Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno Ottobre 10 Novembre III Resoconto

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1 Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli) in collaborazione con Federazione Italiana della Caccia - Ufficio Avifauna Migratoria Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno Ottobre 1 Novembre a cura di Sergio Scebba

2 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Realizzazione dell iniziativa Federazione Italiana della Caccia - Ufficio Avifauna Migratoria Via Salaria, 298/a Roma Tel / Fax Cf fidc@fidc.it Sito web: Progetto Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli) Responsabile Dr. Sergio SCEBBA, Dottore in Medicina e Chirurgia Studio e Gestione dell Ambiente Naturale Viale Augusto NAPOLI Tel serscebba@katamail.com Collaborazione Dr. Michele SOPRANO, Dottore in Scienze Faunistiche Via Cescole ITRI (Latina) Tel micsop@inwind.it Indice 1. Introduzione Area di studio e metodi Risultati Considerazioni conclusive Bibliografia

3 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno INTRODUZIONE L Allodola è ritenuta una specie in forte declino e si stima che le popolazioni nidificanti nell area che si estende dalla Gran Bretagna alla Germania e dalla metà settentrionale della Francia al Sud della Scandinavia siano diminuite dal 1975 di circa il 5%, mentre quelle dell Europa orientale sono fondamentalmente stabili. Il motivo principale va ricercato nelle profonde trasformazioni ambientali che derivano dall intensificazione delle monoculture, dall uso eccessivo di pesticidi e fertilizzanti e dalla meccanizzazione delle pratiche agricole (Petersen 27). Nonostante questa drastica diminuzione la sua distribuzione è rimasta abbastanza costante e la specie risulta ancora una tra le più diffuse con una popolazione globale di notevoli dimensioni stimata approssimativamente in Europa in di coppie (BirdLife International 26). Non si avvicina quindi alla soglia prevista dai criteri proposti dalla Lista Rossa dello IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) per definire in declino una popolazione (ad esempio, una riduzione osservata, stimata, presunta o sospettata della dimensione della popolazione di più del 3% negli ultimi 1 anni o per tre generazioni). Per questi motivi è definita Least Concern, cioè non minacciata (BirdLife International 24). L Allodola è inserita nell Allegato II/2 della Direttiva 29/147/CE quale specie cacciabile in Francia, Italia, Malta, Grecia, Cipro e Romania, paesi interessati dalla migrazione autunnale e dallo svernamento ed in cui la specie è sottoposta ad una forte pressione venatoria; purtroppo, molto carenti sono le statistiche sul numero degli uccelli abbattuti e sulla dinamica dei flussi migratori. In Europa l unica analisi sull andamento della migrazione autunnale è stata pubblicata da Spaepen & Cauteren (1968) con dati raccolti in Belgio tra il 1959 ed il In questo studio sono riportati anche i dati relativi alle catture fatte fino al 196 nel paretaio Amadei a San Felice Scovolo (Brescia), già in parte presentati da Duse e Toschi (193), il cui lavoro ha poi rappresentato fino agli anni 9 l unica indagine condotta in Italia sui movimenti migratori della specie. Più recentemente il Centre de Recherches sur la Biologie des Populations d Oiseaux (Centro d inanellamento francese) ha avviato un progetto di ricerca coinvolgendo una trentina di inanellatori francesi ed inanellando tra il 1989 ed il 2 più di 5. uccelli. Per quanto riguarda l Italia l unico studio recente fin ora condotto è stato il Progetto Alauda 2, voluto dall Associazione dei Migratoristi Italiani per la Conservazione dell Ambiente Naturale (ANUU) ed organizzato dai ricercatori del Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli). Nei dieci anni della ricerca ( ) sono state inanellate in Campania durante il periodo post-riproduttivo allodole, un numero considerevole se rapportato con l esiguo numero di allodole inanellate in tutt Italia fino al 1997, circa 3 ogni anno dal 1975 al 1997 (dati dell Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Centro italiano d Inanellamento). La costante attività di monitoraggio ha consentito di caratterizzare biometricamente le popolazioni migranti, analizzare la composizione in classi di sesso (rapporto maschi/femmine), verificare l andamento dei flussi migratori, determinare i periodi di migrazione, esaminare le condizioni fisiche, stimare l autonomia potenziale di volo degli individui catturati (Scebba 21, 29). Attualmente, l Ufficio Avifauna Migratoria della Federazione italiana della Caccia ed il G.I.L. hanno organizzato un monitoraggio della migrazione autunnale per valutare mediante un attività di cattura standardizzata l andamento del flusso migratorio lungo la fascia costiera della Piana del Volturno, verificare sulla base del numero delle catture se sia rimasto sufficientemente costante nel corso degli anni e monitorare il rapporto maschi/femmine, così come richiesto dal Management Plan for Skylark commissionato dalla Commissione Europea (Petersen 27). Il confronto dei dati raccolti nei diversi anni consentirà di ricavare dei trends attendibili sulle variazioni di densità delle popolazioni che migrano lungo il litorale sud-tirrenico. 3

