Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile Provincia di Varese. Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili. Linee guida per l acquisto della carta

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1 Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile Provincia di Varese Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili Linee guida per l acquisto della carta

2 Coordinamento: Susanna Capogna - Dirigente del Settore Ecologia ed Energia Redazione: Paolo Landini - Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile Marco Clivio - Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile Gaia Maria Gusso - Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile Ringraziamenti: Si ringraziano per la preziosa collaborazione fornita tutti i soggetti che hanno partecipato agli incontri del progetto Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili della Provincia di Varese. Prima pubblicazione: novembre 2007 L utilizzo o la riproduzione di tutto o parti del presente documento è consentita, a condizione che venga sempre citata la fonte (Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile della Provincia di Varese, 2007). La Provincia di Varese è esonerata da qualsiasi responsabilità verificatasi a seguito o in relazione all uso improprio delle informazioni contenute nel presente documento. 2

3 Sommario Capitolo I - Finalità e lettura metodologica...5 Capitolo II - Gli acquisti verdi come strumento di governance e di innovazione tecnologica...6 Capitolo III - Contesto normativo degli acquisti verdi...8 Capitolo IV - Bandi per acquisti verdi dell ente pubblico: verso l integrazione di criteri ambientali...9 Strumenti conoscitivi per l individuazione dei criteri ambientali...9 Capitolo V - Buone pratiche Capitolo VI - Al di là di un bando: i comportamenti Azioni concrete per comportamenti virtuosi: l esempio della carta Selezione di produttori secondo filiere corte I vantaggi relativi alla domanda aggregata Capitolo VII - Il caso specifico della carta Caratteristiche generali del settore Alcuni dati Il processo di produzione e gli aspetti ambientali Impatti ambientali nella produzione Capitolo VIII - Un bando verde per l acquisto di carta I criteri di preferibilità ambientale per la carta Ecolabel Europeo Blauer Engel (Germania) Nordic Swan (Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda) Green Seal (Stati Uniti) NF Environnement (Francia) Milieukeur (Paesi Bassi) Forest Stewardship Council (FSC) PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) Guida al bando Oggetto dell appalto Specifiche tecniche per la carta Grammatura Patinatura

4 Grado di bianco Tendenza allo spolvero ph Criteri di aggiudicazione di un appalto Ammissibilità al bando dei candidati Condizioni di esecuzione dell appalto Monitoraggio e indicatori di performance del bando Riferimenti e fonti Siti utili

5 Capitolo I - Finalità e lettura metodologica Le presenti linee guida, scritte in collaborazione con la società Macroscopio nell ambito del progetto della Provincia di Varese Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili, hanno lo scopo di supportare i soggetti pubblici e privati che hanno intenzione di intraprendere un percorso di acquisti verdi e consumi responsabili e sono il prodotto della prima fase progettuale di sperimentazione e creazione di una rete per acquisti verdi sul territorio provinciale. I Comuni, le Comunità Montane, gli Enti Parco, le scuole, i consorzi, gli ospedali e le aziende sono i principali destinatari del progetto che la Provincia, attraverso l Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile, ha avviato per permettere una diffusione sul territorio degli acquisti a basso impatto ambientale. I contenuti informativi ed l impostazione metodologica lo rendono un utile e concreto strumento di supporto per le figure professionali e politiche che, all interno del settore pubblico, sono chiamate a collaborare per la riuscita del progetto, perciò si forniscono le conoscenze e le indicazioni necessarie alla realizzazione autonoma di un bando verde. Le linee guida, nate da un tavolo di confronto composto da soggetti pubblici e privati, potenziale domanda ed offerta di acquisti verdi e consumi responsabili, analizzano nello specifico i prodotti cartacei. 5

6 Capitolo II - Gli acquisti verdi come strumento di governance e di innovazione tecnologica Il green procurement (acquisto verde) è uno strumento di governance in rapida diffusione nel panorama internazionale e nazionale che, aggregando ed orientando la domanda verso prodotti e servizi realizzati nel rispetto di criteri ecologici e sociali, ottiene una riduzione dell impatto ambientale complessivo della filiera produzione-consumo. Considerando il ciclo di vita dei beni di consumo, è possibile individuare un impatto ambientale complessivo ottenuto sommando quelli dovuti alla tipologia delle materie prime utilizzate, ai processi produttivi (energia utilizzata, scarti, emissioni in aria, acqua e suolo durante la produzione, ecc.), al trasporto (mezzi, distanza, ecc.), all uso e manutenzione, ai processi di smaltimento a fine vita (gestione dei rifiuti, capacità di riciclo e riutilizzo, ecc.). Acquistare prodotti e servizi verdi e socialmente responsabili significa scegliere quelli che hanno una prestazione complessiva (ambientale, sociale ed economica) migliore lungo tutto il loro ciclo di vita. Maggiore è la capacità di aggregare la domanda ed indirizzarla verso prodotti a basso impatto ambientale, più facilmente si riesce ad influenzare il mercato, orientandolo verso la sostenibilità ambientale. Infatti, le aziende produttrici saranno tanto più incentivate a riconvertire i propri sistemi di produzione quanto più la domanda cresce ed esiste la garanzia di ottenere ricavi. La finalità dei progetti di acquisto verde è di organizzare una domanda aggregata ed una risposta organizzata da parte di acquirenti e fornitori, creando così una rete di soggetti che, valutando la riduzione di impatto ambientale come uno dei criteri di qualità del prodotto o del servizio, stimolino un mercato compatibile con l ambiente ed il contesto sociale e promuovano la ricerca e l innovazione dei processi produttivi ecoefficienti ed integrati. Si parla di Green Public Procurement (GPP), che tradotto dall inglese significa acquisti verdi dell ente pubblico, quando gli acquirenti sono gli enti pubblici (Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, ecc.). È un meccanismo che sta rapidamente diffondendosi in quanto la domanda aggregata è una caratteristica della maggior parte degli Enti Locali (EE.LL.) e non comporta quindi la rivisitazione o la rivoluzione del sistema degli acquisti. Si tratta di inserire nelle normali modalità di approvvigionamento di un Ente attraverso bandi di gara, i criteri di preferibilità ambientale insieme ai fattori tradizionali di selezione e scelta. Considerando che gli acquisti pubblici in Italia rappresentano il 18% del PIL, appare evidente come gli EE.LL. siano consumatori quantitativamente importanti, pertanto la Pubblica Amministrazione (P.A.), responsabile della tutela degli interessi pubblici, dispone di un grande potere di orientamento. 6

