Gestione Incontinenze

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1 Gestione Incontinenze ED.. REV. DATA DESCRIZIONE /08/2017 PRIMA EMISSIONE REDAZ. DS/inf VERIF. RGQ APPROVAZ. DS c-po pr.04 - Ediz Rev Data 01/08/2017 Pagina 1 di 8

2 INDICE 1. L INCONTINENZA URINARIA GESTIONE DELL INCONTINENZA URINARIA FASE DI VALUTAZIONE FASE DI TRATTAMENTO L INCONTINENZA FECALE CAUSE LA RIABILITAZIONE DELL INCONTINENZA FECALE PAZIENTE NON AUTOSUFFICIENTE PAZIENTE CON GRAVI LESIONI NEUROLOGICHE PAZIENTE AUTOSUFFICIENTE...8 c-po pr.04 - Ediz Rev Data 01/08/2017 Pagina 2 di 8

3 1. L INCONTINENZA URINARIA La incontinenza urinaria consiste nella perdita involontaria di urine che avviene in tempi e luoghi inadeguati, provocando problemi di tipo igienico e di tipo sociale. La prevalenza dell incontinenza varia a seconda che si comprenda o meno nella definizione l incontinenza occasionale, è comunque frequente nei centri di degenza per anziani e presenta delicati problemi che investono la sfera personale ed assorbe una elevata percentuale del tempo dedicato all assistenza. 1.1 GESTIONE DELL INCONTINENZA URINARIA Fase di valutazione L'Operatore, attraverso domande dirette ("Le capita mai di bagnarsi") e tramite l osservazione del comportamento minzionale e delle perdite urinarie, segnala il problema all'infermiere L'Infermiere verifica (se necessario con l'aiuto del Medico) la presenza di condizioni che possono provocare incontinenza transitoria (infezione delle vie urinarie, stasi fecale, effetto di farmaci, aumento di produzione di urina, disabilità, stato confusionale acuto). Secondo giudizio medico collabora al trattamento degli eventi scatenanti l incontinenza L'Infermiere in caso di incontinenza persistente esegue sul paziente collaborante il test del colpo di tosse (significativo se almeno 200 cc di urina in vescica; se la perdita avviene simultaneamente al colpo di tosse è probabile incontinenza da stress; se inizia o si prolunga dopo il colpo di tosse è più probabile incontinenza da urgenza) e valuta in tutti la presenza di ristagno postminzionale con ultrasuoni «50 cc normale; > 200 cc patologico, valori intermedi richiedono giudizio clinico) Il Medico, informato dei risultati valuta la necessità di indagini di secondo livello oppure di trattamento della incontinenza persistente Fase di trattamento L'obiettivo della continenza indipendente (espletamento della funzione in modo autonomo e senza assistenza) è raggiungibile nei pazienti con incontinenza da sforzo e da urgenza, senza ostruzione e senza c-po pr.04 - Ediz Rev Data 01/08/2017 Pagina 3 di 8

