentrazioni nelle acque raggiungono livelli troppo elevati. Tipico è l inquinamento dovuto ai nitrati, una forma minerale dell azoto particolarmente solubile. Anche concentrazioni di pochi milligrammi per litro di nitrati nell acqua possono risultare tossiche per l uomo e gli animali. Per questi motivi, è stato definito per i nitrati un limite di concentrazione di 50 milligrammi per litro, oltre il quale Il rischio di inquinamento da nitrati 3
4 l acqua non risulta più potabile. Per questi motivi l Unione Europea, dal 1991, ha deciso di disciplinare l uso di azoto in agricoltura con un apposita direttiva, la Direttiva Nitrati. La protezione delle acque dall'inquinamento da azoto nelle aree con elevata concentrazione di allevamenti intensivi è una delle problematiche con cui anche la zootecnia italiana deve confrontarsi. L'azoto reattivo L'azoto nella sua forma molecolare (N2) costituisce circa il 78% dell'atmosfera terrestre ed è innocuo per l'ambiente (azoto non reattivo). L'azoto reattivo include invece tutte le forme attive dal punto di vista chimico o biologico: l'ammoniaca (NH3) e lo ione ammonio (NH4+), il protossido di azoto (N2O) e altri ossidi (NOx), i nitrati (NO3-) e i nitriti (NO2-). L'azoto reattivo si muove nell'ambiente e può causare inquinamento atmosferico, piogge acide, eutrofizzazione degli ambienti acquatici, perdita di biodiversità e altri impatti negativi. L'azoto molecolare si trasforma in reattivo con processi naturali come la fissazione da parte di alcune piante o alghe: tali quantità sono però insufficienti per sostenere l'agricoltura necessaria a soddisfare la richiesta mondiale di prodotti vegetali. È soprattutto per sostenere la concimazione delle colture che l'azoto molecolare è trasformato in azoto reattivo (principalmente ammonio e nitrati). 4
5 Bolzon Ernesto e Figli Sevega Bruno e Dario Mori Carlo Mana Stefano Zambelli Fratelli Comazoo Pinotti Luigi e Alberto Biagi Romeo Diana Bagioni Primo & C Cagnin Gianfranco e Luciano Sgambaro Mario Le aziende dimostrative di AQUA Il progetto AQUA ha seguito per un triennio 11 allevamenti e un'azienda agricola dimostrativa. Per ogni azienda è stato progettato un piano alimentare per limitare l'escrezione di azoto basato sulla riduzione del livello proteico delle diete e/o su un migliore bilanciamento tra energia e proteina della razione. Il vecchio e il nuovo piano alimentare sono stati seguiti nella loro applicazione con rilievi produttivi e qualitativi utili a verificare non solo l'effettivo miglioramento della resa dell'n, ma anche il mantenimento dei livelli di produzione e l'impatto economico ed ambientale delle scelte fatte. Attraverso il bilancio dell'azoto sono stati calcolati l'n escreto e la resa dell'n, sia con l'uso dell'alimentazione standard aziendale che con quella modificata. Nelle stesse aziende sono stati seguiti anche i terreni: sono state realizzate successioni colturali che hanno privilegiato elevate asportazioni di azoto e lunghi cicli di crescita, oltre a migliorare l'efficienza d'uso degli effluenti. Si è poi calcolato, dove vi erano le condizioni, il bilancio aziendale dell'n (animali e terreni). 5
6 La proteina della dieta L'obiettivo di una riduzione dell'azoto escreto dagli animali da reddito può essere raggiunto aumentandone l'efficienza di trasformazione, alzando cioè la percentuale di azoto alimentare trattenuta dall'organismo. In pratica per i suini significa diminuire la quantità di proteina della razione, ma anche incrementarne il valore biologico, bilanciando la proteina degli alimenti per quantità (in rapporto all'energia della dieta) e qualità (attraverso l'utilizzazione di aminoacidi di sintesi). Per i bovini (da latte e da carne), oltre ad agire sulla proteina della dieta, va anche considerata e favorita la fisiologia ruminale, per avere la massima sintesi di proteina batterica poi digerita ed utilizzata per le produzioni. Lo strumento più adatto per valutare l'escrezione dell'azoto è un bilancio che stimi la differenza tra le entrate e le uscite di azoto in