Lessico e registro [SLIDE 3] [SLIDE 4] [SLIDE 5]

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1 Lessico e registro Lezione tenuta il 25 maggio 2015 nel polo Linceo di Calabria, l Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria, nell ambito del progetto Per una nuova didattica dell italiano. [SLIDE 3] Nell universo di comunicazione pubblica in cui siamo immersi, decifrare i tecnicismi, cioè capirne il significato e svelarne la funzione mistificatoria, è essenziale per partecipare con consapevolezza alla vita della comunità. La scuola deve stimolare lo sviluppo di questa competenza. [SLIDE 4] Gli studenti tendono a sottovalutare il problema dell ampiezza del proprio lessico e dell adeguatezza del registro al contesto sociale, perché la loro esperienza di vita è limitata alle relazioni tra pari, nelle quali si trovano automaticamente a loro agio, con i familiari, comunque informali, e con l ambiente scolastico, nei confronti del quale sono spesso disinvolti, per l istintivo atteggiamento adolescenziale di ribellione. Se non vivono situazioni di relazione formale, non sentono il bisogno di acquisire un registro formale. E se l unica occasione in cui si confrontano con temi tecnici, scientifici, rigorosi è la scuola, assumono che il rigore nell espressione sia una caratteristica della scuola, una fissazione del professore, che non ha relazione con la realtà. Da qui le loro reazioni quasi infastidite alle richieste di precisione e di adeguatezza da parte dei professori. La realtà, però, è variegata, e la scuola deve preparare i ragazzi ad affrontare proprio quelle situazioni con cui hanno meno dimestichezza, con il mondo del lavoro, dell amministrazione pubblica, della giustizia e della criminalità, della politica e dell informazione. [SLIDE 5] Normalmente gli studenti trascurano l ampliamento del lessico, cercando di ridurre tutto il mondo alle poche categorie che di cui hanno esperienza diretta e rifuggendo il resto. Nel peggiore dei casi, si autosuggestionano convincendosi che il mondo sia tutto lì, per la paura di dover faticare a conoscere: e lo fanno perché non colgono l utilità dell ampliamento del lessico. Le competenze specifiche del lessico che la scuola dovrebbe stimolare nei ragazzi, possono essere così riassunte: a. Individuare le relazioni di significato tra vocaboli; b. Individuare/usare un vocabolo (o un accezione di un vocabolo) che è pertinente in un determinato contesto;

2 c. Isolare, interpretare e riusare creativamente le parole nuove grazie al contesto, individuando i legami morfologici (derivazione, alterazione ecc.) e semantici (sinonimia, antinomia, iponimia, iperonimia ecc.) tra vocaboli. [SLIDE 6] Le competenze lessicali rientrano nelle più ampie competenze generali nell apprendimento dell italiano: a. L interpretazione della realtà socio-politica in cui i ragazzi, e poi gli adulti, sono immersi; b. L espressione corretta in italiano, considerati anche gli scopi comunicativi e l adeguatezza al contesto del discorso. In entrambe le competenze ricordate, il registro è un componente centrale. Esso riguarda tutti gli aspetti della lingua, la sintassi, la testualità, ma anche la gestualità, il comportamento. Qui ci concentriamo sul lessico. Il registro si trova alla confluenza di diversi assi di variazione linguistica: diastratico, diatopico, diafasico. Su esso influisce anche la dimensione scritta o parlata, che alcuni forzano dentro un asse, chiamandolo diamesico. L asse diastratico, in particolare, è in relazione ai tecnicismi, specifici e collaterali, di cui si è parlato nella SLIDE 3. Il lessico è un ambito della lingua che sfugge alla didattica. La prima difficoltà sta nel rapporto tra lessico e realtà [SLIDE 7]: il lessico posseduto da una persona è l apparato strumentale con cui la persona identifica, descrive e spiega il mondo intorno a sé e dentro di sé. La parola trasforma l oggetto grezzo in informazione, lo digitalizza, in modo che possa entrare nel nostro cervello ed arricchire la nostra rappresentazione interna della realtà, che è la realtà. Nel processo di apprendimento esplicito scolastico, la lingua e il lessico non solamente descrivono la realtà sperimentata, ma fanno anche il contrario: a scuola l apprendente è immerso in un mondo di parole, dell insegnante, del libro, da cui deve ricavare la realtà; quindi a scuola il lessico crea la realtà, la allarga, la rende più sfaccettata e complessa, più precisa, più personale. Attraverso le parole lo studente viene a conoscenza quindi sperimenta mentalmente, sotto forma di informazioni di ambiti del reale e aspetti che non ha mai visto o sentito. A scuola è il lessico che fa l oggetto, non il contrario. È chiaro, però, che non basta imparare tante parole per diventare più intelligenti, cioè per capire più profondamente la realtà. Il lessico non rimane appiccicato, deve essere vissuto, legato ad una esperienza, per diventare fertile.

