IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Avv. Bruno de Carolis Presidente Avv. Massimiliano Silvetti Avv. Alessandro Leproux Prof. Massimo Caratelli Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Liliana Rossi Carleo Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 28/05/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Con ricorso depositato il 20 dicembre 2012, l attrice, in qualità di ex coniuge e attuale coerede del titolare di un contratto di conto corrente e di un deposito titoli presso l intermediario, contesta il rifiuto di quest ultimo di procedere alla liquidazione di quanto a lei spettante a seguito del decesso dell intestatario, avvenuto il 24 maggio L attrice afferma infatti di aver formulato diverse richieste volte ad ottenere lo svincolo delle disponibilità e dei titoli già intestati al de cuius e di essersi sempre sentita rispondere dall intermediario che sarebbero state necessarie le autorizzazioni da parte degli altri coeredi. Per altro verso, costei contesta un operazione di giroconto di 1.700,00 effettuata a beneficio di uno degli altri coeredi dal defunto titolare del conto, posto che questi il giorno precedente aveva subito un delicato intervento chirurgico, seguito da uno stato di coma Pag. 2/6

2 irreversibile, sino al decesso : del resto, la sottoscrizione apposta sull ordine di giroconto risulterebbe difforme da quella depositata dall originario correntista. A nulla era valso il reclamo presentato il 20 settembre 2012, con il quale la ricorrente aveva avanzato identiche richieste. Chiede, pertanto, che l Arbitro Bancario Finanziario, in primo luogo, ordini alla banca di procedere alla liquidazione di un terzo delle somme e dei titoli giacenti sul conto già intestato al de cuius e, in secondo luogo, sanzioni la banca stessa per aver disposto l operazione di giroconto contestata. Nel costituirsi ritualmente in giudizio, l intermediario rappresenta, quanto alla richiesta di smobilizzo di un terzo delle giacenze, di aver già comunicato alla ricorrente l impossibilità di procedere alla liquidazione in mancanza di disposizioni congiuntamente impartite da tutti gli eredi, stante il diniego espresso dei due coeredi a procedere in tal senso. Del resto, anche l art. 14 del contratto di conto corrente prevede che gli eredi possano effettuare operazioni sul conto del defunto purché impartite congiuntamente o comunque, con il concorso di tutti gli eredi quando sia stata notificata opposizione da uno di essi. Anche per poter liquidare un terzo dei titoli depositati, rispettando il taglio minimo di negoziazione, è richiesto l accordo tra i coeredi, non essendo i relativi quantitativi divisibili in tre porzioni. Quanto alla contestazione relativa all operazione di giroconto, la banca adduce di aver dato esecuzione ad un ordine disposto dal de cuius per il tramite di persona di famiglia, con consegna alla banca stessa dell ordine di bonifico offerto in comunicazione al Collegio. L intermediario conferma di aver verificato la corrispondenza della firma apposta sull ordine di bonifico con quella presente sullo specimen, dando atto di non essere al corrente, alla data del 17 maggio 2012, delle condizioni di salute del titolare del rapporto. Peraltro, una volta ricevuta copia della documentazione attestante l impossibilità del de cuius di compiere, nell anzidetta data, operazioni bancarie, l intermediario afferma offrendone prova documentale di aver proceduto all accredito di 1.700,00 sul medesimo conto corrente. La resistente chiede pertanto che l Arbitro Bancario Finanziario rigetti la prima domanda dispiegata nel ricorso (richiesta di smobilizzo di un terzo delle somme) e dichiari cessata la materia del contendere con riferimento alla seconda domanda (contestazione dell operazione di giroconto). Pag. 3/6