stalla. Una misura dell'efficienza della razione è la resa dell'azoto, cioè la percentuale di azoto introdotto in allevamento con gli alimenti che è trasformato in tessuti (accrescimento) e in latte. In termini quantitativi il valore medio di azoto in campo di riferimento fissato dalla normativa in Italia è di: 110 kg di N/t peso vivo/anno per i suini; 138 kg di N/t di peso vi- 6 vo/anno per le vacche da latte; 84 kg di N/t peso vivo/anno per i bovini da carne. Si tratta di valori che per la tutela dell'ambiente dall'inquinamento da nitrati devono e possono essere ridotti. Suini L'obiettivo del progetto per contenere le escrezioni di azoto era una riduzione della proteina grezza della dieta del 10% e l'integrazione con lisina, evitando perdite di produttività o peggioramento della qualità delle carcasse al macello. Gli interventi sulla dieta sono stati più o meno incisivi a seconda delle condizioni riscontrate nelle aziende, ma in tutti i casi non ci sono stati peggioramenti negli accrescimenti e nella qualità o aggravi dei costi di produzione. Su quattro allevamenti seguiti, due hanno attuato un piano alimentare a ridotta proteina per tutto l'allevamento (risultati riportati in tabella di pag. 7 come 'Prima' e 'Dopo'); per altri due sono stati considerati solo piccoli gruppi di animali contemporanei alimentati con diete a diverso titolo proteico (risultati riportati come 'Basso' e 'Alto'). In tutti gli allevamenti si sono riscontrati una diminuzione dell'escrezione e un miglioramento della
7 resa dell'azoto connessi alla riduzione della proteina nella razione. Dove il livello proteico delle diete aziendali era più alto c'è stato un miglioramento, ma i livelli di escrezione restano elevati, mentre dove la proteina grezza della razioni era più bassa, le rese sono state buone, ma le differenza meno nette. Bovini da carne Nei due casi in cui tutto l'allevamento è stato seguito nel Sevega è un allevamento a ciclo chiuso di Razza Pie- Per dimostrare come migliorare la ritenzione azotata anche nella produzione di carne bovina, sono state seguite tre aziende estremamente diverse tra loro. La riduzione dell'azoto escreto dagli animali cambio di dieta i risultati sono stati evidenti: un abbassamento medio di 1 punto percentuale della proteina dietetica ha dato una riduzione di 1,5 kg di azoto al campo per posto nell'azienda Zambelli (4.200 posti ingrasso); alla riduzione di 2,7 punti percentuali di proteina ha corrisposto un calo di 3,2 kg di azoto al campo per posto nell'azienda Comazoo (1.000 posti ingrasso). montese, Bagioni ingrassa bovini di razza Romagnola, Cagnin alleva maschi Frisoni della sua stalla da latte. Presso Sevega l'efficienza di uso dell'azoto è stata valutata individualmente su capi allevati a posta fissa dai 250 kg e assegnati ad inizio ingrasso a una delle due diete a diverso tenore proteico ('Alto' 12,76%, 'Basso' 11,75%). La produttività degli animali è stata molto va- Bilancio dell'azoto per gli allevamenti di suini 7
8 Misurare l'efficienza dell'azoto Il bilancio dell'azoto è lo strumento che permette di calcolare l'n escreto e la resa dell'n di tutta la stalla o di un gruppo di animali in produzione. L'azoto escreto è la differenza tra azoto in entrata (come N presente negli animali acquistati e come alimenti) e azoto in uscita (come animali o latte) secondo la seguente formula: Azoto escreto = N mangime - N saldo inventario + (N animali in entrata N animali in uscita) per la produzione di carne - N nel latte, per la produzione di latte. dove: N mangime è dato dal contenuto in azoto degli alimenti consumati nel periodo del bilancio, Il tool di calcolo del bilancio N Calcola N è un'applicazione per il calcolo del bilancio dell'azoto negli allevamenti bovini e suini disponibile su Molto semplice ed intuitivo, il tool prevede maschere per individuare ed inserire gli elementi del bilancio (input ed output) e restituisce una schermata riassuntiva di bilancio e di resa dell'azoto, esportabile come documento pdf. È possibile archiviare e consultare uno storico aziendale, così come analizzare più allevamenti e scenari di gestione della stalla. 