PAPER INFORMATIVO. L Ente Provincia nel Sistema integrato di interventi e servizi sociali. Il contesto socio-economico della Provincia di Roma

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1 PAPER INFORMATIVO L Ente Provincia nel Sistema integrato di interventi e servizi sociali A cura di Daniela Bucci Il contesto socio-economico della Provincia di Roma A cura di Roberto Fantozzi

2 L ENTE PROVINCIA NEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI Con l approvazione della Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali (lex 328/00) viene ridefinito, in Italia, il profilo complessivo delle politiche sociali. La scelta del legislatore è di adottare, come modus operandi, la programmazione degli interventi e delle risorse, l operatività per progetti, la verifica sistematica dei risultati, in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni. La legge si inserisce in un filone di riforme istituzionali tendenti alla valorizzazione delle comunità locali e delle Istituzioni ad esse più vicine, i Comuni, ridisegnando le competenze dei soggetti chiamati alla definizione degli interventi sul territorio. Il modello di welfare comunitario, disegnato dalla legge, è caratterizzato da una forte opzione federalista. Capovolgendo la sequenza tradizionale circa i livelli territoriali di competenza degli Enti pubblici, essa indica dapprima il ruolo dei Comuni, poi quello delle Province, quindi passa alle Regioni e infine allo Stato. Nel nuovo quadro delineato dalla riforma, le Province perdono le tradizionali funzioni gestionali, ma concorrono all attività di programmazione delle politiche sociali. Secondo le modalità definite dalle Regioni, raccolgono informazioni sui bisogni e le risorse presenti a livello provinciale, offrono supporto e sostegno alla progettazione da parte dei Comuni e promuovono azioni di formazione per gli operatori sociali. L articolo 7 della legge 328/00 non attribuisce loro funzioni specifiche ed esclusive di governo, ma piuttosto un compito generale di concorso e supporto sul piano conoscitivo, formativo e programmatorio. Una buona opportunità, non vincolata, da valorizzare con l iniziativa sul campo. E proprio l esperienza della prima tornata di Piani di Zona ha messo in evidenza come il coinvolgimento delle Province dia maggiori garanzie di tenuta del sistema complessivo, sia per il ruolo di accompagnamento tecnico che esse possono offrire, sia per la competenza a livello di sistemi informativi e analisi dei dati sull offerta sociale. Art. 7. (Funzioni delle Province) 1. Le Province concorrono alla programmazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali per i compiti previsti dall articolo 15 della legge 8 giugno 1990, n. 142, nonché dall articolo 132 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, secondo le modalità definite dalle Regioni che disciplinano il ruolo delle Province in ordine: a) alla raccolta delle conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse rese disponibili dai Comuni e da altri soggetti istituzionali presenti in ambito provinciale per concorrere all attuazione del sistema informativo dei servizi sociali; b) all analisi dell offerta assistenziale per promuovere approfondimenti mirati sui fenomeni sociali più rilevanti in ambito provinciale fornendo, su richiesta dei Comuni e degli Enti locali interessati, il supporto necessario per il coordinamento degli interventi territoriali; c) alla promozione, d intesa con i Comuni, di iniziative di formazione, con particolare riguardo alla formazione professionale di base e all aggiornamento; d) alla partecipazione alla definizione e all attuazione dei Piani di Zona. 2

3 Le indicazioni del Piano socio-assistenziale regionale Se la riforma nazionale dell assistenza ha modificato profondamente il ruolo e le funzioni che le Province si trovano ad esercitare nel campo delle politiche sociali, indicazioni specifiche per la Provincia di Roma provengono dal Piano socio-assistenziale regionale Più dettagliatamente, nel documento elaborato dalla Regione Lazio: le Province concorrono alla programmazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuovono l integrazione delle politiche sociali con le altre politiche settoriali con particolare riferimento a quelle attive del lavoro, della formazione professionale, dell istruzione, dell educazione e della pianificazione territoriale. In particolare esse: - promuovono la realizzazione di forme associative a livello distrettuale; - svolgono una funzione di coordinamento e di sostegno ai Comuni dei rispettivi territori, ad eccezione del Comune di Roma che si rapporta direttamente con la Regione; - promuovono la partecipazione degli Enti del Terzo settore alla programmazione; - partecipano alla definizione dei Piani di Zona, assicurando il necessario supporto informativo e tecnico, anche avvalendosi di osservatori provinciali sulle politiche sociali; - svolgono funzioni di rilevazione dell offerta dei servizi e delle strutture socioassistenziali, socio-educativi e socio-sanitari presenti nel territorio di competenza; - individuano, in collaborazione con le Asl, i servizi di dimensione sovradistrettuale; - provvedono alla raccolta delle conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse rese disponibili dai Comuni e da altri soggetti istituzionali presenti in ambito provinciale; - svolgono una funzione di monitoraggio degli interventi; - coordinano la rilevazione dei dati sui servizi anche al fine di realizzare il sistema informativo sociale regionale; - promuovono, d intesa con i Comuni, iniziative di formazione, con particolare riguardo alla formazione professionale di base e all aggiornamento; - predispongono piani provinciali in materia di immigrazione e svolgono una funzione di coordinamento e verifica degli interventi realizzati dai Comuni e dalle associazioni iscritte all albo nazionale di cui al D.Lgs. 286/98.

