Introduzione. Adobe Photoshop Avanzato Lezione 1.1

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1 1 spazi Adobe Photoshop Avanzato Lezione 1.1 Colorimetrici e loro Applicazione Introduzione Quello del colore è un argomento ambivalente: qualsiasi grafico vi potrà dire allo stesso tempo di amare visceralmente i colori ed allo stesso tempo detestare tutto quello che riguarda la loro gestione. Questo è, di fatto, l argomento più complesso e di più difficile trattazione di tutto il mondo della grafica, e solitamente viene affrontato circa a metà, o alla fine, di libri e corsi. Tuttavia i motivi per cui ho deciso di iniziare proprio da qui sono più di uno: il primo è che in un corso avanzato su Photoshop che verte sia su web che su fotoritocco e stampa quello del colore sarà un argomento molto ricorrente, ed è meglio avere le idee chiare di cosa si sta parlando sin dall inizio, il secondo è che nello scrivere queste pagine ho cercato di immedesimarmi nella parte di chi legge per consentire un approccio immediato ad ogni tematica, terzo, ho cercato di organizzare le lezioni trattando in modo graduale le tematiche dei vari moduli in modo da evitarvi il più possibile le difficoltà, i dubbi, le lacune che ho avuto io quando mi sono addentrata in questo campo così vasto, dove ogni argomento è correlato all altro e la comprensione di uno strumento e/o una tematica presuppone la conoscenza di almeno 100 altre. Essendo questo un corso avanzato darò quindi per scontato che voi conosciate l utilizzo di base di Photoshop: i layers, i tools, le selezioni, le maschere, i filtri etc, tuttavia su questi argomenti vi torneremo di volta in volta per una trattazione approfondita, esplorandone varie tecniche di utilizzo. E possibile che in alcune parti questo corso tratti argomenti per voi già conosciuti oppure ne manchino altri che avreste voluto veder trattati perché magari avevate dubbi al riguardo. Questo è più che normale: le modalità di apprendimento sono diverse per ognuno di noi, gli strumenti e le modalità di utilizzo di Photoshop sono talmente tanti e talvolta così complessi che una trattazione completa è praticamente impossibile, tuttavia quello che però ho cercato di fare, nello spazio concesso da questo corso, è stato di mettere in grado chi leggerà queste pagine, di poter lavorare a livello professionale con questo meraviglioso software, disegnando, progettando e ritoccando, sia nel settore della grafica per il web che per la stampa. Vi invito pertanto, per qualsiasi dubbio, commento o richiesta, sia di aiuto che per indicazioni su URL ed eventuali testi di approfondimento a contattarmi all indirizzo michela@unbound.it Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 1

2 Iniziamo E ahimè, lo dobbiamo fare con due brutte notizie. La prima è che non solo la visualizzazione del colore (come già probabilmente saprete) è diversa da monitor a monitor, ma è diversa anche da monitor della stessa marca e modello (provate sempre quando potete il monitor che andate a comprare, non basatevi solo su quello esposto!), da PC a MAC, dall ora del giorno, dalla fonte di luce, dall età del vostro monitor e da quanto tempo lo avete acceso (la gamma reale del monitor la si ha dopo circa due ore di utilizzo), dal calore dei fosfori (chiamato anche punto di bianco) impostato. Come se ciò non bastasse ad impensierirvi eccovi la seconda brutta notizia: il più bello ed elaborato dei vostri disegni e/o fotomontaggi quando verrà stampato avrà i colori diversi da quelli che voi gli avete dato a monitor: perché può capitare che venga stampato con un profilo colore diverso da quello con cui lo avete creato, perché il colore varia in base al tipo di carta utilizzata (e come da monitor a monitor ci sono delle leggere differenze anche da inchiostro a inchiostro dello stesso tipo) ma anche e soprattutto perché gli inchiostri di stampa non riproducono tutta l ampiezza di gamma colore (chiamata tecnicamente gamut ) visibile a monitor, in modo particolare non riproducono i colori più brillanti: vi troverete quindi con delle stampe dai colori smorti, soprattutto se le vostre immagini sono ricche di blu che nella gamma RGB è molto ampio ed in fase di stampa si spegne e tende a virare al violetto nelle tonalità chiare ed al grigio in quelle più scure. Ecco, lo sapevo, adesso vi ho proprio spaventati. Per tranquillizzarvi vi posso dire che non solo ci siamo passati tutti ma che la gestione del colore continuerà sempre a preoccuparvi, anche dopo anni che farete questo mestiere. Ok questo non vi ha tranquillizzati :-) Posso però assicurarvi che in questo modulo dedicato, ed in tutto il corso in generale, questi problemi saranno ampiamente trattati, proponendo di volta in volta soluzioni diverse a seconda dei casi. E soprattutto vi assicuro che abbiamo in assoluto il miglior strumento a disposizione con cui lavorare. I metodi di colore sono selezionabili da menu Immagine > Metodo; cerchiamo adesso di capire meglio come lavorano e quali sono le loro caratteristiche e applicazioni. Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 2

