UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CAGLIARI

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Cooperazione tra TICCIH Cile e Università di Cagliari finalizzata alla riqualificazione dei siti minerari dismessi. Chuquicamata, un caso di applicazione. Relatori: Ing. Ginevra Balletto Ing. Giovanni Mei Correlatore: Dott. Arch. Jaime Migone Rettig Tesi di laurea di: Valentina Craboledda A.A

2 a Mamma e Papà che hanno reso possibile tutto questo.

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4 Prefazione La tesi propone il progetto di recupero e restauro architettonico di un edificio inserito all interno dell ex villaggio operaio di Chuquicamata, grande complesso minerario situato nel nord del Cile, prossimo alla città di Calama. Il progetto nasce dalla stretta collaborazione tra il TICCIH (The International Commitee for the Conservation of the Industrial Heritage ) Cile, organismo internazionale molto attivo nella tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico industriale, e la Facoltà di Ingegneria dell Università degli Studi di Cagliari, in particolare con il Dipartimento di Geoingegneria Corso di Politiche Urbane e Territoriali. Il referente in Cile per il presente progetto è stato l architetto Jaime Migone Rettig, supervisore e correlatore insieme all ingegnere Balletto della tesi, nonché presidente dell associazione TICCIH Cile, già presente nel territorio cileno con numerosi progetti e studi. La tesi è stata svolta in Cile in diverse fasi: una fase preliminare di studio della realtà cilena, effettuata nella città di Santiago, necessaria per acquisire le informazioni elementari riferite al contesto socioeconomico, storico e geografico in cui si avrebbe lavorato, nonché per conoscere e comprendere la grande importanza economica che il sito minerario, e più in generale tutta l attività mineraria, ricopre nel Paese; una seconda fase svolta direttamente sul luogo, tra Chuquicamata e la città di Calama, in cui si sono acquisite le informazioni mancanti relative al contesto ed in cui si è potuto visitare e studiare direttamente il sito attraverso sopralluoghi rivelatisi indispensabili per la percezione del rapporto soprattutto del legame emotivo ed emozionale che si è sviluppato negli anni tra il complesso minerario e le famiglie chuquicamatine; nella terza fase, svolta a Santiago del Cile, si è innanzitutto organizzato il materiale e le informazioni raccolte e, successivamente, è stato sviluppato il progetto. Dopo aver recepito le informazioni necessarie attinenti al sito, quindi una volta conosciuto il contesto, si sono avanzate le proposte di intervento: il recupero e restauro architettonico dell edificio ed una nuova destinazione d uso, coerente con i programmi già esistenti proposti per l intera area industriale oggetto di preservazione e valorizzazione. Il progetto nasce dalla collaborazione internazionale avvenuta attraverso lo scambio culturale dei due Paesi e dunque tramite un confronto diretto tra i diversi

5 approcci alla progettazione; insieme al referente in Cile prof. Migone e all ingegnere Sergio Diaz Elizondo, direttore del Departamento Chuquicamata Zona Industrial Gerencia Proyecto Traslado a Calama, si sono individuate le strategie di intervento da attuare direttamente nel sito e, soprattutto, è stata condivisa un esperienza culturalmente ricca e importante. Inoltre è interessante notare che il progetto della tesi non rimarrà un esercizio puramente didattico, ma contribuirà materialmente attraverso la sua concreta realizzazione a migliorare la realtà del luogo, auspicando così di poter ottenere i benefici ambientali, urbani, economici e sociali che la proposta di riqualificazione prevede direttamente per il sito e, indirettamente, per tutto il Cile.

6 Adios a Chuquicamata Hoy, he apagado la luz, las ampolletas sacamos miré mi casa vacía y dije:...ahora nos vamos. Cuantos recuerdos grabados, quedaron aquí en mi alma que solo se quedó todo, parece un pueblo fantasma. De siete casas que había, ya seis quedaron vacias en el mineral se queda, parte de la vida mia. Los chicos y sus chaquetas, las ventanas y sus visillos... ya no se ven bicicletas, ya no juegan los chiquillos. El Club Chuqui que a los jóvenes les dio tanta alegria también se ha quedado solo. Tu, no te vas todavía. La iglesia, que fue reunion y descanso para el alma ya no tiene feligreses, todo se ha quedado en calma. Como el canto de los pajaros que se ha llevado el viento así yo veo los árboles que uno a uno van muriendo; En el cementerio quedan, miles de almas olvidadas Así, en el campamento, ya no está quedando nada. Cuando llegué a esta, mi casa, mi niña era chiquitita ahora que ya nos vamos, es toda una señorita. Yo te agradezco Chuqui, me diste satisfacción yo pude ver las estrellas y escribir una canción En la plaza donde los jóvenes hacían sus reuniones Hoy solo se oye un silencio y el rugir de los camiones. Atrás quedo la oficina, el viejo y frio galpón de la que hermosos recuerdos yo llevo en mi corazon Con lagrimas en los ojos y una tristeza que me mata Yo te digo: Adios por siempre, adios mi Chuquicamata. Con mucho cariño dedico mi poema para todas las familias chuquicamatinas. Que el Señor los acompañe donde quiera que estén. LUCINDA CASTILLO TORO (ex abitante di Chuquicamata)

7 Indice Introduzione pag. 1 Capitolo 1 - Il Contesto pag L ambiente geografico e le condizioni storiche pag Sin trenes no habria habido minería industrial pag. 6 Capitolo 2 - La miniera del rame in Cile pag L importanza storica delle attività estrattive pag Lo Stato e la miniera del rame: dai privati alla pag. 13 nazionalizzazione dei prodotti Capitolo 3 - Chuquicamata pag La storia: dalla famiglia Guggenheim a Codelco, pag. 15 da Chuquicamata a Calama 3.2. La lavorazione del minerale. La concentrazione e la lisciviazione pag. 28 trattare solfuri e ossidi 3.3. I villaggi minerari cileni: le città del rame pag La città è la rappresentazione della società nello spazio pag La descrizione dell accampamento pag. 35

