IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

Transcript

1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Avv. Bruno De Carolis Dott.ssa Claudia Rossi Prof. Avv. Andrea Gemma Membro designato dalla Banca d Italia, che svolge le funzioni di Presidente Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Diego Corapi Prof. Daniela Primicerio Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 15/05/2012 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Il contenzioso insorto tra le parti attiene ad una transazione di 252,00 oltre alla commissione di un euro, fraudolentemente eseguita on-line nel pomeriggio del 22 agosto 2011 alle ore a danno della carta prepagata (carta A) della ricorrente e a beneficio della carta prepagata (carta B), emessa dal medesimo intermediario convenuto, ed intestata ad altro soggetto sconosciuto al ricorrente; il giorno successivo ( poco dopo secondo la terminologia dell intermediario convenuto) alle ore 7.26 del mattino l intestatario della carta B ha prelevato la somma tramite un ATM collocato presso una dipendenza periferica del medesimo intermediario. A seguito della frode, il saldo della carta A si è pressoché azzerato. La carta è stata tempestivamente bloccata mezz ora dopo l operazione contestata dalla ricorrente che, il giorno successivo, ha denunciato il fatto alle forze dell ordine, dichiarando di non aver mai ceduto la carta ad altri, e ha chiesto all intermediario il rimborso della somma sottratta. Pag. 2/6

2 La richiesta è stata respinta in quanto, sostiene l intermediario, la transazione sarebbe stata eseguita attraverso il corretto inserimento delle credenziali del titolare (ovvero: userid, password, numero e scadenza della carta, codice CVV2 riportato sul retro della carta), assumendo che la transazione sia avvenuta da parte di terzi che abbiano in qualunque modo accesso agli strumenti operativi utilizzati dal Titolare (della carta). Nel presente ricorso viene rivendicata, oltre al recupero delle somme sottratte, la corresponsione degli interessi legali, a partire dalla data del reclamo, il risarcimento dei danni, morali ed esistenziali, peraltro non quantificati, e il ristoro delle spese sostenute per l invio delle raccomandate ad ABF e intermediario. Nelle controdeduzioni l intermediario convenuto sostiene l infondatezza del ricorso ribadendo in primo luogo che l operazione contestata sarebbe stata regolarmente disposta mediante il corretto inserimento di tutti i codici identificativi del titolare della carta; eccepisce altresì che la ricorrente, all epoca della vicenda, non avesse ancora provveduto ad attivare il nuovo sistema di sicurezza delle carte prepagate, basato sull utilizzo di un codice dispositivo usa e getta, reso operativo a partire dal , e gradualmente introdotto nel sistema e che questo dispositivo, afferma il convenuto, era stato adeguatamente pubblicizzato sul proprio sito web e fatto oggetto di apposita comunicazione cartacea inviata a tutti i titolari della carta prepagata. Seguono alcune argomentazioni sistematicamente esposte dall intermediario in precedenti analoghi ricorsi che lo hanno interessato: 1) la domanda di rimborso deve essere rivolta all indebito percettore; 2) i propri sistemi informatici sono assolutamente sicuri in quanto certificati secondo i più rigorosi ad affidabili standard internazionali; 3) tenuto conto dell art c.c., eventuali pretese risarcitorie nei confronti dell intermediario sono ammissibili solo a fronte di un suo inadempimento, inadempimento che la ricorrente non ha contestato all intermediario; 4) in base alle previsioni contrattuali il titolare si impegna ad accettare tutti gli addebiti registrati (dall intermediario) derivanti da operazioni compiute con apparecchiature elettroniche che prevedono la digitazione del PIN od altre modalità di identificazione del titolare, ed autorizza irrevocabilmente (l intermediario) ad addebitare sulla disponibilità della carta i relativi oneri, spese e commissioni (art. 7, comma 7 del fac-simile di contratto allegato alle controdeduzioni); 5) non può essere addossata alcuna responsabilità all intermediario che ha assolto agli obblighi contrattuali e di legge con la diligenza qualificata; 6) la ricorrente non ha provato di aver custodito i propri codici identificativi con la dovuta diligenza; 7) ai sensi dell art. 1227, comma 2, c.c., Pag. 3/6

3 il risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l ordinaria diligenza. Diritto Il ricorso è fondato. La vicenda si inquadra nella casistica del furto di identità elettronica, ben nota all intermediario convenuto, e pertanto, come già più volte osservato da questo Collegio nell esame di analoghi ricorsi, deve essere valutata alla luce delle vigenti disposizioni normative in materia di servizi di pagamento. Si fa, in particolare, riferimento all art. 10, comma 2 del d.lgs. n.11 del 27 gennaio 2010, entrato in vigore il 1 marzo 2010, in data, quindi, anteriore allo svolgimento del fatto oggetto del ricorso; la disciplina citata - che ha recepito la direttiva 2007/64/CE del 13 novembre espressamente sancisce che l'utilizzo di uno strumento di pagamento registrato dal prestatore di servizi di pagamento non è di per sé necessariamente sufficiente a dimostrare che l'operazione sia stata autorizzata dal titolare, né che questi abbia agito in modo fraudolento o non abbia adempiuto, con dolo o colpa grave ad uno degli obblighi di cui all art. 7 : in altri termini, che non abbia adottato tutte le ragionevoli misure per proteggerne le caratteristiche di sicurezza personalizzate. A rafforzamento di tale principio, la vigente disciplina stabilisce che fino al momento della notificazione, il titolare sostiene la perdita subita in conseguenza dello smarrimento o del furto dello strumento di pagamento elettronico nei limiti di un massimale non superiore ai 150 euro, fatta eccezione del caso in cui il titolare abbia agito con dolo o colpa grave ovvero non abbia adottato le misure idonee a garantire la sicurezza dei dispositivi personalizzati che consentono l utilizzo dello strumento di pagamento (cfr. art. 12, comma 3 del d.lgs. n.11/2010). Conseguentemente, questo Collegio non può che riaffermare i principi dettati dal citato decreto legislativo e dalla direttiva comunitaria sottolineando che, in base ai criteri che regolano la responsabilità contrattuale (art c.c.), l onere di dimostrare la colpa grave o il comportamento fraudolento del cliente spetta all'intermediario, atteso che la spendita non autorizzata di uno strumento non assume il valore di una prova della negligenza del titolare. Tutto ciò premesso, risulta essenziale per la risoluzione del contenzioso la verifica del comportamento delle due parti, essendo entrambe tenute a specifici obblighi: la custodia e Pag. 4/6

