I segni del Giubileo
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- Nicolina Falcone
- 5 anni fa
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1 I segni del Giubileo Vivere l Avvento in preparazione al Giubileo Avvento 2015 Pagina 1
2 Introduzione generale Il Giubileo della misericordia In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. La Chiesa sente in maniera forte l urgenza di annunciare la misericordia di Dio. La sua vita è autentica e credibile quando fa della misericordia il suo annuncio convinto. Essa sa che il suo primo compito, soprattutto in un momento come il nostro colmo di grandi speranze e forti contraddizioni, è quello di introdurre tutti nel grande mistero della misericordia di Dio, contemplando il volto di Cristo. La Chiesa è chiamata per prima ad essere testimone veritiera della misericordia professandola e vivendola come il centro della Rivelazione di 1 Gesù Cristo. E davvero significativo il fatto che papa Francesco abbia indetto un giubileo straordinario dedicato alla misericordia. La misericordia è uno degli attributi più misteriosi di Dio, per il fatto che essa va contro ogni logica umana. Tale logica, infatti, prevede che di fronte ad un peccato ci sia una punizione; per per questo è difficile comprendere l'atteggiamento di Dio il quale, di fronte al peccatore, si mostri ancora più tenero e compassionevole. Il giubileo che sta per iniziare è quindi un'occasione per riflettere proprio su questa logica di Dio. Il giubileo è fatto disegni, di simbologie molto antiche e di atti di culto che danno significato a questo tempo di grazia. Per questo motivo in questo ciclo di catechesi ci soffermeremo a riflettere sul significato teologico e spirituale dei segni più importanti del giubileo per comprenderne il significato e poter vivere ancora meglio questo evento di grazia. Pertanto in questi quattro incontri rifletteremo seguenti argomenti: il pellegrinaggio, la Porta Santa, le opere di misericordia, la professione di fede e l indulgenza. sui 1 FRANCESCO, Misericordiae Vultus, Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia, n. 25 (d ora in poi MV). Avvento 2015 Pagina 2
3 Il pellegrinaggio Primo segno del Giubileo Cammina, cammina Nel 1983 il regista bergamasco Ermanno Olmi girò un film dal titolo Cammina, cammina. In questo film il regista racconta il viaggio dei Magi verso Gesù bambino; in questo viaggio si uniscono ai Magi una folla di persone che, attratti dalla novità di incontrare un re, si uniscono alla carovana. Sono persone diversissime tra di loro, e ognuna va verso questo luogo con un intenzione diversa: il viaggio durerà sei giorni e sei notti. Molti, lungo il viaggio, di fronte ai pericoli e all imprevisto, si tireranno indietro e alla fine soltanto uno sparuto gruppo di persone, assieme ai Magi, arriveranno a portare i doni al Bambino e riceveranno in cambio dal padre di Gesù tre pani, come ringraziamento e ricordo di quella visita. Si può intraprendere un cammino per tanti motivi; persino un pellegrinaggio può avere, come reale motivazione, qualcosa che con Dio ha poco o niente a che fare. Per questo motivo, all inizio del percorso verso il Giubileo, è bene riflettere sul significato autentico del pellegrinaggio, per capire come partire con il piede giusto e arrivare alla meta che ci siamo prefissati. Il senso del pellegrinaggio nelle grandi religioni Che senso ha mettersi in viaggio per andare verso una meta? La letteratura di tutti i tempi conosce una serie di scritti e racconti che vengono definiti odeporici: si tratta, cioè, di racconti nei quali i protagonisti intraprendono un viaggio e - attraverso una serie di avventure, peripezie e difficoltà - giungono alla meta profondamente cambiati. E il caso, ad esempio, di Ulisse, di Enea, di Apuleio, e nella letteratura italiana anche di Dante Alighieri e il suo viaggio Avvento 2015 Pagina 3
4 immaginario nei tre regni ultraterreni. Ma è anche il caso di tanta letteratura moderna e contemporanea, e nemmeno il cinema si è lasciato sfuggire il tema del viaggio come metafora della vita: tanti sono i cosiddetti road movie, e molti film apparentemente leggeri in realtà hanno questo riferimento ad un viaggio che cambia profondamente il senso della vita dei protagonisti. 2 Evidentemente, il pellegrinaggio non è un viaggio come tutti gli altri: ha infatti qualcosa di particolare. Esso è un cammino che si compie per uno scopo ben preciso, ed è uno scopo religioso. E un evento, un tempo che l individuo toglie dalla continuità del tessuto ordinario della propria vita (luoghi, rapporti, produzione del reddito). Il pellegrino, già dal nome, è una tipologia ben precisa di persona: il termine deriva dal latino peregrinus, che deriva dai termini per (attraverso) e ager (campo), e indicava anzitutto lo straniero, colui che abitava fuori dalle città. Si deve dire, in realtà, che il pellegrinaggio non è un esclusiva della religione cristiana: anche l ebraismo e l islamismo conoscono questa forma di espressione della fede: 1. nell Ebraismo, anzitutto, l importanza dei pellegrinaggi è attestata già nel libro dei salmi: vi è infatti tutta una sezione di salmi (dal 120 al 134) che costituiscono la preghiera per il pellegrinaggio che i pii Israeliti facevano alla Città Santa, Gerusalemme (cf. Sal 84,7; Is 30,29). Questi salmi sono chiamati: Cantici delle ascensioni, perché suppongono, e supportano spiritualmente, la salita al colle di Sion 2 Un caso interessante è il film comico Tre uomini e una gamba, di Aldo, Giovanni e Giacomo. Avvento 2015 Pagina 4