8 3.6. La forma della residenza pag L evoluzione nel tempo e la descrizione dei villaggi più importanti pag. 43 Capitolo 4 - La proposta di intervento pag Descrizione architettonica dello stato attuale, analisi del degrado e recupero architettonico pag Chuquicamata, un patrimonio vivente da collettivizzare pag La scelta del museo: il meta museo pag. 69 Conclusioni pag. 71 Bibliografia pag. 72

9 Introduzione La tesi analizza la nascita, l evoluzione e la chiusura del centro abitato di Chuquicamta, nel nord del Cile, fondato in relazione all attività mineraria svolta in quei territori ricchi di giacimenti di rame. Obiettivo della tesi non è produrre un elaborato progettuale architettonico, ma proporre una nuova destinazione d uso peraltro suggerita dall impresa Codelco, oggi amministratrice della miniera compatibile con la funzione per cui l edificio fu realizzato e, soprattutto, coerente con gli interventi proposti per gli edifici circostanti. Consapevoli dell importanza della fase analitica preliminare, necessaria per conoscere a fondo l ambiente e le condizioni storiche e geografiche che hanno portato alla costruzione dello stesso edificio, è stato approfondito principalmente tale aspetto, indispensabile per definire le successive linee guida per l intervento. Ci si è così resi conto dell importanza che Chuquicamata ha avuto per il Cile, non solo per l apporto allo sviluppo economico e industriale del paese, ma anche e soprattutto perché testimonianza di un periodo storico di grande rilevanza culturale, meritevole dunque di essere preservato e di non essere dimenticato. Si è cercato di comprendere quali siano stati gli aspetti che hanno reso e rendono Chuquicamata un caso unico a livello nazionale e mondiale, aspetti che non solo devono essere preservati ma anche diffusi nel mondo. Per trovare una risposta che andasse oltre la banale giustificazione relativa alle sue dimensioni (la miniera di rame a cielo aperto più grande al mondo, nonché uno dei principali se non il maggiore complesso minerario metallurgico a livello mondiale) si è arrivati alla conclusione che la prodezza di Chuquicamata riguarda diversi elementi: dalla grandiosità dell intervento dell uomo che l ha creata in mezzo al niente, considerando la scala di operazioni con cui è nata (senza cioè alcuna pretesa o ambizione di diventare il gigante minerario che è oggi), al processo civilizzatore di adattamento all ambiente arido, alla nascita di una diversità culturale e linguistica che ha prodotto nel tempo una radicamento della popolazione ad un luogo che in realtà non era proprio ma che è stato ugualmente sentito come tale. Altre questioni per cui ci si è resi conto dell importanza di preservare e di far conoscere tale complesso minerario riguardano l autenticità dei processi industriali nati in quei territori, l evoluzione tecnologica che ha portato Chuquicamata in prima fila per importanza e profitti generati, con il conseguente consenso sociale

10 (fortemente legato al consenso produttivo), fino ad arrivare all autenticità della vita sociale dell accampamento e della gerarchia lavorativa riproposta in scala urbana e architettonica. Partendo da queste basi, approfondendo queste conoscenze e raggiunta la consapevolezza del pregio del complesso minerario, ci si è concentrati sull edificio oggetto della tesi. In realtà l edificio non è mai stato considerato separatamente dal suo contesto e si è preferito spostare l attenzione dall oggetto architettonico isolato all intero centro abitato, che a sua volta rappresenta solo una parte del grande complesso minerario di Chuquicamata. La tesi è stata indirizzata quasi esclusivamente all analisi del contesto in cui l edificio è sorto, alla conoscenza delle motivazioni storiche che hanno portato alla fondazione del villaggio operaio, alla comprensione dei sistemi produttivi che hanno consentito al Cile di diventare uno dei più importanti produttori di rame, allo studio della vita nell accampamento. L edificio, in questa prospettiva, è stato considerato un dettaglio in un contesto più ampio ed articolato ed avrebbe perso ogni rilevanza storica e culturale se fosse stato esaminato separatamente dall area patrimoniale. Da un punto di vista didattico dunque, la tesi non propone un vero progetto architettonico ma è stata limitata al rilievo dello stato attuale dell edificio, ovvero all analisi dello stato di conservazione che l edificio attualmente presenta, ed alla proposta di linee guida da utilizzare durante il recupero dell intero complesso patrimoniale. Tali suggerimenti non vogliono essere delle norme rigide da seguire, ma soltanto degli indirizzamenti per valorizzare il più possibile il centro abitato, senza dubbio meritevole (non soltanto per l importanza delle sue dimensioni o per gli utili che apporta al Paese) di essere conosciuto dal mondo intero.

