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1 COSVAP Distretto Pesca 1 di 85 COSVAP Distretto Produttivo della Pesca del Distretto Produttivo della Pesca Industriale del Mediterraneo

2 COSVAP Distretto Pesca 2 di 85 INDICE Patto di sviluppo distrettuale pesca... 4 Denominazione... 4 Tipologia di filiera produttiva... 4 Premessa... 4 Il contesto Mediterraneo... 7 L'attività di pesca nel Mediterraneo... 7 La specificità del Mediterraneo... 8 Estensione ridotta delle acque nazionali rispetto alle acque internazionali... 8 Stock ed attività di pesca comuni... 8 Caratteristiche generali delle attività di pesca... 9 Disponibilità dei dati scientifici... 9 Concorrenza con altre attività...10 Stato delle risorse...10 Aspetti ambientali...12 L'applicazione della PCP nel Mediterraneo...13 L industria della pesca in Sicilia PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA La filiera della pesca in Sicilia IL NAVIGLIO PER COMPARTIMENTI E SISTEMI DI PESCA La Cantieristica navale in Sicilia Localizzazione territoriale del Distretto Produttivo della Pesca Industriale La Filiera della Pesca nell Area Distrettuale FILIERA DELLA PESCA A MAZARA DEL VALLO PUNTI DI ECCELLENZA E PUNTI DI CRITICITÀ DEL DISTRETTO La filiera del COSVAP - Distretto Produttivo della Pesca Industriale del Mediterraneo Analisi organizzativa delle catene di fornitura FOOD Analisi organizzativa delle catene di fornitura No Food Programma triennale azioni innovative del distretto Pesca 46 PREMESSA SOLUZIONE PROGETTUALE FINALITÀ OBIETTIVI LINEE DI SVILUPPO STRATEGICO AZIONE 1 OSSERVATORIO DELLA PESCA AZIONE 2 - CENTRO DI COMPETENZA... 52

3 COSVAP Distretto Pesca 3 di 85 AZIONE 3 - CENTRO DI CERTIFICAZIONE E PROVA AZIONE 4 - MARKETING DI DISTRETTO E D.O.P AZIONE 5 - RISPARMIO ENERGETICO AZIONE 6 - INTERNAZIONALIZZAZIONE DI DISTRETTO AZIONE 7 - FISCALITÀ DI DISTRETTO E FINANZA Aumentare il capitale proprio Diversificare le fonti di finanziamento Allungare la scadenza del debito Il ruolo dei Confidi Rating di distretto AZIONE 8 - COMPETENZE E RISORSE UMANE AZIONE 9 - PIATTAFORMA DIGITALE DI DISTRETTO AZIONE 10 - INFRASTRUTTURE DI DISTRETTO Mercato del Pesce (secondo stralcio funzionale, completamento) Stazione Marittima Servizi portuali ( acqua, luce, carburante e servizi igenici ) Escavazione del Porto canale Elenco delle imprese sottoscrittori, n addetti, fatturato 2005, fatturato esportazione Piano finanziario di massima Rappresentante del Patto di Distretto... 85

4 COSVAP Distretto Pesca 4 di 85 Patto di sviluppo distrettuale pesca Denominazione COSVAP - Distretto Produttivo della Pesca Industriale del Mediterraneo. Tipologia di filiera produttiva La Filiera produttiva è quella delle attività della pesca, dalla cattura alla commercializzazione, passando per le fasi di trasformazione, congelamento, confezionamento e lavorazione del pescato (FOOD). In essa sono rappresentate anche le altre attività connesse quali, la cantieristica navale, attività propedeutiche alla costruzione del naviglio da pesca e i servizi (NO FOOD). Premessa IL CO.S.VA.P. CONSORZIO SICILIANO PER LA VALORIZZAZIONE DEL PESCATO, con sede a Trapani presso la Camera di Commercio, è stato costituito il 26 marzo 1990 come consorzio fra imprese di produzione, trasformazione, distribuzione e commercializzazione del pesce siciliano, enti pubblici, associazioni di categoria ed operatori singoli ed associati. In dettaglio, la Camera di Commercio Industria e Artigianato di Trapani, le Centrali Cooperative, i rappresentanti dei produttori, dei commercianti, gli operatori dell industria di trasformazione del pescato. Nell aprile del 2001, presso la sede di Sviluppo Italia a Palermo, l assemblea del CO.S.VA.P. si riunisce per dare avvio alla costituzione del distretto. Fra i soci, il Comune di Mazara del Vallo, la Provincia Regionale di Trapani, la Camera di Commercio, le più grandi imprese della filiera della Pescato (dalla Cantieristica navale alle aziende di trasformazione del pescato), la Lega delle Cooperative, le Associazioni degli armatori, l Associazione degli Industriali di Trapani, le Organizzazioni sindacali. Nel maggio del 2005 il CO.S.VA.P. si trasforma in COSVAP - Distretto Produttivo della Pesca, aumentando il numero dei soci ed i rapporti istituzionali. Risultano attualmente iscritti al Consorzio oltre 80 soci fra cui: Enti Pubblici e di ricerca 1) C.C.I.A.A. Trapani; 2) C.N.R.; 3) Comune di Mazara del Vallo; 4) Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia; 5) Provincia Regionale di Trapani.

5 COSVAP Distretto Pesca 5 di 85 Associazioni di Categoria e Consorzi di produttori 1) A.G.C.I. Pesca; 2) Associazione Imprese Pesca (Armatori); 3) Associazione degli Industriali di Trapani; 4) Associazione Orientamento Pesca; 5) ConFidi Trapani; 6) Consorzio PROMARE (Ass. Armatori); 7) Consorzio SETENI; 8) Federcoopesca; 9) Lega Cooperative Pesca; 10) Medusa Onlus; 11) Patto Territoriale Agriturpesca; 12) U.N.C.I Pesca; 13) UNICOOP. Già da qualche anno il COSVAP sperimenta con successo una forma di aggregazione organizzata tra imprese, in un tessuto imprenditoriale contraddistinto da particolari caratteristiche, e finalizzata allo sviluppo di una area di sistema. Infatti, l Assessore Regionale dell Industria ha citato più volte il Distretto di Mazara del Vallo come esempio pratico, concreto e modello di riferimento dei Distretti Siciliani. Poiché il sistema ittico-produttivo siciliano, caratterizzato da noti fattori di debolezza, ha manifestato nel corso degli ultimi anni interessanti segnali di ripresa, e poiché i piccoli operatori del settore non dispongono - mediamente - delle risorse necessarie per adeguarsi ai frequenti cambiamenti che contraddistinguono i mercati, le tecnologie e le dinamiche competitive, (incorrendo in difficoltà notevoli per far fronte all esigenza di sviluppare nuove funzioni e competenze), il COSVAP si propone come strumento di promozione e coordinamento, nonché, come rappresentante delle esigenze di un intero settore. Il fine è quello di: definire una politica strategica (fiscale, finanziaria e amministrativa) che permetta di realizzare in cooperazione interventi destinati a specializzare e sostenere il settore; sviluppare specifiche competenze nel settore dell innovazione di prodotto e di processo, per approntare adeguate strutture distributive; promuovere la presenza sui mercati internazionali, la riorganizzazione interna e l investimento di lungo periodo; elevare i livelli culturali del settore.

