NOTA CONGIUNTURALE. Dicembre ECONOMIA INTERNA. - Sommario. 2.1 Indicatori reali 2.2 Indicatori finanziari 2.3 Previsioni
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- Felice Guerra
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1 NOTA CONGIUNTURALE Dicembre ECONOMIA INTERNA - Sommario 2.1 Indicatori reali 2.2 Indicatori finanziari 2.3 Previsioni 1
2 1. Economia Interna PIL. L'Italia rallenta il passo nel terzo trimestre dopo l'inattesa accelerazione della prima metà dell'anno. La stima preliminare del PIL pubblicata dall'istat mostra un'economia in crescita di appena lo 0,2% su base trimestrale, dopo il +0,3% dei tre mesi precedenti. Questo dato delude le attese degli analisti che erano per una crescita dello 0,3%. Rispetto al terzo trimestre del 2014 si è verificato invece un aumento dello 0,9%, aumento che pure non soddisfa il consensus che era per un +1%. Istat fiducia dei consumatori e imprese. La ripresa dell'economia italiana, pur moderata, poggia ancora sui consumi e sul maggior ottimismo delle famiglie italiane, mentre si stabilizza il sentiment delle imprese, pur confermandosi ai massimi dal periodo della crisi scoppiata nel Secondo l'istat, l indice del clima di fiducia dei consumatori è salito ancora a novembre a 118,4 da 117 del mese precedente. L indice del clima di fiducia delle imprese italiane mostra invece una sostanziale stazionarietà (107,1, da 107,0 di ottobre). Produzione industriale. Produzione industriale in recupero a settembre, ma la crescita risulta leggermente inferiore alle attese del mercato. Secondo i dati dell'istat, la produzione industriale è aumentata dello 0,2% a settembre, dopo il -0,5% riportato in agosto. La media delle attese indicava un incremento dello 0,5%. In termini tendenziali si segnalano aumenti nei comparti dei beni strumentali (+5,3%), dell energia (+2,3%) e dei beni di consumo (+0,1). Fatturato e ordinativi. Continuano a scendere fatturato ed ordinativi all'industria, dopo il tonfo di agosto. Secondo quanto rileva l'istat, a settembre il giro d'affari dell industria, al netto della stagionalità, registra una leggera flessione (-0,1%) rispetto ad agosto, sintesi di una variazione positiva (+0,6%) sul mercato interno e di una negativa su quello estero (-1,6%). Giù anche gli ordinativi totali, con una diminuzione congiunturale del 2,0%: -1% gli ordinativi interni e -3,2% quelli esteri. Vendite del commercio fisso al dettaglio. Nel mese di settembre non si registrano segnali di miglioramento per le vendite al dettaglio. Nel mese di settembre 2015 l indice destagionalizzato del valore delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) diminuisce dello 0,1% rispetto ad agosto Rispetto a settembre 2014, l indice grezzo del valore del totale delle vendite aumenta dell 1,5%, in perfetta linea con il consensus. Nei primi nove mesi del 2015, invece, le vendite al dettaglio segnano un aumento tendenziale dello 0,9%. 2
3 2.1 Indicatori di Economia reale Stima preliminare del Pil reale III trim.2015 L'Italia rallenta il passo nel terzo trimestre dopo l'inattesa accelerazione della prima metà dell'anno. La stima preliminare del PIL pubblicata dall'istat mostra un'economia in crescita di appena lo 0,2% su base trimestrale, dopo il +0,3% dei tre mesi precedenti. Questo dato delude le attese degli analisti che erano per una crescita dello 0,3%. Rispetto al terzo trimestre del 2014 si è verificato invece un aumento dello 0,9%, aumento che pure non soddisfa il consensus che era per un +1%. Da rilevare, poi, che il terzo trimestre del 2015 ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del L'Ufficio di Statistica spiega che la variazione congiunturale è la sintesi di un incremento del valore aggiunto in tutti i principali comparti (agricoltura, industria e servizi). Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2015 è pari a +0,6%. Fonte: Istat Andamento del PIL in altri paesi Nello stesso periodo il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2% negli Stati Uniti e dello 2,3% nel Regno Unito. 3
4 Prospettive di breve termine (Istat) L'economia italiana crescerà dello 0,9% quest'anno, in linea con le previsioni del governo, per accelerare all'1,4% nel 2016 e nel E' quanto confermato dalle previsioni aggiornate pubblicate dall'istat. Ad alimentare la crescita nel 2015 contribuirà una domanda interna con un +0,7%, mentre la domanda estera netta sottrarrà un decimo di punto percentuale. per i due anni seguenti, invece, la domanda interna contribuirà con +1,2 punti percentuali, mentre si riprenderà anche l'export (+0,1 punti percentuali). In ripresa la spesa delle famiglie che aumenterà dello 0,8% in termini reali nel 2015, a seguito del miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro e del reddito disponibile. Nel 2016, si prevede un rafforzamento dei consumi privati (+1,2%) che proseguirà anche nel 2017 (+1,1%). Tutto questo determinerà un miglioramento anche sul fronte delle imprese. Nell anno in corso è attesa la ripresa del processo di accumulazione del capitale (+1,1%), stimolata dal miglioramento delle condizioni di accesso al credito e dal rafforzamento delle attese sulla ripresa dell attività produttiva. Gli investimenti registreranno un accelerazione sia nel 2016 (+2,6%), anche per effetto delle misure di politica fiscale a favore delle imprese, sia nel 2017 (+3,0%). L'Istituto di statistica mostra ottimismo anche riguardo l occupazione, che aumenterà nel 2015 (+0,6% in termini di unità di lavoro), accompagnata da una riduzione del tasso di disoccupazione che si attesterà al 12,1%. Nel 2016, le unità di lavoro registreranno un aumento più significativo (+0,9%) mentre il tasso di disoccupazione segnerà una ulteriore diminuzione, attestandosi all 11,5%. Nel 2017 le unità di lavoro aumenteranno ad un ritmo meno intenso (+0,7%), in presenza di una ulteriore lieve discesa del tasso di disoccupazione (11,3%). Persistono tuttavia dei rischi al ribasso, connessi a un eventuale più pronunciato rallentamento del commercio internazionale e all'impatto delle clausole di salvaguardia nel
5 Previsioni della Commissione europea Autunno 2015 Anticipatori Report ICC. La ripresa in Italia stenta ad assumere maggiore dinamicità. Le famiglie, seppure orientate all'ottimismo, continuano ad essere vincolate da dinamiche reddituali in crescita contenuta. E' ciò che emerge dal report di settembre dell'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) calato dello 0,1% rispetto ad agosto, condizionato da una stabilità della domanda relativa ai servizi e da un lieve ridimensionamento della domanda dei beni (-0,1%). L'ICC è, invece, cresciuto dell'1,9% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. La stima per il mese di agosto, sottolinea l'ufficio Studi Confcommercio, è stata rivista al rialzo (da - 0,3% a -0,1% rispetto a luglio). L'unico rialzo ha interessato la domanda per i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,5%), che evidenziano un risultato migliore rispetto al mese precedente. Rimane stabile la domanda per gli alberghi, i pasti e i consumi fuori casa, dopo il modesto 5