4 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno AREA DI STUDIO E METODI La ricerca viene condotta sul litorale domitio, circa 45 Km a nord di Napoli nel comune di Mondragone (Caserta), nella stessa località utilizzata per il Progetto Alauda 2 nell autunno 26 e 27. Il litorale costituisce il margine della Piana del Volturno, un area sottoposta ad una forte pressione antropica ed in alcuni punti in condizioni di estremo degrado ma che rappresenta comunque per l avifauna un importante zona di passaggio durante la migrazione autunnale ed anche di svernamento. L impianto di cattura è stato montato sulla spiaggia in un tratto di costa dove la fascia dunale è ormai completamente scomparsa per alcuni chilometri per lasciare il posto ad una serie di stabilimenti balneari, mentre quella retrodunale è stata sostituita da terreni in parte coltivati ed in parte lasciati incolti. Per conformarsi ad una rigida metodica di raccolta dei dati viene sempre utilizzata la stessa metodologia di cattura: per l intero periodo della migrazione è costantemente in funzione un transetto di reti verticali tipo mist-nets in numero e dimensioni costanti, a cinque sacche con maglia da 22 mm, alte 3 mt per una lunghezza complessiva di 13 metri, montate secondo un orientamento fisso. I controlli sono effettuati ad intervalli regolari di un ora per tutto il periodo in cui le reti sono attive. Dopo la cattura gli uccelli vengono posti in sacchetti di tela e subito inanellati con anelli dell ISPRA (Bologna-Italia) in materiale alloy applicati al tarso. Su tutti gli individui sono rilevate di routine alcune misure biometriche: lunghezza dell'ala (secondo il metodo della corda massima, appiattita e raddrizzata, Svensson 1992) con approssimazione di,5 mm; lunghezza della terza remigante primaria esterna (massima lunghezza, Berthold & Friedrich 1979) con approssimazione di,5 mm; lunghezza del tarso (misurata con un calibro, Svensson 1992) con approssimazione di,1 mm. Il peso è controllato con una bilancina elettronica con approssimazione di,1 gr., viene effettuata una stima della quantità di grasso visibile attribuendo un punteggio variabile da a 8 in base alla quantità presente nell area della furcula, tra trachea e clavicole, e sull addome (Kaiser 1993) ed è controllato lo stato della muta delle penne del corpo usando una scala da a 2. L intera procedura dura circa 6-12 secondi per ogni uccello e tutta l operazione non richiede più di un ora, tempo massimo entro il quale tutti gli uccelli catturati vengono liberati. Sono inoltre raccolti i dati climatici facendo riferimento a quelli rilevati dalla stazione meteorologica di Sessa Aurunca (Caserta) del Centro Agrometeorologico Regionale, struttura del Se.S.I.R.C.A., a cui fa capo la Rete Agrometeorologica Regionale, distante 17 Km dalla località di cattura. Per la determinazione del sesso sono stati utilizzati i parametri riportati nel Progetto Alauda 2 (Scebba 29) e stabiliti mediante il metodo di Harding-Cassie, un metodo grafico che serve per separare delle distribuzioni gaussiane, applicato ai valori della lunghezza dell ala, della coda e della terza remigante primaria. Con questo metodo un uccello viene ritenuto maschio se la lunghezza dell ala risulta 112 mm, femmina se invece la lunghezza dell ala è 19 mm, mentre rimane indeterminato se la lunghezza alare è compresa nell intervallo tra 19.5 e mm. Queste misure sono riferite alla corda massima che corrisponde alla lunghezza dell ala appiattita e raddrizzata, partendo dalla giuntura dell ala (il gomito) fino alla punta della primaria più lunga. Va precisato che l analisi del DNA effettuata su 136 uccelli, 9 determinati come femmine e 46 come maschi in base alla lunghezza dell ala, ha confermato che l identificazione del sesso di 122 soggetti fatta con il metodo grafico era corretta, mentre solo per quattro uccelli (tre maschi ed una femmina) il risultato ottenuto era invece in disaccordo; per altri 1 le analisi di laboratorio hanno dato un risultato dubbio e quindi non confrontabile. I valori ottenuti coincidono con quelli usati in Francia per distinguere i due sessi (Demongin 26), in particolare nel programma di ricerca Alouette condotto dal Centre de Recherches sur la Biologie des Populations d Oiseaux (Teulière 23) e sono identici a quelli accertati da Dougall (1997) su allodole catturate in Scozia in inverno. 4

5 N. catture Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno RISULTATI Il monitoraggio della migrazione post-riproduttiva, anche in questo terzo anno di attività, è iniziato il 1 ottobre ed è proseguito ininterrottamente fino al 1 novembre, escludendo cinque giorni durante i quali le pessime condizioni meteorologiche non hanno consentito l apertura delle reti. È possibile ritenere, sulla base dei dati raccolti per il Progetto Alauda 2 (Scebba 29) nel periodo nella Piana del Volturno (Caserta), che l arco di tempo esaminato abbracci l intero periodo della migrazione. La metodologia ormai standardizzata negli anni ha permesso nel 212 di catturare ed inanellare con anelli dell ISPRA 2.96 allodole. Nelle figure 1-3 è mostrato l andamento delle catture su base giornaliera effettuate nell autunno 21, 211 e 212 e dall esame dei grafici si evidenzia una diversa distribuzione delle catture nel corso del periodo in cui si è sviluppata la migrazione. Nel 21 (figura 1) il picco delle catture si è avuto il 22 ottobre con 393 inanellati e la data mediana (quando cioè è stato catturato il 5% di tutti gli uccelli), evidenziata dalla freccia, è caduta il 23 ottobre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 22 ottobre ed il terzo quartile il 29 ottobre: tra queste due date si è quindi concentrato il periodo principale della migrazione, inteso come l arco di tempo in cui è stato ottenuto il 5% delle catture. Va però precisato che per motivi organizzativi il monitoraggio è cominciato il 1 ottobre; inoltre il 26 ottobre ed il 1 novembre è stato inanellato un solo individuo in quanto per le condizioni meteorologiche si è reso necessario chiudere le reti e solo in quattro giornate sono state raggiunte le 1 catture (1 inanellati il 21 ottobre, 393 il 22, 246 il 23 e 118 il 3) Data mediana 23 ottobre Primo quartile 22 ottobre giorni di attività ( ) Figura 1. Andamento giornaliero delle catture nel periodo 1 ottobre/7 novembre 21 (n=1.57). Nella figura 2 relativa al 211 è invece possibile notare un notevole ritardo dei passaggi: il picco delle catture è stato registrato il 29 ottobre, quando sono state inanellate 267 allodole, e la data mediana è caduta il 28 ottobre con cinque giorni di ritardo rispetto all anno precedente; il primo quartile è terminato il 18 ottobre ed il terzo quartile il 3. Il periodo principale della migrazione è ricaduto tra queste due date presentando una durata molto più ampia rispetto a quanto avvenuto nel 21. È da notare che a causa di condizioni meteorologiche particolarmente avverse non vi sono state catture l 8 ed il 2 ottobre ed il 6 novembre, giorni in cui è stato necessario chiudere le reti per la presenza di violenti temporali e di venti di forte intensità, mentre l 1 ed il 21 ottobre è stato inanellato un solo individuo; inoltre soltanto in quattro giornate sono state superate le 1 catture (17 inanellati il 17 ottobre, 15 il 27, 192 il 28 e 267 il 29). 5

