SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA. Introduzione alla Morale Sociale La Dottrina Sociale della Chiesa: un introduzione

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1 SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA Introduzione alla Morale Sociale La Dottrina Sociale della Chiesa: un introduzione

2 UN PO DI INQUADRAMENTO Siamo nell ambito della Morale speciale; Alcuni principi metodologici: DSC come elemento fondamentale della missione evangelizzatrice della Chiesa=solo in questa luce si occupa del resto ; NON è una terza via=esaminare le realtà umane alla luce del Vangelo, orientando il comportamento cristiano.

3 Stesso statuto epistemologico della Teologia Morale=fede + scienze umane, per orientare e giudicare il comportamento umano; Con una categoria mediatrice propria: la lettura dei segni dei tempi = per integrare una razionalità di tipo scientifico-tecnica, con quella etica e con quella teologica;

4 La morale sociale cristiana si percepisce in chiave liberatrice, con alcune attenzioni via via emergenti: i problemi sono collocati in un ambito mondiale; attenzione ai valori emergenti (pacifismo, ecologia); analisi e soluzioni strutturali dei problemi (cf. strutture di peccato); profezia e realismo; opzione preferenziale per il povero (=liberazione).

5 UNO SGUARDO BIBLICO: L ANTICA E LA NUOVA ALLEANZA Obbediamo al Concilio: Optatam totius (16) e Dei Verbum (24): alla base di tutta la Teologia, come propria «anima» deve stare lo studio della Sacra Scrittura; E un ritorno alla Bibbia: in essa ci sono delle prospettive globali per orientare l ethos sociale dei credenti; Vediamo i punti principali

6 DIMENSIONE RELIGIOSA DELLA GIUSTIZIA UMANA E certamente un obbligo nei confronti del prossimo, ma lo è anche davanti a Dio: manifesta infatti un Dio personale, che sceglie i deboli, inoltre alcune prescrizioni (anno sabbatico, accoglienza di orfani/vedove) hanno radice nell essere stato straniero di Israele; E sempre dentro una comunità; C è l aspetto giuridico-legale (rispetto delle leggi), ma giusto è spesso chi obbedisce a Dio!

7 IL POVERO NELLA PREDICAZIONE DEI PROFETI I veri diritti non sono di chi possiede, ma di chi non ha nulla! Il povero, l orfano: sono loro i titolari di diritti da rispettare Non lederai il diritto dello straniero e dell'orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova, ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha liberato il Signore tuo Dio; perciò ti comando di fare questa cosa. Quando, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenticato qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per il forestiero, per l'orfano e per la vedova, perché il Signore tuo Dio ti benedica in ogni lavoro delle tue mani. Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai indietro a ripassare i rami: saranno per il forestiero, per l'orfano e per la vedova. Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare: sarà per il forestiero, per l'orfano e per la vedova. Ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d'egitto; perciò ti comando di fare questa cosa. [Dt 24,17-22]

8 ACCUSE AD UNA RELIGIOSITÀ SENZA ETICA Spesso i profeti si scagliano contro credenti che non vivono quanto professano, e la maggioranza delle accuse ha come obiettivo il campo sociale: «Amore voglio, non sacrificio» (Osea 6,6); A nulla valgono le pratiche di pietà senza una vita sociale giusta, vera contro-prova della religiosità!

9 ATTEGGIAMENTO DI GESÙ Sicuramente Gesù si trovò immerso nelle realtà sociali: vive del suo lavoro, è realista in alcune valutazioni (guerra/torre), non fugge dal mondo; NON è un rivoluzionario o un riformatore, il suo messaggio è esclusivamente religioso; Messaggio che però ha incidenza pratica e sociale: gli Apostoli e i Discepoli non sono gli Esseni, non abitano a Qumran!

10 PER UNA SINTESI CIRCA LA BIBBIA La Sacra Scrittura non possiede una sintesi dei problemi sociali (non è un trattato sistematico) e neppure pone soluzioni tecniche; Offre una visione religiosa (lo scopo è la salvezza!); Il riferimento allora è una visione etica, che propone una salvezza integrale, attenta alle istanze storiche.

11 IL MEDIOEVO E LA SCOLASTICA Soprattutto con san Tommaso d Aquino, la riflessione si incentra sulla giustizia, intesa come virtù: essa appartiene alle virtù cardinali (i perni/cardini sui quali si regge tutto l agire umano); è la principale delle virtù morali; è l apice di tutto il mondo etico!!!