6 incremento di agosto; la tendenza alla stabilizzazione ha interessato anche la domanda di prodotti per l'abbigliamento e le calzature, che ad agosto aveva fatto registrare una modesta crescita, e la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi. In flessione la domanda dei beni e servizi per la casa (-0,4%), evoluzione determinata, come già accaduto ad agosto, dalla minore domanda di energia da parte delle famiglie. Una riduzione, in linea con il risultato di agosto ha interessato la domanda per i beni e i servizi per la mobilità (-0,2%) determinata dal minor consumo di carburanti a fronte di un buon andamento delle vendite di auto ai privati. Nielsen. Gli italiani guardano con maggiore entusiasmo al futuro e sembrano più propensi alla spesa, grazie anche a una visione positiva sulla propria situazione lavorativa. E' quanto ha rilevato un sondaggio realizzato da Nielsen da cui è emerso che la fiducia dei consumatori ha ripreso a correre nel terzo trimestre portandosi al valore più alto dal Secondo i dati della Global Consumer confidence survey realizzata da Nielsen su un campione di individui in 60 Paesi, tra i quali l'italia, un italiano su quattro è propenso a spendere per viaggi e vacanze dopo aver coperto le spese essenziali. L'indice di fiducia degli italiani si attesta a 57 punti, tornando al valore più alto dal 2011, secondo quanto dichiarato dall'amministratore delegato di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia. L'89% degli italiani ritiene il paese ancora in crisi, ma è in netta diminuzione rispetto al 96% rilevato nel terzo trimestre CLI Ocse. L'indice leading indicator Ocse, che anticipa i cambiamenti nell'attività economica rispetto al trend, continua a segnalare un consolidamento della crescita a settembre in Italia. E' quanto emerge dai dati diffusi dall'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L'indice relativo all'italia è stabile da agosto a 101,0, quello tedesco passa a 99,8 da 99,9 di agosto e quello francese passa a 100,9 da 100,8. Nel complesso la zona euro mostra un trend di crescita stabile a 100,6. CsC. L'industria in Italia prova a rialzare la testa dopo la dura crisi che ha colpito tutti i settori economici, demoralizzati di recente dal rallentamento dei paesi emergenti. Dopo il dato positivo di settembre il Centro Studi Confindustria (CSC) rileva anche per ottobre un incremento della produzione industriale, dello 0,4% a fronte dello 0,2% di settembre. Nel terzo trimestre 2015 l attività è aumentata dello 0,4% sul precedente, registrando il quarto incremento consecutivo. Il quarto 2015 eredita una variazione congiunturale di +0,4%. Le indagini qualitative presso le imprese manifatturiere delineano un accelerazione nei mesi autunnali: secondo i direttori degli acquisti (indagine PMI Markit) in ottobre gli ordini sono aumentati per il nono mese consecutivo e ad un passo più veloce (indice a 55,3 contro 53,9 di settembre); indicazioni analoghe vengono dall'indagine condotta dall'istat. Istat fiducia dei consumatori e imprese. La ripresa dell'economia italiana, pur moderata, poggia ancora sui consumi e sul maggior ottimismo delle famiglie italiane, mentre si stabilizza il sentiment delle imprese, pur confermandosi ai massimi dal periodo della crisi scoppiata nel Secondo l'istat, l indice del clima di fiducia dei consumatori è salito ancora a novembre a 118,4 da 117 del mese precedente. L indice del clima di fiducia delle imprese italiane mostra invece una sostanziale stazionarietà (107,1, da 107,0 di ottobre). L'Istituto avverte però che, "gli indicatori prodotti risentono solo in minima parte dei fatti eccezionalmente gravi avvenuti intorno alla metà del mese, in quanto il periodo di rilevazione dei dati è concentrato nei primi 15 giorni". Si tratta degli attentati di Parigi, che certamente 6
7 hanno avuto riflessi sulle abitudini di vita e sul clima dei consumatori e sul sentiment delle imprese. Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento maggiore per i giudizi sulla situazione economica (a 158,3 da 153,3), favoriti dai segnali di ripresa dell'economia, ed un miglioramento più contenuto per i giudizi sulla situazione personale (a 105,0 da 103,9), su quella corrente (a 111,6 da 109,3) e su quella futura (a 128,0 da 127,2). Riguardo le imprese, il clima di fiducia cresce nelle costruzioni (a 121,4 da 119,8) e, più lievemente, neiservizi di mercato (a 113,7 da 113,1), mentre scende nella manifattura (a 104,6 da 105,7) e nel commercio al dettaglio (a 115,0 da 116,3). Elementi congiunturali Fatturato e ordinativi Continuano a scendere fatturato ed ordinativi all'industria, dopo il tonfo di agosto. Secondo quanto rileva l'istat, a settembre il giro d'affari dell industria, al netto della stagionalità, registra una leggera flessione (-0,1%) rispetto ad agosto, sintesi di una variazione positiva (+0,6%) sul mercato interno e di una negativa su quello estero (-1,6%). Per il fatturato del comparto manifatturiero l incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+18,4%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-17,9%). Giù anche gli ordinativi totali, con una diminuzione congiunturale del 2,0%: -1% gli ordinativi interni e -3,2% quelli esteri. Nel confronto con il mese di settembre 2014, l indice grezzo degli ordinativi segna un calo dello 0,8%. L incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+26,4%), mentre la flessione maggiore si osserva nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-7,9%). Fonte: Istat 7
8 Attività Produttiva Produzione industriale in recupero a settembre, ma la crescita risulta leggermente inferiore alle attese del mercato. Secondo i dati dell'istat, la produzione industriale è aumentata dello 0,2% a settembre, dopo il -0,5% riportato in agosto. La media delle attese indicava un incremento dello 0,5%. In termini tendenziali si segnalano aumenti nei comparti dei beni strumentali (+5,3%), dell energia (+2,3%) e dei beni di consumo (+0,1%); diminuiscono invece i beni intermedi (-0,1%). Fonte: Istat Per quanto riguarda i settori di attività economica, i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+23,2%), grazie all'exploit delle vendite di auto, della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+12,3%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+4,8%). Vendite del commercio fisso al dettaglio Nel mese di settembre non si registrano segnali di miglioramento per le vendite al dettaglio. Nel mese di settembre 2015 l indice destagionalizzato del valore delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) diminuisce dello 0,1% rispetto ad agosto Rispetto a settembre 2014, l indice grezzo del valore del totale delle vendite aumenta dell 1,5%, in perfetta linea con il consensus. Nei primi nove mesi del 2015, invece, le vendite al dettaglio segnano un aumento tendenziale dello 0,9%. L indice in volume delle vendite al dettaglio (depurato dall effetto dovuto alla dinamica dei prezzi al consumo) registra variazioni negative dello 0,2% rispetto ad agosto 2015 e variazioni positive dello 0,8% rispetto a settembre Nel trimestre luglio settembre 2015 l indice aumenta dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Immatricolazioni auto (motorizzazione) La Motorizzazione ha immatricolato - nel mese di ottobre autovetture, con una variazione di +8,56% rispetto a ottobre 2014, durante il quale ne furono 8