6 N. catture N. catture Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno Data mediana Primo quartile 28 ottobre 18 ottobre giorni di attività ( ) Figura 2. Andamento giornaliero delle catture nel periodo 1 ottobre/12 novembre 211 (n=1.454). Nel 212 (figura 3) una prima consistente ondata di migratori è stata rilevata già nei primi giorni di ottobre, anche se poi il picco delle catture è stato registrato il 18 ottobre, giorno in cui sono state inanellate 34 allodole; la data mediana è caduta il 19 ottobre, quattro giorni prima rispetto al 21 e ben nove rispetto al 211, il primo quartile è terminato il 14 ottobre ed il terzo quartile il 21. Il periodo principale della migrazione è compreso tra queste due date mostrando una durata analoga a quella registrata nel 21, anche se nettamente in anticipo. È da notare che il 2 ottobre non vi sono state catture, mentre per le condizioni meteorologiche particolarmente avverse con violenti temporali e venti di forte intensità, è stato necessario chiudere le reti nei giorni 27, 28 e 29 ottobre ed 1 e 5 novembre; inoltre in cinque giornate sono state superate le 1 catture (12 inanellati il 5 ottobre, 34 il 18, 294 il 19, 296 il 2 e 12 il 21) Data mediana Primo quartile 19 ottobre 14 ottobre giorni di attività ( ) Figura 3. Andamento giornaliero delle catture nel periodo 1 ottobre/1 novembre 212 (n=2.96). L andamento delle catture mostra la presenza di una prima ondata di uccelli ad inizio ottobre con discreti passaggi fino alla metà del mese; quindi dal giorno 17, in presenza di venti provenienti dai quadranti settentrionali e perlopiù compresi tra 46 e 9, cioè da ENE, è stato registrato l inizio di un fortissimo movimento migratorio che ha visto il suo apice il 18 in cui vi è stato il numero massimo di allodole inanellate unitamente all osservazione del passaggio continuo di moltissimi gruppi di individui, proseguendo con eguale intensità fino al 2. 6

7 % catture % catture Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Nei giorni successivi le catture si sono poi ridotte rapidamente, in particolare per l arrivo di una serie di perturbazioni caratterizzate da intense precipitazioni con fortissimi venti provenienti dai quadranti meridionali, per cui si è stati costretti a chiudere l impianto di reti dal 27 al 29 ottobre, l 1 ed il 5 novembre. Successivamente, quando le condizioni meteorologiche sono migliorate e, soprattutto, è scemata l intensità del vento, è stata registrata una modesta ondata di migratori, così come già era stato osservato in passato, che ha consentito di inanellare ancora 156 uccelli negli ultimi tre giorni della prima decade di novembre e che hanno rappresentato la coda della migrazione autunnale. Nelle figure 4-6 è mostrato l andamento percentuale delle catture divise per pentadi: nel 21 (figura 4) la pentade mediana, evidenziata dalla freccia, corrisponde alla pentade 6 mentre il periodo principale della migrazione risulta compreso tra le pentadi 59 e Data mediana 23 ottobre Primo quartile 22 ottobre pentadi (55=28 settembre-2 ottobre; 64=12-16 novembre) Figura 4. Andamento % catture/pentade, autunno 21 (n=1.57). Nel grafico relativo all autunno 211 (figura 5) si rileva invece in modo evidente come il passaggio dei migratori sia avvenuto molto più in ritardo rispetto all anno precedente: la pentade mediana è caduta nella pentade 61 ed in essa risulta concentrato il 43% delle catture (627 allodole). Le percentuali delle catture ottenute nelle altre pentadi risultano invece molto modeste oscillando tra il 4,1% (59 uccelli), rilevato nelle pentadi 56 e 57, ed il 14,2% (27 uccelli) della pentade 58, senza considerare la prima e l ultima pentade per il ridotto numero di giorni di cattura effettuati Data mediana 28 ottobre Primo quartile 18 ottobre pentadi (55=28 settembre-2 ottobre; 64=12-16 novembre) Figura 5. Andamento % catture/pentade, autunno 211 (n=1.454). 7

8 % catture % catture % catture Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Il grafico relativo al 212 (figura 6) mostra che la migrazione ha inizio già nei primi giorni di ottobre (pentade 56) mentre in novembre (pentade 63) è possibile registrare ancora passaggi di migratori seppure di ridotta intensità. È inoltre evidente la forte ondata di migratori avvenuta nella pentade 59, che rappresenta la pentade mediana ed in cui è stato inanellato il 51,7% delle allodole (1.83 uccelli), mentre il periodo principale della migrazione è concentrato nelle pentadi 58 e 59. Figura 6. Andamento % catture/pentade, autunno 212 (n=2.96). Nella figura 7 le catture sono organizzate per decadi; l andamento risulta abbastanza simile nei primi due anni, anche se con percentuali differenti, mentre cambia in modo evidente nel OTT1 OTT2 OTT3 NOV1 decadi ( ) OTT1 OTT2 OTT3 NOV1 decadi ( ) OTT1 OTT2 OTT3 NOV1 decadi ( ) Figura 7. Andamento % catture/decade. 8

