SUPERFICI DI RIEMANN (settima parte) anno acc. 2008/2009

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "SUPERFICI DI RIEMANN (settima parte) anno acc. 2008/2009"

Transcript

1 (settima parte) anno acc. 2008/2009

2 Divisori molto ampi Sia X una superficie di Riemann compatta, D Div(X) un divisore su X e Φ D l applicazione associata. Si dice che D è molto ampio se Φ = Φ D è un immersione chiusa (embedding). Si noti che la condizione di molto ampiezza non dipende dalla base di L(D) scelta per definire Φ. TEOREMA (condizione sufficiente per la molto ampiezza) - Se p, q X (eventualmente anche p = q) si ha l(d p q) = l(d) 2, allora D è molto ampio.

3 dimostrazione - Sia D = n x x con le ipotesi del teorema. Occorre dimostrare che 1) Φ è immersiva in ogni punto 2) Φ è iniettiva Mostriamo anzitutto la 1). Fissiamo un punto p X e, per mostrare che Φ è immersiva in p, consideriamo le inclusioni tra i seguenti spazi di Riemann Roch ( ) L(D 2p) L(D p) L(D). Per ipotesi sappiamo che l(d 2p) = l(d) 2, inoltre, nella dimostrazione del primo teorema di finitezza, abbiamo visto che, per ogni divisore D e per ogni punto q X, si ha l(d q) = l(d) oppure l(d q) = l(d) 1. Di conseguenza le due inclusioni nella ( ) sono strette. Poniamo N = l(d) 1. Possiamo costruire una base f 0,..., f N di L(D), prendendo una base f 2,..., f N di L(D 2p) insieme a f 1 L(D p) \ L(D 2p) e a f 0 L(D) \ L(D p).

4 In una carta locale centrata in p si ha f j = 1 z np 2 (a j0 + a j1 z +... ), j = 2,..., N; f 1 = 1 z np 1 (b 0 + b 1 z +... ); f 0 = 1 z np (c 0 + c 1 z +... ); con b 0, c 0 0. Ricordando come è stata definita Φ, in un intorno di p si ha allora Φ(x) = (z 0 : : z N ) = (z np f 0 : : z np f N ) = ((c 0 + c 1 z +... ) : z(b 0 + b 1 z +... ) : z 2 (... ) : : z 2 (... )). Un espressione affine di Φ nella carta z 0 0 è allora x (z(d ), z 2 (... ),..., z 2 (... ), con d 0 0, che ha in p gradiente (1, 0,..., 0) non nullo.

5 Mostriamo ora la 2). Fissiamo due punti distinti p, q X e consideriamo le inclusioni tra i seguenti spazi di Riemann Roch e ( ) L(D p q) L(D p) L(D), ( ) L(D p q) L(D q) L(D). Con ragionamento analogo a quello visto in precedenza, si ricava che tutte le inclusioni riportate in ( ) e in ( ) sono strette. Inoltre nelle nostre ipotesi non può essere L(D p) = L(D q), altrimenti si avrebbe L(D p) = L(D q) = L(D p q). Poniamo anche in questo caso N = l(d) 1. Si può prendere una base f 0,..., f N di L(D), fissando una base f 2,..., f N di L(D p q) insieme a f 1 L(D p) \ L(D q) e a f 0 L(D q) \ L(D p).

6 In una carta locale z centrata in p si ha f j = 1 z np 1 (a j0 + a j1 z +... ), j = 2,..., N; f 1 = 1 z np 1 (b 0 + b 1 z +... ), f 0 = 1 z np (c 0 + c 1 z +... ), con c 0 0. In una carta locale w centrata in q si ha f j = 1 w nq 1 (ã j0 + ã j1 w +... ), j = 2,..., N; f 1 = 1 w nq ( b 0 + b 1 w +... ); f 0 = con b w nq 1 ( c 0 + c 1 z +... );

7 Ricordando che, in un intorno di p, si ha Φ(x) = (z np f 0 : : z np f N ), risulta allora Φ(p) = (c 0 : 0 : : 0) = (1 : 0 : : 0). Vicino a q invece Φ(x) = (w nq f 0 : : w nq f N ), per cui Φ(q) = (0 : b 0 : 0 : : 0) = (0 : 1 : 0 : : 0). Quindi Φ(p) Φ(q). COROLLARIO - Sia X una superficie di Riemann compatta di genere g. Se D Div(X) è un divisore tale che deg(d) 2g + 1 allora D è molto ampio. dimostrazione - Siano p, q X. Si ha deg(d p q) = deg(d) 2 2g 1, quindi sia D che D p q sono non speciali. Allora, per il teorema di Riemann Roch si ha l(d) = deg(d) + 1 g, e l(d p q) = deg(d p q) + 1 g, da cui l(d p q) = l(d) 2.

8 ESEMPIO 1. Sia g = 0, p X e D = 1p Allora deg(d) 2g + 1, quindi D è molto ampio. Si ha l(d) = deg(d) + 1 g = 2, per cui Φ : X (P) 1 è un embedding (e Φ è suriettiva, poichè diversamente sarebbe costante), ovvero Φ è un biolomorfismo. ESEMPIO 2. Sia g = 1, p X e D = 3p Allora deg(d) 2g + 1, quindi D è molto ampio. Si ha l(d) = deg(d) + 1 g = 3, per cui Φ : X P 2 è un embedding. Vogliamo descrivere Φ(X). Per farlo, consideriamo gli spazi di Riemann Roch dei divisori unipuntuali np, con n = 0, 1, Si ha L(0p) C, spazio vettoriale generato, su C, dalla funzione costante 1. Anche nel caso di 1p, si ha L(1p) C, spazio vettoriale generato, su C, dalla funzione costante 1. Infatti sappiamo che diversamente sarebbe g(x) = 0.

9 Per quanto riguarda L(2p) osserviamo che il divisore 2p è non speciale (deg(2p) = 2 2g 1 = 1) e pertanto l(2p) = deg(2p) + 1 g = 2. Allora L(2p) C C generato da 1 e da una funzione meromorfa f con solo un polo di ordine (esattamente) 2 in p. Analogamente si calcolano l(3p), l(4p).... Lo spazio vettoriale L(3p) ha dimensione 3 ed è essere generato da 1, f e da una funzione meromorfa g con solo un polo di ordine (esattamente) 3 in p. Lo spazio vettoriale L(4p) ha dimensione 4 e può essere generato da 1, f, g ed f 2 (che ha un polo di ordine 4 in p.) Lo spazio vettoriale L(5p) ha dimensione 5 e può essere generato da 1, f, g, f 2, e fg (che ha un polo di ordine 5 in p.) Lo spazio vettoriale L(6p) ha dimensione 6. Ad esso appartengono 1, f, g, f 2, fg, f 3 e g 2 (hanno tutte al più un polo di ordine 6 in p).