11 1. Il contesto 1.1. L ambiente geografico e le condizioni storiche La miniera di Chuquicamata si trova nel nord del Cile, nel settore conosciuto come Norte Grande, una delle sei zone in cui è diviso il Paese. Il Norte Grande comprende la I Regione di Tarapacá e la II Regione di Antofagasta e si caratterizza per la presenza del deserto di Atacama. Osservando l intera area si possono incontrare diversi tipi di geografia: a ovest l Oceano Pacifico, le cui acque fredde per la corrente di Humboldt riducono parzialmente il calore della zona e a est le montagne della Cordigliera delle Ande, spesso coronate di neve. I colli del deserto si raggruppano in chiusure e cordigliere e queste ultime rappresentano sicuramente il sistema orografico principale di tutto il Cile: dalle più conosciute cordigliere delle Ande e della Costa, alla meno famosa cordigliera di Domeyco, che si estende per circa 70 km e parte da San Pedro de Atacama per arrivare, correndo da nord a sud, a circa 100 km di distanza dalla cordigliera delle Ande. Il Norte Grande si può dunque descrivere come una continua agglomerazione di colli sterili separati da pianure anch esse sterili, situate tra l oceano Pacifico e le alte montagne della Cordigliera delle Ande. Il clima della zona è, ovviamente, desertico: di notte ci si dimentica dell eccessivo caldo diurno e si raggiungono temperature basse con condizioni termiche invernali; date le apprezzabili differenze termiche, in un solo giorno si possono verificare meteorologicamente parlando tutte e quattro le stagioni. Come in ogni regione desertica, non sono frequenti le precipitazioni; solo nei mesi di gennaio e febbraio si verifica il fenomeno conosciuto come invierno boliviano, un fenomeno meteorologico per cui ai bordi del deserto, nella Cordigliera, appaiono nubi scure piene d acqua. Però questo non accade ogni anno e, anzi, nella regione possono trascorrere anche diversi anni senza che piova. Il Norte Grande non è sempre stato caratterizzato dalla presenza di tali differenti tipi di geografia; anzi, diversi indizi inducono a pensare che circa mille anni fa l attuale deserto fosse una parte del mare, o comunque ad esso molto vicino. Alcuni scavi minerari hanno riportato alla luce dei fossili marini, soprattutto di crostacei; vicino a Calama, durante l attività mineraria, un geologo identificò parti di uno scheletro di un ictiosauro e di altre specie marine oggi estinte; inoltre in diverse parti del deserto si possono osservare larghe pianure circondate da colli di delicata pendenza, configurazione tipica dei luoghi di mare; infine la presenza di numerosi sali, come

12 cloruri, borati e carbonati, inducono a pensare che tale supposizioni siano verosimili. In alcuni casi i depositi di cloruro di sodio raggiungono grandi estensioni e assumono l appellativo di salar; in tutto il Cile il principale di questi è il Salar de Atacama. Le caratteristiche climatiche e geografiche hanno influenzato molto anche l agricoltura. Non tutte le colture, infatti, a causa della scarsità dell acqua e della salsedine presente in essa sono praticabili: le più comuni sono il mais, fagioli, aglio, patate, frutta e vino, ed in ogni caso tutte sono possibili grazie all incontro tra il fiume El Loa coi suoi affluenti, che generano delle vere e proprie oasi. Per le ridotte dimensioni dei terreni coltivabili e per i metodi obsoleti usati fino a poco tempo fa nel lavoro agricolo (metodi non troppo differenti da quelli adoperati dagli antenati indios), l attività agricola non ha mai avuto grande importanza. Anche la flora e la fauna sono largamente influenzate dalle caratteristiche geografiche e climatiche; vicino ai colli desertici crescono alcune piante la cui conservazione è garantita grazie all umidità delle nuvole, mentre gli animali che vivono nel deserto sono davvero pochi a causa delle condizioni di sopravvivenza eccessivamente dure: cosa bevono? di cosa si alimentano? Tuttavia, sebbene le terre di questa regione non siano adatte all agricoltura e non offrano tanto in fatto di specie animali e vegetali, possiedono un enorme ricchezza di minerali. Non a caso Antofagasta in fatto di miniere è la provincia più importante del Cile, che a sua volta è uno dei paesi più importanti al mondo per giacimenti minerari. La attuale forma e dimensione del Cile non è altro che il risultato di diversi avvenimenti storici, i più importanti dei quali avvennero quando il Paese aveva già raggiunto la sua maturità repubblicana, cioè circa nella seconda metà del XIX secolo. Al fine di comprendere meglio l importanza del Norte Grande per l intero Paese, è necessario menzionare alcuni fatti importanti, o comunque degni di nota, che videro l area protagonista. Il conquistatore e fondatore del Cile, Pedro de Valdivia, fondò anche il piccolo paese di San Pedro de Atacama (a circa 100 km dalla città di Calama) dove rimase alcuni giorni con i suoi uomini per riposarsi e far riposare gli animali. Gli spagnoli, appena arrivati in Cile, a San Pedro fondarono la prima chiesa, tuttora ben conservata e meta di numerosi visitatori che la ammirano con venerazione e rispetto. Dopo vari secoli di dominazione spagnola e di relativa tranquillità, il deserto assistette nuovamente al dispiego di forze militari: nel 1879, infatti, l esercito cileno occupò la

