Le imposte patrimoniali e il monitoraggio. Avv. Antonio Tomassini DLA Piper

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1 Le imposte patrimoniali e il monitoraggio fiscale Le imposte patrimoniali e il monitoraggio fiscale. L'imposizione patrimoniale nel sistema fiscale italiano e i rapporti con l'imposizione sui redditi (IVIE, IVAFE, imposta di bollo sul conto corrente e sul conto titoli ecc.) Avv. Antonio Tomassini DLA Piper

2 Sommario Il problema dell'imposizione patrimoniale nel sistema fiscale italiano Art. 19 D.L. n. 201/2011 Imposta di bollo speciale e straordinaria sulle attività segretate Imposta sul valore degli immobili detenuti all estero (IVIE) Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all'estero (IVAFE) Obbligo di monitoraggio i fiscale e quadro RW Il regime dell'adempimento collaborativo La voluntary disclosure 2

3 Il problema dell'imposizione patrimoniale nel sistema fiscale italiano: una definizione "L imposta patrimoniale può essere definita come un imposta su quel complesso di beni e diritti del contribuente che viene generalmente usato allo scopo di produrre un flusso continuo di beni e servizi, chiamato reddito, e che in circostanze ordinarie è destinato a rimanere intatto nel corso del processo che frutta il reddito stesso." 3 (V. Seligman, voce «Property tax», in Encyclopaedia of Social sciences).

4 Il problema dell'imposizione patrimoniale nel sistema fiscale italiano: un'eterna incompiuta 1946: Luigi Einaudi: un'imposta patrimoniale per compiere il «miracolo» «di mutare a fondo la psicologia del contribuente» 1971: ILOR: imposta sui redditi derivanti dal patrimonio 1992 (governo Amato): prelievo una tantum del 6 per mille sui depositi bancari al fine di tamponare le conseguenza sulla finanza pubblica della speculazione sulla lira (che dovette uscire dallo SME alcuni mesi dopo) 2011 (governo Monti): minipatrimoniali su determinati segmenti di patrimonio 4

5 Il problema dell'imposizione patrimoniale nel sistema fiscale italiano: la compatibilità costituzionale Problema di compatibilità con il principio di capacità contributiva (art. 53 Cost.). Lo spazio interpretativo invero pare sussistere, poiché il principio cpo fissa dei limiti circa ca la disciplina dell imposta e, pertanto, non può rappresentare un ostacolo insormontabile. Corte costituzionale i tedesca (22 giugno 1995, Bvl 37/91): forma di imposizione non contraria alla costituzione, a patto che i suoi criteri rispettino i principi di ragionevolezza e proporzionalità, esentando quindi i beni fondamentali (minimo vitale per il contribuente e la famiglia). 5

6 Il problema dell'imposizione patrimoniale nel sistema fiscale italiano: il "dialogo" tra redditi e patrimonio Una forma di imposizione patrimoniale dovrebbe necessariamente affrontare il problema del "dialogo" con le attuali imposizioni sul reddito. Va tenuto presente, infatti, che tutte le imposte (anche quelle non sui redditi) si pagano "con i redditi". Il patrimonio, i a livello ll macroeconomico, dipende d dai redditi e dai diritti proprietari: dipende dai redditi dello stesso contribuente,,p prodotti e non consumati, e da quelli degli altri contribuenti, che danno valore a diritti proprietari di altri individui. 6

7 Il problema dell'imposizione patrimoniale nel sistema fiscale italiano: il "dialogo" tra redditi e patrimonio (segue) Si avverte, dunque, il rischio di una doppia tassazione dei redditi: nel momento in cui sono percepiti e, successivamente e in via indiretta, sul patrimonio che hanno contribuito a formare. Va notato, tuttavia, che in Italia molti patrimoni si sono storicamente formati con redditi scarsamente incisi dalla tassazione diretta (si pensi a risalenti patrimoni fondiari e immobiliari, o a quelli più recenti frutto del boom edilizio del dopoguerra). In altri casi, essi rappresentano il frutto di una diffusa evasione. 7