9 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Nel 21 e nel 211 i valori più elevati sono stati infatti riscontrati sempre nella terza decade di ottobre, rispettivamente con il 73% (1.142 inanellati) e 51,7% (75 inanellati), mentre nel 212 la percentuale più alta di catture si è avuta nella seconda decade (44,4% con 93 inanellati) ma intensi movimenti migratori sono avvenuti anche nella prima (19%). Se si confrontano questi dati con quelli riportati nel Progetto Alauda 2 (Scebba 29) per gli anni 26 e 27, in cui il monitoraggio della migrazione è stato condotto nella stessa area di studio e con eguale disposizione delle reti, si rileva che anche nell autunno 26 il maggior numero di inanellati fu ottenuto nella seconda decade, mentre nell autunno 27 le catture mostrarono un incremento costante raggiungendo il valore più alto nella terza decade di ottobre (tabella 1). Tabella 1. Numero di inanellati per decade (dati 26 e 27 da Alauda 2 ). OTT 1 OTT 2 OTT 3 NOV 1 TOT È dunque evidente che anche se le abitudini migratorie sono endogenamente preprogrammate e di origine genetica, il numero delle catture e quindi l andamento temporale della migrazione possono subire da un anno all altro delle notevoli variazioni, influenzate soprattutto dalle condizioni meteorologiche ed in particolare dalla direzione ed intensità del vento. Va precisato che nel 26 la stagione di studio ha avuto inizio il 2 ottobre ed è proseguita fino al 5 novembre, con 32 giornate di attività che hanno prodotto un totale di catture ed una quota media di 49 uccelli inanellati per giornata; nel 27 la stagione di studio ha avuto inizio il 1 ottobre ed è proseguita fino al 5 novembre con un totale di 1.53 catture in 33 giornate di attività ed una quota media di 45 uccelli catturati per giornata. Nel 21 la stagione di studio è durata dal 1 ottobre al 7 novembre con un totale di 1.57 allodole inanellate in 28 giornate di attività ed una quota media per giornata di 56 inanellati, mentre nel 211 nel periodo 1 ottobre-12 novembre ne sono state inanellate in 37 giornate di attività con una quota media di 39 catture per giorno e nel 212 nel periodo 1 ottobre-1 novembre in 36 giornate di attività si sono avute 2.96 catture con una quota media di 58 uccelli per giorno. Poiché il monitoraggio della migrazione è stato condotto nell autunno del 26 e del 27 (Progetto Alauda 2, Scebba 29) e quindi negli anni 21, 211 e 212 (questo studio) con una metodologia di cattura completamente standardizzata (stessa area di cattura ed un transetto di reti verticali di tipo mist-nets in numero e dimensioni costanti collocate secondo un orientamento fisso), è possibile valutare l andamento dei passaggi avvenuti nelle cinque stagioni calcolando un indice di cattura (IC). È stata quindi considerata tutta l attività espletata, dalla prima sessione di cattura effettuata nel mese di ottobre fino all ultima avvenuta in novembre, in modo da coprire l intero periodo della migrazione (tabella 2); le date indicate nel periodo di attività sono riferite alla prima sessione di cattura in ottobre ed all ultima sessione in novembre. L indice di cattura è stato ricavato dividendo il numero degli uccelli catturati in una determinata stagione per il prodotto del numero di metri quadrati di rete utilizzati moltiplicato il numero totale di ore di esposizione delle stesse e moltiplicando poi il risultato finale per 1. 9

10 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Tabella 2. Attività di cattura svolta sul litorale sud-tirrenico durante la migrazione postriproduttiva, autunno e e relativo Indice di Cattura. Anno Periodo n catture mqrete x ore IC 26 2/1-5/ , /1-5/ , /1-7/ , /1-12/ , /1-11/ ,11 Dall analisi dei dati riportati in tabella si rileva un indice di cattura che può essere considerato costante negli anni con un unica flessione registrata nel 211 e probabilmente legata alle condizioni meteorologiche risultate molto instabili per buona parte del periodo di attività. Va infatti osservato che condizioni climatiche favorevoli o, al contrario, la presenza di venti molto forti anche in una sola giornata di intensi passaggi, possono decisamente influenzare il numero delle catture (soprattutto per le condizioni delle reti) e questo può spiegare le modeste differenze che si riscontrano da un anno all altro. Per una corretta gestione dell avifauna selvatica, oltre al monitoraggio dell andamento dei flussi migratori da effettuare per periodi di tempo sufficientemente ampi, è anche molto importante accertare eventuali variazioni che possono intervenire nella loro composizione. Di elevato interesse è la determinazione del rapporto giovani del primo anno/adulti in quanto questo parametro può fornire indicazioni sul successo riproduttivo; purtroppo l Allodola è tra le specie i cui giovani dell anno compiono una muta completa post-riproduttiva e, di conseguenza, una volta che questa è terminata, l esame del piumaggio (Svensson 1992) non consente di determinare l età. È invece possibile valutare la sex-ratio nel periodo post-riproduttivo, nonché tentare di individuare la composizione della popolazione migrante esaminando alcune misure morfologiche (lunghezza dell ala, della terza remigante primaria esterna, del tarso e peso) in grado di evidenziare eventuali differenze geografiche. Nelle figure 8-1 viene quindi mostrata la distribuzione di frequenza delle misure della lunghezza dell ala raccolte nell autunno 21, 211 e 212. n N = Figura 8. Distribuzione di frequenza delle misure della lunghezza dell ala, autunno 21. mm

11 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 n N = mm Figura 9. Distribuzione di frequenza delle misure della lunghezza dell ala, autunno 211. n N = Figura 1. Distribuzione di frequenza delle misure della lunghezza dell ala, autunno 212. Dai tre grafici si evidenzia un ampia distribuzione dei dati, nonché la presenza di due classi modali determinate dal dimorfismo sessuale esistente in questa specie. La diversa altezza dei picchi è dovuta al maggior numero di dati disponibili per quella componente del campione costituita da individui con ala corta compresi nelle classi più basse ed identificati come femmine. Dall esame delle percentuali calcolate nelle tre stagioni per le diverse classi risulta che nell autunno 21 il 47,2% delle misure rientra nelle categorie comprese tra 13 e 18mm con un picco nella classe di 15mm (11,3%); per lo stesso intervallo di dati nell autunno 211 si registra una percentuale del 46,5% che arriva al 59% nell autunno 212: in entrambi gli anni si riscontra un picco nella classe di 16mm con percentuali, rispettivamente, del 9,9% e del 13,4%. Se si analizzano le percentuali ottenute per singola classe, nel 212 i soggetti presenti nelle classi di 16mm, 17mm e 18mm raggiungono il 12,2%, il 13,4% ed il 1,3%, contro il 9,9%, 8% e 6,4% del 211 ed il 9,7%, 7,1% e 5,5% del 21. mm 11

