NUOVI CORTILI. Sviluppo relazionale dei contesti di prossimità

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1 Lezione 13 NUOVI CORTILI Sviluppo relazionale dei contesti di prossimità METODI e TECNICHE del SERVIZIO SOCIALE Anno accademico 2017/2018 (prof. MARCO GIORDANO)

2 FONTI Giordano 2 (cap. I, II)

3 INTRO al WELFARE di COMUNITÀ LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ

4 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori di solitudine

5 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori di solitudine Nel ventennio compreso tra il 1994/95 e il 2014/15 il numero delle famiglie unipersonali cioè delle persone che vivono da sole è aumentato di quasi il 50 per cento, passando da 21,1 a 31,1 nuclei ogni cento. In pratica quasi un terzo delle famiglie italiane oggi è composta da una sola persona

6 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori di solitudine Le famiglie numerose, composte, da due genitori e tre o più figli, sono soltanto una ogni venti nuclei familiari. Nelle altre 19 famiglie troviamo, invece, un esercito di adulti senza figli, di figli unici o di bambini e ragazzi con solo un fratello o una sorella.

7 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori di solitudine Il numero di famiglie mono-genitoriali con figli minorenni, è pari al 21,5 per cento del totale delle famiglie con figli minorenni. 1 su 5

8 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori di solitudine dal 1983 al 2009 il numero di nuclei familiari che ha ricevuto aiuti dall esterno è sceso dal 23,3 al 16,9%, (- 1/3)

9 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori QUALITATIVI di solitudine GRADO DI SODDISFAZIONE DELLE PERSONE PER I RAPPORTI CON PARENTI, AMICI E COLLEGHI: di elevata qualità (cioè con voto 9 e 10 su una scala da 0 a 10 dove 0 indica per niente soddisfatto e 10 indica completamente soddisfatto ) solo per il 22,5 per cento delle persone di 16 anni e più. L Italia è al penultimo posto della classifica europea

10 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori QUALITATIVI di solitudine Le RETI AMICALI sono stabili sul piano della diffusione (il 92-93% della popolazione dichiara di avere ed incontrare amici). Si va invece riducendo l intensità della frequentazione amicale. Scende il numero di coloro che incontrano gli amici tutti i giorni (dal 25,6 al 18,1 per cento) o più di una volta a settimana (dal 28,2 per cento al 26,7 per cento) e sale il numero delle persone che li incontrano una volta a settimana (dal 18,8 al 21,2 per cento), qualche volta al mese (dal 14,1 al 18,2 per cento) o qualche volta l anno (dal 6,7 all 8,1 per cento).

11 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori QUALITATIVI di solitudine Si va invece RIDUCENDO L INTENSITÀ della frequentazione amicale. Scende il numero di coloro che incontrano gli amici tutti i giorni

12 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori QUALITATIVI di solitudine

13 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Indicatori QUALITATIVI di solitudine FIDUCIA. Le persone che pensano che la gran parte della gente sia degna di fiducia diminuiscono di circa il 10 per cento (scendendo dal 21,7 del 2010 al 19,7 del 2016), mentre quelle che ritengono che bisogna stare molto attenti aumentano dal 75,8 per cento del 2010 (quota già elevatissima, corrispondente ai ¾ della popolazione italiana) al 78,1 per cento del Welfare di comunità Video «anziani, conciliazione,»

14 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Circle time Quale rapporto tra

15 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ LIBERTÀ COMUNITÀ ANNA ARENDT «il singolo nel suo isolamento non è mai libero e la libertà [ ] si crea soltanto dove si radunano molte persone e può sussistere soltanto finché esse rimangono insieme»

16 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ LIBERTÀ COMUNITÀ JANE ADDAMS «il bene che assicuriamo a noi stessi è precario e incerto fino a quando non viene assicurato a noi tutti e incorporato nella nostra vita comune»

17 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ LIBERTÀ vs. COMUNITÀ Helmut Plessner «L idolo di quest epoca è la comunità. Quasi a compenso della durezza e dell insipidezza della nostra vita»

18 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ LIBERTÀ vs. COMUNITÀ C è una diffusa tendenza autoreferenziale, espressione della convinzione di poter bastare a se stessi, di potersi costruire da soli, di poter essere self-made.

