Ester Baldi Infermiera IRCCS Don Carlo Gnocchi Firenze. Principi di sicurezza nell attrezzare aree di soccorso
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- Luigi Ranieri
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1 Ester Baldi Infermiera IRCCS Don Carlo Gnocchi Firenze Principi di sicurezza nell attrezzare aree di soccorso
2 Obiettivi: o Concetto e forme di rischio nel contesto dell emergenza o Come riuscire a ridurre i rischi o Concetto e tipologie di protezione individuale e non o Concetti base di approccio e protezione all elisoccorso
3 Cosa si intende per rischio evolutivo? E la possibilità che un evento dannoso, possa proseguire nella sua azione lesiva o innescare altri pericoli, provocando lesioni o morte agli individui che ne subiscono l effetto
4 Che tipi di rischi possono esserci? Rischi Ambientale Legato al soccorso
5 Rischio ambientale o Origine naturale: epidemiologica, calamità naturali (terremoti, frane, alluvioni) o Origine umana: incidenti industriali, incidenti nei trasporti, incidenti della folla, atti terroristici
6 Legato al soccorso Mezzi di soccorso: sicurezza a terra, in volo, in fase di atterraggio
7 Quali gli errori più comuni? Errore umano o Imperizia: non conoscere il rischio e le sue conseguenze o Imprudenza: sopravvalutare le proprie capacità o Negligenza: superficialità durante il soccorso Paziente o Condizioni fisiche: patologie trasmissibili o Condizioni psichiche: agitazione del paziente
8 . In sostanza RISCHIO= FREQUENZA X MAGNITUDO Cadenza dell evento Ampiezza delle conseguenze IL RISCHIO NON E AZZERABILE!! DOBBIAMO ABITUARCI A LAVORARE E PENSARE IN MANIERA DA RIDURLO E CONTROLLARLO
9 Come possiamo ridurre il rischio? o Prevenzione o Misure di sicurezza: attivo o Misure di protezione: passivo
10 Prevenzione Poter prevenire e individuare i rischi che si possono verificare in un dato evento non azzera gli stessi rischi, ma li può ridurre! metodi per individuare i rischi e la loro probabile evoluzione..
11 Metodo Taranaki Pianificazione delle emergenze in base all area geografica o Fase 1: Individuazione e descrizione dei rischi o Fase 2: Analizzare i rischi o Fase 3: Rischio evolutivo (SMUG) SERIOUSNESS, MANAGEABILITY, URGENCY, GROWTH S: gravità M: gestibilità U: urgenza G: evoluzione
12 o Gravità: descrive l impatto del rischio preso in esame in termini di danni materiali e/o danni alle persone o Gestibilità: possibilità di fare qualche cosa per ridurre il rischio o Urgenza: -Alta: necessità di operatività immediata -Media: risposta prorogabile nell immediato futuro -Bassa: non c è urgenza - organizzare una strategia adeguata in un futuro a medio termine o Evoluzione: diviene necessario capire quale
13 Protezione passiva Ogni attrezzatura destinata ad essere indossata dall operatore con lo scopo di proteggerlo da uno o più rischi. L ATTREZZATURA UTILIZZATA DEVE RISPONDERE A RIGIROSE NORME DI RESISTENZA E ALTA VISIBILITÀ
14 Quali sono i DPI in questione? o o I CATEGORIA DPI di progettazione semplice per rischi di lieve entità. III CATEGORIA DPI di progettazione complessa destinati alla protezione da morte o lesioni gravi di carattere permanente. o II CATEGORIA DPI che non rientrano nelle altre categorie.
15 Protezione Attiva Di fondamentale importanza essa rappresenta il comportamento del soccorritore rispetto allo scenario (Imperizia, Imprudenza e Negligenza)
16 Come deve comportarsi il soccorritore? o Valutazione continua dell evento: - avere il controllo della situazione - riconoscere la necessità di altre forze - riconoscere i pericoli derivanti dallo scenario - saper attendere la messa in sicurezza o Mantenere un collegamento con il coordinamento o Fattori psicologici: - stabilità emotiva - collaborazione con altre figure - versatilità e adattamento
17 NBCR I maggiori pericoli che possono emergere da tali situazioni sono: armi biologiche e\o nucleari agenti chimici incidenti industriali
18 Agenti chimici - Codice Kemler Metodo di identificazione delle sostanze viaggianti su strada e ferrovia Indicazioni su: o Dannosità per la salute del soccorritore o Equipaggiamento minimo consigliato per la sicurezza dei soccorritori o Precauzione da tenere prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco Pannello dei codici di pericolo Etichetta romboidale di pericolo
19 Pericolo principale 3 Liquido infiammabile 4 Solido infiammabile 1 Esplosione 2 Emanazione gas 5 Comburente 3 Infiammabile 6 Tossico 5 Comburente 7 Radioattivo 6 Tossico 8 Corrosivo 8 Corrosivo 9 Pericolo di reazione violenta spontanea Pericolo accessorio Codice della materia (numero O.N.U.) 9 Reazione violenta (decomposizione spontanea)
20 Cosa fare in caso di NBCR? o Delimitazione della zona colpita (Vigili del Fuoco Perimetro di sicurezza) o Protezione passiva - uso di maschera e tuta protettiva o Considerare sempre le condizioni atmosferiche, venti dominanti, orografia
21 AREA CALDA «Hot Zone» o area rossa zona operativa di massima pericolosità riservata a personale tecnico (VVF) con protezione di livello massimo (tute scafandrate e autorespiratore).
