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1 3. Piano Provinciale Affidamento familiare e in comunità Triennio Ai sensi di: - Deliberazione di C.R. n. 615 del 16/11/ Determinazione regionale del Servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza n del 20/12/

2 Indice: 1. Caratteristiche del fenomeno: dati ed evoluzione negli ultimi anni. 2. Le risorse presenti sul territorio. 2.1 Il ruolo della Provincia: il coordinamento tecnico affido. 2.2 Organizzazione dei servizi territoriali. 2.3 Equipe centralizzata per l affidamento familiare: presenza e caratteristiche 2.4 Protocolli e linee guida. 2.5 Risorse dell accoglienza comunitaria e familiare. 2.6 Iniziative di formazione e sensibilizzazione attuate. 3. Gli obiettivi provinciali. 4. Il programma annuale degli interventi anno 2005: azioni previste, risorse finanziarie, ripartizione risorse, schede di intervento. 5. Gli interventi - schede sintetiche. 5 a) Intervento n. 1 5 b) Intervento n. 2 5 c) Intervento n. 3 29

3 1. Caratteristiche del fenomeno: dati ed evoluzione negli ultimi anni. Tabella 1.a Popolazione minorile residente al 01/01/2004. Popolazione 0-17 anni zona nord zona sud Totale provincia Tabella 1. b Minori in carico al Servizio Tutela minori per problematica sottesa: zona nord. devianza 1,6% disagio familiare psichico 2,6% maltrattamento 1,7% stato di abbandono trascuratezza 1% 2,2% separazione/divorzio 10,5% affido preadottivo internazionale disagio familiare per 1% dipendenza/e patologica 1,3% abuso 0,9% affido preadottivo nazionale 0,4% devianza procedimento penale 0,3% disagio familiare 40,1% disagio familiare n. 863 difficoltà economiche n. 771 separazione/divorzio n. 225 disagio familiare psichico n. 56 trascuratezza n. 47 maltrattamento n. 38 devianza n. 36 disagio familiare per dipendenza/e patologica n. 28 stato di abbandono n. 22 affido preadottivo internazionale n. 22 abuso n. 21 difficoltà economiche 35,9% affido preadottivo nazionale n. 9 devianza procedimento penale n. 7 30

4 Tabella 1. c Minori in carico al Servizio Tutela minori per problematica sottesa: zona sud. disagio familiare per abbandono dipendenza/e patologica 1,9% 2,1% maltrattamento trascuratezza 2,1% 1,9% abuso disagio familiare psichico 1,9% 2,1% devianza 3% separazione/divorzio 10% difficoltà economiche 35% affido preadottivo internazionale 1,9% affido preadottivo nazionale 0,1% disagio familiare 38% disagio familiare n. 379 difficoltà economiche n. 332 separazione/divorzio n. 93 devianza n. 28 disagio familiare per dipendenza/e patologica n. 23 maltrattamento n. 21 disagio familiare psichico n. 19 abuso n. 17 trascuratezza n. 17 abbandono n. 16 affido preadottivo internazionale n. 16 affido preadottivo nazionale n. 1 Tra i più importanti interventi realizzati a favore della popolazione minorile da parte dei servizi territoriali locali, senz altro rileva l istituto dell affidamento familiare o in comunità familiare. Infatti, un nucleo familiare può attraversare momenti di disagio e di particolare difficoltà che non si esprimono necessariamente in una forma esplicita di abbandono morale e materiale dei figli/e, ma in situazioni di sofferenza per i bambini o ragazzi che, se prolungata attraverso la permanenza nelle famiglie di origine, potrebbero incidere negativamente sul loro sviluppo. In questi casi, l inserimento di minori in famiglie affidatarie o comunità familiari così come educative come previsto dalla Legge 184/83, costituisce un necessario intervento di protezione a garanzia del diritto ad una crescita armonica in attesa di un cambiamento del nucleo di origine. Rispetto agli interventi considerati, riportiamo i dati relativi alle due zone: 31

