LA PERSONA IN SITUAZIONE DI HANDICAP
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- Vittoria Monaco
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1 LA PERSONA IN SITUAZIONE DI HANDICAP
2 CHI È?
3 DEFINIZIONE DELL HANDICAP DA PARTE DELL O.N.U. La disabilità è una difficoltà nel funzionamento del corpo, una difficoltà della persona e della propria socialità in uno o più contesti della vita.
4 Definizione secondo la legge italiana (legge 104/92) È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da terminare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.
5 L handicap grave (legge 104/92) Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l autonomia personale, correlata all età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità.
6 DIRITTO ALL EDUCAZIONE E ALL ISTRUZIONE La persona portatrice di handicap ha il diritto di frequentare le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. (art. 12, LEGGE 104/92)
7 LA SCUOLA È DI TUTTI!
8 INSERIMENTO O INTEGRAZIONE L integrazione è una scelta irreversibile. La scuola è solo una fase della vita, ma di fondamentale importanza. (legge 104, art ).
9 L integrazione deve basarsi sul rispetto e la valorizzazione della diversità della persona; persona non solo portatrice di bisogni ma anche di risorse positive.
10 Integrazione vuol dire partecipare alla vita di classe, alla vita della scuola tenendo conto della particolare situazione in cui l alunno si trova. Devono essere messi a disposizione tutti gli ausili di cui l alunno necessita, l insegnante di sostegno, l assistente e/o l educatore.
11 L INTEGRAZIONE SI BASA: SUI BISOGNI, SULLE RISORSE, I DESIDERI, LE POTENZIALITÁ DELL APPRENDIMENTO, DELLA COMUNICAZIONE E DELLE RELAZIONI.
12 Ci si deve chiedere sempre: c è almeno 1 cosa fra le tante previste che può essere svolta anche dall alunno in situazione di handicap? C è almeno 1 cosa per l handicap che può essere proposta a tutta la classe?
13 LE RISORSE UMANE PER L INTEGRAZIONE GLI INSEGNANTI LA RISORSA COMPAGNI
14 GLI INSEGNANTI PROGETTARE E CONDURRE INSIEME IL LAVORO CONDIVIDERE GLI OBIETTIVI CONDIVIDERE LE METODOLOGIE DA APPLICARE
15 RISORSA COMPAGNI APPRENDIMENTO COOPERATIVO TUTORING attiva rete di collaborazione di aiuto e di scambio
16 IL BAMBINO AUTISTICO
17 IL DISTURBO DELLO SVILUPPO È CARATTERIZZATO DA: Compromissione qualitativa di origine precoce dell INTERAZIONE SOCIALE (grave compromissione di entrare in relazione con gli altri), della COMUNICAZIONE, del REPERTORIO COMPORTAMENTALE.
18 LA COMPROMISSIONE QUALITATIVA DELL INTERAZIONE SOCIALE: NON SVILUPPA RELAZIONI CON COETANEI, NON CONDIVIDE GIOIA, INTERESSI, OBIETTIVI, COMPROMISSIONE DI COMPORTAMENTI NON VERBALI (sguardo diretto, espressione mimica, ), NON C È RECIPROCITÀ SOCIALE ED EMOTIVA.
19 COMPROMISSIONE DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE: MANCANZA O RITARDO DELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO PARLATO, NON INIZIA O SOSTIENE UNA CONVERSAZIONE, LINGUAGGIO ACCENTRICO O STEREOTIPO, MANCANZA DI GIOCHI DI SIMULAZIONE O DI IMITAZIONE.
20 REPERTORIO COMPORTAMENTALE: COMPORTAMENTI, INTERESSI, ATTIVITÀ RIPETITIVI E STEREOTIPATI, DEDIZIONE PER ATTIVITÀ O INTERESSI STEREOTIPATI, INTENSI E FOCALIZZATI, SOTTOMISSIONE RIGIDA AD ABITUDINI INUTILI O RITUALI SPECIFICI PERSISTENZA E ECCESSIVO INTERESSE PER PARTI DI OGGETTI.
21 Aspetti metodologici e didattici L integrazione scolastica del bambino autistico, come l integrazione di portatori di qualsiasi handicap, è un obiettivo irrinunciabile.
22 Vivere in relazione con coetanei normodotati costituisce un occasione quasi unica per comprendere meglio il mondo con le sue regole, per ricercare apprendimenti funzionali,.
23 L integrazione va perseguita nella scuola di TUTTI, anche se l alunno presenta rilevanti problematiche cognitive, relazionali e comportamentali.
24 Non devono esistere EMARGINAZIONE ed ISOLAMENTO che sono INACCETTABILI e non rispettano la dignità della persona ed il suo diritto di vedere accettata e valorizzata la diversità.