7 Occorre innanzitutto ridurre la spesa dovuta alle esternalità ambientali, vale a dire quella dovuta ad interventi per recuperare la naturalità degli ambienti o per contrastare il degrado del territorio e i relativi effetti sulla salute dei cittadini. Questo è possibile ricorrendo al dialogo competitivo del libero mercato come leva per stimolare la consapevolezza che i costi ambientali ricadono su tutti e che quindi è necessaria la loro internalizzazione, in altre parole quantificare tali costi ed inserirli nella formulazione della spesa complessiva per l acquisto di un servizio o di un prodotto. Altro aspetto da non dimenticare è che gli EE.LL. devono essere modello comportamentale per i cittadini, diffondendo una cultura del rispetto e della conservazione dell ambiente. Un progetto per l introduzione di acquisti a basso impatto ambientale e sociale è per un Ente una grande opportunità per rivedere i propri consumi in termini di risparmio economico a lungo termine, ridurre l impatto ambientale complessivo, ma anche per migliorare l immagine, la visibilità e dunque il consenso politico. Fino ad oggi la ridotta sensibilità ambientale da parte del mondo dell impresa, ma anche della P.A., la difficoltà di valutare da un punto di vista tecnico il ciclo di vita dei prodotti e di definire correttamente i prodotti e servizi verdi hanno limitato tale mercato, elevandone il costo. 7

8 Capitolo III - Contesto normativo degli acquisti verdi Sia la normativa italiana che quella europea non fanno un richiamo esplicito e cogente all introduzione di richieste ambientali negli acquisti della P.A., e ciò non facilita il lavoro. La crescente attenzione sul tema, ha portato la Commissione Europea DG Ambiente a concentrarsi sulla politica integrata dei prodotti, pubblicando dapprima le Linee guida per gli stati membri, finalizzate all elaborazione dei Piani Nazionali per il GPP, le quali forniscono le indicazioni per la P.A. su come rendere ambientalmente sostenibili le procedure di definizione e assegnazione degli appalti, attraverso l inserimento di criteri ambientali nel processo di acquisto (definizione dei requisiti di contratto, selezione dei fornitori, assegnazione dei contratti ed esecuzione dei lavori). Successivamente la Commissione ha pubblicato la COM 2003/302, Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo - Politica integrata dei prodotti - Sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale, finalizzata ad ottenere il miglioramento delle performance ambientali dei beni e dei servizi. Infine, le Direttive 17-18/2004/CE regolano le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, con la definizione dei modi di applicazione del GPP all interno dei capitolati. In Italia il Decreto Ministeriale 203/2003 stabilisce che la copertura del fabbisogno annuale di manufatti e beni degli uffici pubblici e delle società a prevalente capitale pubblico, sia con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno stesso, obbligando ad approvvigionarsi con manufatti e beni provenienti dagli iscritti al Repertorio del Riciclaggio. Recentemente il D.Lgs. 163/2006, Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, ha recepito le prescrizioni normative in materia di GPP contenute nelle Direttive 17-18/2004/CE, introducendo un importante passaggio per sostenere gli acquisti verdi, ovvero la possibilità di subordinare il principio di economicità a criteri ispirati ad aspetti sociali ed ambientali. Sempre nel 2006 il Ministero dell Ambiente ha istituito un tavolo di lavoro per la definizione del Piano d Azione Nazionale (PAN) per il GPP, a cui partecipano l Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), Unione delle Province d Ialia (UPI), il sistema agenziale per l ambiente, Consip, Confindustria ed EE.LL. impegnati da tempo su questi temi. Il PAN GPP mira a definire una strategia per la diffusione del GPP e una sua regolamentazione normativa, nonché obiettivi quantitativi da raggiungere e monitorare. Infine, nella Legge 296/2006 (Finanziaria 2007) lo stesso Ministero ha previsto l attuazione ed il monitoraggio del PAN GPP, ne ha predisposto le principali categorie merceologiche e ha individuato il Comitato Ministeriale preposto alle azioni descritte. 8

9 Capitolo IV - Bandi per acquisti verdi dell ente pubblico: verso l integrazione di criteri ambientali Secondo i dettami della Direttiva 18/2004/CE, le sezioni che mettono in luce aspetti di tutela ambientale da privilegiare nei bandi verdi sono: - specifiche tecniche; - condizioni di esecuzione dell appalto; - obblighi relativi alla tutela ambientale; - capacità tecniche e professionali dei realizzatori; - norme di gestione ambientale; - criteri di aggiudicazione dell appalto. I criteri ambientali si specificano e si integrano in ciascuna delle voci di un bando verde e, da indicazione normativa, ogniqualvolta sia possibile le specifiche tecniche devono essere definite in modo da tenere conto della tutela ambientale. Strumenti conoscitivi per l individuazione dei criteri ambientali Per molti prodotti sono stati individuati con un approccio Life Cycle Assessment (LCA), vale a dire analisi del ciclo di vita, gli elementi critici in un ottica ambientale da indicare nei bandi, spesso codificati in norme tecniche che possono rappresentare un utile riferimento. Inoltre, ci si può aiutare con una serie di strumenti conoscitivi che garantiscano informazioni sul ciclo di vita di beni e servizi: etichette ambientali, autodichiarazioni ambientali e dichiarazioni ambientali di prodotto, marchi ed etichettature obbligatori e certificazioni di sistemi di gestione ambientale. Il PAN GPP individua un set di criteri ambientali minimi per ciascuna tipologia di acquisto che ricada nell ambito delle categorie merceologiche ritenute più importanti. Per ciascun criterio occorre individuare e definire target di sviluppo e performance che permetteranno un calcolo degli impatti ambientali risparmiati attraverso l uso di opportuni indicatori. 9

