TUNISIA. NOTA CONGIUNTURALE (dicembre 2006)
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- Arnoldo Di Matteo
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1 TUNISIA NOTA CONGIUNTURALE (dicembre 2006) QUADRO MACROECONOMICO (stima) Popol. (milioni) 9,9 9,9 10,1 10,2 10,3 Tasso crescita 1,08 1,2 1,08 1,07 1,07 pop. Speranza di vita 73 73,2 73,3 73,4 73,6 Superficie kmq 163,6 163,6 163,6 163,6 163,6 mgl PIL (milioni di , , DT) Crescita PIL 5,6 5,6 5,0 5,3 6,0 Red. pr.capite 3.125, , DT Disoccupazione 14,9 13,9 13,5 14, % Tasso 2,7 3,6 2,0 4,2 3,5 d inflazione Exp (milioni DT) , , Import. (milioni , , DT) Saldo (milioni -3696,3-3809, DT) Tasso cambio 1,3 1,2 1,3 1,3 1,3 DT/$ Deb. Est milioni dt Servizio del 17,2 17,9 17,1 12,9 debito Debito 50,3 47,3 totale/pil Investimenti/PIL 24,2 24,5 22,2 22,6 Deficit di - 2,9-2,0-2,9 3,2 3,1 bilancio Dati relativi alla Tunisia: fonte INS, Istituto Nazionale delle Statistiche. 1
2 La situazione macroeconomica della Tunisia è fondamentalmente solida, benché sia caratterizzata da un elevato tasso di disoccupazione, un rilevante e cronico deficit commerciale e un sistema bancario da riformare. La nuova legge finanziaria del 2007, decisa dal Presidente della Repubblica nell ambito del Programma presidenziale battezzato per la Tunisia di Domani, mira a diminuire la pressione fiscale sugli utili delle aziende (dal 35% si è passati al 30%) e l IVA sui prodotti di lusso (dal 29 al 18%), sostituita dalla tassa sul consumo (pari al 10%). La nuova legge finanziaria mira anche alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo economico per raggiungere un tasso di crescita del 6% (attualmente quello reale è del 5,5%) e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il Governo ha indicato tra le priorità del bilancio 2007 quelle di equilibrare sviluppo economico e sociale, occupazione, la creazione della società dell informazione e una stabilità fiscale. La crescita economica del 5,0% registrata nel periodo evidenzia che, la graduale liberalizzazione dell economia sta producendo i suoi frutti in termini di produttività e diversificazione e ciò grazie all attuazione da parte delle autorità tunisine di programmi di riforma che hanno interessato tutti i settori, con particolare riferimento all incremento dei flussi esportativi ed allo sviluppo del settore manifatturiero. Il settore tessile rappresenta, a partire dai primi mesi del 2005 (alla fine di febbraio, infatti, già si era registrato un calo del 15% delle esportazioni tessili verso l Europa), con l entrata in vigore dello smantellamento dell accordo multifibre, il principale problema economico del Paese, che è continuamente rimarcato dalle autorità locali in cerca di soluzioni e appoggi dai Governi europei. A questo proposito c è da rimarcare gli accordi con la Turchia che il Paese ha concluso in questo settore per aumentare la reciproca collaborazione. Recentemente sono stati varati dal Governo una serie di aiuti finanziari per le aziende che passeranno dalla «sub-traitance» alla «co-traitance» e al prodotto finito, poiché solo puntando sulla qualità e in generale posizionandosi sui prodotti di gamma media, si pensa di essere in grado di affrontare la concorrenza internazionale (lasciando la fascia bassa ai paese asiatici e quella alta all Europa). Nell undicesimo anno di partenariato con l UE, la Tunisia entra sempre di più nella fase cruciale di attuazione dell Accordo di Associazione e vede avvicinarsi la scadenza fondamentale del 2008 per il completamento dell area di libero scambio con i Paesi dell Unione. In questo periodo il Paese ha intrapreso importanti riforme strutturali, adottando una serie di misure economiche, suggerite dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, mirate alla ristrutturazione dei principali settori dell economia: in particolare, il Programma di mise à niveau per la modernizzazione del settore industriale. Passi avanti sono stati compiuti anche in tema di liberalizzazione del commercio, degli investimenti e delle privatizzazioni. In questo contesto molto positivi sono i giudizi rilasciati sulla economia tunisina da organismi internazionali quali il the Economist Intelligence Unit Limited» che conferma una crescita economica di oltre il 4,8% nel 2005 e del 5,5% per il Il riequilibrio dei fondamentali dell economia e la costante e coerente prosecuzione d una politica economica avveduta, hanno prodotto un miglioramento dell immagine del Paese, soprattutto al livello del rating che è attribuito dalle agenzie internazionali, rendendo, così più facile l accesso ai mercati finanziari internazionali. 2