12 Peso Tarso III rem. Ala Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Per le classi più alte si osserva invece che nei primi due anni la percentuale di individui compresa tra 113 e 117mm è abbastanza simile (28,1% e 28,9%), mentre nell autunno 212 discende al 18,3%; dall esame delle singole classi le percentuali ottenute nel 212 per le classi mm sono state del 3,7%, 4,1% e 3,9%, mentre nel 211 le stesse sono risultate del 7,2%, del 6,1% e del 6,7% e nel 21 del 6%, del 5,6% e del 5,2%. Queste variazioni che si riscontrano da un anno all altro dipendono da un incremento del numero di soggetti identificati come femmine ma, nell ambito del campione raccolto, è possibile ipotizzare il passaggio di uccelli provenienti da differenti aree geografiche. Una maggiore presenza di individui con ala lunga potrebbe dipendere da un aumento della componente più orientale del flusso migratorio che, dovendo ricoprire distanze maggiori per raggiungere i quartieri di svernamento, ha evoluto una forma dell ala che consente di ottimizzare al massimo le risorse energetiche necessarie per il viaggio migratorio. Nella tabella 3 sono riportate le medie, la deviazione standard ed i valori minimi e massimi delle misure morfologiche calcolate per il 212 sul totale dei dati ed in base al sesso. I valori ottenuti per l ala e per la III remigante calcolati per i due sessi non differiscono da quelli calcolati nei due anni precedenti; risulta invece una diminuzione delle medie riferite al totale degli individui e dovuta al maggior numero di femmine presenti nel campione. Ciò spiega la diminuzione della media del peso totale, anche se risultano comunque più ridotte le medie riferite ai due sessi rispetto ai valori ottenuti negli anni precedenti; nessuna differenza si rileva invece per il tarso. Tabella 3. Misure biometriche (in mm. e gr.), autunno 212. media d.s. min. max. N Tot. 18,4 4,85 97, 127, 2.96 M 115,8 2,3 112, 127, 52 F 15,5 2,1 97, 19, Tot. 79,8 4,2 71, 92, M 85,5 2,16 81, 95,5 267 F 77,5 1,9 71, 82,5 692 Tot. 24,,94 21,4 27, 583 M 24,8,84 22,6 26,6 143 F 23,7,82 21,4 27, 44 Tot. 33,7 3,62 24,3 46, M 38,1 2,91 26,3 46,9 513 F 32,1 2,39 24,3 4, Diversi studi sull Allodola hanno accertato una più forte tendenza migratoria delle femmine, mentre i maschi di dimensioni maggiori, e quindi in grado di tollerare temperature rigide, non devono necessariamente migrare ma possono anche svernare più a nord in prossimità delle zone di riproduzione; in Germania, dove le allodole sono prevalentemente migratrici, i maschi predominano tra quelli che rimangono più indietro (Niethammer 197, Senk et al. 1972, Vauk 1972). Questa strategia di migrazione, accertata anche per altre specie di Passeriformi, suggerirebbe una maggiore pressione venatoria sulle femmine (Donald 24) e ciò potrebbe incrementare l impatto della caccia sulla popolazione nidificante. Comunque, considerato il numero ridotto di uccelli che sverna a nord e ad est dei paesi europei in cui la specie risulta cacciabile, anche la frazione di maschi non sottoposta a pressione venatoria è probabilmente minima (Petersen 27). 12

13 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Risulta quindi importante monitorare la sex-ratio durante la migrazione autunnale, un indagine richiesta anche dal Management Plan for Skylark (Petersen 27), e che può essere condotta sia con l esame del carniere dei cacciatori che con un attività di cattura ed inanellamento. Nella tabella 4 sono riportati i numeri delle catture effettuate nei tre anni della ricerca e la percentuale di femmine presenti nel campione costituito dagli uccelli di cui è stato determinato il sesso mediante il metodo di Harding-Cassie; per completezza sono stati inclusi anche i dati riportati per il periodo dal Progetto Alauda 2 (Scebba 29) condotto per conto dell Associazione dei Migratoristi Italiani per la Conservazione dell Ambiente Naturale (ANUU). Tabella 4. Allodole catturate nella Piana del Volturno per anno e percentuale delle femmine presenti nel campione, autunno (dati da Alauda 2 ). Anno N. catture maschi + femmine % femmine , , , , , , , , , , , , ,5 TOTALE ,1 Complessivamente il campione ottenuto nel 212 è risultato composto per il 6,3% (133 uccelli) da soggetti non sessati, per il 24,8% (52) da maschi e per il 68,9% (1.443) da femmine; questi ultimi due valori risultano molto diversi rispetto a quelli riscontrati nel 21, in cui il 39,3% (616) sono stati maschi ed il 56,4% (886) femmine, e da quelli del 211 in cui il campione è risultato composto per il 41,2% (599) da maschi e per il 54,3% (79) da femmine. Da questi dati deriva che se si calcola la sex-ratio solo sul numero di individui di cui è stato stabilito il sesso risulta un rapporto di 26:74 (maschi:femmine) per il 212, 43:57 per il 211 e di 41:59. nel 21. La tabella 4 mostra in quasi tutti gli anni una percentuale di femmine più alta rispetto a quella dei maschi, con il valore massimo riscontrato nell autunno 212 (73,5%) e quello minimo nel 1999 (5,2%); si discostano le percentuali rilevate nel 2 e nel 21, in quanto l attività era stata condotta in modo non standardizzato in località situate all interno della Piana del Volturno, meno interessate dal flusso migratorio e che avevano prodotto un numero molto ridotto di catture non in grado di rispecchiare il reale andamento della migrazione e l esatta composizione del flusso migratorio. Complessivamente, valutando tutti i dati raccolti, emerge un rapporto maschi:femmine di 41:59 che indica una maggiore predisposizione delle femmine ad intraprendere movimenti migratori, almeno per quanto riguarda le popolazioni che migrano lungo il litorale sud-tirrenico. 13