5 Tabella 1.d zona nord. Tipologia di intervento N. interventi realizzati nell anno 2003 N. interventi realizzati nell anno 2004 Variazione n. interventi anno 2004 rispetto anno affido consensuale affido giudiziale TOTALE AFFIDO FAMILIARE inserimento in struttura residenziale Inserimento in struttura residenziale con madre Inserimento in struttura semiresidenziale TOTALE INSERIMENTO IN STRUTTURA TOTALE COMPLESSIVO (+%) Tabella 1.e zona sud. Tipologia di intervento N. interventi realizzati nell anno 2003 N. interventi realizzati nell anno 2004 Variazione n. interventi anno 2004 rispetto anno affido a parenti affido etero familiare TOTALE AFFIDO FAMILIARE inserimento in struttura residenziale Inserimento in struttura residenziale con madre Inserimento in struttura semiresidenziale Emergenze TOTALE INSERIMENTO IN STRUTTURA TOTALE COMPLESSIVO (-%) 32

6 Come si evince dalle tabelle 1.d e 1.e, se il dato dell inserimento in struttura residenziale e semiresidenziale ha un andamento diverso nelle due zone (crescente nella zona nord, decrescente nella zona sud), invece i bisogni del territorio provinciale riminese circa il collocamento di minori in nuclei familiari di supporto a quelli d origine è in costante crescita: 9 affidi in più nella zona nord (aumento di poco meno del 20%), 5 in più nella zona sud (aumento del 10%). Infatti, da una parte i provvedimenti del Tribunale per i Minorenni si orientano sempre più a considerare il nucleo familiare quale luogo più idoneo nel quale garantire la crescita armonica di un minore, dall altro la crescente presenza sul territorio di nuclei stranieri, privi di risorse economiche di reti parentali ed amicali fa sì che ai Servizi si rivolgano, sempre più numerose, famiglie con la richiesta di affidare il proprio figlio alle cure di un nucleo familiare per poter lavorare. Se nell ambito di un affido giudiziale spesso la formula utilizzata è quella di un collocamento residenziale, nelle richieste per affidi consensuali, le richieste sono legate agli orari di lavoro, generalmente stagionali o svolti in orari serali o con un inizio in orario estremamente mattiniero. I nuclei stranieri quindi e spesso, pur usufruendo dei servizi scolastici per l infanzia, non riescono a soddisfare con gli orari proposti dalla scuola le loro esigenze lavorative. Dunque, le modalità con le quali l affidamento familiare è praticato sono le più diverse: dall affidamento residenziale a quello diurno, a quello stagionale, o a solo qualche ora della giornata). Rimini città è, in genere, in grado di soddisfare le richieste dell utenza, poiché è proprio su questo territorio che hanno sede le associazioni di volontariato che si rivolgono alla promozione, formazione e cura delle famiglie che si aprono all esperienza dell affidamento familiare. Non altrettanto si può dire per i Comuni provinciali limitrofi. Nel corso degli anni la disponibilità delle famiglie residenti in questi territori si è sempre più affievolita fino a lasciare oggi, scoperti interi Comuni. In particolare, le zone maggiormente mancanti sono quelle nelle quali l attività lavorativa degli abitanti si rivolge all industria turistica: Riccione e Cattolica per la zona sud, Bellaria-Igea Marina, Santarcangelo di Romagna e Verucchio per la zona nord. Rispetto ai percorsi di affidamento seguiti dal personale aziendale negli anni precedenti, si rileva inoltre che: - alcune istruttorie su famiglie candidate all affidamento sono anche sfociate in gravidanze inattese e ben accolte, altre invece nella presa di coscienza rispetto al fatto che il desiderio di affido possa essere talvolta sintomo di bisogni altri che, opportunamente indirizzati, sollevano le persone da sensi di colpa e prevengono possibili danni che si verificherebbero in caso di affido fallito; 33