25 Il comportamento e le sue problematiche Osservazione sistematica descrizione oggettiva, frequenza, durata, intensità Il perché cosa ci vuole comunicare ed in quale situazione (storia ed evoluzione dei comportamenti)
26 Le linee di intervento Strategie d aiuto di comunicazione facilitata Stimolazione sensoriale Forme di apprendimento imitativo Gratificazione Se è presente un deficit cognitivo è importante una precisa organizzazione didattica. L organizzazione dell ambiente fisico
27 L organizzazione dell ambiente fisico Schemi visivi per strutturare la nozione del tempo suddivisione dei programmi della giornata organizzazione dei compiti e dei materiali
28 Comunicazione facilitata per grave disabilità verbale Indicazione di figure, lettere, parole. Flashcard. Programmi per il PC software particolari, meno elaborati (per non creare confusione nel decodificare) contenuti in forma sequenziale, statica. Creazione di mappe concettuali. Registrazione audio del testo proposto sul libro.
29 STRATEGIE per L INTERVENTO EDUCATIVO-RIABILITATIVO L intervento segue due direttrici: Acquisizione di comportamenti adeguati (attenzione al compagno di gioco, comprendere regole, costruire giocattoli, ). Eliminazione di comportamenti non adeguati (aggressione, stereotipie, )
30 Tecniche di intervento Le tecniche che seguono possono essere, secondo il caso, applicate a quasi tutti gli alunni portatori di handicap.
31 Tecniche per l insegnamento di comportamenti funzionali Tecniche semplici (per incrementare l attenzione, la discriminazione tra lettere simili, ecc.). Rinforzo Prompting Fading Modeling
32 Tecniche complesse: Shaping Chaining
33 Il Rinforzo Rinforzo positivo somministrare un oggetto gradito se il bambino ha dimostrato il comportamento desiderato. Rinforzo negativo per evitare una conseguenza spiacevole (p. e.:mettere a posto per evitare una punizione). Attenzione! Spesso è un meccanismo che genera e mantiene comportamenti inadeguati! ( do qualcosa pur di farlo smettere ).
34 RINFORZI Rinforzo estrinseco rinforzo introdotto dall esterno. Rinforzo intrinseco il piacere di aver svolto il compito correttamente Rinforzi naturali lodi a scuola Rinforzi artificiali il biscotto, la caramella. Rinforzi incondizionati Rinforzo condizionato
35 Il Prompting il suggerimento Prompting verbale diretto (accende il gioco sonoro). indiretto (ti ricordi, ). Prompting gestuale indicano movimenti da compiere Prompting figurali figure che indicano i vari posti, le sequenze dei lavori,. Prompting fisici guida fisica aiuto nel movimento.
36 Il fading Si utilizza per facilitare la discriminazione tra stimoli simili ( b, d, )
37 Il modeling Funzione acquisitiva apprendere osservando. Funzione facilitativa imparare a dare risposte comportamentali corrette con maggior frequenza, anche in modo parziale. Funzione disinibitrice osservare dei comportamenti inibiti (nelle fobie). Si deve promuovere l autocontrollo.
38 Le tecniche complesse Lo shaping: serve a modellare progressivamente il comportamento desiderato partendo da un comportamento semplice da eseguire.
39 Lo chaining Chaining anterogrado: risalire progressivamente. Chaining retrogrado: dall ultimo a quello precedente.
40 Tecniche per l eliminazione dei comportamenti disfunzionali Le tecniche eversive sono interventi disagevoli per il ragazzo.
41 L estinzione: elimina i rinforzi che derivano da comportamenti problematici. L obiettivo è di ignorare il bambino. Il rinforzo arriva se questo si comporta in modo corretto.
42 La saziazione: se il soggetto mostra interesse verso uno stimolo non adeguato, darlo tanto finché si stufa!
43 La pratica negativa: Somiglia alla precedente, ma è più difficile. Si deve far fare al bambino un azione non adeguata (sempre di più senza fermarsi alla prima resistenza o quando si vede che è stanco).
44 L ipercorrezione: aumentare il costo da riparare azione diventa indesiderata.
45 La costrizione fisica: il blocco fisico del soggetto in caso di autolesionismo.
46 La generalizzazione ed il mantenimento delle abilità acquisite
47 Generalizzazione sul compito Generalizzazione sul contesto Generalizzazione sulle persone
48 L apprendimento e il mantenimento dipendono dall età, dal livello di deficit, dall efficacia del programma educativo e dall ambiente di vita.