4 la segretezza delle credenziali informatiche, per quanto riguarda il cliente; l affidabilità e la sicurezza complessiva del servizio di pagamento offerto al cliente, per quanto riguarda l intermediario; sicurezza, questa, che attiene sia al sistema informatico centrale e periferico- sia al sistema organizzativo e di controllo. Alla luce del quadro normativo già vigente all epoca del fatto, degli addebiti mossi al cliente, l unico meritevole di qualche considerazione consiste nel suo (eventuale) mancato utilizzo di tutti i presidi tecnologici posti in essere dall intermediario a tutela delle transazioni considerate. Ora, riguardo al sistema introdotto dall intermediario a partire dal e oggetto di comunicazione personalizzata rivolta alla clientela a fine di giugno 2011 ; va sottolineato che tale sistema non fosse preclusivo dell operatività di cui si parla, né è stato in alcun modo dimostrato che la relativa introduzione fosse stata resa nota al ricorrente. Non appare pertanto in alcun modo possibile per tale via addossare al ricorrente, come intenderebbe il convenuto, una sua grave negligenza (cfr. in proposito le decisioni n. 773 del 15/03/2012 del Collegio di Milano e nn. 254 e 266 del 26/01/2012 del collegio di Napoli). Di converso, appare indubitabile che proprio per la mancanza di tale utile strumento il complessivo sistema offerto dall intermediario per il servizio di pagamento in questione difettasse di adeguati presidi di sicurezza. Quanto alle ulteriori argomentazioni addotte dall intermediario ad escludere la propria responsabilità e ad addossare al cliente la responsabilità dell accaduto secondo il consueto canone difensivo sopra descritto, le stesse non risultano in alcun modo supportate da evidenze probatorie, sicché, ad avviso di questo Collegio, deve trovare piena applicazione la disposizione, favorevole al cliente, stabilita dal citato art. 12, comma 3, del citato decreto legislativo. Quanto ai presidi di sicurezza disposti dal fornitore del servizio di pagamento, va ulteriormente osservato quanto segue. L attacco informatico che ha colpito la ricorrente ripercorre modalità ripetutamente osservate in analoghi attacchi rivolti a danno della clientela del medesimo intermediario, e pertanto, come già rilevato da questo Collegio : è ragionevole assumere in considerazione altresì della causale (ricarica di altra carta prepagata) e delle peculiari modalità del prelievo fraudolento oggetto del presente giudizio, nonché delle circostanze ad esso successive (ritiro immediato dell intera somma da parte del beneficiario; ) - che il sistema informatico dell intermediario difetti di adeguati presidi di sicurezza e che comunque l intermediario non abbia fornito prove sufficienti a dimostrare il contrario; l assunto appare avvalorato dal numero consistente di casi simili a quello oggetto del Pag. 5/6

5 presente procedimento e riguardanti il medesimo intermediario, che sono stati sottoposti all esame di questo Arbitro dalla sua istituzione ad oggi (decisione n. 2365/2010). Inoltre, nella fattispecie all esame emerge dalla documentazione prodotta dall intermediario (cfr. in particolare all. 2 alle controdeduzioni) che il prelievo da parte del beneficiario della transazione, attraverso la carta di pagamento B, è avvenuto a distanza di ben 14 ore - e non poco dopo come in più punti eufemisticamente indicato dal ricorrente, un lasso di tempo tale da consentire all intermediario di esperire gli opportuni interventi, conseguenti al blocco della carta A intervenuto il giorno precedente, per il recupero delle somme fraudolentemente sottratte. Sicché la responsabilità per l accaduto non può che ricadere integralmente sull intermediario, senza applicazione di alcuna franchigia, in considerazione delle particolari modalità dell utilizzo fraudolento e del modesto ammontare dell importo contestato. Quanto ai pretesi danni morali ed esistenziali invocati dalla ricorrente, la rivendicazione non può essere accolta perché il danno, di per sé difficilmente percepibile, risulta privo di qualsiasi supporto probatorio. In conclusione, il Collegio, in parziale accoglimento del ricorso, dispone che l intermediario corrisponda alla ricorrente l importo di 253,00, comprensivo delle commissioni applicata, oltre agli interessi.legali a partire dal 22 agosto P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6