SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ALBO NAZIONALE

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1 (Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII 2) Codice di accreditamento: NZ ) Albo e classe di iscrizione: ALBO NAZIONALE 1 a CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: CRESCERE DIRITTI 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): ASSISTENZA MINORI - A02 6) Descrizione dell area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Il progetto CRESCERE DIRITTI si sviluppa nel contesto regionale dell EMILIA ROMAGNA nell area di intervento Minori e si articola su 5 Province: Piacenza Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì Cesena e Rimini con interventi specifici a seconda della differente situazione dei contesti provinciali. Congiungendo ogni singolo intervento si è elaborata anche una azione sinergica che risponde ad un problema delicato e profondo di livello regionale dell area di intervento: la vulnerabilità delle famiglie multiproblematiche con minori. Pertanto si descrive in sintesi il contesto regionale per poi analizzare le peculiarità delle singole province coinvolte. Come si evince dal Profilo di Comunità della Regione Emilia Romagna dell ottobre 2009 il

2 quadro d insieme che emerge rispetto alle famiglie, ai bambini e agli adolescenti conferma un aumento delle problematiche relative ai minori e alle loro famiglie: è confermata la tendenza all aumento delle prese in carico dei minori, così come delle famiglie (disagi famigliari, problematiche socio educative relazionali, incapacità genitoriali, problemi penali, economici/abitativi, di dipendenza). Cresce l attenzione alle nuove povertà in quanto crescono le situazioni di precarietà e vulnerabilità famigliare. Si rileva inoltre la polarizzazione dei casi più complessi nelle città capoluogo. L affidamento familiare in regione si va consolidando in diversi territori e in molti casi costituisce una riposta garantendo al minore un ambiente adeguato in cui poter soddisfare le proprie esigenze educative ed affettive, tenendo conto anche della specificità delle condizioni del nucleo familiare d origine. La Regione Emilia-Romagna, gli enti territoriali e le associazioni familiari (terzo settore) sono intensamente impegnati a promuovere e potenziare in un ottica di integrazione il sistema dell accoglienza dei minori temporaneamente allontanati dalla propria famiglia. Minori in affidamento eterofamiliare a tempo pieno per provincia periodo Provincia Durante l'anno 2001 Durante l'anno 2002 Durante l anno 2003 v.a. % v.a. % v.a. % PIACENZA 76 6, ,9 93 8,0 PARMA 94 8,6 99 9, ,1 REGGIO EMILIA , , ,2 MODENA , , ,7 BOLOGNA , , ,8 FERRARA 54 4,9 48 4,5 58 5,0 RAVENNA 58 5,3 70 6,6 77 6,6 FORLI'-CESENA ,2 81 7,6 86 7,4 RIMINI 39 3,6 44 4,1 59 5,1 Regione , , ,0 Tabella 1 - Fonte: Regione Emilia-Romagna - Servizio Politiche Familiari, Infanzia e Adolescenza L Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fin dai primi anni 80 è impegnata attivamente sul fronte dell affidamento famigliare di minori soprattutto di quelli provenienti da famiglie multiproblematiche, con gravi disabilità o maltrattati e abusati. Il Servizio Minori Affidamento ha come finalità principale la promozione ed il sostegno della cultura dell'accoglienza, per garantire ad ogni bambino il diritto a vivere in una famiglia. Quando la permanenza nella famiglia di origine non è possibile per il minore, l'accoglienza in un'altra famiglia attraverso l'affidamento è la risposta più giusta nel contesto sociale odierno. Il progetto CRESCERE DIRITTI coinvolge in modo diretto 28 sedi di attuazione in Emilia Romagna (Case Famiglia Pronto Soccorso per Minori) e ad inizio 2010 accoglievano: MINORI PROVINCE Abbandono Maltrattamento Disabili Rimini 30 Bologna 18 Ferrara 13 Forli Cesena 33 Ravenna 17 Piacenza 4 TOTALE 115 Tabella 2 - Fonte: ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII

3 Dei minori riportati nella tabella 2 un 70% dei minori proviene da famiglie multiproblematiche con diversi tipi di disagio e difficoltà così nel corso di questi anni parallelamente all attenzione per l istituto dell affido dell Associazione sempre più è cresciuta la consapevolezza della necessità di intervenire direttamente sulle famiglie multiproblematiche, anche attraverso prassi innovative e di condivisione familiare per dare un sostegno alla genitorialità, e lavorare alla radice del problema, là dove c è un margine di recupero, per evitare che i minori vengano allontanati dalla loro famiglia naturale. La prevenzione delle diverse forme di fragilità e di disagio nei minori può snodarsi anche attraverso la condivisione diretta della multiproblematicità di una famiglia e l attivazione di alleanze educative fra famiglie che esplicitamente sottoscrivono un comune patto formativo per il minore. L intervento dell Associazione in questo ambito sempre più spesso passa attraverso l affiancamento del nucleo debole e a rischio da parte di un altra famiglia, in un ottica di rimozione delle cause che creano il problema. La prossimità di una famiglia strutturata e stabile, inserita in un contesto associativo come quello della Comunità Papa Giovanni XXIII crediamo possa diventare risorsa a tutela dei diritti dell infanzia e della genitorialità permettendo in molti casi di far mantenere al nucleo familiare debole la sua unità. Si riportano di seguito le descrizione dell area di intervento MINORI e del contesto territoriale specifico provinciale entro il quale si realizza il progetto con il seguente ordine: - PIACENZA - BOLOGNA - FERRARA - RAVENNA - FORLI CESENA - RIMINI PROVINCIA DI PIACENZA CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO La Provincia di Piacenza conta abitanti (Fonte Istat, dati al 20/01/2010). Il Comune di Piacenza, ove è locata la struttura coinvolta nel progetto, ospita abitanti (Fonte Istat, dati al 20/01/2010). Il tasso di natalità attuale è compreso tra l 8% e il 9%, con incrementi costanti negli anni dovuti perlopiù alla forte presenza di immigrati stranieri che rappresentano più del 10% della popolazione totale. Nella recente graduatoria sulla Qualità della Vita, pubblicata da Il Sole 24 Ore, Piacenza si mantiene nella top ten, manifestando tuttavia un peggioramento rispetto agli anni precedenti. Da uno studio realizzato qualche tempo fa dall Osservatorio delle Politiche Sociali della Provincia di Piacenza, in collaborazione con Università Cattolica e Caritas, è emerso un quadro sociale complesso, fatto di elevato rischio di povertà relativa, crescente precarietà nel lavoro, diffuso sradicamento partecipativo, gravi forme di vulnerabilità cumulata che assommano situazioni di carenza reddituale a debolissime strutture relazionali interpersonali e sociali. CONTESTO SETTORIALE E DESCRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE Nella Provincia di Piacenza sono presenti minori. Nel Comune di Piacenza se ne contano Essi sono suddivisi per fascia d età come segue. Fascia anni 3 5 anni d età anni anni anni N. minori Tabella 1 (Fonte: Osservatorio Infanzia e Adolescenza Regione Emilia-Romagna Novembre 2009)