10 Capitolo V - Buone pratiche Molte organizzazioni internazionali, tra le quali la Organization for Economic Cooperation and Development (OECD) e la International Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI), hanno attivato specifiche attività per la divulgazione e l applicazione di procedure di acquisto di beni e servizi ambientalmente preferibili nei paesi membri. Le esperienze di diverse città europee all avanguardia negli acquisti verdi, come Goteborg (Svezia), Pori (Finlandia), Kolding (Danimarca), Dunkerque (Francia), hanno fornito ottimi esempi da seguire ed emulare, permettendo di sedimentare pratiche e conoscenze trasferibili ad altri contesti e mettendo in luce che acquistando prodotti verdi è anche possibile ridurre i costi di gestione e talvolta anche le spese dirette per l acquisto. La stessa Commissione Europea Ufficio Green Procurement ha pubblicato nel 2004 il manuale Buying green. In Italia da qualche anno si assiste alla sperimentazione di bandi verdi nelle pubbliche amministrazioni, con la costituzione di gruppi di lavoro, network ed iniziative di comunicazione e formazione congiunte. La diffusione delle pratiche di GPP ha avuto un grande incremento grazie a manuali on line, siti internet ricchi di riferimenti e di informazioni pratiche su bandi di gara e criteri ambientali, banche dati di fornitori e prodotti. Si vedano ad esempio le attività del gruppo di lavoro del Coordinamento Regionale Lombardo delle Agende 21 Locali e la Rete GPPnet di EE.LL. e soggetti privati che si occupano di GPP. La Provincia di Cremona, il Comune di Ferrara e la Provincia di Torino sono esempi di amministrazioni virtuose che hanno per prime sperimentato acquisti sostenibili. Il risultato di tale sperimentazione è sempre diverso perché si sviluppa in contesti a volte molto differenti tra loro, con competenze e capacità di accogliere nuove procedure e modificare gli approcci consueti di gestione dell Ente. Ecco il motivo per cui in Italia le reti di soggetti pubblici e privati finalizzate alla diffusione di beni e servizi a basso impatto ambientale e sociale hanno così fortuna: permettono di orientare le forze, a seconda del caso specifico, nella realizzazione di progetti ad hoc. 10

11 Capitolo VI - Al di là di un bando: i comportamenti Azioni concrete per comportamenti virtuosi: l esempio della carta L uso della carta non implica un impatto ambientale, ma ridurne l utilizzo può aiutare a limitarne la produzione, la quale comporta un carico sull ambiente maggiore dello smaltimento. Diminuire l uso della carta ed acquistarne tipologie ambientalmente preferibili sono dunque i suggerimenti migliori per contenere l impatto ambientale di un Ente, considerando anche che il suo utilizzo è spesso superiore rispetto alle reali esigenze. Per la buona riuscita dell iniziativa occorre il coinvolgimento di tutti i collaboratori, avviando una campagna di sensibilizzazione mirata ad un uso più consapevole delle risorse, con semplici suggerimenti realizzabili da tutti: - stampare solo se necessario, preferendo la trasmissione telematica di atti, comunicazioni, ecc., nonché la lettura a video in particolare per documenti composti da un elevato numero di pagine; - stampare solo le versioni definitive delle bozze di lavoro e facilitarsi con le funzioni di correzione automatica; - stampare utilizzando le modalità in fronte/retro e di riduzione dei formati; - scrivere su entrambi i lati dei fogli di carta; - incentivare la raccolta differenziata; - sensibilizzare all uso dei supporti USB storage per il trasporto dei dati. Comunicare i risultati del monitoraggio dei consumi interni di carta aiuta ad incrementare la partecipazione dei dipendenti, pertanto occorre diffondere periodicamente i risultati cosicché tutti possono sentirsi protagonisti di un progetto comune. A tal scopo è utile anche l uso di cartelli e locandine che riportano gli stessi suggerimenti, nei punti di raccolta della carta ed accanto a stampanti e fotocopiatrici. Selezione di produttori secondo filiere corte Esistono differenti azioni con cui un Ente può diminuire il proprio impatto sull ambiente: - ridurre e razionalizzare i consumi; - iniziare ad acquistare prodotti e servizi con caratteristiche di preferibilità ambientale; - considerare la localizzazione di tutte le fasi di lavorazione che costituiscono la filiera produttiva, infatti spesso più soggetti concorrono alla realizzazione di un bene e nel passaggio tra ciascuna di queste fasi è impiegato massicciamente il trasporto tra aree geografiche molto distanti tra loro. Ad eccezione dei casi di distretti territoriali che si sono organizzati e specializzati sulla produzione settoriale, per la maggior parte dei prodotti il processo produttivo è frammentato in fasi successive di prodotti finiti, ciascuna con un proprio mercato e una propria quotazione, talvolta dislocate in luoghi molto distanti tra loro. In fase di analisi di mercato, ai fini della riduzione dell impatto ambientale sarebbe meglio selezionare prodotti che minimizzano, 11

12 durante il ciclo di produzione e distribuzione, i costi economici ed ambientali dovuti al trasporto, scegliendo prodotti del territorio o produttori che nella filiera prediligono rapporti commerciali con altri produttori vicini. I vantaggi sono appunto di abbattimento dei costi finanziari e di quelli ambientali. I vantaggi relativi alla domanda aggregata Un caso specifico di vantaggio economico gestionale e ambientale, come già enunciato nella presentazione delle Linee guida, è rappresentato dalla domanda aggregata vale a dire più Enti che, in un area territoriale e amministrativa ben definita, si consorziano per acquistare insieme alcuni beni e servizi. In merito al tema della domanda aggregata occorre segnalare che la CONSIP, società per azioni del Ministero dell Economia e delle Finanze (MEF), con il compito di gestire e sviluppare i sistemi informativi del Ministero, fornendo consulenza tecnologica, organizzativa e processuale (attività IT), gestisce il Programma di razionalizzazione della spesa pubblica per beni e servizi della Pubblica Amministrazione, attraverso un servizio di mediazione per la realizzazione di convenzioni con settori privati, finalizzato ad abbattere i costi di acquisto. 12