4 IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DELLA PROVINCIA DI ROMA Alla luce delle indicazioni contenute nel Piano socio-assistenziale regionale e considerato il nuovo ruolo delle Province sia dal lato della programmazione che da quello della progettazione dei servizi sociali, proponiamo senza alcuna velleità di completezza un quadro d insieme della situazione socio-economica presente nella Provincia di Roma, cercando ove possibile di differenziare l analisi dei dati per il solo Capoluogo e per i restanti Comuni della Provincia. Nel seguito approfondiremo quei fenomeni che delineano, sia direttamente che indirettamente, lo scenario a cui fare riferimento nella definizione delle politiche sociali. 1. Scenario demografico nella Provincia di Roma La popolazione residente nella Provincia di Roma al 31 dicembre 2004 è risultata pari a unità, di cui nel solo Capoluogo e negli altri Comuni della Provincia. Le famiglie presenti sono state pari a (di cui nel Capoluogo e negli Altri Comuni), con un incremento dello 0,8 per cento rispetto al Come è possibile osservare dalla tabella 1.1, nel 2004 il tasso di crescita della popolazione nella Provincia di Roma, con l 1,3 per cento, è risultato superiore alla media nazionale (circa 1,0 per cento); esso è da attribuire prevalentemente ai Comuni della Provincia, che crescono del 3,1 per cento contro lo 0,47 per cento della città di Roma. Analizzando la serie storica dei tassi di crescita della popolazione (tabella 1.1), emerge come a fronte di un andamento negativo negli anni 2000 e 2001 (in contro tendenza rispetto alla crescita nazionale) dal 2002 la popolazione della Provincia mostra segnali di ripresa sempre più consistenti. Come si osserva nella tabella 1.1, la flessione del è da attribuire esclusivamente al Comune di Roma, laddove i restanti Comuni della Provincia hanno fatto registrare incrementi continui della popolazione. 4

5 Tabella 1.1: Popolazione residente al 31/12 e variazione percentuali rispetto all anno precedente in Italia, Regione Lazio e Provincia di Roma. Anni Provincia di Roma Provincia di Roma Anni Italia Lazio Capoluogo Altri Comuni Totale Italia Lazio Capoluogo Altri Comuni Totale VA VA VA VAR % VAR % VAR % VAR % VAR % ,07-0,01-0,45 0,89-0, ,06 0,01-0,51 1,12-0, ,57 0,56-0,20 2,10 0, ,99 1,15 0,05 2,81 0, ,99 1,25 0,47 3,13 1,33 Nell anno 2004, la densità di popolazione è risultata pari a 711,5 abitanti per Kmq, contro i 194 dell Italia. La causa di questo forte divario va ricercata principalmente nel numero di a- bitanti presenti nel Capoluogo. I dati illustrati possono essere visualizzati con maggior chiarezza nel grafico 1.1, in cui emerge chiaramente come l alta densità di popolazione si riscontra prevalentemente nel Comune di Roma e nelle zone direttamente adiacenti; aree con densità di popolazione minore sono presenti nei Comuni ai confini est e nord-ovest della Provincia (area delineata in grigio chiaro). Grafico 1.1: Densità della popolazione anno 2004 (abitante per Kmq) Legenda Strade Laghi Province Fonte Istat Ai fini di una mirata programmazione delle politiche sociali, risulta interessante esaminare la struttura per età della popolazione, mediante l utilizzo di alcuni dei principali indicatori. 5