7 - la gestione per le equipe territoriali dei minori affidati, spesso è complicata dalle problematiche che l affidato e le sue radici scatenano all interno del nucleo affidatario. Le coppie, in particolare, sovente soffrono la propria scelta che, dopo un iniziale entusiasmo, si sente di dover ricalibrare in relazione allo stile di vita ed alle abitudini del minore e della sua famiglia d origine. 2. Le risorse presenti sul territorio. 2.1 Il ruolo della Provincia: il coordinamento tecnico affido. La Direttiva regionale 1378/2000 in materia di affidamento familiare riconosce alle Province della Regione Emilia-Romagna un ruolo di coordinamento delle attività relative alla promozione e qualificazione dell affidamento familiare, e in questa direzione si pongono le successive disposizioni regionali che prevedono l assegnazione di risorse per svolgere questo ruolo. Analogamente, la Deliberazione di Consiglio ragionale n. 394 del 30/07/2002, la Determinazione regionale n del 09/12/2002 e da ultimo la D.D. regionale n del 22/11/2004 a cura del Servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza stabilisce in capo ai coordinamenti tecnici provinciali i seguenti compiti: - stimolare la riflessione inerente le problematiche sull'affidamento, in particolare in funzione di supporto all orientamento delle scelte amministrative, svolgendo una funzione di coordinamento e impulso per la progettazione e la realizzazione delle azioni rivolte allo sviluppo e al sostegno dell'affidamento in ambito provinciale; - elaborare proposte di piani e programmi, in raccordo con le indicazioni programmatiche della Regione e con i Piani di Zona da sottoporre all approvazione degli organi dell Amministrazione provinciale, prevedendo anche eventuali interventi di rilevanza interprovinciale, soprattutto in materia di formazione e documentazione, da gestire d intesa tra più ambiti provinciali; - sovrintendere al monitoraggio dell andamento degli interventi previsti dai programmi e dai piani provinciali nelle forme, nei modi e nei tempi stabiliti dalla Regione Emilia-Romagna. A tal proposito sottolineamo che il presente piano è frutto di un lavoro di programmazione condivisa in prima battuta con gli operatori dell Ausl locale, e in seconda con i Comuni e il privato sociale interessato dal tema. E comunque negli intendimenti di questa Amministrazione perseguire l obiettivo della realizzazione di un coordinamento interistituzionale sempre più coeso e attivo in 34

8 ogni fase dello svolgimento dei compiti provinciali, che sia parte sostanziale e integrante di un organismo che elabora e sostiene la qualificazione delle rete di servizi e risorse territoriali a favore dei minori negli ambiti specifici appunto dell affidamento, dell adozione nazionale e internazionale e delle forme di abuso e maltrattamento. 2.2 Organizzazione dei servizi territoriali. L Az. Usl locale organizzata in due Distretti - Riccione e Rimini gestisce per conto dei 20 Comuni del territorio provinciale la delega in materia di minori. In ognuno dei due Distretti esiste un modulo tutela minori che predispone il personale (assistenti sociali e psicologi) per lo svolgimento dei compiti connessi agli affidamenti familiari e in comunità. 2.3 Equipe centralizzata per l affidamento familiare: presenza e caratteristiche. Rispetto al tema dell affidamento familiare, esiste una equipe centralizzata di ambito provinciale costituita a partire dal 1998 e composta dall assistente sociale coordinatrice degli affidamenti familiari, e dai rappresentanti del privato sociale interessato. Tale equipe si riunisce periodicamente - ogni due settimane - e si occupa della formazione delle coppie, della promozione dell affido - con convegni, iniziative ecc. -, della presentazione e discussione sui casi per i quali attuare l affidamento, del sostegno ai gruppi di mutuo aiuto costituiti dagli affidatari. Questo lavoro si incrocia con i compiti specifici della coordinatrice aziendale affidi, che sono quelli di seguire e valutare la situazione del minore qualora si profili la possibilità di inserimento in ambiente familiare, di curare i rapporti con la famiglia di origine dello stesso, di compiere una istruttoria/valutazione sulle coppie formate all affido e inviate dalle Associazioni che hanno promosso i corsi, di gestire la banca dati delle coppie disponibili, stabilire l abbinamento con la famiglia o il singolo disponibili, curare in collaborazione con l assistente sociale di riferimento i rapporti con il nucleo affidatario. La coordinatrice aziendale affidi è Dott.ssa Micaela Donnini - Az. Usl Distretto di Rimini, via Coriano, 38 tel. 0541/ mdonnini@auslrn.net. 2.4 Protocolli e linee guida. Nel territorio comunale di Rimini, la collaborazione tra l Az. Usl ed i rappresentanti delle Associazioni che si occupano di affidamento familiare è stata mantenuta nel tempo in un rapporto regolare di incontri che ha permesso di utilizzare al meglio le risorse disponibili. Il tempo ha anche fatto sì che tra rappresentanti delle associazioni ed operatori dell Azienda Usl vi sia rispetto delle proprie competenza e stima reciproca. 35