13 Capitolo VII - Il caso specifico della carta Caratteristiche generali del settore Il termine carta indica comunemente un prodotto a base di cellulosa, in altre parole fibre vegetali e materie prime non fibrose (caolino, carbonato di calcio, amidi, lattice, caseina ed altri collanti). Sono più di i tipi di carta che si producono nel mondo e quasi ogni cartiera ha il suo particolare tipo di carta, che può essere compreso in una delle seguenti tipologie: - carta da stampa per uso grafico, giornali, guide telefoniche, offset, rotocalco, rotooffset, carte speciali, carte geografiche, carta moneta e per assegni; - carta da ufficio per scrittura, buste, quaderni, disegno, fotocopie, fax, diazotipia, carbone e autocopiante; - carta da imballaggio tipo kraft, crespata per sacchetti e alimenti, pergamena vegetale, uso pergamena, pergamino, catramata, siliconata, accoppiata, con plastica; - cartoni e cartoncini a un getto, a più strati, ondulati, da onda, pressati, cartonlegno; - carta per uso igienico e sanitario, fazzoletti, tovaglioli, tovaglie, asciugamani; - carta per uso industriale, cavi elettrici, condensatori, laminato plastico, sigarette, fotografia, da filtro, adesiva, decorativa, da parati. Alcuni dati Le stime dell associazione dell industria cartaria, rappresentante le imprese produttrici di carta, cartoni e paste per carta in Italia (Assocarta), indicano che l Italia è quinta in Europa per volume di produzione, con circa 10 milioni di tonnellate realizzate nel 2005, dopo Germania, Finlandia, Svezia e Francia. La produzione italiana di carte e cartoni si articola in quattro aree: - carta per usi grafici (pari al 33% della produzione totale in peso); - carta e cartoni per imballaggio (pari al 47% della produzione totale in peso); - carta per uso igienico e sanitario (14% della produzione totale in peso); - carta speciali per uso industriale (6% della produzione totale in peso). In Europa, in alcune produzioni, l industria cartaria italiana è al primo posto per le carte per usi igienici, al terzo per le carte patinate senza legno (qualità destinata ad usi grafici) e per le carte e cartoni per ondulato. In Italia, i circa 191 stabilimenti cartari con i relativi addetti, operano prevalentemente in due aree del Paese: nel nord Italia è concentrata la produzione di carte per uso grafico e cartoncino, mentre nel territorio di Lucca sono realizzati circa i 2/3 della produzione nazionale di carte per uso igienico e sanitario, nonché poco più di metà della produzione di carte per ondulatori. Stabilimenti cartari sono altresì presenti in alcune regioni del centro-sud tra le quali Marche, Lazio e Campania. 13

14 Il macero è la materia prima fibrosa più largamente impiegata dall industria cartaria nazionale: accanto a tipologie produttive per cui il macero è tradizionalmente l unica materia prima (carte destinate alla produzione degli imballaggi in cartone ondulato) o la prevalente (altre carte e cartoni da imballaggio, alcune carte per usi industriali e carta da giornale), oggi esistono altre produzioni anche in campo grafico e sanitario nei cui processi questa materia prima è entrata con successo. La rilevanza del macero per il settore sta anche nel fatto che è l unica materia prima fibrosa ampiamente disponibile sul mercato interno, infatti in assenza di risorse forestali significative circa il 90% delle fibre vergini impiegate è importato (principalmente da nord-america e nord Europa), mentre il fabbisogno di macero è prevalentemente soddisfatto dalle disponibilità nazionali. Questo anche grazie agli sviluppi della raccolta differenziata conseguenti all intensa attività svolta in questo campo dal Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica (Comieco). Grazie a tale accordo, l Italia è il terzo utilizzatore europeo di carta da macero. A livello provinciale le cartiere sono più di 130, suddivise in base ai codici-attività (codice DE) in otto categorie produttive: - fabbricazione della pasta-carta; - fabbricazione della carta e del cartone destinati ad un ulteriore lavorazione; - fabbricazione di carta e cartoni; - fabbricazione di carta e cartoni ondulati e imballaggi di carta e cartone; - fabbricazione di prodotti di carta e cartone per uso domestico e igienico; - fabbricazione di prodotti cartotecnici; - fabbricazione di carta da parati e di rivestimenti murali analoghi; - fabbricazione di altri articoli di carta e cartone. 14

15 21.11: fabbricazione della pasta-carta Fabbricazione della pasta-carta, della carta e del cartone, dei prodotti di carta (codice DE) nella provincia di Varese 21.12: fabbricazione della carta e del cartone destinati ad un'ulteriore lavorazione 21.2: fabbricazione di carta e cartoni : fabbricazione di carta e cartoni ondulati; imballaggi di carta e cartone : fabbricazione di prodotti di carta e cartone per uso domestico e igienicosanitario : fabbricazione di prodotti cartotecnici 21.24:fabbricazione di carta da parati e di rivestimenti murali analoghi 21.25: fabbricazione di altri articoli di carta e cartone La produzione di carta a livello provinciale non supera il 1,5% del totale nazionale (Assocarta ). Difficilmente un produttore completa al suo interno tutta la filiera, infatti le cartiere si distinguono in realizzatrici di pasta di carta e produttrici delle diverse tipologie di prodotti cartacei. La difficoltà spesso è rintracciare in uno stesso distretto territoriale produttori affiliati nella stessa filiera per la realizzazione del prodotto finito. In nessun caso le aziende cartarie della provincia di Varese producono la carta per uso ufficio venduta in risme, usualmente la tipologia più comprata dagli Enti. Per le P.A. l acquisto dei fogli di carta è una delle voci più rilevanti del budget e, di conseguenza, uno dei fattori più impattanti dal punto di vista ambientale. Tuttavia da qualche anno sono stati definiti criteri di preferibilità ambientale per la carta copie, quindi sia le P.A. che si stanno avvicinando per la prima volta agli acquisti verdi sia quelle che li stanno già applicando, possono con facilità approvvigionarsi di carta prodotta con un basso impatto ambientale. L analisi delle cartiere della provincia di Varese ha evidenziato la distanza esistente tra produttori finali di carta per uso ufficio ed utilizzatori: la produzione varesina di carta è finalizzata alla realizzazione di pasta carta, che è successivamente inviata ad altre aziende che procederanno alla fabbricazione delle varie tipologie di prodotti di carta esistenti. 15