10 Pertanto queste 7 funzioni meromorfe non possono essere linearmente indipendenti. Deve cioè sussistere una relazione di dipendenza lineare a 0 + a 1 f + a 2 g + a 3 f 2 + a 4 fg + a 5 f 3 + a 6 g 2 = 0, con (a 0,..., a 6 ) (0,..., 0). Più precisamente sappiamo che sia a 5 che a 6 sono diversi da 0, poichè diversamente f 3 o g 2 sarebbero combinazione lineare di funzioni con un polo al più di ordine 5 in p. Consideriamo allora l applicazione associata al divisore D = 3p, definita utilizzando la base {1, f, g}. Φ : X P 2, x (1 : z : w) = (1 : f (x) : g(x)). I punti di Φ(X) hanno coordinate legate dalla relazione ( ) a 0 + a 1 z + a 2 w + a 3 z 2 + a 4 zw + a 5 z 3 + a 6 w 2 = 0. Pertanto Φ(X) è una cubica piana (non può essere una retta o una conica contenuta nella cubica di equazione ( ) perchè è g = 1.). Ogni superficie di Riemann di genere 1 ha un modello proiettivo che è una cubica piana (che, con un cambiamento del sistema di riferimento può essere posta nella forma di Weierstrass w 2 = P 3 (z)).

11 Divisori effettivi e applicazioni associate Sia D un divisore su una superficie di Riemann X. OSSERVAZIONE - Se L(D) {0}, D 0 linearmente equivalente a D. dimostrazione - Sia f L(D) \ {0}, cioè tale che (f ) + D 0. Posto D = (f ) + D, risulta D D = (f ), principale. OSSERVAZIONE - Abbiamo visto che, se D e D sono linermente equivalenti allora gli spazi di Riemann Roch L(D) ed L(D ) sono isomorfi, e l isomorfismo è dato dalla moltiplicazione per una funzione meromorfa g. In tale isomorfismo una base {f 0,..., f N } di L(D) corrisponde a una base {gf 0,..., gf N } di L(D ) e quindi Φ D = Φ D. Pertanto per studiare le applicazioni associate ai divisori, ci si può limitare a considerare divisori effettivi.

12 TEOREMA - Sia D = i=1,...,k n i p i n i > 0, i = 1,..., k un divisore effettivo su una superficie di Riemann X e si supponga che x X si abbia l(d x) = l(d) 1. Allora esiste almeno una funzione meromorfa f L(D) tale che i = 1,..., k si abbia ν pi (f ) = n i. In altri termini, esiste una funzione meromorfa che ha esattamente i poli assegnati dal divisore D. Tale funzione avrà quindi n i = deg(d) poli e deg(d) zeri. dimostrazione - Anzitutto mostriamo che i = 1,..., k, f i L(D) tale che ν pi (f i ) = n i. Infatti se così non fosse, esisterebbe un j {1,..., k}, tale che, g L(D), ν pj (g) > n j. Ma in tal caso si avrebbe L(D) = L(D p j ). Siano allora f i, con i = 1,..., k, funzioni di L(D) con poli di ordine n i in p i.

13 La generica combinazione lineare α 1 f 1 + α 2 f α k f k, ha un polo di ordine n 1 in p 1, un polo di ordine n 2 in p 2,... un polo di ordine n k in p k. OSSERVAZIONE - Dalla dimostrazione si deduce che, nelle ipotesi del teorema, la generica funzione di L(D) ha esattamente deg(d) zeri e deg(d) poli.

14 Modelli proiettivi di superfici di Riemann compatte TEOREMA - Sia D un divisore effettivo su una superficie di Riemann X, e si supponga che p, q X si abbia l(d p q) = l(d) 2. Si consideri l applicazione Φ : X P N, associata a D, con N = l(d) 1. Si ha i) Φ(X) è una curva algebrica ii) Φ(X) non è iperpiana ii) Φ(X) ha grado deg(d). dimostrazione i) - Per ipotesi D è molto ampio, quindi Φ è un embedding. Allora Φ(X) è una sottovarietà liscia di P N e quindi, per il lemma di Chow, una curva algebrica. ii) - Φ(X) non è iperpiana. Infatti, indicate con f 0,..., f N le funzioni di L(D) tramite cui si definisce Φ, se esistesse un iperpiano di equazione ai z i = 0 contenente Φ(X), si avrebbe anche a i f i = 0, e ciò non è possibile in quanto f 0,..., f N costituiscono una base di L(D).

15 iii) - Il grado di Φ(X) è il numero di intersezioni che Φ(X) ha con il generico iperpiano a i z i = 0 di P N, ovvero il numero degli zeri della funzione meromorfa a i f i. L ipotesi l(d p q) = l(d) 2 implica in particolare che, x X si abbia l(d x) = l(d) 1. Pertanto siamo nelle condizioni di applicare il teorema precedente, ed ottenere deg(φ(x)) = deg(d). COROLLARIO - Ogni superficie di Riemann compatta ha un modello proiettivo.

16 Modelli proiettivi di superfici di Riemann compatte in P 3 Siano P ed H rispettivamente un punto e un iperpiano di P N, con P / H. La proiezione da P su H è l applicazione pr P,H : P N \ {P} H che associa ad un punto Q il punto di intersezione della retta < P, Q > con H. Ad esempio, se P (0 : 1 : 0 : : 0) e H ha equazione x 1 = 0, si ha pr P,H (x 0 : x 1 : : x N ) = (x 0 : 0 : x 2 : : x N ), ovvero, in coordinate affini y i = x i /x 0, pr P,H (y 1, y 2,..., y N ) = (0, y 2,..., y N ) (y 2,..., y N ). Sia C P N un modello di superficie di Riemann compatta. Siano poi P ed H come sopra, con P / H. L applicazione pr : C H ottenuta retringendo a C la proiezione pr P,H è olomorfa. Ci chiediamo quando pr sia un embedding.

17 OSSERVAZIONE 1. - Siano A, B C. Si ha pr(a) = pr(b) se e solo se la retta < A, B > passa per P. Pertanto pr non è iniettiva se e solo se esiste una corda (secante) di C passante per P. OSSERVAZIONE 2. - Siano A C. Lo spazio tangente a C in A viene mandato nel vettore nullo se e solo se la retta tangente a C in A passa per P. Pertanto pr non è immersiva se e solo se esiste una retta tangente a C passante per P.