13 città di Antofagasta, allora territorio boliviano, dando inizio a quella che oggi si conosce come Guerra del Pacifico. La Guerra del Pacifico ( ) scoppiò per motivi puramente economici; in quel periodo infatti l intera provincia di Antofagasta aveva acquisito un rilevante valore economico dovuto alla presenza di numerosi giacimenti di salnitro 1, materiale allora facilmente estraibile e vendibile a buon prezzo sul mercato internazionale. Ricca di giacimenti, l area rappresentava una sicura fonte di guadagno e dunque entrambi i paesi avevano interesse a riscattare quei territori. Nonostante la disputa per la regione di Antofagasta fosse tra Cile e Bolivia, al conflitto prese parte anche il Perù, che nel 1873 aveva sottoscritto un trattato segreto di alleanza difensiva con la Bolivia. Gli storici peruviani sostengono che tale trattato non imponesse al Perù di partecipare al confronto bellico, data la presenza di una clausola che lasciava la possibilità di valutare se l attacco della Bolivia fosse legittimo o se il fatto necessitasse di un arbitrato (opzione peraltro definita preferibile dalla stessa clausola); secondo la medesima interpretazione del trattato secondo gli storici peruviani il governo del loro Paese avrebbe deciso di schierarsi affianco alle truppe boliviane solo dopo l occupazione della Provincia effettuata dalle truppe cilene, sentendosi legato alla Bolivia dal trattato di reciproca alleanza e soprattutto per la scarsa propensione del Cile ad una via diplomatica. La storiografia cilena spiega lo stesso trattato diversamente: sostiene infatti che l alleanza Perù Bolivia, ufficialmente difensiva, fosse in realtà offensiva ed interpreta i tentativi di mediazione del Perù dopo la presa di Antofagasta come un modo per guadagnare tempo in preparazione al conflitto. Senza soffermarsi troppo sui dibattiti storiografici e sulle diverse possibili letture del medesimo trattato, risulta interessante analizzare i fatti: il 1 marzo 1879 la Bolivia dichiarò guerra al Cile, sebbene poi il conflitto si sia evoluto in un confronto tra Cile e Perù a causa di una antica inimicizia risalente al periodo coloniale accentuatasi nel periodo dell indipendenza. La guerra Cile Perù si concluse in favore del Cile il 20 ottobre 1883 con la firma del Trattato di Ancón, mentre la pace tra Cile e Bolivia fu stipulata nel 1904 con un trattato in cui la Bolivia riconosceva definitivamente la sovranità cilena nella regione di Antofagasta. Nonostante la Guerra del Pacifico si sia conclusa da oltre un secolo, rimangono forti le tensioni tra i paesi: sia perché vincendo la guerra il Cile si impossessò di un vasto territorio economicamente importante per la ricchezza di depositi di salnitro e rame, sia perché la Bolivia, insieme alla guerra e a tali territori, perse anche definitivamente 1 Il salnitro è il nitrato di potassio, ovvero il sale di potassio dell acido nitrico. A temperatura ambiente si presenta come un solido cristallino incolore, dal sapore leggermente amarognolo, solubile in acqua.

14 l unico sbocco sull oceano Pacifico che possedeva. E se in quel periodo perdere la guerra significava solo perdere i giacimenti di salnitro, col passare del tempo i boliviani, ma soprattutto i cileni, poterono apprezzare le ricchezze naturali che l area offre e che hanno contribuito, in maniera più che significativa, allo sviluppo economico e non solo di tutto il Cile. Gli anni immediatamente successivi alla Guerra del Pacifico, però, non furono redditizi come si aveva auspicato: chiusi alcuni luoghi di estrazione dei materiali, gli abitanti degli annessi villaggi operai furono costretti a trasferirsi e molti luoghi rimasero abbandonati, destinati a morire silenziosamente in solitudine. Solo alcuni continuarono a sopravvivere, perlopiù come ombre del passato. Le città più importanti della zona, Antofagasta e Tocopilla, soffrirono più di una crisi economica data dalla mancanza, o meglio dalla non costante presenza di materiale da estrarre ed in particolare del salnitro. Calama invece ha sempre mantenuto un ritmo regolare di sviluppo e progresso grazie a cui, nel 1912, si iniziò la costruzione dello stabilimento di Chuquicamata, in origine nato per ospitare circa tremila lavoratori della omonima miniera e che successivamente si è trasformato in una vera e propria città. Superati questi periodi di crisi ed avviate le attività estrattive in diverse parti del Norte Grande, il Cile, possessore di tali stabilimenti, poté finalmente godere di tali ricchezze e intraprendere così un lungo periodo di sviluppo economico e non solo. Per il ruolo che ha ricoperto e tuttora ricopre l attività mineraria in Cile dapprima con le estrazioni del salnitro e successivamente coi grandi complessi estrattivi di rame è stata considerata l industria motrice e fondamentale per l economia e tutto lo sviluppo del Paese. I primi centri minerari di oro, argento, salnitro e rame nacquero complementari al sistema strutturale già presente nel territorio e generarono da subito la formazione e lo sviluppo nelle aree limitrofe dei sistemi urbani. Questa situazione durò per alcuni anni dopo la fine del conflitto, fino a quando arrivarono i primi echi del mondo industrializzato e il Paese stava riacquisendo una sorta di stabilità postbellica. Le industrie minerarie e lo Stato si impegnarono nella realizzazione di importanti lavori in tema di infrastrutture, necessarie per il trasporto delle grandi quantità di produzione che, in accordo con la sempre maggiore domanda di produzione, avrebbero reso possibile (ed effettivamente renderanno possibile) lo sviluppo economico del Cile. I principali investimenti furono fatti nella costruzione di strade e ferrovie, migliorando notevolmente l accesso alle zone interne; la ferrovia ricoprì un ruolo importante, non solo perché per la sua

