DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO SECONDO INCONTRO

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1 DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO SECONDO INCONTRO I SEGNALI PRECOCI, COSA OSSERVARE NEL NIDO E NELLA SCUOLA DELL INFANZIA, QUALI STRUMENTI Dr.ssa Laura Schiappa Neuropsichiatra infantile Nucleo Disturbi dello Spettro Autistico AslCittadiTorino

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3 Compromissione relazione sociale la difficoltà nello «stare» con gli altri Assenza di non verbale: (diretto e interpretato): sguardo, espressione mimica, posture corporee e gesti della relazione (sguardo, abbraccio, sorriso, saluto) Assenza attenzione congiunta: non prestare o richiamare attenzione su sé, persone o oggetti Assenza di reciprocità sociale ed emotiva: isolamento, rifiuto, passività, coinvolgimento dell'altro come aiuto "meccanico, indifferenza alle separazioni,non condivisione di affetto, dolori e punizione, non gioco sociale con coetanei, no controllo emotivo sociale, no norme sociali

4 Compromissione comunicazione sociale Ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato ( non accompagnato da un tentativo di compenso attraverso alternative) In presenza di linguaggio adeguato incapacità di iniziare o sostenere la conversazione Uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico; difficoltà prosodiche, ecolalia, inversione pronominale, comprensione letterale, difficoltà per metafore

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7 Immaginazione Difficoltà nello sviluppo del gioco e della capacità immaginativa: Non ricerca la compagnia dei coetanei, ma li schiva Forte attaccamento ad oggetti inanimati che utilizza ripetitivo e afinalistico (sbattendoli, facendoli roteare,...) Assenza di gioco simbolico e di finzione Buone abilità in talune attività (es. puzzle e incastri) e carenti in altre (es. gioco di scambio della palla)

8 Atipicità sensoriali Nei Disturbi dello Spettro Autistico il cervello sembra incapace di bilanciare i sensi in modo appropriato. Se la percezione è alterata lo è anche la relazione con la realtà

9 Altri Problemi Associati Iperattività, tempi di attenzione brevi, impulsività, aggressività, autolesionismo, e, specialmente nei bambini piccoli, crisi di collera Anomalie dell'alimentazione restrizioni dietetiche a pochi alimenti, Picacismo, anomalie del sonno con risvegli notturni ricorrenti con dondolamenti Difficoltà nell acquisizione delle Autonomie (igiene, alimentazione e abbigliamento)

10 Altri Problemi Associati Anomalie dell'umore o dell'affettività, ridacchiare o piagnucolare apparentemente senza apparente aderenza al contesto No reazioni di paura a pericoli reali Presenza di timore eccessivo nei confronti di oggetti innocui 1 bambino su 4 ha crisi epilettiche, con perdita di conoscenza, convulsioni, assenze. Eterogeneità dei profili

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12 Genitori Servizi NPI Pediatri Scuola

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14 Invio dal Pediatra Le Bandierine rosse dell autismo (Filipeck et al.) Assenza di lallazione dopo i 12 mesi Assenza di gesti, quali indicare, mostrare, fare ciao entro i 12 mesi Assenza di parole singole dopo i 16 mesi Assenza di associazione spontanea di due parole dopo i 24 mesi Perdita di qualsiasi competenza linguistica e/o sociale a qualsiasi età

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16 Quando invia la scuola L insegnante può: parlare dei suoi dubbi alla famiglia (mantenendo un atteggiamento di mediazione e confronto, propositivo e mai direttivo)

17 Quando invia la scuola Come insegnanti non si è autorizzati ad utilizzare parole legate ad una specifica diagnosi (autismo, disturbo del comportamento, ritardo, ecc ) è quindi consigliabile descrivere il comportamento facendo notare le particolarità che si discostano dal comportamento degli altri bambini

18 Quando invia la scuola L insegnante può: consigliare la famiglia di rivolgersi ad uno «specialista» pubblico o privato (Pediatra, Neuro Psichiatra Infantile, Psicologo, non necessariamente dell ASL di zona); è la famiglia che sceglie!

19 Quando invia la scuola L insegnante non può: Avere contatti con un servizio sanitario pubblico o privato (Neuropsichiatria Infantile, Pediatra, Psicologo), in riferimento ad un bambino senza il consenso informato dei genitori

20 Rapporto Genitori/Insegnanti La famiglia è uno degli attori che parteciperanno sempre più direttamente al processo di diagnosi e di intervento

21 Rapporto Genitori/Insegnanti Alleanze Educative Il bambino è ambiente dipendente Le informazioni che può dare la famiglia possono non essere visibili a scuola Così come Le informazioni che può dare la scuola possono non essere visibili a casa

22 Per costruire alleanze terapeutiche Premessa È possibile che la famiglia si sia già accorta di un campanello d allarme e ne sia spaventata paura del giudizio (pensano che sia colpa mia) ansia per il futuro (cosa accadrà dopo?) la necessità di gestire e controllare ciò che riguarda il figlio va a contrapporsi alla necessità di essere aiutato e di fidarsi di qualcuno

23 QUALI GLI OBIETTIVI DELLA COSTRUZIONE DI ALLEANZE Stabilire un clima collaborativo con la famiglia (non direttivo) Ascolto dei genitori, dando rilievo alle informazioni apprese Definire insieme gli obiettivi educativi per il bambino (richiedendo l aiuto nell osservazione del bambino e aiutando ad imparare ad osservare) Rispettare il contesto familiare (rispettare gli equilibri familiari, non far sentire il giudizio)

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25 ECAR Valutazione quantitativa dello stato clinico 29 items raggruppati in 11 voci Ogni sintomo ha un punteggio da 0 a 4 in base alla frequenza con cui si presenta 0=mai 1=avolte 2=spesso 3=molto spesso 4=sempre Valutazione 1 volta alla settimana, secondo il parere di almeno 2 persone che conoscono bene il bambino Permette così di valutare globalmente la frequenza di comparsa o la gravità dei diversi sintomi in arco di tempo che va dai 3 ai 5 giorni di presenza del bambino nel Servizio

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