5 (altura a 800 m. sul livello del mare). Essi sono conosciuti anche come salmi graduali, essendo 15, come i gradini d accesso al Tempio di Gerusalemme. 2. a n c h e n e l l I s l a m i l pellegrinaggio ha un importanza fondamentale. Il Corano, infatti, prescrive come uno dei cinque pilastri fondamentali della fede musulmana proprio il pellegrinaggio alla Mecca, almeno una volta nella vita, per chi ne ha la possibilità fisica ed economica; questo si aggiunge agli altri quattro pilastri centrali della fede che sono l accettazione di Dio (Allah), la preghiera, il digiuno nel tempo del Ramadan e l elemosina. 3. l induismo conosce una forma di pellegrinaggio importante: è quello verso il Gange, nel quale i p e l l e g r i n i s i b a g n a n o c o n devozione, per ricordare in esso il c i c l o d e l l a r i n a s c i t a, d e l l a purificazione e della liberazione. Il pellegrinaggio cristiano nella storia Nel Cristianesimo, l importanza del pellegrinaggio è attestata da antichissima data: la fede cristiana ha una sua peculiare interpretazione del pellegrinaggio. Esso è legato, in primo luogo, a un santuario. Come esprime il termine stesso, è uno spazio sacro delimitato che lo rende diverso da ogni altro luogo. In questo senso, soprattutto la Terra Santa era luogo di destinazione dei pellegrinaggi dell antichità: tante persone facevano testamento e partivano dalle Avvento 2015 Pagina 5
6 loro case, sfidando pericoli di ogni genere per raggiungere la terra di Gesù. Molti di essi non facevano più ritorno a casa: qualcuno moriva per le malattie o per gli agguati dei malviventi che si trovavano lungo la strada, altri ancora restavano lì per vivere gli ultimi anni della loro vita in quei luoghi benedetti. 3 In ogni caso, sin dai primordi del cristianesimo, il pellegrinaggio assume essenzialmente due significati: 1. devozionale; 2. penitenziale. Il primo tipo di pellegrinaggio implica il recarsi in luoghi benedetti dalla presenza di Gesù: evidentemente in questo caso il pellegrinaggio per eccellenza era quello verso la Palestina, luogo che aveva materialmente visto in azione il figlio di Dio. Esso faceva parte del processo di conversione più ampio: si partiva verso Gerusalemme, dove si viveva da " s t ra n i e r i ", d a " e s u l i " ( s e c o n d o l'etimologia del termine "pellegrino"), magari fino al resto della propria vita. Un famoso esempio di pellegrinaggio devozionale fu quello fatto da sant'elena, madre di Costantino I, nel IV secolo. Per i primi cristiani Gerusalemme diventa 3 In questo senso, un documento di eccezionale importanza è dato dal Diario della Pellegrina Egeria, una donna che tra il IV e il V secolo intraprende un pellegrinaggio verso la terra santa. Il documento è importantissimo perché Egeria descrive tutti i luoghi che essa visitò, dando una descrizione accurata di come erano, delle liturgie che vi si svolgevano, e del flusso di pellegrini verso quei luoghi. Per maggiori informazioni, cfr. indexold-r/egeria.htm Avvento 2015 Pagina 6
7 la meta di un viaggio spirituale ambito nel desiderio di conoscere i luoghi dove Gesù visse, predicò e morì. Il pellegrinaggio a Gerusalemme divenne per i cristiani un'usanza fissa a partire dal 313 d.c. con l'editto di Costantino e la libertà di culto nell'impero Romano. Si andava per cercare la Croce, i chiodi, la tunica di Cristo, la Scala Santa o per ripercorrere i luoghi della sua sofferenza. A mano a mano che il culto cristiano si espandeva, cresceva anche la devozione per gli Apostoli Pietro e Paolo, martirizzati a Roma, e ritenuti i fondatori della Chiesa. Così Roma diventa la città benedetta, battezzata dal sangue dei due apostoli di Cristo. Roma acquista un'importanza sempre maggiore rispetto a Gerusalemme, di pari passo con la decadenza dell'impero Romano e sotto la pressione dei barbari che depredavano e devastavano città e vie di comunicazione. Roma divenne la seconda Gerusalemme dal 638 d.c., anno in cui la città santa viene conquistata dagli Arabi e diventa sempre più difficile recarsi in pellegrinaggio ad Oriente. Il secondo tipo di pellegrinaggio, invece, si sviluppò in epoca più tarda. Si diffuse soprattuto nell'alto medioevo per venire poi esportato nel continente europeo dai missionari nel VI e VII secolo. Esso era originariamente una forma di dura condanna verso una colpa molto grave. Le prime notizie di pellegrinaggi penitenziali diretti a una specifica meta risalgono all'viii secolo. I pellegrini avevano anche alcuni segni non infamanti che li contraddistinguevano: il bastone (detto bordone), la bisaccia e i segni Avvento 2015 Pagina 7