12 LA RINASCITA TOMISTA (SECC. XVI-XVII) Il trattato De justitia et jure=un nuovo genere morale: primo tentativo di interdisciplinarietà; indipendente come trattato; si occupa dei problemi giuridico-economico-sociopolitico;

13 RICAPITOLANDO Grande il valore della sintesi tommasiana e dei suoi successori, anche se: formalismo eccessivo (le questioni formali, non i problemi veri ); maggiore importanza alla giustizia commutativa (dare ad un altro ciò che gli spetta, continua restitutio, rapporto creditore-debitore); Poca incidenza sulla vita reale; Ordine reale dato per giusto, mai messo in discussione.

14 LA CASUISTICA Comparsa delle Institutiones morales, ed il quadro di riferimento è il Decalogo: si passa alla morale del dovere; il comandamento principe è il VII, così che i temi fondamentali sono il dominio, la restituzione, i contratti, il furto preoccupazione individualistica (tranquillità di coscienza) ed orientamento alla prassi penitenziale; si cerca il minimo obbligatorio!

15 Alcuni aspetti critici di questa impostazione morale: eredita ed approfondisce i difetti dell etica sociale precedente; processo di privatizzazione, si perde l aspetto sociale di trasformazione; l unione stretta fra morale e diritto condusse ad una giuridizzazione!

16 MODELLO ETICO-TEOLOGICO: LA DSC Insieme alle opere dei grandi teologi, ci sono anche i pronunciamenti del Magistero in vari campi morali che riguardano l agire sociale! La Bibbia è un messaggio morale, infatti fin da subito i Padri si sono confrontati con la vita ed i problemi della società.

17 RERUM NOVARUM Primo grande pronunciamento magisteriale: 1891, Leone XIII; Confronto che è proseguito nel tempo, chiedendo alla Chiesa di continuare ad aggiornare il proprio insegnamento per rispondere ai problemi che via via la questione sociale stava ponendo ed avrebbe posto.

18 PARENTESI TERMINOLOGICA DOTTRINA sociale della Chiesa? INSEGNAMENTO sociale della Chiesa? DISCORSO sociale della Chiesa

19 TORNIAMO ALLA RERUM NOVARUM La questione sociale (=operaia!) è l occasione per rompere l assedio della Chiesa post-illuministica e post-unitaria (in Italia); Confronto fra le due grandi ideologie: liberismo e marxismo; Nascita della dottrina : esposti in forma organica e sistematica, sono presentati i grandi principi filosofici e morali per il buon andamento della società (neo-tomismo).

20 Critica e condanna sia del Liberismo che del Marxismo, mostrandone la fallacia dei presupposti teorici e morali; Vengono poi presentati i grandi principi della visione cristiana della società: Dignità della persona umana e quindi del lavoro; Eticità dell economia: orientata al servizio dell uomo; Lo Stato deve intervenire, nelle questioni economiche e sociali, per aiutare i più bisognosi.

21 Un discorso aperto : Interessata ai problemi degli operai, manca però alla Chiesa uno sguardo più ampio sulla società; I problemi sono nuovi (res novae), ma la soluzione è quella di sempre (principi e leggi universali); manca un analisi sociologica e scientifica delle questioni in gioco (scienze che stanno nascendo!). COMUNQUE un grande passaggio culturale: si media con la storia e la prassi sociale, cercando direttive di azione!

22 QUADRAGESIMO ANNO Pio XI, 1931: la questione operaia resta, ma i confini si sono fatti più ampi, non sono più solo due ideologie o classi di persone, ma di sistemi politici (stati) che sono nati da queste; Da una parte il socialismo reale (trattato sempre con grande durezza, pur riconoscendo le varie sfaccettature del fenomeno); Dall altra il sistema capitalistico, con stati che mitigano la lunga mano del mercato.

23 Cosa fare quindi, fra questi due opposti? Si cerca di dare fondamento ad una sorta di terza via, alla quale allude anche Pio XII (che non ha scritto encicliche sociali) nei suoi vari messaggi: l idea è quella di una nuova cristianità! Una vera e propria civiltà cristiana, che sia un terzo modello, con l identificazione fra fede e società (come nell Età Media); In questo contesto nascono le idee di corporativismo ( regime fascista) e di sussidiarietà: ma era possibile questa terza via???

24 Sicuramente la situazione e la società era cambiata, tutti ne erano consapevoli: grandi apporti da filosofi quali Maritain, che non sono degli illusi! Comunque, pur in un impianto prevalentemente teorico, si affacciano soluzioni di tipo pratico (limitare la proprietà privata, se questa è di danno al bene comune, ad esempio).