4 deficit cognitivo (MMSE > 24). I provvedimenti medici ed assistenziali potranno comprendere farmaci, procedure chirurgiche, fisioterapia, correzione del vestiario, rimozione di barriere L'obiettivo della continenza dipendente (mantenuta in persone con deficit fisici e psichici grazie all'aiuto di caregiver) è teoricamente raggiungibile in molti pazienti. Consiste nel ridurre gli episodi di incontinenza, prevenendo le perdite, piuttosto che nel ripristinare un normale comportamento minzionale. L'utilizzo di presidi di raccolta (pappagallo, padella) può rendere praticabile la scelta anche nel paziente allettato o ipomobile. La possibilità di raggiungere l'obiettivo nel singolo paziente, attraverso interventi comportamentali (diario minzionale, "scheduled voiding" o "prompted voiding", verifica del diario minzionale), può essere discussa in sede di PAI. Negli Ospiti in cui è possibile soltanto una continenza sociale (persone compromesse da un punto di vista fisico e/o mentale così che possono essere mantenute asciutte soltanto per mezzo di ausili applicati sulla persona) la scelta del tipo di intervento si basa prevalentemente sulla presenza o meno di ristagno post-minzionale. Se non è presente ristagno è indicato l'assorbente, in caso di ristagno significativo il catetere a dimora o estemporaneo, secondo giudizio medico. Nei pazienti con assorbenti, la frequenza dei cambi deve essere stabilita a seconda della qualità del presidio utilizzato, della diuresi, delle condizioni della cute e delle mucose. 2. L INCONTINENZA FECALE L incontinenza fecale è un sintomo invalidante, ad eziologia multifattoriale, che può comportare una invalidità fisica e psicologica il cui risultato è il progressivo isolamento dalla vita sociale e relazionale dell assistito, il quale accentua negli anziani e nei disabili il bisogno di assistenza. Si distinguono differenti tipi di incontinenza: Incontinenza anale da sforzo: la perdita di feci si verifica durante sforzi fisici, con i colpi di tosse o starnuti, in caso dunque di un repentino aumento della pressione addominale non compensato da un adeguato aumento riflesso della pressione nel canale anale; Incontinenza anale da urgenza: si verifica quando lo stimolo alla defecazione è urgente e lo sfintere anale esterno non riesce a contrastare la spinta propulsiva rettale se non per pochi secondi; Incontinenza anale totale: gli sfinteri anali (interno ed esterno) risultano deficitari con perdita continua di feci. c-po pr.04 - Ediz Rev Data 01/08/2017 Pagina 4 di 8

5 2.1 CAUSE La continenza fecale è una complessa funzione fisiologica determinata dall interazione di diversi fattori rappresentati dalla consistenza delle feci, dalla motilità intestinale, dalla compliance e dalla capacità di reservoir del retto, dalla sensibilità rettale, dall integrità funzionale ed anatomica del meccanismo sfinterico anale, dall integrità funzionale ed anatomica dei muscoli e dei nervi del pavimento pelvico. Le cause che conducono all incontinenza fecale possono dipendere: da alterata consistenza fecale-stato diarroico da ridotta capacità di reservoir rettale o ridotta compliance da ridotta sensibilità rettale da alterazione del meccanismo sfinteriale o del pavimento pelvico Debolezza muscolare La debolezza dei muscoli dell'ano o dello sfintere potrebbe essere dovuta a: Parto Alcuni tipi di interventi chirurgici (ad esempio, per l'asportazione delle emorroidi) Lesioni Diarrea Questa può essere intermittente o costante a seconda della causa. Può essere dovuta a: Infezione (es. gastroenterite) Effetti collaterali di determinati farmaci, quali antibiotici Sindrome dell'intestino irritabile Diverticolite Alcune malattie specifiche (e relativamente non comuni), quali colite ulcerativa e morbo di Crohn c-po pr.04 - Ediz Rev Data 01/08/2017 Pagina 5 di 8

6 Stitichezza e fecaloma Questa è probabilmente la causa più comune dell'incontinenza fecale tra gli anziani e i disabili. L'incontinenza fecale di questo tipo è comunemente caratterizzata da evacuazione difficoltosa e infrequente con episodi di incontinenza o diarrea. Il loro verificarsi è imprevedibile. Vari fattori possono contribuire alla stitichezza. Essi includono: Regime alimentare inadeguato - basso in contenuto di fibra Insufficiente consumo di liquidi Scarsa mobilità Taluni farmaci; ad esempio, alcuni analgesici Vari disturbi medici Disturbi del sistema nervoso L'incontinenza fecale può talvolta essere causata da malattie o lesioni nervose. Tali condizioni possono indurre: Una mancanza di sensazioni tali da identificare il bisogno di svuotare l'intestino Perdita del contributo nervoso per tenere contratti i muscoli dello sfintere e tenere così chiuso l'ano Ad esempio, i seguenti disturbi neurologici possono talvolta causare l'incontinenza: Spina bifida Lesione alla colonna vertebrale Sclerosi multipla Ictus Demenza c-po pr.04 - Ediz Rev Data 01/08/2017 Pagina 6 di 8

