IMPORTANZA DELLA GESTIONE DELL ALLEVAMENTO E DELLA PRODUZIONE PER LA SICUREZZA ALIMENTARE NEI PROCESSI DI PRODUZIONE DEL LATTE

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1 IMPORTANZA DELLA GESTIONE DELL ALLEVAMENTO E DELLA PRODUZIONE PER LA SICUREZZA ALIMENTARE NEI PROCESSI DI PRODUZIONE DEL LATTE Erica De Monte; Matthias Gauly Facoltà di Scienze e Tecnologie Erica.DeMonte@unibz.it Matthias.Gauly@unibz.it

2 SICUREZZA ALIMENTARE- Salubrità degli alimenti Garantisce l idoneità di un alimento al consumo umano prevenendo patologie di origine alimentare sia dal punto di vista nutrizionale sia infettivo Gestisce: 1. Rischi fisici: pezzi di vetro, alluminio, pezzi dei macchinari per il confezionamento 2. Rischi chimici: residui di detergenti, disinfettanti, farmaci veterinari, metalli pesanti, micotossine e pesticidi 3. Rischi biologici: virus, batteri, parassiti

3 ZOONOSI cosa sono? Malattie che vengono trasmesse dagli animali all uomo Provocano nell uomo gastroenteriti, meningiti e aborti Sono causate da microrganismi che sono presenti: 1. Nell acqua di abbeverata, negli alimenti 2. In allevamento 3. In un animale infetto (domestico, selvatico o sinantropo) 4. Negli impianti di mungitura 5. Nelle cisterne di raccolta del latte 6. Durante il processo di lavorazione del latte (pastorizzazione, confezionamento, caseificazione) È necessario eliminarli o limitarne per quanto possibile la presenza a partire dall allevamento!!!

4 ACQUA MANGIMI INSILATI FIENO CONTATTO CON LETTIERA FARMACI FARMACI INTRODUZIONE NUOVI CAPI O CONTATTO CON SELVATICI MASTITI DISINFETTANTI Latte contaminato Latte crudo Lavorazione latte crudo Latte pastorizzato Lavorazione latte pastorizzato Confezionamento

5 ZOONOSI quali sono? 1. Campilobatteriosi 2. Salmonellosi 3. Listeriosi 4. Infezione da E. coli (STEC) 5. Tubercolosi 6. Brucellosi 7. Stafiloccocosi 8. Toxoplasmosi 9. Clostridiosi (Cl. perfringens, B. cereus) 10. Encefalite da zecche 11. Paratubercolosi (MAP) Morbo di Chron

6 Rischi biologici Vengono gestiti: GESTIONE DEL RISCHIO 1. Con corrette tecniche di prevenzione (es: vaccini, quarantena), di gestione delle malattie nonché utilizzando corrette pratiche di produzione (mungitura) 2. Producendo e conservando correttamente mangimi, foraggi e insilati 3. Mantenendo puliti gli abbeveratori, acqua potabile 4. Gestendo in maniera corretta i reflui 5. Limitando i contatti con animali sinantropi (roditori, colombi, etc) e selvatici (cervi, caprioli, cinghiali, tassi, etc) 6. Utilizzando antibiotici e antiparassitari