18 TEOREMA - Sia C P N un modello di superficie di Riemann compatta. Se N 4, allora esistono in P N un punto P e un iperpiano H (con P / H C) tali che la proiezione di C da P su H sia un embedding. cenno di dimostrazione - Si tratta di dimostrare che P P N che non appartiene a nessuna corda e a nessuna tangente di C. Si deve cioè provare che le rette secanti o tangenti non riempiono P N. Consideriamo l insieme I C C P N, definito da I = {(A, B, Q) A, B C, A B, Q < A, B >}. La chiusura I = I di I nella topologia usuale (complessa) di C C P N, viene detta varietà di incidenza ed è dotata di un applicazione π : I P N data dalla restrizione a I della proiezione sul terzo fattore del prodotto. I contiene anche terne del tipo (A, A, Q) che sono limite di succesioni {(A, B n, Q)}, con B n A (ovvero con Q sulla retta tangente a C in A).

19 L immagine π(i) = Sec(C) viene detta varietà delle secanti di C, e contiene le corde e le tangenti di C. Si dimostra che Sec(C) è una sottovarietà algebrica di P N, di dimensione 3 (i parametri da cui dipende il generico punto di Sec(C) sono 3 : uno per A C, uno per B C ed uno per Q < A, B >). Ne segue che, se N 4, allora Sec(C) P N. COROLLARIO - Ogni superficie di Riemann compatta ammette un modello proiettivo in P 3. dimostrazione - Abbiamo visto che X ha un modello in P N. Se N 4, si può proiettare C in P N 1, e così via, fino a che non si ottiene un modello in P 3. OSSERVAZIONE - In generale non sarà invece possibile ottenere un modello in P 2 poichè, per la formula di Clebsch, non tutti i valori di g sono ammissibili per una curva piana.

CAPITOLO IV RISOLUZIONE DEI SISTEMI LINEARI COL METODO DEI DETERMINANTI

CAPITOLO IV RISOLUZIONE DEI SISTEMI LINEARI COL METODO DEI DETERMINANTI CAPITOLO IV RISOLUZIONE DEI SISTEMI LINEARI COL METODO DEI DETERMINANTI 1. REGOLA DI CRAMER Sia S un sistema lineare di n ( 2) equazioni in n incognite su un campo K : a 11 x 1 + a 12 x 2 + + a 1n x n

Dettagli

INDICAZIONI PER LA RICERCA DEGLI ASINTOTI VERTICALI

INDICAZIONI PER LA RICERCA DEGLI ASINTOTI VERTICALI 2.13 ASINTOTI 44 Un "asintoto", per una funzione y = f( ), è una retta alla quale il grafico della funzione "si avvicina indefinitamente", "si avvicina di tanto quanto noi vogliamo", nel senso precisato

Dettagli

Definizione Dati due insiemi A e B, contenuti nel campo reale R, si definisce funzione reale di variabile reale una legge f : A

Definizione Dati due insiemi A e B, contenuti nel campo reale R, si definisce funzione reale di variabile reale una legge f : A Scopo centrale, sia della teoria statistica che della economica, è proprio quello di esprimere ed analizzare le relazioni, esistenti tra le variabili statistiche ed economiche, che, in linguaggio matematico,

Dettagli

Geometria Superiore Esercizi 1 (da consegnare entro... )

Geometria Superiore Esercizi 1 (da consegnare entro... ) Geometria Superiore Esercizi 1 (da consegnare entro... ) In questi esercizi analizziamo il concetto di paracompattezza per uno spazio topologico e vediamo come questo implichi l esistenza di partizioni

Dettagli

Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica

Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Esame di Geometria (Prof. F. Tovena) Argomenti: Proprietà di nucleo e immagine di una applicazione lineare. dim V = dim

Dettagli

NUMERI COMPLESSI. Test di autovalutazione

NUMERI COMPLESSI. Test di autovalutazione NUMERI COMPLESSI Test di autovalutazione 1. Se due numeri complessi z 1 e z 2 sono rappresentati nel piano di Gauss da due punti simmetrici rispetto all origine: (a) sono le radici quadrate di uno stesso

Dettagli

Informatica Grafica. Un introduzione

Informatica Grafica. Un introduzione Informatica Grafica Un introduzione Rappresentare la Geometria Operabile da metodi di calcolo automatici Grafica Vettoriale Partiamo dalla rappresentazione di un punto... Spazi Vettoriale SPAZI VETTORIALI

Dettagli

Università degli Studi di Catania A.A. 2012-2013. Corso di laurea in Ingegneria Industriale

Università degli Studi di Catania A.A. 2012-2013. Corso di laurea in Ingegneria Industriale Università degli Studi di Catania A.A. 2012-2013 Corso di laurea in Ingegneria Industriale Corso di Analisi Matematica I (A-E) (Prof. A.Villani) Elenco delle dimostrazioni che possono essere richieste

Dettagli

SESSIONE ORDINARIA 2007 CORSO DI ORDINAMENTO SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO - AMERICHE

SESSIONE ORDINARIA 2007 CORSO DI ORDINAMENTO SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO - AMERICHE SESSIONE ORDINARIA 007 CORSO DI ORDINAMENTO SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO - AMERICHE PROBLEMA Si consideri la funzione f definita da f ( x) x, il cui grafico è la parabola.. Si trovi il luogo geometrico dei

Dettagli

Geometria Superiore. A.A. 2014/2015 CdL in Matematica Università degli Studi di Salerno. March 2, 2015

Geometria Superiore. A.A. 2014/2015 CdL in Matematica Università degli Studi di Salerno. March 2, 2015 Geometria Superiore A.A. 2014/2015 CdL in Matematica Università degli Studi di Salerno Luca Vitagliano March 2, 2015 Programma Prerequisiti. Spazi affini. Anelli commutativi con unità. Ideali. Anelli quoziente.

Dettagli

Chiusura lineare. N.B. A può essere indifferentemente un insieme, finito o no, o un sistema. Es.1. Es.2

Chiusura lineare. N.B. A può essere indifferentemente un insieme, finito o no, o un sistema. Es.1. Es.2 Chiusura lineare Def. Sia A V (K) con A. Si dice copertura lineare (o chiusura lineare) di A, e si indica con L(A), l insieme dei vettori di V che risultano combinazioni lineari di un numero finito di

Dettagli

Classificazione Singolarità isolate, Serie di Laurent, Residui, Teorema dei residui e applicazioni

Classificazione Singolarità isolate, Serie di Laurent, Residui, Teorema dei residui e applicazioni Classificazione Singolarità isolate, Serie di Laurent, Residui, Teorema dei residui e applicazioni Docente:Alessandra Cutrì Richiamo:Zeri di Funzioni olomorfe (o analitiche) Sia f : A C C A aperto connesso,

Dettagli

Gli asintoti di una funzione sono rette, quindi possono essere: rette verticali o rette orizzontali o rette oblique.