3 RGB Questo metodo di colore è anche chiamato modello primario additivo in quanto un colore aumenta di intensità tanto più viene aumentato il livello di luminosità e consente di ottenere una gamma di più di 16 milioni di colori (2^8 per ogni singolo canale di colore = 2^24 = ) RGB è il modello utilizzato dallo schermo (e quindi nel web), ed è pertanto quello ideale per modificare le immagini a monitor proprio perché permette di accedere all intera gamma a 24 bit. Questo anche se si sta lavorando ad immagini che dovranno andare in stampa: molti strumenti di Photoshop non possono essere utilizzati in altre modalità colore, nelle prossime lezioni dedicate alla stampa vedremo in maggiore dettaglio come lavorare in RGB per ottenere il meglio in fase di stampa. CMYK Quello che vedete raffigurato a fianco è lo spazio colore RGB. Questo è il modello colore della luce: rosso (R), verde (G), blue (B) sono combinati per creare colore, e la somma dei tre colori alla massima intensità da come risultato il bianco. Ognuno dei colori primari può variare di 256 gradi di luminosità, comunemente chiamata profondità colore, ed ha 8 bit (2^8). Questo a fianco invece è il metodo di colore CMY, ovvero ciano (C), Magenta (M), giallo (Y); descrive la modalità in cui gli occhi percepiscono i colori in natura ed è chiamato metodo sottrattivo. Questo perché quando la luce viene proiettata su di un oggetto questo ne assorbe (e quindi sottrae) una parte riflettendo il resto: quello che noi vediamo è la luce riflessa. Quando ad esempio noi vediamo il rosso questo accade perché assorbe dallo spettro di luce bianca il blu ed il verde. Il nero lo si ha quando nessuna luce viene riflessa: il ciano assorbe la luce rossa, il giallo assorbe la luce blu ed il magenta la luce verde. Di fatto però, in fase di stampa, i colori non sono mai puri, e la somma dei colori primari sottrattivi commerciali dà al massimo un colore marrone scuro. E qui che entra in gioco il nero (K), per enfatizzare le ombre, intensificare i colori scuri e dare il nero puro. Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 3