4 Piacenza è la seconda provincia in regione per presenza relativa di immigrati con effetti evidenti soprattutto sulle classi minorili (18% sui ragazzi con meno di 14 anni) e sul loro inserimento nel sistema scolastico provinciale. Albania, Marocco, Romania e Macedonia le provenienze più numerose. I minori in carico ai servizi territoriali di tutela sono (9,8% dei minorenni residenti), con valori più elevati a Piacenza città (13,2%) e più bassi nel distretto di Levante (6,7%). Il confronto con la regione mostra anche in questo caso valori percentualmente più alti sul territorio piacentino (la media regionale è del 6,4%). Provincia di Piacenza Regione Emilia-Romagna Incidenza % Provincia % su pop di % su pop. di v.a. v.a. di Regione E. R. riferimento riferimento Piacenza ,80% ,37% 36,2% 36,1% Tabella 2 (Profilo di comunità Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Piacenza) I minori stranieri in carico sono pari al 43,7% del totale (l incidenza media regionale è del 34,4%), di cui 107 non accompagnati. La maggioranza di questi minori richiedono un accoglienza temporanea per supplire alle esigenze di nuclei familiari problematici che devono attraversare un periodo di assestamento e integrazione nel nuovo contesto di vita. Vi sono anche 205 disabili in carico ai servizi territoriali di tutela dei minori, inclusi negli 821 iscritti nelle scuole statali di ogni ordine e grado. A tale riguardo la situazione è particolarmente critica e negativa relativamente alla capacità di accoglienza di alunni sia con disabilità che con problemi di integrazione scolastica, con particolare riferimento agli alunni stranieri neo arrivati. I minori per i quali è stata disposta una forma di tutela dai servizi sociali con provvedimento del Tribunale dei minorenni sono complessivamente 421 (1% dei minori residenti, contro l 1,4% della regione). Per quanto riguarda l accoglienza dei minori fuori famiglia, sotto forma di affido familiare e inserimento in struttura, si evidenzia una quota di minori coinvolti leggermente più alta di quella regionale. In particolare, si sottolinea un maggior ricorso all affido familiare. Il dato sulle strutture presenti sul territorio (comunità di tipo familiare, comunità educative e di pronta accoglienza) evidenzia tuttavia un livello di offerta inferiore al bisogno espresso e parecchio più basso rispetto alle Province della Regione. Gli allontanamenti dalla famiglia e le collocazioni in luogo protetto mostrano valori simili a quelli regionali. I centri educativi semi-residenziali ospitano complessivamente 671 minori, rappresentando una realtà di storica rilevanza sul territorio. Si rende dunque necessario il potenziamento dell offerta residenziale, soprattutto temporanea, insufficiente al momento (44 posti per 111 inserimenti in strutture residenziali, il che implica il trasferimento in altre Province ove l offerta è maggiore) e inferiore alla media regionale, per accogliere i minori provenienti da nuclei familiari multiproblematici (abusanti, maltrattanti, con forte incompatibilità genitoriale, ecc.). Provincia Piacenza Regione E.R. v.a. % su minori v.a. % su minori Minori con provv. di tutela ai Servizi ,12% ,195 Minori con provv. di vigilanza ai Servizi ,31% ,50% Minori con provv. di affido ai Servizi ,66% ,74% Adozioni 12 0,03% % Allontanamenti e colloc. in luogo protetto 77 0,19% ,22% Affidi familiari 146 0,36% ,25% Inserimenti in strutture residenziali 111 0,27% ,23% Posti in strutture residenziali sul territorio 44 0,11% 891 0,14% Utenti in centri educativi sul territorio 671 1,66% Tabella 3 (Profilo di comunità Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Piacenza)

5 Tabella 4 (Profilo di comunità Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Piacenza) (continua) Tabella 5 (Profilo di comunità Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Piacenza) Un dato rilevante riguarda il numero di famiglie che beneficiano di trasferimenti economici pari (2,19% delle famiglie totali). Si tratta non solo di meri interventi di integrazione del reddito, ma anche di aiuti per il pagamento di servizi specifici, come i servizi scolastici (mensa, trasporto), le rette per asili nido o per la frequenza di centri educativi. Le richieste di accesso al Fondo sociale per l affitto è così in crescita e riguarda oltre 2200 nuclei familiari, pari all 1,8% del totale delle famiglie piacentine. La quota dei nuclei stranieri è superiore al 40%. L incidenza dei canoni di locazione sui budget delle famiglie disagiate risulta particolarmente elevata, pari al 35,3% del reddito delle famiglie considerate. Le domande inevase coinvolgono il 24% delle famiglie richiedenti. Anche l edilizia residenziale pubblica registra una domanda in crescita e inevasa. Un quinto delle famiglie che accedono agli alloggi ERP è rappresentato da nuclei con presenza di minori. Ma il dato su cui riflettere è rappresentato dalla domanda non soddisfatta: nel 2006 su 993 nuclei che hanno fatto domanda di alloggi ERP solo 119 (12%) hanno avuto accesso a tali abitazioni. Un elevato numero di questi nuclei familiare presenta dunque al suo interno minori, sui quali sovente ricadono le conseguenze di tali condizioni di povertà. La Casa Famiglia Santa Marta è situata nel cuore della città di Piacenza, in una zona dove è sempre più forte la presenza di immigrati nei confronti dei quali si rende necessario un ingente sostegno per favorirne l integrazione sociale. La zona è anche sede di molti licei piacentini rendendo così possibile un forte contatto coi giovani. La Casa Santa Marta ha preso avvio nel 1993 a Rottofreno dove è rimasta fino al 2005 quando si è trasferita a Piacenza per rispondere a una richiesta pervenuta dalla diocesi, desiderosa di avere una Casa Famiglia in città. L utenza della casa è prevalentemente minorile con la forte presenza di bambini affetti da handicap fisico e mentale. La struttura