8 N animali è il contenuto in azoto del kg di peso vivo per ogni specie (suini, bovini) e categoria di appartenenza: età e peso vivo (carne); vitelli, manze, vacche da latte, N saldo inventario = N negli animali presenti a fine periodo (inventario finale) N animali presenti a inizio periodo (inventario iniziale); N latte è il contenuto in azoto del kg di latte. La resa dell'azoto può essere calcolata in relazione a tutto l'n che è entrato ed uscito dalla stalla (compresi i riproduttori e la rimonta), oppure solo sugli animali produttivi (capi all'ingrasso e vacche da latte). La resa dell'azoto per prodotto si ottiene come segue: per la carne (N animali in uscita N animali in entrata + N saldo inventario capi produttivi)/n mangime x 100 per il latte (N nel latte + N saldo inventario capi produttivi)/n mangime x 100
9 riabile come usualmente avviene per questa razza, anche se i soggetti del gruppo 'Alto' hanno avuto accrescimenti più elevati e quelli del gruppo 'Basso' rese di macellazione migliori. Dai bilanci dell'azoto emerge che l N escreto è anche tra i bovini da carne, proporzionale al tenore proteico delle diete. L efficienza dell azoto è molto simile per i due gruppi ('Alto' 25,8%, 'Basso' 26,00%). L'azienda Bagioni è stata monitorata per due annualità successive e per ciascuna di queste tutti i capi presenti, ingrassati dai 500 kg, hanno seguito un regime alimentare a diverso contenuto di proteine: 'Alto' (14,3%) e 'Basso' (13%). La produttività dei capi è stata paragonabile e soddisfacente per i soggetti inviati al macello nel primo anno (97 capi di peso medio 678 kg) e nel secondo (104 capi di peso medio 673 kg). La resa dell'azoto è stata calcolata per annualità sul complesso degli animali pre- senti in stalla (tutte le fasi di crescita): la differenza di circa 1 punto nel titolo proteico della dieta si è manifestato come miglioramento di 1 punto di resa dell'azoto alimentare in azoto fissato dagli animali ('Alto' 17%, 'Basso' 18%). È quindi diminuito l'azoto escreto e al campo per animale venduto. Tutto l'ingrasso dell'azienda Cagnin è stato seguito per tre anni di monitoraggio. I livelli proteici medi delle diete dei capi a partire dai 140 kg di peso sono stati tendenzialmente equivalenti nei tre anni e comunque sempre molto bassi (11,5%, nei primi due anni, 12,1% nel 2013). Il livello di escrezione e conseguentemente l'azoto al campo dei vitelloni di razza Frisona è risultato molto ridotto, e dal bilancio alimentare emerge un dato di escrezione di azoto inferiore a quello indicato dalla normativa mediamente del 40% per i primi due anni e del 35% nel La resa dell'azoto è risultata nei 3 anni molto buona (24%). Bovini da latte Sono state seguite quattro stalle che in anni successivi ('Prima' e 'Dopo') hanno adottato livelli proteici della razione differenti per le vacche in lattazione (Pinotti, Mori e Bolzon) o anche per la rimonta (Sgambaro). Nell'azienda Pinotti (Grana Padano DOP) la riduzione del nucleo proteico in favore dei cereali ha dato un bilanciamento della razione che, anche a fronte di una diminuzione del tenore proteico, ha mantenuto il livello produttivo attorno ai 35 kg al giorno di latte per vacca. 9
10 Bilancio dell'azoto per gli allevamenti di vacche da latte I bilanci dell'azoto indicano un miglioramento della trasformazione della proteina alimentare in latte. Nell'azienda Mori (Parmigiano-Reggiano) a fronte di un piccolo intervento sulla dieta, la produzione ha tenuto (28 kg al giorno di latte per bovina) e, nonostante una resa dell'n pressoché costante, l'azoto escreto si è ridotto. Per Sgambaro (latte alimentare) il cambio di dieta non ha inciso sugli accrescimenti della rimonta, né sulle produzioni delle primipare, mentre la produzione media delle vacche è aumentata (27,4 kg vs 29,7 kg). Gli interventi fatti e l'incremento produttivo hanno consentito di migliorare la resa dell azoto complessiva della stalla. Nell'azienda Bolzon (latte alimentare alta qualità) la riduzione della proteina nella razione è stata bilanciata con l'aggiunta di lisina e metionina ruminiprotette. Con una produzione di latte stabile tra i due periodi (25 kg), i bilanci dell'azoto indicano un miglioramento della trasformazione della proteina alimentare in latte, pur con una resa bassa. Infatti, la razza allevata, la Pezzata Rossa, è meno specializzata per le produzioni di latte rispetto alle Frisone. 10