16 L assenza in provincia di Varese di industrie che forniscono il prodotto finito di carta per uso ufficio rende più problematica l analisi della sostenibilità del processo produttivo, dalla provenienza delle materie prime alla realizzazione del prodotto finito. Per tale motivo lo studio si è concentrato sulle prime fasi del processo, fino alla realizzazione della pasta carta, procedimento che è uguale per tutte le aziende e che è rappresenta il più impattante sull ambiente. Inoltre, la distanza fisica tra domanda ed offerta di carta per uso ufficio nel territorio provinciale si ripercuote sugli impatti ambientali causati dal trasporto del bene in oggetto, che sia per l approvvigionamento che per la distribuzione deve necessariamente superare i confini provinciali. Il processo di produzione e gli aspetti ambientali Le fibre possono essere di diverso tipo: provenienti da legno, da maceri di recupero o da piante erbacee come il cotone, il lino, la canapa, che coprono una minima percentuale della produzione complessiva. La scarsa disponibilità di prodotti vergini, provenienti da risorse forestali ha portato l Italia ad essere tra i primi paesi a sviluppare la capacità di impiego del macero, il quale ormai da diversi anni rappresenta la prima fonte di fibre per i produttori cartari italiani, che hanno sviluppato le migliori tecnologie per l ottimizzazione di fibre di riciclo. Questo grazie anche al miglioramento dei sistemi di raccolta e selezione. Ovviamente la quantità e la tipologia di prodotto da macero che può essere utilizzato nella produzione è differente per le diverse tipologie di carta, ad esempio quando si rende necessario l utilizzo di caratteristiche prestazionali elevate che richiedono l impiego di fibre vergini, si ricorre a cellulose prodotte senza l impiego di cloro gassoso elementare. La maggior parte della pasta di carta è d importazione e solo il 13% del fabbisogno totale è coperto dalla produzione nazionale. L industria cartaria italiana sostiene l adozione da parte dei propri fornitori di standard riconosciuti per la gestione sostenibile delle foreste: il 40% del legno proviene da foreste certificate e il 30% da cellulosa con certificazione forestale. Tuttavia le aree certificate al mondo sono solo il 6% della superficie forestale globale, principalmente nel nord America e nord Europa, aree dove sono tra l altro in rapida espansione. Il ricorso al riciclo della cellulosa limita la dipendenza dalle importazioni, riduce lo smaltimento e rende il processo più sostenibile, riducendo costi sociali ed impatti ambientali connessi. La fibra secondaria per la produzione della carta riciclata proviene da due canali principali: - macero pre-consumer (sfridi di lavorazione a valle della filiera cartaria e di giornalami bianchi e stampati); - macero post-consumer (resa idonea al riuso attraverso nuovo trattamento). In genere le fibre possono essere riciclate dalle cinque alle sette volte. Il grande vantaggio è che i prodotti cartari dopo il loro impiego sono riciclabili e biodegradabili. 16

17 Impatti ambientali nella produzione L Italia è il quarto paese europeo per utilizzo di macero con un impiego complessivo di tonnellate annue, equivalenti ad un tasso di riciclo del 56% che ha permesso di ridurre enormemente la dipendenza dall importazione. Ovviamente in ciò grande importanza riveste la raccolta di materiale da riciclare sia dalle produzioni industriali sia dai consumatori. La produzione di carta tuttavia comporta impatti ambientali rilevanti, tanto da collocare le cartiere tra le maggiori fonti di inquinamento industriale, comprendendole tra gli impianti soggetti alla direttiva IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) su prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento. Al fine di ottenere un prodotto bianco, le paste di carta, anche quelle a base di fibre vergini, devono essere sottoposte a procedure di imbianchimento, le cui problematiche sono dovute all uso di cloro e alla conseguente emissione di composti organici alogenati nelle acque di scarico. In seguito a restrizioni normative, sono attualmente in uso due tipi di processi di imbianchimento: - ECF (Elemental Chlorine Free) in cui gli sbiancanti a base di cloro elementare sono stati sostituiti da biossido di cloro; - TCF (Totally Chlorine Free) in cui sono sostituiti da altri prodotti non clorati, come ad esempio l ossigeno, l ozono o il perossido di idrogeno. È difficile definire quale dei due processi sia migliore sotto il profilo ambientale. Le moderne cartiere, che applicano le migliori tecniche disponibili per l ECF, raggiungono emissioni di composti alogenati molto bassi. In Europa e negli Stati Uniti le tecniche di sbianacamento con processi ECF sono state considerate tra le migliori tecniche disponibili e per tale ragione i prodotti ECF sono molto diffusi e rappresentano lo standard soprattutto nelle cartiere grafiche. Inoltre, la valutazione degli impatti ambientali deve essere applicata all intero ciclo di vita del prodotto in linea con l approccio LCA. Nel caso della carta, diversamente da altri prodotti, la maggior parte dell impatto ambientale deriva dalla fase di produzione e solo in misura minore dallo smaltimento. Poiché, come detto, non esiste un unica tipologia di carta e quindi non esiste un processo di produzione standardizzato, gli effetti sull ambiente sono differenti a seconda della tipologia di prodotto analizzato. Per quanto riguarda gli impatti, si considerano di seguito solo quelli derivanti da elementi comuni a tutti i tipi di produzione. Le principali problematiche ambientali legate alla produzione cartaria sono: - consumo di materie prime. Legato principalmente all utilizzo di fibre vegetali derivanti da legno, gli ingenti quantitativi, richiesti dall industria cartaria per soddisfare la domanda, contribuiscono ad aggravare la pressione ambientale esercitata sulle risorse forestali del pianeta; - consumo di risorse idriche. Sebbene grazie allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche i consumi sono stati drasticamente ridotti e le acque sono riutilizzate più volte all interno 17

