Ascoltare e raccontare fiabe: medicina narrativa e intenzionalità pedagogica per l'educazione del bambino malato in ospedale.

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1 Ascoltare e raccontare fiabe: medicina narrativa e intenzionalità pedagogica per l'educazione del bambino malato in ospedale. L'educazione difficile: vissuto di malattia e bisogni vitali dell'adolescente in ospedale. Natascia Bobbo Ph Dr Ricercatore Università degli studi di Padova SSD M-PED/01 Pedagogia generale e sociale Pedagogical Principles of Patient Education Health and Therapeutic Education Death Education Narrative Based Medicine

2 Quando un bambino si ammala

3 Lo sviluppo del bambino A partire dalla nascita fino all adolescenza, verso gli 11, 12 anni, il bambino affronta numerosi compiti evolutivi in diverse dimensioni del suo essere: sensomotoria, cognitiva, affettiva, emotiva e di socializzazione. Il compito del genitore, dell educatore e dell insegnante in queste prime età della vita è di fornire al bambino ogni occasione possibile per stimolare lo sviluppo delle sue abilità e competenze nelle diverse dimensioni del suo essere. In pratica per aiutare il piccolo, poco per volta, a prendere consapevolezza di sé stesso, di sé stesso in relazione agli altri e contestualizzato nella sua realtà.

4 E il bambino che si ammala? Tutto comincia dal corpo dolore, disagio, sofferenza fisica sono il primo elemento che viene percepito dal bambino e che di fatto toglie al piccolo il desiderio di muoversi e di esplorare l ambiente. il corpo vissuto del piccolo malato diviene per lui così segno e concretezza del suo limite, ostacolo alla libera espressione delle sue potenzialità così come del suo desiderio di interagire con il mondo e le persone che lo circondano, primo segno del suo sforzo di esistere.

5 Il bambino la malattia e l ospedale: angoscia ed ignoto Il ricovero ospedaliero costringe il bambino a confrontarsi con un ambiente nuovo, diverso, persone sconosciute, cambiamenti nei suoi ritmi di vita. Tutto ciò, unito al suo stato di debilitazione o dolore, può generare stati di angoscia, perché il bambino non sa o non capisce razionalmente quanto sta succedendo e quanto dovrà succedere. Spesso il bambino si difende da questa angoscia attraverso meccanismi psicologici involutivi: negazione, regressione, Si tratta di metodiche difensive che il bambino mette in atto spesso in modo del tutto inconsapevole. Strategie psicologiche involutive, che cioè frenano e disturbano il suo processo di crescita armoniosa in senso umano e relazionale.

6 I genitori del bambino i genitori, angosciati, assumono nei confronti del bambino atteggiamenti incoerenti, che il bambino può leggere o percepire come diminuzione di affetto nei suoi confronti. Tutte reazioni che nascono fondamentalmente da tre tipi di vissuti: la frustrazione il senso di colpa l angoscia Le conseguenze più comuni sono iperprotezione ansiosa, permissività gratificante, minacce unite all'inganno, richieste di fingere e rifiuto emotivo. Da questi sentimenti emergono spesso modalità relazionali nei confronti del bambino malato del tutto inadeguate a dare al piccolo una efficace conferma dell'idea di sé che egli va maturando e soprattutto a confermargli la disponibilità coerente dei genitori.

7 Un esito imprevedibile L angoscia da separazione Numerose e traumatiche esperienze di separazione unite ad un diverso atteggiamento dei genitori possono indurre nel bambino il timore di aver perduto la disponibilità affettiva incondizionata dei suoi genitori, cioè degli unici due adulti di cui si fidava. La sua base sicura interna sarà così compromessa e il bambino tenderà ad assicurarsi la vicinanza e quindi l aiuto e la protezione di un genitore in ogni momento della sua giornata attraverso un attaccamento definito ansioso, che si esprime in stati di ansia acuta in concomitanza di ogni tentativo del genitore di allontanarsi. Solo così il bambino, infatti, crede di poter prevenire ogni abbandono reale o potenziale.