11 La gestione agronomica Per cercare di limitare le perdite di nitrati dal suolo alle acque, nelle aziende dimostrative sono state messe in pratica successioni colturali che asportano molto azoto e caratterizzate da una lunga stagione di crescita. Le colture sono state fertilizzate prevalentemente con liquami zootecnici, cercando di ottimizzare l efficienza d uso dell azoto non solo privilegiando le epoche di distribuzione più favorevoli, ma anche utilizzando tecniche migliorative/innovative rispetto alla soluzione Limitare le perdite di nitrati in campo standard, rappresentata dallo spandimento con botte a scarico posteriore sopra terra e seguito da interramento. Nelle aziende dimostrative sono stati identificati indicator plots (appezzamenti) per i quali il monitoraggio degli aspetti agronomici è stato più dettagliato. Tra le successioni colturali ad elevata asportazione di azoto più praticate nel progetto vi sono le doppie colture con mais ed erbaio autunno-vernino (loiessa o cereale da foraggio), quelle con cereale autunno-vernino seguito da erbaio estivo (sorgo, panico) oppure i prati permanenti. distribuzione rasoterra a bande; distribuzione in sarchiatura tra le file; fertirrigazione con miscela di liquami ed acque irrigue. In alcuni casi sono state utilizzate macchine semoventi ad elevata capacità di lavoro e basso calpestamento (vedi approfondimento a pag. 12), che possono favorire le distribuzioni nelle epoche più favorevoli come in pre-semina o sulle colture in atto. Come tecniche migliorative/innovative, con la finalità di elevare l efficienza di utilizzo dell azoto contenuto nei liquami, sono state applicate, da sole o combinate (ove possibile): interramento contestuale alla distribuzione (botte con ancore o sistema a tubo flessibile ombelicale ); 11
12 Alta efficacia nella distribuzione dei liquami Tra le tecniche innovative di distribuzione dei liquami ci sono anche macchine che garantiscono capacità di lavoro particolarmente elevate e la possibilità di entrare in campo in condizioni difficili per i mezzi tradizionali come il carrobotte trainato. Si tratta dei cosiddetti mezzi semoventi, macchine che incorporano un capiente serbatoio per i liquami e che possono essere equipaggiate con diversi attrezzi per la distribuzione, a seconda delle condizioni del terreno. Grazie alla sezione molto larga dei pneumatici e al sistema integrato di gonfiaggio/sgonfiaggio, queste macchine garantiscono basso calpestamento del terreno nonostante la loro massa e possono essere utilizzate su alcune colture in fase di vegetazione come i cereali autunno-vernini. La macchina Terragator di Challenger è stata usata in diverse giornate dimostrative nel corso delle quali è stato anche illustrato come meglio organizzare il cantiere di lavoro: per ottimizzare i tempi e i costi conviene che la macchina semovente distribuisca a pieno campo e che almeno due autobotti ne garantiscano il rifornimento in continuo. Si possono così distribuire sino a m3 di liquame/ora, coprendo superfici di 3-6 ettari/ora (dipende dal volume distribuito per ettaro), con una velocità di carico di un minuto e venti secondi per 15 m3. L'analisi economica ha dimostrato che la distribuzione dei liquami con queste macchine può risultare conveniente, rispetto alla fertilizzazione con concimi minerali, sino a distanze variabili da 5 a 10 km dall'allevamento, a seconda delle condizioni d'uso della macchina. 12