6 offre loro la sicurezza di un ambiente accogliente che garantisca familiarità, affetto e sostegno per ogni necessità, permettendo così una rivalutazione in quanto persona dotata di diritti inalienabili. I componenti della Casa Famiglia sono integrati a livello territoriale attraverso un lavoro in rete con gli altri movimenti impegnanti nel campo sociale. Partecipano attivamente alla vita parrocchiale e ospitano con costanza giovani animatori che si mettono a disposizione per supportare le quotidiane attività della struttura. Età Provenienza Provin cia Fuo ri 7 X 12 X 15 X Disturbo accertato Disabilità psicofisica Disabilità fisica Disagio sociale Entità del disturbo Percorso dell accoglienza Rapporto con famiglia d origine Grave Servizi Sociali Nessuno Grave Servizi Sociali Saltuario Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Costante Disabilità 16 X Lieve Servizi Sociali Nessuno mentale Tabella 6 (Fonte: ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII) IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO Il Profilo di Comunità della provincia di Piacenza che tratta il dato della presa in carico dei minori evidenzia un aumento dei soggetti in carico ai servizi e un aggravarsi delle problematiche che i servizi devono affrontare per far fronte ad una domanda che risulta essere sempre più complessa rispetto ai minori e alle loro famiglie. Destinatari diretti di questo progetto sono dunque i minori, anche disabili, del territorio della Provincia e della città di Piacenza e le famiglie multiproblematiche da cui provengono. INDIVIDUAZIONE DEI BENEFICIARI Oltre ai destinatari diretti il progetto mira a raggiungere altri beneficiari quali: le famiglie di origine di potenziali nuovi minori accolti i minori problematici residenti nel circondario che potranno partecipare alle attività pomeridiane svolte nella struttura di afferenza (es. compiti, attività ludiche) altre associazioni ed enti che lavorano nel campo dei minori presenti sul territorio la Provincia e i Servizi Sociali per Minori del Comune di Piacenza INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO Offerta residenziale e semiresidenziale insufficiente a livello territoriale per accogliere i minori provenienti da nuclei familiari multiproblematici. DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Dai dati presi in esame si deduce che occorre ancora sviluppare interventi per dare risposte ai bisogni della popolazione target che richiede di: Aumentare i processi atti a integrare e comprendere le culture e i bisogni dei cittadini stranieri e di presidiare le condizioni di nuclei con neonatalità a rischio psicosociale; Potenziare e consolidare gli interventi a tutela dei minori coinvolti nelle vicende separative e di alta conflittualità dei genitori attraverso il servizio di mediazione familiare realizzato da specifiche figure professionali e in collaborazione con la rete

7 dei soggetti coinvolti; Promuovere, sostenere e potenziare gli interventi di contrasto alla violenza a danno dei minori, assicurando forme di integrazione fra i soggetti della rete con particolare attenzione alla prevenzione e al contenimento del disagio in situazione di multiproblematicità; Assicurare, interventi psico-sociali di presa in carico e assistenza del minore vittima di violenza ed interventi terapeutici di trattamento e superamento del trauma infantile; Potenziare, differenziare e qualificare la risposta accogliente per minori con provvedimento di allontanamento dal nucleo d origine disposto dalla Magistratura Minorile, sia in struttura residenziale, semiresidenziale che in affidamento familiare, con particolare attenzione ai bisogni dei bambini molto piccoli; Promuovere interventi a sostegno del sistema scolastico, con particolare riferimento ad azioni di contrasto del disagio, ai processi di integrazione degli alunni disabili OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Secondo il Sistema Informativo delle Politiche Sociali dell'emilia-romagna, l'offerta di servizi nel campo dei minori e del collocamento in affido presso strutture di accoglienza residenziali si articola nelle seguenti risorse: Ubicazione Soggetto Gestore Casa Famiglia Comunità Pronta Accoglienza Comunità di tipo familiare Comunità educativa Centro Diurno Tot. Utenti Ospizi Civili di Piacenza Coop. sociale Casa del Fanciullo Piacenza Istituto delle Figlie di Maria SS: 1 9 dell Orto Cortemaggiore Ass. Solidarietà La Ricerca 1 35 Fiorenzuola Azienda Usl di Piacenza 2 41 d Arda Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII 1 10 Monticelli d Ongina Azienda Usl di Piacenza 1 21 Castel S. Giovanni Azienda Usl di Piacenza 2 42 Gragnano Trebbianese Azienda Usl di Piacenza 2 46 Oianello Val Tidone Azienda Usl di Piacenza 1 21 Rottofreno Azienda Usl di Piacenza 1 29 Ziano Piacentino Coop. sociale Casa Ulisse a.r.l 1 4 Caorso Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII 1 7 Tabella 7 (Fonte: Sistema Informativo delle Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna PROVINCIA DI BOLOGNA CONTESTO TERRITORIALE: DATI DEMOGRAFICI E STATISTICI GENERALI Caratteristiche demografiche del territorio (Provincia di Bologna) Dati al 31/12/2007 Numero Comuni 60 Popolazione residente Popolazione residente straniera Incidenza popolazione residente straniera 7,8% Previsione sulla popolazione residente al ,1% Previsione sulla popolazione residente al ,3% Residenti nei territori delle sedi del progetto: Bologna

8 Residenti nei territori delle sedi del progetto: Ozzano dell Emilia Residenti nei territori delle sedi del progetto: Sala Bolognese Tabella 1 (Fonte: Provincia di Bologna Anagrafi comunali e Piani di Zona ) Breve descrizione Il territorio della provincia di Bologna si estende su una superficie di 3702,5 kmq, il 43% del quale in pianura, il 36% in collina e il 21% in montagna. Le strade provinciali sono 95, con un'estensione totale di Km. I settori trainanti dell'economia sono: l'agricoltura (ortaggi, cereali), l'allevamento (suini e bovini) e la piccola e media industria nei settori alimentare, meccanico, della ceramica e dell'elettronica. Di rilievo l'attività della Fiera di Bologna, sede di svariate manifestazioni internazionali e l'infrastruttura dell'interporto di Bologna per il carico e lo scarico delle merci provenienti in container dal porto di Ravenna. CONTESTO SETTORIALE E DESCRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE Caratteristiche demografiche del target d intervento Dati al 31/12/2007 Popolazione minorenne Incidenza su popolazione totale 15,2% Popolazione fascia anni Incidenza su popolazione totale 2,9% Popolazione minorenne straniera Incidenza su popolazione straniera 22,0% Incidenza su popolazione minorenne 11,3% Tabella 2 (Fonte: Provincia di Bologna Anagrafi comunali e Piani di Zona ) Principali tendenze demografiche La popolazione della provincia è in aumento dal 1995; tale aumento riguarda in modo diffuso l intero territorio ed in particolare i comuni della cintura del capoluogo provinciale. Negli ultimi anni tale aumento manifesta una significativa accelerazione dovuta al fenomeno immigratorio (incremento di oltre il 50% nell ultimo triennio della popolazione straniera residente), alla ripresa degli indici di fecondità (+9,9 dal 1995) e al conseguente aumento della nascite (+ 36% dal 1995). L indice di vecchiaia della popolazione (popolazione >64 anni su 100 residenti 0-14 anni) è diminuito di 5 punti percentuali; e la popolazione giovanile regionale in età 0-14 anni è in aumento dal 2000 di circa unità all anno (+19,6% dal 1996). Queste tendenze che riguardano in modo particolare la popolazione giovanile stanno producendo un significativo mutamento del profilo demografico del territorio. Le previsioni regionali confermano tale evoluzione: - previsione al 2013 della popolazione: + 8,2% - previsione al 2013 della popolazione 0-17 anni: +19,3% - previsione al 2013 della popolazione anni: +22,9% (Fonte: ISTAT e Piani di Zona ) Sono in atto da tempo profonde trasformazioni demografiche e sociali che riguardano il modello di famiglia presente sul territorio, e in particolare dimensioni e composizione dei nuclei familiari, condizione femminile, instabilità coniugale e nuove tipologie familiari: - contrazione numerica dei nuclei familiari 2,2 (nel 2003) - aumento dei nuclei monogenitoriali 14,1% (nel 2001) - tasso di occupazione femminile 44,2% (in Italia: 32,8%) - tasso di disoccupazione femminile 3,1% (in Italia: 11,6%) - tasso di nuzialità 3,4 (dal 2000: -12%, maggiore solo a Val d'aosta) - coppie non coniugate 7,6% nel 2001, +3,6% in Emilia-Romagna dal 1997) - nuclei familiari ricostituiti 7,5%