8 Conseguenze sullo sviluppo identitario del bambino La malattia e l ospedalizzazione dunque frenano, alterano se non interrompono il normale sviluppo equilibrato del bambino in molte delle dimensioni fondamentali. Tutto ciò, dal punto di vista educativo, ha come conseguenza principale una alterazione del processo di acquisizione di un adeguato sentimento di autostima. due direzioni opposte e ugualmente deleterie: senso di inferiorità nei confronti degli altri bambini sani, collegato ad un senso di disistima se iperprotetto dai suoi genitori, spaventati, egocentrismo cognitivo tipicamente infantile cui si lega un esagerato senso di autostima.

9 Disistima Dovuta a: il bambino, provato dalla malattia e costretto suo malgrado al ricovero spesso non può frequentare la scuola e il gruppo di compagi o coetanei molto spesso, inoltre, il bambino malato è costretto a rinunciare a tutta una serie di imprese dalle quali potrebbe ricavare un giudizio obiettivo sulle sue capacità; la disponibilità coerente delle persone cui è affettivamente legato non è garantita, Per questo, il giudizio di conferma delle sue capacità e del suo valore derivante dagli adulti o da una autovalutazione, può talvolta non giungere nel momento o nelle forme che necessiterebbe il piccolo.

10 Egocentrismo Dovuto a: il bambino può essere considerato talmente fragile da parte dei suoi genitori da indurli a non imporgli nessun tipo di frustrazione, nessuna punizione, nessun tipo di limite, fornendogli quindi le premesse per maturare un senso del sé onnipotente ed esasperato; il bambino iperprotetto è inoltre privato della possibilità del confronto con gli altri bambini, e quindi anche dei loro giudizi di conferma o disconferma

11 Conseguenze Disistima Egocentrismo non avendo chiaro il proprio valore, non avendo potuto maturare un buon giudizio sul sé, non riescono neppure a trovare il coraggio per mettersi alla prova, per lanciarsi in un qualsiasi progetto, preferendo accogliere passivamente le narrazioni di sé che gli altri gli assegnano, restare chiusi in sé stessi e cercare protezione attraverso un atteggiamento compiacente da coloro dai quali, comunque si aspettano comprensione, vale a dire i genitori. L esito più probabile è l angoscia diffusa, la depressione, il ritiro in sé stesso Il bambino troppo fiducioso nelle sue abilità e possibilità, in una prosecuzione deleteria del senso di onnipotenza infantile, è in realtà estremamente fragile, perché esposto a continue frustrazioni, dal momento che si porrà troppo spesso obiettivi lontani dalle sue reali possibilità e risorse dato che le sue narrazioni implicite verranno costruite senza fondamenta. Le frustrazioni continue al suo desiderio di onnipotenza, potranno provocare l espressione di una rabbia impotente, con reazioni aggressive e colleriche, così come depressione e ritiro in sé stesso

12 Invece se La capacità di esercitare la propria autonomia nella dimensione della responsabilità è di fatto acquisibile solo mediante il riconoscimento degli adulti di riferimento, genitori, insegnanti, operatori. A patto però che essi siano capaci di una conferma e di una disconferma autentica: adulti che sappiano essere per il piccolo una presenza affettuosa e coerente, punto di riferimento in grado di offrire al bambino conferma dell'idea che va maturando di sé e che esprime nonostante e oltre la malattia e che nella sofferenza diventa unica e irripetibile.

13 Adolescenza, vissuto di malattia ed educazione

14 Caratteri dell adolescenza Ricerca d identità e trasformazioni fisiche Nuove relazioni interne alla famiglia Nuovi rapporti con i coetanei Pensiero ipotetico e progettazione esistenziale

15 Come incide nella qualità di vita dell adolescente la malattia cronica? Aspetti rilevanti controlli clinici e monitoraggi; riacutizzazioni e complicanze; complicanze infettive; immagine corporea deturpata; dipendenza dalle figure genitoriali; vincoli alimentari e nello stile di vita.