8 Il problema dell'imposizione patrimoniale nel sistema fiscale italiano: difficoltà di determinazione Il maggiore ostacolo al passaggio dal sistema attuale di imposte su "frammenti di patrimonio" ad una imposta patrimoniale organica, tuttavia, si colloca sul versante tecnico della determinazione della ricchezza. L'amministrazione tributaria, infatti, fatica a intercettare i flussi reddituali (e, conseguentemente, i patrimoni) che non attraversano i circuiti controllati dalle grandi aziende o istituzioni finanziarie. In tali casi ove si concentra la reale evasione simili soggetti non possono "sostituirsi" al fisco, il quale si vede necessitato a ricorrere a strumenti di tassazione estimativa. Nel contesto attuale, caratterizzato da una marcata esternalizzazione della funzione impositiva sulle organizzazioni amministrative esterne ("tassazione attraverso le aziende"), sembra dunque preferibile che le imposte patrimoniali rivestano un ruolo sussidiario. Rinvio anche a A Tomassini Per una vera riforma fiscale servono Rinvio anche a A. Tomassini, Per una vera riforma fiscale servono scelte più coraggiose, in Il Sole 24 ore del 30 settembre 2015 (All.1) 8

9 Le patrimoniali i di settore ci sono già imposte su successioni e donazioni imposte suntuarie sui beni di lusso (imbarcazioni, aerei, automobili sportive) IMU imposta di bollo speciale sulle attività segretate imposta di bollo ordinaria IVIE IVAFE 9

10 Art. 19 D.L. n. 201/2011 Rispetto alla (appropriata) introduzione di una dichiarazione i dei patrimoni i da affiancare a quella dei redditi, si è preferito colpire determinati segmenti di patrimonio attraverso il diffuso ricorso a patrimoniali ad hoc, gestite in modo isolato soprattutto dalle banche. imposta di bollo speciale sulle attività finanziarie «segretate» imposta patrimoniale sugli immobili detenuti all estero (IVIE) imposta patrimoniale sulle attività finanziarie detenute all estero (IVAFE) 10

11 Imposta di bollo speciale sulle attività segretate L imposta di bollo speciale sulle attività segretate è dovuta annualmente sulle sole attività finanziarie che sono state oggetto di scudo fiscale detenute in regime di riservatezza alla data del 31 dicembre di ciascun anno. L imposta si applica nella misura del 4 per mille a decorrere dal Per gli anni 2012 e 2013 è stata applicata l'aliquota, rispettivamente, del 10 e del 13,5 per mille. Per l'omesso versamento dell'imposta è prevista una sanzione pari all'importo non versato. 11

12 Imposta di bollo ordinaria i L'imposta di bollo speciale è determinata al netto dell'eventuale imposta di bollo ordinaria pagata ai sensi dell'art. 13 della tariffa allegata al D.P.R. 642/1972 (Disciplina dell'imposta di bollo), come modificato dall'art. 19 D.L. n. 201/2011. Imposta di bollo fissa sugli estratti conto: euro 34,20 per persone fisiche; euro 100 per soggetti diversi da persona fisica. Imposta di bollo proporzionale: 1,5 per mille sul valore di mercato (in mancanza, valore nominale o di rimborso) di prodotti e strumenti finanziari. 12

13 Imposta di bollo speciale e ordinaria sulle attività segretate Leimposte vanno calcolate sul valore di mercato delle attività finanziarie o, in mancanza, sul valore nominale o di rimborso. In mancanza, rileva il valore di acquisto. Il valore di mercato delle attività finanziarie è quello rendicontato dagli intermediari in applicazione di disposizioni di legge. 13

14 Imposta sul valore degli immobili detenuti all estero (IVIE) L imposta sul valore degli immobili detenuti all estero (IVIE) è dovuta dal 2012 in relazione agli immobili (terreni e fabbricati) detenuti all estero, a qualsiasi uso destinati, dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato. L imposta è dovuta per gli immobili detenuti tia titolo di proprietà o di altro diritto reale (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie). Non si applica l'imposta al nudo proprietario. L'aliquota è pari allo 0,76% del valore degli immobili; scende allo 0,4% se l'immobile detenuto all'estero è adibito ad abitazione principale. Per gli immobili soggetti a IVIE non si applica l'art. 70 T.U.I.R. (redditi dei terreni e dei fabbricati detenuti all'estero). 14

15 Imposta sul valore degli immobili detenuti all'estero (IVIE) (segue) Il valore degli immobili (base imponibile dell'imposta) è costituto dal costo risultante dall'atto di acquisto o dai contratti e, in mancanza, dal valore di mercato. Ma se l'immobile è situato in un Paese UE o in un Paese aderente allo Spazio economico europeo, la base imponibile dell IVIE è pari al valore catastale estero utilizzato ai fini del computo di imposte patrimoniali analoghe all IVIE. Le imposte di tale natura versate all estero costituiscono un credito di imposta da scomputare dall IVIE dovuta in Italia. 15