3 DIRITTO 1. La fattispecie in esame, che rientra nella competenza dell Arbitro Bancario Finanziario, riguarda la sorte delle somme e dei titoli giacenti su un conto corrente nell ipotesi di successione mortis causa di più eredi all originario titolare del conto. 2. In ordine all assegnazione dei crediti su domanda di uno solo dei coeredi, l orientamento del Collegio, dal quale non si intravede ragione per doversi discostare, depone nel senso che i crediti del de cuius non si dividano automaticamente fra i coeredi in ragione delle rispettive quote (secondo il principio nomina et debita ipso iure dividuntur), ma entrino a far parte della comunione ereditaria (cfr. Collegio di Roma, decisioni n del 12 aprile 2012; n. 952 del 10 maggio 2011). Da ciò discende che, così come le domande di divisione ereditaria devono essere proposte in confronto di tutti gli eredi in quanto litisconsorti necessari (art. 784 c.p.c.), anche lo scioglimento della comunione e l accertamento delle singole quote non può che avvenire in contraddittorio con tutti i coeredi e con il loro consenso unanime. Sul tema sono intervenute anche le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che, con la sentenza n del 28 novembre 2007, hanno ritenuto di seguire l indirizzo da ultimo ricordato. Alla base di tale conclusione, è stato evidenziato che se, per un verso, l art. 752 c.c. afferma il principio tradizionale della ripartizione automatica tra i coeredi limitatamente ai debiti e pesi ereditari, per altro verso, la diversa disciplina dei crediti deve ritenersi dettata dagli artt. 727 e 757 c.c. In altri termini, i crediti ereditari entrano a far parte della comunione, essendo ripartiti solo al momento della divisione della massa ereditaria, con la conseguenza che i crediti del de cuius non si dividono automaticamente tra i coeredi in ragione delle rispettive quote, ma entrano a far parte della comunione ereditaria. La predetta soluzione risponde come più volte statuito dal Collegio (cfr. Collegio di Roma, decisione n. 952 del 10 maggio 2011) alla duplice esigenza di conservare l integrità dell asse e di evitare che singole iniziative possano compromettere l esito dello scioglimento della comunione. È pur vero che la citata sentenza delle Sezioni Unite distingue il profilo della partecipazione di tutti i coeredi all azione promossa contro il debitore, di talché ciascuno dei partecipanti ( ) può agire singolarmente per far valere l intero credito ereditario comune o anche la sola parte di credito proporzionale alla quota ereditaria, senza Pag. 4/6

4 necessità di integrare il contraddittorio nei confronti di tutti gli altri coeredi ; tuttavia precisa la pronuncia in esame la partecipazione al giudizio di costoro può essere richiesta dal convenuto debitore in relazione ad un concreto interesse all accertamento nei confronti di tutti della sussistenza o meno del credito. Ed è questo il caso di specie, in cui la banca resistente ha eccepito che la liquidazione dei cespiti avvenga con il consenso di tutti i coeredi. D altra parte, osserva il Collegio, occorre tenere distinti l accertamento generale del credito dell eredità nei confronti del terzo alla cui azione è legittimato ciascun erede singolarmente, dall accertamento della singola quota ereditaria del condividente, che non può essere disposto se non in contraddittorio con tutti gli eredi. A tale stregua, pertanto, l eccezione opposta dalla banca appare legittima, perché diretta a tutelare anche la propria posizione nei confronti di eventuali successive pretese esercitate dall altro coerede. La liquidazione delle somme attualmente depositate sul conto corrente potrà pertanto essere effettuata dall'intermediario solamente sulla base di disposizioni congiuntamente impartite da tutti gli eredi. Da quanto precede non può che derivare il rigetto della prima domanda contenuta nel ricorso. 3. Si può pertanto procedere all esame della seconda domanda contenuta nel ricorso, consistente nella contestazione relativa all operazione di giroconto di 1.700,00 effettuata a beneficio di uno degli altri coeredi dal defunto titolare del conto, nonostante il de cuius il giorno precedente aveva subito un delicato intervento chirurgico, seguito da uno stato di coma irreversibile, sino al decesso e nonostante l asserita difformità della sottoscrizione apposta sull ordine di bonifico rispetto a quella depositata dall originario correntista. La banca afferma di aver già proceduto all accredito di 1.700,00 sul conto corrente originario e ne offre prova per tabulas. Tale circostanza induce il Collegio, sulla scorta del suo tradizionale orientamento (v. Collegio di Roma, decisione n. 754 del 12 aprile 2011), a ritenere cessata la materia del contendere. Ed invero, secondo i generali principi, si verifica la cessazione della materia del contendere, e la conseguente estinzione del processo, ove sopravvenga una situazione che elimini le ragioni di contrasto fra le parti e l oggettiva necessità di una pronunzia dell organo giudicante, facendo conseguentemente venir meno l'interesse ad agire della parte, cioè l interesse di questa ad ottenere un risultato utile, giuridicamente apprezzabile Pag. 5/6

5 e non conseguibile senza l'intervento del giudice. Situazione, questa, che può essere rilevata anche d ufficio dal giudice (cfr. Cass. 21 settembre 2010, n ). 4. Sulla base di tali considerazioni, ritiene il Collegio che la domanda relativa alla liquidazione di quota parte del patrimonio ereditario non possa trovare accoglimento, essendo preclusa all'intermediario la possibilità di procedere alla liquidazione pro quota in favore dei singoli di crediti ed importi residui depositati sul conto corrente del de cuius; dichiara invece la cessazione della materia del contendere con riferimento alla contestazione relativa al bonifico. P.Q.M. Il Collegio dichiara cessata la materia del contendere con riferimento alla contestazione relativa al bonifico di euro 1.700; respinge ogni ulteriore domanda. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6