16 controlli clinici e monitoraggi In modo diverso ma trasversalmente a qualsiasi patologia cronica si rende necessario per il ragazzo sottoporsi ad una serie di controlli clinici periodici. Interruzione della sua continuità esistenziale.

17 riacutizzazioni e complicanze Possono verificarsi alcuni riacutizzazioni o complicanze a causa di: decorso negativo del quadro patologico mancata compliance Interruzione della continuità esistenziale Senso di fallimento, precarietà

18 complicanze infettive La patologia cronica spesso rende gli organismi più esposti a contrarre infezioni di ogni tipo. Questo implica una complicazione del quadro cronico (nuovi farmaci ) Interruzione continuità esistenziale Precarietà Necessità di vivere una vita protetta

19 immagine corporea deturpata Effetti collaterali dei farmaci Effetti patologici sui ritmi di crescita Cicatrici, cateteri, Debolezza, astenia, Rendono meno semplice il confronto con il sé, l accettazione nel gruppo dei coetanei

20 dipendenza dalle figure genitoriali Genitori iperprotettivi, invadenti, Genitori spaventati, fuggenti, deleganti, Ragazzini dipendenti, spaventati, bisognosi di contenimento. Ragazzini stanchi di essere controllati, bisognosi di libertà, di autonomia. Conflitto inevitabile.

21 vincoli alimentari e nello stile di vita. Diete controllate. Attività fisica prescritta o impedita. Impossibilità di accedere a determinate esperienze di tipo sociale e culturale.

22 Quali compiti evolutivi mette a rischio, rende più difficili da affrontare? Mancate esperienze Difficoltà relazionali Interruzione della continuità esistenziale Dolore e malessere Gestire il proprio corpo in trasformazione accettandone le modifiche Trovare un nuovo equilibrio con i genitori Allacciare nuove amicizie autentiche Avvicinarsi all esperienza sessuale comprendendone il valore e la dignità Pensarsi oltre sé stesso: comprendersi e proiettarsi in un futuro reale.

23 Quali possibili esiti può avere nell identità in fieri del ragazzo o della ragazza? L atmosfera emotiva di questi ragazzi rischia così di connotarsi nel segno della Disistima per un forte senso di inferiorità ed inadeguatezza nel confronto con i pari Depressione per le continue frustrazioni cui sono esposti Rabbia e ostilità verso un destino immeritato

24 Identità e conseguenze Ritiro in sé stesso Rinuncia al proprio progetto esistenziale per sfinimento dovuto alle troppe frustrazioni Aggressività Progetti velleitari, privi di confronto con le reali risorse a disposizione del soggetto portano a frustrazioni devastanti.

25 La difficile educazione Adolescenti arrabbiati con il proprio destino, frustrati dalle mille limitazioni, colpiti dalla vergogna per un sé deficitario, possono reagire con aggressività, o indifferenza nichilista ad ogni approccio educativo. Ogni educatore, insegnante, genitore dovrebbe invece lottare per permettere all adolescente di conseguire uno stato di benessere inteso come: Possibilità di : stare bene con sé stesso (autostima), con gli altri (accettazione del sé, solidarietà, rispetto) in termini propositivi rispetto al suo futuro e alla realtà stessa (responsabilità e partecipazione sociale).

26 La difficile educazione Tutto ciò è possibile: Attivando una rete sociale di sostegno Supportando i genitori nel loro difficile ruolo di ricerca di equilibro tra il desiderio di proteggere e la necessità di rendere autonomo e responsabile il proprio figlio Avendo chiaro l obiettivo di aiutare il ragazzo a prendere consapevolezza di sé stesso, dei suoi limiti e delle sue risorse, e a fare una scelta di responsabilità progressiva nella gestione della sua autodeterminazione. Il dialogo educativo, la presenza silente ma significativa, l ascolto, la parola prescrittiva ed assertiva, sono la strada più umana e autentica che sia possibile scegliere.