6 Grafico 1.2: Percentuale della popolazione per fascia d età Provincia di Roma. Anni % 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% anni anni 65 anni e oltre Nel grafico 1.2 è rappresentata l incidenza percentuale delle singole fasce d età rispetto al totale della popolazione. Come si evince dal grafico, negli anni in esame si registra l aumento dell incidenza delle fasce 0-14 anni e 65 anni e oltre, a svantaggio della fascia intermedia anni. Il trend descritto nasce dall effetto combinato degli andamenti della popolazione residente nel Capoluogo con quella degli altri Comuni della Provincia. Infatti, osservando i dati riportati nella tabella 1.2, emerge in modo evidente come il decremento della popolazione attiva della Provincia risenta della continua contrazione della fascia d età intermedia nella città di Roma. Tabella 1.2: Variazione percentuale rispetto all anno precedente della Popolazione residente al 31/12 nella Provincia di Roma. Anni Popolazione 0-14 anni Popolazione15-64 anni Popolazione 65 anni e + Capoluogo Altri Comuni Totale Capoluogo Altri Comuni Totale Capoluogo Altri Comuni Totale Var % Var % Var % Var % Var % Var % Var % Var % Var % ,0 0,1 0,0-1,1 0,6-0,6 1,7 3,4 2, ,2 0,8 0,1-1,1 0,7-0,5 1,3 3,2 1, ,0 2,2 1,4-1,2 1,5-0,3 2,5 4,8 3, ,0 2,2 1,4-0,4 2,6 0,6 0,8 4,3 1, , , ,7 - Dato non disponibile L incidenza dei cosiddetti Grandi Vecchi (popolazione 80 anni e più), nel 2004, si è attestata al 4,3 per cento contro il 5,0 per cento del valore nazionale. Rapportando la popolazio- 6

7 ne dei Grandi Vecchi del 2004 con quella del 1999, si registra una crescita del 31,3 per cento (in termini assoluti pari a individui). Un incremento dovuto maggiormente alla popolazione residente nei Comuni della Provincia. Informazioni più dettagliate sulla struttura della popolazione possono essere ricavate dagli indici riportati nella tabella 1.3. Il crescente invecchiamento della popolazione nell intera Provincia è mostrato dall indice di vecchiaia 1, che passa dal 126,2 per cento del 1999 al 134,1 per cento del Un analisi disaggregata dell indice mostra tuttavia come negli Altri Comuni solo dall anno 2002 la popolazione 65 anni e oltre abbia superato quella in età 0-14 anni. Il valore dell indice di vecchiaia nella Provincia di Roma risulta comunque, nel 2004, inferiore rispetto a quello della Regione Lazio (135,2 per cento) e a quello Italiano (137,7 per cento). Tabella 1.3: Indici della popolazione in Provincia di Roma. Anni Indice di vecchiaia Provincia di Roma 126,2 128, ,2 133,7 134,1 di cui Capoluogo 143,7 146,1 148,3 150,5 150,2 - di cui Altri comuni 93,8 96,9 99,3 101, Indice di dipendenza strutturale Provincia di Roma 44,4 45,2 45,9 47,2 47,7 48,5 di cui Capoluogo ,8 48,2 48,8 - di cui Altri comuni 43,1 43,5 44,1 44,9 45,2 - Indice di dipendenza anziani Provincia di Roma 24,8 25, ,9 27,3 27,8 di cui Capoluogo 26,6 27,3 27, ,3 - di cui Altri comuni 20,8 21, ,7 23,1 - Indice di struttura pop. Attiva Provincia di Roma ,4 103,9 100,8 99,4 97,4 di cui Capoluogo 103,5 102,3 100,2 96,9 95,7 - di cui Altri comuni 118,9 115,9 112,4 109,5 107,3 - Indice di ricambio pop. Attiva Provincia di Roma 79 76,2 74,4 73,1 74,5 77,6 di cui Capoluogo 70,2 67,7 66,2 64, di cui Altri comuni 102,7 98,4 95,6 93,9 95,4 - - Dato non disponibile L indice di dipendenza strutturale 2, in aumento dal 1999, nel 2004 si attesta nella Provincia al 48,5 per cento contro il 48,7 per cento del Lazio e il 50,7 per cento dell Italia. L informazione fornita da tale indice ha una particolare rilevanza dal punto di vista economico e sociale. Infatti, le persone che in modo presunto non sono autonome per ragioni demo- 1 Rapporto tra la popolazione 65 anni e oltre con la popolazione compresa tra i 0-14 anni per cento. 2 Rapporto tra la somma della popolazione 0-14 anni e 65 anni e oltre con la popolazione anni per cento. 7

