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1 BASILEA 2: UNA SPINTA ALLA RICERCA DI FONTI DI FINANZIAMENTO ALTERNATIVE di Emanuele Facile e Andrea Giacomelli Amministrazione e Finanza >> Gestione Amministrazione

2 L introduzione della normativa di Basilea 2, prevista per il gennaio 2007, ha portato le banche italiane a sviluppare un sistema di Credit Risk Management interno finalizzato a razionalizzare i processi di affidamento, pricing e monitoraggio del credito, fondandoli sul profilo rischio - rendimento delle posizioni. Il rischio derivante dai diversi impieghi verrà quindi quantificato in modo più oggettivo, sulla base di metodologie condivise a livello internazionale, e non più sulla base di valutazioni qualitative, come aggettivi o punteggi stabiliti in modo arbitrario da ciascuna banca. Tali misurazioni permetteranno agli istituti di praticare dei prezzi maggiormente diversificati rispetto a quanto avviene oggi, in quanto definiti in funzione dei diversi profili di rischio effettivi delle controparti affidate. Questo processo permetterà alle banche di rendere maggiormente efficiente l attività di lending, in quanto il rendimento di ogni singolo impiego permetterà di remunerare il rischio effettivamente sopportato dalla banca. Le trasformazioni in atto comportano notevoli effetti nel mercato del credito. In particolare, nel seguito dell articolo si analizzano una serie di possibili cambiamenti riguardanti le forme di finanziamento delle imprese. POTENZIALE AUMENTO DEGLI IMPIEGHI BANCARI A LIVELLO DI SISTEMA La prima questione da porsi in seguito all introduzione di Basilea 2 è se, a livello di sistema, l ammontare del credito bancario subirà delle restrizioni, comportando la necessità da parte delle imprese di modificare le forme tradizionali di finanziamento bancario, con un conseguente maggior ricorso al mercato (emissione di obbligazioni) o al capitale di rischio (fondi di private equity). Il temuto credit crunch non appare comunque giustificato sulla base della nuova regolamentazione di vigilanza. Al fine di preservare la stabilità del sistema finanziario, il principio base della regolamentazione di vigilanza prevede che per ogni impiego, in quanto attività rischiosa, le potenziali perdite debbano poter essere coperte da un adeguato importo di capitale della banca erogante (requisito sul capitale di vigilanza). A livello aggregato, quindi, la capacità di erogazione di ogni singolo istituto di credito risulta vincolata dal suo livello di patrimonializzazione. La vigente regolamentazione di vigilanza (Basilea 1) si fonda già su questo principio, prevedendo però un requisito del capitale regolamentare che non risulta direttamente correlata all effettivo profilo di rischio dei singoli impieghi ma che prevede un accantonamento calcolato esclusivamente sulla base di una percentuale sul valore nominale dell impiego. Basilea 2, invece, prevede l introduzione della stima dell effettivo profilo di rischio delle posizioni e permette di calcolare l ammontare del capitale di vigilanza sulla base di queste stime. In seguito alle verifiche condotte all interno delle principali banche nazionali, risulta che l attuale regolamentazione di Basilea 1 impone un capitale di vigilanza conservativo. L introduzione dei nuovi criteri patrimoniali, considerando la stima dell effettiva rischiosità degli impieghi, comporta un risparmio sul capitale richiesto dalla vigilanza e consentirà quindi un potenziale aumento della capacità per le banche di erogare credito. Il possibile aumento degli affidamenti 1 è stimato a livello di sistema nella misura del 10%. Per quanto riguarda invece le condizioni praticate sui finanziamenti, non è possibile delineare un effetto di Basilea 2 univoco sui prezzi. Da un indagine Unioncamere (si veda la Tavola 1) realizzata con il modello Riskcalc Italy di Moody s KMV è emerso, a livello teorico (misurando quindi solamente l impatto del diverso assorbimento di capitale tra Basilea 1 e Basilea 2), che: fino alla classe BBB- di Moody s si avrebbe una riduzione degli spread, sotto tale livello e fino alla classe BB la differenza dipende dalla dimensione dell azienda, mentre da BB- a scendere Basilea 2 comporterebbe spread più alti per il cliente. In ogni caso non si hanno certezze sull effettivo pricing che verrà praticato dalle banche. Sarà comunque importante per l impresa conoscere fino a che livello di spread potrà realmente arrivare nella negoziazione con la banca. 1 Come confermato da alcuni studi e dalle dichiarazione dei principali banchieri. Pagina 2 di 8