27 Storytelling: Educazione e Narrative Based Medicine

28 Una dimensione umana fondamentale nello sviluppo: l acquisizione del linguaggio simbolico Il linguaggio simbolico è legato alla capacità dell uomo di utilizzare per comunicare e per riflettere, pensare, alcuni segni che rimandano a significati altri da quelli che concretamente o comunemente possiedono: a realtà concrete ed oggettive vengono assegnati significati altri, che spesso rimandano a dimensioni interiori, emozionali (coperta di Linus). L acquisizione di tale linguaggio può aiutare il bambino, così come l adolescente a fronteggiare le frustrazioni più insidiose e dolorose, consentendogli di trasformare il reale vissuto come minaccioso e inibente, in un luogo ospitale e comprensibile, attraverso la mediazione significativa del racconto, della narrazione e quindi dell esperienza culturale.

29 Linguaggio simbolico Ma affinché il bambino impari a servirsi di questo linguaggio deve essergli stato concesso dall ambiente che lo circonda e dai suoi genitori di passare dalla magia del tutto è possibile alla difficoltà della realtà in modo assolutamente graduale. Nell esperienza di malattia, di fatto, tutto ciò può non essere possibile interruzione brusca del percorso di apprendimento del linguaggio simbolico Conseguenze: Perdita della possibilità di essere creativo, adattamento, frustrazione dopo frustrazione, al buio del reale (falso sé).

30 Linguaggio simbolico e Storytelling Dunque, per favorire lo sviluppo del linguaggio simbolico, aiutare il bambino o l adolescente ad utilizzare un linguaggio altro da quello del gesto privo di argomentazione, aiutarli a non subire passivamente il reale, ma a interpretarlo creativamente, permettere loro di esprimersi anche laddove un discorso diretto sarebbe difficile o imbarazzante, è possibile stimolare la loro immaginazione, creatività, e contemporaneamente il loro bisogno espressivo attraverso laboratori di storytelling.

31 Storytelling nella NBM La produzione, spontanea o indotta, di racconti da parte di persone affette da una malattia. L utilizzo di storie, racconti, fiabe con persone affette da una malattia finalizzate ad alcuni obiettivi educativi ben definiti.

32 Educazione e narrazione La persona ha da sempre imparato ad usare i simboli per rispondere a questo suo bisogno di libertà e di significazione del sé e del sé con l altro L utilizzo delle narrazioni può dunque divenire un valido alleato nell aiutare il bambino, così come l adolescente a riflettere su sé stesso e su quanto gli accade, offrendogli la possibilità di comprendersi e di scegliersi attraverso processi di attribuzione di significato utili, anche, a definire il senso che l esperienza che sta vivendo ha per lui.

33 I bisogni educativi del bambino e dell adolescente malati in ospedale Il bisogno di speranza, di poter guardare al futuro con serenità e progettualità, Il bisogno di conoscenza della realtà che lo circonda: Il bisogno di appartenenza: il desiderio, istintivo, del bambino fin da piccolo di stare con altri bambini, di giocare e di scambiare impressioni e desideri con l altro, si trasforma negli anni fino a diventare il bisogno di identificazione con il gruppo dei pari dell adolescente Il bisogno del simbolo: il bambino desidera acquisire strumenti e modalità di interazione con gli altri e con il reale, che possano andare oltre il gesto e l azione. Il bisogno di creatività: il bambino, il ragazzo devono poter andare oltre il dato oggettivo, oltre la propria condizione di sofferenza e di dolore, oltre un presente che si carica di angoscia, divenendo capaci di definire i problemi, di dilazionare il giudizio, di vedere nuove relazioni, di scoprire una via di accesso alla felicità.