6 COSVAP Distretto Pesca 6 di 85 Il Distretto ha sin qui partecipato e realizzato le seguenti iniziative: 1. Casa Sicilia a Parigi (2005); 2. Fiera della Pesca di Bruxelles ( ); 3. Progetto Women Network, for a new concept of Fisheries in social responsibility ( ); 4. Progetto Start Up collegamento Trapani-Birgi - Milano-Linate (2006); 5. Accoglienza delegazione finalizzata alla creazione di Rapporti commerciali bilaterali con Libia ed Egitto ICE - (2004); 6. Accoglienza delegazione finalizzata alla creazione di rapporti commerciali bilaterali con il Marocco ICE- (2005); 7. Fiera di Messina Expomare, 19 aziende partecipanti (2005); 8. Convegno sui Distretti con C.C.I.A.A. (2005); 9. Fiera Montecarlo Gastronomie 16 aziende partecipanti (2005); 10. Progetto di Internazionalizzazione ISAS - Baglio Basile (2005); 11. Convegno sul Progetto Genoma (2005); 12. Missione commerciale in Grecia Comune Mazara del Vallo - Atene (2004); 13. Missione commerciale Fiera di Bilbao - Comune Mazara del Vallo -(2004); 14. Missione commerciale Fiera di Boston - Comune Mazara del Vallo - (2005); 15. Missione promozionale presso Ristorante dei Senatori (2003).

7 COSVAP Distretto Pesca 7 di 85 Il contesto Mediterraneo L'attività di pesca nel Mediterraneo 1 La pesca nel Mediterraneo rappresenta un settore importante e vitale della pesca comunitaria. La flotta mediterranea corrisponde a circa il 22% dell'intera flotta comunitaria in termini di stazza, al 34% in termini di potenza motrice, mentre in numero di imbarcazioni rappresenta il 46% circa dei pescherecci comunitari. In media i pescherecci nel Mediterraneo sono più piccoli che nel resto della Comunità. Circa l'80% della flotta mediterranea, ovvero oltre pescherecci, ha una lunghezza inferiore a 12 metri; ciò conferisce alla flotta mediterranea le caratteristiche di una flotta artigianale di piccolo cabotaggio. Fatta eccezione del Distretto di Mazara del Vallo, ove la lunghezza media è superiore a 24 metri, cosicché quest area si caratterizza quale flotta alturiera di tipo industriale. Gli sbarchi nel Mediterraneo rappresentano quantitativamente un modesto 12% degli sbarchi complessivi della Comunità, sebbene il loro valore economico sia molto più alto. Ciò è dovuto al fatto che le catture nel Mediterraneo, anche di pesci di piccola taglia hanno un valore commerciale più elevato. Il settore della pesca garantisce, nei quattro Stati membri mediterranei, oltre posti di lavoro, compresi i posti di pescatore a tempo parziale, pari al 42% dell'occupazione complessiva nel settore delle catture a livello comunitario 2. L'apparente discrepanza tra l'importanza socioeconomica della pesca mediterranea e l'attenzione ad essa dedicata nell'ambito della politica comune della pesca ha suscitato grandi preoccupazioni. 1 Bruxelles, COM(2002) 535 definitivo COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO relativa ad un piano d'azione comunitario per la conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo nell'ambito della politica comune della pesca 2 Fonte: Regional socio-economic studies on employment and the level of dependency on fishing (1999).

8 COSVAP Distretto Pesca 8 di 85 La specificità del Mediterraneo Il Mediterraneo e le attività di pesca che vi si svolgono sono caratterizzati da una serie di elementi che si ripercuotono sulla politica di conservazione della PCP. Tra questi elementi figurano: l'estensione ridotta delle acque nazionali rispetto alle acque internazionali, la relativa importanza degli stock transazionali e comuni, le caratteristiche generali dell'attività di pesca, la disponibilità di dati scientifici e una serie di altre considerazioni, come ad esempio la pesca sportiva. Estensione ridotta delle acque nazionali rispetto alle acque internazionali Nel Mar Mediterraneo, la piattaforma continentale è generalmente stretta ed i fondali di pesca si trovano perlopiù vicino alle coste, nelle acque territoriali. Questa situazione, assieme ad una serie di considerazioni politiche, spiega probabilmente perché nel Mediterraneo non siano state sinora istituite zone economiche esclusive (ZEE). Sono state istituite solamente alcune zone di pesca protette (Spagna: 49 miglia e linea mediana) o zone di pesca esclusive, come nel caso di Malta (25 miglia). L'estensione delle acque soggette alla giurisdizione nazionale rispetto alle acque internazionali è pertanto più limitata che in altre parti della Comunità. Stock ed attività di pesca comuni Vista l'estensione limitata delle acque nazionali e le bordate di pesca generalmente brevi, che durano spesso solo uno o due giorni, sono poche le zone in cui si trovano a pescare flotte di più Stati membri oppure flotte comunitarie e non comunitarie. La presenza, nella stessa zona di pesca, di flotte di più nazioni costituisce l'eccezione piuttosto che la regola. La percezione degli stock e delle zone di pesca comuni è tuttavia rapidamente cambiata, sia grazie a pareri scientifici più precisi che all'emergere di nuove attività di pesca che estendono il loro campo d'azione al di fuori delle acque nazionali. Il numero di attività di pesca classificabili come comuni è aumentato in numerose acque come ad esempio il Mare di Alboran, il Golfo del Leone, il Mar Tirreno settentrionale, il Mare Adriatico, il Mare Ionio, il Mar Egeo, il Canale di Sicilia e il Golfo di Gabès. Oltre alle specie altamente migratorie, che sono presenti nell'intero bacino mediterraneo, è stato concordato un elenco minimo degli stock comuni nell'ambito della CGPM 3 e dei sottoprogrammi regionali della FAO 4. Questo elenco potrebbe essere esteso in futuro ad altre specie e ad altre zone di pesca ma il numero di 3 Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo. 4 COPEMED, ADRIAMED e MEDSUDMED.

