CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Regionale Veneto SETTORE EMERGENZA SISTEMA REGIONALE DI FORMAZIONE. Corso per operatori CRI Settore Emergenze
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- Filippa Carraro
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1 CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Regionale Veneto SETTORE EMERGENZA SISTEMA REGIONALE DI FORMAZIONE Corso per operatori CRI Settore Emergenze Istruttori Nazionali di Protezione Civile CRI
2 OBIETTIVI DELLA LEZIONE - Conoscere cenni di etica - Conoscere le basi dei rapporti con i mass media - Conoscere le basi dei rapporti con l esterno - Conoscere le basi dei rapporti con i beneficiari
3 Legge 266/91 sul volontariato: Attività di volontariato è quella prestata ad altri in modo personale, spontaneo, gratuito, senza fini di lucro anche indiretto, ed esclusivamente per fini di solidarietà sociale CRI I
4 All Art. 2 si parla di Gratuità Attenzione alla dignità della persona umana Spirito di solidarietà CRI I
5 Il volontariato è un attività privata che per sua natura incontra l area del pubblico CRI I
6 Interviene in situazioni e affronta problemi che non possono non interessare le pubbliche istituzioni CRI I
7 In linea di principio generale tra i due campi si stabilisce non solo una buona convivenza ma anche una rete di collaborazioni CRI I
8 LA RESPONSABILITA Il volontario si fa carico del bisogno che vede, dell iniziativa che valuta necessaria CRI I
9 DONO Se la gratuità è il segno distintivo di ogni volontario, il dono è la qualifica morale della sua azione CRI I
10 DONO Il volontario dona il suo tempo, le sue competenze professionali, le sue attitudini umane e relazionali, senza alcuna aspettativa di ricompensa e di pagamento diretto o indiretto CRI I
11 SERVIZIO Riferito all opera del volontario, indica il comportamento solerte e disinteressato di chi si fa prossimo alla sofferenza e all emarginazione CRI I
12 LA FORMAZIONE Gratuità, rispetto della persona, spirito di solidarietà: sono valori che vanno continuamente coltivati e approfonditi CRI I
13 LA FORMAZIONE Per il volontariato è dunque indispensabile un impegno formativo continuo che permetta alla persona una crescita costante CRI I
14 Etica del volontario C.R.I. Cura nell'aspetto e nell'abbigliamento Dobbiamo sempre avere un aspetto pulito e ordinato Evitiamo di indossare indumenti non adatti ad eseguire il servizio di volontariato Se ci è stata fornita, utilizzare sempre in servizio la divisa Le scarpe devono essere idonee per affrontare qualsiasi tipo di Intervento, meglio se alte per proteggere la caviglia I capelli, se lunghi, devono sempre essere raccolti Evitare il trucco e gioielli vistosi L'abito non fa il monaco, ma molto fa la prima impressione. Ricordiamoci del tipo di servizio che andiamo a svolgere... CRI I
15 Etica del volontario C.R.I. Il Volontario deve sempre: Mantenere la calma Riconoscere i propri limiti Evitare manovre a rischio per l assistito Evitare manovre a rischio per sé stesso Evitare manovre a rischio per i colleghi Concentrarsi su ciò che sta facendo Evitare comportamenti irriverenti Non divulgare a terzi notizie riservate e senza autorizzazione Presentarsi come volontario CRI I
16 Etica del volontario C.R.I. Il Volontario non deve mai: Comportarsi da eroe Rischiare pur di portare soccorso Mettersi a discutere o a litigare durante un servizio Far agitare l assistito Dimenticarsi che sta violando l'intimità del paziente Eseguire manovre che non conosce Fidarsi di persone non competenti Farsi prendere dal panico Far fare ad altri manovre che non conoscono Allontanarsi senza motivo dall area di intervento CRI I