7 Rischi chimici GESTIONE DEL RISCHIO Segue il Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui (Ministero della Salute) Sostanze ricercate : CATEGORIA A SOSTANZE AD EFFETTO ANABOLIZZANTE E SOSTANZE NON AUTORIZZATE Gruppo A1 - Stilbeni, loro derivati e loro sali ed esteri A2 - Agenti antitiroidei A3 - Steroidi A4 - Lattoni dell'acido resorcilico (compreso lo zeranolo) A5 - β-agonisti A6 - Sostanze incluse nell'all. IV del regolamento (CEE) n. 2377/90 del Consiglio, del 26 giugno 1990 [ora abrogato dal regolamento (CE) n. 470/2009 e regolamento (UE) n. 37/2010] CATEGORIA B Gruppo Gruppo Sottogruppo MEDICINALI VETERINARI E AGENTI CONTAMINANTI B1 - Sostanze antibatteriche, compresi sulfamidici e chinolonici B2 - Altri prodotti medicinali veterinari B2a - antielmintici B2b - coccidiostatici, compresi i nitroimidazoli B2c - carbammati e piretroidi B2d - tranquillanti B2e - antinfiammatori non steroidei (AINS) B2f - altre sostanze esercitanti un'attività farmacologica Gruppo Sottogruppo B3 - Altre sostanze e agenti contaminanti per l'ambiente B3a - composti organoclorurati, compresi i PCB B3b composti organofosforati B3c - elementi chimici B3d - micotossine B3e - coloranti B3f - altri Taken from: Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui Relazione finale anno 2016-ISS

8 Rischi chimici GESTIONE DEL RISCHIO Segue il Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui (Ministero della Salute) Sostanze ricercate : CATEGORIA A SOSTANZE AD EFFETTO ANABOLIZZANTE E SOSTANZE NON AUTORIZZATE Gruppo A1 - Stilbeni, loro derivati e loro sali ed esteri A2 - Agenti antitiroidei A3 - Steroidi A4 - Lattoni dell'acido resorcilico (compreso lo zeranolo) A5 - β-agonisti A6 - Sostanze incluse nell'all. IV del regolamento (CEE) n. 2377/90 del Consiglio, del 26 giugno 1990 [ora abrogato dal regolamento (CE) n. 470/2009 e regolamento (UE) n. 37/2010] CATEGORIA B Gruppo Gruppo Sottogruppo MEDICINALI VETERINARI E AGENTI CONTAMINANTI B1 - Sostanze antibatteriche, compresi sulfamidici e chinolonici B2 - Altri prodotti medicinali veterinari B2a - antielmintici B2b - coccidiostatici, compresi i nitroimidazoli B2c - carbammati e piretroidi B2d - tranquillanti B2e - antinfiammatori non steroidei (AINS) B2f - altre sostanze esercitanti un'attività farmacologica Gruppo Sottogruppo B3 - Altre sostanze e agenti contaminanti per l'ambiente B3a - composti organoclorurati, compresi i PCB B3b composti organofosforati B3c - elementi chimici B3d - micotossine B3e - coloranti B3f - altri Taken from: Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui Relazione finale anno 2016-ISS

9 Rischi chimici GESTIONE DEL RISCHIO Segue il Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui (Ministero della Salute) Sostanze ricercate : CATEGORIA A SOSTANZE AD EFFETTO ANABOLIZZANTE E SOSTANZE NON AUTORIZZATE Gruppo A1 - Stilbeni, loro derivati e loro sali ed esteri A2 - Agenti antitiroidei A3 - Steroidi A4 - Lattoni dell'acido resorcilico (compreso lo zeranolo) A5 - β-agonisti A6 - Sostanze incluse nell'all. IV del regolamento (CEE) n. 2377/90 del Consiglio, del 26 giugno 1990 [ora abrogato dal regolamento (CE) n. 470/2009 e regolamento (UE) n. 37/2010] CATEGORIA B Gruppo Gruppo Sottogruppo MEDICINALI VETERINARI E AGENTI CONTAMINANTI B1 - Sostanze antibatteriche, compresi sulfamidici e chinolonici B2 - Altri prodotti medicinali veterinari B2a - antielmintici B2b - coccidiostatici, compresi i nitroimidazoli B2c - carbammati e piretroidi B2d - tranquillanti B2e - antinfiammatori non steroidei (AINS) B2f - altre sostanze esercitanti un'attività farmacologica Gruppo Sottogruppo B3 - Altre sostanze e agenti contaminanti per l'ambiente B3a - composti organoclorurati, compresi i PCB B3b composti organofosforati B3c - elementi chimici B3d - micotossine B3e - coloranti B3f - altri Taken from: Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui Relazione finale anno 2016-ISS