9 COSVAP Distretto Pesca 9 di 85 attività di pesca comuni già identificato giustifica un'azione comune sia a livello comunitario che internazionale. Caratteristiche generali delle attività di pesca La pesca praticata dalla maggior parte della marineria del Mediterraneo è prevalentemente di tipo artigianale; fanno eccezione poche marinerie (Mazara del Vallo, San Benedetto del Tronto, etc ). Si tratta perlopiù di attività di piccola pesca che, nelle acque costiere, praticano mestieri diversi in funzione del periodo dell'anno. Nel Mediterraneo vi è inoltre un'alta percentuale di pescatori semiprofessionali e a tempo parziale e la struttura delle imprese è perciò diversa rispetto ad altre zone comunitarie. Sia i tassi di cattura che i quantitativi giornalieri catturati da ogni peschereccio sono generalmente assai bassi rispetto alle zone di pesca non mediterranee. Il valore economico delle catture non è però solamente determinato dal quantitativo globale degli sbarchi ma anche dalla diversità delle catture; infatti, anche piccoli quantitativi di pesci molto pregiati, spesso specie di piccola taglia ed a breve ciclo di vita, possono far aumentare il prezzo globale delle catture. Le interazioni tecnologiche, cioè quando vari attrezzi di pesca catturano le stesse specie, sono assai frequenti e possono interessare sia la piccola pesca artigianale (che può pescare fasi giovanili di sardine o acciughe, naselli riproduttori, triglie, pagelli fragolini, spigole, orate, occhialoni, altri sparidi, sogliole, razze, sgombri, suri, sugarelli, seppie, altri cefalopodi, gamberi e gamberetti, tonni ecc.), sia la pesca industriale con reti a strascico e altri attrezzi trainanti (che può pescare naselli, triglie, pagelli fragolini, spigole, orate, occhialoni, altri sparidi, sogliole, razze, sgombri, suri, sugarelli, sardine, acciughe, seppie, altri cefalopodi, gamberi e gamberetti) e pescherecci con reti da traino pelagiche e sciabiche (che pescano sardine e acciughe, cefalopodi, sgombri, suri, sugarelli, spigole e sparidi, tonni ecc.). I punti di sbarco sono piccoli e numerosi, disseminati lungo migliaia di chilometri di costa e molto spesso sprovvisti di un mercato; ciò rende difficili i controlli e le misure di esecuzione. Il fatto che i fondali di pesca siano generalmente situati nelle vicinanze della costa, dove si registra la più alta biodiversità delle specie bentoniche e demersali, fa sì che numerosi pescatori si contendano gli spazi disponibili e che le attività di pesca abbiano un forte impatto sull'ambiente bentonico costiero che rappresenta, a sua volta, un habitat essenziale per le specie ittiche. Disponibilità dei dati scientifici Gran parte dei fondali di pesca è situata nella acque nazionali. Questo ha rafforzato il convincimento che le misure di gestione potessero venir adottate separatamente con la

10 COSVAP Distretto Pesca 10 di 85 conseguenza che le autorità nazionali hanno affrontato i problemi di gestione in un'ottica geografica ristretta. Questa situazione, oltre ad una certa propensione della comunità scientifica a privilegiare la ricerca sull'ecologia e la biologia marina, ha provocato discontinuità tra il lavoro scientifico svolto e le iniziative di gestione. In generale, le raccomandazioni derivanti dalla ricerca scientifica hanno trovato scarsa applicazione nella gestione della pesca e alle strategie di gestione, come ad esempio i programmi di contenimento dello sforzo, è mancato perlopiù un fondamento scientifico. Inoltre, nonostante l'entità delle ricerche scientifiche e delle conoscenze sulla pesca e le risorse nel Mediterraneo, non vi è un organismo scientifico generale che possa, analogamente al CIEM 5 in altre acque comunitarie, promuovere e coordinare le attività e i risultati scientifici, valutare i pareri scientifici e presentarli in una forma adeguata che serva di base alla gestione della pesca. Tale problema è stato affrontato con la creazione, nel 1999, del Comitato consultivo scientifico (SAC) della CGPM. Concorrenza con altre attività Forse più che altrove nella Comunità, il turismo esercita una forte pressione sulle zone costiere del Mediterraneo; ne consegue che, in queste aree, le varie attività sono in competizione tra di loro. Il fatto che la pesca di alcuni stock comuni si svolga lungo la costa nonché i movimenti stagionali di specie altamente migratorie nelle acque litorali provocano interazioni e competizione tra i pescatori professionali e quelli sportivi. Questi ultimi possono avere un forte impatto sull'utilizzazione delle risorse, sino ad oltre il 10% della produzione totale alieutica. La pesca sportiva e la pesca a tempo parziale debbono essere pertanto debitamente tenute in considerazione, in particolare quando sfruttano stock comuni o entrano in competizione con la pesca commerciale, che è soggetta a norme di gestione più vincolanti. Stato delle risorse È stato da tempo rilevato che la maggior parte delle risorse della pesca del Mediterraneo siano sovrasfruttate; questo vale sia per le specie demersali, sia per i piccoli pelagici, sia per le specie altamente migratorie. Per quanto riguarda queste ultime, l'iccat 6 ha esaminato in passato lo stock orientale di tonno rosso, che è risultato soggetto ad un forte sovrasfruttamento. Sebbene l'accuratezza di questa valutazione sia spesso messa in discussione, in conseguenza dell elevata incertezza determinata dalla mancanza di dati fondamentali, è 5 Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare. 6 Commissione internazionale per la conservazione dei tonni dell'atlantico.