3 Rischio Paese : valutazione globale Secondo la Dun & Bradstreet ad aprile 2005 la valutazione globale del rischio per la Tunisia è «DB2c» che indica basso grado di incertezza commerciale associato a ritorni di investimento, anche se fattori interni potrebbero contribuire ad un maggior grado di volatilità dei ritorni degli investimenti in un prossimo futuro. L indicatore di rischio DB fornisce una valutazione comparativa a livello internazionale del rischio che comporta l effettuazione di operazioni commerciali in un paese considerando: il rischio politico, il rischio commerciale, il rischio macroeconomico e il rischio esterno. Fattori di rischio Dagli ultimi dati pubblicati dal Governo risulta che nel 2004 il deficit della bilancia commerciale della Tunisia è leggermente aumentato del 3,8% a 3,81 miliardi di dinari. Le importazioni sono cresciute del 13,0% (a TND 15,9 miliardi), contro un incremento delle esportazioni del 16,6% (a TND 12,1 miliardi). Tuttavia, nel 2004 il deficit delle partite correnti è sceso al 2,0% del PIL, contro il 2,9% del 2003, grazie soprattutto all ottima performance dei servizi e delle rimesse; i proventi derivanti dai servizi sono aumentati del 17,7% per merito delle ingenti entrate del turismo, mentre le rimesse sono cresciute del 13,2%. E previsto, però, per il 2005 un deterioramento della bilancia commerciale a causa dello sviluppo delle importazioni, in conseguenza della maggiore domanda interna e degli investimenti fatti in tale settore. Tuttavia, a gennaio del 2005 la bilancia commerciale ha registrato un leggero calo dello 0,5%, indotto dalla diminuzione sia delle importazioni che delle esportazioni; le esportazioni sono scese dell 1,5%, mentre le importazioni sono diminuite dell 1,5% su base annua. Nel 2005 la bilancia dei pagamenti in generale beneficerà dell aumento degli afflussi finanziari e di capitali, tra cui gli IDE. Nel 2006 l economia si è mantenuta solida e si è avuta una crescita del 5,3%. Anche le prospettive relative al credito ed ai pagamenti dovrebbero migliorare insieme alle prospettive economiche in generale. Il settore del turismo e quello dell agricoltura (le principali fonti di occupazione del Paese) hanno registrato ottimi risultati nel 2006 e si prevede un andamento analogo per il Inoltre, le prospettive fiscali continuano ad essere espansionistiche, dato che il Governo continua a focalizzare la sua attenzione su programmi di sviluppo sociale volti a ridurre il livello di disoccupazione. Tuttavia, il rischio commerciale del settore tessile è aumentato nel 2005 con la fine dell Accordo Multi Fibre, che ha incrementato la concorrenza dei paesi asiatici. Un altro settore che desta preoccupazione è quello bancario, a causa delle irregolarità riscontrate, come i debiti non pagati da imprenditori vicini al Governo ed i prestiti concessi senza adeguate garanzie ad imprenditori che hanno investito in progetti turistici infruttuosi. Le ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente Zine al-abidine Ben Ali hanno fatto aumentare le speranze di una riforma bancaria. Tanto è vero che sono previste una serie di privatizzazioni. Le previsioni continuano ad essere favorite dalla stabile situazione politica, anche se qualche elemento di preoccupazione si è registrato recentemente nel Paese in tal senso, facendo balenare il pericolo di un imprevedibile lotta per la successione in una fase cruciale per il programma di sviluppo economico. Tuttavia, non si prevede un cambiamento dell orientamento politico; il Governo sta puntando su un economia di mercato e su maggiori opportunità di lavoro. 3