49 Dentro e fuori dell integrazione La difficile presenza dell alunno con autismo in classe
50 4 parole chiave: Programmazione Organizzazione Didattica speciale Compagni
51 La collaborazione tra scuola e famiglia, tra scuola ed équipe multidisciplinare
52 La collaborazione proficua tra le varie componenti che lavorano con il soggetto in situazione di gravità è un altro aspetto fondamentale per ottenere dei buoni risultati nella la vita scolastica, sociale e fisica.
53 La collaborazione tra scuola e famiglia Scambio giornaliero d informazioni attraverso il DIARIO DI BORDO è SCAMBIO RECIPROCO!
54 SCUOLA EQUIPE - FAMIGLIA INSEGNANTE DI SOSTEGNO E TUTTI GLI INSEGNANTE DI CLASSE P.E.I. e P.D.F. EQUIPE MEDICA ASSISTENTE SOCIALE FAMIGLIA
55 L ASSISTENTE O L EDUCATORE A SCUOLA INFORMAZIONE SUL PROGRAMMA COLLABORAZIONE RECIPROCA CONDIVISIONE DEI COMPITI
56 LA STIMOLAZIONE SENSORIALE
57 serve ad aumentare la percezione sensoriale per migliorare la capacità grossa e fine motoria relazionale la comunicazione non verbale e quella alternativa ad esprimere il gradimento e il non gradimento ad esprimere l accettazione o il rifiuto
58 a conoscere secondo le proprie capacità il mondo circostante ad acquisire maggiore autonomia per trarre maggiore benessere ed una migliore qualità della propria vita.
59 IL TATTO IL MATERIALE MATERIALE STRUTTURATO MATERIALE AMORFO
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61 Materiali non strutturati si prestano molto bene a qualsiasi attività: stimolano in primis il tatto, ma anche l udito, la vista, e l olfatto.
62 MATERIALI Carta Fili, stoffa Sassi, fagioli, lenticchie, piselli, ghiaia, sabbia, conchiglie,. Acqua
63 Polvere di caffè, tè, cacao, riso, pasta, farine varie,. Palle di varie dimensioni e con superficie diverse. Didò, pongo, colori, pennelli, rulli, spugne, timbri.
64 LA GUIDA FISICA
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68 Regole fondamentale da osservare Non proporre troppi materiali Non lavorare costantemente con l alunno in situazione di gravità concedere il tempo necessario ad intraprendere un azione
69 Non è l alunno che si deve adattare ai nostri tempi, bensì è l insegnante che si deve adattare ai tempi di apprendimento dell alunno.
70 Motricità grossa LA MOTRICITÀ Motricità fine
71 Il controllo del movimento della testa Attraverso il movimento della testa l alunno allarga il campo visivo. Il controllo del movimento del capo è necessario per la percezione, l osservazione, la conoscenza dello spazio circostante, la reazione a stimoli acustici ed ottici e la motricità della bocca.
72 L UDITO E L ASCOLTO Esercizi per rafforzare e manipolare la percezione uditiva giochi sonori palla sonora musica di ogni tipo e genere strumenti musicali materiale non strutturato
73 L ascolto Va giornalmente allenato e sollecitato. L alunno deve imparare ad ascoltare brevi e precise consegne. Quando si parla, mantenere il contatto oculare con l alunno.
74 L UDITO E LA VISTA S intersecano. Dovrebbero essere analizzati insieme. La stimolazione sensoriale di questi due sensi va di pari passo, tranne quando uno di questi è compromesso così tanto da non fornire nessun residuo percettivo.
75 LA VISTA E LA COMUNICAZIONE NON VERBALE IL PC Programmi particolari in commercio Programmi creati per l alunno (con Power Point) Per mantenere e migliorare il contatto oculare e per svegliare l interesse e la curiosità.
76 Flashcard Per effettuare una scelta Per indicare ciò che si desidera (persona, oggetto, fame, sete, ).
77 IL GUSTO E L OLFATTO L esplorazione sensoriale gustativa-olfattiva Kit olfattivi Alimenti
78 IL GUSTO E L OLFATTO Questi due sensi non vengono quasi mai compromessi e permettono assieme al tatto una grande varietà di stimolazioni ed esplorazioni sensoriali.
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80 L albero magico
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83 I QUADERNI Quaderni costruiti appositamente per raccogliere i lavori realizzati. I quaderni mostrano quali materiali si hanno manipolato. Si può scrivere un commento sul lavoro svolto, sulla partecipazione, la voglia o il non gradimento dell alunno,.
84 Anche l alunno in situazione di handicap grave ha il diritto di portare a casa dei lavoretti ben raccolti e curati. I genitori vedono cosa si ha fatto, i materiali utilizzati, cosa gradisce il proprio figlio, cosa no.
85 IL MERITATO RIPOSO Alternare fasi di lavoro e fasi di riposo. Finita un attività dare la possibilità di fare qualcosa in autonomia.
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