9 immatricolate (nel mese di settembre 2015 sono state invece immatricolate autovetture, con una variazione di +17,73% rispetto a settembre 2014, durante il quale ne furono immatricolate ). Nel mese di ottobre 2015 il volume globale delle vendite ( autovetture) ha interessato per il 23,48% auto nuove e per il 76,52% auto usate. Nel periodo gennaio-ottobre 2015 la Motorizzazione ha in totale immatricolato autovetture, con una variazione di +14,67% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2014, durante il quale ne furono immatricolate Nello stesso periodo di gennaio-ottobre 2015 sono stati registrati trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +7,08% rispetto a gennaio-ottobre 2014, durante il quale ne furono registrati Retribuzioni orarie contrattuali Retribuzioni in aumento nel mese di ottobre ma solo per il settore privato. Nel mese in questione l indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell'1,2% nei confronti di ottobre Complessivamente, nei primi dieci mesi del 2015 la retribuzione oraria media è cresciuta dell 1,1% rispetto al corrispondente periodo del Lo comunica l'istat. Va meglio ai dipendenti del settore privato, la cui retribuzione oraria ha registrato un incremento tendenziale dell'1,7% mentre nulla è variato per quelli della pubblica amministrazione. A beneficiare degli aumenti sono stati principalmente i lavoratori dei settori tessili, abbigliamento e lavorazioni pelli (4,5%); agricoltura (3,9%); energia e petroli (3,5%). Si registrano variazioni nulle nei settori del credito e assicurazioni, delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Tra i contratti monitorati dall'indagine, nel mese di ottobre non sono stati recepiti nuovi accordi e nessuno è scaduto. Inoltre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 38% nel totale dell economia e del 19,9% nel settore privato. L attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 58,3 mesi per l insieme dei settori e di 41 mesi per quelli del settore privato. Occupati e disoccupati A settembre, il tasso di disoccupazione in Italia è sceso per il terzo mese consecutivo, attestandosi sotto al 12%, all'11,8%. La flessione è stata di 0,1 punti percentuali, contro i -0,5 punti di luglio e -0,1 punti di agosto. Il tasso di disoccupazione si è attestato così ai minimi dal gennaio del 2013.La stima dei disoccupati a settembre diminuisce dell'1,1% (-35 mila). Nei dodici mesi la disoccupazione scende dell'8,1% (-264 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,0 punti. Dopo la crescita di luglio (+0,6%) e il calo di agosto (-0,6%), la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta nell'ultimo mese dello 0,4% (+53 mila persone inattive). Il tasso di inattività, è pari al 35,8%, in aumento di 0,2 punti percentuali. Su base annua l'inattività è in calo dello 0,3% (-39 mila persone inattive) e il tasso di inattività rimane invariato. 9
10 Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo luglio-settembre 2015 calano il tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e il tasso di inattività (-0,1 punti). A diminuire anche la disoccupazione giovanile, con il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, calato al 40,5%, in ribasso di 0,2 punti percentuali da agosto. In un mese ci sono stati 14 mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni in meno che hanno cercato un'occupazione. A fronte di questo miglioramento, c'è stato tuttavia anche un calo degli occupati di 11 mila giovani dovuto all'aumento degli inattivi. Tuttavia il dato, comunicato dall'istat, ha messo anche in evidenza che, sempre a settembre, si è fermata la crescita dell'occupazione in Italia. Dopo il rialzo degli ultimi tre mesi (+0,7%, pari a +166 mila occupati tra giugno e agosto), a settembre 2015 la stima degli occupati diminuisce dello 0,2% (-36 mila). Su base annua, tuttavia, l'occupazione cresce dello 0,9% (+192 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,6 punti. Il calo di settembre riguarda sia i lavoratori dipendenti (-26 mila) sia gli indipendenti (-10 mila). Il tasso di occupazione diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,5%. Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo luglio-settembre 2015 il tasso di occupazione cresce (+0,2 punti percentuali). Indicatori di tensione In netto calo le richieste nel mese di ottobre delle ore di cassa integrazione guadagni (CIG) che registrano un 44,7% rispetto a ottobre 2014, mese nel quale erano state autorizzate 116,6 milioni di ore. A renderlo noto un rapporto dell INPS. Nei dettagli, le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria (CIGO) sono state 14,1 milioni, mentre un anno fa erano state 20,1 milioni. Si è così registrata una contrazione tendenziale pari al 30,0%, con un calo del 25,3% nel settore Industria e del 45% nel settore Edilizia. Per quanto riguarda il numero di ore di cassa integrazione straordinaria(cigs) autorizzate nel mese, a ottobre è stato di 37,8 milioni, con un taglio del 40,5% rispetto ad un anno fa (ore autorizzate di 63,5 milioni). 12,7 milioni di ore autorizzate invece per la cassa integrazione guadagni in deroga (CIGD) che ha segnato così una flessione del 61,6% rispetto a ottobre A spiegarne i motivi lo stesso Istituto nazionale di previdenza sociale. La forte variabilità nel numero delle ore autorizzate di cassa integrazione in deroga, non dipendente da fattori di carattere stagionale, ma dovuta ai tempi dei finanziamenti di queste misure, rende impossibile effettuare la destagionalizzazione dei dati. Per quanto riguarda le domande di disoccupazione Aspi, nel mese di settembre sono state presentate 432 domande, 99 di mini ASpI e domande di NASpI. Occupati e disoccupati II trim.2015 I timidi segnali di ripresa registrato nel 2 trimestre (il PIL è cresciuto dello 0,3%), sono stati accompagnati anche da modesti e parziali miglioramenti nel mercato del lavoro. E' rileva un rapporto dell'istat, che fornisce un quadro d'insieme trimestrale sul mercato 10