18 dell impianto produttivo prima di essere scaricate, tuttavia i quantitativi d acqua consumati nella produzione della carta restano elevati: per 1 tonnellata di carta prodotta sono necessari dai 30 ai 50 m 3, anche se per certi prodotti sono sufficienti dai 4 ai 5 m 3 /tonnellata; - consumo di risorse energetiche. Il processo di lavorazione della carta richiede grandi quantitativi di energia, sia sotto forma di calore che sotto forma di energia elettrica. La maggiore fonte di consumo di calore è rappresentata dall asciugatura del foglio di carta, attraverso l evaporazione dell acqua presente, inoltre nel processo produttivo sono numerose le operazioni che devono avvenire ad un determinata temperatura e richiedono quindi il riscaldamento dell acqua, del legno e della pasta, dell aria e dei prodotti chimici. L energia elettrica è principalmente consumata dai motori presenti nei ventilatori, nelle pompe, nei compressori, nelle presse e nelle numerose altre apparecchiature necessarie nel ciclo di produzione. I valori di consumo energetico degli impianti di produzione energeticamente efficienti variano tra 4 e 20 GJ (Giga Joule) alla tonnellata per il calore e tra 1200 e 2600 kwh alla tonnellata per l energia elettrica. Come si vede il range di valori è molto ampio e dipende fortemente dal tipo di paste considerato; - emissioni in acqua. Le acque utilizzate nel ciclo produttivo della carta si caricano di particelle cellulosiche sospese, microfibre, sostanze che assorbono ossigeno dall acqua e altre sostanze organiche che hanno effetti negativi sull ecosistema acquatico. Le acque tecnologiche devono quindi essere trattate prima di essere di nuovo immesse nei corpi idrici grazie a diverse tipologie di sistemi di depurazione. Oltre a ciò, il processo di sbiancamento con cloro delle paste può essere causa dell emissione di composti organici pericolosi per la salute umana e l ambiente. Nelle acque sono immessi quantitativi di fosforo ed azoto sia derivanti dal legno stesso sia dall impiego di nutrienti utilizzati per la depurazione biologica delle acque. Possono essere infine presenti piccoli quantitativi di metalli pesanti; - emissioni in aria. Le emissioni in aria del settore cartario derivano essenzialmente dalla produzione di energia termoelettrica necessaria al processo. I principali inquinanti immessi in atmosfera sono ossidi di zolfo (SO x ), ossidi di azoto (NO x ), monossido di carbonio (CO) e particolato, ma anche le emissioni di anidride carbonica (CO 2 ) hanno importanti conseguenze ambientali. Mentre nei decenni passati gli impianti di lavorazione della carta sono stati causa di gravi emissioni di composti dello zolfo e della conseguente acidificazione delle piogge, oggi invece sono stati fatti notevoli progressi, grazie alla sostituzione dei combustibili inquinanti con altri che lo sono meno e lo sviluppo di tecnologie più efficienti. Si è poi esteso l uso del metano ed il ricorso ad impianti di cogenerazione, nonché il riutilizzo a fini energetici dei residui di lavorazione, quali i fanghi di cartiera, evitando l uso dei tradizionali combustibili fossili ed il problema dello smaltimento di questi rifiuti. Secondo il combustibile utilizzato per produrre energia, possono essere emessi in atmosfera metalli pesanti in basse concentrazioni. Sebbene di minore importanza e in genere sotto limiti 18

19 accettabili, occorre ricordare infine le emissioni di composti organici volatili, che derivano dall uso di componenti volatili nel processo di produzione della carta; - uso ed emissioni di sostanze pericolose per la salute o dannose per l ambiente. L industria cartaria usa un grandissimo numero di differenti additivi e prodotti chimici. Questi possono servire a conferire determinate caratteristiche al prodotto finale e sono generalmente trattenuti dalla carta stessa oppure servono da ausilio per alcuni processi di lavorazione e rimangono invece nelle acque di scarico. Tra i prodotti chimici più utilizzati ricordiamo tensioattivi, biocidi, coloranti, candeggianti ottici, inibitori di schiuma, ecc. che possono risultare pericolosi per la salute e l ambiente in ragione della loro tossicità, della scarsa biodegradabilità e della bioaccumulazione; - rumore. Il problema delle emissione acustiche si pone sia per l ambiente di lavoro interno che per l ambiente esterno. In un impianto sono numerose le fonti di emissioni sonore, in particolare quelle di maggiore intensità: centrali termoelettriche, raffinatori, dispositivi di convogliamento e filtrazione dell aria. L inquinamento acustico risulta particolarmente acuto quando l impianto industriale si trova in prossimità delle abitazioni, ad esempio in seguito all espansione del centro abitato; - rifiuti. L ingente produzione di rifiuti di carta pone seri problemi ambientali per il loro corretto trattamento e smaltimento. In provincia di Varese la quantità di carta riciclata supera le t/anno (48 kg/ab.anno), che rappresentano il 10% di tutte la frazioni della raccolta differenziata provinciale. La raccolta della carta e del cartone, sia dai cicli produttivi industriali che dal consumatore finale, rappresenta un elemento chiave nella sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell industria cartaria. 19