8 grafiche (giovanissimi e anziani) sono rapportate alle persone che in teoria dovrebbero sostenerle con le loro attività. Il graduale aumento di questo indice segnala, perciò, la necessità di porre particolare attenzione nella programmazione delle politiche sociali, tenendo in considerazione il maggior peso che la popolazione attiva deve sopportare per far fronte alle esigenze di coloro che, in via teorica, non sono autonomi per ragioni demografiche. Un grado di dettaglio dell indice di dipendenza strutturale è fornito dall indice di dipendenza degli anziani 3, che nel 2004 è stato pari al 27,8 per cento contro il 28,0 per cento della Regione Lazio, e il 29,4 per cento dell intera Italia. L indice di struttura della popolazione attiva 4 mostra il grado di invecchiamento di questa porzione della popolazione. Rapporta, infatti, le 25 generazioni più vecchie (40-64 anni) con le 25 generazioni più giovani (15-39 anni). L andamento decrescente di tale indice nella Provincia di Roma, che passa dal 108 per cento del 1999 al 97,4 per cento nel 2004, evidenzia come negli anni in esame le 25 generazioni più giovani sono aumentate maggiormente rispetto alle 25 generazioni più vecchie. Questo effetto è dovuto principalmente al Capoluogo, mentre si registra un trend contrario nei Comuni della Provincia. L ultimo indicatore della tabella 1.3, l indice di ricambio della popolazione attiva 5, è utile ai fini di un analisi congiunturale del mercato del lavoro. Le nuove leve, infatti, trovano un impiego non solo in funzione dell espansione economica e della creazione di nuova occupazione, ma anche in funzione dei posti di lavoro che vengono resi disponibili da coloro che e- scono dal mercato del lavoro (per motivi di età e di pensionamento). Valori molto bassi dell indice suggeriscono condizioni più difficili nell accesso al mondo lavorativo, poiché segnalano come siano pochi coloro che escono dall età attiva rispetto ai molti che vi entrano. Nel caso della Provincia di Roma, l indice di ricambio della popolazione attiva, dopo una diminuzione tra il 1999 (79 per cento) e il 2002 (73,1 per cento), ha ripreso nuovamente a crescere attestandosi nel 2004 al 77,6 per cento. L ultimo aspetto trattato in questa sezione riguarda gli stranieri residenti presenti sul territorio provinciale. È bene specificare che le cifre riportate riguardano esclusivamente gli stranieri regolari. Alla data del 31 dicembre 2004 (tabella 1.4) sono stati rilevati stranieri, di cui il 70,2 per cento nel solo Capoluogo e il restante 29,8 per cento negli Altri Comuni. 3 Rapporto tra la popolazione 65 anni e oltre con la popolazione anni per cento. 4 Rapporto tra la popolazione anni con la popolazione anni per cento. 5 Rapporto tra la popolazione anni con la popolazione anni per cento. 8

9 Tabella 1.4: Stranieri residenti al in Provincia di Roma. Stranieri Residenti Extra UE 25 UE 25 Totale Provincia di Roma di cui Capoluogo di cui Altri Comuni Tra gli stranieri residenti, provengono da Paesi Extra UE, mentre da Paesi appartenenti all Unione Europea. Tra gli stranieri extracomunitari, il 25,9 per cento è di origine Rumena, il 9,7 per cento Filippina (di cui il 9,6 per cento risiede nel Capoluogo) e il 5,3 per cento Albanese. Nel caso degli stranieri provenienti dall Unione Europea, la comunità maggiormente presente con il 37 per cento è quella polacca (di cui il 23,5 per cento residente nel Comune di Roma). 2. Formazione e Mercato del lavoro Il mercato del lavoro, pur non rientrando direttamente nell area di intervento delle politiche sociali, rimane comunque un fattore fondamentale da considerare nelle fasi di programmazione e progettazione, quale area di integrazione per gli interventi e servizi sociali, come sottolineato anche nel Piano socio-assistenziale regionale Un analisi esaustiva della realtà lavorativa richiederebbe spazi più adeguati, ma considerate le finalità di questo lavoro si è scelto di analizzare solamente due dei principali indicatori inerenti il mercato del lavoro: il tasso di occupazione e quello di disoccupazione. Inoltre, verrà fornito un breve quadro del sistema economico, attraverso l analisi dei dati emersi dall 8 Censimento generale dell industria e dei servizi Ricordando le indicazioni fornite nel paragrafo precedente dall indice di ricambio della popolazione attiva, e non dimenticando i molteplici fattori economici che incidono sull occupazione, è possibile esaminare nel grafico 2.1 l andamento del tasso di occupazione 6 in Italia, nel Lazio e nella Provincia di Roma. 6 Il tasso di occupazione è il rapporto tra gli occupati e la popolazione attiva. 9

10 Grafico 2.1: Tasso di occupazione in Italia, Regione Lazio e Provincia di Roma. Anni (valori percentuali) Italia Lazio Roma Come si può osservare, il tasso di occupazione nella Provincia di Roma, per gli anni in esame, ha fatto registrare una continua crescita, attestandosi costantemente su valori più elevati rispetto a quelli regionali e nazionali. Infatti, si è passati dal 43,4 per cento del 1999 (42,4 per cento in Italia) al 46,2 per cento del 2003 (44,8 per cento in Italia). Nello stesso anno, l occupazione femminile nella Provincia è risultata pari al 34,8 per cento (32,8 per cento in Italia), mentre quella maschile è stata pari al 59,0 per cento (57,8 per cento in Italia). Il grafico 2.2 mostra invece l andamento del tasso di disoccupazione 7 in Italia, nel Lazio e nella Provincia di Roma. Come è possibile osservare dal grafico 2.2, dopo una costante diminuzione registrata negli anni che vanno dal 1999 al 2002, il tasso di disoccupazione nella Provincia di Roma, nel 2003, è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all anno precedente. Dal 2001 si registra un inversione di tendenza nella disoccupazione della Provincia romana rispetto all andamento nazionale. Infatti, se in precedenza il tasso di disoccupazione risultava al di sopra della media nazionale, per gli anni 2002 (7,9 per cento) e 2003 (8,0 per cento) ha fatto registrare risultati migliori. 7 Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro (Forze di lavoro: persone occupate e persone in cerca di occupazione). 10