9 - tasso di separazioni + divorzi 9,9 (nel 2002, in Italia 8,4 ) - n. figli affidati per separazioni e divorzi (nel 2002) - n. figli affidati per separazioni e divorzi/100 minori +35,6% (periodo ). (Fonte: Istat e Piani di Zona ) Nel quadro di questi fenomeni sociali, i cui dati riferiti alla provincia di Bologna indicano tendenze ancora più spiccate rispetto al quadro nazionale, nonchè dell'incremento della popolazione straniera residente ancora in fase di integrazione, va collocato l'aumento delle forme di disagio che, a partire dalla famiglia di origine, colpiscono la popolazione minorenne. Gli ultimi dati disponibili dimostravano il costante aumento assoluto e percentuale di minori assistiti dai servizi socio-territoriali nella provincia di Bologna: Anno N. minori assistiti % pop. minorenne Incremento annuo ,01% ,10% +3,5% ,61% +24,0% Tabella 3 (Fonte: Piani di Zona e Servizi sociali territoriali) Strumento elettivo di intervento nelle situazioni di disagio dei minori in carico ai servizi socioterritoriali è il collocamento in affido presso famiglie affidatarie o strutture di accoglienza residenziali. Dei 341 minori collocati nel 2003 nei presidi socio-assistenziali residenziali della provincia risultavano le seguenti tipologie di disagio: Minori collocati in presidi socio-assistenziali residenziali in provincia 341 minori coinvolti in procedimenti penali o misure alternative 2,2% minori con problemi familiari e relazionali, economici, abitativi 66,7% gestanti madri con bambino a carico 4,9% utenti con handicap fisico 0,7% utenti con handicap psichico 6,7% utenti con handicap plurimo 2,6% altro 16,1% Tabella 4 (Fonte: Piani di Zona e Servizi sociali territoriali) L'incremento dell'andamento demografico e dei flussi migratori, insieme alle profonde modificazioni socio-culturali del modello familiare con le problematiche ad esse accompagnate, portano ad un aumento assoluto e percentuale dei minori in carico ai servizi socio-territoriali. Si vengono via via a creare sempre nuovi bisogni, rispetto ai quali la pur ricca offerta di servizi presente nel territorio non può offrire piena e tempestiva risposta. Principali bisogni generali rilevati: 1. Crescita del numero dei minori in carico ai servizi sociali e dei casi in cui è richiesto il collocamento in affidamento presso famiglie affidatarie e strutture residenziali 2. Aumento della richiesta di qualificazione e diversificazione degli interventi educativi rivolti ai minori in affidamento presso famiglie affidatarie e strutture residenziali Tra le risorse e i servizi sopra indicati operano anche le strutture della provincia di Bologna dell'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, la cui offerta si articola in: case-famiglia, famiglie aperte all'accoglienza, altre strutture presenti sul territorio. Obiettivo generale di tutte le azioni è la realizzazione di un intervento integrato a più livelli che parte dall accoglienza dei minori in situazione di bisogno per arrivare ad agire sulla rimozione delle cause del disagio e della marginalità sociale, attraverso una metodologia fondata sulla condivisione diretta e

10 la nonviolenza. Ciò si traduce nell offerta di accoglienza di minori in qualunque situazione di bisogno/disagio (purché compatibili con le esigenze di una genitorialità responsabile) attraverso l istituto dell affidamento nelle diverse realtà dell'associazione, dove i suoi membri con una scelta stabile di vita offrono una disponibilità 24 ore su 24 ad essere le figure genitoriali dei minori accolti senza limiti di tempo. A partire da questa relazione stabile di accoglienza con i minori accolti vengono conseguentemente intraprese tutte le altre azioni necessarie di educazione accompagnamento e inserimento sociale, nonché di sensibilizzazione informazione e rimozione delle cause del disagio e della emarginazione, finalizzate alla promozione di una cultura di solidarietà, pace e cooperazione nella società e tra i popoli. Elenco delle strutture dell Associazione nella provincia di Bologna che hanno accolto minori nel periodo : Casa-famiglia Gesù Bambino Bologna Casa-famiglia Marta Sala Bolognese (BO) Casa-famiglia Porta Aperta Ozzano dell'emilia (BO) Casa-famiglia S.Maria 2 Ozzano dell Emilia (BO) Casa-famiglia Madonna della Tenerezza Ozzano dell'emilia (BO) Casa-famiglia Compagni di Sogni Monterenzio (BO) Casa-famiglia S. Clelia Monterenzio (BO) Casa-famiglia Pirani-Ercoles Monterenzio (BO) Casa-famiglia Magli-Spadoni Monterenzio (BO) Nucleo familiare Giardini-Righini Bologna Nucleo familiare Pieri-Zoni Bologna Nucleo familiare Zucchero-Crovetti Bologna Nucleo familiare Taglioli-Colella Sala Bolognese (BO) Nucleo familiare Patterson-Bonazza Argelato(BO) Nucleo familiare Dalmonte-Morlini Budrio (BO) Nucleo familiare Sorrentino-Nascetti Pianoro (BO) Casa di fraternità ed accoglienza Bologna Minori accolti nelle strutture dell Associazione nella provincia di Bologna nel periodo : : : : : : 60 (Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Le sedi di attuazione del progetto e le corrispondenti attività di accoglienza di minori al mese di dicembre 2009 sono le seguenti: Comune Bologna Sala Bolognese Ozzano Emilia Mordano Nome struttura Casa Famiglia Gesù Bambino Casa Famiglia Marta Casa Famiglia Madonna della tenerezza Casa Famiglia Madonna della Provvidenza Classi d'età Provenienza Tot. 0/3 4/6 7/10 11/14 15/17 Provin Fuori i Tabella 5 (Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII)