7 Disturbi dell intestino crasso L'incontinenza fecale può anche manifestarsi a seguito dei seguenti disturbi dell'intestino crasso: Tumore Ragadi/fistole anali Emorroidi 2.2 LA RIABILITAZIONE DELL INCONTINENZA FECALE Il trattamento dell incontinenza fecale deve essere diversificato in base a due principi: la causa del sintomo e le condizioni generali dell assistito Paziente non autosufficiente Nel paziente non autosufficiente la causa dell incontinenza può essere varia e multipla, ma la prima causa che si deve escludere è la presenza di un fecaloma in ampolla rettale. In questi casi la rottura e l evacuazione del fecaloma risolve lo stato diarroico con un miglioramento della continenza, in quanto, fisiologicamente, è più facile il controllo delle feci normoconformate rispetto a quelle liquide. Lo stato diarroico dipendente da altre cause può essere corretto mediante la somministrazione di farmaci, di fibre o correggendo l alimentazione del paziente Paziente con gravi lesioni neurologiche L incontinenza di feci solide, intesa anche come imbrattamento, rappresenta l evenienza più frequente nel paziente con gravi lesioni neurologiche e con turbe psichiatriche. In questi casi è possibile evitare l incontinenza attuando alcuni accorgimenti. Nei pazienti in cui l incontinenza si manifesta nel periodo postprandiale è possibile sfruttare il fisiologico riflesso gastro-colico, che porta all evacuazione; servendo il pasto con il paziente posizionato su una sedia dotata di comoda, facendolo restare in questa situazione per un periodo congruo, egli evacuerebbe nella comoda senza sporcare. Nei casi in cui ciò non è possibile, si può attuare la tecnica del wash-out che consiste nella periodica pulizia intestinale mediante enteroclismi, che possono portare, anche con il supporto di una dieta povera di scorie e con la somministrazione di farmaci che rallentano il transito intestinale, periodi di continenza variabili dalle 48 alle 72 ore, sfruttando i tempi di transito intestinale. Lo svuotamento periodico provocato, permette al colon di restare sgombro di feci per almeno il periodo necessario al suo riempimento. c-po pr.04 - Ediz Rev Data 01/08/2017 Pagina 7 di 8

8 2.2.3 Paziente autosufficiente Diverse sono le tecniche da attuare nel paziente autosufficiente, in buone condizioni cliniche, affetto da incontinenza fecale, al fine di migliorarne la qualità di vita. Quando le cause dell incontinenza non sono dovute a condizioni patologiche gravi (tumori e traumi cerebromidollari, tumori del retto e dell ano, altre patologie prognosticamente infauste), nel paziente autosufficiente, possono essere proposte ed attuate le tecniche riabilitative per il ripristino del controllo sfinteriale. La fisiochinesiterapia è attuata per educare il paziente a riconoscere i movimenti propri della muscolatura del pavimento pelvico, ha lo scopo di incrementare la forza contrattile e la resistenza della muscolatura striata, di prevenire l atrofia degli sfinteri anali. Gli esercizi devono essere personalizzati in base alla gravità del sintomo ed alle caratteristiche fisico-cliniche del paziente, essendo in alcuni casi controindicati. L elettrostimolazione degli sfinteri anali viene applicata al fine di migliorare il trofismo muscolare; inoltre essa rappresenta un feedback positivo per l apprendimento dello schema motorio di contrazione sfinterica. L applicazione della tecnica ha lo scopo di aumentare la forza e la durata della contrazione muscolare, di mantenere e migliorare l elasticità, la viscosità e la distensibilità di fibre muscolari denervate. Il biofeedback, definito anche condizionamento operativo, si basa sul principio che qualunque funzione, abitualmente involontaria dell organismo, può essere controllata dalla volontà se è monitorata e portata alla conoscenza dell individuo. Quindi, l obiettivo del biofeedback è quello di portare alla conoscenza del paziente, per mezzo di segnali visivi, acustici e sensoriali, funzioni motorie o viscerali che normalmente non è in grado di controllare con la volontà. L applicazione di tale tecnica ha lo scopo di far apprendere al paziente il meccanismo di contrazione sfinteriale e di migliorarne la forza e la durata. c-po pr.04 - Ediz Rev Data 01/08/2017 Pagina 8 di 8

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