4 Banche e politica monetaria Il Governo ha annunciato una serie di misure che favoriranno l accesso ai capitali di investimento per le piccole e medie imprese. Fino ad oggi, infatti, la scarsa possibilità di accesso al credito è stata individuata come ostacolo principale alla creazione di nuove aziende in Tunisia. Il Presidente Ben Ali si è posto come obiettivo da raggiungere entro il 2009 (a partire dal 2005) la creazione di nuove piccole e medie imprese, sia per aumentare il tasso di crescita dell economia sia per abbassare il numero dei disoccupati (soprattutto tra i laureati) che sta diventando piuttosto preoccupante. In quest ottica a febbraio 2005 il Governo ha creato la banca delle piccole e medie imprese con un capitale iniziale di 50m di dinari tunisini, questo capitale sarà aperto al settore privato in una data non ancora stabilita. La Banca Centrale di Tunisia continua la sua politica di far fluttuare il dinaro in risposta al variare del rapporto tra dollaro e euro, lasciando la moneta più debole nei confronti dell euro e piuttosto forte rispetto al dollaro. Il deprezzamento del dinaro rispetto all euro nel 2004 ha aiutato la crescita delle esportazioni verso l Europa della Tunisia. Privatizzazioni Le Autorità hanno rallentato il processo di privatizzazione negli ultimi anni. In realtà fino agli ultimi mesi del 2004, soltanto un numero esiguo di public holding è era stato venduto. Questo significa che la maggior parte delle 30 aziende che comparivano sulla lista delle privatizzazioni del 2004 sono ancora da vendere. E stata invece portata a termine la privatizzazione del 33,5% della Banque du Sud, mentre è ancora da realizzare quella del 35% della Société Nationale di distribuzione di petrolio (SNDP), la sesta azienda in Tunisia in termini di turnover, e il 76% dei Magasin Général. L azienda di Stato delle telecomunicazioni (Tunisie Telecom TT) non era nella lista delle privatizzazioni del 2004, ma è stata aggiudicata nel corso del 2006 da una società di Dubai, nonostante le previsioni avessero ipotizzato una vittoria dei francesi o degli italiani. A partire dal 1987 sono 190 le aziende che sono state privatizzate, tuttavia nel 2003 e 2004 si è assistito ad una situazione di stallo, che si è risollevata tra il 2005 e il INTERSCAMBIO COMMERCIALE Principali paesi di sbocco per le esportazioni tunisine 2005 (% sul totale) Francia 29,3% Italia 19,7% Germania 9,1% Spagna 5,2% 4
5 Principali Paesi di origine delle importazioni tunisine 2005 (% sul totale) Francia 28% Italia 25% Germania 10,5% Spagna 6,0% I risultati del commercio estero tunisino nel corso del 2006 sono stati caratterizzati da una continuità con i risultati del 2005 che hanno conosciuto una forte progressione dopo un periodo di stagnazione degli anni precedenti. La dipendenza dell economia tunisina dagli scambi con l estero è notevole in quanto le esportazioni e le importazioni rappresentano rispettivamente il 30% e il 40% del PIL. L 80% dell interscambio è realizzato con l Unione Europea, con la quale a partire dal 2001 si è avviata la fase di abbattimento tariffario prevista dall Accordo di Associazione. Secondo i dati della classifica 2004 dell indice di apertura economica (Index of Economic Freedom), la Tunisia è stata classificata all 83 posto (mostly unfree) con un voto generale di 3,14 su 5 e con un voto di 5 relativo al grado di protezionismo per la politica di commercio estero. Peraltro, secondo il The Heritage Foundation Institute specializzato nella classifica dei paesi secondo l indice di liberalizzazione economica, la Tunisia è classificata al 58 posto col grado di economia principalmente liberalizzata". La Tunisia ha intrapreso la liberalizzazione del proprio commercio con l estero nel 1990, divenendo membro del GATT. Ad oggi, il commercio estero è retto dalla legge n del 7/3/1994. Sono previsti tre regimi di importazione: - i prodotti liberi all importazione che rappresentano il 90% dei prodotti importati; - i prodotti esclusi dal tale regime e sottomessi ad autorizzazione all importazione dal Ministero del Commercio, ovvero i prodotti della sanità, dell igiene, della sicurezza, della protezione della flora e della fauna, e altri beni (tappeti, vini) particolarmente protetti. - i prodotti esclusi a titolo transitorio dal regime della libertà, e sottomessi a speciale autorizzazione (vetture da turismo). BILANCIA COMMERCIALE TUNISINA - PRIMI 6 MESI DEL TRIENNIO (in milioni di DT) 1 DT. : 0,65 TOTALE PRIMI 6 MESI 2004 PRIMI 6 MESI 2005 PRIMI 6MESI 2006 VAR.% 05/04 VAR.% 06/05 IMPORTAZIONI 7.610, , ,5 10,6 12,5 ESPORTAZIONI 6.135, , ,4 9,8 10,7 DEFICIT COMM , , ,1 13,6 19,8 TASSO DI COPERTURA % 80,6 80,1 78,8-0,7-1,6 5