Gli asintoti di una funzione sono rette, quindi possono essere: rette verticali o rette orizzontali o rette oblique. Asintoti Gli asintoti di una funzione sono rette, quindi possono essere: rette verticali o rette orizzontali o rette oblique. Asintoti verticali Sia 0 punto di accumulazione per dom(f). La retta = 0 è

Dettagli

x log(x) + 3. f(x) =

x log(x) + 3. f(x) = Università di Bari, Corso di Laurea in Economia e Commercio Esame di Matematica per l Economia L/Z Dr. G. Taglialatela 03 giugno 05 Traccia dispari Esercizio. Calcolare Esercizio. Calcolare e cos log d

Dettagli

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ, DELLA RICERCA SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ, DELLA RICERCA SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO Sessione Ordinaria in America 4 MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ, DELLA RICERCA SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO (Americhe) ESAMI DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO Sessione Ordinaria 4 SECONDA PROVA SCRITTA

Dettagli

Facoltà di Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'informazione anno accademico 2014/15 Registro lezioni del docente SPORTELLI LUIGI

Facoltà di Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'informazione anno accademico 2014/15 Registro lezioni del docente SPORTELLI LUIGI Facoltà di Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'informazione anno accademico 2014/15 Registro lezioni del docente SPORTELLI LUIGI Attività didattica ANALISI MATEMATICA [2000] Periodo di svolgimento:

Dettagli

15 febbraio 2010 - Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 2009-2010 COGNOME... NOME... N. MATRICOLA...

15 febbraio 2010 - Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 2009-2010 COGNOME... NOME... N. MATRICOLA... 15 febbraio 010 - Soluzione esame di geometria - 1 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 009-010 COGNOME.......................... NOME.......................... N. MATRICOLA............. La prova dura

Dettagli

LEZIONE 16. Proposizione 16.1.2. Siano V e W spazi vettoriali su k = R, C. Se f: V W

LEZIONE 16. Proposizione 16.1.2. Siano V e W spazi vettoriali su k = R, C. Se f: V W LEZIONE 16 16.1. Applicazioni lineari iniettive e suriettive. Ricordo le seguenti due definizioni valide per applicazioni di qualsiasi tipo ϕ: X Y fra due insiemi. L applicazione ϕ si dice iniettiva se

Dettagli

5 DERIVATA. 5.1 Continuità

5 DERIVATA. 5.1 Continuità 5 DERIVATA 5. Continuità Definizione 5. Sia < a < b < +, f : (a, b) R e c (a, b). Diciamo che f è continua in c se sono verificate le ue conizioni: (i) c esiste (ii) = f(c) c Si osservi che nella efinizione

Dettagli

Pierangelo Ciurlia, Riccardo Gusso, Martina Nardon

Pierangelo Ciurlia, Riccardo Gusso, Martina Nardon Department of Applied Mathematics, University of Venice QUADERNI DI DIDATTICA Pierangelo Ciurlia, Riccardo Gusso, Martina Nardon Esercizi di algebra lineare e sistemi di equazioni lineari con applicazioni

Dettagli

1 Convessità olomorfa

1 Convessità olomorfa 1 Convessità olomorfa Esercizio 1 Sia f O(C n ) e sia X = {f = 0}; dimostrare che, per ogni K compatto di X, l inviluppo K O(Cn ) è contenuto in X. Esercizio 2 Fissato un reale δ (0, 2π), consideriamo

Dettagli

10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue.

10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue. 10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue. Lo scopo principale di questo capitolo è quello di far vedere che esistono sottoinsiemi di R h che non sono misurabili secondo Lebesgue. La costruzione di insiemi

Dettagli

Prof. Stefano Capparelli

Prof. Stefano Capparelli APPUNTI PER UN SECONDO CORSO DI ALGEBRA LINEARE Prof. Stefano Capparelli A mia madre Prefazione. Brevi Richiami di Algebra Lineare. Forma Canonica di Jordan.. Blocco di Jordan.. Base di Jordan.. Polinomio

Dettagli

Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica

Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica Terzo Appello del corso di Geometria e Algebra II Parte - Docente F. Flamini, Roma, 7/09/2007 SVOLGIMENTO COMPITO III APPELLO

Dettagli

Massimi e minimi vincolati in R 2 - Esercizi svolti

Massimi e minimi vincolati in R 2 - Esercizi svolti Massimi e minimi vincolati in R 2 - Esercizi svolti Esercizio 1. Determinare i massimi e minimi assoluti della funzione f(x, y) = 2x + 3y vincolati alla curva di equazione x 4 + y 4 = 1. Esercizio 2. Determinare

Dettagli

Prova scritta di Geometria 2 Prof. M. Boratynski

Prova scritta di Geometria 2 Prof. M. Boratynski 10/9/2008 Es. 1: Si consideri la forma bilineare simmetrica b su R 3 associata, rispetto alla base canonica {e 1, e 2, e 3 } alla matrice 3 2 1 A = 2 3 0. 1 0 1 1) Provare che (R 3, b) è uno spazio vettoriale

Dettagli

0.1 Esercizi calcolo combinatorio

0.1 Esercizi calcolo combinatorio 0.1 Esercizi calcolo combinatorio Esercizio 1. Sia T l insieme dei primi 100 numeri naturali. Calcolare: 1. Il numero di sottoinsiemi A di T che contengono esattamente 8 pari.. Il numero di coppie (A,

Dettagli

Massimi e minimi vincolati di funzioni in due variabili

Massimi e minimi vincolati di funzioni in due variabili Massimi e minimi vincolati di funzioni in due variabili I risultati principali della teoria dell ottimizzazione, il Teorema di Fermat in due variabili e il Test dell hessiana, si applicano esclusivamente

Dettagli

Convessità e derivabilità

Convessità e derivabilità Convessità e derivabilità Definizione 1 (convessità per funzioni derivabili) Sia f : (a, b) R derivabile su (a, b). Diremo che f è convessa o concava su (a, b) se per ogni 0 (a,b) il grafico di f sta tutto

Dettagli

Online Gradient Descent

Online Gradient Descent F94 Metodi statistici per l apprendimento Online Gradient Descent Docente: Nicolò Cesa-Bianchi versione 9 aprile 06 L analisi del Perceptrone ha rivelato come sia possibile ottenere dei maggioranti sul

Dettagli

CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA.

CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA. CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA. FOGLIO DI ESERCIZI 4 GEOMETRIA E ALGEBRA LINEARE 2010/11 Esercizio 4.1 (2.2). Determinare l equazione parametrica e Cartesiana della retta dello spazio (a) Passante per i

Dettagli

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE 1. Esercizi Esercizio 1. Dati i punti A(1, 0, 1) e B(, 1, 1) trovare (1) la loro distanza; () il punto medio del segmento AB; (3) la retta AB sia in forma parametrica,

Dettagli

Lezione 6 Nucleo, Immagine e Teorema della Dimensione. 1 Definizione di Nucleo e Immagine

Lezione 6 Nucleo, Immagine e Teorema della Dimensione. 1 Definizione di Nucleo e Immagine Lezione 6 Nucleo, Immagine e Teorema della Dimensione In questa lezione entriamo nel vivo della teoria delle applicazioni lineari. Per una applicazione lineare L : V W definiamo e impariamo a calcolare

Dettagli

Il metodo delle coordinate: vantaggi e pericoli. (schema della lezione)

Il metodo delle coordinate: vantaggi e pericoli. (schema della lezione) Il metodo delle coordinate: vantaggi e pericoli. (schema della lezione) Riferimenti: V. Villani, Cominciamo dal punto, 13. Quali sono i pregi di una trattazione della geometria per via analitica? E quali

Dettagli

Analisi Matematica 2 per Matematica Esempi di compiti, primo semestre 2011/2012

Analisi Matematica 2 per Matematica Esempi di compiti, primo semestre 2011/2012 Analisi Matematica 2 per Matematica Esempi di compiti, primo semestre 211/212 Ricordare: una funzione lipschitziana tra spazi metrici manda insiemi limitati in insiemi limitati; se il dominio di una funzione

Dettagli

4 Quarta lezione: Spazi di Banach e funzionali lineari. Spazio duale

4 Quarta lezione: Spazi di Banach e funzionali lineari. Spazio duale 4 Quarta lezione: Spazi di Banach e funzionali lineari. Spazio duale Spazi Metrici Ricordiamo che uno spazio metrico è una coppia (X, d) dove X è un insieme e d : X X [0, + [ è una funzione, detta metrica,

Dettagli

ESERCIZIO 1: Vincolo di bilancio lineare

ESERCIZIO 1: Vincolo di bilancio lineare Microeconomia rof. Barigozzi ESERCIZIO 1: Vincolo di bilancio lineare Si immagini un individuo che ha a disosizione un budget di 500 euro e deve decidere come allocare tale budget tra un bene, che ha un

Dettagli

Ottimizazione vincolata

Ottimizazione vincolata Ottimizazione vincolata Ricordiamo alcuni risultati provati nella scheda sulla Teoria di Dini per una funzione F : R N+M R M di classe C 1 con (x 0, y 0 ) F 1 (a), a = (a 1,, a M ), punto in cui vale l

Dettagli

Il magnetismo magnetismo magnetite

Il magnetismo magnetismo magnetite Magnetismo Il magnetismo Fenomeno noto fin dall antichità. Il termine magnetismo deriva da Magnesia città dell Asia Minore dove si era notato che un minerale, la magnetite, attirava a sé i corpi ferrosi.

Dettagli

Richiami su norma di un vettore e distanza, intorni sferici in R n, insiemi aperti, chiusi, limitati e illimitati.

Richiami su norma di un vettore e distanza, intorni sferici in R n, insiemi aperti, chiusi, limitati e illimitati. PROGRAMMA di Fondamenti di Analisi Matematica 2 (DEFINITIVO) A.A. 2010-2011, Paola Mannucci, Canale 2 Ingegneria gestionale, meccanica e meccatronica, Vicenza Testo Consigliato: Analisi Matematica, M.

Dettagli

Rette e piani con le matrici e i determinanti

Rette e piani con le matrici e i determinanti CAPITOLO Rette e piani con le matrici e i determinanti Esercizio.. Stabilire se i punti A(, ), B(, ) e C(, ) sono allineati. Esercizio.. Stabilire se i punti A(,,), B(,,), C(,, ) e D(4,,0) sono complanari.

Dettagli

Massimi e minimi vincolati

Massimi e minimi vincolati Massimi e minimi vincolati In problemi di massimo e minimo vincolato viene richiesto di ricercare massimi e minimi di una funzione non definita su tutto R n, ma su un suo sottoinsieme proprio. Esempio:

Dettagli

x 1 + x 2 3x 4 = 0 x1 + x 2 + x 3 = 0 x 1 + x 2 3x 4 = 0.

x 1 + x 2 3x 4 = 0 x1 + x 2 + x 3 = 0 x 1 + x 2 3x 4 = 0. Problema. Sia W il sottospazio dello spazio vettoriale R 4 dato da tutte le soluzioni dell equazione x + x 2 + x = 0. (a. Sia U R 4 il sottospazio dato da tutte le soluzioni dell equazione Si determini

Dettagli

CAPITOLO V. DATABASE: Il modello relazionale

CAPITOLO V. DATABASE: Il modello relazionale CAPITOLO V DATABASE: Il modello relazionale Il modello relazionale offre una rappresentazione matematica dei dati basata sul concetto di relazione normalizzata. I principi del modello relazionale furono

Dettagli

Illustrazione 1: Telaio. Piantanida Simone 1 G Scopo dell'esperienza: Misura di grandezze vettoriali

Illustrazione 1: Telaio. Piantanida Simone 1 G Scopo dell'esperienza: Misura di grandezze vettoriali Piantanida Simone 1 G Scopo dell'esperienza: Misura di grandezze vettoriali Materiale utilizzato: Telaio (carrucole,supporto,filo), pesi, goniometro o foglio con goniometro stampato, righello Premessa

Dettagli

DISEGNO TECNICO GEOMETRIA PIANA FIGURE PIANE

DISEGNO TECNICO GEOMETRIA PIANA FIGURE PIANE DISEGNO TECNICO GEOMETRIA PIANA FIGURE PIANE Costruzione del triangolo equilatero circonferenza e scegliere un punto 1, che risulterà opposto al vertice A. Con la medesima apertura e puntando in 1, tracciare

Dettagli

Cenni di teoria dei campi finiti

Cenni di teoria dei campi finiti Cenni di teoria dei campi finiti Luca Giuzzi 31 ottobre 2011 In queste note vengono richiamati alcuni risultati di algebra relativi la teoria dei campi finiti. 1 Anelli Definizione 1. Un anello (R, +,

Dettagli

Syllabus: argomenti di Matematica delle prove di valutazione

Syllabus: argomenti di Matematica delle prove di valutazione Syllabus: argomenti di Matematica delle prove di valutazione abcdef... ABC (senza calcolatrici, senza palmari, senza telefonini... ) Gli Argomenti A. Numeri frazioni e numeri decimali massimo comun divisore,

Dettagli

OGNI SPAZIO VETTORIALE HA BASE

OGNI SPAZIO VETTORIALE HA BASE 1 Mimmo Arezzo OGNI SPAZIO VETTORIALE HA BASE CONVERSAZIONE CON ALCUNI STUDENTI DI FISICA 19 DICEMBRE 2006 2 1 Preliminari Definizione 1.0.1 Un ordinamento parziale (o una relazione d ordine parziale)

Dettagli

VC-dimension: Esempio

VC-dimension: Esempio VC-dimension: Esempio Quale è la VC-dimension di. y b = 0 f() = 1 f() = 1 iperpiano 20? VC-dimension: Esempio Quale è la VC-dimension di? banale. Vediamo cosa succede con 2 punti: 21 VC-dimension: Esempio

Dettagli

LUCIO GUERRA. dove, indica l accoppiamento covettori-vettori. L omomorfismo P è antisimmetrico

LUCIO GUERRA. dove, indica l accoppiamento covettori-vettori. L omomorfismo P è antisimmetrico VARIETÀ OMOGENEE CON STRUTTURA DI POISSON LUCIO GUERRA Abstract. Presentazione delle ricerche in collaborazione con N.Ciccoli. 1.1. Varietà di Poisson. 1. Varietà di Poisson 1.1.1. Su una varietà differenziabile

Dettagli

Teoremi di Mordell e Lutz-Nagell. Relazioni con due classici problemi aritmetici.

