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- Giovanna Micheli
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1 La cura L e parole non nascono per caso: nel loro antico formarsi hanno accumulato in loro tutta la ricchezza dell esperienza umana, una sintesi di ricerca, di incontri, di evidenze, di conferme, di perplessità e di immersione nell avventura dell esistenza. Le usiamo per abitudine, senza sapere che ogni volta utilizzando questa piuttosto che quella parola evochiamo tutta la forza di un significato che un vocabolo ha immagazzinato in sé, collegandosi a un principio che, se non la mente razionale, qualche altra parte di noi riconosce. Sta di fatto che la parola cura dal latino cura e, più anticamente coera e coira ha per radice cor, ovvero cuore e, più modernamente, la si fa risalire alla radice ku (kau, kav) che vuol dire osservare, come pure a quella sanscrita kavi, che significa saggio. 7
2 Cuore, osservazione e saggezza, dunque, ovvero quelle caratteristiche che distinguono l essere umano da ogni altra forma vivente nel nostro mondo. Per questo, quando parliamo di cura del corpo non intendiamo una visione medicalizzata di un organismo malato ma, al contrario, quell insieme saggio di osservazione e sollecitudine verso quel veicolo fisico che permette l espressione del pensiero e dei sentimenti; in una parola, la specificità umana. Accingendoci dunque a scrivere questo Cura del corpo vorremmo sia chiaro da subito che con tale titolo intendiamo il concetto dell aver cura di sé, con tutta l attenzione, la sollecitudine e il buon senso che la nostra persona merita. Quindi non un approccio medico, né fitoterapico o attraverso altri rimedi cosiddetti naturali, ma piuttosto un orientamento a una conoscenza di base del nostro insieme psico-fisico per imparare ad assecondare e a regolare, quando necessario quell equilibrio di base che ne costituisce la caratteristica naturale. 8
3 D altro canto, se osserviamo la natura non possiamo negare che sia armonica in sé e rifletta una perfezione. Che provenga da un Dio Creatore o sia frutto di una lenta evoluzione poco importa: le stagioni si susseguono dando luogo a nascita, vita, maturazione e morte; l attività del giorno si alterna al riposo della notte; l acqua degli oceani, evaporando, dà luogo alle piogge e fornisce il liquido essenziale alla vita; le catene alimentari dei vari ecosistemi permettono la conservazione delle specie, in un mirabile equilibrio che data da milioni di anni, e così via. Potremmo continuare, ma si tratta di evidenze sotto gli occhi di tutti. Possiamo dire che una Perfezione universale si riflette in ciò che si manifesta come vita su questo pianeta, una Perfezione che corrisponde alla natura, l insieme delle forme naturali. Quindi, nelle forme naturali è contenuto in maniera velata il principio della perfezione e dell armonia universale, e nelle stesse forme naturali risiede la possibilità di svelarlo. Forme naturali perfette e diverse tra loro, in una varietà di combinazioni illimitate, che rappresentano, ciascuna, una delle infini- 9
4 te possibilità di espressione della natura, cioè della Perfezione universale. Tra tutte, il corpo umano è certamente dimora e sintesi compiuta delle forme naturali. Un organismo complesso ed estremamente raffinato, che riflette l armonia dei princípi che regolano gli universi. Il nostro corpo è un microcosmo disciplinato dalle leggi cosmiche, sintesi armoniosa degli elementi materiali che lo compongono, espressione combinata dei fondamenti della manifestazione della Perfezione universale. Il corpo è Fuoco, Acqua, Aria e Terra; è l integrazione e l interazione armonica degli elementi; è ritmo movimento nel tempo e spazialità. Vita, intelligenza e calore. Possiamo quindi dire che l armonia del corpo definisce l uomo come espressione della Perfezione universale. Lo rende un testimone, la rappresentazione visibile e concreta della compiutezza, la quintessenza di quella mente che regola gli universi. E rappresenta una possibilità. Il problema è che l uomo ne è inconsapevole. La sua percezione di sé è limitata, soggettivizzata in una personalità che lo separa e lo rende in qualche modo incosciente del- 10
5 lo strumento straordinario che ha a disposizione. L essere umano, insomma, non riesce a rendersi conto dell armonia che lo permea, e la sua visione soggettiva lo allontana, sposta il suo punto di attenzione, gli impedisce di vedere ciò che è, proprio lì in bella vista, così evidente come la natura stessa. Siamo disarmonici perché non sappiamo riconoscere un evidenza così palese, perché ci ostiniamo a guardare alla vita con pesanti occhiali deformanti, prigionieri di un processo che ci impone di dover essere, invece che semplicemente essere. Il ritorno all armonia è quindi un processo di auto-scoperta, un percorso di educazione a riconoscere l armonia in cui siamo immersi e di cui siamo parte integrante. Un viaggio verso il riconoscimento della propria appartenenza alla perfezione del Tutto. La vita, in questo senso, consiste nel sapere di essere, nella coscienza della propria esistenza come esseri umani. Così, in realtà, l armonia non va cercata con un azione verso l esterno, non è un impresa né una nuova iniziativa. Paradossalmente, non dobbiamo fare proprio nulla; niente da costruire né 11
6 strutturare. Semplicemente, dobbiamo renderci conto che siamo già armonici, perché il nostro corpo stesso è espressione compiuta e matura della stessa perfezione universale. Il biblico «Facciamo l uomo a nostra immagine e somiglianza» significa proprio questo. Non si tratta certo di somigliare a quell icona con la barba bianca con cui abbiamo antropoformizzato il divino senza forma, ma l invito a riconoscere che la nostra forma è espressione dell armonia perfetta che regna in tutta la manifestazione. Cominciare dal corpo, dunque, è un atto che assume valenze di sacralità. Un atto comunque indispensabile per ridurre la distanza che abbiamo creato da ciò che ci è stato dato dalla Sapienza senza principio. A noi consta innazitutto il riconoscerlo, il diventarne consapevoli, in quel processo di auto-scoperta che ci porterà appunto a sapere di essere. 12
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