11 Grafico 2.2: Tasso di disoccupazione in Italia, Regione Lazio e Provincia di Roma. Anni (valori percentuali) Italia Lazio Roma Per l anno 2003, la disoccupazione ha riguardato maggiormente la popolazione femminile con il 10,4 per cento rispetto al 6,4 per cento di quella maschile. Il sistema economico, dentro il quale si sviluppano i dati precedentemente riportati, può essere descritto brevemente utilizzando le informazioni provenienti dall 8 Censimento generale dell industria e dei servizi Nella Provincia di Roma sono state censite imprese (tabella 2.1), di cui il 76,3 per cento nel Capoluogo e il restante 23,7 per cento negli Altri Comuni. Le attività economiche più rappresentative sono: Altri servizi con il 41 per cento, Commercio e riparazioni con il 29,3 per cento, seguita dalle Costruzioni con il 10,1 per cento. Il totale addetti delle imprese è stato pari a (tabella 2.1), di cui l 86,6 per cento presente nel Capoluogo, mentre il 13,4 per cento negli Altri Comuni. Il 27,8 per cento è occupato nei Trasporti e comunicazioni, il 25,7 per cento negli Altri Servizi e il 14,2 per cento nel Commercio e riparazioni. Le Istituzioni rilevate sono state (tabella 2.2), di cui 75,2 per cento nel Comune di Roma e il 24,8 per cento negli Altri Comuni. Gli addetti nelle Istituzioni sono stati pari a , di cui la quasi totalità (98,7 per cento) nel solo Comune di Roma. Il 92,2 per cento degli addetti è occupato nella Pubblica Amministrazione. 11

12 Tabella 2.1 Imprese e Addetti per settore di attività economica, tipo di Comune. Agricoltura e pesca (a) Industria estrattiva Industria manifatturiera Energia, gas e acqua Costruzioni Commercio e riparazioni Alberghi e pubblici esercizi Trasporti e comunicazioni Credito e assicurazioni Altri servizi Totale Valori Assoluti Imprese Comune capoluogo Altri comuni TOTALE Addetti Comune capoluogo Altri comuni TOTALE Valori Percentuali Imprese Comune capoluogo 0,1 0,0 6,7 0,0 8,5 28,0 5,2 3,9 2,6 45,1 100,0 Altri comuni 0,6 0,1 9,6 0,0 15,1 33,5 7,2 3,9 2,1 27,9 100,0 TOTALE 0,2 0,0 7,4 0,0 10,1 29,3 5,6 3,9 2,5 41,0 100,0 Addetti Comune capoluogo 0,1 0,4 9,1 5,3 5,7 12,5 4,4 30,5 5,9 26,1 100,0 Altri comuni 0,6 0,2 18,4 0,0 12,0 25,3 7,8 10,8 1,8 23,0 100,0 TOTALE 0,1 0,4 10,3 4,6 6,6 14,2 4,8 27,8 5,4 25,7 100,0 (a) Comprende: attività dei servizi connesse all'agricoltura e zootecnia non rientranti nel campo di osservazione del Censimento dell'agricoltura; caccia e cattura di animali per allevamento e ripopolamento di selvaggina e servizi connessi; aziende di utilizzazione di foreste e di boschi, consorzi di forestazione e rimboschimento e servizi connessi; pesca, pisci-coltura e servizi connessi. (8 Censimento generale dell industria e dei servizi 2001)

13 Tabella 2.2: Istituzioni per settore di attività economica, tipo di Comune nella Provincia di Roma. Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria Istruzione Sanita' e altri servizi sociali Smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili Attivita' di organizzazioni associative n.c.a. Attivita' ricreative culturali e sportive Altre attivita' produttive Totale Valori Assoluti Istituzioni Comune capoluogo Altri comuni TOTALE Addetti Comune capoluogo Altri comuni TOTALE Valori Percentuali Istituzioni Comune capoluogo 0,8 5,7 11,1-51,0 26,5 4,9 100,0 Altri comuni 4,0 3,0 8,0 0,1 41,3 41,8 1,8 100,0 TOTALE 1,6 5,0 10,3 0,0 48,6 30,3 4,1 100,0 Addetti Comune capoluogo 92,2 1,5 3,6-1,2 0,4 1,2 100,0 Altri comuni 31,5 3,0 51,2 0,0 2,1 1,2 11,0 100,0 TOTALE 91,4 1,5 4,2 0,0 1,2 0,4 1,4 100,0 (8 Censimento generale dell industria e dei servizi 2001) 13