34 L approccio narrativo nel bambino e nell adolescente Alcune perplessità nell applicazione in area pediatrica: I bambini più piccoli infatti non possiedono quelle capacità di pensiero, ragionamento razionale e ipotetico, o di padronanza semantica che sono alla base di un utilizzo efficace delle narrazioni. Gli adolescenti sono comunque restii di fronte alla narrazione, che possono vivere come una sorta di replica di un compito scolastico. È plausibile che quella che a noi appare come disinteresse (la distraibilità) o confusione (l incoerenza) nel bambino, risultino invece essere conseguenze di un suo primo, spontaneo, tentativo di accedere ad una modalità di pensiero e quindi di narrazione che gli è più confacente: quella connotata dalla magia e dalla fantasia. Nell adolescente occorre trovare il linguaggio narrativo e simbolico più adatto.

35 Le fiabe come esperienze mediate positive Per i bambini appare utile la scelta, tra le varie possibilità offerte dalla letteratura per l infanzia, della fiaba. E questo sostanzialmente perché la fiaba con il suo linguaggio e i suoi simboli appare la più adatta a parlare all universo intellettivo ed emotivo del bambino. Perché egli è soprattutto un essere emotivo. Le sue categorie di pensiero cioè non sono regolate come quelle dell adulto dal pensiero razionale, ma da una causalità immaginifica e da un egocentrismo che ha bisogno del magico per interpretare la realtà e dominarla.

36 La Fiaba La fiaba è prima di tutto componimento fantastico: essa appare come il risultato di un processo di creazione di un Mondo Secondario, dominato dalla fantasia e dalla magia, dentro il quale si situino una rete di fenomeni e accadimenti altrettanto coerenti tra di loro.

37 Funzioni per i bambini Oggettiva l inconscio permettendo al bambino di vedere messe in scena le sue emozioni più nascoste ed indicibili. Interpreta il reale permettendo al bambino di scoprire soluzioni possibili ai suoi problemi. Allena la fantasia ed inizia al narrare Facendo scoprire al bambino un modo diverso di agire e reagire alle difficoltà della vita.

38 Elementi caratterizzanti il racconto fiabesco Dilatazione del tempo e dello spazio Il mancato rispetto del principio di identità In una parola il magico-fantastico

39 Funzione del magico nella fiaba Perché tutto ciò? Perché ci sono momenti nella vita in cui l individuo avrebbe bisogno di poter dominare il reale e di sfuggire alle regole che lo contraddistinguono, che ne definiscono i vincoli e i limiti mediati da un pensiero di tipo razionale. E la magia: è il potere di agire sulla realtà interpretandola mediante una causalità immaginaria.

40 Il messaggio Che una lotta contro le gravi difficoltà della vita è inevitabile, è parte intrinseca dell esistenza umana, che soltanto chi non si ritrae intimorito ma affronta risolutamente avversità inaspettate e spesso immeritate può superare tutti gli ostacoli e alla fine uscire vittorioso. Che altro non è che la via migliore, umanamente più significativa, di passare dall infanzia all età adulta. Dal regno del tutto è possibile a quello del reale.

41 La fiaba nell esperienza di malattia del bambino Offre al bambino la possibilità di 1. Identificarsi con il protagonista e vedere specchiate in lui le paure e le angosce provate sentendosi autorizzato ad esprimerle 2. Sospendere l identificazione in ogni momento data la natura fantastica e magica della storia e dei suoi personaggi (sa che non sono reali, ma può fingere che lo siano) 3. Prendere dal testo ciò che gli appare utile e tralasciare il resto, proiettare su semplici simboli il suo universo di fantasie e di speranze.

42 Potenzialità della fiaba La fiaba ascoltata: diviene un occasione di rilassamento, ma anche di immedesimazione nel destino di un eroe che attraverso la sua vicenda mette in scena una via possibile di dare senso e di risolvere la propria personale sciagura immeritata. La fiaba creata: il bambino trova il modo di comunicare agli altri, mascherandole nell intreccio, per tramite del simbolismo, le sue emozioni indicibili, e il senso che egli vuole dare alla sua vicenda ed insieme a sé stesso.