25 LA FASE DEL DIALOGO Con l elezione di Giovanni XXIII, il mondo è ancora cambiato: qui è il globo stesso a trovarsi diviso e contrapposto! In questa fase si nota il giustapporsi di tre percorsi evolutivi: la crisi delle ideologie, i processi di mondializzazione e le acquisizioni dottrinali (o meglio il rinnovamento pastorale) del Concilio Ecumenico Vaticano II

26 DAL CONCILIO AI NOSTRI GIORNI Già con la Mater et Magistra di Giovanni XXIII si nota un cambio metodologico: non più deduttivo (i principi applicati alla realtà) quando induttivo (vedere, giudicare, agire); Metodo che Paolo VI codifica in maniera ufficiale nella Octogesima adveniens, scritta in occasione degli 80 anni della RN; Poi applicato nella Populorum progressio, sempre di Paolo VI.

27 Poi, in verità, Giovanni Paolo II tornerà a scrivere di dottrina sociale nella So#ecitudo rei socialis, ma con queste specificità (NON è una terza via, dice il Papa): si tratta di un analisi dell uomo, della società, degli aspetti economico-politici alla luce della fede e della tradizione ecclesiale; è un giudizio su tali realtà, sulla conformità al vangelo (l uomo ha doppia vocazione, celeste e terrestre); è anche azione, orientamento, in base a quanto visto e giudicato grazie alla fede.

28 UNA FASE PROFETICA Con le encicliche sociali di Giovanni Paolo II e con l elezione al pontificato di Benedetto XVI (che continua la riflessione e l opera del predecessore), si assiste ad un discorso sociale della Chiesa che diventa profetico, perché risposta alle sfide fondamentali della umanità di questo tempo, che si articola in un vangelo: della vita, del lavoro, della carità.

29 Difesa del primato assoluto della persona umana (che non può diventare un valore secondo ); Avendo perso il riferimento a Dio, si perde anche il senso ed il valore dell uomo (come già dimostrato dal passato ); Ecco perché l insistenza sulla famiglia, sulla vita nascente, sul rispetto del termine naturale della vita, ecc

30 Vangelo del lavoro: la fine del socialismo (reale) non significa la fine delle contraddizioni del capitalismo: sì al profitto, ma non come unico motore dell agire umano; il lavoro sempre come atto della persona (nonostante i grandi mutamenti in atto, non ancora terminati); con esso l uomo partecipa alla e della Creazione (Centesimus annus, 1991); solidarietà come valore positivo, non contro qualcuno (la lotta di classe!).

31 Vangelo della carità: elemento trascendente e non paragonabile alla filantropia, tende alla trasformazione nel senso di una vera e propria liberazione; Opzione preferenziale per i poveri + Strutture di peccato: questa è la libertà che la carità vuole costruire, affinché la giustizia sia piena; Non è sufficiente la giustizia per la piena realizzazione dell uomo.

32 CARITAS IN VERITATE Benedetto XVI, 2009: è il completamento del trittico (Deus caritas est e Spe salvi ); Il discorso sociale non una parte del magistero, bensì un vero e proprio coronamento, perché si tratta di una vera e propria traduzione operativa, di completamento della missione della Chiesa; diversamente, sarebbe solo un fare, identificandosi con le ideologie che si vogliono combattere

33 Finora gli interventi più importanti della Chiesa in materia sociale erano stati pubblicati in occasione dell anniversario della Rerum novarum di Leone XIII (1891). Così fecero Pio XI con la Quadragesimo anno (1931), Pio XII con il Discorso della Pentecoste (1941), Giovanni XXIII con la Mater et magistra (1961), Paolo VI con la lettera apostolica Octogesima adveniens (1971) e Giovanni Paolo II con le due encicliche Laborem exercens (1981) e Centesimus annus (1991). Vi furono, però, anche alcune eccezioni: la Pacem in terris (1963) di Giovanni XXIII, la Populorum progressio (1967) di Paolo VI e la So#icitudo rei socialis (1987) che papa Wojtyla scrisse per commemorarne il ventennale

34 Ulteriore mutamento della questione sociale: è diventata questione antropologica, come concepire l uomo a fronte di una nuova ideologia, quella tecnocratica! Problema a livello intellettuale (la verità non la posso conoscere), di volontà (non impegnarsi impulsività), di cuore (emotività malata ).

35 La risposta a queste tre aree problematiche è la riproposizione dell amore portato dal Figlio di Dio, annuncio della carità nella verità, forza propulsiva di cambiamento del singolo e dello sviluppo dell umanità intera. E il contributo che la Chiesa può dare è proprio questo, la promozione di un nuovo umanesimo, di stampo trascendente, affinché l uomo si possa elevare sulla prassi, su di una visione tecnica (e scettica) della vita.

36 Alcuni apporti specifici alla questione sociale: il dono (relazionale); la gratuità in re sociali; la questione ecologica; lo sviluppo e la giustizia internazionali.

37 DUE OTTIME LETTURE! Caritas in veritate Evangelii gaudium (capitolo IV, ).

38 MA QUESTO, È UN ALTRO DISCORSO Bis Montag!

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