20 Capitolo VIII - Un bando verde per l acquisto di carta I criteri di preferibilità ambientale per la carta È difficile definire cosa si intende con ecologico nel caso della carta. Alla luce di quanto prima esposto sul processo produttivo di base dei prodotti cellulosici, due sono in genere gli aspetti più discussi per la determinazione della preferibilità ambientale dei prodotti cartari: le materie prime utilizzate ed il processo di imbianchimento delle paste. A seconda delle diverse tipologie di carta entrano in gioco percentuali differenti di fibre vergini e fibre da macero, ad esempio le percentuali standard per carta da copia sono 80% di fibre vergini e 20% di fibre riciclate. Studi dell impatto ambientale sull intero ciclo di vita hanno evidenziato che il recupero della carta ed il suo riciclaggio risultano essere il sistema meno impattante sull ambiente, per la riduzione del volume di rifiuti e per la riduzione della pressione sulle risorse forestali. Anche le emissioni di inquinanti tossici o pericolosi per l uomo e per l ambiente sono ridotte ed il processo produttivo richiede complessivamente minori quantitativi di energia. Su queste basi la scelta di carta prodotta da fibre riciclate può essere considerata un criterio di preferibilità ambientale. Poiché la carta riciclata, nonostante i miglioramenti fatti negli ultimi anni, raggiunge un grado di bianco inferiore a quello delle migliori carte prodotte da fibra vergine, nel caso sia richiesto un grado di bianco elevato sono preferibili fibre provenienti da foreste gestite in maniera sostenibile. Tra gli standard più stringenti di misure per la gestione sostenibile delle foreste, è da ricordare il marchio FSC che prevede anche una certificazione di parte terza per garantire la rispondenza ai criteri di gestione sostenibile delle foreste. Ovviamente tutto dipende dai tipi di carta e l utilizzo a cui sono destinate: carte per uso igienico ed alimentare non possono avere percentuali troppo elevate di fibre riciclate, carte per grafica e stampa se perfettamente bianche e patinate devono avere grande percentuale di fibre vergini. Sino ad ora lo strumento più semplice ed affidabile, a cui fare riferimento per garantirsi la preferibilità ambientale di un prodotto, è rappresentato dai marchi di qualità ecologica, che garantiscono il rispetto di stringenti criteri ambientali nell ottica del ciclo di vita del prodotto. Le etichette ecologiche sono standard volontari basati su un sistema a più criteri che considera l intero ciclo di vita del prodotto, sottoponendolo a certificazione esterna da parte di un ente indipendente. I vantaggi sono la selezione dei migliori criteri di qualità e performance ambientale, nonché la certificazione di un organismo indipendente riconosciuto che attesti la rispondenza del prodotto a criteri ambientali suffragati da analisi e indagini opportune. Il limite è che, in base alla legislazione vigente, non è possibile richiedere esplicitamente in un bando di gara prodotti contraddistinti da marchi ecologici, ma si può solo fare riferimento ai 20

21 criteri necessari per ottenerli, nella definizione delle specifiche tecniche dell appalto. I prodotti, che rispettano tutti i criteri necessari all ottenimento di etichette ambientali, sono da considerarsi equivalenti e devono essere trattati alla stregua di quelli contrassegnati. In questo caso il fornitore è tenuto a presentare tutta la documentazione necessaria ad attestare il rispetto dei criteri ambientali richiesti. L introduzione delle certificazioni ambientali ha permesso di diffondere le finalità dei criteri, che mirano in particolare a promuovere: - la riduzione del rilascio nelle acque di sostanze tossiche o eutrofizzanti; - la diminuzione del danno o dei rischi ambientali connessi con l uso dell energia (riscaldamento planetario, acidificazione, riduzione dello strato di ozono, esaurimento di risorse non rinnovabili) mediante la riduzione del consumo energetico e le relative emissioni nell atmosfera; - la riduzione della produzione e la promozione della gestione efficiente dei rifiuti; - la riduzione del danno o dei rischi ambientali connessi con l uso di sostanze chimiche pericolose; - l applicazione di principi di gestione sostenibile per salvaguardare le foreste. I vari criteri sono fissati ad un livello tale da promuovere l assegnazione del marchio di qualità ecologica alla carta per copia e alla carta grafica a ridotto impatto ambientale. Di seguito sono riportate alcune delle principali certificazioni ambientali internazionali. Ecolabel Europeo Il sistema Ecolabel, istituito con Regolamento CEE 880/92, è uno strumento di politica ambientale ed industriale a carattere volontario finalizzato ad incentivare la presenza sul mercato di prodotti puliti. L etichetta ecologica europea attesta, infatti, che il prodotto su cui è apposta ha un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita, offrendo ai consumatori un informazione immediata sulla sua conformità ai rigorosi requisiti stabiliti a livello comunitario. Nel caso specifico della carta, sono presenti due diverse decisioni della Commissione Europea che stabiliscono i criteri ecologici per l assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica: la Decisione 2001/405/CE per il tessuto-carta e la Decisione 2002/741/CE per carta per copia e carta grafica, che modifica la precedente 1999/554/CE. Il gruppo di prodotti di tessuto-carta designa i fogli o i rotoli di prodotti a base di tessutocarta idonei all uso per l igiene personale, l assorbimento di liquidi e/o la pulitura di superfici, quello di carta per copia e carta grafica comprende fogli o rotoli di carta non stampata utilizzati per la stampa, le fotocopie, la scrittura o il disegno. ec.europa.eu/environment/ecolabel/index_en.htm 21

22 Blauer Engel (Germania) L assegnazione del marchio, attivo in Germania dal 1977, è eseguita da un apposita commissione composta da rappresentanti dello Stato, dei gruppi ambientalisti, dei consumatori, delle istituzioni scientifiche, dei sindacati, delle industrie e dei mezzi di comunicazione. Nordic Swan (Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda) È il solo marchio ecologico, assieme all Ecolabel, ad essere transnazionale. Nel 1989 il Consiglio dei Ministri dei Paesi Scandinavi ha introdotto un etichetta comune di qualità ecologica, che può essere rilasciata da ogni singolo organismo nazionale. Green Seal (Stati Uniti) Il marchio Green Seal, istituito nel 1989, è rilasciato dall omonima organizzazione senza scopo di lucro ai prodotti che rispondono, nelle fasi di produzione, uso e smaltimento, ai seguenti requisiti individuati come significativi per la riduzione dell impatto ambientale: riduzione dell inquinamento atmosferico, uso sostenibile delle risorse naturali, corretta gestione dei rifiuti. NF Environnement (Francia) Creato nel 1991, è rilasciato da AFNOR (Association Française de Normalisation), che ne assicura la promozione e la diffusione. È destinato a prodotti e servizi che, per loro natura, possono arrecare impatti negativi all ambiente. Milieukeur (Paesi Bassi) Il sistema Milieukeur è gestito da un organizzazione indipendente, chiamata Stichting Milieukeur, a cui partecipano rappresentanti delle istituzioni, dei consumatori, degli industriali, dei commercianti e delle associazioni ambientaliste olandesi. Tale marchio è limitato ai produttori olandesi ed è apposto su varie tipologie di prodotti, il cui processo produttivo è risultato conforme a specifici requisiti per la tutela dell ambiente. La gestione del sistema e l attribuzione del marchio sono affidate ad un comitato tecnico il quale definisce anche i principi e gli standard per l accreditamento dei prodotti, rivisti al massimo ogni cinque anni in funzione del progresso tecnico del settore produttivo. 22