11 COSVAP Distretto Pesca 11 di 85 praticamente certo che lo stock in questione sia sovrasfruttato. Vi sono anche seri interrogativi riguardo al numero di tonni rossi pescati e messi in gabbia nel Mediterraneo a scopo di allevamento, spesso senza che le catture siano regolamentate e dichiarate. Si sospetta che questa attività di pesca incrementi la pressione sugli stock. Considerazioni analoghe valgono anche per il pesce spada del Mediterraneo, per il quale è dimostrato che le modalità di sfruttamento provocano la presenza, nelle catture, di grossi quantitativi di novellame e reclute dell'anno. Per avere un quadro preciso dello stato dei principali stock è necessario un impegno notevole nella raccolta di dati; i dati attualmente disponibili indicano comunque una situazione estremamente negativa. Le statistiche di cattura delle specie demersali e dei piccoli pelagici evidenziano, negli anni '90, una tendenza negativa per la maggior parte delle specie o gruppi di specie. I tassi di cattura giornalieri per peschereccio sono drasticamente diminuiti rispetto a quelli di alcuni decenni fa, nonostante il recente incremento della potenza e dell'efficienza dei pescherecci. Anche la composizione delle catture, sia in termini di specie che delle varie taglie presenti, è cambiata nel corso del tempo. In molte zone le specie con un lungo ciclo di vita e quelle di dimensioni maggiori sono praticamente scomparse dalle catture di pesci demersali. Le valutazioni attualmente in corso nell'ambito della CGPM e dell'iccat e che riguardano le specie demersali, nonché i piccoli e i grossi pelagici, confermano il sovrasfruttamento di numerose risorse ed evidenziano la necessità di ridurre la mortalità sulle fasi giovanili e di diminuire l'attuale sforzo di circa il 15-30% per le attività di pesca che catturano stock sovrasfruttati. Nonostante il sovrasfruttamento accertato di numerose risorse, sono pochi gli stock scientificamente dichiarati a rischio di esaurimento. Alcuni esempi in questo senso sono l'acciuga lungo la costa spagnola settentrionale, l'occhialone nel Mare di Alboran e il nasello nel Golfo del Leone. Questa capacità a lungo termine di tenuta delle attività di pesca del Mediterraneo, dove non si è verificato sinora alcun drastico esaurimento delle risorse bersaglio, fatta eccezione per l'acciuga verso la metà degli anni '80, viene generalmente spiegata con il fatto che una parte degli stock di individui adulti è rimasta probabilmente inaccessibile alle reti da traino a piccole maglie. Questa caratteristica della pesca nel Mediterraneo, che è dovuta ai metodi di pesca, alle caratteristiche degli attrezzi e dei natanti e alla presenza di numerosi fondali inaccessibili per le reti da traino ha permesso che si creassero, nella normale zona di distribuzione di numerose specie, enclave spazio/temporali che consentono ad una parte dello stock di raggiungere la maturità sessuale, evitando così l'esaurimento della popolazione. La situazione è comunque rapidamente cambiata nell'ultimo decennio, a seguito della maggiore efficienza dei metodi di pesca, sia in termini di potenza motrice dei natanti che di dimensioni degli attrezzi da pesca, dell'impiego sempre più diffuso di sistemi elettronici perfezionati per localizzare il pesce e, soprattutto, dell'introduzione di attrezzi fissi che catturano i riproduttori di numerose specie a lungo ciclo di vita in aree finora inaccessibili alle reti da traino. La pesca illegale con reti da traino, diffusa nelle zone costiere, ha inoltre ridotto

12 COSVAP Distretto Pesca 12 di 85 l'effetto rifugio ; ciò è dovuto all'inadeguata applicazione della normativa vigente che limita l'uso degli attrezzi trainati ad una profondità superiore a 50 metri o ad una distanza dalla costa superiore a 3 miglia se la profondità non raggiunge i 50 metri. Questo dimostra la necessità di adottare misure di gestione che riportino lo sfruttamento a livelli sostenibili ed evitino che vengano superati i limiti di sicurezza biologici degli stock. L'attuale livello dello sforzo di pesca e l'impiego di attrezzi trainati con maglie di piccole dimensioni, combinato con il ricorso ad una serie di attrezzi che sfruttano le risorse nelle varie classi di età, sono incompatibili con attività di pesca redditizie e sostenibili. Aspetti ambientali Nel Mediterraneo i fondali di pesca si trovano generalmente in prossimità della costa, laddove la biodiversità è maggiore; vi è pertanto una crescente sensibilità per l'impatto della pesca sia sugli habitat che sulle specie non commerciali. A prescindere dagli obblighi giuridici inerenti alla tutela dell'ambiente, un settore della pesca responsabile ha tutto l'interesse a garantire non solo la conservazione delle specie bersaglio ma anche delle specie che appartengono allo stesso ecosistema oppure che sono associate alle specie bersaglio o che ne dipendono. Si tratta di una condizione fondamentale per tutelare la biodiversità e l'integrità degli ecosistemi marini e, di conseguenza, la produttività degli habitat di vitale importanza per i pesci, con effetti positivi anche per gli stock commerciali e per le attività di pesca. I principali rischi ambientali derivanti dalla pesca nel Mediterraneo possono essere classificati in due gruppi: danni alla biodiversità e danni agli habitat. Il primo tipo di danni è riconducibile alla forte utilizzazione di attrezzi da pesca con piccole maglie nonché al sovrasfruttamento delle specie commerciali. Si ritiene che se la pesca di specie commerciali, così come le altre attività di pesca comunitarie, fosse riportata a livelli sostenibili, ciò andrebbe a beneficio dell'ambiente. Va comunque precisato che uno sfruttamento sostenibile degli stock ittici commerciali non significa necessariamente la salvaguardia della biodiversità in senso lato e, pertanto, misure di conservazione ambientale saranno sempre necessarie. Oggigiorno, sono numerose le specie non bersaglio in pericolo, come ad esempio mammiferi marini, uccelli e rettili. Se è vero che talvolta la minaccia principale non è costituita dalle attività di pesca, come ad esempio nel caso della riduzione delle aree di nidificazione delle tartarughe marine e degli uccelli marini, è chiaro però che la pesca può incrementare i rischi per queste popolazioni. L'impiego diffuso di draghe e di reti a strascico, spesso armate di catene o di altri dispositivi che permettono di trascinarle su fondi marini rocciosi ( rock-hopper ) è stato indicato come la causa principale della scomparsa delle praterie di Fanerogame marine in