9 Tali associazioni, prevalentemente di matrice cattolica, svolgono da tempo sul territorio comunale di Rimini un importante compito di sensibilizzazione e formazione in tema di affidamento familiare. Esse stesse inoltre, dopo aver contattato, sensibilizzato e formato nuclei familiari e singoli disponibili all esperienza dell affidamento familiare, provvedono ad inviarli al coordinatore del gruppo affido aziendale per l effettuazione di una ulteriore serie di incontri propedeutici all abbinamento con i minori da affidare. 2.5 Risorse dell accoglienza comunitaria e familiare. Rispetto alle risorse dell accoglienza comunitaria, riportiamo i seguenti dati: Tabella 2.5. a: Servizi residenziali di accoglienza per minori nella Zona Nord Comune Tipologia di presidio Numero di Posti letto n. Numero utenti* servizi Rimini Comunità educativa Totale Zona Nord * Fonte SIPS rilevazione presidi anno anno 2003 La rilevazione SIPS sui presidi ci permette di rilevare anche che nel corso dell anno 2003 e nell ambito dei servizi multiutenza, nella Zona Nord sono stati ospitati n. 22 minori, di cui 4 in comunità madre bambino e n. 18 in case famiglia della Zona. Tabella 2.5. b: Servizi residenziali di accoglienza per minori nella Zona Sud Comune Tipologia di presidio Numero di Posti letto n. Numero utenti servizi Saludecio Comunità di tipo familiare Totale Zona Sud * Fonte SIPS rilevazione presidi anno 2003 Anche rispetto alla Zona Sud la rilevazione SIPS consente di rilevare che nel corso dell anno 2003 sono stati ospitati n. 23 minori presso case famiglia della Zona. Rispetto alle risorse dell accoglienza familiare, ricordiamo come già precedentemente indicato nelle tabelle 1.d e 1.e del paragrafo 1 che n. 55 sono gli affidamenti familiari realizzati nell anno 2004 (n. 46 nell anno 2003) nella Zona Nord, mentre n. 50 gli affidi realizzati nell anno 2004 (n. 45 nell anno 2003) nella Zona Sud. 36