10 Rischi chimici GESTIONE DEL RISCHIO Segue il Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui (Ministero della Salute) Sostanze ricercate : CATEGORIA A SOSTANZE AD EFFETTO ANABOLIZZANTE E SOSTANZE NON AUTORIZZATE Gruppo A1 - Stilbeni, loro derivati e loro sali ed esteri A2 - Agenti antitiroidei A3 - Steroidi A4 - Lattoni dell'acido resorcilico (compreso lo zeranolo) A5 - β-agonisti A6 - Sostanze incluse nell'all. IV del regolamento (CEE) n. 2377/90 del Consiglio, del 26 giugno 1990 [ora abrogato dal regolamento (CE) n. 470/2009 e regolamento (UE) n. 37/2010] CATEGORIA B Gruppo Gruppo Sottogruppo MEDICINALI VETERINARI E AGENTI CONTAMINANTI B1 - Sostanze antibatteriche, compresi sulfamidici e chinolonici B2 - Altri prodotti medicinali veterinari B2a - antielmintici B2b - coccidiostatici, compresi i nitroimidazoli B2c - carbammati e piretroidi B2d - tranquillanti B2e - antinfiammatori non steroidei (AINS) B2f - altre sostanze esercitanti un'attività farmacologica Gruppo Sottogruppo B3 - Altre sostanze e agenti contaminanti per l'ambiente B3a - composti organoclorurati, compresi i PCB B3b composti organofosforati B3c - elementi chimici B3d - micotossine B3e - coloranti B3f - altri Taken from: Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui Relazione finale anno Ministero della Salute

11 GESTIONE DEL RISCHIO Rischi chimici Gestiti mettendo in atto misure profilattiche: 1. In allevamento 2. Nella produzione e conservazione dei mangimi, dei foraggi e degli insilati

12 GESTIONE DEL RISCHIO Rischi chimici Misure profilattiche in allevamento: Minor utilizzo di farmaci agendo su tipologia di costruzione della stalla nonché sulla sua organizzazione Rispetto dei tempi di sospensione dei farmaci (antibiotici, antiparassitari, antinfiammatori, ormoni, etc) Costruzione e igiene della sala di mungitura Regolare pulizia e risciacquo degli impianti di mungitura

13 GESTIONE DEL RISCHIO Rischi chimici Misure profilattiche nella produzione e conservazione dei mangimi, dei foraggi e degli insilati: Irrigazione in periodi di siccità Raccolta di cereali all umidità corretta Conservazione dei mangimi in luoghi chiusi, freschi e asciutti Corretta asciugatura del fieno Fienagione o pascolo da terreni non contaminati con metalli pesanti Utilizzo corretto dei pesticidi

14 GENOTIPO Principali caratteristiche valutate: Produzione (kg), grasso (kg), proteine (kg), grasso (%), proteine (%) Cellule somatiche (salute dellla mammella) Mungibilità Longevità Fertilità Difficoltà al parto Conformazione: 1. Corfomazione mammella 2. Conformazione arti e unghioni 3. Dimensioni pelvi e bacino e direzione della groppa (facilità parto, patologie riproduttive)

15 Conformazione e morfologia MAMMELLA GENOTIPO Posizione dei capezzoli anteriori Forza del legamento sospensore Lunghezza dei capezzoli Profondità della mammella Direzione dei capezzoli Ulteriori parametri: 1. Purezza della mammella 2. Spessore dei capezzoli 3. Velocità di mungitura (h 2 =0,19 - Povinelli et al 2003) Immagini da- ICAR Guidelines for Conformation Recording of Dairy Cattle, Beef Cattle and Dairy Goats Versione Ottobre 2017