13 COSVAP Distretto Pesca 13 di 85 acque di bassa profondità e del deterioramento delle popolazioni bentoniche sui fondali rocciosi. Le tecniche a forte impatto, come ad esempio la croce di Sant'Andrea per l'estrazione del corallo rosso (Corallium rubrum) o lo sfruttamento del dattero di mare (Lithophaga lithophaga) e del dattero bianco (Pholas dactylus) mediante la distruzione delle rocce abitate da questi bivalvi sono state proibite da lungo tempo ma sembra che tale divieto non venga correttamente applicato. Vi sono poi segnali inquietanti che indicano come gli esplosivi e i veleni continuino ad essere utilizzati illegalmente. A livello regionale/internazionale vanno segnalati alcuni sviluppi nel campo della protezione ambientale in relazione alla pesca. Da un lato la protezione dell'ambiente rientra tra gli obiettivi generali della CGFM, che ha creato un sottocomitato del proprio Comitato consultivo scientifico per occuparsi dei problemi ambientali, e anche la ICCAT si sforza sempre di più di tener conto, nelle proprie raccomandazioni in materia di gestione, della tutela dell'ambiente. Vi sono, d'altro lato, accordi multilaterali in materia di ambiente, come ad esempio la Convenzione di Barcellona e la Convenzione di Berna, che hanno conseguenze anche per la tutela ambientale nel Mediterraneo in relazione alle attività di pesca. L'applicazione della PCP nel Mediterraneo Nell'ambito della politica comune della pesca (PCP), la politica strutturale e la politica di mercato sono state applicate nel Mediterraneo allo stesso modo che in altre regioni comunitarie. Ciò vale anche per la politica di controllo, sebbene l'applicazione di alcuni aspetti di tale politica sia stata ritardata nel Mediterraneo. La politica di conservazione è stata invece attuata nel Mediterraneo in modo diverso. Questa situazione è in gran parte il risultato della specificità del Mediterraneo di cui abbiamo parlato in precedenza, ma in alcuni casi questa specificità è stata utilizzata come pretesto per non applicare misure che, anche in questo bacino, sono importanti e necessarie. È evidente che, per la Comunità, regolamentare la pesca nel Mediterraneo è altrettanto importante che in altre zone di pesca; tale regolamentazione deve essere migliorata sino a raggiungere lo stesso grado di sviluppo e di priorità che nel resto della Comunità, senza escludere l'eventualità di strumenti specifici.

14 COSVAP Distretto Pesca 14 di 85 L industria della pesca in Sicilia 7 L industria della pesca in Sicilia è certamente un attività di grande rilevanza sia per il numero di addetti che per l importanza economica che la caratterizza. A Mazara del Vallo, che rappresenta da sempre il porto peschereccio più importante della pesca italiana e del bacino del Mediterraneo, sono concentrate le problematiche relative alla pesca a strascico d altura, alla pesca oceanica, dell industria della trasformazione del pescato e della commercializzazione; secondo la definizione comunitaria essa è zona dipendente della Pesca. Nel primo segmento si annovera l annosa problematica del contenzioso relativo alla pesca nelle acque prospicienti la costa nord africana. Innumerevoli sono stati i tentativi di risoluzione in chiave politica e diplomatica con i governi tunisino, libico e algerino, tuttavia, casi anche recenti, dimostrano che la questione è ancora aperta. Inoltre, la costa occidentale dell isola ha registrato, nel corso degli ultimi anni, una forte concentrazione delle attività di pesca, la crescita della flotta, da un lato, e l eccessivo sfruttamento delle risorse, dall altro, hanno determinato una contrazione della competitività del sistema. Fra i punti di forza va certamente registrata l esistenza di una buona organizzazione produttiva e commerciale, la presenza di una importante comunità tunisina che consente di dare maggiore flessibilità al mercato del lavoro locale e che pure si caratterizza per una qualificata consistenza. Fra gli altri aspetti positivi vi è da registrare un crescente impulso in favore del pescaturismo, l attività che consente ai pescatori di integrare il proprio reddito con lo sviluppo di servizi turistico-ricettivo, anche se è opportuno sottolineare che l attuale normativa siciliana non consente l estensione dei provvedimenti a tutta la filiera produttiva, in ragione anche all esigenza di riconversione e diversificazione. I punti di debolezza sono numerosi e di un certo rilievo. La dimensione medio piccola delle imprese, la numerosità degli addetti, e la diminuzione progressiva delle risorse, determinano di per sé una scarsa redditività con gli inevitabili riflessi in termini di organizzazione commerciale e produttiva, oltre che di difficoltà in termini di capitalizzazione societaria. Il soddisfacimento delle esigenze produttive e reddituali delle imprese di pesca, richiede la ricerca costante di nuove aree di pesca, ed un indispensabile processo di internazionalizzazione delle imprese. 7 (dati tratti dal documento: azioni strutturali nel settore della pesca Italia, P.O.N. PESCA obiettivo 1, approvato dalla Commissione il 17/11/2000 decisione n CE (2000) 3384).