11 occupazionale, unendo i dati della domanda da parte delle imprese con quelli dell'offerta da parte degli individui. Secondo l'istituto di statistica, il miglioramento del mercato del lavoro si è registrato sia in termini congiunturali sia su base annua: sono aumentati l'input di lavoro impiegato, l'occupazione e, in misura modesta, nella prima parte dell'anno è tornata a crescere anche la produttività. L occupazione stimata dall'indagine sulle forze di lavoro al netto degli effetti stagionali è pari a 22 milioni 446 mila persone, lo 0,5% in più del trimestre precedente (+103 mila). Il recupero dell'occupazione è proseguito anche a luglio, con una crescita annua dell 1,1% (+235 mila unità) e dello 0,3% nel periodo maggio-luglio, al netto della stagionalità. Ininterrotto da sei trimestri, prosegue con maggiore intensità il calo tendenziale del numero di inattivi (-271 mila unità) e, fra questi, diminuiscono anche gli scoraggiati (-114 mila in un anno), soprattutto nel Mezzogiorno e tra i giovani di anni. Di contro, aumentano gli inattivi per motivi di studio (+77 mila unità) e quelli in attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (+41 mila). Dal punto di vista settoriale, nel secondo trimestre sono stati significativi il recupero congiunturale dell'occupazione nei comparti dei servizi più legati alla dinamica della domanda interna, nonché i segnali positivi nelle costruzioni. Nell'insieme dell'economia l'aumento dell'occupazione ha riguardato prevalentemente i lavoratori dipendenti (+0,8%), a tempo sia indeterminato sia determinato, mentre sono calati gli indipendenti (-0,6%). L'aumento poi interessa con particolare intensità il Mezzogiorno, particolarmente colpito dalla crisi in questi anni. Dal lato delle imprese, il maggiore utilizzo del lavoro è la sintesi di una crescita sia delle posizioni lavorative sia dell'intensità di utilizzo del lavoro: le ore lavorate pro capite hanno registrato un netto incremento mentre si è decisamente ridotto il ricorso alla cassa integrazione. Sul versante delle retribuzioni, l'aumento tendenziale delle retribuzioni di fatto è risultato ampiamente superiore all'inflazione: prosegue dunque il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni al lordo delle imposte. Prezzi alla produzione Nel mese di settembre l indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 3,0% nei confronti di settembre Lo comunica l'istat, aggiungendo che i prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno diminuiscono dello 0,2% rispetto ad agosto e del 3,8% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registra una diminuzione dello 0,1% in termini congiunturali ed una variazione nulla su base tendenziale. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano una diminuzione dello 0,1% sul mese precedente (con una variazione negativa dello 0,1% sia per l area euro sia per quella non euro). In termini tendenziali si registra un decremento dello 0,7% (-1,2% per l area euro e -0,5% per l area non euro). Il contributo maggiore al calo tendenziale dei prezzi dei beni venduti sul mercato interno proviene dal comparto energetico (-3,9 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi più ampi alla diminuzione derivano dal comparto energetico sia per l'area euro (-0,9 punti 11
12 percentuali) sia per quella non euro (-1,1 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva il calo tendenziale dei prezzi più marcato è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con diminuzioni del 18,5% sul mercato interno e del 28,7% su quello estero. Fonte: Istat Prezzi al consumo Nessuna sorpresa dal fronte prezzi in Italia, che si confermano pericolosamente vicini alla soglia che separa l'inflazione dalla deflazione. A ottobre, fa sapere l'istat nella stima finale, i prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, sono aumentati dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,3% nei confronti di ottobre 2014, confermando la stima preliminare diffusa a fine ottobre. I numeri di ottobre mostrando dunque un accelerazione di un decimo di punto percentuale rispetto al valore registrato a settembre (+0,2%) mentre l inflazione acquisita per il 2015 è stabile a +0,1%. Il lieve rialzo dell inflazione, spiega l'istituto di statistica, è principalmente imputabile all accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi degli alimentari non lavorati e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. Questi aumenti sono in parte bilanciati dall accentuazione della flessione dei prezzi degli energetici regolamentati, dovuta a quella del Gas naturale. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto (il cosiddetto "carrello della spesa") sono aumentati dello 0,1% in termini congiunturali, mentre hanno registrato una flessione tendenziale pari a -0,1% (da -0,3% di settembre). Rapporti con l estero (UE+Extra-UE) Aumenta l avanzo commerciale italiano ad ottobre, posizionandosi a 3,5 miliardi di euro dai 2,2 mld di settembre e dai 4 miliardi di euro di ottobre Lo evidenzia l'istat, segnalando una flessione congiunturale per entrambi i flussi, più marcata per le esportazioni (- 1,7%) che per le importazioni (-0,2%). 12
13 Il calo congiunturale dell export è ascrivibile ai beni strumentali (-4,5%) e, in misura minore, ai prodotti intermedi (-1,6%), mentre si rileva un incremento per i beni durevoli (+1,5%) e l'energia. La lieve diminuzione congiunturale dell import è determinata dall'energia (-4,1%) mentre tutti gli altri principali comparti sono in crescita. Il saldo dall'inizio dell anno è ampiamente positivo e in crescita rispetto all'anno precedente: +24,4 miliardi (+19,1 miliardi nello stesso periodo del 2014). Al netto dei prodotti energetici, l avanzo commerciale raggiunge +50,9 miliardi (era +53,8 miliardi nel 2014). In un contesto internazionale caratterizzato da una forte instabilità dei mercati, le vendite verso l area extra Ue risentono del rallentamento della crescita dei paesi emergenti e, in particolare, della Cina. L ampia flessione delle esportazioni verso il mercato comune dell'america meridionale (-33,9%) è condizionata dalla recessione in corso in Brasile. La decelerazione della crescita tendenziale delle esportazioni verso gli Stati Uniti (+3,3% a ottobre 2015 rispetto all'espansione a due cifre registrata nei mesi precedenti) riflette sia il parziale rallentamento della crescita in questo paese sia un livello di vendite superiore alla media registrato a ottobre Le importazioni da paesi EDA - Thailandia, Malesia, Taiwan, Hong Kong, Singapore e Corea del Sud - (+29,9%), Turchia (+29,2%) e paesi del sud-est asiatico (+18,3%) sono in marcata espansione. Paesi Extra-Ue Istat comunica che nel mese di ottobre il saldo italiano del commercio estero extra