3 Tavola 1 L impatto di Basilea II sul costo del denaro per le PMI Rating Basilea I Basilea II Fatt < 5 mln Basilea II Fatt = 10 mln Basilea II Fatt = 25 mln Basilea II Fatt = 50 mln A- e sup 123 bp 41 bp 45 bp 50 bp 57 bp BBB+ 131 bp 53 bp 57 bp 64 bp 72 bp BBB 142 bp 69 bp 73 bp 81 bp 91 bp BBB- 161 bp 104 bp 107 bp 119 bp 134 bp BB+ 189 bp 148 bp 155 bp 172 bp 194 bp BB 237 bp 228 bp 238 bp 264 bp 297 bp BB- 298 bp 325 bp 349 bp 388 bp 438 bp B+ 384 bp 488 bp 516 bp 576 bp 651 bp (fonte: Indagine Unioncamere) NUOVI CRITERI PER INDIVIDUARE LE FORME DI FINANZIAMENTO Basilea 2 comporta l adozione nei modelli di rating interno di strumenti per un analisi strutturata di una serie di parametri aziendali. Tra le tipologie di parametri utilizzati da tutte le banche nei modelli di rating interno vi sono i seguenti: leverage; rapporto debito a breve/debito a medio lungo termine; oneri finanziari; redditività; dati andamentali (che descrivono la regolarità dei rapporti creditizi). Tali parametri sono significativamente influenzati dall accensione di nuovi finanziamenti. Tali nuovi finanziamenti, comportando la variazione dei parametri aziendali, possono avere significative implicazioni sul rating prospettico dell impresa, e quindi sul pricing futuro del debito. Un nuovo criterio per l individuazione delle forme tecniche di finanziamento da utilizzare consisterà dunque nella valutazione dell effetto del finanziamento stesso sui parametri aziendali considerati dalle banche e quindi sul rating prospettico dell impresa. In questo modo potranno esser identificate le forme t che permettono di migliorare il rating prospettico dell impresa. E importante che l impresa si doti, a tal fine, di sistemi di autovalutazione del rating non basati solo su dati a consuntivo ma che consentano anche valutazioni prospettiche nell ambito del processo di pianificazione Pagina 3 di 8

4 Possibile penalizzazione nell adozione dei finanziamenti a breve rispetto a quelli a medio-lungo termine Basilea 2 uniforma il modo di esprimere il merito creditizio delle imprese, richiedendo che tale giudizio venga quantificato per mezzo della probabilità di default (PD) delle imprese. Formalmente la PD viene definita come la probabilità che in un dato orizzonte temporale di riferimento (ad es. l anno) l impresa non adempia ai propri obblighi contrattuali (evento di default) con un ritardo superiore ai 180 giorni. L orizzonte temporale di riferimento più utilizzato dalle banche è l anno, per cui si parla di PD annuale. Al fine di stimare tale grandezza, i modelli di rating interno risultano particolarmente sensibili a valutare l inadempienza nel breve termine, ragione per cui vengono pesate in modo considerevole le informazioni sull ammontare delle passività a breve termine e il loro rapporto sul totale delle passività. Negli attuali modelli di rating interno delle banche, quindi, generalmente il merito creditizio delle imprese risulta più sensibile ad un aumento delle passività a breve termine rispetto all aumento delle passività a medio-lungo termine. Ne deriva che le imprese con un minor indebitamento a breve risulteranno avvantaggiate e che i nuovi finanziamenti a breve termine (entro i 12 mesi) risulteranno mediamente più penalizzanti sul rating prospettico rispetto a nuovi finanziamenti a medio-lungo termine. La pratica del ricorso al roll over del debito a breve, assai sfruttata dalle imprese italiane, potrebbe quindi comportare un progressivo peggioramento del rating, con il conseguente significativo aumento del costo di tale forma di finanziamento. Bisognerebbe quindi contenere il debito a breve relativamente al totale del debito, oppure valutare la convenienza a rinegoziare le scadenze dell attuale debito a breve; ciò comporta un miglioramento del rating prospettico e quindi migliori condizioni future. NUOVE FORME DI VALUTAZIONE DELLE GARANZIE L accordo di Basilea 2 prevede che il requisito sul capitale di vigilanza delle banche venga determinato in funzione delle stime del relativo profilo di rischio delle posizioni. La presenza di garanzie, poiché riduce il rischio complessivo delle posizioni, permette conseguentemente di ottenere una mitigazione del requisito di capitale (credit risk mitigation). I contenuti dell accordo pongono comunque diversi vincoli e requisiti sui beni e le garanzie che possono essere riconosciute dalle banche ai fini della credit risk mitigation. In particolare, si stabilisce che: non potranno essere considerate