14 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Può essere interessante rilevare che nell autunno 26 in 31 Dipartimenti della Francia 47 gruppi di ricerca hanno inanellato complessivamente allodole di cui il 49,91% femmine ed il 41,64% maschi; inoltre la percentuale di femmine è stata più alta rispetto ai maschi nell intero paese e non soltanto nell area sud-occidentale come si era verificato negli anni precedenti. Va precisato che i maschi sono stati inanellati in maggior numero nella parte nord e sud orientale del paese e le femmine nell area centro e sud occidentale (Van Acker com. pers.). Questi dati sono confermati dalle catture effettuate nel periodo in Aquitania sulla costa atlantica in cui il numero dei maschi è sempre risultato inferiore, anche se con un incremento verso la fasi finali della migrazione (Vignes 21). Molto diversa è invece la sex-ratio accertata per le popolazioni dell Europa settentrionale, dove è stata constatata una predominanza di maschi. In Olanda, lungo la costa del Mare del Nord, la proporzione di maschi catturati durante la migrazione autunnale aumenta dal 3% circa all inizio di ottobre fino all 8% circa alla fine di novembre (Schekkerman 1999). Nelle figure 11 e 12 viene riportata la fenologia della migrazione basata sul numero e sulle percentuali di maschi e femmine catturati, inanellati e sessati nel 212 lungo la costa sud-tirrenica. 25 N femmine maschi 5 Figura 11. Fenologia della migrazione autunnale basata sul numero di maschi e femmine nel femmine maschi 7 6 % Figura 12. Fenologia della migrazione autunnale basata sulla percentuale di maschi e femmine nel 212 con linee di tendenza. Dai grafici si osserva una maggiore presenza di femmine dalle prime fasi della migrazione fino alla fine della seconda decade di ottobre, quando poi inizia un forte passaggio caratterizzato da un elevato numero di maschi che rimangono numerosi per tutto il successivo periodo. 14

15 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Se la sex-ratio viene calcolata per pentade, sempre prendendo in esame campioni che includono solo gli individui di cui è stato stabilito il sesso, si evidenzia ancora più chiaramente la presenza di una migrazione differenziale tra i due sessi. Dai dati ottenuti nelle ultime tre stagioni di studio si rileva un costante decremento della percentuale di femmine man mano che la migrazione procede: nella pentade 57 (8-12 ottobre), durante le fasi iniziali, le percentuali partono dal 76,7%, dall 8% e dall 85,2%, rispettivamente nel 21, 211 e 212, per diminuire nella pentade 59 (18-22 ottobre) al 63,5%, al 67,9% ed al 73%, fino ad arrivare nella pentade 61 (28 ottobre-1 novembre) al 51,7%, al 5,8% ed al 52% e nella pentade 62 (2-6 novembre) al 5,3%, al 49,5% ed al 39,4%, quando la migrazione è nella sua fase finale; nella pentade 63 (7-11 novembre) del 211 la percentuale di femmine discende ancora al 46,3%, mentre in quella del 212 mostra un modesto incremento ma arriva soltanto al 5,7%. Se le percentuali vengono calcolate per decade relativamente all autunno del 211 e del 212, stagioni in cui il monitoraggio ha coperto il periodo dal 1 ottobre al 1 novembre, si osserva che dall 85,3% e dall 88,1%, ottenuto nella prima decade di ottobre, si passa al 67,5% ed al 75,4% nella seconda, quindi al 52,3% ed al 67% nella terza ed infine si arriva al 48,8% ed al 47,2% nella prima decade di novembre. Fenomeni di migrazione differenziale dei sessi in relazione alle maggiori dimensioni dei maschi sono ipotizzati anche da Licheri e Spina (22) che evidenziano nella migrazione autunnale un progressivo aumento dimensionale tra fine settembre e fine novembre; Spaepen & Cauteren (1968) riportano che in autunno i maschi tendono a migrare più tardi delle femmine e gli studi condotti in Francia hanno accertato che le femmine migrano più presto e più a sud. Questa progressiva diminuzione delle femmine nel corso della migrazione, evidenziata anche per gli anni , è determinata dalla tendenza dei maschi a migrare più tardi e ad allontanarsi di meno dalla aree di riproduzione; è poi probabile che le variazioni nel numero di femmine presenti nel flusso migratorio autunnale che si verificano da un anno all altro possano essere dovute alle condizioni meteorologiche e/o alle disponibilità alimentari, due fattori in grado di determinare il numero complessivo di uccelli inanellati e quindi la quota media di catture per ciascuna giornata. In un progetto di monitoraggio dei flussi migratori è anche necessario valutare le condizioni fisiche degli uccelli in migrazione per individuare i principali problemi incontrati in termini di qualità di habitat e di disponibilità alimentari. Il grasso rappresenta la principale fonte di energia per gli uccelli migratori che, di conseguenza, devono accumularne sufficienti quantità sotto forma di depositi sottocutanei da utilizzare poi come carburante durante il viaggio; l entità di queste riserve è in relazione alla distanza che ciascun individuo deve coprire ed è controllata geneticamente. La sua stima può consentire di determinare l autonomia potenziale dei migratori e la durata del volo e può fornire informazioni utili per determinare le strategie di migrazione adottate. Nella tabella 5 vengono riportate le percentuali ed il numero di individui, separati per sesso, inclusi nelle diverse classi di grasso, calcolate nei tre anni di studio. Le percentuali di allodole che non presentano depositi di grasso visibili (classe ) risultano sempre molto basse in quanto va ricordato che il monitoraggio viene effettuato su uccelli in piena attività migratoria; nel 211 è stato registrato un modesto incremento, seguito comunque da una diminuzione delle percentuali dei soggetti con depositi di grasso molto ridotti inclusi nelle classi 1 e 2, mentre nessuna differenza evidente è emersa dai dati ottenuti nel 21 e nel 212. Va poi osservato che per entrambi i sessi si rileva un elevato numero di uccelli con abbondanti depositi adiposi dovuto probabilmente al passaggio di una nutrita componente di soggetti in migrazione verso aree di svernamento più meridionali; le percentuali calcolate per le classi di grasso 3-4 e 5-6 considerate insieme variano a seconda delle stagioni tra il 73,3%, l 83,9% ed il 73,2% per i maschi e tra il 65,7%, il 72,5% ed il 63,7% per le femmine. È interessante osservare che le femmine presentano sempre depositi adiposi più ridotti rispetto a quelli dei maschi mostrando percentuali più elevate nelle classi di grasso -2 e più basse nelle classi