43 L educazione del bambino malato Funzioni scelte Nell educazione del bambino malato, possiamo individuare alcune funzioni che appaiono particolarmente efficaci per gli obiettivi posti. Eroe positivo Sciagura immeritata L allontanamento da casa Esperto che dona la soluzione Mezzo magico Soccorritori ed amici Lotta Riconoscimento finale

44 Alcuni elementi in gioco: L eroe alla fine della storia diventa re: dominio sul reale L eroe è e resta per tutto il tempo del racconto fedele a sé stesso: coerenza nella propria esistenza ed impegno. L eroe parte da casa: per vincere la propria battaglia occorre allontanarsi dai luoghi protetti, occorre mettersi in gioco La vittoria avviene sempre mediante una lotta: niente è gratuito Coloro che soccorrono sono pronti ad aiutare, ma in cambio di alcune richieste: le relazioni umane sono sempre reciproche L eroe è sempre industrioso: con poche risorse affronta problemi immensi. Castel San Pietro Terme - 8mag14 Dott.ssa N. Bobbo

45 Il finale Ogni fiaba non è tale se non ha un lieto fine. E proprio il finale così concepito, come soluzione di tutti i nodi, riconoscimento dell eroe, vittoria dello stesso sulla sciagura, che definisce la possibilità per questo genere letterario di offrire al bambino la possibilità di sperare in un futuro migliore. Castel San Pietro Terme - 8mag14 Dott.ssa N. Bobbo

46 Nel caso degli adolescenti Il linguaggio simbolico appare ancora utilizzabile e particolarmente adatto, perché in grado di permettere una comunicazione mediata, cioè mascherata attraverso i semantemi, laddove una comunicazione diretta e razionale potrebbe causare imbarazzo o resistenze. Occorre però allontanarsi dalla fiaba in quanto tale, ritenuta comunque un elemento infantile e quindi come tale rigettabile dall adolescente. La proposta è quindi quella di utilizzare protagonisti ed intrecci del mondo fantasy, o della fantascienza, che così tanto piace ai ragazzi e che in realtà contiene le stesse funzioni del fiabesco.

47 Come utilizzare le fiabe? I risultati dell esperienza pilota del nostro progetto rivolto al bambino DATI Sono stati coinvolti in tutto 29 bambini Sono stati realizzati laboratori settimanali di lettura e costruzione di fiabe per un periodo di due mesi. Sono state raccolte 20 fiabe Castel San Pietro Terme - 8mag14 Dott.ssa N. Bobbo

48 Una delle fiabe Matteo è un bambino solitario di 10 anni che vive in una casa con i suoi genitori e una sorellina di 4 anni. Ogni mattina Matteo si sveglia, fa colazione, si veste, va a fare una passeggiata nel parco e poi va a scuola. Una mattina mentre sta passeggiando nel parco incontra un mostro con i capelli elettrizzati e le mani piene di sangue che va in giro per il parco a spaventare i bambini, gli va vicino e li guarda rabbioso. Il mostro quando vede Matteo gli va vicino e tira fuori il coltello e Matteo dalla paura inizia a scappare. Il mostro lo insegue, lo prende e gli fa una ferita nel cuore e gli dice: "Sei spacciato, l'unico modo per guarire e non morire è uccidermi è poi mettere sulla tua ferita il liquido che esce dal mio cuore una volta morto, ma non saprai mai come fare per uccidermi!". Matteo non si scoraggia e va in cerca del mago che abita a Berlino e prende l'aereo, famoso per curare i bambini che stanno male. Matteo trova il mago in una torre mentre sta facendo degli esperimenti per aumentare il suo potere. Il mago dà a Matteo una pozione che lo aiuterà a sconfiggere il mostro e gli spiega che dovrà combattere contro il mostro con tutte le sue forze, e solo quando starà per perdere dovrà bere la pozione magica. Matteo torna al suo paese, va dal mostro e gli dice: "Hai il coraggio di combattere con me?". Il mostro si getta su Matteo, l'incontro è duro e Matteo si sente senza energie perché il suo cuore è ferito, allora si ricorda le parole del mago e bere la pozione. A poco a poco sente di nuovo energia, le sue mani si trasformano in due spade e Matteo le conficca nel cuore del mostro. Da lì esce un liquido viola e gelatinoso, Matteo se lo mette addosso e guarisce. Torna a casa dalla sua famiglia che gli fa una festa perché Matteo è riuscito a sconfiggere il mostro che spaventa tutti bambini. 10 anni