16 Conformazione e morfologia GENOTIPO ARTI e PIEDI BACINO e GROPPA Direzione dei garretti Ampiezza del bacino Apertura dei garretti Angolo della groppa Angolo della parete dorsale degli unghioni Immagini da- ICAR Guidelines for Conformation Recording of Dairy Cattle, Beef Cattle and Dairy Goats Versione Ottobre 2017

17 GENOTIPO Resistenza alle patologie Parzialmente determinata geneticamente Bassa ereditabilità Include: 1. Mastiti (cliniche, subcliniche e croniche) 2. Disturbi della fertilità (cisti ovariche, ritenzione placentare, metriti,etc) 3. Malattie metaboliche (acidosi, chetosi, dislocazione abomaso, ipocalcemia) 4. Patologie podali (DD, ID, HYP, WLS, laminite, etc) 5. Parassiti (endo ed ectoparassiti)

18 1. A stabulazione fissa (posta) 2. A stabulazione libera TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO 3. Con accesso al pascolo 4. Stabulazione al chiuso - Tipologia di pavimentazione 5. Intensivo 6. Semi-intensivo/estensivo 7. Biologico 8. Convenzionale

19 TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO Stabulazione fissa Vs Stabulazione libera STABULAZIONE FISSA 1. Miglior controllo dell animale 2. Parte superiore degli arti posteriori e mammella sporca 3. Se dimensioni della posta non adeguate a quelle della vacca mammella più sporca 4. Se dimensioni non adeguate lesioni alla mammella e ai capezzoli da parte delle vacche vicine 5. Pulizia più difficoltosa poiché gli animali non vengono spostati per la mungitura STABULAZIONE LIBERA 1. Maggior benessere dell animale 2. Parte inferiore degli arti posteriori sporca 3. Se cuccette delle dimensioni adeguate a quelle dell animale mammella più pulita 4. Se cuccette delle dimensioni adeguate meno lesioni alle mammelle 5. Se cuccette confortevoli e adeguate al numero di capi migliore salute dei piedi 6. Maggior facilità nella rilevazione dei calori con conseguenti meno trattamenti ormonali

20 TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO Stabulazione fissa Vs Stabulazione libera L incidenza di patologie viene determinata soprattutto da condizioni di contorno come il tipo di lettiera usata, l igiene della lettiera, la pavimentazione, etc.. Tendenzialmente negli allevamenti a posta fissa si riscontra: 1. Maggior incidenza di mastiti cliniche (12,4% vs 9,9% in Gordon et al., 2013) 2. Minor incidenza di campioni con aumentato numero di cellule somatiche (15,3% vs 16,9%- Gordon et al., 2013, Hiitiö et al., 2017) 3. Minor incidenza di patologie podali (Cook, 2003) (50% vs 70-80% Sogstad et al., 2005, Somers et al., 2003)

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23 BOX PARTO e BOX INFERMIERIA Box parto separato dal resto della stalla a stabulazione libera Box infermeria dall altro lato della stalla (il maggiormente contaminato con patogeni per esempio Salmonella) Box parto facilmente raggiungibile e controllabile

24 Taken from: Guida alla prevenzione delle mastiti sulla salute della mammella meglio vederci chiaro, Milkline

25 TIPOLOGIA DI PAVIMENTAZIONE Stalle a lettiera permanente: minor numero di patologie podali per vacca e minor prevalenza di capi colpiti (40% vs 80%) (Somers et al., 2003; Haskel et al., 2006; de Vries et al., 2015) Stalle con cuccette piene di sabbia: stessa incidenza di stalle a lettiera permanente (Cook, 2004; Bicalho and Oikonomou, 2013) Stalle su grigliato: portano benefici alle patologie di tipo infettivo (DD, ID) (Cramer et al., 2009) Stalle a pavimento pieno: la maggiore prevalenza di capi colpiti e severità delle lesioni podali (Somers et al., 2003; Bicalho and Oikonomou, 2013) e mastiti cliniche (Valde et al., 1997)