14 L ultimo aspetto inerente il mercato del lavoro è quello della formazione professionale. Nel 2003, sul territorio della Provincia di Roma i corsi di formazione attivati dalla Regione e finanziati dal Fondo Sociale Europeo sono stati 714, di cui il 71,6 per cento nel Capoluogo. Le sedi di svolgimento dei corsi sono state 461, di cui il 75,2 per cento a Roma. Nello stesso anno erano presenti sul territorio provinciale 22 Centri per l impiego, di cui 18 negli Altri Comuni; i Centri per l orientamento al lavoro sono stati 32, di cui 22 nella città di Roma. 3. Sanità - Assistenza Prima di iniziare l analisi di questi settori, è opportuno precisare che nel Lazio, ed in particolare nella Provincia di Roma, gli indicatori statistici della sanità risentono inevitabilmente della cospicua presenza di cliniche universitarie e convenzionate, nonché del cosiddetto turismo sanitario da esse generato. Il sistema ospedaliero della Provincia prosegue il processo di razionalizzazione delle risorse e delle attività, facendo registrare un miglioramento dell efficienza, come mostrato in tabella 3.1 dove è riportato il tasso di utilizzazione dei posti letto 8 negli istituti di cura 9. Come è possibile osservare, dal 1999 la Provincia di Roma ha costantemente ottenuto risultati migliori rispetto al livello nazionale, e nel 2002 con il 79,9 per cento ha superato anche la media regionale. Il processo di razionalizzazione è supportato dalla progressiva diffusione della deospedalizzazione dei pazienti verso forme alternative di ricovero, primo fra tutti il ricorso al day hospital. Nel 2002, nella Provincia di Roma, il numero di posti letto destinati a questa 8 Tasso di utilizzazione dei posti letto: giornate di degenza negli istituti di cura su posti letto per 365 per Struttura residenziale attrezzata per l accoglienza e l assistenza a tempo pieno di pazienti per fini diagnostici e/o curativi e/o riabilitativi. É dotata di personale medico specializzato, di apparecchiature di diagnosi e cura ed eventualmente di servizi di supporto all assistenza ospedaliera, quali: dipartimento di emergenza, centro di rianimazione, pronto soccorso, centro trasfusionale, centro di dialisi, sale operatorie, camere iperbariche, incubatrici, ambulanze, unità mobili di rianimazione. Si definisce anche come l entità ospedaliera costituita dall insieme di tutte le divisioni, sezioni e servizi, autonoma o dipendente da una struttura pubblica (ad es. Asl) o privata. Ogni istituto è individuato da un codice ai sensi del Decreto del Ministero della Sanità. Con l'espressione istituto di cura si indica una delle seguenti tipologie specifiche: Ospedale a gestione diretta, costituito in azienda ai sensi dell'art.4, commi 1 e 4 del Decreto legislativo 502/92 (vedi Azienda ospedaliera). Ospedale a gestione diretta, presidio della Asl. Policlinico universitario (art. 39 legge 833/78). Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (art. 42 legge 833/78). Ospedale classificato o assimilato ai sensi dell art.1, ultimo comma, legge 132/68 (art. 41 legge 833/78). Casa di cura (provvisoriamente accreditata o non). Istituto psichiatrico residuale (art. 64 legge 833/78). Istituto sanitario privato qualificato presidio Asl (art. 43, comma 2, legge 833/78 e Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20/10/1988). Ente di ricerca (art. 40 legge 833/78).

15 modalità ammontava a unità, l 83,7 per cento del totale regionale. La percentuale dei posti in day hospital rispetto al totale dei posti letto ordinari è stata pari al 12,6 per cento, contro il 12,4 per cento della media nazionale. Tabella 3.1: Tasso di utilizzazione dei posti letto negli istituti di cura in Italia, Regione Lazio e Provincia di Roma. Anni Italia 74,4 73,9 74,3 74,7 Lazio 76,4 78,2 77,9 79,2 Roma 75,4 78,1 77,6 79,9 Il tasso di ospedalizzazione 10 (tabella 3.2) nel territorio provinciale rimane sostanzialmente invariato negli anni in analisi, a differenza degli andamenti regionali e nazionali che fanno registrare continue diminuzioni. Questo fenomeno è in parte spiegabile, come accennato inizialmente, dalla consistente presenza del turismo sanitario. Tabella 3.2: Tasso di ospedalizzazione negli istituti di cura in Italia, Regione Lazio e Provincia di Roma. Anni Italia 172,9 165,9 165,3 159,8 Lazio 178,8 174,6 174,8 170,9 Roma 188,3 187,8 188,5 188,0 Nelle tabelle 3.3 e 3.4 sono riportati, rispettivamente, gli andamenti dei posti letto per 1000 abitanti e il numero di medici per 100 posti letto. Il numero dei posti letto per 1000 abitanti nella Provincia di Roma passa dal 7,2 del 1999 al 6,4 nel Dato che deve comunque essere confrontato con la maggiore efficienza nell utilizzo dei posti letto stessi (cfr. tabella 3.1) e che rimane sempre al disopra dei valori fatti registrare a livello regionale e nazionale. 10 Tasso di ospedalizzazione degenze degli istituti di cura/popolazione residente media per