europeo ha mostrato un avanzo di 3,529 miliardi di euro, che si raffronta al surplus di 3,978 miliardi segnato a ottobre A settembre si era registrato un avanzo di 1,426 miliardi di euro (rivisto da 1,429 miliardi) a fronte del surplus di 1,485 miliardi di settembre A ottobre l'export cala del 4,5% su base annua, e l'import del 2,4%. Nell'ultimo trimestre l'export fa registrare un calo del 5,8% su base congiunturale, una dinamica particolarmente marcata per l'energia (-23,9%) e i prodotti intermedi (-6,1%). Istat sottolinea che a ottobre "il calo congiunturale dell'export è ascrivibile ai beni strumentali (-4,5%) e, in misura minore, ai prodotti intermedi (-1,6%), mentre si rileva un incremento per i beni durevoli (+1,5%) e l'energia. La lieve diminuzione congiunturale dell'import è determinata dall'energia (-4,1%) mentre tutti gli altri principali comparti sono in crescita". Bilancia dei pagamenti Partite correnti La componente corrente della bilancia dei pagamenti mostra un attivo a settembre 2015 di (1.431)ml di euro, (sett.2014: ml). La componente capitale è negativa per (-182)ml. (sett. 14: 71 ml). Il cumulato sett./sett. 15 è positivo rispettivamente per (32.964)ml (sett./sett 2014: ml.) e (2.290) ml. (2.418 ml). Partite finanziarie 13
14 La componente finanziaria evidenzia in settembre un positivo di (1.735) ml di euro (sett. 14: ml.). Nell ambito dell aggregato le riserve ufficiali segnalano una distruzione di base monetaria di (91ml) (sett. 14 incremento di base monetaria per 110 ml). Il cumulato sett/sett. 15 è positivo per (47.057)ml (sett/sett.2014: ml.). Errori ed omissioni Il dato compensativo della somma algebrica delle due componenti (conti correnti e finanziari), è positivo a sett. per (486) ml di euro. Il cumulato sett/sett segnala un positivo per (11.803). 14
15 Bilancia dei pagamenti ml di euro- settembre 2015 Fonte: Banca d Italia 15
16 2.2 Indicatori finanziari Fabbisogno del settore statale (dati MEF) (Il saldo del Settore Statale è un dato di cassa, che tiene conto anche delle variazione presso la Tesoreria dello Stato delle disponibilità dell UE (passività dello Stato secondo le regole del SEC 95) e delle giacenze dei correnti postali intestati a Poste S.p.A e ad altri soggetti privati. E un aggregato più ristretto rispetto a quello della Pubblica Amministrazione definito dai criteri della contabilità europea. Il saldo del settore statale, pertanto, non è rilevante ai fini della verifica del rispetto dei parametri europei, mentre lo è l indebitamento netto elaborato dall Istat). Nei primi dieci mesi dell'anno, il fabbisogno del settore statale si attesta a circa 55,8 miliardi, con un miglioramento di 21,5 miliardi rispetto allo stesso periodo del L'andamento del fabbisogno "appare in linea con il calo dell'indebitamento netto tra il 2014 e il 2015 indicata nella nota di aggiornamento del DEF". In particolare, a ottobre, si è realizzato un fabbisogno pari, in via provvisoria, a circa 6,2 miliardi, in calo rispetto agli 8,5 miliardi dello stesso mese di un anno fa. Il Tesoro, spiega che il fabbisogno di ottobre ha mostrato un calo di oltre 2,3 miliardi rispetto allo stesso mese del 2014 "che, peraltro, aveva beneficiato dal punto di vista contabile degli incassi relativi al versamento della prima rata della TASI, slittato da giugno per i Comuni che non avevano deliberato le aliquote in tempo utile". Al netto dei tributi comunali, gli incassi fiscali di ottobre 2015 sono sostanzialmente in linea con quelli registrati nello stesso mese 2014, aggiungono da Viale XX Settembre. "Al risultato positivo del fabbisogno - conclude il ministero dell'economia - hanno contributo i minori prelevamenti dai conti della tesoreria statale, i minori interessi sul debito pubblico e, in parte, una diversa calendarizzazione di alcuni pagamenti delle amministrazioni centrali". Fabbisogno del settore statale (dati provvisori, fonte MEF) 2014 ( md.euro) Gen/ott. 77, ( md.euro) Gen/ott. 55,8 16
17 Dati di sintesi di copertura del settore statale nel mese di settembre 2015 (fonte: MEF) ml.di euro (1) La copertura del saldo di cassa del Settore Statale indica il reperimento (+) o l accumulazione (-) di risorse finanziarie nette conseguenti al fabbisogno o alla disponibilità registrate dal lato della formazione. E data dalla differenza tra le operazioni di accensione e rimborso prestiti dello Stato, dalla variazione delle giacenze sui conti correnti presso la tesoreria statale intestati a soggetti esterni alla Pubblica Amministrazione, al netto della variazione del conto disponibilità e di altre partite minori. (2) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. A fronte di un passivo di cassa stimato a settembre in ml di euro, il Tesoro ha: - emesso titoli a breve per ml di euro; - rimborsato titoli a medio-lungo per ml. di euro; - emesso titoli esteri per 64 ml di euro; - attinto al conto di disponibilità (base monetaria) per ml di euro. Per un totale a copertura di ml di euro. Le Entrate tributarie e contributive Entrate tributarie e contributive in crescita nei primi nove mesi dell'anno. 17
18 Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero dell'economia, nel periodo gennaio-settembre 2015 le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica crescono del 3,4%, per effetto dell aumento delle imposte dirette (+5,6%) e delle imposte indirette (+0,8%). La crescita delle entrate tributarie, registrata nei primi nove mesi dell anno, compensa ampiamente il venir meno del gettito dell imposta sostitutiva sui maggiori valori delle quote di partecipazione al capitale della Banca d Italia pari a milioni di euro, e dell imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni d'impresa e delle partecipazioni pari a 322 milioni di euro, i cui versamenti erano stati previsti per il solo anno Alla crescita delle entrate tributarie contribuisce anche l andamento positivo del gettito dell IRPEF (+6,5%, pari a milioni di euro) influenzato principalmente dall'aumento delle ritenute lavoro dipendente ( milioni di euro, pari a +7,4%). Omogeneizzando i dati sia delle entrate straordinarie del 2014, sia degli elementi che hanno determinato l andamento delle ritenute di lavoro dipendente, le entrate tributarie erariali presentano una crescita del 2,4% ( milioni di euro). Nel dettaglio, le imposte dirette si attestano a milioni di euro, in aumento del 3,6% ( milioni di euro). Il gettito IRPEF sale del 3,8% ed è pari a milioni di euro ( milioni di euro). In salita dell 1,3%, anche l IRES risultata pari a milioni di euro (+215 milioni di euro). Tra le altre imposte dirette, aumenta del 64,9% il gettito dell imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze, pari a milioni di euro e del 92,7% (+532 milioni di euro) quelli dell imposta sostitutiva sul valore dell attivo dei fondi