MONITORAGGIO DELLE AVVERSITA BIOTICHE Modulo patologia viticola 3CFU
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- Fulvio Borrelli
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1 Università degli Studi di Sassari DIPARTIMENTO DI AGRARIA Sezione di Patologia vegetale - Entomologia MONITORAGGIO DELLE AVVERSITA BIOTICHE Modulo patologia viticola 3CFU Contatto mail: vprota@uniss.it DOCENTE Dott.ssa Vanda Prota
2 Gli argomento che verranno trattati riguarderanno le principali affezioni sistemiche descritte nel corso di Patologia viticola: agenti eziologici responsabili di virosi e fitoplasmosi Il corso si svilupperà soprattutto con lezioni pratiche in campo ed in laboratorio; gli studenti, affiancati al docente, saranno coinvolti attivamente in tutte le operazioni pratiche di monitoraggio di un vigneto perché possano acquisire pratica di campo e di laboratorio finalizzate a progetti di miglioramento sanitario. In tal senso si lavorerà nel monitorare dei vigneti scelti per tale finalità; si effettueranno osservazioni dei sintomi, nei periodi più indicati per la loro massima espressione: si imparerà a riconoscere i sintomi specifici delle malattie sistemiche in studio ed a scegliere i campioni più adatti per indirizzarli ai test di laboratorio. Verranno effettuati anche indagini di carattere epidemiologico relativamente ai vettori coinvolti nella loro diffusione, ed in tal senso verranno raccolti con apposito retino gli insetti insetti ritenuti responsabili della diffusione di (cocciniglie e cicaline), virus e fitoplasmi. Anche per essi saranno effettuati saggi di diagnosi in laboratorio con tecniche che gli studenti stessi acquisiranno e metteranno in pratica. Si imparerà espiantare gli apici meristematici, tecnica valida per l eradicazione di virus dalla vite ed i percorsi di selezione per il miglioramento sanitario della vite
3 La vite è una delle più importanti colture al mondo per varietà di prodotti da essa derivati, primo fra tutti il vino. Più patogeni a carattere sistemico determinano: - calo di produzione, - peggioramento della qualità dei frutti, - alterazioni delle caratteristiche organolettiche e qualitative del prodotto - riduzione del vigore e della longevità delle piante, con perdite economiche quantificabili in milioni di euro ogni anno.
4 Lo studio riguarderà di patogeni che possono colpire la vite in modo sistemico VIRUS, FITOPLASMI, VIROIDI Essi una volta penetrati nella pianta raggiungono il floema e si diffondono a lunga distanza determinando l infezione. LA DISTRIBUZIONE NON E UNIFORME NEI TESSUTI: CIO COMPLICA NON POCO LE OPERAZIONI DI PRELIEVO DI CAMPIONI UNIFORMI IN CAMPO Tutte le parti della piante vengono colpite a (talee, marze, tuberi, bulbi, rizomi) ciò vuol dire che, se vengono utilizzate per la moltiplicazione della pianta madre contribuiscono alla diffusione anche del patogeno
5 FITOPLASMI MORFOLOGIA al microscopio elettronico FITOVIRUS bacilliformi isometrici tubuliformi filamentosi
6 STUDIO DELL AGROECOSISTEMA AGRARIO Potenziali sorgenti d inoculo all esterno (in azzurro) e all interno (in arancione) di una coltivazione e modalità di trasmissione
7 Arricciamento VIROSI Accartocciamento Legno riccio Malattia delle enazioni Solo di malattie da virus, ad oggi ne sono state segnalate 53, causate da 20 generi virali diversi
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10 Studio di malattie virali emergenti GPGV
11 Fitoplasmosi Giallumi DELLA VITE
12 Giallumi Cannonau Vermentino Semidano Italia
13 STUDIO EPIDEMIOLOGICO Metodi di trasmissione Propagazione vegetativa (innesto) Ponte cuscuta Materiale di propagazione Auchenorrinchi provvisti di apparato boccale pungente succhiante
14 INSETTI VETTORI Auchenorrinchi provvisti di apparato boccale pungente-succhiante Hyalesthes obsoletus Scaphoideus titanus Legno nero Flavescenza dorata CUSCUTA VIA SEME? INNESTO COMMERCIO MATERIALE INFETTO
15 Pseudococcidi responsabili della diffusione del virus
16 Trasmissione per nematodi Xiphinema index Attività trofica in dettaglio sull apice radicale GFLV Ceppo giallume infettivo
17 TRASMISSIONE TRAMITE COCCINIGLIE GLRAV-1, 2, 3 Femmina di Pseudococcus longispinus
18 DIAGNOSI: - di CAMPO NEI PERIODI PIU ADATTI PER l osservazione dei SINTOMI e la cattura degli insetti vettori - Saggio sierologico: ELISA - Saggio biomolecolare: RT-PCR, real Time RT- PCR
19 DIAGNOSI: - monitoraggio in campo nei periodi più adatti per l osservazione dei sintomi ed il prelievo dei campioni idonei per i saggi - esecuzione di tecniche immuno - enzimantiche e biomolecolari in laboratorio
20 Visite di campo finalizzate: - alla cattura per l indagine di insetti potenziali vettori responsabili dei contagi a brevi distanze Exitianus capicola Hyalesthes obsoletus Goniagnatus guttulinervis
21 IN LABORATORIO Gli studenti saranno coinvolti personalmente nell esecuzione di test diagnostici, su campioni provenienti dal campo e che forniranno allo studente approfondimenti necessari per la corretta comprensione delle tecniche diagnostiche precedentemente illustrate a lezione. In tal senso lavoreremo in campo sierologico eseguendo test immuno-enzimatico ELISA, utilizzato per evidenziare la presenza di virus
22 TECNICA Immuno-enzimatica ELISA il cui scopo è quello di accertare la presenza di un certo patogeno (virus ad es.) utilizzando un anticorpo specifico Protocollo di esecuzione: 1 fase: sensibilizzazione della piastra; reagente: Antisiero al virus (antigene) che si vuole determinare Le IgG si fissano alla parete del pozzetto. 2 fase: addizione dell antigene reagente: Antigene contenuto nei tessuti vegetali. Intrappolamento del virus da parte degli anticorpi. 3 Fase: addizione del coniugato; reagente: IgG fosfatasi alcalina (AP). L anticorpo coniugato all AP si fissa all antigene. 4 Fase: addizione di p-nitrophenyl fosfato. reagente: PnPP. Idrolisi enzimatica con formazione di PnP e comparsa del colore giallo.
