Teoria e metodologia delle attività motorie dell età evolutiva. Indice
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- Valerio Gilberto Leoni
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1 INSEGNAMENTO DI TEORIA E METODOLOGIA DELLE ATTIVITÀ MOTORIE DELL ETÀ EVOLUTIVA LEZIONE VIII IL GIOCO COME STRUMENTO EDUCATIVO PROF. PAOLO RUSSO
2 Indice 1 I GIOCHI DI MOVIMENTO CON REGOLE ANALISI DEI GIOCHI SPORTIVI TRADIZIONALI IL GIOCO DI MOVIMENTO COME STRUMENTO EDUCATIVO di 8
3 1 I giochi di movimento con regole Analizzeremo in modo più dettagliato i giochi di movimento che si collocano come contesto di pratiche di relazione-comunicazione e di apprendimento motorio, in quanto attivano comportamenti di anticipazione, decisione, decodificazione della situazione, decentramento dal proprio punto di vista, comprensione delle intenzioni dei compagni e degli avversari, scelta di tattiche di cooperazione e di antagonismo. Pierre Parlebas 1 ne fa un analisi precisa e definisce giochi sportivi quelli sorretti da regole; propone, però, una distinzione fra giochi sportivi tradizionali e giochi sportivi istituzionalizzati considerando la loro rispettiva logica interna. Una attenzione particolare va dedicata ai giochi sportivi tradizionali, intesi come risorsa educativa e didattica in cui è possibile sperimentare forme di azione e di comunicazione ludica,nelle quali sono preponderanti libertà di iniziativa, scelta di comportamenti e ruoli 2. Essi sono spesso legati ad una tradizione molto antica, presentano al toro interno regole flessibili che ammettono variazioni concordate fra giocatori, non dipendono soprattutto da istanze ufficiali come avviene per i giochi istituzionalizzati chiamati più comunemente sport. In questo tipo di giochi è netto il predominio del principio di piacere su quello di realtà e lo si può constatare dal fatto, ad esempio, che la riuscita del gioco come anche la gratificazione sono immediate, si realizzano durante il gioco stesso senza aspettare la fine dell incontro. Sono presenti anche il riso, le situazioni bizzarre e paradossali, la fantasia ludica che conferiscono quel senso di irragionevolezza ludica che la ragione sportiva non può accettare. Vi è anche una ricca varietà di ruoli socio-motori e di forme espressive del corpo. Le modalità di comunicazione motoria (cooperazione) e contro-comunicazione (opposizione) aprono una vasta gamma di azioni: passaggi, finte, blocchi, tocchi, schivate, difese, colpi, intercettazioni, parate, gesti e segni mimici. Inoltre, la persona può invadere lo spazio altrui, fare dei prigionieri e metterli a morte, colpirli e fermarli. Alcuni comportamenti motori sono molto simili o vicini ai giochi sportivi propriamente detti ma cambia lo spirito, il modo di gestire i ruoli e le regole, la libertà di interpretazione del gioco stesso. 1 Parlebas, P., Giochi e sport, Il Capitello, Torino Cfr. M. Cotronea, S. Vitale, Le sette pietre, Il Capitello, Torino di 8
4 Ambedue sono importanti ma ognuno dovrebbe avere una propria indipendenza educativa e arrivare ad una complementarità che non preveda subordinazioni alcune (in genere si dice che il gioco tradizionale è propedeutico allo sport). In questo contesto, più che mai, la motricità del giocatore non può ridursi solo a elementi biomeccanici e cognitivi legati all azione, ma, viste le interazioni complesse fra i giocatori, permette di andare alle radici dell affettività offrendo al bambino anche l occasione di vivere conflitti che lo possono aiutare a crescere 3. 3 Parlebas, P., Giochi, sport ed etnomotricità, in Cotronea, M. e Vitale, S., op. cit., p di 8
5 2 Analisi dei giochi sportivi tradizionali L analisi dei giochi sportivi tradizionali porta a identificare gli elementi specifici che li compongono: tali elementi strutturali determinano l intelaiatura di un determinato gioco. Essi sono: 1. I ruoli 2. Lo spazio 3. Il tempo 4. I punteggi 5. Gli oggetti 6. Le relazioni Ruoli: attaccante e difensore, alleato e avversario Sottoruoli (espressi in azioni fondamentali). Essi sono associati a ciascun ruolo. Ogni sottoruolo è determinato dalle modalità di interazione fra i giocatori (compagni e avversari) cioè dalla comunicazione e contro-comunicazione motoria presenti nel gioco e quindi da fattori di cooperazione e opposizione che si realizzano all interno del gioco. Es. per un giocatore in difesa del gioco le Sette pietre i sottoruoli possono essere: insegue, riceve, passa, tira, in attesa, provoca, si marca. Per un giocatore in attacco: tira, provoca, sta in attesa, blocca al palla, è colpito, scappa, costruisce la torre. Spazio: può avere diverse articolazioni. Può essere delimitato oppure no, può essere considerato come distanza da raggiungere o da percorrere, può essere un territorio da conquistare o terreno inviolabile dall avversario, può essere suddiviso in sottospazi a seconda dei ruoli dei giocatori. Tempo: il tempo scandisce la durata del gioco ma può essere preciso e definito quanto elastico e flessibile a seconda del tipo di gioco. 5 di 8