Teoremi di Mordell e Lutz-Nagell. Relazioni con due classici problemi aritmetici. Università degli Studi di Padova Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Matematica Teoremi di Mordell e Lutz-Nagell. Relazioni con due classici problemi aritmetici. Tesi

Dettagli

Studio di funzione. Tutti i diritti sono riservati. E vietata la riproduzione, anche parziale, senza il consenso dell autore. Funzioni elementari 2

Studio di funzione. Tutti i diritti sono riservati. E vietata la riproduzione, anche parziale, senza il consenso dell autore. Funzioni elementari 2 Studio di funzione Copyright c 2009 Pasquale Terrecuso Tutti i diritti sono riservati. E vietata la riproduzione, anche parziale, senza il consenso dell autore. Funzioni elementari 2 Studio di funzione

Dettagli

Applicazioni lineari

Applicazioni lineari Applicazioni lineari Esempi di applicazioni lineari Definizione. Se V e W sono spazi vettoriali, una applicazione lineare è una funzione f: V W tale che, per ogni v, w V e per ogni a, b R si abbia f(av

Dettagli

Introduzione a GeoGebra

Introduzione a GeoGebra Introduzione a GeoGebra Nicola Sansonetto Istituto Sanmicheli di Verona 31 Marzo 2016 Nicola Sansonetto (Sanmicheli) Introduzione a GeoGebra 31 Marzo 2016 1 / 14 Piano dell incontro 1 Introduzione 2 Costruzioni

Dettagli

Funzioni in più variabili

Funzioni in più variabili Funzioni in più variabili Corso di Analisi 1 di Andrea Centomo 27 gennaio 2011 Indichiamo con R n, n 1, l insieme delle n-uple ordinate di numeri reali R n4{(x 1, x 2,,x n ), x i R, i =1,,n}. Dato X R

Dettagli

Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it

Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it Automazione industriale dispense del corso 10. Reti di Petri: analisi strutturale Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it Analisi strutturale Un alternativa all analisi esaustiva basata sul grafo di raggiungibilità,

Dettagli

ISTITUZIONI DI MATEMATICHE E FONDAMENTI DI BIOSTATISTICA 7. DERIVATE. A. A. 2014-2015 L. Doretti

ISTITUZIONI DI MATEMATICHE E FONDAMENTI DI BIOSTATISTICA 7. DERIVATE. A. A. 2014-2015 L. Doretti ISTITUZIONI DI MATEMATICHE E FONDAMENTI DI BIOSTATISTICA 7. DERIVATE A. A. 2014-2015 L. Doretti 1 Il concetto di derivata di una funzione è uno dei più importanti e fecondi di tutta la matematica sia per

Dettagli

SPAZI METRICI. Uno spazio metrico X con metrica d si indica con il simbolo (X, d). METRICI 1

SPAZI METRICI. Uno spazio metrico X con metrica d si indica con il simbolo (X, d). METRICI 1 SPAZI METRICI Nel piano R 2 o nello spazio R 3 la distanza fra due punti è la lunghezza, o norma euclidea, del vettore differenza di questi due punti. Se p = (x, y, z) è un vettore in coordinate ortonormali,

Dettagli

Punti Fissi. Mappe tra insiemi parz. ordinati. Siano (P, P ) e (Q, Q ) due insiemi parzialmente ordinati. Una funzione ϕ da P a Q si dice:

Punti Fissi. Mappe tra insiemi parz. ordinati. Siano (P, P ) e (Q, Q ) due insiemi parzialmente ordinati. Una funzione ϕ da P a Q si dice: Punti Fissi Mappe tra insiemi parz. ordinati Siano (P, P ) e (Q, Q ) due insiemi parzialmente ordinati. Una funzione ϕ da P a Q si dice: monotona (preserva l ordine) se p 1 P p 2 ϕ(p 1 ) Q ϕ(p 2 ) embedding

Dettagli

γ (t), e lim γ (t) cioè esistono la tangente destra e sinistra negli estremi t j e t j+1.

γ (t), e lim γ (t) cioè esistono la tangente destra e sinistra negli estremi t j e t j+1. Capitolo 6 Integrali curvilinei In questo capitolo definiamo i concetti di integrali di campi scalari o vettoriali lungo curve. Abbiamo bisogno di precisare le curve e gli insiemi che verranno presi in

Dettagli

Richiami di algebra lineare e geometria di R n

Richiami di algebra lineare e geometria di R n Richiami di algebra lineare e geometria di R n combinazione lineare, conica e convessa spazi lineari insiemi convessi, funzioni convesse rif. BT.5 Combinazione lineare, conica, affine, convessa Un vettore

Dettagli

1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali

1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali 1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali Definizione 1 (Applicazioni lineari) Si chiama applicazione lineare una applicazione tra uno spazio vettoriale ed uno spazio vettoriale sul campo tale che "!$%!

Dettagli

EQUAZIONI CON VALORE ASSOLUTO DISEQUAZIONI CON VALORE ASSOLUTO

EQUAZIONI CON VALORE ASSOLUTO DISEQUAZIONI CON VALORE ASSOLUTO EQUAZIONI CON VALORE AOLUTO DIEQUAZIONI CON VALORE AOLUTO Prima di tutto: che cosa è il valore assoluto di un numero? Il valore assoluto è quella legge che ad un numero (positivo o negativo) associa sempre

Dettagli

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Francesco Bottacin Padova, 24 febbraio 2012 Capitolo 1 Algebra Lineare 1.1 Spazi e sottospazi vettoriali Esercizio 1.1. Sia U il sottospazio di R 4 generato dai

Dettagli

Esistenza di funzioni continue non differenziabili in alcun punto

Esistenza di funzioni continue non differenziabili in alcun punto UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI CORSO DI LAUREA IN MATEMATICA Esistenza di funzioni continue non differenziabili in alcun punto Relatore Prof. Andrea

Dettagli

Appunti di Algebra Lineare. Antonino Salibra

Appunti di Algebra Lineare. Antonino Salibra Appunti di Algebra Lineare Antonino Salibra January 11, 2016 2 Libro di testo: Gilbert Strang, Algebra lineare, Edizioni Apogeo 2008 Programma di Algebra Lineare (2015/16) (da completare): 1. Campi numerici.