22 AREA TIEPIDA «Warm Zone» o area arancione zona operativa potenzialmente pericolosa riservata a VVF, personale sanitario e di supporto adeguatamente protetto corridoio d ingresso all area di decontaminazione utilizzo di polveri assorbenti e lavaggio, copertura come da profilassi
23 AREA FREDDA «Cold Zone» o area gialla Zona operativa non pericolosa, destinata a personale tecnico (VVF), sanitario e di supporto con protezione ordinaria (in questa zona termina il corridoio di uscita dall area di decontaminazione) Forze dell ordine PMA PCA
24 E intorno.. AREA DI RACCOLTA - PMA: Area localizzata nella zona di sicurezza destinata al concentramento delle vittime. Corrisponde al posto medico avanzato nei casi in cui non sia disponibile una struttura dedicata (tende, containers..) AREA MEZZI DI SOCCORSO: Area adiacente al PMA o all area di raccolta riservata all afflusso, alla sosta ed al deflusso delle ambulanze e degli altri mezzi di soccorso AREA DI SICUREZZA: Zona immediatamente circostante l area dell evento, di dimensioni adeguate all entità del pericolo, da mantenersi sgombra AREA ESTERNA: Detta anche area bianca Zona non pericolosa e non operativa riservata al pubblico e non soggetta a controllo e limitazione d accesso
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26 Approccio in sicurezza - Elisoccorso
27 Identificazione dell area di atterraggio o Superficie pianeggiante molto ampia (30x30m) o La traiettoria di avvicinamento massima di o Non devono esserci linee aeree (telefoniche e elettriche) o ostacoli
28 Sicurezza! Dall inizio dell avvicinamento al decollo, l area deve essere considerata PERICOLOSA! Sicurezza nell atterraggio o o o E possibile segnalare la propria posizione e direzione del vento con fumogeni ma ATTENZIONE!! La direzione del vento potrebbe spingere il fumo sul target Non lasciare oggetti liberi che possano involarsi assicurarsi che ambulanza sia a debita distanza con tutti i portelloni chiusi Tenere a distanza i curiosi
29 Approccio all elicottero o Avvicinarsi al mezzo solo su indicazione dell equipaggio. o Sempre frontalmente al pilota, salvo specifiche indicazioni.
30 Non avvicinarsi mai a monte del mezzo! Evitare di saltare per oltrepassare degli ostacoli!
31 o Avvicinarsi in posizione china se le pale sono ancora in movimento o Prestare attenzione anche se sono ferme
32 Accesso al vano Accesso laterale Accesso posteriore
33 Ruoli e figure sanitarie presenti nelle maxiemergenze
34 La corretta ed efficace gestione di uno scenario di maxiemergenza si basa su uno schema di lavoro in cui vengono identificati dei ruoli precisi, ricoperti da medici o infermieri con adeguato addestramento che devono far fronte ad altrettanto precise funzioni
35 Schema soccorsi sanitari AIMC
36 Direttore dei soccorsi sanitari (dss)
37 DSS Medico 118 che giunge per primo sul luogo dell evento, può essere sostituito da altro medico su disposizione del responsabile C.O. Dirige e coordina le operazioni sanitarie sul territorio Coordina le azioni degli operatori sanitari e tutta la catena dei soccorsi Stima l intervento (valutazione estensione e tipologia)
38 dss Organizza un Posto di Comando Avanzato con VVF e FFO Trasmette alla C.O. 118 gli aggiornamenti sul bilancio dei feriti, i dati utili per la distribuzione dei feriti negli ospedali ed i flussi di risorse umane e materiali verso lo scenario. Predispone ( con ROS/DTS) allestimento del supporto logistico PMA Riferisce la situazione alle Autorità Se necessario attiva il team di supporto psicologico Dichiara chiusa la fase di soccorso Sanitario dell evento
39 Direttore squadre di recupero (dsr)
40 Direttore squadre di recupero Infermiere responsabile di: effettuazione del triage; Settorializzazione (assegnazione aree di operatività alle singole squadre di triage) comunicazioni con il DSS per aggiornamento su numero e tipologia dei pazienti in relazione al loro codice gravità
41 Direttore posto medico avanzato
42 Direttore posto medico avanzato Responsabile delle attività del PMA Verifica la registrazione del paziente in ingresso e in uscita, e li assegna alle aree funzionali del PMA Tiene i rapporti con la CO 118 con la quale concorda le priorità e l ospedale di destinazione Esegue con il personale di supporto logistico le manovre di stabilizzazione Si rapporta con il DSS per relazionare sullo stato di attività del PMA
43 Direttore dei trasporti
44 Direttore dei trasporti Nominato dal Direttore del PMA Istituisce il Check-Point : punto di passaggio di tutti i mezzi di soccorso Censisce i mezzi disponibili Regola la loro movimentazione in base alle richieste del DSS e del DPMA Registra i pazienti in uscita tramite appositi moduli
45 Altre figure di riferimento sul campo MEDICO : PETTORINA COLORE GIALLO INFERMIERI : PETTORINA COLORE VERDE VOLONTARI : PETTORINA COLORE CELESTE SMISTAMENTO MEZZI : PETTORINA COLORE GIALLO CON STRISCIA ROSSA
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47 FLUSSO COMUNICAZIONI
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49 Grazie dell attenzione
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