4 Tuttavia è anche vero che RGB non ricopre l intera gamma di colori di CMYK: l immagine a fianco mostra i rispettivi gamut dei metodi colore ). Nella lezione 5.5 vedremo come ottenere il meglio da entrambi i metodi, quando e perché preferire di lavorare nell uno o nell altro. HSB Il modello HSB descrive lo spazio colore basandosi sulle sue tre dimensioni: tinta (H, ovvero Hue), Intensità (S, ovvero Saturation) e luminosità (B, ovvero Brightness). E da far notare che quando si parla di spazio colorimetrico si intende nel senso letterale del termine. Pur essendo molto diversi tra loro i modelli di rappresentazione dei colori hanno in comune il fatto di descrivere i colori utilizzando sistemi di coordinate tridimensionali. In altri termini ogni modello di descrizione dei colori associa a un determinato colore un vettore tridimensionale ovvero una terna ordinata di numeri di tipo x,y,z. Esse indicano esattamente in quale punto dello spazio colorimetrico si trova quel determinato colore. La tinta è l attributo in virtù del quale la sorgente luminosa (o l oggetto riflettente la luce) è definita rossa, verde, blu, gialla, magenta, ecc.. La saturazione rappresenta la purezza del colore. Le variazioni fanno apparire un colore più o meno sbiadito (ad esempio il rosa è meno saturato del rosso) o più o meno ingrigito. Una saturazione completa produce la versione più pura di una tonalità, mentre una saturazione pari a zero è praticamente un grigio (è comunque da far rilevare che un immagine desaturata si differisce in ogni caso da un immagine in scala di grigio, in quanto la prima mantiene sempre le informazioni sul colore). La luminosità è l attributo secondo il quale una sorgente appare più o meno luminosa. Per indicare la stessa grandezza riferita al colore di un corpo di per sè non luminoso (come uno stampato) è più corretto usare il termine chiarezza. La luminosità di un colore stampato o, come sarebbe meglio dire, la sua chiarezza, dipende dalle condizioni di illuminazione dell ambiente e dalla capacità del sistema foglio/inchiostri di riflettere la luce. Se un colore qualsiasi stampato su un foglio viene illuminato da una lampada alla quale è possibile far variare l intensità della radiazione luminosa emessa, il nostro occhio percepirà differenti stimoli cromatici che saranno caratterizzati dagli stessi valori di tinta e saturazione, ma che avranno diverse caratteristiche di luminosità. Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 4

5 Va notato che anche lo spazio CMYK è tridimensionale, sebbene possa sembrare caratterizzato da quattro dimensioni. Infatti la finta quarta dimensione, cioè il nero, non è altro che una combinazione lineare delle prime tre effettuata al fine di rendere migliore il risultato della stampa ma non necessaria dal punto di vista teorico per descrivere un particolare colore. Quindi anche gli spazi CMY/CMYK sono, come tutti gli spazi colore, sottoinsiemi numerici di uno spazio vettoriale di dimensione tre. CIE Lab Il metodo CIE Lab (più comunemente chiamato solo LAB) è stato definito nel 1976 dalla CIE (Commission Internazionale d Eclaraige) al fine di raggruppare tutti i colori che un occhio umano possa percepire. Prima che qualcuno di voi mi scriva dicendomi di aver letto che il metodo LAB è nato nel 1931 ve lo dico direttamente io che sì, molti testi, anche autorevoli, riportano erroneamente questa data. In realtà quelli che furono definiti nel 1931 erano i metodi CIExyY e CIExyz. Di fatto però non sono mai stati utilizzati in quanto calcolavano il colore come uno spazio bidimensionale senza considerarne la luminosità. Nel 1960 poi è nato il metodo CIE Luv, che utilizzava la sintesi sottrattiva dei dispositivi luminosi, ma mai utilizzato in quanto la formula matematica che lo definiva schiacciava le gamme di giallo-marrone-arancio-rosso in un area troppo piccola. Per chi di voi avesse la curiosità di conoscere maggiori specifiche su questi metodi vi sono degli interessanti articoli nella sezione Technical resources del sito Adobe oppure mi scriva pure e darò maggiori info al riguardo. Lo spazio CIELab utilizza un set di coordinate completamente nuovo rispetto ai precedenti modelli: L: rappresenta la luminosità, può assumere valori da 0 (luminosità minima) a 100 (luminosità massima); a: esprime il rosso quando è positiva e il verde quando è negativa, può assumere valori che vanno da più infinito a meno infinito; b: esprime il giallo quando è positiva e il blu quando è negativa, può assumere valori che vanno da più infinito a meno infinito. In realtà quindi lo spazio LAB non è una sfera limitata come in figura ma si estende all infinito sia sull asse a che sull asse b, anche se, per ovvi motivi, non può essere rappresentato visivamente su di un foglio di carta. Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 5