le garanzie collettive; sarà necessaria la rivalutazione periodica dei beni e delle garanzie a valori di mercato; per riconoscere le garanzie personali sarà necessario il rating del garante. Le banche attualmente stanno ancora valutando i costi e i benefici derivanti dall aderenza completa ai requisiti dell accordo previsti per la credit risk mitigation. Già da ora si può comunque affermare che l introduzione di Basilea 2 comporterà un significativo mutamento nell utilizzo e negli effetti delle tradizionali tipologie di garanzie fornite dalle imprese. SVILUPPO DI NUOVE FORME DI PRODOTTI D IMPIEGO Come già accennato nell introduzione, i sistemi di Credit Risk Management di cui si stanno dotando le banche permetteranno di valutare in modo quantitativo il rischio degli impieghi e di adottare criteri di pricing coerenti al profilo di rischio affrontato. In questo contesto le banche, adottando un approccio condiviso a livello internazionale, valuteranno il profilo di rischio di ogni singolo impiego combinando le seguenti quattro componenti: merito creditizio della controparte, che verrà espresso per mezzo dei rating interni di controparte. Le classi di rating rappresentano differenti livelli della probabilità di default (PD) delle imprese; tasso di recupero in caso di default (Recovery Rate), che dipende dalle caratteristiche delle specifiche forme tecniche e, dove presenti, dalla tipologia delle garanzie prestate Pagina 4 di 8

5 ammontare dell esposizione al momento del default (Exposure at Default); durata residua delle posizioni (Maturity). Le quattro componenti di rischio permettono di stimare la distribuzione di probabilità delle perdite dell impiego (che rappresenta il profilo di rischio). Al valore di perdita pari a zero corrisponde la probabilità che la controparte risulti solvente; il merito creditizio espresso attraverso la PD permette di quantificare la probabilità di incorrere in una perdita (maggiore di zero) da parte della banca, mentre le altre tre componenti consentono di quantificare i potenziali livelli di perdita nello stato di default. Le componenti del rischio di credito risultano complementari nella determinazione del livello di rischio di un impiego, nel senso che la variazione di una componente può essere compensata da movimenti di segno opposto di un altra componente, lasciando inalterato il profilo di rischio complessivo della posizione. Ad esempio, il rischio di una posizione può risultare invariato anche a seguito di un miglioramento della PD, nel caso in cui tale miglioramento sia accompagnato da un peggioramento del valore delle garanzie, che rende più alto il valore delle perdita nel caso di default (evento la cui probabilità è diminuita). La disponibilità da parte delle banche delle stime sulle diverse componenti del rischio di credito e il loro monitoraggio continuativo permetterà di ottenere il profilo di rischio sempre aggiornato delle posizioni. La disponibilità del profilo di rischio in modo sistematico consentirà alle banche una più oggettiva e sistematica revisione delle condizioni praticate. La revisione diventerà più strutturata e potrà essere prevista esplicitamente nei contratti di finanziamento. Queste informazioni permetteranno all ingegneria finanziaria di sviluppare nuovi strumenti d impiego, che prevedono durante la vita del contratto tutta una serie di opzioni basate sulla dinamica del profilo di rischio della posizione e quindi sulla dinamica dei valori delle componenti del rischio di credito. Tali opzioni permetteranno ad ogni revisione di ricalcolare le condizioni in funzione dell evoluzione del profilo di rischio della posizione. In proposito si possono individuare tre diverse tipologie di nuovi strumenti d impiego, caratterizzati da opzioni di diversa natura: a) tipologia 1. Strumenti finalizzati a modificare le caratteristiche tecniche del finanziamento (livello garanzie, durata) sulla base delle esigenze delle imprese senza variare il costo del finanziamento, e quindi mantenendo costante nel tempo il profilo di rischio complessivo della posizione. In seguito a movimenti di una componente di rischio (ad es. il rating), lo strumento mira a mantenere costante il profilo di rischio della posizione, e quindi il pricing, modificando le altre componenti di rischio (ad es. livello del Recovery Rate o Maturity) per mezzo di variazioni delle caratteristiche del finanziamento, sulla base delle preferenze o delle necessità del cliente. A parità di profilo di rischio complessivo della posizione, e