13 Misure complementari per contenere le perdite di nitrati Il progetto ha preso in considerazione anche misure complementari per contenere le perdite di nutrienti nel suolo. A tal fine sono state utilizzate le fasce tampone alberate, il drenaggio controllato e la fitodepurazione. Il monitoraggio delle fasce tampone alberate ha permesso di comprendere e descrivere i principali processi e le dinamiche idrologiche al fine del loro miglioramento. Le conclusioni dell indagine, condotta presso l'azienda dimostrativa Diana, si possono così riassumere: i rilasci di azoto dai due campi a confronto (con dosi di azoto di origine zootecnica pari a 170 e 250 kg N/ha/anno e integrazione con concimi minerali) sono risultati estremamente contenuti (1-3 %) rispetto al distribuito; non ci sono state differenze significative tra i due campi e ciò si deve principalmente alle basse concentrazioni di azoto rilevate; i primi 5 metri di fascia tampone sono risultati sufficienti per raggiungere valori di abbattimento dell azoto dell ordine di 70% per i nitrati e del 60% per l azoto totale. Il drenaggio controllato è un sistema di gestione della falda che consente di regolarne l altezza per limitare i deflussi idrici dai terreni agrari. Viene eliminata solo l acqua degli strati più superficiali che potrebbe danneggiare la coltura o ostacolare la normale trafficabilità dei campi. Questa tecnica è diffusa negli Stati Uniti da alcune decine di anni, col fine di ridurre le perdite di azoto dai coltivi. Nell ambito del progetto è stato monitorato un impianto dimostrativo di drenaggio controllato e fitodepurazione allestito all Università di Padova, per confrontare gli effetti della fertilizzazione con 250 kg/ha di azoto applicati con tre modalità: solo liquame bovino, metà dose con liquame e metà con concime minerale, solo concime minerale. La fertilizzazione mista ha consentito di ottenere i migliori risultati in termini di maggiore produzione del mais e minori concentrazioni di azoto nell acqua di percolazione. La zona umida di fitodepurazione a flusso superficiale posta a valle degli appezzamenti, ove sono state collettate le acque di drenaggio, ha abbattuto le perdite di N del 90% rispetto al carico in ingresso. Integrando drenaggio controllato e fitodepurazione le perdite annue di azoto sono risultate inferiori a 1 kg/ha. 13
14 L'efficienza dell'azoto In un azienda agricola con allevamento zootecnico i nutrienti seguono un percorso ciclico che va dal suolo alle colture e da queste agli animali, per tornare al suolo attraverso gli effluenti zootecnici. In questo ciclo si inseriscono apporti dall esterno, tra i più comuni appunto i fertilizzanti minerali e i mangimi, mentre una quota di nutrienti esce dall azienda attraverso la vendita di prodotti animali e vegetali. Durante i vari passaggi avvengono perdite di nutrienti in ambiente, in particolare a partire da liquami, letami o dal suolo. L azoto può disperdersi in aria oppure nelle acque superficiali e sotterranee. La quantità perduta corrisponde con buona approssimazione alla differenza tra i flussi dell elemento in ingresso e in uscita dall azienda (surplus del bilancio aziendale). 14 Il surplus di azoto rappresenta quindi un importante indicatore ambientale. Inoltre, non va dimenticato che a una riduzione corrisponde una migliore efficacia di utilizzo dell elemento, e questo permette un risparmio di risorse e denaro investiti per le produzioni. L applicazione delle buone pratiche agronomiche e agro-ambientali e l'associazione con una gestione ottimizzata dell azoto in stalla hanno permesso di migliorare i bilanci dell azoto a scala aziendale. In tabella di pag. 16 si riportano i principali indicatori per le situazioni 'Prima' (senza interventi AQUA) e 'Dopo' (con interventi AQUA). Nelle aziende che allevano suini (Mana, Zambelli), la riduzione del tenore proteico delle diete ha portato a un incremento dell'efficienza d'uso dell'azoto in stalla, che con l'applicazione di tecniche di spandimento migliorative hanno permesso di migliorare l efficienza d uso dell azoto a livello aziendale sino al 65%. Il surplus di azoto per ettaro è sceso al di sotto dei 400 kg N/ha/anno: un ottimo risultato per le aziende con suini, che