15 COSVAP Distretto Pesca 15 di 85 Punti di forza e di debolezza Area Punti di forza Punti di debolezza Sicilia Offerta di lavoro qualificata; Buona organizzazione produttiva e commerciale; Vicinanza con Paesi Terzi detentori delle risorse; Potenzialità della flotta oceanica; Potenzialità di sviluppo del pescaturismo ed ittiturismo. Bassa redditività; Basso livello di specializzazione produttiva in alcuni segmenti della filiera; Mancato rispetto delle normative comunitarie (ambiente, etc..); Basso grado di capitalizzazione delle imprese; Carenza di iniziative a supporto delle professionalità; Scarsa integrazione tra i soggetti economici. La funzione di produzione del settore, per quel che concerne l attività di sfruttamento delle risorse, è vincolata alla componente biologica che ne determina l effettiva capacità di crescita. Essa risulta inelastica rispetto all azione umana. Peraltro, gli interventi a sostegno dello sviluppo socio economico del settore producono, nella gran parte dei casi, effetti valutabili solo nel medio lungo periodo. Mentre nel caso dell industria della cantieristica navale e della trasformazione del pescato la diversificazione ha prodotto degli incrementi significativi, che hanno determinato una compensazione dal punto di vista dell occupazione e del reddito medio. Questi dati sono riconducibili alla capacità di diversificazione nel segmento della cantieristica nonché al dinamismo dell import-export registrato nel settore della trasformazione. Per quanto riguarda la commercializzazione di prodotti ittici freschi va notato come le unità risultino distribuite in maniera molto capillare su tutto il territorio regionale e, in particolare, lungo le aree costiere in prossimità dei punti di produzione. Dal punto di vista strutturale emerge, però, una situazione di parziale abbandono delle strutture pubbliche adibite alla commercializzazione del pescato, molti mercati ittici non sono in grado di assicurare un servizio sufficientemente valido sotto il profilo dell efficienza funzionale e della dotazione di attrezzature. La carenza più grave è costituita dall insufficienza di attrezzature atte a garantire il controllo igienico-sanitario dei prodotti ittici. Alcuni mercati, infatti, non sono, allo stato attuale, in grado di assicurare in tempi ragionevoli i controlli sanitari e le attività di sorveglianza sulla corretta esecuzione delle attività di scambio al loro interno.

16 COSVAP Distretto Pesca 16 di 85 Dunque, anche per la commercializzazione si rinvengono gli stessi problemi evidenziati per le differenti componenti della filiera pesca, in prevalenza rappresentati da ritardi nei processi di modernizzazione e scarsa efficienza organizzativa. La gestione è generalmente affidata a cooperative di pescatori oppure ai Comuni che, in genere, non dispongono della disponibilità finanziaria necessaria per le opere di manutenzione straordinarie. Sulla base delle richieste di finanziamento pervenute negli anni precedenti all Amministrazione, le richieste di ammodernamento sono state sempre cospicue a conferma della necessità di migliorare le strutture dedite alla distribuzione del pescato. Per quanto riguarda la trasformazione, le imprese dedite a tale attività sono, nella maggior parte dei casi a conduzione familiare, per cui, sebbene sia avvertita dagli operatori la necessità di adottare misure che permettano un maggiore grado di innovazione e competitività, sono rari i casi in cui autonomamente le aziende si autofinanziano per migliorare la loro posizione di mercato. Le attività di sfruttamento delle risorse ittiche trovano nella esistenza di un equilibrio fra sforzo di pesca e dimensione biologica degli stock un vincolo invalicabile. È un fatto che il rapporto fra le due variabili si presenta, al contrario, in qualche caso squilibrato e la stessa sostenibilità e perennità delle risorse possono essere messe in discussione dalla presenza di una capacità di pesca eccessiva e da ritmi di attività non compatibili con la consistenza biologica degli stock oggetto di sfruttamento. In questo senso, il rapporto fra Pesca ed Ambiente assume spesso una connotazione problematica e complessa. Peraltro, occorre rilevare che le risorse ittiche subiscono effetti negativi prodotti anche da attività economiche diverse dalla Pesca che riversano nell Ambiente marino elementi inquinanti e nocivi per la sostenibilità delle risorse. In aggiunta, per evidenti ragioni di concentrazione degli inquinanti laddove la profondità delle acque risulta minore, gli effetti negativi risultano tanto maggiori quanto più vicino alla costa avviene l attività di sfruttamento. Tale circostanza rimanda immediatamente ad una prima conclusione relativa agli effetti redistributivi degli effetti inquinanti. Infatti, più che la pesca a carattere industriale, attiva in acque distanti dalla costa, è il segmento artigianale che opera lungo la fascia costiera che subisce gli effetti dell inquinamento, ed in particolare sono le risorse sessili quelle che finora hanno dimostrato la maggiore sensibilità rispetto ad alterazioni ambientali. In termini di pari opportunità, l analisi della situazione nel settore pesca segue l approccio metodologico proposto dal Documento predisposto dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio (Valutazione Impatto Strategico Pari opportunità VISPO). E perciò forte la consapevolezza che nella definizione di adeguate strategie di sviluppo nel Meridione d Italia si debba tenere in debito conto la situazione della forza lavoro femminile e delle fasce sociali a rischio di marginalizzazione. Va da sé però che tale intento vada coniugato con caratteristiche e peculiarità del settore esaminato. A tale proposito si premette che la definizione di adeguati parametri di

17 COSVAP Distretto Pesca 17 di 85 quantificazione della presenza delle fasce più deboli nel mercato del lavoro della pesca è praticamente non percorribile in quanto mancano fonti statistiche (Istat) che forniscano dati attendibili circa i livelli occupazionali in tale settore spesso aggregato all agricoltura, il cui maggior peso in termini di addetti tende ad appiattire qualsiasi caratteristica o peculiarità del sistema ittico nazionale. In tal senso particolare difficoltà si riscontra nella ricostruzione del dato relativo al Sud d Italia ed a maggior ragione impossibile è una sua disaggregazione per fasce sociali. Se si considera l attività lavorativa svolta dai marittimi imbarcati, non è difficile comprendere che tale tipologia di lavoro presenta notevoli ostacoli all inserimento di donne. Al Sud, tra l altro, le donne a causa della estrema pesantezza del lavoro e della necessità di prolungata assenza da casa in caso di imbarco (condizione inconciliabile con esigenze legate alla vita familiare, come la maternità e l educazione dei figli) difficilmente fanno convergere la loro domanda di impiego su questo settore. Ciò induce a configurare il fenomeno non tanto in termini di chiusura del mercato, ma in termini di scarsa appetibilità da parte di tale componente del mercato del lavoro. Tale situazione si modifica nei processi produttivi di trasformazione del pescato ove rilevante e qualificata è la presenza femminile. Il ruolo delle fasce deboli potrebbe acquisire progressiva importanza soprattutto in un ottica di riconversione della attività della pesca verso altri settori, come il pescaturismo (pensiamo soprattutto al ruolo che in tal caso potrebbe spettare alle mogli degli armatori). L età media degli addetti aumenta progressivamente a seguito del mancato ricambio generazionale, infatti, le giovani generazioni manifestano spesso uno scarso interesse per le attività legate alla pesca e tendono ad interrompere le tradizioni familiari. Anche se in termini di scolarizzazione l apprendimento delle competenze e della professionalità relativa all attività della pesca non è legata in alcun modo al mondo classico dell istruzione, ma si impara in maniera diretta ed empirica in mare, è proprio tale fenomeno che dà ragione dello scarso livello di istruzione degli addetti sebbene ciò non ne comprometta l efficacia lavorativa e della scarsa presenza di una componente giovanile forte. Quindi è certamente auspicabile provvedere ad un miglioramento del grado di istruzione/formazione nello specifico settore della pesca. Il volano della formazione non potrà che giocare un ruolo determinante per agevolare, in taluni casi, l ingresso dei giovani nel mercati del lavoro e, in altri, l attività di riconversione. L esigenza di creare nuove professionalità e nuovi saperi nel settore della pesca è una caratteristica che attraversa i differenti comparti ed, anche in questo caso, potrà tornare utile una adeguata programmazione degli interventi possibili nelle aree a maggior suscettibilità di sviluppo e secondo percorsi formativi concordati in sede negoziale con le parti sociali. Un forte elemento di criticità del mercato del lavoro nel settore della pesca, infine, è legato alla massiccia presenza di imbarcati extracomunitari (soprattutto del Nord Africa), che talvolta possono essere ricondotti ad attività del sommerso.