6 Principali IDE stranieri in Tunisia al 30 ottobre 2005 (Stock). Nel novero delle imprese elencate non sono contabilizzate quelle del settore energetico e parte di quelle che producono o operano per il mercato interno. Paese N. Investimenti in milioni di DT Impieghi Aziende Francia , Italia , Germania Belgio , Svizzera , G.B , Fonte: Ministère du Développement et de la Coopération Internationale Come accennato sopra, in Tunisia gli investimenti stranieri beneficiano di un attenzione particolare. La loro evoluzione, in rapida ascesa, ha fatto si che attualmente essi finanzino il 10% degli investimenti produttivi, generino il 34% delle esportazioni ed abbiano creato 1/6 degli impieghi. La Tunisia attraversa la fase avanzata di un processo di sviluppo e di rinnovata apertura, iniziato più di dieci anni fa con l avvio del programma di privatizzazioni e di ammodernamento dell economia (programme de mise à niveau) che ha stimolato i finanziamenti e gli investimenti esteri come dimostrano i notevoli aumenti dei flussi netti: gli investimenti esteri diretti verso la Tunisia si sono attestati a 870 Milioni di Euro in media annua nel corso degli ultimi dieci anni, contro i 756 Milioni di USD realizzati dal Marocco ed i Milioni di USD realizzati dall Egitto, mercati di taglia decisamente più grande. Nello stesso tempo, la Tunisia ha assorbito il 6% dell insieme dei flussi d investimento destinati al continente africano. Questi contributi di capitali hanno permesso di coprire i quattro quinti del deficit corrente tunisino (612 Milioni di Euro, in media annua). Dal 1990 al 2005 gli investimenti diretti stranieri sono cresciuti in maniera esponenziale. Nel 1990 essi erano 57,7 Milioni di Euro, nel solo 2004 hanno raggiunto i milioni di Euro in Tunisia sono presenti imprese straniere, di cui europee, delle quali nel settore manifatturiero (tessile abbigliamento, meccanico, metallurgico, cuoio e calzature, chimico elettrico, ecc.), 160 nel settore alberghiero ed animazione, 156 imprese di servizi (informatica telecomunicazioni, consulenza), 59 imprese nel settore dell energia e 65 nell agricoltura. Circa l 80% delle imprese del settore manifatturiero si sono stabilite in Tunisia per riesportare la totalità della loro produzione in altri paesi, oltre la metà di queste imprese sono società a capitale interamente straniero A fine 2004, lo stock complessivo degli investimenti diretti stranieri è ammontato a dinari tunisini ,8 Milioni di dinari che al cambio attuale corrispondono ad oltre a 13 miliardi di Euro. I principali investitori stranieri sono la Francia (23,9%), l Italia (22,6%), la Spagna (8,5%), la Germania (8,3%), la Gran Bretagna (5,5%) e gli USA (4,3%). Andamento dell interscambio commerciale con l Italia Per quanto riguarda l interscambio con l Italia (che resta il secondo partner dopo la Francia), si riconferma il saldo positivo in favore del nostro Paese, grazie ad un forte incremento delle esportazioni dall Italia alla Tunisia nel settore agroalimentare (+87%) che compensano la leggera flessione della voce energie e lubrificanti (-22), mentre l incremento delle esportazioni italiane nel settore industrie meccaniche ed 6