16 Tabella 3.3: Posti letto per 1000 abitanti negli istituti di cura in I- talia, Regione Lazio e Provincia di Roma. Anni Italia 4,9 4,7 4,6 4,4 Lazio 6,4 6,1 5,9 5,7 Roma 7,2 6,8 6,6 6,4 A fronte della diminuzione nel tempo del numero di posti letto, si registra un forte incremento del numero di medici. La tabella 3.4 mostra, infatti, che tra il 1999 e il 2002, nella Provincia di Roma il numero di medici ogni cento posti letto è aumentato di 9,1 unità. Tabella 3.4: Medici per 100 posti letto negli istituti di cura in Italia, Regione Lazio e Provincia di Roma. Anni Italia 39,8 41,8 43,6 46,4 Lazio 40,0 44,2 46,1 48,8 Roma 41,5 45,9 47,8 50,6 Dal lato dell assistenza, nel suo complesso, non è possibile effettuare un analisi con dettaglio provinciale, per mancanza di dati articolati per Province e Comuni. Su base regionale, nel 2002, erano presenti 535 presidi residenziali socio-assistenziali, per un numero complessivo di posti letto. Gli ospiti presenti alla data del 31 dicembre sono risultati , di cui circa il 65 per cento donne. Del totale degli ospiti, il 10,3 per cento era in età 0-17 anni (minorenne), il 25,9 per cento in età anni (adulto) e il restante 63,8 per cento con 65 anni e oltre (anziano). Informazioni più dettagliate sono disponibili invece per l assistenza ai tossicodipendenti. Nel 2004, nella Provincia di Roma i tossicodipendenti assistiti, presso le 34 strutture esistenti, sono stati pari a unità; il 12,6 per cento è stato assistito in strutture residenziali, il 29,7 per cento in strutture semi residenziali, mentre la maggioranza il 57,7 per cento ha trovato sostegno negli ambulatori. 16

17 Tabella 3.4: Strutture e tossicodipendenti in Trattamento per Provincia e Regione Anno 2004 Strutture Tossicodipendenti in Trattamento Esistenti Censite Maschi Femmine Totale Roma Lazio Elaborazione Associazione Nuovo Welfare su dati Ministero dell Interno Bisogna segnalare, infine, che i decessi per droga nel 2004, all interno della Provincia di Roma, sono stati pari a 80 unità, in leggero aumento rispetto ai 73 del 2003, ma in diminuzione rispetto ai 120 del Ultimo argomento trattato nell area assistenza riguarda i dati forniti dalla recente indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni, effettuata dall Istat con riferimento all anno 2003 (presentata il 2 dicembre 2005). I dati non sono disponibili per dettaglio provinciale, quindi è possibile fornire solo indicazioni in merito al comportamento dei Comuni nella Regione Lazio. Tabella 3.5: Spesa per interventi e servizi sociali dei Comuni per area di utenza, per Regione e ripartizione geografica. Anno 2003 Famiglie e minori AREA DI UTENZA Anziani Disabili Disagio adulti Immigrati Dipendenze Multiutenze Totale Valori assoluti Lazio Centro ITALIA Valori Percentuali Lazio 42,7 14,9 21,4 12,1 5,5 1,0 2,4 100,0 Centro 40,4 19,2 19,9 9,1 3,9 0,9 6,6 100,0 ITALIA 38,3 24,9 20,6 6,8 2,3 1,1 5,9 100,0 Valori medi pro-capite (2) Lazio 110,2 80, ,6 18,8 154,4 1,2 2,4 100,3 Centro 111,3 94, ,4 14,6 102,2 1,0 6,8 102,0 ITALIA 86,3 119, ,6 9,8 67,0 1,2 5,4 91,3 (2) I valori medi pro-capite sono il rapporto tra la spesa e la popolazione di riferimento per ogni area di utenza. Nel 2003, i Comuni della Regione hanno speso in interventi e servi sociali 519 milioni di euro (tabella 3.5). La ripartizione della spesa per fasce di utenza ha interessato soprattutto: Famiglie e minori con il 42,7 per cento (38,3 per cento in Italia), Disabili con il 21,4 per cento (20,6 per cento in Italia) e Anziani con il 14,9 per cento (24,9 per cento in Italia). Della spesa effettuata in termini pro-capite l area di utenza maggiormente interessata è stata quella dei Disabili, con 1.654,6 euro (1.568,6 in Italia). 17