16 Imposta sul valore degli immobili detenuti all'estero (IVIE) (segue) Circolare 28/E del 2012: Paesi per i quali non è possibile usare la base imponibileibil estera: Francia e Belgio: le imposte patrimoniali sugli immobili sono calcolate sul reddito medio ritraibile dai fabbricati, e non sul valore catastale degli immobili stessi; Malta e Irlanda: non sono applicate imposte patrimoniali sugli immobili. Per tali Paesi, il contribuente potrà scegliere se utilizzare il reddito medio ritraibile dai fabbricati, come determinato all estero, moltiplicato per i coefficienti IMU italiani, ovvero il costo di acquisto del bene immobile risultante dall atto di acquisto o, in assenza di quest ultimo, il valore di mercato. 16

17 Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all'estero: ambito di applicazione L'IVAFE si applica sui prodotti finanziari detenuti all estero dalle persone fisiche i residenti in Italia: partecipazioni al capitale o al patrimonio di soggetti residenti o non residenti, obbligazioni italiane o estere e titoli similari, titoli pubblici italiani e titoli equiparati emessi in Italia o all estero, titoli non rappresentativi di merce e certificati di massa (comprese le quote di OICR), depositi e conti correnti costituiti all estero indipendentemente dalle modalità di alimentazione (ad esempio, accrediti di stipendi, di pensione o di compensi) (segue) 17

18 Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute t all'estero: ambito di applicazione i (segue) contratti di natura finanziaria stipulati con controparti non residenti (inter alia, finanziamenti, riporti, pronti contro termine e prestito titoli, nonché polizze di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione stipulate con compagnie di assicurazione estere) contratti derivati e altri rapporti finanziari stipulati al di fuori del territorio dello Stato diritti itti all acquisto o alla sottoscrizione i di azioni i o strumenti ti finanziari assimilati ogni altra attività da cui possono derivare redditi di capitale o redditi diversi di natura finanziaria di fonte estera (e.g. anche partecipazione in s.p.a. italiana, in quanto, se detenuta all'estero, è suscettibile di produrre plusvalenze di fonte estera) 18

19 Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute t all'estero: ambito di applicazione i (segue) L'imposta si applica anche alle attività finanziarie che sono state oggetto di operazioni di emersione mediante la procedura della regolarizzazione, mentre non si considerano detenute all estero e non sono incise dall IVAFE le attività finanziarie rimpatriate (sia fisicamente che giuridicamente). L'imposta colpisce, nella misura del 2 per mille a decorrere dal 2014, il valore dei prodotti finanziari. Per conti correnti e libretti di risparmio i l'imposta è prevista in misura fissa pari a euro 34,20. 19

20 Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute t all'estero (IVAFE): determinazione Il valore è costituito dal valore di mercato, rilevato al termine di ciascun anno solare nel luogo in cui sono detenute le attività finanziarie (con l'ausilio della documentazione resa dall'intermediario estero di riferimento). In mancanza, secondo il valore nominale o di rimborso. Come accade per l IVIE, dall imposta si deduce, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d imposta pari all ammontare dell eventuale imposta patrimoniale versata in relazione al medesimo periodo d imposta nello Stato estero in cui sono detenute le attività finanziarie. 20

21 Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute t all'estero (IVAFE): recenti modifiche normative Per effetto delle modifiche introdotte dalla L. n. 161/2014 (Legge europea 2013-bis), il presupposto impositivo iti dell'ivafe non è più il generico possesso di attività finanziarie estere, ma di prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio. A partire dal periodo di imposta 2014, sono esclusi: partecipazioni in s.r.l o società di persone estere finanziamenti (tipicamente dei soci) metalli preziosi allo stato grezzo e monetato e valute estere Ratio: su tali attività, se detenute in Italia, non troverebbe applicazione l'imposta di bollo. 21

22 Obbligo di monitoraggio fiscale e quadro RW Il quadro RW del modello UNICO rileva sia ai fini del monitoraggio fiscale di cui al D.L. n. 167/1990 sia ai fini IVIE e IVAFE. La nozione di titolare effettivo: chi detenga, anche indirettamente, una partecipazione superiore al 25% in una società localizzata li in Paese non collaborativo, deve indicare il valore complessivo degli investimenti e delle attività della società estera, oltre che la percentuale di partecipazione p nella società. 22

23 La procedura di collaborazione volontaria (voluntary disclosure) Rinvio: A. Tomassini, i La "voluntary l t disclosure" "internazionale i nel sistema tributario italiano, Corriere Tributario (16) 2015, p (All. 2) Id., Questioni risolte e questioni aperte nella "voluntary disclosure", CT (32-33) 2015, p (All. 3) Id., La proroga della disclosure e le sue prospettive, CT (40) 2015, p (All. 4) Id., Titolare effettivo, possesso del reddito e quadro RW, CT (46) 2015, p (All. 5) 23