quindi a parità di costi, si possono avere le seguenti situazioni: miglioramento del rating, liberazione di garanzie miglioramento del rating, allungamento delle scadenze miglioramento del rating, aumento automatico dell importo affidato b) tipologia 2. Strumenti finalizzati a modificare sistematicamente a date prestabilite le condizioni di finanziamento sulla base dell andamento delle diverse componenti del rischio di credito, e quindi sull andamento nel tempo del profilo di rischio complessivo della posizione. In seguito a movimenti di una componente di rischio (ad es. il rating), lo strumento mira ad adeguare al nuovo profilo di rischio il pricing della posizione. Variando il profilo di rischio complessivo della posizione, si possono avere le seguenti situazioni: variazione delle condizioni in funzione della dinamica del rating; variazione delle condizioni in funzione della dinamica dell ammontare/valore delle garanzie; variazione delle condizioni in funzione della variazione della scadenza della posizione. c) tipologia 3. L oggettività del calcolo del profilo di rischio delle posizioni, basato su una serie di informazioni e di parametri predefiniti, permette anche di costruire strumenti d impiego (eventualmente corredati da software per fornire informazioni alla banca, covenants, etc.) che mirano a migliorare le componenti del rischio di credito (in particolare il rating e il valore delle garanzie, o semplicemente la possibilità di valutare l effettivo valore aggiornato delle Pagina 5 di 8

6 garanzie). Nel caso tali miglioramenti avvengano, le opzioni contenute nello strumento permettono di migliorare gradualmente il pricing nel corso della vita del contratto. Tali innovazioni offriranno nuove opportunità finanziarie alle imprese, in quanto permetteranno: nel caso degli strumenti della tipologia 1: di rimodulare nel tempo le caratteristiche delle forme di finanziamento a seconda delle proprie esigenze, mantenendo inalterato il costo del funding; nel caso degli strumenti della tipologia 2: di sfruttare l andamento positivo del loro profilo di rischio per ridurre tempestivamente e su basi oggettive il costo del funding; nel caso degli strumenti della tipologia 3: di adottare forme tecniche di finanziamento che permettono di migliorare nel tempo il merito creditizio e di ridurre conseguentemente il costo del funding. LE STRADE PERCORRIBILI DALL IMPRESA PER UTILIZZARE QUESTE NUOVE OPPORTUNITA Lo sviluppo dell offerta bancaria offrirà ad alcuni segmenti di imprese ampie possibilità di scelta. Saranno le banche a proporre questi strumenti alle imprese, o saranno queste ultime a doversi attivare? Aldilà della naturale evoluzione dell offerta bancaria secondo un percorso di priorità tra segmenti di clientela, l impresa dovrebbe comunque costruire al proprio interno gli elementi necessari a scelte consapevoli di struttura finanziaria nonchè alla negoziazione delle condizioni. Un percorso logico dell impresa nelle decisioni di finanza strategica può essere il seguente: individuazione della struttura finanziaria prospettica ottimale; mappatura delle risorse disponibili/attivabili; scelta della combinazione di fonti ottimale. Il primo step, l individuazione della struttura finanziaria ottimale, richiede che l attività di pianificazione pluriennale sviluppi con sufficiente profondità anche la dimensione patrimoniale (stato patrimoniale prospettico) e finanziaria (piano finanziario e rendiconto finanziario) del piano. La struttura finanziaria ottimale verrà individuata sulla base di una serie di indicatori: leva finanziaria: rapporto tra debito e mezzi propri. I livelli ritenuti normali dalle banche variano per settore industriale e per fase del ciclo macro-economico, in funzione del rischio del business, espresso come volatilità del risultato operativo; sostenibilità del livello di indebitamento: confronto tra Indebitamento oneroso e cash-flow operativo (oppure per semplicità di calcolo alcuni operatori utilizzano l Ebitda). Valori superiori a determinate soglie sono giudicati troppo rischiosi. A quest analisi, che dovrebbe fare ormai parte della normale prassi della pianificazione aziendale, diventerà sempre più indispensabile aggiungere anche l impatto degli scenari di piano sul merito di credito dell impresa, espresso come variazione della PD (probabilità di default). Il secondo passo essenziale è la mappatura delle risorse disponibili/attivabili. La banca non ha né potrebbe avere la visione complessiva dell impresa e del patrimonio dell