19 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ Circle time LEGAMI o SERENDIPITÀ? LEGAME: vincolo morale o sentimentale (il legame di amicizia, il legame di parentela, di sangue, un legame sentimentale) Qualsiasi rapporto d obbligo che limita la libertà d agire e disporre di sé (Treccani) SERENDIPITÀ: libertà senza limiti Quesito: dove collocare il fenomeno della generale dematrimonializzazione che sta caratterizzando i tempi d oggi Nell antichità, dunque, la mancanza di legami era la condizione degli schiavi, ai quali era impedita la possibilità di assumere degli impegni e delle relazioni stabili. L avere una famiglia e dei vincoli rappresentava invece la ricchezza degli uomini liberi

20 LA CRISI DELLE RELAZIONI DI PROSSIMITÀ NIMBY

21 Questione di comunità?

22 Questione di comunità? COMMÙNITAS, può essere fatto derivare da cummœnia, cioè mura comuni, o da cum-munia, cioè doveri comuni (Lavanco) derivante dalla radice dell'aggettivo "communis", "bene comune distribuito a tutti", e dall'etimo del sostantivo "cum-munus", "che compie il proprio dovere insieme agli altri (Capuzzi) munus sia come ufficio, compito, servizio, che come dono, offerta, regalo. Da questa seconda accezione l idea della comunità come luogo della gratuità e della cura (Prenna)

23 Questione di comunità? Roberto Esposito Communitas. Origine e destino della comunità, sottolinea che il termine indica una mancanza, un meno, una vacatio che lega i membri di una comunità in un reciproco dovere ( mi devi qualcosa, ti devo qualcosa ) che li spoglia parzialmente o completamente della loro individualità.

24 Questione di comunità? diritto alla distanza interpersonale e che intende la libertà come «la possibilità dell isolamento, senza obblighi [connessi al] bisogno di denaro, o al bisogno gregario, o all amore, o alla gloria o alla curiosità»

25 Comunità in SOCIOLOGIA Ferdinand Tönnies, sociologo tedesco che nel 1887 pubblicò il testo Gemeinschaft und Gesellschaft, cioè Comunità e Società, propone una netta distinzione tra i due termini, il primo applicato alle forme premoderne e contadinoartigianali della vita collettiva e, il secondo inteso come forma moderna della convivenza civile, propria della fase capitalistico-industriale.

26 Comunità in SOCIOLOGIA Max Weber, distingue tra comunità e associazione.

27 Comunità in SOCIOLOGIA Indica che «una relazione può essere definita comunità quando l agire degli individui che vi partecipano poggia su una comune appartenenza soggettivamente sentita (affettiva o tradizionale)», cioè non basta una qualche forma di relazione materiale ma occorre che i soggetti coinvolti avvertano il legame che li unisce, il fondamento affettivo che li connette.

28 Comunità in SOCIOLOGIA Emile Durkheim distingue tra SOLIDARIETÀ MECCANICA e SOLIDARIETÀ ORGANICA

29 Comunità in SOCIOLOGIA SOLIDARIETÀ MECCANICA forma di solidarietà tipica delle società più semplici dove «la coscienza individuale è quasi interamente assorbita da quella collettiva [...] il carattere del legame sociale è dato dalla somiglianza [ in cui] le volontà singole [ ] non hanno movimenti propri SOLIDARIETÀ ORGANICA propria della società moderna dove i legami sono fondati sui rapporti di scambio e su una marcata divisione sociale del lavoro, con «una spiccata estensione e autonomia della coscienza individuale rispetto a quella collettiva»

30 Comunità in SOCIOLOGIA SOLIDARIETÀ ORGANICA la realizzazione dell autonomia individuale dell uomo necessita, in modo solo apparentemente paradossale, della presenza di freni e vincoli normativi a lui esterni. Condizione assicurata dalla divisione del lavoro che, generando relazioni di interdipendenza funzionale tra le mansioni svolte da ciascuna delle parti sociali, supera il rischio che la società si frantumi

31 Comunità in SOCIOLOGIA Inizio Novecento Scuola dell'ecologia sociale urbana (più nota come scuola di Chicago) studi compiuti in Europa sulle comunità rurali Anni Settanta la crisi del modello industriale fordista (apre alla post-modernità) Negli anni Novanta emerge una forte attenzione sulle studio delle reti sociali Anni recenti caratterizzati da una ripresa del comunitarismo (neo-comunitarismo) oltre la dicotomia libertà-solidarietà

32 Comunità in PSICOLOGIA PSICOLOGIA di COMUNITÀ nata ufficialmente nel 1965 Si occupa di studiare e migliorare l accordo psicosociale tra le persone e le condizioni ambientali

33 Comunità in PSICOLOGIA Adattamento Nello scenario di una cittadina con indice di criminalità elevato può essere del tutto naturale che i suoi abitanti abbiano regole di convivenza improntate a diffidenza, sospetto e isolamento Pattern comportamentali: serie di comportamenti più o meno fissi e stabili in collegamento con specifici ambienti. Comportamenti che vengono agiti in modo similare anche da persone molto diverse tra di loro e che, in contesti diversi, farebbero ben altro.

34 Comunità in PSICOLOGIA Kurt Lewin teoria del campo C = f (P/A) il comportamento di una persona (C) è una funzione che dipende dall interazione della sua personalità (P) e dell ambiente nel quale si trova (A)