15 consente di ridurre la quota di effluenti per gli spandimenti ceduti a terzi su terreni in concessione. I bilanci dell'azoto delle aziende con bovini da latte sono risultati abbastanza diversificati tra loro. L'efficienza d'uso più elevata (40% 'Prima, 44% 'Dopo') è stata riscontrata per l'azienda Pinotti, che oltre al latte cede granella di mais, mentre quella più ridotta è stata riscontrata per l'azienda Bolzon che alleva animali di razza Pezzata Rossa, a duplice attitudine (latte-carne) e quindi meno efficienti in termini di resa dell'azoto ri- incrementata in particolare nelle aziende Pinotti e Sgambaro, sia grazie agli interventi sulla dieta delle bovine che per la riduzione dei consumi di fertilizzanti minerali su mais, grazie a un aumento dell efficienza d uso degli effluenti di allevamento utilizzati in periodo primaverile ed estivo. L analisi dei bilanci, con approfondimenti specifici sui flussi interni dell N, può servire per valutare quali siano le voci e i passaggi che maggiormente incidono sul ciclo dell azoto; inoltre permette di evidenziare quali processi Il bilancio dell'azoto a livello aziendale spetto alle razze da latte. L'azienda da latte più estensiva è risultata Mori, con surplus per ettaro di poco inferiore ai 200 kg N/ha/anno, che rappresenta il limite indicativo tra i sistemi da latte più intensivi del sud Europa e quelli meno dipendenti da apporti esterni, più tipici ad esempio di Francia e Scozia. in ambito aziendale risultino meno efficienti nello sfruttare l elemento. Da qui la possibilità di individuare pratiche o sistemi alternativi per migliorarne la gestione, come è stato fatto nelle aziende dimostrative del progetto. L'efficienza d'uso dell'azoto a scala aziendale è stata Bilancio dell'azoto per le aziende dimostrative 15
16 La valorizzazione delle frazioni solide Tra le tecnologie di trattamento dei liquami, la separazione solido-liquido è la più semplice e diffusa. Permette di concentrare la sostanza secca e quella organica in una frazione densa o solida, che può essere valorizzata ai fini fertilizzanti oppure per produrre energia, ad esempio attraverso la digestione anaerobica. rappresenta la quota percentuale in peso, in solidi o in nutrienti separati dal liquame di partenza e concentrati nella frazione solida risultante dopo il trattamento. Le due tecniche, per quanto diverse, hanno efficienze di separazione simili nei confronti dei parametri misurati e influenzate in primo luogo dal contenuto di solidi totali e dal tipo di frazione particellare presente: nel caso dei liquami bovini più densi (con una concentrazione dell 810% di sostanza secca), nella frazione solida si possono concentrare anche sino al 60-70% dei solidi totali e il 3035% dell azoto. Sono state effettuate prove di separazione in allevamenti di bovini e suini, utilizzando le tecnologie più diffuse come la compressione elicoidale o i rulli contrapposti, per valutare l'efficienza di separazione nella frazione solida per diversi parametri. L'efficienza di separazione Efficienza di separazione nella frazione solida (valori medi in % e deviazione standard) 16
17 Il Consorzio per la produzione e l uso del solido separato Nel corso del progetto è stato costituito un Consorzio che ha raggruppato aziende con allevamento bovino da latte e aziende senza allevamenti. Nelle prime, afferenti alla Coop. San Lorenzo di Pegognaga - MN, si è proceduto alla separazione solido-liquido dei liquami per mezzo di dispositivo separatore mobile di proprietà della Cooperativa; le seconde, afferenti alla Coop. La Redenta di Pegognaga, hanno fatto uso delle frazioni solide separate ai fini fertilizzanti su terreni coltivati a cereali, che di norma non ricevevano matrici organiche. Nella tabella che segue si riportano le caratteristiche delle frazioni solide ottenute con il separatore mobile con tecnologia a rulli contrapposti della Cooperativa San Lorenzo. Con una produzione di 5-6 t/ora di frazione solida, in 8-10 ore di lavoro del separatore si concentrano oltre 170 kg N nella frazione solida. Separazione