15 realizzazione si dovettero realizzare o potenziare anche le centrali idroelettriche e termoelettriche, le reti di servizi, il sistema dell apporto di acqua per il consumo dell uomo ecc., ma soprattutto costituì il principale supporto di tutto li sistema infrastrutturale. Fin dai primi anni dalla fondazione dei centri estrattivi, la relazione tra attività estrattive e le ferrovie ha sempre costituito una componente fondamentale nello sviluppo del Paese. Con il potenziamento della rete infrastrutturale il Cile migliorò e articolò tutto il suo territorio, sia in direzione longitudinale che trasversale; tale processo può senza dubbio considerarsi la prima importante trasformazione territoriale concreta nella quale l industria mineraria partecipò attivamente Sin trenes no habria habido mineria industrial 2 Prima dell epoca del trasporto viario meccanizzato, particolarmente nelle aree dove non era fattibile il trasporto fluviale o di navigazione costiera, la maggior efficienza permessa dal trasporto ferroviario fece dello stesso un prerequisito per lo sviluppo economico. Le prime ferrovie nell America Latina si costruirono nei paesi ancora colonie di potenze europee, col proposito di trasportare ai porti i prodotti elementari destinati alla madre patria. La maggior parte di queste ebbero come obiettivo principale collegare le zone di produzione interne con i porti, marittimi o fluviali (come accadde ad esempio nel caso della prima ferrovia cilena). Nell ambito sudamericano in almeno tre paesi Cile, Paraguay e Perù alcuni autori hanno reclamato per le loro patrie l onore di aver inaugurato la prima ferrovia del Sudamerica, come se questo primato fosse oggetto di orgoglio nazionale. In realtà nessuno dei tre paesi ha ragione: la prima ferrovia dell America Latina fu inaugurata il 19 novembre 1837 tra La Habana e Bejucal, il primo breve tratto (solo 27 km) della ferrovia da La Habana a Güines. La linea fu costruita inizialmente dalla Real Junta de Fomento per servire le necessità dei produttori di zucchero, caffè e altri raccolti, anche se nei primi anni di attività, fino al 1840, riscosse più successo grazie al trasporto dei passeggeri che a quello delle merci. Questa prima ferrovia costituisce un caso eccezionale tra le ferrovie costruite dal settore pubblico e dedicate principalmente al trasporto dei passeggeri. Con questo intervento Cuba diventò il settimo paese del mondo ad avere una ferrovia di uso generale, dopo il Regno Unito (1825), Stati Uniti (1830), Francia (1832), Germania (1835), Belgio (1835) e 2 Ian Thomson, Dietrich Angerstein, Historia del Ferrocarril en Chile, p. 47

16 Canada (1836). La potenza coloniale che allora governava Cuba, la Spagna, rimase senza ferrovia fino al In Cile la relazione tra le attività minerarie e la ferrovia nasce coi cicli minerari della metà del XIX secolo; a partire da questo periodo e fino al XX secolo le vie ferrate si moltiplicarono grazie alla necessità di trasportare i materiali. Le ferrovie cilene nascono dunque nelle secche e inospitali zone desertiche del Nord Grande, che con le sue ricchezze (gli inesauribili giacimenti di salnitro, rame, oro e argento) e insieme alla necessità di trasportare voluminosi e pesanti carichi per lunghe distanze ha creato le condizioni necessarie per giustificare il quasi incontenibile numero di ferrovie industriali costruite a partire dal L industria che favorì lo sviluppo del trasporto su binari fu quella del salnitro, che visse il suo periodo di maggior splendore dall ultimo ventennio dell Ottocento agli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale. Gli investimenti che si fecero in questo periodo nel campo delle infrastrutture si rivelarono importantissimi, se non addirittura indispensabili, per lo sviluppo del Paese. Invece l industria del rame, che per importanza si sostituì a quella del salnitro, durante il XIX secolo non fece investimenti eccessivi, limitandosi alla manutenzione delle linee statali (che trovarono nel trasporto dei minerali il solo modo per sopravvivere) e promuovendo solo in alcuni casi lo sviluppo di nuove reti. È importante notare che l industria del salnitro, così come successivamente accadrà per quella del rame, non promosse solo lo sviluppo della maglia infrastrutturale ferroviaria ma anche quello di alcuni centri abitati, che nacquero contemporaneamente ed forse conseguentemente a questi interventi. Le attività minerarie e industriali dunque non contribuirono solo allo sviluppo viario del Paese ma anche a quello del mondo urbano: le città di Iquique, Tocopilla, Calama e Antofagasta, solo per nominarne alcune, sono i maggior centri urbani strettamente relazionati alla produzione di materie prime e molte di queste città costituiscono, ancora oggi, un importante capezzale gerarchico di livello regionale per gli importanti centri minerari. Nel 1851 fu inaugurato il Ferro-Carril de Copiapò, la prima di tante ferrovie che nasceranno come supporto all industria del salnitro, ovvero alla sua estrazione, lavorazione e commercio. In quegli anni il salnitro generava più della metà del profitto della nazione e tre quarti delle esportazioni cilene; rappresentava cioè una importante risorsa economica da esportare. Probabilmente se non fossero esistite le ferrovie per trasportarlo ai porti più vicini il salnitro non avrebbe svolto un ruolo tanto

17 rilevante nell economia cilena. Negli anni di splendore del mercato del salnitro, il prodotto era destinato prevalentemente alla fabbricazione di esplosivi; già a partire dal 1860, però, fu utilizzato anche come fertilizzante, facendo crescere esponenzialmente la sua domanda e rendendolo indipendente dai cambiamenti di ordinazioni causati dallo scoppio imprevisto della guerra, che fece salire in modo sorprendente le vendite all industria di esplosivo. Nei primi anni del commercio, una restrizione molto importante riguardante la vendita del salnitro fu l alto costo del suo trasporto, dovuto in gran parte alla separazione fisica tanto sul piano orizzontate quanto su quello verticale tra la pampa salnitrosa e i porti di esportazione. Prima della nascita della ferrovia, il mezzo più utilizzato per il trasporto del materiale era rappresentato dalle carovane di muli, incaricate anche di trasportare alimenti e combustibili agli impianti; l espansione di massa dell industria salnitrosa non sarebbe mai stata possibile senza mezzi più efficienti di trasporto come ad esempio la ferrovia. A causa della mancanza di corsi d acqua nel settore desertico del Norte Grande, la costruzione di ferrovie costituì l unico modo di avviare l industria salnitrosa, considerando che il periodo a cui ci si riferisce risale a molte decadi prima del boom del trasporto stradale. Con la realizzazione di numerose officine (cioè gli impianti di lavorazione del salnitro), ognuna delle quali aveva bisogno del suo sistema di trasporto interno il quale normalmente, a partire dal 1890, fu sempre ferroviario si sviluppò un importante rete infrastrutturale ad uso pubblico. Ognuna di queste ferrovie partiva da un porto verso l interno e, oltre alle linee principali, col tempo si realizzarono numerose ramificazioni verso ogni impianto. In particolare, le principali ferrovie nate in funzione dell industria salnitrosa si possono raggruppare in tre aree geografiche, corrispondenti alle tre zone salnitrose, indicate come la zona del nord, la zona centrale e la zona del sud. Zona del nord: Junin ( tonnellate di salnitro trasportate 1918) Agua Santa ( tonnellate di salnitro trasportate 1918) Nitrate Railways ( tonnellate di salnitro trasportate 1918); Zona centrale: Tocopilla al Toco ( tonnellate di salnitro trasportate 1918) Antofagasta a Bolivia ( tonnellate di salnitro trasportate 1918) Aguas Blancas ( tonnellate di salnitro trasportate 1918) Zona del sud:

18 Taltal ( tonnellate di salnitro trasportate 1918) 3 A partire dalla fine della Prima Guerra Mondiale, l industria del salnitro entrò in una fase di crisi per diverse cause politiche, economiche e tecnologiche. Tale crisi, che raggiunse l apice alla fine degli anni Venti, significò la paralisi in alcuni casi quasi istantanea delle ferrovie e degli impianti in funzione delle quali erano sorte. Solo due non furono abbandonate: una trovò la salvezza per conto di altri prodotti da trasporto e l altra, anteriormente chiamata F.C. de Tocopilla al Toco, sopravvisse perché gli impianti salnitrosi che serviva usavano una tecnologia più moderna ed efficiente che le permise di resistere alla crisi. In realtà quella dell industria del salnitro è solo la prima tappa di uno sviluppo sempre crescente. Al termine del ciclo del sale di potassio, il ferro, il carbone ma soprattutto il rame hanno dato l opportunità ai tecnici ferroviari cileni di dimostrare le loro abilità nella costruzione di nuove strade. Infatti solo in pochissimi casi, per ragioni geografiche, è stato possibile abilitare le ferrovie salnitrose per il trasporto di altri minerali e dunque fu quasi ovunque necessario ricorrere nuovamente all ingegno e alla destrezza umana per vincere gli ostacoli della natura. L obiettivo che si preposero gli ingegneri fu raggiunto in modo assolutamente soddisfacente, tanto che il trasporto di massa dei minerali di ferro, oltre ad incentivare la costruzione di nuove ferrovie, divenne l attività più importante della rete nord delle Ferrovie dello Stato. Alla fine del decennio 1850, più di due terzi di tonnellate totali trasportate in discesa dalla Compañia Ferro-Carril de Copiapó consisteva in minerali di rame (la cui importanza sestuplicava quella dei minerali di argento). Venti anni più tardi, l importanza relativa dei prodotti del rame era scesa alla metà, apparentemente perché una maggior parte della produzione si concentrava in altri punti della zona mineraria e, soprattutto, per una diversificazione della domanda a causa di un maggiore interesse per il traffico del borato di calce. Il mercato del rame non ha rappresentato una importante occasione di sviluppo per la partecipazione e promozione allo sviluppo delle ferrovie e di tutto il sistema infrastrutturale, ma ha ricoperto e continua a ricoprire, oggi più che mai la principale fonte di guadagno per l economia cilena, assumendo quindi un ruolo di guida in tutto il processo di sviluppo del Paese. 3 Fonte: statistiche del Ministerio de Ferrocarriles, , Santiago, 1924.

19 2. La miniera del rame in Cile 2.1. L importanza storica delle attività estrattive In Cile il rame si estrae da sempre (da circa duemilacinquecento anni) e ha sempre avuto un ruolo significativo nell economia nazionale. Nell epoca coloniale il valore totale della produzione fu superato dall oro, ma già nel suo primo secolo di storia come paese indipendente l estrazione del metallo rosso superava per importanza economica quella dell oro e dell argento. Alla fine dell Ottocento il Cile era il produttore di rame più importante del mondo. Nonostante ciò, il settore del rame cileno attraversò un periodo di crisi a causa dei primi segnali di prosciugamento dei giacimenti più ricchi delle prime miniere, oltre che per l instabilità dei prezzi dovuta all espansione della produzione statunitense. Se nel 1879 il Cile produsse più del 30% della produzione mondiale, alla fine del secolo quella percentuale già era scesa intorno al 5%. Nella lega dei produttori più importanti, il Cile era stato superato non soltanto dagli Stati Uniti, la cui produzione crebbe più del 1000% in ventuno anni, ma anche dalla penisola Iberica e dal Giappone. La produzione cilena di rame toccò il fondo poco prima del cambio del secolo, salendo successivamente in modo costante, anche se con alti e bassi nell epoca delle guerre e del regresso mondiale. Il commercio del salnitro come prima fonte di reddito per il Paese (1880 circa) fu solo un passaggio transitorio; nel primo ventennio del Novecento il rame godeva nuovamente del suo primato di importanza nell economia e nello sviluppo cileno. Oggi il Cile mantiene il suo primato di uno dei paesi più importanti nella produzione di rame e difatti è dall estrazione di questo minerale che riceve il maggior apporto economico. Non è nemmeno un caso che il Cile sia conosciuto a livello mondiale come paese minerario: questo appellativo si deve sia all importanza che le miniere hanno avuto e continuano ad avere nel processo di sviluppo economico, sia al fatto che le miniere costituiscono un attività ancestrale che col tempo è riuscita a creare una sorta di propria cultura su cui si fondano adesso numerosi centri abitati dislocati lungo tutto il territorio nazionale, anche se le concentrazioni principali sono nella parte nord e più precisamente nel settore conosciuto come Norte Grande. L importanza raggiunta dalle attività minerarie, soprattutto dall industria del rame, e il successo che le stesse hanno avuto nell economia cilena è dovuto fondamentalmente a diversi fattori qualitativi e quantitativi:

20 La qualità delle risorse naturali, le dimensioni dei giacimenti e la loro ubicazione strategica; Le basi legali, ovvero le norme e le burocrazie attinenti alle attività minerarie che garantiscono certezza, stabilità e sicurezza delle entrate economiche che la stessa industria mineraria del rame apporta al Paese; Le capacità di gestione mineraria, in particolare la competenza nella preparazione (e gestione) delle risorse umane capaci nelle attività; Gli impianti energetici che rendono possibili le lavorazioni del materiale naturale e le vie di comunicazione marittime e terrestri che garantiscono l esportazione del prodotto. Ovviamente, così come accade per ogni prodotto commerciale sia naturale sia artificiale la produzione di rame è sempre dipesa, e tuttora continua a dipendere, dalle richieste di mercato. Circa duecento anni fa, la maggiore domanda di rame proveniva da diverse applicazioni essenzialmente di natura decorativa: veniva utilizzato principalmente per la fabbricazione di monete e per la costruzione delle tubature. A partire dal XIX secolo si ampliò il suo campo di applicazione che incluse anche il settore industriale: dapprima usi relazionati alle macchine a vapore e, successivamente, utilizzazioni nel campo elettrico e nelle telecomunicazioni. In quel periodo la richiesta di rame aumentò notevolmente. Il Cile rendendosi conto di un aumento tanto significativo della domanda (negli anni Settanta si arriva ad un aumento annuale delle domande del 5%) e avendo le risorse naturali adeguate, capì l importanza di aumentare la propria capacità produttiva, sicuro che gli investimenti sarebbero stati altamente beneficiati. L unico aspetto inquietante che avrebbe potuto preoccupare l economia cilena era la comparsa nei mercati internazionali di alcuni materiali che avrebbero potuto sostituire il metallo, materiali ad esempio come l alluminio o l acciaio inossidabile. Fortunatamente per i cileni il rame ha sempre mantenuto la sua posizione tra i minerali importanti ed anzi col tempo il suo campo di applicazione è addirittura aumentato, soprattutto grazie alla tecnologia. La tecnologia è un elemento importante nell industria mineraria, cosi come in tutte le industrie moderne, giacché è in questo campo che le attività devono svilupparsi: per garantirsi una buona posizione nel mercato internazionale è necessario abbassare i costi di produzione, trovare metodi di produzione più rapidi ed efficienti attraverso l utilizzo di nuovi macchinari. Il tutto, ovviamente, senza

21 abbassare il livello di qualità dei prodotti ma anzi incrementandolo per arrivare alla produzione di prodotti sempre più perfezionati. La situazione socioeconomica del Cile è dunque caratterizzata da un processo di crescita in continuo sviluppo che si è attenuato negli anni solo a causa di alcune crisi internazionali. Il segreto di tanto successo, ovvero il principale motore di sviluppo nazionale, è stata la combinazione di commercio esterno, significativi investimenti stranieri in diverse attività industriali e un basso tasso di inflazione. La presenza di tutti e tre i fattori si è rivelata indispensabile perché il Paese raggiungesse i livelli di sviluppo cui è arrivato: l evoluzione economica, sociale e politica avvenuta durante il Novecento in Cile ha trasformato il panorama in cui lavoravano le varie compagnie produttrici di rame. Le basi dello sviluppo delle miniere di rame in Cile furono poste nelle prime due decadi del XX secolo quando tramontò il commercio del salnitro con l introduzione degli investimenti e delle tecnologie nordamericane. Al loro arrivo gli impresari statunitensi portarono con sé una nuova strategia produttiva orientata a ottenere profitti in periodi di tempo lunghi: si fondava sul riconoscimento geologico dettagliato delle reali potenzialità dei giacimenti e adoperava mezzi tecnologici che trasformassero anche i minerali meno puri (dell ordine di 2-3%) in metallo; economicamente utilizzava capitali che potessero investirsi in affari maggiori, senza ottenere utili immediati e reinvestendo una parte importante degli stessi utili in un processo che si espandeva metodicamente. Con tali azioni gli impresari stranieri determinarono che durante la prima metà del Novecento il Cile si trasformasse in un paese minerario di importanza internazionale, mantenendo e rafforzando la sua fama di importante produttore di rame a livello mondiale. Questa strategia, mai utilizzata fino ad allora, si materializzò in successive operazioni di costruzione ed estrazioni minerarie in dimensioni senza precedenti, con la conseguente utilizzazione di manodopera in quantità sempre più rilevante. Ciò significò quindi stabilire i meccanismi per attrarre, organizzare, capacitare e attivare il lavoro di centinaia di operai in territori situati al margine dello sviluppo tradizionale del Paese: impiantare villaggi operai funzionali e gerarchizzati in ambiti dove prima non si trovavano, articolare produttivamente il territorio in base agli elementi infrastrutturali destinati a trasportare e distribuire la produzione ai mercati internazionali. Questi criteri orientarono le forme di occupazione del territorio che imposero le compagnie minerarie nate durante la prima metà del secolo e che, con il passare degli anni,