6 L utente medio generalmente conosce molto poco questo spazio colore, tuttavia esso ricopre un ruolo fondamentale, perché laddove RGB rappresenta il modello di colore dei monitor e CMYK quello dello stampato, LAB non dipende né dalla luce né dal pigmento ma è un metodo indipendente da ogni dispositivo di input ed output nato con il preciso intento di dare ad ogni colore una coordinata univoca. E il primo, importante passo verso un uniformazione del colore. Qualsiasi immagine può essere modificata nel metodo LAB, Photoshop stesso utilizza questo metodo come passaggio intermedio quando effettuiamo una conversione tra due spazi colore sia perché è più veloce sia perché i colori non vengono alterati nella conversione, a parte ovviamente quelli fuori gamut. Una nota particolare per chi lavora con immagini Photo CD: conviene sempre aprirle in modalità LAB, in quanto, essendo il modello proprietario YCC di Kodak molto simile al modello LAB la quantità di dati persi è davvero minima. Scala di colore Ok, adesso iniziamo a mettere le mani su Photoshop. :-) Questa è la finestra di dialogo visualizzata selezionando da menu immagine > Metodo > Scala di colore o, per chi avesse come me Photoshop in inglese Image > Mode > Indexed Color. Questa è una operazione che priva l immagine dei colori tranne quelli fondamentali e crea una tabella colore che descrive i colori rimasti (per questo motivo questo metodo viene chiamato anche di colore indicizzato ) Purtroppo Photoshop non permette di applicare questo comando ad immagini LAB e CMYK, ed anche se può essere applicato alle immagini in scala di grigio non è comunque possibile ridurre i colori a meno di 256. Un altro limite è quello di non poter più modificare l immagine una volta convertita in metodo scala di colore: sfumature, strumenti di modifica e filtri non saranno attivi mentre altri, come ad esempio i pennelli, produrranno risultati non controllabili. Tuttavia resta un passo fondamentale quando si vuol salvare grafica in formato GIF. Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 6

7 Detto questo, analizziamo le opzioni nella finestra di dialogo: - attraverso il menu a discesa Palette indichiamo a Photoshop come calcolare i colori da inserire nella tavola. Se l immagine ha meno di 256 colori l opzione Esatta appare di default. La voce Web converte l immagine alla palette websafe di 216 colori. Le opzioni percettiva e selettiva sono variazioni di adattata. La prima campiona i colori in modo da cercare di mantenere la percezione del colore uguale all originale, la seconda mantiene i colori principali. Bisogna selezionare locale qualora la modifica viene applicata solo all immagine corrente e composita se l immagine fa parte di un gruppo di immagini aperte e si desidera che la palette si basi su tutte. - Colori come si intuisce questa opzione serve a specificare il numero di colori dell immagine convertita, ovviamente più basso è il numero più il peso dell immagine sarà basso. - Forzato permette di bloccare i colori importanti in modo da non farli variare. Bianco e nero naturalmente blocca bianco e nero, primari blocca ciano, magenta, giallo, rosso, verde, blu, bianco e nero, web protegge la palette web safe e personale permette di selezionare i colori - Trasparenza permette di mantenere la trasparenza - Alone: questa opzione è accessibile sono quando viene attivata la trasparenza. Alone è il colore che riempie i pixel semitrasparenti dell immagine - Dithering è l opzione che controlla le modalità in cui Photoshop mappa i colori rimossi. Se è impostata su Nessuno Photoshop li calcola in base al colore più vicino nella tavola. Diffusione produce un dithering casuale che imita un effetto naturale mentre disturbo mescola i pixel di tutta l immagine i non solo dei punti di transizione. - Mantieni colori esatti: questa opzione è disponibile solo quando è attivo il dithering a diffusione. E consigliabile tenerlo attivo, in quanto permette alle aree di colore uniforme di restare inalterate. Scala di grigio L utilizzo fondamentale del metodo scala di grigio è quello di costituire un passaggio intermedio per passare al metodo a due tonalità o bitmap in bianco e nero. Si può convertire da e verso Scala di grigio in qualsiasi metodo colore. Un particolare molto interessante è che al momento in cui viene effettuata la conversione in scala di grigio Photoshop calibra ogni singolo canale in modo da mantenere la luminosità globale dell immagine. Se al momento della conversione è però selezionato un singolo canale Photoshop mantiene i valori di luminosità solo di quel canale abbandonando quella degli altri. Questa è una tecnica molto utile per migliorare un immagine in bianco e nero dagli effetti di una cattiva scansione. Nella lezione 1.6 i canali colore verranno trattati in modo più approfondito e dettagliato. Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 7