11 TREND ACCOGLIENZE Area Intervento Minori Tabella 6 (Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Nel 2009 vi sono stati 2 casi di reinserimento di minori accolti nella famiglia di origine e 1 caso di passaggio ad altra comunità di accoglienza; questo spiega il differenziale tra i dati al dicembre 2009 (tabella 5) e i dati complessivi dell anno (tabella 6). La provenienza dei minori accolti è prevalentemente dalla provincia. Le Case-famiglia rappresentano per il territorio una integrazione all azione svolta dalle strutture presenti che rispondono alle problematiche relative allo stato di abbandono e di bisogno in generale dei minori in utenza presso le comunità dell area provinciale. La condivisione diretta con i minori in stato di disagio è il tratto distintivo dell azione dei membri delle Comunità che si realizza mettendo in atto un modello di intervento globale e integrato a più livelli attraverso l accoglienza a tempo pieno nella comunità educativa di tipo familiare, attraverso lo svolgimento di appropriate attività educative tese a valorizzare le potenzialità del singolo, attraverso una azione sociale che favorisca una cultura di sensibilità e prevenzione verso le cause del disagio. L intervento dal punto di vista qualitativo delle Case Famiglia si è sviluppato nell anno 2009 attraverso le seguente azioni: attività educative; 2 percorsi di accompagnamento per il reinserimento nella famiglia di origine; sostegno alla genitorialità (10 interventi); attività di sostegno scolastico (4 volte alla settimana); 1 colloquio mensile con lo psicologo per i minori in affido; 1 incontro mensile con i Servizi Sociali; attività ludico-ricreative (5 laboratori di educazione musicale); 2 volte all anno campi di condivisione realizzati in collaborazione con i Servizi Sociali aperti alla società provinciale; promozione e divulgazione delle tematiche inerenti l affido e l accoglienza (2 incontri all anno); uscite ludiche nel territorio 1 volta alla settimana; attività sportive circa 3 volte alla settimana. DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Gli ultimi dati disponibili registravano nel 2003: collocamenti in affido familiare consensuale/giudiziale inserimenti lavorativi/formazione professionale interventi socio-educativi individuali interventi socio-educativi in centri di aggregazione. Questi dati erano già allora chiari indicatori della domanda di: - sviluppo delle reti di soggetti impegnati nell'affidamento familiare - qualificazione delle risorse con servizi diversificati mediante l'incremento e la formazione degli operatori - potenziamento della capacità operativa e di rete delle strutture rispetto ai servizi e risorse del territorio. (Fonte: Piani di Zona e Servizi sociali territoriali)

12 OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Secondo l'osservatorio per l'infanzia e l'adolescenza dell'emilia-romagna, l'offerta di servizi nel campo dei minori e del collocamento in affido presso strutture di accoglienza residenziali si articola nelle seguenti risorse: Tipologia dell'offerta N. Attività di tutela dei minori dei servizi socio-territoriali v. Tab. 8 Centri provinciali per le famiglie 2 Presidi socio-assistenziali residenziali e semires. per minori e famiglie in 38 diffi Enti di ltà volontariato - Associazioni culturali con attività rivolte a famiglie e 88 Enti i di i volontariato - Associazioni sportive con attività rivolte a famiglie e 186 Enti i di i volontariato - Organizzazioni che associano famiglie e minori 59 Enti di volontariato - Organizzazioni di volontariato per famiglie e minori 243 Cooperative sociali (tipo A, B e C) con servizi per infanzia e famiglie in 48 diffi Ex IPAB ltà operanti nell'area infanzia e famiglie in difficoltà 9 Tabella 7 (Fonte: Regione Emilia-Romagna, Piani di Zona e Servizi sociali territoriali) Attività dei servizi socio-territoriali di tutela dei minori N. collocamenti in affido familiare consensuale/giudiziale 180 inserimenti lavorativi/formazione professionale 323 interventi socio-educativi individuali 402 interventi socio-educativi in centri di aggregazione 787 Tabella 8 (Fonte: Regione Emilia-Romagna, Piani di Zona e Servizi sociali territoriali) Attività dei Centri provinciali per le famiglie N. Accessi sportello informativo Colloqui di counseling familiare ed educativo Corsi e gruppi per genitori 370 Interventi di mediazione familiare 295 Contributi economici erogati 445 Famiglie coinvolte in progetti di accoglienza e reti 551 Tabella 9 (Fonte: Regione Emilia-Romagna, Piani di Zona e Servizi sociali territoriali) Presidi socio-assistenziali residenziali e semiresidenziali N. Posti Comunità educative Comunità di tipo familiare Comunità di pronta accoglienza 2 28 Centri diurni 2 20 Case-famiglia Totale Tasso di utilizzo Tasso minori in struttura x minori residenti 78,50% 2,57% Tabella 10 (Fonte: Regione Emilia-Romagna, Piani di Zona e Servizi sociali territoriali)

13 INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI AI QUALI L'ENTE VUOLE RISPONDERE CON IL PROGETTO Alla luce dei bisogni generali rilevati e dell'intervento specifico condotto attraverso le strutture sedi di attuazione del progetto, l'ente punta a rispondere ai seguenti bisogni specifici. BISOGNI SPECIFICI A. Crescita del numero dei minori in carico ai servizi sociali e dei casi in cui è richiesto il collocamento in affidamento presso famiglie affidatarie e strutture residenziali B. Aumento della richiesta di qualificazione e diversificazione degli interventi educativi rivolti ai minori in affidamento presso famiglie affidatarie e strutture residenziali INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO 1. Numero minori assistiti dai Servizi sociali 2. Numero di nuovi inserimenti in strutture di accoglienza di minori collocati in affidamento 3. Numero di contatti/colloqui con i Servizi sociali 4. Numero di percorsi di sostegno alla genitorialità 5. Numero di attività di sostegno scolastico 6. Numero di attività ludico ricreative 7. Numero di attività sportive 8. Numero di colloqui di terapia psicologica 9. Numero di reinserimenti familiari IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO 1. Nuovi minori in carico al Servizio sociale, per i quali viene data risposta positiva alla richiesta di collocamento in affidamento temporaneo nelle 3 strutture di accoglienza sedi di attuazione del presente progetto 2. Minori già attualmente collocati in affidamento temporaneo nelle 3 strutture di accoglienza sedi di attuazione del presente progetto, ai quali verrà offerta una gamma più vasta e qualificata di interventi educativi per il rasserenamento e rafforzamento del proprio sviluppo psico-fisico IDENTIFICAZIONE DEI BENEFICIARI DEL PROGETTO 1. Famiglie naturali dei minori in affidamento temporaneo, impegnate nel percorso di recupero del proprio equilibrio psico-fisico, nel ripristino di idonee condizioni socioeconomiche nonché nel consolidamento delle proprie capacità genitoriali 2. Contesto sociale d origine (paese, quartiere, città) in cui i minori destinatari del progetto vengono sottratti ai fattori di formazione del disagio sociale e alle dinamiche di sviluppo dei fenomeni di devianza 3. Istituzioni scolastiche che beneficiano di qualificati interventi educativi in ambito domestico rivolti ai minori destinatari del progetto 4. Rete dei servizi sociali operanti nel territorio delle sedi di attuazione del presente progetto, che si giovano di una rigenerazione delle risorse sociali del territorio, mediante il potenziamento della capacità ricettiva e la qualificazione dell azione educativa delle strutture di accoglienza ivi inserite