49 Un altra fiaba C era una volta, in un paese lontano dalla terra, un alieno nome Ken. Ken era un burlone di alta statura, con una stazza magra. Lui aveva l asma. Un giorno Ken era andato al parco a giocare con gli amici e, all improvviso, trovò un malvivente davanti a lui. In quel momento successe che il malvivente rubò, con un ruba soldi, un oggetto importante per Ken. L oggetto importante per Ken era un darespiro, cioè l oggetto che dà aria ai marchingegni per farli funzionare. Ken senza il darespiro non può starci e quindi è molto triste ed è in fin di vita. Quindi lui non può muoversi, così chiede al suo amico di nome Guttemberg, che era esperto di computer, se poteva vedere con il GPS dove era andato il malvivente. Guttemberg gli suggerì di andare da un profeta. Però Ken non poteva muoversi perché era senza ossigeno, così andò il suo amico Guttemberg. Così Guttemberg partì per un altro mondo, la Terraide. Arrivato, andò subito dal profeta che abitava in una casa di lusso. Entrato in casa, Guttemberg fece una lunga conversazione con il profeta, fatta la conversazione, arrivarono al dunque. Il profeta gli disse che il malvivente era andato nel paese delle bruttezze. Poi il profeta diede a Guttemberg un teletrasporter che usò subito e lo portò nel mondo del bruttezze. Però Guttemberg non poteva fare tutto quindi chiamò Ken e gli disse che doveva dargli una mano. Così Ken, anche se non poteva muoversi, lui da coraggioso andò nel mondo delle bruttezze con un teletrasporter. Ken e Guttemberg si ritrovarono e andarono a combattere contro il malvivente. Arrivati sul posto, iniziarono a fare la lotta con delle spade trovate per terra. Solo alla fine Ken e Guttemberg capirono che il malvivente non era un malvivente perché era povero e aveva l asma anche lui. Così, alla fine, Ken gli diede un pò di soldi per prendersi il darespiro. Così tutti tornarono a casa felici e contenti.

50 Risultati

51 Una proposta per gli adolescenti.in corso d opera Il progetto prevede l utilizzo delle carte dell INVENTASTORIE La consegna al ragazzo di tutte le 37 carte e la richiesta di sceglierne una decina (da un minimo di 5 ad un massimo di 10) e in base agli stimoli che esse possono suscitare inventare un racconto fantasy originale. Vedremo che cosa succederà.

52 L INVENTAFAVOLE DI C. PALLOTTINI M. DE LUCA IL BARBAGIANNI EDITORE

53 L INVENTAFAVOLE DI C. PALLOTTINI M. DE LUCA IL BARBAGIANNI EDITORE

54 Per finire Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Volete aiutarci a continuare e migliorare il nostro progetto? Se ne avete voglia, contattateci: natascia.bobbo@unipd.it

55 Bibliografia di riferimento N. Bobbo, Bambini in ospedale. Riflessioni pedagogiche e prospettive educative, PensaMultimedia, Lecce 2004 N. Bobbo, Ad ali legate. Adolescenza e malattia cronica: tra compliance e desiderio d essere. Cleup, Padova 2009 N. Bobbo, C. Moretti (a cura di), Feeria, un mondo incantato dove perdersi per ritrovarsi. Cleup, Padova 2012

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