17 DOMANDE?
18 Analisi del ruolo dei Mass-media e delle informazioni in situazioni di crisi Catastrofe - Tragedia - Dramma - Disastro - Calamità - Sciagura Terra inquieta - Sventura - Male oscuro - Sferzata crudele - Ventata distruttiva - Bombardamento sismico Sobbalzo catastrofico, tradimento sciagurato - Catastrofe cosmica - Fatale 6 Maggio - Via crucis sui monti maledetti - Esplosione di malumore della terra, eco prolungata e spaventosa della furia geologica - La maledizione che si sta abbattendo su questa terra - Forze scatenate della natura contro la quale non esiste difesa - Che brutto destino, porcaccia, malora! E non c è niente da fare, non vi è forza che si possa opporre. CRI (Titoli quotidiani Terremoto in Friuli, 1976) I
19 Comunicazione con Mass Media Gli effetti reali di un evento vengono conosciuti col passare del tempo, perciò occorre governare la comunicazione in modo progressivo. CRI I
20 Comunicazione con Mass Media Sotto la spinta di capi o Mass-media si tende a dare, invece, risposte immediate, precise e puntuali, anche se non si hanno dati certi CRI I
21 Comunicazione con Mass Media E meglio comunicare che non conosciamo adesso tutto, ma che con il tempo potremmo risolvere il problema. CRI I
22 DOMANDE?
23 Comunicazione Esterna Questa comunicazione risente, ancor oggi, della storica diffidenza dei cittadini verso le istituzioni. CRI I
24 Comunicazione Esterna Per accrescerne la fiducia occorre personalizzare l informazione alla popolazione che vive in aree a rischio o che è vittima di catastrofi con linguaggi diretti, semplici e chiari. CRI I
25 Comunicazione Esterna Si aumenta così la percezione del rischio (conoscenza, coscienza e autodifesa), che porta ad affermare, in ogni porzione di territorio, il concetto di rischio accettabile, che non è una formula matematica, ma un patto tra istituzioni preposte al soccorso e la popolazione residente in aree critiche. CRI I
26 Comunicazione Esterna Lasciare a coloro che hanno la funzione di coordinamento, l incombenza di comunicare all esterno sia con le autorità che con i mass-media. CRI I
27 Quando siamo in servizio e portiamo la divisa rappresentiamo in tutto e per tutto il volto dell associazione. Pertanto è necessario tenere un comportamento corretto e coordinato: siamo l associazione CRI I
28 Non dimentichiamolo mai, anche con la pratica e con l esperienza, che spesso sconfinano nella routine: ricordiamoci sempre che dietro ogni catastrofe ci sono persone. CRI I
29 Giungere sul posto con la necessaria calma unitamente alla competenza per l'intervento. Ci si dovrà muovere con la piena consapevolezza dei compiti affidati a ciascuno dei membri, per svolgere un intervento coordinato e non caotico CRI I
30 Si dovrà essere in grado di riconoscere particolari stati d'ansia dovuti alla situazione, e si dovrà essere in grado di valutare quei semplici interventi relazionali che possano ridurre tali stati d'ansia. CRI I
31 Si dovrà parlare alle persone facendosi riconoscere (identità e qualifica) e parlare per descrivere gli interventi che ci si accinge a svolgere CRI I
32 Ci si dovrà preoccupare di salvaguardare l'intimità fisica e la dignità delle persone, si dovrà quindi valutare con sensibilità interventi che possano togliere le persone da situazioni di disagio CRI I
33 Si dovrà ascoltare con attenzione le richieste dell'infortunato e con cura, se possibile, eseguirle dimostrando attenzione e disponibilità; si dovranno inoltre fare domande alle persone per poter avere informazioni utili alla risoluzione della situazione CRI I
34 Si dovrà mostrare interesse per gli argomenti trattati dalle persone anche quando questi siano confusi o magari con una esposizione non corretta e si cercherà di dare risposte veritiere soprattutto dovrà riconoscere l'importanza dell'apporto della persona stessa e quindi dovrà cercare la massima collaborazione CRI I
35 Il nostro intervento è finalizzato a soccorrere persone sconosciute che forse non rivedremo mai più. Non sarebbe assolutamente etico e professionalmente corretto approfittare della situazione di disagio e di urgenza in cui si opera per invadere l intimità altrui CRI I
36 La persona che soccorriamo ricerca in noi qualcuno capace di aiutarlo e difenderlo dalla sofferenza; non rispettandone la privacy aumenteremmo il suo disagio e la sua mancanza di autonomia, distruggendo le sue aspettative di supporto e di aiuto. CRI I
37 DOMANDE? CROCE ROSSA ITALIANA - COMITATO REGIONALE VENETO SETTORE EMERGENZA
38 REALIZZATO DA: I.P.C. vds Ferrarese Alberto
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