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24 Il saggio ha lo scopo di accertare la presenza di un patogeno (antigene) tramite l utilizzo di anticorpi specifici Micropiastre
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26 METODI MOLECOLARI: Amplificazione genica PCR ed RT- PCR
27 CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE Profili in RFLP con l enzima Mse I di ampliconi di PCR - Nested in gel di agarosio al 2%. Primer R16(I)F1/R1 M=Marker; C=sottogruppo 16SrI-C ( Psammotettix alienus ); B=sottogruppo 16SrI-B ( Psammotettix alienus ); X=sottogruppo 16SrII-E ( Calendula arvensis ); A=sottogruppo 16SrXII-A ( Goniagnathus guttulinervis ).
28 Il materiale di propagazione sano e certificato dal punto di vista genetico è il punto di partenza per la buona riuscita della propagazione vivaistica e della produzione di campo
29 Schema di Miglioramento Sanitario Clone selezionato certificato Verifica agronomica Indexaggio Saggi di laboratorio (ELISA, PCR) Selezione di campo Standard
30 Lo step al quale dobbiamo mirare: LA CERTIFICAZIONE SANITARIA
31 Un altro percorso percorribile in parallelo per il raggiungimento di materiale certificato:l espianto meristematico
32 Espianto e coltura in vitro di meristemi apicali Espianto meristematico 0,2/0,5 um)
33 Allevamento di plantule derivate da espianto in vitro di meristemi apicali
34 Allevamento di piante derivate da meristemi apicali
35 DIFESA a carattere preventivo - utilizzo di barbatelle sane cioè certificate (selezionato sia sotto il profilo sanitario che genetico) presso un vivaio - scelta del terreno esente da nematodi in particolare da X. index - utilizzo di un campo che non abbia ospitato piante di vite da almeno qualche anno (perché potrebbe continuare a nutrirsi dei residui radicali lasciati nel terreno) e che sia distante da fico e rosa, anch essi ospiti del nematode - Inefficacia dei trattamenti con formulati nematocidi (ad es: fumiganti a base di un'emulsione concentrata di 1,3- Dicloropropene al 94%) che non arrivano oltre il metro di profondità dove si potrebbero trovare gli X. sulle radici residue
36 Lotta - Utilizzare materiale di propagazione certificato; - impianto in terreni esenti da X. index. Punti critici Per i vivaisti: il materiale di moltiplicazione (talee e barbatelle) va raccolto da piante madri esenti da GFLV, a seguito di accertamenti con saggi di laboratorio o biologici. I terreni devono essere esenti da X. index. Le parcelle di piante madri ( portinnesti e marze) devono distare almeno 10 metri dagli impianti commerciali circostanti ed isolati dall afflusso di acque superficiali. Per i viticoltori: realizzare i nuovi impianti su terreni esenti da nematodi e con materiale di propagazione certificato.
37 Obiettivo FINALE della certificazione è la qualificazione delle produzioni vivaistiche. In particolare, essa si prefigge di mettere a disposizione degli operatori agricoli materiali di propagazione SANI e GENETICAMENTE CERTI CERTIFICAZIONE significa l utilizzo di STRUMENTI LEGISLATIVI che regolino la produzione e la commercializzazione del materiale di propagazione vegetale OBBLIGATORI VOLONTARI Motivazioni ed obiettivi Esigenza di disporre di materiale di propagazione sano e geneticamente "certo sollevata da tempo ai diversi livelli della filiera vivaistica necessità di adottare per i materiali di propagazione requisiti armonizzati a livello comunitario
38 Selezione clonale e sanitaria: strumento per il recupero e la valorizzazione dei vitigni locali La selezione sanitaria e clonale consiste nella individuazione, nell ambito di uno stesso vitigno, di piante possibilmente esenti da alterazioni di probabile origine virale, ma in caso contrario, all eventuale risanamento.
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