Dettagli

FUNZIONI CONVESSE. + e x 0

FUNZIONI CONVESSE. + e x 0 FUNZIONI CONVESSE Sia I un intervallo aperto di R (limitato o illimitato) e sia f(x) una funzione definita in I. Dato x 0 I, la retta r passante per il punto P 0 (x 0, f(x 0 )) di equazione y = f(x 0 )

Dettagli

Parte 6. Applicazioni lineari

Parte 6. Applicazioni lineari Parte 6 Applicazioni lineari A Savo Appunti del Corso di Geometria 203-4 Indice delle sezioni Applicazioni fra insiemi, 2 Applicazioni lineari tra spazi vettoriali, 2 3 Applicazioni lineari da R n a R

Dettagli

Introduzione alla programmazione lineare. Mauro Pagliacci

Introduzione alla programmazione lineare. Mauro Pagliacci Introduzione alla programmazione lineare Mauro Pagliacci c Draft date 25 maggio 2010 Premessa In questo fascicolo sono riportati gli appunti dalle lezioni del corso di Elaborazioni automatica dei dati

Dettagli

19. Inclusioni tra spazi L p.

19. Inclusioni tra spazi L p. 19. Inclusioni tra spazi L p. Nel n. 15.1 abbiamo provato (Teorema 15.1.1) che, se la misura µ è finita, allora tra i corispondenti spazi L p (µ) si hanno le seguenti inclusioni: ( ) p, r ]0, + [ : p

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI

APPLICAZIONI LINEARI APPLICAZIONI LINEARI 1. Esercizi Esercizio 1. Date le seguenti applicazioni lineari (1) f : R 2 R 3 definita da f(x, y) = (x 2y, x + y, x + y); (2) g : R 3 R 2 definita da g(x, y, z) = (x + y, x y); (3)

Dettagli

Prodotto elemento per elemento, NON righe per colonne Unione: M R S

Prodotto elemento per elemento, NON righe per colonne Unione: M R S Relazioni binarie Una relazione binaria può essere rappresentata con un grafo o con una matrice di incidenza. Date due relazioni R, S A 1 A 2, la matrice di incidenza a seguito di varie operazioni si può

Dettagli

Esercizi su lineare indipendenza e generatori

Esercizi su lineare indipendenza e generatori Esercizi su lineare indipendenza e generatori Per tutto il seguito, se non specificato esplicitamente K indicherà un campo e V uno spazio vettoriale su K Cose da ricordare Definizione Dei vettori v,,v

Dettagli

LA GEOMETRIA ANALITICA DELLO SPAZIO. Liceo G. GALILEI - Verona Venerdì 10 Aprile 2015 CONVEGNO MATHESIS VERONA

LA GEOMETRIA ANALITICA DELLO SPAZIO. Liceo G. GALILEI - Verona Venerdì 10 Aprile 2015 CONVEGNO MATHESIS VERONA LA GEOMETRIA ANALITICA DELLO SPAZIO CONVEGNO MATHESIS Liceo G. GALILEI - Verona Venerdì 10 Aprile 2015 Perché Assenza di ogni riferimento alla geometria analitica dello spazio nel quadri di Mondrian La

Dettagli

SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2014

SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2014 SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 01 1. Determiniamo l espressione analitica di g() dividendo il suo dominio in intervalli. La circonferenza di diametro AO ha equazione (+) + = + + = 0

Dettagli

Moto per curvatura nel piano

Moto per curvatura nel piano Università degli Studi di Ferrara Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali Corso di Laurea Triennale in Matematica Moto per curvatura nel piano Relatore: Dott. Michele Miranda Candidato: Luca

Dettagli

Programma definitivo Analisi Matematica 2 - a.a. 2005-06 Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Civile (ICI)

Programma definitivo Analisi Matematica 2 - a.a. 2005-06 Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Civile (ICI) 1 Programma definitivo Analisi Matematica 2 - a.a. 2005-06 Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Civile (ICI) Approssimazioni di Taylor BPS, Capitolo 5, pagine 256 268 Approssimazione lineare, il simbolo

Dettagli

La Meccanica. Lagrange. S. Benenti a.a. 2005/06

La Meccanica. Lagrange. S. Benenti a.a. 2005/06 La Meccanica di Lagrange S. Benenti a.a. 2005/06 La Meccanica di Lagrange La meccanica lagrangiana trasferisce l analisi dei sistemi meccanici dallo spazio affine tridimensionale euclideo, modello dello

Dettagli

Protocollo dei saperi imprescindibili Ordine di scuola: professionale

Protocollo dei saperi imprescindibili Ordine di scuola: professionale Protocollo dei saperi imprescindibili Ordine di scuola: professionale DISCIPLINA: MATEMATICA RESPONSABILE: CAGNESCHI F. IMPERATORE D. CLASSE: prima servizi commerciali Utilizzare le tecniche e le procedure

Dettagli

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010 elementi di teoria dei grafi anno acc. 2009/2010 Grafi semplici Un grafo semplice G è una coppia ordinata (V(G), L(G)), ove V(G) è un insieme finito e non vuoto di elementi detti vertici o nodi di G, mentre

Dettagli

LEZIONE 14. a 1,1 v 1 + a 1,2 v 2 + a 1,3 v 3 + + a 1,n 1 v n 1 + a 1,n v n = w 1

LEZIONE 14. a 1,1 v 1 + a 1,2 v 2 + a 1,3 v 3 + + a 1,n 1 v n 1 + a 1,n v n = w 1 LEZIONE 14 141 Dimensione di uno spazio vettoriale Abbiamo visto come l esistenza di una base in uno spazio vettoriale V su k = R, C, permetta di sostituire a V, che può essere complicato da trattare,

Dettagli

Lezione 12 Argomenti

Lezione 12 Argomenti Lezione 12 Argomenti Costi di produzione: differenza tra costo economico e costo contabile I costi nel breve periodo Relazione di breve periodo tra funzione di produzione, produttività del lavoro e costi

Dettagli

LICEO SCIENTIFICO B. RAMBALDI L.VALERIANI PROGRAMMAZIONE DI MATEMATICA E FISICA A.S.2013/2014 CLASSI IC IVA IVD VD DOCENTE CLEMENTONI CRISTINA

LICEO SCIENTIFICO B. RAMBALDI L.VALERIANI PROGRAMMAZIONE DI MATEMATICA E FISICA A.S.2013/2014 CLASSI IC IVA IVD VD DOCENTE CLEMENTONI CRISTINA LICEO SCIENTIFICO B. RAMBALDI L.VALERIANI PROGRAMMAZIONE DI MATEMATICA E FISICA A.S.2013/2014 CLASSI IC IVA IVD VD DOCENTE CLEMENTONI CRISTINA Di seguito sono indicati i contenuti del programma e i tempi