10 2.6 Iniziative di formazione e sensibilizzazione attuate. Nell anno 2004 sia il Modulo Tutela Minori del distretto di Rimini sia la Provincia di Rimini hanno attuato iniziative di formazione che non si rivolgevano specificamente al tema dell affidamento di minori ma approfondivano aspetti strettamente correlati con esso. Infatti: a) il Modulo Tutela Minori del Distretto di Rimini ha realizzato il corso Valutare per recuperare, valorizzare, potenziare le capacità genitoriali in contesti genitoriali multiproblematici. Si tratta di una iniziativa rivolta agi psicologi, gli assistenti sociali e gli educatori del Modulo che ha perseguito l obiettivo di fornire strumenti per mettere a punto progetti finalizzati al recupero e alla valorizzazione delle capacità genitoriali presenti; b) la Provincia di Rimini ha realizzato il corso operatori in strutture di accoglienza residenziale e semiresidenziale per minori. Inoltre, le Associazioni Papa Giovanni XXIII e Famiglie per l Accoglienza, da tempo attive sul territorio provinciale sul tema dell affidamento familiare e componenti attivi dell equipe centralizzata affidi, hanno svolto nel corso degli anni 2004 e 2005 una serie di iniziative pubbliche che hanno riscosso una notevole partecipazione e attenzione da parte della cittadinanza e che di seguito indichiamo: c) Iniziative a cura dell Associazione Papa Giovanni XXIII luogo di svolgimento delle iniziative Riccione - : 17/03/2004: L affidamento familiare: affidarsi e fidarsi 31/03/2004: L amore ci rende unici 14/04/2004: Ricerca delle proprie origini e riconciliazione con esse 28/04/2004: La famiglia in difficoltà d) Iniziative a cura dell Associazione Famiglie per l Accoglienza luogo di svolgimento delle iniziative Rimini - : 17/11/2004: Persona, famiglia, accoglienza, educazione 03/12/2004: Persona, famiglia, accoglienza, educazione, seconda parte 19/01/2005: Il valore della famiglia: felicità desiderio e compito 11/02/2005: Il valore della famiglia: felicità desiderio e compito seconda parte 25/02/2005: Gruppo di auto aiuto affido 29/03/2005: Gruppo di auto aiuto affido 37

11 3. Gli obiettivi provinciali. Dall analisi delle caratteristiche del fenomeno e delle risorse presenti sul territorio nonché in conformità con gli obiettivi contenuti nelle linee di indirizzo regionale (D.D 18591/2004) ricaviamo i seguenti obiettivi triennali : - Sviluppo e consolidamento tavolo di coordinamento tecnico in materia di affidamento familiare. - Campagna di promozione affido familiare nelle istituzioni scolastiche per bambini in età prescolare e della scuola primaria. - Formazione famiglie candidate all affidamento. - Accompagnamento famiglie affidatarie. - Sostegno alla sperimentazione nuove forme di affidamento. - Formazione degli operatori delle equipe territoriali. 4. Il programma annuale degli interventi anno 2005: azioni previste, risorse finanziarie, ripartizione risorse. Il programma annuale degli interventi previsti nell anno 2005 rappresenta la prima di tre tappe annuali finalizzate al perseguimento e alla realizzazione degli obiettivi triennali indicati nel precedente paragrafo. Le azioni previste nell anno 2005 per il raggiungimento di tali obiettivi sono: - Sviluppo e consolidamento di tavolo coordinamento tecnico in materia di affidamento familiare. - Campagna di promozione affido familiare nelle istituzioni scolastiche per bambini in età prescolare e della scuola primaria. - Formazione operatori. In particolare sono previste: - la partecipazione di un rappresentante del gruppo aziendale affido al corso di formazione per operatori dell affido familiare Come lavorare con la famiglia di origine durante l affido familiare, Milano ottobre e novembre 2005; - la formazione congiunta operatori del distretto sociosanitario nord e sud (assistenti sociali e psicologi) sulla recuperabilità della famiglia di origine. 38

12 Le risorse finanziarie destinate all attuazione di tali interventi annuali ammontano a ,98 di cui ,98 come finanziamento regionale disposto con Determinazione regionale del Servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza n del 12/12/2003 ed ,00 sempre come finanziamento regionale disposto con Determinazione regionale n del 20/12/2004. Tale somma di ,98 verrà utilizzata per le seguenti attività: Denominazione attività Previsione di spesa anno 2005 Campagna di promozione affido familiare nelle ,49 istituzioni scolastiche per bambini in età prescolare e della scuola primaria Formazione operatori sulla ricuperabilità ,49 famiglia di origine 39

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