23 Forest Stewardship Council (FSC) Identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) La certificazione della gestione forestale è una procedura di verifica riconosciuta e collaudata, che conduce all emissione, da parte di un organismo indipendente, di un certificato che attesta che le forme di gestione boschiva rispondono a determinati requisiti di sostenibilità. Lo schema di certificazione forestale PEFC in Europa è fondato su tre principi fondamentali: - rispetto dei criteri e degli indicatori definiti nelle Conferenze Ministeriali per la protezione delle foreste in Europa (Helsinki 1993, Lisbona 1998) che hanno dato avvio al cosiddetto Processo pan-europeo ; - applicazione a livello regionale o di gruppo, anche se è ugualmente possibile un adesione individuale; - verifiche ispettive e certificazione affidate ad una terza parte indipendente ed accreditata. Analizzando le esperienze di GPP verdi degli EE.LL., l efficacia dei bandi nella selezione di fornitori e prodotti, la capacità dei criteri di individuare i prodotti ambientalmente preferibili e la loro disponibilità di mercato, risulta che è più opportuno concentrare l attenzione solo su alcuni criteri ambientali che si ritengono particolarmente appropriati per la definizione della prestazione ambientale di un prodotto, invece di affidarsi ad uno specifico marchio ambientale. Per realizzare un bando verde occorre garantire coerenza e compatibilità tra i criteri di preferibilità ambientale e le specifiche tecniche dei prodotti richiesti. I criteri da utilizzare riguardano l individuazione di siti industriali per la produzione della pasta di cellulosa che rispettano criteri di eticità, legalità e sostenibilità nella provenienza delle materie prime. Inoltre, in assenza di particolari esigenze di bianco e patinatura, sono da preferire prodotti contenenti percentuali elevate di carta riciclata, almeno per l acquisto di carta destinata ad usi ordinari di stampa e fotocopia. È importante infine che le fibre vergini siano provenienti da siti forestali certificati. Ad esempio, volendo utilizzare i criteri individuati dall Ecolabel Europeo, la percentuale di carta riciclata deve essere almeno del 75%, di cui almeno il 65% proveniente da post-consumo e sbiancata senza l utilizzo di gas cloro, ed almeno il 10% delle fibre vergini deve provenire da 23

24 foreste per le quali esiste una certificazione che attesti l applicazione di misure atte a garantire una gestione sostenibile delle foreste. La carta riciclata è spesso considerata da fornitori e consumatori come prodotto di alto valore ambientale ed etico, ma di scarsa qualità. Nel tempo gli standard qualitativi di produzione della carta riciclata sono notevolmente migliorati, soprattutto grazie all incentivo di cui hanno giovato le forme di riciclo delle materie cartarie seconde nel nostro paese dovuto alla penuria di materie prime. La qualità tra carte riciclate e carte a fibre vergini è paragonabile, in termini di prestazioni funzionali. Per quanto riguarda invece il grado di bianco le carte riciclate garantiscono un grado, per quanto elevato, sempre inferiore alla carta proveniente da fibre vergini. Lo sbiancamento progressivo delle fibre riciclate è comunque una delle operazioni più impattanti sull ambiente. 24

25 Guida al bando Oggetto dell appalto Oggetto dell appalto è la sezione del bando nel quale deve emergere chiaramente l intenzione dell Ente di acquistare un bene/servizio a basso impatto ambientale. È anche possibile specificare obiettivi di riduzione dell impatto ambientale, quali ad esempio la riduzione del danno o dei rischi ambientali connessi, oppure l applicazione di principi di gestione sostenibile delle foreste. Specifiche tecniche per la carta Occorre garantire la coerenza e la compatibilità tra i criteri ambientali e le specifiche tecniche dei prodotti richiesti. In particolare, nel caso dei prodotti di carta per stampa le specifiche tecniche sono descritte di seguito. Grammatura Poiché la quantità di materia prima utilizzata è proporzionale alla grammatura della carta ottenuta, è opportuno evitare di richiedere un valore di eccessivamente elevato, inutile per la maggior parte dei normali utilizzi. Nel caso di carte in risme una grammatura di 80 g/m 2 rappresenta lo standard di mercato. La disponibilità di prodotti a basso impatto ambientale è dunque maggiore per quelle tipologie della gamma che sono più comunemente richieste. Patinatura È meglio evitare l uso della carta patinata perché il processo utilizzato per ottenerla incrementa l impatto ambientale, in quanto richiede maggiore energia, è più difficile da riciclare ed è meno biodegradabile. Grado di bianco È direttamente proporzionale al numero dei processi di sbiancamento utilizzati. I sistemi di misurazione dei gradi di bianco più diffusi sono ISO brightness e CIE whiteness. Occorre scegliere ed indicare le misure in base ad uno dei due ordini. Per carta riciclata non conviene indicare un grado ISO superiore a 80% e CEI 90%. Tendenza allo spolvero È una caratteristica riconducibile alla presenza di particelle presenti nei bordi del foglio di carta durante la produzione o durante il taglio. È una specifica importante perché spesso è indicata come fattore di inefficienza nell uso di fotocopiatrici e stampanti, richiedendo una maggiore pulizia delle macchine. Dipende dalla qualità di carta e non dal fatto di essere o meno ecologica. Potrebbe essere sufficiente chiedere carte senza spolvero. 25

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