pensione. Le imposte indirette, risultano in salita dello 0,8% a milioni di euro ( milioni). Si confermano in aumento le entrate IVA che crescono di milioni di euro, (+3,5%) e ammontano a milioni di euro. L accisa sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi (oli minerali) si attesta a milioni di euro ( 9 milioni di euro, pari a 0,1%), l accisa sull'energia elettrica e addizionali ammonta a milioni ( 178 milioni, pari a 8,8%), mentre l accisa sul gas naturale per combustione (gas metano) ha generato entrate per milioni di euro ( milioni di euro, pari a 36,8%) per effetto della variazione negativa del conguaglio versato a marzo 2015 sulla base dei consumi effettivi di tutto l anno 2014 risultati inferiori a quelli del 2013 e della variazione negativa dei consumi. Banca d Italia: Entrate contabilizzate in bilancio (I dati pubblicati dall Istituto riguardano i flussi delle entrate tributarie, rilevati al momento della contabilizzazione in bilancio, non contestuale al versamento. Avvenendo in tempi diversi i dati contabilizzati e quelli di cassa possono non coincidere). Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari ad agosto a 33,7 miliardi, in aumento di 1,2 miliardi rispetto ad agosto 2014 (32,6 miliardi). Nei primi otto mesi del 2015 le entrate tributarie sono state pari a 258,7 miliardi (+0,8% sui 256,6 miliardi dello stesso periodo 2014). 18
19 Debito delle Amministrazioni Pubbliche Il debito delle amministrazioni pubbliche è tornato a salire nel mese di settembre. Secondo quanto comunicato da Bankitalia, che ha fornito i dati del supplemento statistico, il debito è cresciuto di 7 miliardi di euro rispetto al mese precedente, attestandosi a 2.191,7 miliardi. L'aumento spiegano da Via Nazionale è stato determinato dal fabbisogno del mese, pari a 17,9 miliardi, in parte compensato dalla diminuzione (9,7 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro (64 miliardi; 51,6 a settembre del 2014); complessivamente la rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione, il lieve apprezzamento dell'euro e gli scarti di emissione hanno diminuito il debito per 1,2 miliardi. Finanziamenti al settore privato Ad ottobre 2015 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.814,5 miliardi di euro è nettamente superiore, di quasi 122 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.692,6 miliardi di euro I finanziamenti alle imprese hanno segnato nei primi nove mesi del 2015 un incremento di circa il +16,2% sul corrispondente periodo dell annoprecedente (gennaio-settembre 2014). Per le nuove erogazioni dimutui per l acquisto di immobili, sempre nello stesso periodo, si è registrato un incremento annuo del +92,1% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. Ad ottobre 2015 il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha presentato una variazione prossima allo zero (-0,3%) nei confronti di ottobre 2014,-0,3% anche il mese precedente e migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. Ad ottobre 2015, i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora più bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,33%, minimo storico (3,34% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,61% il valore più basso da luglio 2010 (2,67% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,84% a settembre 2015 dal 4,79% di agosto 2015 (4,49% a settembre 2014; 0,86%, prima dell inizio della crisi). In Italia diminuisce, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni, (ad ottobre 2015: -13%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di 58,6 miliardi di euro), mentre i depositi aumentano sempre a fine ottobre di 61,1 mld di euro rispetto all anno precedente (su base annua, +4,9%, +3,2% a settembre). L andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra ad ottobre 2015 un aumento di circa 2,5 mld di euro rispetto ad un anno prima, manifestando una variazione su base annua di +0,2% (-1,5% il mese precedente). 19
20 2.3 Previsioni Confindustria L'economia italiana stenta a ripartire con slancio nonostante i segnali positivi, dice Confindustria, che appare tuttavia fiduciosa nella legge di Stabilità. "In Italia l'economia stenta a prendere quota, come indicano i deludenti dati del terzo trimestre (ma che fine ha fatto l'ottima annata turistica?), appesantiti dai contraccolpi della debole domanda estera", dice la Congiuntura flash del Centro Studi Confindustria. Appare tuttavia più vivace la domanda interna "e i primi indicatori qualitativi autunnali (fiducia, PMI) sono in miglioramento rispetto all'estate. In attesa che si faccia sentire la spinta del contenuto espansivo della Legge di stabilità" attualmente all'esame della Camera. Nel terzo trimestre il Pil, secondo le stime preliminari di Istat, è cresciuto dello 0,2% congiunturale e dello 0,9% tendenziale, sotto le attese, a conferma della debolezza della ripresa. Il governo punta a chiudere il 2015 con una crescita dello 0,9% dopo il -0,4% dello scorso anno. Le ultime stime del Csc diffuse a metà settembre indicavano una stima di crescita dell'1% per questo'anno e dell'1,5% per il prossimo. Ocse Dopo quelle del governo e della Commissione europea, arrivano stime migliorate anche dall'ocse per l'italia. L'Organizzazione dei Paesi sviluppati nell'economic Outlook ha formulato una stima di PIL a +0,8% nel 2015, risultando in po' più avara di Roma e Bruxelles nelle sue previsioni, mentre si allinea con una stima di crescita all'1,4% nel 2016 e nel Secondo l'ocse anche il mercato del lavoro sta migliorando, grazie anche alle misure contenute nel Job Act, così il tasso di disoccupazione passerà dal 12,3% di quest'anno all'11,7% nel 2016 ed all'11% nel Quanto al deficit, parametro chiave del Patto di stabilità e crescita europeo, l'organizzazione prevede un calo al 2,6% del PIL quest'anno ed al 2,2% nel 2016, grazie agli introiti fiscali derivanti dalla ripresa economica, mentre stima un debito al 134,3% nel 2015, prima di avviare una graduale discesa al 133,5% nel 2016 e al 131,8% nel I fattori critici resteranno i rischi di una frenata economica internazionale causata dalle economie emergenti, che peserà anche sull'inflazione, ed i limiti al credito, causati dagli alti livelli di sofferenze. Ref Fotografa una schiarita sul fronte della crescita l'aggiornamento trimestrale delle stime Ref sull'italia, per cui migliorano le aspettative dal lato del Pil ma non i saldi di finanza pubblica, tenendo naturalmente in considerazione i contenuti della legge di Stabilità. L'istituto di ricerca bolognese corregge al rialzo la stima sulla crescita sia di quest'anno, portandola a 0,8% da 0,6% di tre mesi fa, sia del prossimo a 1,2% da 1,1%. La previsione è di 1,2% anche per il "L'Italia nel 2016 entra nel suo secondo anno di ripresa. I ritmi di crescita non sono eccezionali, ma sufficienti per consentire la tenuta dell'occupazione dopo la 20