14 FONTI ISTAT: Censimento nazionale 2001 Regione Emilia-Romagna: Servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza Provincia di Bologna: Settore Programmazione Controlli e Statistica Comuni della provincia di Bologna: Uffici delle Anagrafi Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: Centro di documentazione Fonti specifiche: 1. La popolazione in provincia di Bologna, Rapporto al 31/12/2007 con schede demografiche per comune a cura del Servizio studi per la programmazione della Provincia di Bologna. E consultabile sul web agli indirizzi: e fiche.pdf 2. Piani di zona 2005/07 della provincia di Bologna in: Assessorato Sanità e Servizi Sociali della Provincia di Bologna: Rapporto sull offerta di servizi sociali, socio-sanitari ed educativi del territorio provinciale di Bologna (a cura di F. Paltrinieri e M. Michielli), Bologna E consultabile sul web all indirizzo: 3. Primo rapporto sui servizi e sulla condizione dell infanzia e dell adolescenza in Emilia-Romagna, a cura dell Osservatorio Infanzia e Adolescenza della Regione Emilia-Romagna e dell Assessorato alle politiche sociali e alle politiche educative per l infanzia e l adolescenza della Regione Emilia Romagna; pubblicato in: L. Campioni, A. Finelli, M. T. Tagliavento (a cura di), Crescere in Emilia-Romagna: primo rapporto sui servizi e sulla condizione dell infanzia e dell adolescenza, 2005 Edizioni Junior srl (BG). E consultabile sul web all indirizzo : wcm/infanzia/sezioni/osservatorio/primo_rapporto.htm PROVINCIA DI FERRARA La Provincia di Ferrara comprende 26 Comuni e occupa 2632 kmq. La popolazione residente nella Provincia è di abitanti. Il progetto interviene nella provincia di Ferrara e nello specifico nei seguenti comuni dove sono ubicate le case famiglia e le strutture sedi di attuazione del progetto: 2 case famiglia a Ferrara, 1 pronto soccorso minori a Cento, 1 una casa giovani a Bondeno FERRARA: la Popolazione residente nella città di Ferrara è di ab. Di questi sono i minori compresi nella fascia di età da 0 a 14 anni. DATI DEMOGRAFICI E STATISTICI IN RELAZIONE AL TARGET DEL PROGETTO La struttura e la composizione delle famiglie della provincia di Ferrara, con una dimensione media di 2,24 persone a nucleo risulta essere inferiore a quella nazionale e conferma la necessità di azioni trasversali a tutte le aree di sostegno alle famiglia, al lavoro di cura e alle politiche per i minori e i disabili, da parte delle amministrazioni locali. Anche la progressiva riduzione del tempo scolastico e delle risorse per l integrazione di minori svantaggiati, già in atto, produrrà conseguenze sulle realtà famigliari chiamate a farsi carico di situazioni non più gestite in maniera integrata dai servizi pubblici, prevalentemente statali. Ciò si ripercuote inevitabilmente sulle scelte a carico degli enti locali nelle diverse modalità di presenza e di ambiti di intervento territoriale. La crescente presenza di immigrati ha apportato di conseguenza anche un aumento dei minori stranieri presenti nel territorio ferrarese. Secondo quanto emerge dal Dossier 2006 I giovani ferraresi attraverso le statistiche, elaborato dall Ufficio Statistica del Comune e dal Rapporto L immigrazione a Ferrara, le caratteristiche demografiche della popolazione da rilevare sono: l aumento della popolazione anziana e l aumento della popolazione determinato dai flussi migratori. Fra le donne partorienti, sono in aumento quelle straniere. In conseguenza alle difficoltà

15 occupazionali di queste ultime, aumenta il bisogno di prese in carico di minori stranieri da parte dei Servizi sociali. In relazione al target del progetto si evidenziano i seguenti dati demografici: PROFILO DEMOGRAFICO DINAMICO DEL TERRITORIO INDICATORI PRIORITARI: SERIE STORICA POPOLAZIONE 0-14 ANNI FONTE: Servizio Statistica Reg. Emilia- Romagna POPOLAZIONE RESIDENTE POPOLAZIONE STRANIERA Prov ZONE SOCIALI TOTALE RESIDENTE ANNO ANNO ANNO ANNO ANNO ANNO FE FERRARA CENTRO-NORD FE FERRARA OVEST FE FERRARA SUDEST FERRARA EMILIA ROMAGNA Minori e famiglie problematiche: Minori (0-18 anni) Dati totali della Provincia Dati percentuali Minori residenti nella Provincia di Ferrara (al 31/12/2004) (al 31/12/2006) Nuclei familiari (al 31/12/2005) Nuclei familiari in carico ai Servizi Sociali - di cui stranieri ,18% 0,28% Minori in carico ,26% del totale prov 04 - di cui disabili certificati 96 3,89% - di cui stranieri non accompagnati 11 0,37% - di cui stranieri 838 0,58% Minori con provvedim. di tutela Minori con provvedim. di affido ai Serv.Soc. Minori con provvedim. di vigilanza Minori con provvedim. penale Minori con provvedim. di allontanamento Interventi socio-educativi individuali 25 Interventi socio-educativi di aggregazione 71 Violenze e maltrattamenti sui minori Anche gli episodi di violenza rappresentano una drammatica realtà che spesso si consuma in silenzio tra le mura domestiche e colpisce soprattutto donne e minori. Nella tabella sono presentati i casi emersi in provincia da questo silenzio ma rappresentano solo una piccola parte del problema emerso da questo silenzio: Violenze e maltrattamenti sui minori in carico ai Servizi Sociali nella Prov, di Ferrara al 31/12/2006 Violenza Maltrattamento Maltrattamento Violenza assistita sessuale fisico psicologico Distretto Centro Nord Distretto Ovest Distretto Sud Est Totale