6 Punteggi: può essere presente un sistema di punteggi che determina la fine gioco oppure vi può essere un punteggio sottinteso, non calcolato che si trova giochi in cui ad ogni fase ( presa nel Gatto e topo) si ricomincia. Oggetti: palla, fazzoletti, bastoni, corde ecc. Relazioni: si trovano principalmente due modalità di relazione: collaborazione e opposizione. In questo tipo di giochi è importante sottolineare che tale struttura non si presenta rigida ma è possibile trovare situazioni in cui i passaggi da un ruolo all altro sono frequenti. Gli stessi giocatori da alleati possono diventare avversari e viceversa. 6 di 8
7 3 Il gioco di movimento come strumento educativo. Una delle forme più complete di attività da proporre ai bambini è infatti il gioco. Il gioco è un importante strumento educativo e fattore di crescita poiché permette di sperimentare e di consolidare, successivamente, diversi tipi di competenze: motorie, cognitive, affettive e relazionali. Diverse ricerche hanno dimostrato, infatti, lo stretto legame che intercorre tra gioco e sviluppo, non solo perché le varie forme e modalità di gioco riflettono il grado di sviluppo del bambino in base all età, ma anche perché, nello stesso tempo, il gioco contribuisce alla maturazione di tutte le funzioni, comprese quelle motorie. Il gioco è pertanto un valido strumento per progettare, creare, realizzare diversi percorsi di educazione motoria e per avviare successivamente allo sport. Varie sono le tipologie di gioco (in rapporto all età dei bambini) da cui attingere per svolgere questi percorsi: da quello senso-motorio, simbolico, di movimento, tradizionale ecc. fino a quello sportivo. È utile ricordare che quando il gioco viene usato in chiave pre-sportiva, tale attività deve presentare caratteristiche adatte al bambino, rifuggendo da modelli di tipo adulto. In altre parole, si dovrà avviare allo sport attraverso il gioco senza cercare la prestazione a tutti i costi secondo l apprendimento di gesti efficaci, ma favorendo l acquisizione di comportamenti motori intelligenti e trasferibili e avendo sempre presente che il gioco è soprattutto sotteso dal principio di piacere più che da quello di realtà. L intento dell'educazione motoria a scuola (ma non solo a scuola) non dovrebbe essere, pertanto, quello di costituire un prematuro avviamento alle discipline sportive come anche, al contrario, diventare esperienza sporadica o eccezionale, ma dovrà configurarsi come specifico, preciso e intenzionale intervento educativo volto a realizzare i veri significati sociali e culturali del gioco e successivamente dello sport. Per cui, se si vuole fare sport a scuola, come è giusto che sia, appare fondamentale promuoverne la corretta dimensione educativa in cui le varie attività vanno pensate e strutturate come formazione di base e continua, inserite nel complessivo progetto formativo dello studente. Naturalmente tutti sono d accordo nel ritenere che la scuola non può offrire ai bambini un attività monovalente e precocemente finalizzata al perseguimento di risultati e prestazioni di rilievo. Questo appartiene alla logica del sistema selettivo dello sport in cui, a volte e 7 di 8
8 a torto, allenatori, genitori, nonni e parenti, dirigente ecc., si fanno strumenti di pressione psicologica nei confronti del bambino, spingendolo, come dice Maslow, a confrontarsi non con gli altri ma contro gli altri e a dover superare in fretta, e quindi forzatamente, deficienze tecniche e motorie che potrebbero, invece, essere raggiunte e colmate col tempo, con la pazienza, secondo i ritmi naturali di maturazione e di sviluppo. Dove infatti troviamo una competizione percepita come confronto sostituita da una, intesa come scontro, sopraffazione dell avversario, prevaricazione, abbiamo perduto il significato pedagogico dello sport. Pensiamo, quindi, che al centro di tutto non vi sia la disciplina sportiva a cui il bambino deve adattarsi ma, al contrario, che l educazione motoria sia al servizio, del bambino, nel rispetto dei suoi bisogni più profondi. E comunque, qualunque sia il tipo di attività proposta o di percorsi intrapresi è fondamentale avere la coscienza, come educatori, di far vivere ai bambini le esperienze in modo piacevole, in modo tale che diano benessere e innalzino la percezione del loro valore. Solo indirizzando l intervento educativo verso il saper fare, il saper essere e il piacere del movimento, si potranno promuovere competenze, valori e sani stili di vita, con la convinzione che molto probabilmente questi bambini sceglieranno da adulti uno stile di vita attivo. 8 di 8
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