8 del santuario verso il quale si era diretti o dal quale si tornava, ben in vista sul copricapo o sul mantello. Questo pellegrinaggio, quindi, rappresentava una forma di penitenza e di espiazione che avrebbe permesso a chi lo intraprendeva di ricevere il perdono dei propri peccati e l assoluzione dalle proprie colpe, soprattutto quelle di una certa gravità. Con l andare del tempo, durante il medioevo le due forme di pellegrinaggio si sovrapposero fino a confondersi e uniformarsi: ogni pellegrinaggio aveva un significato devozionale, ma anche un significato penitenziale ed espiatorio. Dal 500 fin verso l'anno 1000 il pellegrinaggio era un fenomeno prevalentemente individuale. Verso la fine del primo millennio, invece, prende corpo il pellegrinaggio collettivo, meglio preparato e senza dubbio meno rischioso. Una svolta nel carattere stesso del pellegrinaggio si ebbe a partire dal VII secolo, quando si cominciò a prescriverlo o ad imporlo, assieme all'elemosina, come penitenza per peccati di una certa gravità. Si andava in pellegrinaggio non solo per visitare i luoghi santi di culto, ma anche per sciogliere un voto. Il pellegrinaggio come pratica di penitenza e di riscatto morale coinvolge anche le classi sociali più alte, senza escludere re e imperatori. Il primo sovrano a recarsi a Roma fu Carlo Magno, nella Pasqua del 774. In base ai luoghi nei quali ci si recava in pellegrinaggio, i pellegrini ricevevano nomi differenti: Avvento 2015 Pagina 8
9 1. Chi si dirigeva in pellegrinaggio a Santiago de Compostella era chiamato pellegrino, e aveva come simbolo la conchiglia; 2. Coloro che si dirigevano a Roma erano invece chiamati Romei, e avevano come simbolo una croce; 3. Infine, coloro che si dirigevano a Gerusalemme venivano chiamati Palmizi (o Palmieri), e avevano come simbolo una palma. Il senso teologico del pellegrinaggio giubilare Cerchiamo di capire, adesso, il senso teologico del pellegrinaggio nell ambito del prossimo giubileo straordinario. Già Benedetto XVI, nel suo viaggio a Santiago de Compostella del 6/11/2010, esprimeva alcuni pensieri su questo aspetto della nostra fede. Se Dio, come insegna anche ai bambini il catechismo, è in ogni luogo, perché andare in pellegrinaggio? Contro il pellegrinaggio uno potrebbe dire: Dio è dappertutto, non c è bisogno di andare in un altro luogo. Eppure, per un altro verso, il pellegrinaggio è inscindibile dall atto di fede. L Antico Testamento dimostra che cosa sia la fede nella figura di Abramo. Ora, Abramo esce dalla sua terra e rimane un pellegrino verso il futuro per tutta la sua vita. E anche per noi questo movimento abramico rimane nell atto della fede. Ciascuno di noi è pellegrino «soprattutto interiormente»: l uomo è sempre in cammino, è alla ricerca della verità. E tuttavia il movimento deve anche esprimersi esteriormente: dal momento che la nostra esperienza non è puramente intellettuale, è davvero necessario qualche volta, uscire dalla quotidianità, dal mondo dell utile, dell utilitarismo, uscire solo per essere realmente in cammino verso la trascendenza; trascendere se stesso, trascendere la quotidianità e così trovare anche una nuova libertà, un tempo di ripensamento interiore, di identificazione di se stesso, di vedere l altro, Dio. Avvento 2015 Pagina 9
10 Francesco: Riguardo poi al pellegrinaggio nell ambito giubilare, dice Papa Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il 4 pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione. Papa Francesco ci ricorda un fatto importantissimo, che in questo giubileo non dobbiamo dimenticare: siamo tutti in cammino, siamo tutti nomadi. La fede ebraica e cristiana è una fede che poggia sul concetto stesso di movimento, non certo di sedentarietà: Dio va cercato, l amore non è mai fermo, e sia l amato che l amante non conoscono sosta. Il movimento del pellegrino esprime un bisogno: la consapevolezza che non abbiamo una casa, che ne siamo alla ricerca. Il nostro tempo, la nostra epoca sono icone di un modo sedentario, in cui il possesso delle cose dovrebbe apparire garanzia di solidità, mentre ogni giorno che passa ci accorgiamo quanto questo non sia vero. Il pellegrinaggio, allora, significa fare memoria del fatto che la terra è la nostra abitazione soltanto di passaggio, e siamo tutti chiamati ad altro. Cosa è quest altro? E il cammino che ognuno di noi deve compiere verso il cuore del Padre, accogliente e misericordioso verso le nostre miserie e infedeltà. 4 MV, n. 14. Avvento 2015 Pagina 10
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