7 elettriche, a sua volta, compensa la flessione delle nostre esportazioni nel tessile e abbigliamento. IMPORTAZIONI TUNISINE DALL ITALIA : (VALORE : in DINARI TUNISINI) 1 DT. : 0,65 PRIMI 6 MESI 2005 PRIMI 6 MESI 2006 VAR. % 06/05 TOTALE Agroalimentare Energia & Lubrificanti Miner. Fosf. & Derivati Tessile & Abb Ind. Mecc. & Elettriche Altre Ind Manifatturiere Fonte: dati INS In ogni caso energia e lubrificanti costituisce una voce importante, ma un altra voce che lo è altrettanto è quella del tessile e abbigliamento, dove le esportazioni dalla Tunisia all Italia superano regolarmente le importazioni in Tunisia dall Italia, grazie alla presenza di migliaia di aziende europee (tra cui centinaia di italiane) delocalizzate in Tunisia, che producono in questo paese, per poi riesportare in Europa. Come già sottolineato, anche il settore agroalimentare ha contribuito al saldo positivo per l Italia della bilancia commerciale, a fronte infatti di una crescita del 87% delle esportazioni dall Italia alla Tunisia, è stata registrata una flessione del 2% nel flusso opposto. ESPORTAZIONI TUNISINE VERSO L ITALIA : 1 DT. : 0,65 (VALORE : in DINARI TUNISINI) PRIMI 6 MESI 2005 PRIMI 6 MESI 2006 VAR. % 06/05 TOTALE Agroalimentare Energia & Lubrificanti Miner. Fosf. & Derivati Tessile & Abb Ind. Mecc. & Elettriche Altre Ind. Manifatturiere
8 Fonte: dati INS L imprenditoria italiana è presente con circa 700 imprese sul territorio che impiegano circa persone per un totale d investimenti, cumulati negli anni, che ha raggiunto a fine 2005, 944 milioni di Dinari (566 Milioni di Euro). Nel 2005 sono sorte in Tunisia 60 nuove imprese a capitale italiano e sono stati effettuati o sono in corso di realizzazione 26 nuove estensioni d imprese. Continua pertanto l interesse delle aziende italiane verso questo Paese, testimoniato sia da numerose delegazioni di imprenditori in visita, sia da molteplici iniziative private e pubbliche che vi si realizzano. Per divisione merceologica, troviamo al primo posto il tessile ed abbigliamento (46%) dove operano circa 265 imprese piccole e medie. In questo settore va segnalata la presenza di noti gruppi industriali come BENETTON, ELDO, il Gruppo Tessile MIROGLIO-GVB (con tre unità produttive in Tunisia), il Gruppo MARZOTTO, e CUCIRINI. Gli altri investimenti italiani si sono diretti verso i settori chimico e gomma (3%), elettrico ed elettronico (8%), edilizia, trasporti, turismo (6%), meccanico e metallurgico (7%), agroalimentare ed agricolo (9%), cuoio e calzature (10%), servizi (3%) e altro (16%). Nel 2001 si è costituita un importante joint-venture per la produzione di vino su una estensione di circa 650 ha da parte della ditta siciliana CALATRASI. Occorre segnalare l importante investimento effettuato dalla ditta umbra COLACEM che dopo aver acquistato il cementificio CAT (Ciments Artificiels de Tunisie) ha avviato una profonda ristrutturazione degli impianti di produzione che ha portato il totale dell investimento ad oltre 80 milioni di Euro. Di rilievo anche la recente acquisizione delle fonderie SOFOMECA da parte delle Fonderie Fratelli Mora SPA di GAVARDO (BS). Il valore dell operazione ammonta a 2,5 milioni di Euro Grandi imprese italiane hanno investito anche nei settori dell energia (ENI, AGIP, SNAM PROGETTI), del trasporto (FIAT AUTO, FIAT IVECO -quest ultima ha creato una nuova linea di produzione a Sousse Centro-Est del Paese, FIAT AVIO, PIAGGIO), dei grandi lavori ed delle opere di costruzione (TODINI, ANSALDO, CARTA ISNARDO). Sono inoltre presenti l ALITALIA che assicura i collegamenti aerei con tre voli quotidiani da e per l Italia, nonchè le società MESSINA, TARROS, GRIMALDI, LAURO, BONGIORNO srl, SIRIO, FAGGIOLI, STC-SOCIETÀ TRASPORTI COMBINATI che gestiscono trasporti marittimi ed intermodali di merci tra l Italia e la Tunisia. Attiva anche in Tunisia la SIMEST che ha finanziato alcuni progetti di creazione di investimenti nel Paese a favore di PMI italo-tunisine. La Tunisia è il Paese mediterraneo in cui si sono maggiormente concentrati i suoi investimenti. Interessante il progetto di un polo calzaturiero finanziato dal Ministero del Commercio Internazionale con i fondi sugli studi di fattibilità. Sono inoltre presenti in Tunisia con propri uffici di rappresentanza il Monte dei Paschi di Siena, la Banca di Roma e la Banca Intesa. Il Gruppo San Paolo IMI detiene una partecipazione azionaria del 5,61% nella BIAT. 8
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