16 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno 212 Tabella 5. Distribuzione (N e %) delle allodole nelle diverse classi di grasso, separate per sesso. Autunno 21 Autunno 211 Autunno 212 Classi di grasso N % 2, , ,3 61 1, N % 5, , ,5 55 6,2 N % 1 1, , , ,4 N % 14 1, , , N % 2, , ,4 36 9,8 N % 9, , ,5 65 6,2 Totale Se si considera l intero campione ottenuto per anno si rileva che le percentuali di uccelli con scarse riserve di grasso (classi, 1 e 2) non mostrano variazioni importanti (3,9% nel 21, 22,7% nel 211 e 34,1% nel 212). Si tratta di individui che necessitano di fermarsi, probabilmente perché hanno ormai raggiunto l area di svernamento oppure perchè hanno adottato una strategia migratoria caratterizzata da spostamenti su brevi distanze; tutti gli altri che mostrano un punteggio di grasso uguale o superiore a 3 posseggono energie sufficienti per proseguire la migrazione senza effettuare soste e sono in grado di raggiungere zone di svernamento poste più a sud dell area di studio potendo distribuirsi lungo tutta l Italia meridionale ed in Sicilia, fino ad arrivare anche sulle coste dell Africa settentrionale (Cramp 1988). Per questi uccelli con evidenti depositi adiposi è stato esaminato l andamento delle relative percentuali calcolate nel corso della migrazione, suddividendo il campione in maschi e femmine. Nella figura 13 sono quindi riportati i valori ottenuti per decade nel periodo che va dal 1 ottobre al 1 novembre dell autunno 21, 211 e 212, indicando anche il numero di tutti gli individui esaminati per decade. Le frequenze dei soggetti grassi riportate nei tre grafici presentano ogni anno un differente andamento. Nel 21 entrambi i sessi mostrano un progressivo decremento nel corso della migrazione, anche se i valori riportati nella prima decade sono poco indicativi in quanto riferiti ad una sola giornata di attività ma, complessivamente, il 68,8% delle allodole di cui è stata stimata la quantità di grasso visibile è rappresentato da soggetti grassi. Nel 211 le frequenze rimangono abbastanza costanti per tutto il periodo di studio, ad eccezione sempre della prima decade di ottobre in cui il campione esaminato è piuttosto ridotto: rispetto all anno precedente si rileva un incremento della percentuale di soggetti grassi che arriva al 77,3%. Nel 212 i valori risultano alti nella prima decade ma sono poi seguiti da un deciso decremento, in particolare per quanto riguarda le femmine, mentre le frequenze tendono ad aumentare nelle fasi terminali della migrazione; da notare che la percentuale di soggetti grassi risulta la più bassa dei tre anni esaminati (66,2%). È inoltre molto interessante osservare che nei tre grafici, anche se con palesi variazioni riscontrate negli anni e tra le diverse decadi, i valori più alti sono sempre stati regolarmente registrati per i maschi. 16

17 Grasso % Grasso % Grasso % Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno Maschi Femmine Maschi Femmine 1-1 ott 11-2 ott ott 1-1 nov 1-1 ott 11-2 ott ott 1-1 nov Maschi 25 Femmine 1-1 ott 11-2 ott ott 1-1 nov 212 Figura 13. Percentuali di individui con punteggio di grasso sottocutaneo uguale o superiore a 3 divisi per decade e per sesso, nel periodo 1 ottobre 1 novembre, autunno 21, 211 e 212. Va rimarcato che queste elevate percentuali di allodole con abbondanti riserve lipidiche, costantemente presenti nelle quattro decadi esaminate, stanno ad indicare che i campioni raccolti sono costituiti soprattutto da uccelli in piena attività migratoria che non necessitano di fermarsi nell area. Questa condizione, già evidenziata anche dai dati raccolti durante il Progetto Alauda 2 negli anni , contrasta con quanto descritto da Licheri e Spina (22) in base all esame degli inanellamenti effettuati in Italia negli anni , poiché questi autori riportano che poco meno della metà degli uccelli inanellati durante la migrazione autunnale sono rappresentati da soggetti grassi. Va però precisato che questi dati sono stati raccolti da più stazioni d inanellamento operanti in tutto l arco della Penisola probabilmente con metodologie diverse e non standardizzate; risultano quindi poco omogenei in quanto possono comprendere individui in diversi stadi della migrazione con uccelli appena arrivati nell area di studio, uccelli che sono in sosta, uccelli pronti a migrare ed uccelli che non sono ancora preparati per affrontare ulteriori movimenti verso le aree di svernamento. Tale estrema variabilità può quindi creare qualche complicazione nell interpretazione dei risultati, diversamente dai dati ottenuti in questa ricerca che sono invece relativi solo ad individui in migrazione. 17

