IL GIOCO 28/01/2014. Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife
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- Gianmaria Villani
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1 IL GIOCO 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 1
2 Giocare È un azione, un attività fine a se stessa, il suo unico obiettivo è il piacere Rappresenta una palestra dell apprendimento Tutte le abilità acquisite dall uomo che svolge nel lavoro sono già state assimilate in forma ludica (Bencivenga, 2005) 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 2
3 il gioco nella società moderna: È ritenuto una prerogativa solo per i bambini e adolescenti; Per gli adulti è superfluo, non è concesso il tempo per Il gioco rappresenta un occasione di crescita, di nuovi apprendimenti, di creatività, di invenzione e adattamento 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 3
4 Johan Huizinga (1972) Sostiene che il gioco è parte fondamentale dell esistenza dell essere umano. 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 4
5 Il gioco ha sempre una relazione diretta con: la cultura, l ambiente, le condizioni economiche il gioco non subisce influenze da: età, sesso, razza, ed è modificabile in base all esperienza.
6 Detto ciò: Si può considerare il gioco come una forma di interazione e di comunicazione tra le persone, dove essi, esprimono i propri bisogni.
7 Qualsiasi attività a cui si dedicano adulti o bambini a scopo di svago, e anche per esercitare il corpo o la mente. Attività fatta da una o più persone per divertimento, svago, passatempo o per esercizio della mente e del corpo.
8 Il comportamento ludico è presente in tutte le classi più evolute dei mammiferi. Negl anni 50 si mette in discussione tale principio: «affinchè un animale si metta in moto e abbandoni il suo naturale stato di torpore è necessario che sia sollecitato da uno dei bisogni primari» 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 8
9 Alcuni studi hanno dimostrato che: -Berlyne, dimostrò che dei ratti possono esplorare un determinato ambiente anche se sono sfamati e dissetati, se esso compare completamente nuovo -Harlow, scoprì che le scimmie Rhesus sono capaci di impegnarsi per lunghi periodi in compiti complessi se come ricompensa si dà loro la possibilità di manipolare oggetti nuovi ed interessanti 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 9
10 Si scopre che Il gioco e l esplorazione rappresentano una forte motivazione indipendente dalla soddisfazione della fame o dall evitamento del dolore 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 10
11 - Il gioco comporta un grande dispendio di energia Quali vantaggi biologici? Altrimenti la selezione naturale avrebbe eliminato le specie che hanno atteggiamenti ludici..invece questi atteggiamenti sono radicati nelle specie animali. 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 11
12 Per spiegare questo fenomeno esistono varie teorie, tra cui: I comportamenti ludici servono come valvole di sfogo, per le energie in eccesso. Ma il problema delle specie animali è l opposto; Il gioco come mezzo per irrobustire l animale, per tenerlo allenato, ma si osserva che il gioco scompare con lo svezzamento (tranne nell uomo) 28/01/2014 Grande Alessandro - Scienze Motorie - Unife 12
13 Altre teorie: sostengono che il gioco rappresenti un mezzo per l addestramento delle soluzioni per le difficoltà più frequenti con cui l individuo e la specie devono confrontarsi studi in merito a questo hanno dimostrato che: il gioco non è la copia rimpicciolita dei comportamenti da adulti
14 Quale allora lo scopo del gioco e l utilità biologica si è notato che il tempo dedicato al gioco sia direttamente proporzionale alle dimensioni celebrali di un animale, e inversamente proporzionale alla sua specializzazione. Es.: Svasso - Corvo svasso super specializzato opportunista (il s.n.c. del corvo si attiva di continuo)
15 Il cervello dei non specializzati è povero di connessioni predeterminate. Quindi: per sopravvivere bisogna selezionare delle connessioni neurali che garantiscono schemi motori e comportamenti efficaci, volti all adattamento
16 Senza questo meccanismo neurale l animale non potrebbe sopravvivere; a qualsiasi stimolo esterno esso non riuscirebbe a capire quale comportamento adottare serve selezionare le connessioni neurali adeguate alle richieste dell ambiente specifico in cui l animale sta crescendo. John Byers (1995) scopre che: Il tempo di gioco dei cuccioli compare in concomitanza in piccoli periodi evolutivi
17 il periodo in cui l attività ludica è più frequente ed intensa coincide con uno sviluppo cerebrale. Durante questa fase avviene una sovrapproduzione di sinapsi e di conseguenza bisogna fare delle selezioni cioè eliminare tutte quelle che non sono stimolate dalle attività che l animale compie.
18 Ad avere il cervello più grande e meno specializzato sin dalla nascita, è l uomo (non sa camminare, non sa nutrirsi da solo né provvedere a se stesso. Completamente dipendente ) ma L apparente svantaggio diventa risorsa unica La sua evoluzione passa attraverso l apprendimento reso possibile dal gioco e dall esperienza motoria.
19 Il gioco Rappresenta una prestazione culturale sia individuale che collettiva; crea identità, una crescita interiore.
20 OGNI GIOCO Ha delle regole che devono essere note e rispettate de tutti con tutto questo I bambini imparano a fare in modo coordinato e a proporsi come individui nel contesto sociale che li attende.
21 Il gioco o il gioco-sport Pone delle sane abitudini ma, è anche un mezzo per la salvaguardia della salute del corpo e della mente. Quindi l attività sportiva in quanto gioco, permetta di stimolare non solo la componente fisica ma anche quella mentale ed emozionale
22 Scopo del gioco, le regole, i fondamentali Il primo passo è quello di far comprendere ed applicare le regole fondamentali. Successivamente si approfondisce l argomento delle regole per dare la possibilità a chi gioca di affinare la tecnica e sfruttare al meglio le opportunità date dal gioco
23 Acquisire tecniche di base: (movimenti fondamentali) Successivamente il gioco diventerà sempre più divertente ed appagante
24 Nello sport il gioco deve essere una costante. Quando questa componente viene a mancare è ora di smettere. Iosefa Idem
25 Tipologie di gioco: Individuali: corsa, lancio, precisione, fantasia; Di opposizione: lotta, sono quei giochi individuali con un opposizione diretta dell avversario; Di collaborazione: perseguire in gruppo un obiettivo comune; Collaborazione-opposizione: collaborazione di un gruppo che è in opposizione ad un altro gruppo ma con medesimo scopo.
26 Lo sport nasce dal gioco: L uomo riproduce, per piacere personale, gesti e movimenti che fino a quel momento erano stati messi in atto solo per bisogno di sopravvivenza attraverso la loro ritualizzazione, e della soddisfazione dei bisogni primari.
27 Se i movimenti dello sport vengono visti come gioco, quindi gratuiti, essi appaiono finalizzati all espressione della propria corporeità. Quindi Il gioco trasforma il gesto e il movimento del corpo da naturale a culturale.
28 Il gioco, inteso come fine a se stesso, crea come abbiamo detto, creatività motoria, nuove azioni, flessibilità ed autonomia nei comportamenti.
29 Lo sport ed il suo valore pedagogico non fanno altro che trasmettere il favorire l attivazione delle energie, l espansione dell esperienza, rendere dinamici, altruismo.
30 Sono questi legami che rendono lo sport parte integrante della cultura del gioco e come espressione della vita umana. Le esperienze ludiche sviluppate nello sport rivestono un importanza fondamentale per lo sviluppo della cultura, della società e soddisfazione dell essere umano.
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