16 Fonte: dati resi disponibili dai Servizi minori del Territorio: Ferrara, Copparo, Cento, Bondeno, Portomaggiore, Codigoro. Di questi minori descritti sopra alcuni sono accolti presso le strutture dell Ente interessate al progetto e presenti nel territorio. Si tratta di 2 Case famiglia, di 1 Pronto Soccorso in emergenza per minori anche neonati e di 1 casa famiglia indirizzata soprattutto ad adolescenti e giovani con problematiche di disagio sociale e abuso: STRUTTURA FERRARA: Nucleo Famigliare Compagno FERRARA: Casa famiglia Madre Teresa CENTO: Pronto Soccorso Minori Angeli Custodi MINORI ACCOLTI DISTURBO ACCERTATO - Disabilità psicofisica - Maltrattamenti e abuso - Disabilità fisica - Sindrome Down, abbandono - Sindrome di Rett, abbandono - Disagio sociale - Disabilità psicofisica - Disagio sociale - Disagio sociale - Disagio sociale - Maltrattamenti e abuso PROVENIENZ A GEOGRAFIC A Campo Rom Italia Kossovo Siria Italia Nigeria Rom Italia Italia Italia Cina PERCORSO ACCO- GLIENZA AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL AUSL BONDENO Casa Giovani Beppe e Gianni 2 - Maltrattamenti e abuso - Disagio sociale Italia Italia AUSL AUSL INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO Bisogni specifici rilevati per utenti minori sul territorio della Provincia di Ferrara I dati presentati testimoniano come le problematiche relative ai minori siano una drammatica realtà che, per essere affrontata, necessita di risorse importanti: una risposta qualificata deve necessariamente riguardare l accoglienza soprattutto in strutture di tipo famigliare e disponibili a farsi carico anche di minori disabili, e/o adolescenti e/o stranieri. Analizzando i dati della Provincia, appare evidente come, nonostante lo sforzo nell ambito della promozione di politiche di accoglienza e tutela dei minori, a fronte di 2596 minori a carico dei servizi sociali, solamente 153 (il 6% circa) è inserito in strutture diversificate come comunità di tipo familiare, educative o centri diurni che però non sono necessariamente collocate nel territorio ferrarese. Inoltre sempre analizzando i dati SISA emerge l esiguità di accoglienze sul territorio di minori disabili a carico dei servizi sociali: a fronte di 96 certificati solamente 3 sono inseriti in strutture residenziali o semiresidenziali. Tra questa tipologia di minori che maggiormente richiedono interventi mirati, sono da annoverare i minori con ritardo mentale certificato. A questo proposito, occorre segnalare le numerose richieste, giunte alla nostra Associazione, di inserimento temporaneo o permanente in strutture di tipo familiare, nel periodo cerniera (compreso tra i 17 e i 18 anni), di minori adolescenti con ritardo mentale non certificabile, in particolare utenti di sesso femminile, che hanno subito abusi proprio nel contesto familiare e pertanto non possono farvi ritorno. Anche sul fronte dei minori stranieri cresce l urgenza di dare risposte adeguate all aumento dei bisogni che necessitano di interventi diversificati. In particolare aumenta la richiesta di accoglienza di minori stranieri non accompagnati in Pronte accoglienze e Case-famiglia. Un altro punto che affiora dai dati è l aumento delle prese in carico di minori stranieri irregolari, frequentemente assistiti dai Servizi insieme alla madre, che richiedono strutture specifiche per madrebambino/i. Possiamo dunque individuare un bisogno specifico nell emergenza adolescenti che necessitano di un allontanamento famigliare e accanto a questo appare evidente un altra criticità nel territorio provinciale riguardante la scarsità di famiglie o realtà famigliari

17 affidatarie disponibili ad accogliere minori disabili e la scarsità di famiglie o realtà famigliari disponibili ad attivarsi in casi di emergenza per un minore, anche neonato, per il quale si abbia necessità indifferibile di allontanamento dalla famiglia (pronto soccorso minori). A questi bisogni vuole contribuire a dare risposta il progetto. IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO Come si evince da quanto sopra dimostrato, l obiettivo del nostro progetto riguarda: - adolescenti problematici e/o disabili e/o con disagio sociale - minori prima infanzia/neonati anche per accoglienze in emergenza INDIVIDUAZIONE DEI BENEFICIARI I beneficiari che il progetto intende raggiungere attraverso un potenziamento delle risorse e una qualificazione degli interventi mirati, sono molteplici: - Le sedi dell ente che già da anni sul territorio ferrarese fanno accoglienza al loro interno di minori (dalla prima infanzia all adolescenza) con problematiche molteplici - Le famiglie dei minori già accolti e le famiglie dei minori che, attraverso il progetto, si andranno a raggiungere in futuro - la Provincia di Ferrara, il suo Distretto Centro Nord, i comuni di Cento e Bondeno che, attraverso l accoglienza concordata e in convenzione nelle strutture dell ente di minori della prima infanzia e di adolescenti problematici, potranno contare sulla rete di case famiglia e di strutture di pronta accoglienza presenti sul territorio ferrarese e gestite dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI In questo contesto di riferimento, pur riconoscendo l importanza della presenza sul territorio di iniziative a favore dei minori, promosse dai Piani per la Salute e il Benessere dell AUSL, dalla Provincia di Ferrara dall Assessorato alle Politiche sociali del Comune, da enti privati o dall associazionismo e dal volontariato, dai dati si deduce che occorre ancora sviluppare interventi per dare risposte ai bisogni della popolazione target che richiede di: Incrementare la capacità di accoglienza temporanea, permanente o di emergenza di minori e adolescenti (periodo tra i 13/14 e 17/18 anni) in situazione di disagio e potenziare interventi di sostegno per i genitori con particolare riguardo a quelli stranieri. Aumentare l offerta di posti in pronta accoglienza indifferibile che può essere di emergenza e divenire successivamente temporanea o permanente di minori della prima infanzia, anche neonati, che vivono in situazioni a rischio. Qualificare i percorsi specifici individualizzati volti al recupero dell autonomia individuale e sociale dei minori e degli adolescenti accolti nelle sedi di progetto implementando le loro attività ludico-ricreative e di sostegno scolastico Sensibilizzare il territorio attraverso incontri e dibattiti sulle tematiche del disagio giovanile, dello sfruttamento e della violenza sui minori OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI PER MINORI: Significativo è l impegno degli Enti Locali nella provincia di Ferrara, dei privati e di molte associazioni di volontariato e del terzo settore nell ambito della promozione di politiche di accoglienza e tutela dei minori, dell affidamento familiare e in comunità, come certificato anche dai Piani Attuativi 2009 e dai Piani per la salute e il benessere e sociale di Zona Triennali

18 Da segnalare inoltre il coordinamento del Tavolo Minori Gruppo Affido, attivato in Provincia, che ha visto la partecipazione di operatori dei servizi sociali e delle politiche familiari dei Comuni, dei servizi sanitari dell'azienda USL e dei rappresentanti dell'associazione delle Famigli Affidatarie e che ha avviato il primo piano provinciale di intervento annuale di promozione dell'affidamento familiare allo scopo di promuovere l'affidamento e il volontariato familiare, nonché le altre forme di sostegno e mutuo aiuto fra le famiglie. Da segnalare anche la costituzione di un Tavolo di confronto e pianificazione, promosso dalla Provincia in attuazione alle indicazioni regionali di cui alla DGR 2608/2002, con gli Enti titolari e gestori delle funzioni in materia di minori, Il Centro Giustizia Minorile di Bologna, le Istituzioni scolastiche e il Forum del Terzo settore che ha elaborato e approvato un piano degli interventi finalizzati alla realizzazioni di attività di contrasto alle forme di abuso e maltrattamento in danno ai minori. Riassumendo L offerta di servizi analoghi a quelli proposti nel progetto vede, in provincia di Ferrara, i seguenti posti disponibili all accoglienza residenziale di minori con provvedimenti di allontanamento famigliare: SERVIZI, RISORSE INFORMALI, DOMANDA ESPRESSA E DOMANDA SODDISFATTA AMBITO SOCIALE E SOCIO-SANITARIO provincia di Ferrara AREA MINORI POSTI E UTENTI AL fonte sips: sistema informativo politiche sociale FE FE FE Prov FERRARA Distretto Comunità di pronta accoglienza Utenti Posti totali Comunità di tipo familiare Posti Utenti totali Comunità educativa Posti Utenti totali MINORI INSERITI IN STRUTTURA Centro diurno Posti Utenti totali Centro Nord Ovest Sud Est Reg.EMILIA ROMAGNA PROVINCIA DI RAVENNA CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO La provincia di Ravenna conta abitanti. L Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è presente nel territorio ravennate dal 1983 con strutture quali Case Famiglia e 1 Laboratorio di avviamento al lavoro, accogliendo minori e disabili in difficoltà. La tabella seguente indica il numero di abitanti nei Comuni ove è presente l Associazione, accompagnato dal numero di famiglie e dal numero di componenti per famiglia, dati utili per successive analisi relative alle problematiche familiari.