8 Bianco e nero ( bitmap ) Ad un utente non molto esperto la conversione da scala di grigio a bitmap in bianco e nero potrebbe sembrare un operazione noiosa, se non addirittura inutile. E invece una tecnica molto utile per avere un completo controllo sulla stampa delle immagini in scala di grigio. Ogni dispositivo di stampa restituisce le immagini in scala di grigio come una serie di puntini neri, e utilizzando il comando bitmap può essere specificata dimensione, forma e angolazione di questi punti. Quella accanto è la finestra di dialogo che appare selezionando dal menu Immagine > Metodo > Bitmap. Vediamo adesso a cosa servono questi controlli e quali sono gli effetti che hanno sulle immagini. A questo scopo ho scelto un immagine dimostrativa che esalti l atmosfera suggestiva del bianco e nero. - Output: bisogna specificare la risoluzione del file in bianco e nero. Ovviamente più il valore è alto maggiore è il controllo sui pixels e la qualità di stampa. Le tematiche della risoluzione verranno trattate approfonditamente più avanti, al momento mi limito a dirvi che nella risoluzione in output è consigliabile mettere il doppio/triplo della risoluzione in input. - Soglia 50% : questa opzione trasforma ogni pixel che ha più del 50% di grigio in nero ed ogni pixel che ha meno del 50% in bianco. Può essere utile qualora si desideri sovrapporre una versione in bianco e nero ad una in scala di grigio, ma a questo scopo resta comunque più utile il comando Immagine >Regolazioni >Soglia - Dithering Pattern consente di effettuare la conversione utilizzando un pattern di base. Se l obiettivo è quello di andare in stampa i risultati saranno deludenti, tuttavia se si vuole ottenere qualche effetto speciale consiglio di provare questo effetto. - Dithering Diffusione consente di ricreare un effetto mezzetinte convertendo l immagine in pixel sparsi. Può accadere che l immagine diventi eccessivamente scura in fase di riproduzione se stampata con dispositivi a bassa risoluzione, una buona cosa è quella di schiarire l immagine attraverso i livelli. - Retino mezzetinte Questa opzione apre una nuova finestra di dialogo dove vanno impostate la frequenza dei punti e l angolo. Va poi selezionata una Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 8

9 forma di punti dal menu a discesa. Questa opzione secondo me permette di ottenere degli effetti molto interessanti - Pattern personale questa opzione va selezionata per utilizzare un pattern personale. Sono già inclusi quelli di default di Photoshop tra cui scegliere, ma possono essere creati molto semplicemente creando la forma che si desidera, selezionarla e utilizzare da menu Modifica > Definisci Pattern... mentre per caricare quelli aggiuntivi di Photoshop basta fare click nel cerchietto con la freccia nell angolo in alto della palette e selezionare load. Photoshop dovrebbe aprire direttamente la cartella con i pattern, che si trova all interno del folder Predefiniti di Photoshop. Eccoci qua, per stavolta abbiamo finito, finalmente, direte voi. Effettivamente avete già imparato un bel po di cose, ma questo è solo l inizio e la parte più leggera. La prossima lezione affronteremo la calibrazione del monitor, personalizzeremo le preferenze sulla gestione colore e creeremo un nostro profilo per quando dobbiamo lavorare alla grafica web e per quando lavoriamo alla stampa. Vi parlerò della temperatura del colore e delle illuminanti, di ICC e CMS, delle differenze di gamma tra PC e MAC e di come, possibilmente, avere una gestione del colore comune a tutte le periferiche. Coraggio, questa è la parte forse più noiosa e complessa in quanto maggiormente teorica, ma una volta superata vedrete che la comprensione di tutto il resto sarà molto più facile e veloce. E soprattutto più divertente, i prossimi moduli conterranno molti tutorial in modo da poter apprendere hands on le tecniche più interessanti di questo meraviglioso programma. Come compito vi lascio non solo da imparare questa lezione, ma anche di verificare e sperimentare quanto appreso finora. Provate a lavorare nelle varie modalità di colore, ad effettuare conversioni da RGB a CMYK, sperimentate con i colori indicizzati e con le conversioni da scala di grigio a bitmap. E per qualsiasi domanda o dubbio non esitate a scrivermi. A presto! Michela Michela Cappelli - Manuali.Net 2003 Tutti i diritti riservati 9

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