Trieste, 15 aprile 2013
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- Floriana Casagrande
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1 Trieste, 15 aprile 2013 A Direttore Generale Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste Dott. Francesco Cobello p.c. Direttore SC Pronto Soccorso e Terapia d Urgenza Dott. Walter Zalukar OO. SS. Della Dirigenza Medica LL. SS. I medici della SC di Pronto Soccorso e Terapia d Urgenza di Trieste esprimono delusione e sconcerto per le accuse mosse dal Direttore Sanitario dr. Canciani nei confronti di più colleghi di inappropriatezza di ricoveri e di inopportuno utilizzo di posti letto della Medicina d Urgenza, accuse immotivate e gratuite come facilmente accertabile se si fosse esaminata la documentazione clinica relativa ai ricoveri in oggetto e se si fosse altresì esaminata la situazione operativa in cui si trovavano ad operare i suddetti medici. Ma ciò che maggiormente sconcerta e preoccupa è che tali dichiarazioni seguono ad oltre un mese di particolari attenzioni sull operato dei medici del Pronto Soccorso, accusati di non fare di più per evitare il sovraffollamento dell ospedale, che è notoriamente un problema cronico e assai grave e assai complesso, certamente non inatteso, ma per cui nulla di veramente efficace è stato fatto finora, se non generici inviti, o meglio pressioni sui medici a fare di più, ovvero a ricoverare di meno, a prescindere.. A prescindere da quanti e quanto gravi malati arrivano, a prescindere dalle risorse dedicate ad accogliere questi malati, a prescindere dalle possibilità o meno di trovare condizioni di dimissioni sicure.
2 I medici del Pronto Soccorso hanno fatto e stanno facendo ogni possibile sforzo per garantire le migliori condizioni di assistenza ai malati che arrivano, ma non dispongono delle risorse necessarie per poter fronteggiare adeguatamente carichi di lavoro elevatissimi ed in costante progressiva crescita. Poiché il Direttore Sanitario si ostina a chiedere sempre di più, ovvero l impossibile, è quindi bene precisare in che condizioni sono costretti a lavorare i medici e gli infermieri del Pronto Soccorso di Trieste. Gli standard della società scientifica di medicina di emergenza-urgenza indicano che per accessi all anno ci dovrebbero essere 33 medici, invece i medici impiegati nel Pronto Soccorso sono 24, quindi 9 in meno del necessario, ma oltre gli standard anche il buon senso aiuta a capire che una visita medica sufficientemente accurata richiede il suo tempo e richiede anche un posto dove farla, che spesso non c è. Gli stessi standard indicano che per tale numero di malati ci dovrebbero essere 12 ambulatori, ma presso il Pronto Soccorso ne sono disponibili appena la metà; le sale di emergenza dovrebbero essere almeno 2, ma non c è neppure una, si trattano le emergenze nelle stanze di degenza dell Osservazione intensiva. E mancano del tutto sale d attesa per i pazienti autosufficienti e per i parenti, che sostano nei corridoi, anche per molte ore; per dare notizie ai familiari l unico spazio disponibile è l atrio o, quando l atrio è saturo di barelle, quindi quasi sempre, il corridoio. Le stanze di degenza dell Osservazione, che dovrebbero contenere al massimo 2 letti ne hanno 3; il Triage, che potrebbe ospitare al massimo 8malati in barella, ne ospita usualmente da metà mattina a sera inoltrata almeno 15, ma non è raro arrivare a 20: i pazienti attendono il loro turno per ore e ore, non di rado anche 8-10, letteralmente a contatto di gomito l un l altro, con buona pace non solo della privacy e della dignità, ma soprattutto delle più elementari norme igieniche, in quanto i malati sono così costretti a respirare l espirio dei vicini di barella, anzi dei contigui di barella, visto che lo spazio tra una barella e l altra è in queste condizioni raramente superiore ai centimetri. Durante la notte di un paio di settimane fa un paziente è stato imbrattato dal vomito fecaloide del paziente contiguo di barella, vomito che tra l altro ha imbrattato anche il muro e il pavimento del Triage, che sono rimasti sporchi fino al mattino successivo, giacché non viene più garantita neppure la pulizia notturna in caso di imbrattamento con liquidi organici, che vengono coperti con un lenzuolo in attesa del mattino successivo.
