l interesse, promuovere il consolidamento delle conoscenze e fattivamente all attività extrascolastica.

Transcript

1 VISITA GUIDATA _ALTAMURA e GROTTE di CASTELLANA_ Giovedì 7 Maggio 2015 gli alunni delle classi prime della Scuola Secondaria di 1 grado dell Istituto Comprensivo A. R. Chiarelli, hanno partecipato alla visita guidata ad Altamura e Grotte di Castellana, accompagnati dai docenti prof. Domenico D Amico e prof.sse Anna Maria Aquaro, Irene Basile, Liliana Petrelli, Maria Pia Pugliese e Stella Ricci. La visita guidata è stata, precedentemente in classe, opportunamente organizzata dai docenti, che hanno offerto ai ragazzi, informazioni e stimoli per incoraggiare

2 l interesse, promuovere il consolidamento delle conoscenze e fattivamente all attività extrascolastica. partecipare Partiti in pullman alle ore 8.00, alunni e docenti hanno raggiunto le porte della città di Altamura dove hanno incontrato, alle ore 9.30, le dott.sse Alina Baldassarra e Rosanna Digravina, guide turistiche abilitate per la regione Puglia e Basilicata. Salite sul pullman, le guide hanno indicato all autista il percorso da effettuare per raggiungere il sito extra urbano del centro visite di Lamalunga, dove poter visionare il video in 3d della grotta e dello scheletro dell ominide preistorico vissuto anni fa. Durante il percorso in pullman, la dott.ssa Alina ha fornito informazioni sulle caratteristiche del territorio altamurano, caratterizzato dalla presenza di campi idonei alla pastorizia, ma aridi e poco adatti all agricoltura per la presenza di pietre aguzze e strati di terreno di appena 10 cm. _la FERULA_

3 La guida ha poi invitato i ragazzi a focalizzare l attenzione sui diversi colori della natura, soffermandosi ad evidenziare le caratteristiche di alcune specie endemiche: la Ferula (Ferula communis) e il Lino delle Fate ( Stipa austroitalica), specie esclusive della Puglia, Basilicata e Sicilia. La Ferula è molto legata al nostro territorio per cultura e tradizioni. Le Ferule hanno la capacità di piegarsi e non spezzarsi perché sono vuote nell interno, sono leggere e nessuno riuscirebbe a sradicarle dal terreno. Bisogna tagliarle con un macete, un coltello con una lunga lama. Le Ferule, una volta essiccate, venivano tagliate in tronchetti e utilizzate per costruire sgabelli leggeri e molto resistenti, chiamati localmente scanni. _il LINO delle FATE_ Il Lino delle Fate appartiene alla famiglia delle graminacee, è di colore bianco perlaceo e le sue spighe ondeggianti al vento, sembrano nel periodo primaverile, onde del mare che si increspano a riva. Ad accogliere la scolaresca al centro visite di Lamalunga è la guida naturalistica e speleologica del C.A.R.S. Francesco Del Vecchio, uno degli scopritori dell Uomo di Altamura.

4 Il C.A.R.S. (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche), il 7 ottobre del 1993, durante l'esplorazione della grotta di Lamalunga, fece, infatti, una scoperta di rilevanza mondiale: "L'Uomo di Altamura", gli unici resti di scheletro umano completo, anche delle cartilagini nasali e orbitali, del paleolitico. Il fossile dell'uomo di Lamalunga è riconducibile ad un maschio adulto di centimetri. E' integro nella struttura scheletrica ed è in ottimo stato di conservazione. Secondo recenti studi, lo scheletro fossile di Altamura presenta caratteristiche morfologiche e paleogenetiche che lo identificano come appartenente alla specie di Homo Neanderthalensis. Inoltre, la stessa ricerca lo colloca cronologicamente in un intervallo finale del Pleistocene Medio compreso tra 172 e 130 mila anni, dunque in una fase antica dell'esistenza di questa specie umana estinta. Attraverso filmati tridimensionali e slides, Del Vecchio ha illustrato ad alunni e docenti l ipotesi più attendibile per spiegare tale sensazionale ritrovamento. Nell'antico canalone di Lamalunga l'uomo di Altamura, durante la caccia ad animali selvatici, cadde in un inghiottitoio e fu scaraventato, attraverso un pozzo che intercettava una galleria di scorrimento, a 30 metri dalla superficie, nella sala principale della grotta. Una successiva piena lo trasportò in un ramo secondario di assorbimento, dove rimase incastrato tra le stalattiti. L'acqua lo sommerse e ricamò sul suo scheletro, con l'alabastro, merletti di concrezioni a "cavolfiore". In conclusione, Del Vecchio ha precisato che l esame del DNA mitocondriale, condotto da un equipe internazionale di studiosi su un frammento di scapola, oltre a confermare la datazione dello scheletro, ha dimostrato che l Uomo di Altamura risulta sì un Neanderthal, ma un Neanderthal antico che, come tale, mostra caratteristiche arcaiche, ovvero si caratterizza come una forma quasi di transizione tra l umanità precedente che aveva abitato l Europa, ovvero l Homo Heidelbergensis, e i più tipici uomini di Neanderthal.