Dettagli

Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme

Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme 1. L insieme R. Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme R = R {, + }, detto anche retta reale estesa, che si ottiene aggiungendo all insieme dei numeri reali R

Dettagli

Lezioni di geometria combinatoria

Lezioni di geometria combinatoria Quaderni dell'unione Matematica Italiana 48 Giuseppe Tallirli Lezioni di geometria combinatoria Pitagora Editrice Bologna 2005 Indice Prefazione v 1 Campi di Galois 1 1.1 Introduzione 1 1.2 Automorfismi

Dettagli

NOTA 3. VETTORI LIBERI e VETTORI APPLICATI. Negli esempi visti sono stati considerati due tipi di vettori :

NOTA 3. VETTORI LIBERI e VETTORI APPLICATI. Negli esempi visti sono stati considerati due tipi di vettori : NOTA 1 VETTOI LIBEI e VETTOI APPLICATI Negli esempi visti sono stati considerati due tipi di vettori : 1) Vettori liberi, quando non è specificato il punto di applicazione. Di conseguenza ad uno stesso

Dettagli

Sulle funzioni di W 1,p (Ω) a traccia nulla

Sulle funzioni di W 1,p (Ω) a traccia nulla Sulle funzioni di W 1,p () a traccia nulla Sia u W 1,p (R n ) e supponiamo che il supp u, essendo un aperto di R n. Possiamo approssimare u con una successione di funzioni C il cui supporto è contenuto

Dettagli

Matteo Moda Geometria e algebra lineare Fasci. Fasci. N.B.: Questo argomento si trova sull eserciziario. Fasci di rette nel piano

Matteo Moda Geometria e algebra lineare Fasci. Fasci. N.B.: Questo argomento si trova sull eserciziario. Fasci di rette nel piano Fasci N.B.: Questo argomento si trova sull eserciziario Fasci di rette nel piano 1 Fasci di piani nello spazio 2 Matteo Moda Geometria e algebra lineare Fasci Date due rette r ed r di equazione: : 0 :

Dettagli

Piano di lavoro di Matematica

Piano di lavoro di Matematica ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE Liceo Scientifico ALDO MORO Istituto to Tecnico Via Gallo Pecca n. 4/6-10086 Rivarolo Canavese Tel 0124 454511 - Fax 0124 454545 - Cod. Fiscale 85502120018 E-mail: segreteria@istitutomoro.it

Dettagli

Geometria nel piano complesso

Geometria nel piano complesso Geometria nel piano complesso Giorgio Ottaviani Contents Un introduzione formale del piano complesso 2 Il teorema di Napoleone 5 L inversione circolare 6 4 Le trasformazioni di Möbius 7 5 Il birapporto

Dettagli

4. Proiezioni del piano e dello spazio

4. Proiezioni del piano e dello spazio 4. Proiezioni del piano e dello spazio La visualizzazione di oggetti tridimensionali richiede di ottenere una vista piana dell'oggetto. Questo avviene mediante una sequenza di operazioni. Innanzitutto,

Dettagli

Università di Trieste Facoltà d Ingegneria. Esercizi sul calcolo differenziale in IR N. Dott. Franco Obersnel

Università di Trieste Facoltà d Ingegneria. Esercizi sul calcolo differenziale in IR N. Dott. Franco Obersnel Università di Trieste Facoltà d Ingegneria Esercizi sul calcolo differenziale in IR N Dott Franco Obersnel Esercizio 1 Si calcoli la derivata direzionale nell origine lungo la direzione y del versore v

Dettagli

Le sezioni coniche: parabole e circonferenze.

Le sezioni coniche: parabole e circonferenze. Le sezioni coniche: parabole e circonferenze. Copyright c 2008 Pasquale Terrecuso Tutti i diritti sono riservati. un pò di storia... 2 Menecmo...............................................................

Dettagli

Rette e curve, piani e superfici

Rette e curve, piani e superfici Rette e curve piani e superfici ) dicembre 2 Scopo di questo articolo è solo quello di proporre uno schema riepilogativo che metta in luce le caratteristiche essenziali delle equazioni di rette e curve

Dettagli

MATEMATICA. { 2 x =12 y 3 y +8 x =0, si pone il problema di trovare, se esistono, un numero x ed un numero y che risolvano entrambe le equazioni.

MATEMATICA. { 2 x =12 y 3 y +8 x =0, si pone il problema di trovare, se esistono, un numero x ed un numero y che risolvano entrambe le equazioni. MATEMATICA. Sistemi lineari in due equazioni due incognite. Date due equazioni lineari nelle due incognite x, y come ad esempio { 2 x =12 y 3 y +8 x =0, si pone il problema di trovare, se esistono, un

Dettagli

ITCS Erasmo da Rotterdam. Anno Scolastico 2014/2015. CLASSE 4^ M Costruzioni, ambiente e territorio

ITCS Erasmo da Rotterdam. Anno Scolastico 2014/2015. CLASSE 4^ M Costruzioni, ambiente e territorio ITCS Erasmo da Rotterdam Anno Scolastico 014/015 CLASSE 4^ M Costruzioni, ambiente e territorio INDICAZIONI PER IL LAVORO ESTIVO DI MATEMATICA e COMPLEMENTI di MATEMATICA GLI STUDENTI CON IL DEBITO FORMATIVO

Dettagli

EQUAZIONI non LINEARI

EQUAZIONI non LINEARI EQUAZIONI non LINEARI Francesca Pelosi Dipartimento di Matematica, Università di Roma Tor Vergata CALCOLO NUMERICO e PROGRAMMAZIONE http://www.mat.uniroma2.it/ pelosi/ EQUAZIONI non LINEARI p.1/44 EQUAZIONI

Dettagli

Esistono alcune sostanze che manifestano la capacità di attirare la limatura di ferro, in particolare, la magnetite

Esistono alcune sostanze che manifestano la capacità di attirare la limatura di ferro, in particolare, la magnetite 59 Esistono alcune sostanze che manifestano la capacità di attirare la limatura di ferro, in particolare, la magnetite Questa proprietà non è uniforme su tutto il materiale, ma si localizza prevelentemente

Dettagli

POLITECNICO di BARI - A.A. 2012/2013 Corso di Laurea in INGEGNERIA Informatica e dell Automazione

POLITECNICO di BARI - A.A. 2012/2013 Corso di Laurea in INGEGNERIA Informatica e dell Automazione POLITECNICO di BARI - A.A. 0/03 Corso di Laurea in INGEGNERIA Informatica e dell Automazione Problema Sia f :[0, +[! R una funzione continua. La funzione composta g() =f(kk) è c o n t i n u a? Problema

Dettagli