solido-liquido dei liquami Nel corso delle attività del Consorzio si è deciso di ottimizzare l uso delle frazioni solide separate, sfruttandole anche per produrre energia rinnovabile attraverso la digestione anaerobica. Dai risultati ottenuti in prove preliminari di laboratorio era infatti emerso che il potenziale metanigeno della sostanza organica delle frazioni solide da liquami, nonostante una minore degradabilità rispetto agli insilati, può arrivare a Nm3 biogas per tonnellata di solidi volatili (sostanza organica), e quindi la loro equivalenza energetica rispetto al silomais è di circa un terzo (cioè 3 t di solido separato possono sostituire 1 t di silomais al carico in impianto). L adozione di questa "opzione energetica" per le frazioni solide o dense da liquami non contrasta con la loro valorizzazione fertilizzante. Infatti, al conferimento delle frazioni solide separate all impianto di biogas, in parziale sostituzione dell insilato di mais, è seguito il prelievo della frazione solida separata del digestato, che è stata utilizzata a fini fertilizzanti sui terreni delle aziende non zootecniche. Nel corso del progetto il Consorzio ha movimentato circa tonnellate di frazioni solide separate da liquami e digestati, garantendone la tracciabilità grazie all uso di un dispositivo GPS adattato per la registrazione dei percorsi. 17
18 La tutela ambientale Caratteristica dei progetti Life è quella di avere come obiettivo la riduzione del divario tra ricerca e la pratica corrente, al fine di favorire l'implementazione su larga scala delle soluzioni innovative proposte per la tutela dell'ambiente. La divulgazione Per questo il progetto AQUA ha realizzato, in tutte le regioni coinvolte, una serie di iniziative di divulgazione e dimostrazione per promuovere il trasferimento e l'adozione delle soluzioni proposte tra gli agricoltori. Diversi i target group considerati, dagli agricoltori, ai tecnici e ricercatori del settore, dalla pubblica amministrazione agli studenti e insegnanti delle scuole con indirizzo agricolo. In totale, le attività divulgative/dimostrative sono state 18 una sessantina: 8 tra corsi e seminari per tecnici, 11 giornate dimostrative per circa 500 agricoltori, 25 info days nelle scuole; 7 convegni, 3 partecipazioni alle più importanti fiere di settore con banco informativo e distribuzione di materiale, 6 conferenze stampa, 6 comunicati stampa, 10 articoli sulle principali riviste specializzate, 14 newsletter inviate a oltre persone, 4 filmati. AQUA sul web Disponibile anche un sito internet all'indirizzo in due lingue, italiano e inglese, per mantenere disponibili nel tempo tutte le informazioni riguardanti AQUA: partner, attività, informazioni sulle aziende dimostrative, documenti tecnici, articoli, newsletter, poster, filmati ecc.
19 Le aziende di AQUA Bagioni & C. - Forlì (FC) Biagi Romeo - Borgoforte (MN) Bolzon Ernesto e Figli - Bicinicco (UD) Cagnin Gianfranco e Luciano - Piombino Dese (PD) Comazoo - Montichiari (BS) Diana - Mogliano Veneto (TV) Mana Stefano - Genola (CN) Mori Carlo - Gattatico (RE) Pinotti Luigi e Alberto - Pizzighettone (CR) Sevega Bruno e Dario - Cervere (CN) Sgambaro Mario - Villa del Conte (PD) Zambelli Fratelli - Guastalla (RE) Ricadute del progetto AQUA Si ringraziano le aziende che, con grande sensibilità alle tematiche ambientali affrontate, hanno collaborato fattivamente alla realizzazione delle attività dimostrative Testi Elena Bortolazzo, Aldo Dal Prà, Marco Ligabue, Maria Teresa Pacchioli, Magda C. Schiff di CRPA spa, Paolo Mantovi di Fondazione CRPA Studi Ricerche Progetto grafico Giuseppe Fattori di CRPA spa Fotografie Archivio CRPA, Giuseppe Fattori, Tommaso Gallingani, Bruna Gumiero, AGCO È consentita la riproduzione di testi, foto, disegni previa autorizzazione da parte di CRPA spa, citando gli estremi della pubblicazione Layman's Report LIFE09 ENV/IT/ AQUA 19
20 Bilanci Aziendali Gestione Animali Trattamenti Liquami Gestione Agronomica Gestione Azoto Layman's report
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