18 COSVAP Distretto Pesca 18 di 85 La filiera della pesca in Sicilia In Sicilia secondo l ultimo censimento dell ISTAT (tab. 1), la filiera della pesca risulta composta da aziende che impiegano quasi 12 mila addetti e presentano una dimensione media di 4,6 addetti, superiore al dato nazionale (3,7). Il settore primario in Sicilia incide per il 46,6% delle aziende, percentuale che passa al 70% considerando gli addetti, mentre il 48,6% delle aziende appartengono al settore terziario (17,9% come addetti) e il 4,8%appartiene al settore secondario (4,8% contro il dato nazionale pari a 2,7%). Tab. 1 Filiera della Pesca in Sicilia - Riepilogo per Settore Settore Aziende Addetti Dimensione Aziende media % Addetti % Primario ,0 46,6 70,0 Trasformazione ,6 4,8 12,1 Commercio ,7 48,6 17,9 Totale , Fonte: Elaborazione su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT A livello provinciale (tabb. 2, 3) la filiera più numerosa risulta quella trapanese con 572 aziende (22,6%), seguita da quella di Catania con 489 aziende (19,3%) e quella di Agrigento con 422 aziende (16,7%). Gli addetti si concentrano nella filiera trapanese (4.143 pari al 35,3%), in quella palermitana (2.212 pari al 18,8%) ed in quella agrigentina (1.886 pari al 16%). La filiera trapanese risulta anche quella con una dimensione maggiore, 7,2 addetti per azienda, superiore al dato regionale (4,6 addetti), seguita da quella palermitana con 5,8 addetti. A livello di singoli settori emerge che nel settore primario il primo posto spetta alla provincia di Trapani sia per numero di aziende (367), che per addetti (3.347), mentre per dimensione aziendale spetta a Palermo con 12,4 addetti per azienda. Nel settore secondario il primo posto spetta alla provincia di Agrigento sia per aziende (47), che per addetti (489), mentre per dimensione media il primo posto spetta a Messina con 18,5 addetti per imprese. Nel settore terziario il primo posto spetta alla provincia di Catania sia per aziende (283) che per addetti, mentre per dimensione media il primo posto spetta alle province di Agrigento e Caltanissetta con 2 addetti per azienda.

19 COSVAP Distretto Pesca 19 di 85 Tab. 2 Filiera della Pesca in Sicilia - Riepilogo per Settore e Province - Imprese Provincie Primario Trasformazione Commercio Totale Trapani Palermo Messina Agrigento Enna Caltanissetta Catania Ragusa Siracusa Sicilia Fonte: Elaborazione su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT Tab. 3 Filiera della Pesca in Sicilia - Riepilogo per Settore e Province - Addetti Provincie Primario Trasformazione Commercio Totale Trapani Palermo Messina Agrigento Enna Caltanissetta Catania Ragusa Siracusa Sicilia Fonte: Elaborazione su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT

20 COSVAP Distretto Pesca 20 di 85 Tab. 4 Imprese dedite alla pesca I primi 5 Comuni in Sicilia Catania Acireale Lampedusa e Linosa Sciacca Mazara del Vallo Mazara del Vallo Sciacca Lampedusa e Linosa Acireale Catania Imprese Addetti Fonte: Elaborazione su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT Tab. 5 Imprese dedite alla conservazione di pesci; congelamento, surgelazione, inscatolamento, ecc. I primi 5 comuni in Sicilia Lampedusa 6 32 Palermo Mazara del Vallo Bagheria Sciacca Sciacca Bagheria Mazara del Vallo Palermo Lampedusa Addetti Imprese Fonte: Elaborazione su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT

21 COSVAP Distretto Pesca 21 di 85 Tab. 6 Imprese dedite al commercio all ingrosso di prodotti della pesca freschi I primi 5 Comuni in Sicilia. Messina Sciacca Santa Flavia Catania Mazara del Vallo Mazara del Vallo Catania Santa Flavia Sciacca Messina Addetti Imprese Fonte: Elaborazione su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT Tab. 7 Imprese dedite al commercio all ingrosso di prodotti della pesca congelati, conservati, secchi I primi 5 Comuni in Sicilia. Marsala Gela Palermo 7 28 Catania Mazara del Vallo Mazara del Vallo Catania Palermo Gela Marsala Addetti Imprese Fonte: Elaborazione su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT

22 COSVAP Distretto Pesca 22 di 85 IL NAVIGLIO PER COMPARTIMENTI E SISTEMI DI PESCA 8 La riduzione e razionalizzazione della flotta da pesca italiana costituisce uno dei principali obiettivi della strategia di conservazione delle risorse ittiche adottata a livello nazionale ed a livello comunitario. L Archivio Licenze di Pesca (ALP) è lo strumento che consente il monitoraggio dei movimenti interni alla flotta ed i dati di sintesi di seguito riportati fanno riferimento a questa fonte. Ai fini dell applicazione della Politica Comune della Pesca, conformemente all art. 15 del regolamento (CE) n. 2371/2002, ogni Stato membro tiene un registro con tutti i pescherecci battenti la propria bandiera, di conseguenza il regolamento (CE) n. 26/2004 relativo al registro della flotta peschereccia comunitaria ha previsto che le caratteristiche tecniche riportate nei registri dei singoli stati membri debbono essere indicate conformemente alle disposizioni del regolamento (CE) n. 2930/86, modificato dal regolamento(ce) n. 3259/94, pertanto i dati relativi alla capacità della flotta siciliana sono espressi in GT (Gross Tonnage) e KW (Kilowatt), transitoriamente si riporta anche il dato in TSL (Tonnellate di Stazza Lorda). KW 2004 GT TSL N. NATANTI KW 1998 GT N. NATANTI TSL KW GT TSL N. NATANTI N. NATANTI TSL GT KW Al la flotta peschereccia siciliana è costituita da natanti per complessive TSL GT, di cui natanti motorizzati aventi stazza TSL GT e KW di potenza. 8 Piano regionale pesca 2004

23 COSVAP Distretto Pesca 23 di 85 SITUAZIONE FLOTTA PESCHERECCIA MOTORIZZATA E REMOVELICA NEI COMPARTIMENTI MARITTIMI SICILIANI AL 31/12/ AUGUSTA CATANIA MESSINA MAZARA DEL V. MILAZZO PALERMO P.EMPEDO CLE N GT Kw N GT Kw POZZALLO SIRACUSA TRAPANI

24 COSVAP Distretto Pesca 24 di 85 La Cantieristica navale in Sicilia Il settore della cantieristica navale comprende i seguenti codici Attività ISTAT Cantieri navali per costruzioni metalliche. In questa categoria sono incluse le seguenti attività: o la costruzione di piattaforme di perforazione galleggianti o sommergibili o la costruzione di strutture galleggianti: costruzione e fabbricazione di bacini galleggianti, pontoni, cassoni, pontili galleggianti, boe, serbatoi galleggianti, chiatte, barche di alleggio, ecc.; Cantieri navali per costruzioni non metalliche Cantieri di riparazioni navali. In questa categoria sono incluse la manutenzione, riparazione o trasformazione di navi Cantieri di demolizioni navali. In questa categoria non sono incluse o la fabbricazione di eliche per natanti, codice o la fabbricazione di motori marini, codice o la fabbricazione di strumenti di navigazione, codice 33.2 o la costruzione e riparazione di imbarcazioni da diporto e sportive, codice o la fabbricazione di autoveicoli anfibi, codice 34.1 o la fabbricazione di imbarcazioni o canotti pneumatici, codice Costruzione e riparazione di imbarcazioni da diporto e sportive. In Sicilia quasi la metà di aziende si concentrano nelle province di Palermo (71) e Messina (57), così come il numero degli addetti, rispettivamente con 486 e 487 addetti. In provincia di Trapani si registrano 39 unità locali che danno lavoro a 309 addetti. In Provincia di Trapani le aziende si concentrano a Trapani (22) e Mazara del Vallo (9). Tutte e due le città rappresentano più del 78% di aziende e d il 95% di addetti. Cantieristica in Sicilia Agrigento Caltanissetta Catania Messina Ragusa Siracusa Palermo Trapani Totale Distretto Addetti Aziende

25 COSVAP Distretto Pesca 25 di 85 Cantieristica navale in Sicilia e nell area di distretto Aziende Addetti Media addetti Trapani ,8 Palermo ,8 Siracusa ,6 Ragusa ,4 Messina ,5 Catania ,0 Caltanissetta ,8 Agrigento ,4 Totale Distretto ,2 Sicilia ,2 Fonte: Elaborazione su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT

26 COSVAP Distretto Pesca 26 di 85 Localizzazione territoriale del Distretto Produttivo della Pesca Industriale Il Territorio di riferimento è quella parte di Sicilia Occidentale compresa fra le province di Trapani e Palermo. Inoltre, l area distrettuale comprende storicamente e vocazionalmente alcune località della costa nord-africana (Libia e Tunisia), ove già da tempo insistono attività miste (joint-venture nel campo della Pesca, della trasformazione, della cantieristica ed altri settori connessi). L'area è servita da due aeroporti (Birgi e Falcone-Borsellino) e da rilevanti porti (Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, Palermo) collegati fra loro da autostrade. Questi porti sono oggi rilevanti ed importanti non solo per la Pesca ma anche per lo scambio di merci e passeggeri in tutto il Bacino del Mediterraneo. La loro strategicità diventerà ancora più rilevante con l apertura del libero scambio euro-mediterraneo nel 2010 e con il completamento degli importanti lavori di infrastrutturazione del porto di Trapani, avviati da due anni, la cui ultimazione è prevista nel 2015.

27 COSVAP Distretto Pesca 27 di 85 La Filiera della Pesca nell Area Distrettuale La filiera della pesca nelle province di Trapani e Palermo, secondo i dati del censimento ISTAT (2001), risulta composta da 956 aziende e addetti, per una dimensione media di 6,6 addetti per azienda. Aziende Settore Sicilia Totale Distretto DISTRETTO Trapani Palermo Primario ,6% ,4% Secondario 122 4,8% 64 6,7% Terziario ,6% ,9% Totale % ,0% Fonte: Elaborazione K2 s.r.l. su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT Il settore primario incide per il 50,4 % in termini di aziende e il 76,4 % in termini di addetti, il settore secondario incide per il 6,7% in termini di aziende e il 13,0% in termini di addetti, mentre nel settore terziario le percentuali sono il 42,9 % come aziende e 10,5% come addetti. Addetti Settore Sicilia Totale Distretto DISTRETTO Trapani Palermo Primario ,0% ,4% Secondario ,1% ,0% Terziario ,9% ,5% Totale ,0% ,0% Fonte: Elaborazione K2 s.r.l. su dati 8^ censimento industria e servizi 2001 ISTAT Rispetto alla filiera regionale, quella dell area distrettuale registra una concentrazione superiore nel settore primario e secondario, sia come aziende che come addetti, frutto della flotta di natanti e delle principali aziende di trasformazione per lo più presenti a Mazara del Vallo. All interno dell area la filiera più numerosa risulta quella di Mazara del Vallo con 261 aziende e quasi 2 mila e duecento addetti, per una dimensione media di 8,3 addetti.

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