21 riduzione degli incentivi alle assunzioni. L'inflazione si mantiene su livelli modesti" si legge nel rapporto odierno. Rispetto al 12,7% dello scorso anno, il quadro delineato da Ref proietta il tasso di disoccupazione a 12,2% quest'anno, 11,9% il prossimo e 11,6% nel Passando ai coefficienti di finanza pubblica, l'attesa per il disavanzo resta di 2,8% quest'anno e passa a 2,6% da 2,4% di luglio l'anno prossimo. Quanto al rapporto debito/pil, l'indicazione è rivista al rialzo rispetto a luglio sia su quest'anno - 134,2% da 133,4% - sia sul prossimo, visto a 134,4% da 132,7%. Dopo aver citato l'effetto positivo della caduta dei tassi d'interesse, della riduzione dello spread e del mutato clima riguardo alle regole di bilancio Ue, l'istituto scrive "impressione è che il Governo punti di fatto a mantenere il deficit sotto la soglia del 3%, ma a posticipare di anno in anno l'ulteriore miglioramento del saldo che sarebbe necessario per raggiungere il pareggio. In ciò la politica italiana trova sostegno nell'applicazione delle deroghe previste dai trattati, A partire dal 2014 si è quindi passati ad una politica di bilancio di segno neutrale dopo la fase di ampia restrizione degli anni precedenti". Prometeia Forte di una domanda interna per consumi più dinamica del previsto, in grado di compensare la vistosa battuta d'arresto delle economie emergenti, il prodotto interno lordo italiano crescerà quest'anno al ritmo di 0,8%. Lo dice l'ultimo rapporto Prometeia, che per il 2016 prevede addirittura che Roma 'agganci' Berlino - su cui non potrà non pesare la ricaduta negativa sugli indici di fiducia dello scandalo Volkswagen - con un'espansione pari a 1,2%. Se la stima di 0,8% per quest'anno è identica a quella del Fondo monetario internazionale contro lo 0,9% della nota di aggiornamento al Def, il rapporto Prometeia pubblicato a luglio indicava 0,7% per il 2015 e 1,3% per il 2016, su cui la stima ancora precedente era di 1,6%. Per il biennio 2017/2018 la scommessa è di un tasso di crescita tra 1% e 1,5%, che riporterebbe la congiuntura a ritmi mai visti dagli anni novanta. L'ufficio studi si dichiara tuttavia meno fiducioso rispetto al governo sulla possibilità che la politica fiscale espansiva riesca a compensare il rallentmento della domanda da parte degli emergenti, "per quanto non vengano drammatizzati gli effetti degli impulsi negativi che possono originarsi nello scenario internazionale". "Il sostegno alla crescita viene dalle condizioni del mercato del lavoro in via di miglioramento e dall'approccio espansivo della finanza pubblica" scrive. "Gli effetti di Expo e del deprezzamento dell'euro si tradurranno in un aumento dei flussi turistici in entrata nel Nel 2016 il Giubileo, che si presenta molto diverso da quello precedente del 2000 e pertanto di più difficile valutazione in termini di impatto economico, dovrebbe consentire un ulteriore incremento della spesa turistica sui livelli già elevati del 2015" continua. Quanto alle prospettive per il mercato del lavoro, le prospettive di Prometeia ipotizzano che l'effetto combinato di crescita e sgravi fiscali potrebbe determinare una crescita degli occupati nell'ordine di quest'anno e circa il prossimo. "L'attuale fase di ripresa è una delle più ricche, per posti di lavoro creati, degli ultimi 25 anni" si legge nel documento."l'immigrazione peserà sui conti pubblici [italiani ed europei] nel breve periodo ma, nel lungo termine, l'integrazione e l'assorbimento dei migranti potrebbe aumentare la crescita potenziale dell'europa" ancora. 21
22 FMI L'istituto ha rivisto al rialzo le previsioni del PIL dell'italia per l'anno in corso, al +0,8% dal +0,7% indicato in precedenza, e per il 2016, al +1,3% dal +1,2%. Lo comunica nel World Economic Outlook - il rapporto semestrale presentato in occasione delle assemblee autunnali con la Banca Mondiale - aggiungendo che "nell'area euro la ripresa è risultata ampiamente in linea con le previsioni, con andamenti più forti del previsto in Italia e specialmente in Spagna e Irlanda, che hanno bilanciato la crescita inferiore alle attese in Germania". Migliorano i conti pubblici, con il deficit di bilancio visto in calo al 2,7% del PIL, dal 3% del 2014, mentre quello per il prossimo anno segnerà una ulteriore riduzione al 2% del PIL. L'FMI si attende un sostanziale pareggio nel 2020, con un disavanzo allo 0,2% del PIL. Il debito pubblico è visto salire al 133,1% quest'anno, per poi ridursi un po' nel 2016 al 132,3%. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, l'organizzazione con sede a Washington prevede un tasso di disoccupazione al 12,2% nel 2015, dal 12,7% del 2014, e un +11,9% nel ABI L'ABI conferma che vede l'italia fuori dalla recessione, anche se permane qualche difficoltà, e mostra un certo ottimismo per il futuro. E' quanto emerso dal Rapporto Afo , elaborato dagli economisti dell'associazione bancaria e dagli uffici studi delle maggiori banche italiane. Secondo il rapporto, la crescita del nostro paese dovrebbe tendere verso i livelli medi europei e dovrebbe evidenziare quest'anno una crescita dello 0,7%, che salirà all'1,6% nel 2016 e nel Motore della ripresa sarà l'export, ma anche la domanda interna, dato che i consumi dovrebbero beneficiare della risalita del reddito reale disponibile (+0,9% in media nel triennio contro una contrazione media pari a -1,5% dal 2008 al 2014), alimentato da una ripresa occupazionale. Visti in ripresa anche gli investimenti, per effetto della politica monetaria accomodante della BCE. L'ABI esclude anche un rischio deflazione, nella convinzione che la ripresa della domanda riuscirà ad allontanare definitivamente i rischi di un calo dei prezzi. L'inflazione in Italia è attesa all'1,3% per poi salire all'1,7% nei due anni seguenti, comunque al di sotto della media europea. Nonostante un contesto congiunturale più propizio, la redditività delle banche resterà bassa, con una stima di utili aggregati di 10 miliardi al Tale valore equivale ad un ROE (ritorno del capitale investito) del 2,6%, a causa del basso margine sugli interessi condizionato dalla politica dei tassi della BCE.. Banca d Italia Il commercio mondiale si rafforza ma il quadro geopolitico resta incerto. L attività economica si consolida negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone, mentre si indebolisce in alcune economie emergenti. Per il 2015 è attesa una lieve accelerazione del commercio mondiale. Il prezzo del petrolio, pur leggermente risalito dai minimi toccati a metà gennaio, rimane basso anche in prospettiva. L incertezza riguardo alla situazione della Grecia e 22