3 Quindi si lavora con 1/3 in meno del personale medico necessario ed in spazi ampi meno della metà di quelli che sarebbero appena sufficienti ad ospitare con dignità e sicurezza tutti i malati che quotidianamente arrivano. A questo i medici erano abbastanza abituati e si cercava di far fronte almeno in parte a tali carenze curando al massimo la parte organizzativa, razionalizzando cioè tempi e percorsi. Ma ormai anche il personale addetto al trasporto di barelle e letti è diventato una rarità: è abituale attendere minuti e più per poter trasportare un paziente nel reparto dove è stato ricoverato o ad eseguire consulenze specialistiche e accertamenti radiologici; e così i pochi spazi disponibili sono bloccati per tutto questo tempo, le attese in triage si allungano a dismisura, le stesse sezioni radiologiche restano inutilizzabili in attesa dei pazienti; ed in tal modo si crea il circolo vizioso dei disservizi. Se, come ormai sempre più frequentemente avviene, mancano posti letto non solo nei reparti di medicina, ma anche nei reparti di terapia intensiva e semintensiva, tutta l attività di emergenza rimane concentrata in Pronto Soccorso e tutti i pazienti gravi e urgenti restano degenti in Osservazione intensiva in attesa di ricovero, ovviamente in gran parte in barella e sistemati in ogni spazio utile di atrio e corridoi, assistiti per quanto possibile da un numero di sanitari già gravemente insufficiente nelle condizioni ordinarie. E la saturazione degli spazi implica un ulteriore allungamento dei tempi di attesa in Triage; fino a poche settimane fa era stato un vanto per tutto il personale del Pronto Soccorso essere riusciti nonostante tutto ad assicurare sempre ed in qualsiasi condizione tempi di attesa in triage per i pazienti con codice giallo di pochi minuti e comunque mai per più di 10 minuti; ormai non è più così, e non è più eccezionale che i codici gialli siano costretti ad attese in Triage di diverse decine di minuti; l altra settimana si è arrivati fino ad 1 ora e mezzo di attesa per i codici gialli, situazione mai verificatasi in precedenza. E a proposito di emergenza, si aggiunge a tutto ciò la totale inadeguatezza del sistema di monitoraggio cardiaco, che è inaffidabile per vetustà e usura: spesso l allarme suona quando non deve e non suona quando deve, in pratica è forse più pericoloso averlo che non averlo, ma sembra non ci siano soldi per cambiarlo. E manca un sufficiente numero di ventilatori: non è infrequente che chi non respira autonomamente e avrebbe bisogno di questo presidio deve aspettare che si trovi un paziente un po meno grave a cui togliere l apparecchio.
4 Tutto ciò dovrebbe essere molto ben noto, e da molto tempo, alla Direzione Sanitaria che, quando si segnala la mancanza di posti letto o addirittura di barelle, ovviamente anche queste insufficienti, o di personale per il trasporto, di solito risponde di arrangiarsi, in quanto sarebbe un problema del Pronto Soccorso, non certo della Direzione Sanitaria. Dal pomeriggio del sabato al mattino di lunedì la situazione dei posti letto assume aspetti kafkiani: il servizio di rilevamento telefonico dei posti letto cessa di funzionare, l apposito sistema informativo che dovrebbe dare la situazione posti letto in tempo reale fornisce numeri attendibili solo per meno del 10% dei reparti; in pratica nessuno sa quanti e quali posti letto siano effettivamente disponibili il sabato e la domenica, a meno che qualche sanitario di buona volontà non faccia il giro di tutti i reparti delle torri per contare i letti liberi. Accusare ora con facilità di fare ricoveri inappropriati chi è costretto a lavorare in queste condizioni suona come offesa e dileggio dei professionisti, medici e infermieri, che in questi ultimi 10 anni hanno contribuito a trasformare il Pronto Soccorso, da luogo di mero smistamento di malati e di semplici prestazioni ambulatoriali, in una struttura in grado di assicurare la gestione delle emergenze e dei pazienti in regime di terapia subintensiva, nonché di garantire un importante attività di filtro ai ricoveri evitabili. Non sono parole, ma fatti: nel 2003 i ricoveri erano , in 6 anni sono stati ridotti del 20%, arrivando a toccare nel 2008 la cifra di ; dal 2012 sono tornati a salire ed i principali motivi risiedono nelle criticità sopra esposte. Negli ultimi anni non sono stati avviati nuovi progetti di adeguamento, né supportati quelli impostati negli anni precedenti; gli unici progetti portati a termine sono stati improbabili ed inutili piani di lavoro, ancor più improbabili convenzioni per la psichiatria, peraltro abortite nell arco di un trimestre, non senza aver comportato pesanti conseguenze sull attività del Pronto Soccorso. L impegno dei medici del Pronto Soccorso è fuori discussione: è dimostrato dall assiduità e completezza della formazione professionale, soprattutto è dimostrato dal sacrificio del tempo libero, 1 notte ogni settimana, notti pesanti in cui i due medici di servizio trattato quando va bene almeno 50 pazienti, 1 giorno festivo libero al mese, qualche volta 2, forse un week end lungo (sabato e domenica) ogni due-tre mesi, complessivamente in media su 60 festività annuali ciascun medico di Pronto Soccorso ne passa lavorando 35-40; ed altrettanto vale per i turni, è usuale che le 6 ore di turno previste diventino 7 od 8, infatti chi finisce alle ore 20 rimane fino alle 21 ed anche molto oltre per mitigare per quanto possibile i disagi dei pazienti.
5 Eppure nonostante tale vita di sacrificio questa struttura di Pronto Soccorso è divenuta di attrazione per i giovani medici, mentre fino a 10 anni fa chi poteva se ne andava appena possibile; ma ora perdurando tale situazione di enorme criticità ed aggiungendosi al disagio anche l offesa, probabilmente ci si guarderà intorno alla ricerca di posti migliori, dove se non può evitarsi il disagio si eviti almeno il dileggio. Comunque, in conclusione, assicuriamo che fino a che resteremo manterremo l usuale impegno per offrire a tutti i malati le migliori condizioni di cura, per quanto possibile nel siffatto contesto, ma non ci presteremo più a sobbarcarci altrui incombenze. Distinti saluti I Dirigenti Medici SC Pronto Soccorso e Terapia d Urgenza
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