imprenditore. La prima risorsa attivabile, spesso trascurata, è il recupero di cash-flow operativo derivante da una migliore gestione del capitale circolante (crediti, magazzino e debiti verso fornitori) e dell intero ciclo attivo. Per l analisi delle risorse esterne attivabili, è sempre più importante la mappatura delle garanzie disponibili: immobili dell impresa, impianti e macchinari, flusso stabile e ripetitivo di crediti in bonis, contratti con controparti primarie, patrimonio dell imprenditore. L impatto delle garanzie sull accessibilità al credito e sul suo costo sarà più diretto e trasparente rispetto ad oggi. La gestione proattiva delle garanzie potrà dare un apporto significativo alla gestione finanziaria di impresa. Il terzo step è quello della scelta della combinazione ottimale delle fonti: l impresa può avere un grosso vantaggio temporale rispetto alla banca in quanto dispone di informazioni Pagina 6 di 8

7 sull andamento futuro dell attività caratteristica che la banca potrà apprendere solo a consuntivo dai bilanci. La visibilità sul futuro e sull insieme delle fonti attivabili consente di percorrere scelte di finanziamento con un asimmetria informativa tutta a favore dell impresa, purché essa si doti delle competenze e degli strumenti necessari. In Tavola 2, tra i processi interni dell azienda con rilevante componente decisionale, si sono aggiunte due attività importanti: la gestione proattiva delle garanzie e la scelta delle tipologie di finanziamento massimizzando in funzione forward looking le informazioni presenti nell impresa. Strumenti vecchi e nuovi risultano sempre più necessari: tra i vecchi, in primis i sistemi di pianificazione finanziaria e patrimoniale pluriennale, tra i nuovi i sistemi di autovalutazione del rating. A differenza di quanto può apparire superficialmente, Basilea 2 è un opportunità per le imprese di minore dimensione di accedere a forme di finanziamento in passato non disponibili a questo segmento di clientela, a costi che potrebbero essere migliorativi rispetto alle attuali forme tecniche tradizionali. Più in generale è un opportunità per ribaltare a favore dell impresa l asimmetria informativa: se oggi la valutazione del merito di credito è un processo bancario non trasparente per l impresa, domani l impresa potrà invece utilizzare in largo anticipo rispetto alla banca ai fini delle scelte di strategia finanziaria quelle informazioni forward looking di cui la banca non dispone. Tavola 2 Le attività di preparazione delle imprese LE ATTIVITA DI PREPARAZIONE DELLE IMPRESE I processi dell area Finance Pianific.ne Pianific.ne Strategica Strategica e Finanza Finanza Straord.ria Straord.ria Finanza Strategica (struttura del capitale) Comunica -zione finanz. Pian. fin. Manovra di tesoreria, Risk mgt Cash-mgt (inc. e pag. finanziam.ti a breve termine) Performance mgt & budgeting Consuntivazione e reporting Necessità imposte da BII Maggiore frequenza delle valutazioni di fin. Maggiore collegamento con rating e tesoreria Mappatura delle garanzie Maggiore qualità e frequenza delle informazioni sul business Miglioramento della dimensione finanziaria dei piani / budget Gestione anticipata dei fabbisogni Presidio indicatori utilizzati dalle banche nell analisi andamentale Allineamen to tra report interni e utilizzo esterno Attività di miglioramento e strumenti Processi interni con rilevante componente decisionale Metodologie e software Progetti e software di di autovalutazione business intelligence Gestione proattiva delle garanzie Scelte delle tipologie di finanziamento sulla base di dati ed analisi forward looking Processi con forte valenza operativa e possibile oggetto di outsourcing Competenze Maggiore specialistiche frequenza Software di tesoreria reporting Moduli analisi Consuntivi andamentale con dimensione finanziaria Pagina 7 di 8

8 GLOSSARIO Attività di lending Il lender è l operatore che, nell ambito di un contratto di leasing, assume il ruolo di mutuante soggetto che nell ambito di un operazione di mutuo, eroga denaro, titoli o altri beni fungibili al mutuatario. Spread Incremento di un tasso di interesse o di una commissione finalizzato ad assicurare un profitto supplementare.. Documento pubblicato su licenza di WKI - Ipsoa Editore Fonte: Amministrazione & Finanza Quindicinale di gestione, pianificazione e controllo aziendale Copyright: WKI - Ipsoa Editore Documento reperibile, assieme ad altre monografie, nella sezione Dossier del sito Pagina 8 di 8

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