5 Successivamente, la scolaresca ha fatto visita al Museo Etnografico dell Alta Murgia, allestito nel chiostro dell ex convento di Santa Teresa ad Altamura, luogo che custodisce tesori e segreti della cultura popolare contadina, delle tradizioni locali del territorio dell Alta Murgia dal 1800 al Le guide hanno spiegato che il Museo nasce nel 1980 per opera di Pietro Locapo, collezionista e sorvegliante archeologico che ha raccolto nel tempo mille oggetti diversi relativi alla cerealicoltura, alla vinicoltura, alla pastorizia e al sistema dei trasporti a trazione animale.

6 Oltre 1200 gli oggetti esposti: strumenti del lavoro agricolo, pastorale e artigianale, utensili d'uso domestico, documenti oggettuali e figurativi che rimandano alla realtà sociale, produttiva e culturale dell'alta Murgia. _storica LAVATRICE in legno_ utilizzata per sbiancare i capi bianchi con la cenere Il nucleo iniziale e più consistente della raccolta è costituito dagli oggetti raccolti da Pierino Locapo, noto anche come "Il lupo della Murgia". L'altamurano Pietro Locapo, trascorse la quasi totalità della sua esistenza a setacciare le campagne e le masserie dell'alta Murgia sottraendo ad una fine certa quei segni e quegli oggetti della civiltà contadina, altrimenti destinati a scomparire inghiottiti nell'oblio. Una sorta di deformazione professionale visto che quell'istinto di collezionare le tracce di una storia non scritta nasceva dal suo stesso lavoro di custode nel Museo Archeologico cittadino, tanto che Locapo diede vita ad un primo embrionale tentativo di Museo della Civiltà rurale, stipando al pianterreno di un palazzo oltre un migliaio di oggetti.

7 Attraverso un percorso forte di venticinque unità espositive, trovano così collocazione adesso oltre un migliaio di reperti fra arredi, attrezzi da lavoro, abiti, oggetti riconducibili alla fede e agli usi e alle credenze popolari, a metà strada tra il sacro e il profano, accompagnati da una sezione fotografica e cartografica che mette in evidenza i segni forti del territorio, a cominciare dalle masserie che contrappuntano il brullo paesaggio della Murgia. _il PASTRANO_ cappotto delle feste dato in dote ai figli maschi, per durare tutta la vita Gli ambienti distribuiti lungo i lati del chiostro sono stati destinati all'esposizione museale permanente, ad aule di consultazione e video lettura e laboratorio didattico per tutte quelle attività di conoscenza degli usi, costumi e tradizioni del territorio. Le aule di lettura sono state invece collocate nelle piccole celle esistenti, a memoria dell'uso carcerario dell'ex convento, ognuna con accesso diretto dal chiostro e attrezzata di supporti informatici e multimediali. Trent'anni fa, ormai, Locapo consegnava a futura memoria poche parole per racchiudere il senso della sua impresa solitaria di collezionista: «Il mio lavoro diventa anche la registrazione della voce del passato, della vita quotidiana, tendente a schivare qualsiasi forma

8 di museo, inteso come cosa morta, ma che inevitabilmente, per alcuni, può ridursi a tale concetto quando descrive cose, gesti, avvenimenti oggi spariti per sempre dal mondo dei vivi». Gli oggetti, infatti, oltre a descrivere circostanze e tecniche, narrano storie, svelano conoscenze, evocano ricordi. _gli SCANNI_ Non a caso una dichiarazione dell UNESCO del 2003 tutela la cultura popolare e tradizionale, i saperi naturalistici, i riti e le pratiche sociali, come patrimoni universali. Proprio il termine patrimonio tende a sostituire oggi quello di bene culturale, sottolineando il significato di eredità antropologica che riceviamo dalle generazioni precedenti per inventare nuovi aspetti delle tradizioni e per fortificare il senso di appartenenza comunitaria ad un paesaggio. Da questo punto di vista cambia il senso dei musei, che diventano, appunto, rievocazioni sceniche e luoghi di affezione.