3 [SLIDE 8] Questo carattere scolastico di esperienza indiretta, quindi sempre inattuale e artificiale, deve essere mitigato in tutti i modi, come suggerisce il paradigma concettuale ormai imprescindibile dell apprendimento significativo di stampo costruttivistico. Le nuove conoscenze si fissano e creano reti intorno a sé solamente se sono innestate su conoscenze già possedute, creando con esse un organismo unico. Solo così le informazioni nuove diventano fertili e utili, sviluppano il pensiero critico, la metariflessione e possono germinare vere e proprie competenze. L apprendimento significativo si intreccia con l impostazione del processo di apprendimento (che dal nostro punto di vista è l insegnamento) voluta dalle indicazioni nazionali del La scuola non deve trasmettere saperi, fatalmente destinati a staccarsi e cadere dalla memoria, ma deve stimolare la strutturazione di competenze. Le competenze non si sviluppano leggendo, o ascoltando, o ripetendo a voce alta, o facendo gli esercizi del manuale. Queste attività sfiorano solamente il processo di apprendimento; nei casi migliori producono conoscenza (solo nei ragazzi più pazienti, che traggono i loro stimoli da altre fonti). Ma è una conoscenza scollegata dalla vita e per la massa degli studenti noiosa. Questo succede perché questi studenti non colgono il nesso tra lo studio e la realtà, tra la conoscenza e la vita. Bisogna pertanto promuovere simulazioni, laboratori, stimolare a partire da questi esperienze mentali e percorsi di riflessione. E andare oltre, sperimentare la realtà così com è, per mostrare che il processo di apprendimento, dalle conoscenze alle competenze, è vero, reale, e necessario. I metodi di insegnamento della storia della letteratura e della grammatica, così come i tentativi di avvicinare i ragazzi alla lettura dei giornali falliscono se non puntano all apprendimento significativo e non tengono come obiettivo sempre presente la competenza a cui lo studio mira. La conoscenza ha senso solo se inquadrata dentro una competenza, altrimenti è peso inerte, nozione, noia. [SLIDE 9] Possiamo fare entrare la realtà nella scuola con i compiti di realtà. Non simulazioni, ma esperienze vere, controllate, protette, ma reali. Propongo di selezionare a monte, meglio se prima dell inizio dell anno scolastico, in sede di progettazione annuale, uno o più temi seminali, da mettere al centro di una rete di relazioni trasversali potenzialmente senza fine. [La progettazione per Unità Didattiche interdisciplinari è basilare per l avvicinamento dello studio alla realtà. Si parte da un nucleo culturale e lo si osserva da tutte le sfaccettature. Questo modo di intendere la didattica si può attuare solamente a livello di Consiglio di classe.] Prendiamo una possibile UD di educazione alla cittadinanza sulla legalità. L UD dovrebbe partire da un compito di realtà, che strutturi nei ragazzi l esperienza della legalità. Possibili proposte:

4 a. Un uscita o un viaggio per visitare un luogo istituzionale, il Parlamento, la Corte costituzionale, un tribunale; b. Un esperienza di volontariato (doposcuola per ragazzi svantaggiati). c. La redazione di un regolamento di comportamento per la classe o per la scuola, da concordare con i docenti, il preside, le famiglie, gli altri studenti; c bis. La redazione di un regolamento per la vita dei ragazzi da presentare al Consiglio comunale attraverso un consigliere. Oppure la partecipazione con una serie di proposte ad una discussione del Consiglio comunale su un regolamento cittadino. d. La realizzazione di un documentario filmato sulle piccole illegalità di tutti i giorni (infrazioni al codice della strada, piccola evasione fiscale, infrazione del divieto di fumo negli uffici pubblici; con l aiuto di esperti anche mancata attuazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro, abusivismo edilizio e di vario genere...), da presentare in un incontro pubblico con la partecipazione di autorità e rappresentanti delle forze dell ordine. Una volta introdotto il tema legalità attraverso un esperienza concreta, proviamo a seguire (in mezzo agli altri) un percorso di riflessione metalinguistica e di ampliamento lessicale. Una consuetudine di molti docenti è la consegna di compilare durante l anno una rubrica, una sorta di vocabolarietto in cui segnare le parole nuove con il loro significato. Nell ottica dell apprendimento significativo e del raggiungimento delle competenze, propongo di migliorare questo uso, che ha una base strategica condivisibile, ma è carente proceduralmente. [SLIDE 10] Lo sostituiamo con un diagramma a ragno che mostra un intera famiglia lessicale (realizzato con il programma XMind, di cui è disponibile on-line una versione base gratuita). Si parte dalla parola base della famiglia e la si corona con le parole ad essa legata da associazioni morfologiche. Così si approda al piano sintattico, attraverso le solidarietà lessicali e la fraseologia, e non si perde mai di vista la semantica, le relazioni di senso tra le parole, e la pragmatica (con i label). Pragmatica è la capacità del parlante di adattare il suo modo di esprimersi allo scopo che vuole ottenere in relazione al contesto sociale in cui si trova. L adattamento si realizza modulando adeguatamente il registro. Nello specifico: non diamo subito una definizione astratta e complessiva di legge, ma procediamo all esplorazione delle parole morfologicamente legate a legge attraverso la distinzione delle radici collegate a questa parola: leg(a)-, leg(i)-, legg-. Qui si collega il discorso sulla parentela radicale tra le parole, non sempre immediatamente evidente in una lingua fusiva come l italiano (privilegio, forse dileggiare), e della parentela apparente (leggero). Si può fare un riferimento anche agli

5 allotropi dotti e popolari, e così si sta facendo grammatica storica, senza averlo dichiarato. Alle radici si collegano le parole derivate: legale, illegale, legittimo, legislativo, legislazione, legislatura, legalità, legiferare, legalizzare, legalmente... Spingiamoci anche a parole poco note, ma che potrebbero incuriosire i ragazzi: leguleio, legalismo, legalitario. Si può affrontare a questo punto l esplorazione dell etimologia, che ha di solito un certo fascino sui ragazzi, soprattutto quando è sorprendente o incerta. In particolare legge è forse in relazione con leggere e con legare, oppure con letto. Tenendo come punto di partenza la famiglia lessicale (e non le regole astratte) immessa nell esperienza mentale dei ragazzi attraverso l esperienza vissuta, si può affrontare il discorso della formazione delle parole in italiano in generale (vedi competenze specifiche del lessico, SLIDE 5), parole base (tema e affissi), derivazione, alterazione, composizione. Si discute, quindi, dei prefissi in- con le forme assimilate, di(s)- e si allarga il discorso ad altri prefissi comuni. Poi dei suffissi -zione, -ale, -ità... Poi dei composti come legiferare e privilegio. Si allarga il discorso a parole diverse ma che condividono gli stessi percorsi formali di formazione. Quindi si può passare al piano sintattico, toccando i composti e le unità polirematiche (significato non composizionale, non atomi morfologici), decreto legge, legge delega, disegno di legge, legge di stabilità, legge anticorruzione, (legge) finanziaria o dpf... Infine si passa alle solidarietà lessicali, promulgare una legge, legge in vigore, approvare, la legge regola, disciplina, vieta... Le solidarietà lessicali sono un campo di ricerca interessante, perché permettono di usare efficacemente Internet. Per individuarle, infatti, si può usare la ricerca su un corpus. Prendiamo due strumenti facili da usare e molto ampi: coris/codis e paisà. [SLIDE 11] [SLIDE 12] [SLIDE 13] [SLIDE 14] A questo punto le osservazioni semantiche, ma anche pragmatiche dovrebbero venire spontanee anche nei ragazzi. Passiamo, dunque, ad esplorare il campo semantico della parola (vedi competenze specifiche del lessico, SLIDE 5), i sinonimi, gli iperonimi e gli iponimi: regola, norma, legge, regolamento. La differenza tra una legge e una costituzione; la differenza tra una legge e una convenzione. Quindi il percorso si amplifica. Attraverso le solidarietà sono state introdotte altre parole, non dal nulla, ma lungo un percorso metalinguistico iniziato da un esperienza. Da decreto, per esempio, può partire un espansione ulteriore autonoma, con la chiamata in causa di tutte le parole con la radice cr(i)-, cr(e)-, cer-: cernita, discernere,

6 discriminare, cervello, criticare, crivello, crivellare, crimine (si torna all iniziale legge); eventuali collegamenti con credere, creare, crescere? Nessun collegamento con cretino, con scricchiolare, cretto, crepa (dall onomatopeico crepitare). Vigore può diventare il nodo di un altra rete e così via. Fabio Ruggiano

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