26 ACCESSO AL PASCOLO Possibili problemi se cambio di alimentazione non graduale In pascoli ambiente più pulito e asciutto (dipendentemente da pioggia) Migliore salute degli unghioni Prevalenza: Dermatite digitale (17,3% Vs 23,8%) Dermatite interdigitale (37,9% Vs 59,5%) Emorragia soleare (27,7% Vs 33,0%) Durezza degli unghioni Severità delle lesioni: Dermatite digitale Dermatite interdigitale Emorragia soleare Taken from: dermatite-digitale-t2002/ Bicalho and Oikonomou, 2013; Somers et al., 2003; Haskell et al., 2006; Lopez and Pamela, 2014; Armbrecht et al., 2018

27 DENSITÀ DEI GRUPPI Corretta densità delle bovine in una stalla equivale a un capo per posto nella mangiatoia o un capo per cuccetta (1:1) Nel caso in cui questo standard minimo non venga rispettato la salute e il benessere degli animali peggiorano (anche a partire da un rapporto 1,2 capi/cuccetta (Cook, 2004) e decisamente evidente a partire da 1,5 capi/cuccetta (Fregonesi et al., 2007)) Predispone alla diffusione di parassitosi Determina la diffusione di patologie come alcune zoonosi (es: STEC-Callaway et al., 2013) L instaurarsi delle gerarchie aumenta lo stress dei capi non dominati e ciò influisce sull ingestione dell alimento (Kaufman et al., 2016) Rischio di acidosi per bovine dominanti Rischio di chetosi per bovine non dominanti

28 Nel caso in cui la densità sia superiore ai 1,25 capi per cuccetta la salute e benessere dell animale possono risentirne Effetto sulla produzione di latte controverso (Nordlund et al., 2006,Bach et al., 2008; De Vries et al., 2016) Minor fertilità nelle bovine (Schefer et al., 2010) Influisce negativamente sulla salute del piede (Cook, 2004): aumenta la prevalenza di laminite per diminuzione tempi di riposo e aumento scarico del peso sui piedi per periodi prolungati aumento di patologie di tipo infettivo per prolungato contatto degli unghioni con il letame dovuto ad aumento di quantita di letame presente sul terreno

29 MUNGITURA 1. Ordine di mungitura delle bovine! Taken from: 2. Guanti monouso! 3. Pulizia della mammella e dei capezzoli e pre-dipping 4. Eliminazione dei primi 3 getti e controllo delle caratteristiche fisiche del latte 5. Completo svuotamento mammella ma no sovramungitura! 6. Post dipping 7. Far sostare la vacca in piedi per 30 dopo la mungitura 8. Risciacquo gruppo di mungitura dopo ogni vacca!

30 IMPIANTI DI MUNGITURA e SALA DI MUNGITURA 1. Sala di mungitura costruita con materiale lavabile e disinfettabile 2. Utilizzo di guaine di mungitura adeguate alla lunghezza del capezzolo 3. Controllo della forza di suzione esercitata o vuoto 4. Controllo dell integrità della guaina (no fessurazioni!) ed eventualmente sostituzione delle guaine 5. Pulizia regolare dell impianto di mungitura 6. Risciacquo per eliminare i resti dei disinfettanti utilizzati 7. Per pulizia impianto lavaggio grossolano esterno, prelavaggio, lavaggio e risciacquo con acqua sufficiente, T sufficiente e detergente adeguato

31 CONCLUSIONI Gestendo correttamente le condizioni d allevamento è possibile: 1. Diminuire drasticamente la necessità di utilizzare farmaci veterinari 2. Ridurre al minimo la presenza nel latte di contaminanti ambientali 3. Limitare la presenza di agenti zoonosici in azienda e quindi nel latte 4. Garantire così la salubrità del latte L ALLEVATORE È L UNICO CHE PUÒ FARLO!

32 GRAZIE PER L ATTENZIONE!

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