18 4. Terzo settore La legge 328/00 riconosce al terzo settore un ruolo istituzionale nella realizzazione e nella partecipazione alle politiche sociali. Delineare quantitativamente e qualitativamente un quadro esaustivo del mondo dell associazionismo nella Provincia di Roma richiederebbe un discorso a se stante. In questa analisi, verranno forniti solamente alcuni valori quantitativi di carattere generale. I dati forniti fanno riferimento esclusivamente alle associazioni iscritte all albo regionale, che rappresentano solo un parte dell intera realtà presente sul territorio. Nella tabella 4.1 si può osservare come negli anni analizzati le cooperative sociali nella Provincia di Roma siano quasi raddoppiate, passando dalle 248 del 2000 alle 476 del 2004, ossia 12,5 ogni cento mila abitanti. Delle 476 cooperative iscritte all albo regionale, il 44,1 per cento si occupa di servizi socio-sanitari e educativi, il 52,7 per cento sono cooperative integrate, mentre il restante 3,2 per cento sono consorzi. Tabella 4.1: Cooperative sociali iscritte all albo regionale per Regione e Provincia. Anni Cooperativr sociali Roma Lazio Elaborazione Associazione Nuovo Welfare su dati Regione Lazio Anche le associazioni di volontariato, a partire dal 2001, hanno registrato una dinamica di crescita simile alle cooperative sociali. Nel 2004 sono risultate iscritte all albo regionale 771 associazioni di volontariato (20,3 ogni cento mila abitanti), di cui il 14,5 per cento opera nel campo della sanità, il 39,2 per cento nei servizi sociali, il 19,1 per cento si occupa di ambiente e natura e il 27,2 per cento è attiva nell ambito socio-culturale. Tabella 4.2: Associazioni di volontariato iscritte all albo regionale. Anni Associazioni di volontariato Roma Lazio Elaborazione Associazione Nuovo Welfare su dati Regione Lazio 18

19 5. Cultura tempo libero Analizzare il quadro inerente alla cultura e al tempo libero può apparire inappropriato rispetto ad una visione ristretta di politiche sociali. Muovendosi, però, all interno di una visione più ampia di welfare, inteso anche in termini di possibilità e capacità di accedere al compimento di tutte le libertà positive, non risulterà fuori contesto l analisi effettuata in questa sezione. Le tabelle che seguono possono aiutare a delineare un quadro generale di alcuni settori culturali della Provincia di Roma. I dati riportati nella tabella 5.1 mostrano che nel 2002 sul territorio provinciale erano presenti 34 istituti tra musei e gallerie, con un numero di visitatori totali nell anno pari a Come si può osservare in tabella 5.1, la Provincia di Roma, per ovvie ragioni storiche, costituisce la quasi totalità dell offerta culturale della Regione Lazio negli ambiti presi in esame. Tabella 5.1: Musei e gallerie statali, relativi visitatori, tipo di istituto per Provincia e Regione. Anno 2002 Istituti Visitatori A pagamento Gratuiti Totale degli istituti a pagamento degli istituti gratuiti Totale Roma , Lazio , Una dinamica molto simile alla precedente analisi, si può riscontrare anche per i monumenti e le aree archeologiche, che con i loro 27 istituti presenti sul territorio provinciale, nel 2002, hanno ospitato visitatori, l 82,5 per cento del totale di visitatori dell intera Regione Lazio. Tabella 5.2: Monumenti e aree archeologiche statali, relativi visitatori, tipo di istituto per Provincia e Regione. Anno 2002 Istituti Visitatori A pagamento Gratuiti Totale degli istituti a pagamento degli istituti gratuiti Totale Roma Lazio

20 Infine, nella tabella 5.3 è riportato un piccolo spaccato del tempo libero dedicato al cinema nella Provincia di Roma. Dalla lettura dei dati emerge in modo evidente come gli abitanti della città di Roma dedichino più tempo alle visioni cinematografiche rispetto ai cittadini residenti nei Comuni della Provincia. Tabella 5.3: Giorni di spettacolo, biglietti venduti e spesa del pubblico per il cinema, per tipo di Comune e Provincia. Anno 2003 Giorni di spettacolo (per ab.) Capoluogo di Provincia Biglietti venduti (per ab.) Spesa (per abitante) (euro) Giorni di spettacolo (per ab.) Biglietti venduti (per ab.) Spesa (per abitante) (euro) Roma 3, ,927 27,89 2, ,315 10,24 Lazio 3, ,52 26,54 1, ,175 7,07 Altri Comuni 20

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