18 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Per poter valutare correttamente la dinamica di popolazione di una specie e quindi programmarne la gestione è necessario disporre di una larga scala di dati d inanellamento raccolti mediante progetti standardizzati di monitoraggio a lungo termine. La ricerca condotta in questi tre anni in collaborazione con l Ufficio Avifauna Migratoria della Federazione italiana della Caccia, unitamente ai risultati ottenuti dal progetto Alauda 2 condotto per conto dell Associazione dei Migratoristi Italiani per la Conservazione dell Ambiente Naturale (ANUU) nel periodo , ha permesso di inanellare allodole e di avere a disposizione serie temporali a lungo termine consentendo di costruire curve di tendenza del passo. Sulla base dei numeri delle catture ottenuti in ciascuna stagione è possibile affermare che l andamento dei flussi migratori autunnali che interessano il litorale sud-tirrenico sia rimasto sufficientemente costante nel corso degli anni: in particolare nell autunno degli anni 1998, 1999, 22, 23, 26, 27, 21 e 211 si è avuta una media di 1.42 uccelli per stagione, evidenti incrementi sono stati registrati nel 24 (3.82), nel 212 (2.96) e nel 25 (2.38), mentre drastiche flessioni si sono avute nel 2 e nel 21, dovute però alla dislocazione nell entroterra di punti di cattura meno interessati dalla migrazione. Queste fluttuazioni rientrano comunque nel normale andamento della fenologia della migrazione in quanto, da un anno all'altro, possono verificarsi delle considerevoli variazioni nei passaggi dei migratori, già riportate da Duse e Toschi (193) per questa specie. Per ottenere una valutazione più accurata è stato quindi calcolato per gli anni e un indice di cattura basato sul numero totale di ore di attività e sui metri quadrati di rete utilizzati; va precisato che nelle suddette stagioni la ricerca è stata effettuata con una metodologia di cattura completamente standardizzata con l utilizzo di un transetto di reti verticali tipo mist-nets in numero e dimensioni costanti per l intero periodo della migrazione montate secondo un orientamento fisso sempre nella stessa località. I valori ottenuti (tabella 2) non hanno mostrato variazioni significanti confermando ulteriormente un andamento costante negli anni dei flussi migratori autunnali. Dall esame dei dati raccolti in questi anni è stato anche possibile determinare l esistenza di una migrazione differenziale tra i due sessi con i maschi di dimensioni maggiori che tendono a migrare più tardi delle femmine, nonché effettuare una stima del rapporto maschi/femmine, informazione che rientra tra gli obiettivi citati nel Management Plan for Skylark I valori della sex-ratio, calcolati solo sul numero di individui di cui è stato possibile stabilire il sesso, hanno dimostrato che in quasi tutti gli anni è presente un maggior numero di femmine rispetto ai maschi, con la percentuale più alta riscontrata nell autunno 212 (73,5%) e quella più bassa nel 1999 (5,2%); si discostano solo le percentuali rilevate nel 2 e nel 21, anni in cui l attività è stata però condotta in modo non standardizzato e quindi non in grado di rispecchiare l esatta composizione del flusso migratorio. Complessivamente, valutando tutti i dati raccolti a partire dal 1998, emerge un rapporto maschi:femmine di 41:59 che indica una maggiore predisposizione delle femmine ad intraprendere movimenti migratori, una strategia di migrazione accertata anche per molte altre specie di Passeriformi. Occorre quindi ribadire che questa indagine rappresenta l unico studio a lungo termine sulla migrazione post-riproduttiva dell Allodola condotto in Europa meridionale in modo standardizzato e le informazioni raccolte costituiscono una risorsa fondamentale per valutare se la migrazione autunnale e quindi il successivo svernamento rappresentano una fase critica del suo ciclo vitale. Se si considera che gli Enti istituzionalmente preposti alla gestione della fauna non hanno mai dimostrato interesse verso questa specie sottoposta ad una forte pressione venatoria, risulta evidente che tocca alle Associazioni Venatorie impegnarsi in prima persona per organizzare dei monitoraggi continui della sua demografia. 18

19 Studio sulla migrazione autunnale dell Allodola in Campania, autunno BIBLIOGRAFIA Berthold, P. & Friedrich, W. (1979) Die Federlänge: Ein neues nützliches Flügelmass. Vogelwarte, 3: BirdLife International (24) Alauda arvensis. In: IUCN IUCN Red List of Threatened Species. < Downloaded on 6 February 28. BirdLife International (26) Species factsheet: Alauda arvensis. Downloaded from Cramp, S. (ed) (1988) Birds of the Western Palearctic, vol. V. Oxford University Press. Demongin, L. (26) Guide d identification en main des oiseaux d Europe. Identification, biométrie, mue, sexe, âge. Provisional version, unpublished, 164 pp. Donald, P.F. (24) The Skylark. Poyser, London, UK. Dougall, T.W. (1997) Biometrics and sex ratios of Skylarks Alauda arvensis in winter in south-east Scotland. Ringing & Migration, 18: Duse, A. e Toschi, A. (193) Contributo allo studio delle migrazioni dell Allodola, del Tordo e del Fringuello. Ricerche Zoologia applicata alla Caccia, 1, pp.23. Kaiser, A. (1993) A new multi-category classification of subcutaneous fat deposits on song birds. Journal Field Ornithology, 64: Licheri, D. e Spina, F. (22) Biodiversità dell avifauna italiana: variabilità morfologica nei Passeriformi (parte II: Alaudidae Sylviidae). Biol. Cons. Fauna, 112: Niethammer, G. (197) Uberwintern nur männliche Feldlerchen in Westdeutschland? Vogelwarte, 25, Petersen, B.S. (27) Management Plan for Skylark (Alauda arvensis) Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg. Scebba, S. (21) Biometrics and sex ratios of Skylarks Alauda arvensis during migration in southern Italy. Ringing & Migration, 2: Scebba, S. (29) Rapporto Alauda 2. Indagine sulla migrazione autunnale nella Piana del Volturno (Caserta) in base all attività di inanellamento: autunno Studio Lito Clap, Bergamo. Schekkerman, H. (1999) Sex bias and seasonal patterns in tape-lured samples of migrating Skylarks Alauda arvensis. Ringing & Migration, 19, Senk, R., Senk, A. & Wörner, H. (1972) Zur Frage: Uberwintern nur männliche Feldlerchen (Alauda arvensis) in Westdeutschland? Vogelwarte, 26, 314. Spaepen, J. & Cauteren, F. van (1968) Migration of the Skylark (New results). Gerfaut, 58: Svensson, L. (1992) Identification guide to European passerines. Stockholm. Teulière, J.M. (23) Baguage de l'alouette des champs (Alauda arvensis) en migration nocturne postnuptiale. Bilan 22 en Limousin. Epops, 6: Vauk, G. (1972) What sex do Skylarks overwintering in W-Germany have?. Journal für Ornithologie, 113, Vignes, J.C. (21) Observations sur les migrations et la biométrie de l Alouette des Champs (Alauda arvensis) en automne au Pays-Basque. Munibe, 51: Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli) Federazione Italiana della Caccia - Ufficio Avifauna Migratoria Pubblicazione n 95 del Gruppo Inanellamento Limicoli, Napoli 19

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