19 Comuni N. abitanti (dati al 20/01/2010) N. Famiglie (dati al 31/12/2008) N. medio di componenti per famiglia (dati al 31/12/2008) Ravenna ,2 Faenza ,3 Lugo ,3 Cervia ,3 Russi ,2 Tabella 8 (Fonte: Istat) DATI DEMOGRAFICO-STATISTICI E BISOGNI GENERALI RIFERITI AL TARGET DEL PROGETTO Il primo dato da cui occorre partire è la composizione percentuale della popolazione residente per età e per genere. Un confronto tra i dati dal 2000 e il 2007 fornisce indicazioni utili. La popolazione in generale è aumentata del 6,5%. In particolare è in forte crescita la popolazione più giovane fino ai 14 anni di età anche se, essendo da anni il tasso di natalità molto basso, le fasce demografiche giovanili sono destinate ad assottigliarsi in maniera acuta nei prossimi 10 anni. Si consideri, inoltre, che sull aumento del tasso di natalità e sulle tendenze demografiche incide il numero di immigrati stranieri. Infatti, la crescente presenza di stranieri ha contribuito al ringiovanimento della struttura per età della popolazione: da una parte perché gli immigrati stessi sono per la maggior parte giovani, dall altra per la loro più alta prolificità. Nel periodo si è assistito ad una modificazione della struttura della popolazione che si è ripercosso sul fabbisogno di servizi sociali: è aumentato, infatti, il fabbisogno di istruzione e di servizi sociali per l infanzia e i minori. Un dato rilevante riguarda i minori in carico ai servizi sociali territoriali per varie e diverse problematiche individuali che, nel 2006, erano pari a 4.025, di cui un terzo stranieri. Minori in carico ai servizi sociali territoriali per problematiche individuali, anno 2006 Con disagi Con gravi Handic Handicap Coinvolto in o patologie Gestanti Handicap Handicap ap sensoriale In stato di procedura relazi psichiatri e madri fisico plurimo psichic uditivo/vi adottabilità penali onale che o o sivo scolas fisiche tico v.a v.a v.a v.a v.a v.a v.a v.a v.a Raven na Lugo Faenz a Prov. di Raven na Region e 3.17 Emilia- 286 Roma gna Lavoro minorile (non dovuto a tratta) Minore a rischio maltratta -mento/ abuso Solo con problema tiche familiari Straniero irregolar e Straniero non accompagnato Tossicodipendente Vittima di violenze Totale minori Ravenna Lugo Faenza Provincia

20 di Ravenna Regione Emilia Romagna Tabella 9 (Piano Provinciale per la Promozione delle Politiche di Tutela e Accoglienza dell Infanzia e dell Adolescenza Provincia di Ravenna - Anno 2009) La presa in carico da parte dei Servizi Sociali è riferibile prevalentemente a problematiche economiche-abitative dei nuclei familiari a cui i minori appartengono, un dato che evidenzia la crescita del livello di povertà delle famiglie. Nei tre distretti e nel triennio si evidenzia un trend in crescita anche per le problematiche socio-educative e per il numero di nuclei familiari con grave conflittualità, dati che testimoniano la presenza di fattori di rischio per la crescita e lo sviluppo dei minori. I dati testimoniano come le problematiche relative alla violenza quali: gravi conflittualità, abbandono, abuso nei confronti dei minori e nella dinamica intrafamiliare, costituiscono una realtà presente che richiede risorse e la messa in campo di modalità organizzative dei servizi sociali e sanitari più efficaci nel contrastare il fenomeno. I disabili certificati ai sensi della L. 104/92 dal servizio di Neuropsichiatria Infantile sono un terzo dell utenza complessiva del Servizio nel 2007 e costituisce circa il 2% della popolazione scolastica a livello provinciale. Ai minori disabili a livello territoriale viene garantita assistenza dal Consorzio per i Servizi Sociali, inserendo gli utenti in percorsi di scolarizzazione e/o di formazione professionale. Con le risorse assegnate si riesce a far fronte alle priorità ma non alle necessità complessive, soprattutto quelle legate a condizioni non solo di svantaggio, ma anche di disagio sociale. La gravità di molti minori, peraltro, non esaurisce nel curriculum scolastico il bisogno di una assistenza permanente, specializzata, e, talvolta, di sostegno e sollievo alle famiglie. E la ragione per la quale un certo numero di minori disabili usufruisce anche di servizi aggiuntivi: un supporto educativo a domicilio (5), la frequentazione di centri pomeridiani (16). In alcuni casi si è reso necessario, per disposizione dell autorità giudiziaria, laddove a condizioni di handicap si sono sovrapposte condizioni di forte rischio per la tutela del minore con conseguente allontanamento familiare, il ricovero presso strutture residenziali. In tutti e tre i distretti è in crescita il numero di nuclei con 1 o entrambi genitori stranieri, assistiti dai Servizi Sociali nei 3 anni di riferimento 30,9% (2004), 34,3% (2005) e 40,8% (2006). Nella tabella seguente vengono rappresentati i dati relativi alle adozioni internazionali e nazionali e il numero di allontanamenti dei minori disposti dall Autorità Giudiziaria nella provincia di Ravenna con decreto di allontanamento dalla famiglia al I dati evidenziano che i minori allontanati dalla famiglia sono complessivamente 89. Nel territorio sono inoltre stati realizzati 86 affidi etero familiari e parentali e 9 su 86 sono riferiti a minori stranieri (10%). Si riporta la seguente tabella al fine di leggere il dato anche a livello di distretto. Minori con intervento di affidamento familiare e a parenti; interventi iniziati, conclusi ed in corso al 31/12 di ciascun anno in provincia di Ravenna, anni iniziati concl In usi corso ANNO 2005 Totale Totale Totale Etero familiare consensuale a tempo pieno Etero familiare consensuale part time Etero familiare giudiziale a tempo pieno A parenti consensuale a tempo pieno A parenti giudiziale a tempo pieno Totale ANNO 2006

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