9 _Centro Storico di Altamura il CLAUSTRO la STRICTULA_ Alunni e docenti, successivamente, hanno visitato il centro storico dei claustri, tipiche piazzette chiuse su tre lati che ospitano particolari abitazioni a due piani, il sottano o piano terra e il soprano o piano elevato. Particolari strettoie della città, dette strictulae, collegano i claustri tra di loro. Dopo aver consumato il pranzo a sacco e assaggiato la tipica focaccia altamurana, nel primo pomeriggio la scolaresca ha raggiunto in pullman le Grotte di Castellana, un complesso di cavità sotterranee di origine carsica di notevole interesse speleologico e turistico.

10 Le grotte, scoperte il 23 gennaio del 1938 dal prof. Franco Anelli dell Istituto Italiano di Speleologia, sono il risultato di una lenta e incisiva azione erosiva dell acqua sulla roccia calcarea che caratterizza il nostro territorio.

11 L intero territorio pugliese è caratterizzato dalla presenza di rocce calcaree composte prevalentemente da carbonato di calcio insolubile. Questa sostanza, però, a contatto con acqua ricca di anidride carbonica, si trasforma in bicarbonato di calcio solubile. In questo modo, infiltrandosi nel sottosuolo, l acqua piovana può scavare ampie cavità sotterranee che arreda con diverse forme di Stalattiti e Stalagmiti. _la GROTTA Bianca_ Quando l acqua, raggiunge la volta della cavità tende a rimanere aderente al soffitto sotto forma di goccioline, man mano che queste evaporano e perdono anidride carbonica, il carbonato di calcio precipita e si deposita formando le Stalattiti, strutture pendenti dal soffitto della grotta. Anche quando la goccia cade sul pavimento della cavità si perde un po di anidride carbonica e il carbonato di calcio precipita formando depositi che si accrescono verso l alto e che prendono il nome di Stalagmiti.

12 La visita alle grotte ha preso avvio dalla Grave, la prima e più vasta caverna del sistema sotterraneo, unico ambiente naturalmente collegato con l esterno attraverso un foro contornato da verdi lecci. L itinerario è proseguito attraverso corridori e altre cavità diversi per forma e dimensioni. Dalla Grave si accede alla Grotta Nera, così denominata dalla microscopica fungaia che ha ricoperto il soffitto e le pareti della grotta di una patina nerastra. Si passa quindi nel Cavernone dei Monumenti ove le formazioni stalagmitiche assumono particolari sembianze individuabili in un dromedario, un vecchio pescatore e la testa di una donna. Segue il Corridoio dell Angelo così chiamato perché in alto si nota la testa angelica di una fanciulla, la Cavernetta del Presepe con la dolce immagine della Madonnina, il Corridoio del Serpente ove una particolare concrezione ha assunto le fattezze di un cobra che esce dalla tana, la Caverna dell Altare, ricca di sottili stalagmiti di colore bianco che danno l immagine di alti ceri votivi. Un ponte artificiale ha consentito alla scolaresca di attraversare la Caverna del Precipizio e di raggiungere la Grotta Bianca, scoperta nel 1940 dal sig. Vito Matarrese,definita per la ricchezza e il biancore dell alabastro, la più splendente del mondo. La visita guidata ad Altamura e a Castellana Grotte è stata coinvolgente e sicuramente positiva, in quanto gli alunni hanno partecipato con entusiasmo ed interesse a tutte le attività proposte, consolidando la capacità del vivere insieme e instaurando un rapporto corretto con l ambiente; inoltre, hanno acquisito specifiche conoscenze miranti a rispettare e a salvaguardare il ricco patrimonio storico, rurale, artistico e naturale del territorio murgiano di appartenenza.