COOPERAZIONE E ORGANIZZAZIONE ECONOMICA DELL AGRICOLTURA NELLA PAC

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1 COOPERAZIONE E ORGANIZZAZIONE ECONOMICA DELL AGRICOLTURA NELLA PAC Firenze, 24 marzo 2017 ALESSANDRO PACCIANI Accademia dei Georgofili

2 Quali problemi Basso potere contrattuale dell agricoltura Differenze tra i comparti Dualismo territoriale Difficoltà di armonizzare il modello cooperativo con altre soluzioni organizzative Far emergere la peculiarità dell impresa cooperativa perché offre molteplici possibilità di integrazione

3 Considera strategico: La PAC Rafforzare e innovare l organizzazione economica dell agricoltura con maggiore determinazione rispetto al passato Utilizzare molteplici strumenti tradizionali e innovativi nei due Pilastri La cooperazione ha un ruolo specifico in questo contesto

4 Innovazione organizzativa Nel Piano Strategico Nazionale per l innovazione e la ricerca nel settore agricolo , rispetto all obiettivo generale di come risolvere difficoltà strutturali dell agricoltura, si pongono due obiettivi specifici: Ricercare soluzioni organizzative, economiche e sociali alle difficoltà strutturali di integrazione orizzontale e verticale nelle filiere e nei territori Sviluppare sistemi distributivi, commerciali e di marketing nella filiera

5 Organizzazione economica dell agricoltura nella PAC Reg. UE 1307/2013 sui pagamenti diretti (I Pilastro) Reg. UE 1308/2013 sull organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli -OCM Unica- (FEAGA) (I Pilastro) Reg. UE 1305/2013 sullo sviluppo rurale (FEARS) (II Pilastro) Reg. UE 1151/2012 sul regime di qualità dei prodotti agricoli e alimentari Questi regolamenti vanno interpretati in modo coordinato per elaborare nuove soluzioni organizzative per molteplici finalità

6 Novità per OP e AOP nell OCM Unica Estensione a tutti i prodotti Riconoscimento da parte degli Stati Membri Rinvio ai PSR (II Pilastro): Incentivi alla loro costituzione Dimensione minima in termini di soci e VPC Estensione delle regole (erga omnes) a determinate condizioni

7 Novità per OI nell OCM Unica Riconosciute da parte degli Stati Membri Costituite dalle rappresentanze delle attività economiche presenti nella filiera a tutela degli interessi dei loro aderenti e dei consumatori Disposizioni complementari per alcuni settori: ortofrutticolo, lattiero-caseario, olio e olive da tavola Estensione delle regole (erga omnes) a determinate condizioni

8 La regolazione dell offerta nell OCM Unica È tema di attualità e di prospettiva La Regolazione dell offerta è utilizzata per alcuni prodotti DOP e IGP: formaggi e prosciutto.. richiesta da una OP o una OI o da un gruppo di operatori Regole di commercializzazione destinate a migliorare e stabilizzare il funzionamento del mercato comune dei vini.. su decisioni adottate da una OI Consorzi di tutela?

9 OI al centro dell interesse della Commissione In previsione di un ulteriore potenziamento delle OI e una loro maggiore diffusione tra gli stati membri Nella prospettiva di una riforma dell impianto normativo delle OI e di future politiche a loro sostegno Oggi, 24 marzo, viene presentato dalla DG AGRI lo studio sulla normativa, consistenza e distribuzione delle OI nei 28 paesi UE L obiettivo è quello di armonizzare la normativa sulle OI a livello europeo 1 9

10 La contrattualizzazione nell OCM Unica Si tratta di una delle novità più interessanti nell OCM Unica perché consente: il successo delle funzioni di controllo dell offerta delle OP e AOP, la regolazione dei rapporti di filiera nelle OI Dipende dalla reale rappresentatività delle OP e AOP nelle intese di filiera, contratti quadro e contratti tipo (DL 102/2005)

11 È tema centrale del Rapporto della Task Force sui mercati agricoli del novembre 2016 e ripreso nella proposta di Regolamento Omnibus in corso di discussione che punta a: Rafforzare l economia contrattuale elevare la qualità degli strumenti organizzativi favorire modelli di economia contrattuale nel governo della filiera

12 Novità nello sviluppo rurale Aiuti alla costituzione di OP (art.27), sulla base di un piano aziendale, forfettario e quinquennale decrescente, calcolato in base al VPC, monitorato nella sua attuazione. Cooperazione (art.35), comprende rapporti di cooperazione in senso lato: OP, OI, Cooperative, Poli e Reti, Gruppi Operativi del PEI, cluster (distretti), GAL e CLLD Partenariato Europeo per l innovazione PEI,(artt ), in materia di produttività e sostenibilità dell agricoltura

13 Una classificazione del dedalo di modelli Modelli di integrazione orizzontale Cooperative di primo grado e di servizio Organizzazioni di produttori Reti d impresa Consorzi di tutela Modelli di integrazione verticale Cooperative di grado successivo, gruppi cooperativi Intese di filiera, contratti quadro, contratti tipo Interprofessione Contratti di filiera Progetti Integrati di Filiera (PIF) Modelli di integrazione territoriale Contratti di Distretto (riconosciuti dalle Regioni) Progetti integrati territoriali (PIT), LEADER. CLLD

14 Conclusioni In generale: Ciascun modello risponde ad esigenze particolari Necessità di una loro utilizzazione coordinata e non competitiva Centralità della cooperazione Per la maggiore diffusione sul territorio Per la molteplicità di funzioni che svolge, a monte, a valle e di servizio alle imprese Per la peculiarità della cooperativa come impresa e per come sta evolvendo Perché la cooperazione può svolgere anche le funzioni di OP e quindi maggior peso nella contrattualizzazione OP, AOP, OI, contrattualizzazione sono modelli più efficaci se supportati dalla presenza di una cooperazione efficiente

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