23 ai conflitti in Ucraina, in Libia e in Medio Oriente resta elevata, anche se non si è finora riflessa sulle condizioni dei mercati finanziari internazionali. Si sono avviati gli acquisti di titoli pubblici da parte dell Eurosistema È stato ampliato ai titoli pubblici il programma di acquisto dell Eurosistema. Si prevedono complessivamente acquisti per 60 miliardi di euro al mese almeno sino alla fine di settembre del 2016, e comunque fino a quando non si verifichi un aggiustamento duraturo dell inflazione nell area coerente con l obiettivo di stabilità dei prezzi (un tasso di inflazione inferiore ma prossimo al 2 per cento nel medio periodo). Il programma è volto a scongiurare i rischi di un prolungato periodo di bassa inflazione; andrà portato avanti con decisione e pienamente attuato. con effetti positivi sui mercati Il programma ha già avuto effetti significativi sui mercati finanziari e valutari: sulla scadenza decennale i rendimenti dei titoli di Stato hanno raggiunto un nuovo minimo storico (0,6 per cento, nella media dell area) e l euro si è deprezzato (del 15 per cento nei confronti del dollaro dal novembre 2014). Le aspettative di inflazione, in continua caduta fino all inizio di gennaio, si sono stabilizzate e hanno segnato un primo miglioramento. Sono ancora in corso le trattative sull aggiustamento macroeconomico in Grecia L Eurogruppo si è espresso a favore della richiesta del governo greco di un ulteriore proroga per completare il programma macroeconomico di aggiustamento, al quale sono condizionate misure di sostegno da parte delle istituzioni europee. Tuttavia le trattative sono in corso da oltre un mese e l incertezza sul loro esito resta elevata. Il governo greco si è impegnato a completare il processo di riforma, a rispettare gli impegni nei confronti dei creditori e a garantire la sostenibilità del debito pubblico. Un programma dettagliato delle misure da realizzare dovrebbe essere concordato entro aprile; il raggiungimento di un accordo nei tempi stabiliti è nell interesse comune. In Italia sono emersi segnali più favorevoli, che devono ancora consolidarsi In Italia si sono intensificati i segnali congiunturali favorevoli, anche se deve ancora consolidarsi il riavvio del ciclo economico. Nell ultimo trimestre del 2014, pur a fronte di una stazionarietà del prodotto, i conti nazionali confermano l espansione dei consumi delle famiglie, l accelerazione delle esportazioni e segnalano una lieve ripresa dell accumulazione di capitale, in particolare per macchinari e mezzi di trasporto. Nei primi mesi dell anno in corso l andamento dell attività industriale è ancora incerto, ma si riscontra un netto miglioramento della fiducia di famiglie e imprese. Le prospettive dell occupazione sarebbero in lieve miglioramento Benché nel quarto trimestre il numero degli occupati sia leggermente diminuito, risentendo del calo nelle costruzioni, nel bimestre gennaio-febbraio l occupazione si è stabilizzata; il tasso di disoccupazione si è lievemente ridotto riflettendo tuttavia la minor partecipazione al mercato del lavoro. Nei più recenti sondaggi, famiglie e imprese prefigurano per i prossimi mesi un lieve miglioramento delle prospettive occupazionali, a cui potrebbero aver concorso gli sgravi contributivi introdotti in gennaio e la disciplina prevista dal Jobs Act, in vigore da marzo. La dinamica dei prezzi resta debole Nei primi mesi del 2015 l inflazione al consumo è stata pressoché nulla, per effetto soprattutto di una dinamica negativa dei prezzi dei beni energetici e del debole aumento delle componenti di fondo; dalle inchieste svolte presso le imprese è emerso tuttavia qualche primo segnale positivo, connesso a valutazioni di minore debolezza della domanda. 23
24 In Italia il programma di acquisto di titoli si è riflesso positivamente sui mercati finanziari Nell ambito del piano di acquisto dell Eurosistema i titoli di Stato italiani che saranno comprati dalla Banca d Italia ammonteranno a circa 130 miliardi; includendo le operazioni della BCE, gli acquisti complessivi di titoli pubblici del nostro paese saranno pari a circa 150 miliardi. Le condizioni dei mercati finanziari italiani sono migliorate sensibilmente già dall annuncio, lo scorso 6 novembre, dell inizio dei lavori preparatori per il programma. Si sono ridotti i rendimenti dei titoli di Stato, i premi per il rischio sul debito sovrano e privato e quelli sui credit default swap delle maggiori banche. Il rendimento del BTP decennale è sceso di 1,2 punti percentuali, dal 2,5 all 1,3 per cento, tra l annuncio dei lavori preparatori per il piano e il suo avvio e, in seguito, è ri-masto appena al di sotto dell 1,3 per cento. I corsi azionari hanno registrato marcati rialzi; la loro volatilità è diminuita. e potrà fornire un impulso all attività economica L ampliamento del programma di acquisto di titoli può imprimere un impulso all attività economica quantificabile, in base all impatto sui tassi di interesse e sul cambio, in oltre un punto percentuale di PIL nel biennio Nel complesso, in uno scenario di piena attuazione del piano, la crescita del prodotto in Italia potrebbe essere superiore allo 0,5 per cento quest anno e attorno all 1,5 il prossimo. A tali effetti se ne possono aggiungere altri, di non facile quantificazione, qualora un aumento generalizzato dei prezzi delle attività, dovuto al riequilibrio dei portafogli, fornisca ulteriori incentivi a consumi e investimenti. Al prodotto contribuisce, per circa mezzo punto nel biennio, anche la riduzione del prezzo del petrolio verificatasi dalla metà dell anno scorso. Resta però essenziale un consolidamento della fiducia di famiglie e imprese. Proseguono i segnali di miglioramento delle condizioni del credito Le banche italiane stanno completando il recepimento nei bilanci dei risultati del comprehensive assessment. Secondo i sondaggi le condizioni di offerta del credito alle imprese sono ulteriormente migliorate, ma rimangono differenziate per dimensione aziendale e settore di attività economica. I tassi attivi medi sono scesi, benché restino superiori ai corrispondenti valori per l area dell euro; è verosimile che si riducano ancora nei prossimi mesi per effetto del calo dei rendimenti di mercato. Prosegue tuttavia la flessione dei finanziamenti alle imprese; si è sostanzialmente arrestata quella dei prestiti alle famiglie. Le banche italiane hanno fatto ampio ricorso alla terza operazione mirata di rifinanziamento a più lungo termine, che può favorire l espansione del credito all economia. 24
25 Previsioni dei principali Istituti (MEF, Banca d Italia, CE, FMI, OCSE, BCE) 25
26 Previsioni della Commissione europea autunno
27 Nota di aggiornamento DEF settembre 2015 Fonte: MEF 27
28 Previsioni della Commissione europea maggio
29 DEF aprile 2015 PROSPETTIVE MACROECONOMICHE Fonte: Documento di economia e finanza 29
30 Commissione europea inverno
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