22 impiantarono gli insediamenti più emblematici associati alla produzione di rame in virtù della loro dimensione, popolazione, impatto territoriale e identità sociale. In questa prospettiva tanto la figura del Paese, quanto quella della sua organizzazione interna, risultano essere gesti artificiali determinati da una geografia singolare nelle quali l estrazione di risorse naturali ha avuto un ruolo da protagonista: le forme del territorio interessano come riflesso delle relazioni sociali (economiche e politiche), cioè come prodotto ma anche in sé stesse come patrimonio produttivo, come risorsa. Perché non si può intendere l uso sociale dello spazio solo come risultato diretto di relazioni socio-economiche generali, ma soprattutto come risultato di una legge di produzione dello spazio e di costruzione della natura storica 4. Quasi sempre però le operazioni territoriali sono da considerarsi in funzione dei criteri produttivi specifici, complementari in qualche modo ai sistemi tradizionali di occupazione. Ogni risorsa del territorio ha determinato e determina un sistema di estrazione che sia in accordo con le caratteristiche della risorsa stessa, che a sua volta implica un modo particolare di occupare il territorio: così è sempre avvenuto con tutti i tipi di industria: da quelle del carbone e del salnitro a quelle del rame e della lana e più tardi a quella del petrolio. In Cile, come negli altri paesi, le differenti forme di estrazione dei materiali hanno avuto una condizione che si può definire transitoria e che ha avuto come conseguenza la costituzione di territori multipli e complessi che si dilatano e comprimono a causa del carattere finito e transitorio delle operazioni che li hanno fatti nascere. In particolare l industria del rame si è sviluppata prevalentemente trasversalmente al Paese, cioè in direzione est-ovest, e per la sua logica produttiva ha portato a realizzare i centri abitati uniti ai giacimenti minerari; essendo la zona del Norte Grande quella più ricca di tali giacimenti, i centri abitati sono nati prevalentemente tra la depressione intermedia desertica e la Cordigliera delle Ande, tenendo come punto di riferimento per l esportazione del minerale il porto sul Pacifico. Le imprese più importanti, per prestigio e impatto territoriale, sono Codelco (Sewell, Chuquicamata, Potrerillos, El Salvador), Minera Escondida (San Lorenzo), Minera Anaconda Chile (Los Pelambres) e Doña Inés de Collahausi (Pabellon del Inca), tutte sorte nel XX secolo Lo Stato e la miniera del rame: dai privati alla nazionalizzazione dei prodotti. 4 Manuel Solà-Morales, La identidad del territorio catalán. Rivista Quaderns, 1981.

23 Il crescente interesse dello Stato cileno per assumere un ruolo sempre maggiore nel campo delle attività minerarie diede i primi segnali nel 1931, quando il primo governo del presidente Ibañez ( ) elevò le imposte con l obiettivo di ricevere una percentuale maggiore dei profitti della produzione e, cosi facendo, rimediare in parte alla crisi causata dalla caduta della Borsa dei Valori di New York. Un altro segnale arrivò nel primo periodo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando i mercati internazionali raggiunsero una certa stabilità che permise, intorno al 1950, che le imprese minerarie portassero avanti importanti cambiamenti: tra tutti il tentativo di aumentare la produzione e ridurre i costi mediante l introduzione di nuove tecnologie, il controllo degli operai e sindacati, la flessibilità lavorativa con l introduzione del regime dei contrattisti. Nel 1955, durante il secondo governo del presidente Ibañez ( ), lo Stato materializzò la legge Nuevo Trato, che cercava di stimolare gli investimenti e l aumento della produzione per mezzo di un regime tributario speciale, che stabilì una imposta sui guadagni del 50% e una del 25% in accordo con gli investimenti e la produzione (il patto che avevano fatto in quell epoca le imprese e il Governo era che il fisco avrebbe abbandonato le sue azioni arbitrarie e protettrici in materia di imposte e cambi, sempre e quando le compagnie avessero aumentato la loro produzione e le entrate. Questo supponeva un espansione degli impianti installati e nuovi investimenti. Cosi il fisco, con l aspettativa di maggiori entrate in dollari, abbassò la tassa degli imposti da cui risultavano vantaggi per entrambe le parti). Durante il governo del presidente Montalba ( ) con l applicazione della cilenizzazione, si avanzò in una serie di convegni e associazioni attraverso le quali lo Stato acquistò parte delle compagnie produttrici di rame del Paese, dando luogo a società miste composte da compagnie straniere e dallo Stato cileno. Nel 1971, durante il governo di Allende ( ), il Congreso Pleno approvò la nazionalizzazione totale delle imprese miste che operavano in Cile. Ciò permise al governo militare ( ) di formare la Corporazione Nazionale del Rame in Cile Codelco (gennaio 1976), che incorporò le quattro compagnie produttrici di rame più importanti del Paese, costituendo le varie divisioni: El Tenente, Chuquicamata, El Slavador e Andina. La incorporazione della produzione di rame e dei suoi profitti al patrimonio della nazione si rivelò una decisione fondamentale per il Paese, poiché implicò il potenziamento del ruolo dello Stato nella produzione mineraria e, allo stesso tempo, un assunzione sempre maggiore da parte dello Stato di doveri e responsabilità tra le

24 quali anche l amministrazione degli insediamenti. Se l introduzione degli investimenti nordamericani incluse certi ambiti marginali nello sviluppo produttivo, urbano e territoriale del Paese, la nazionalizzazione delle compagnie rese possibile un inserimento più attivo di quei territori al patrimonio del Cile. La loro integrazione in Codelco permise che quelle che abbiamo chiamato divisioni (cioè El Tenente, Chuquicamata, El Salvador e Andina) conservassero la loro autonomia amministrativa e territoriale, in un progetto che vincolava le miniere alle regioni del Paese.

25 3.Chuquicamata 3.1. La storia: dalla famiglia Guggenheim a Codelco, da Chuquicamata a Calama. Nella già descritta provincia di Antofagasta, nel suo distretto El Loa, a circa tremila metri di altezza sopra il livello del mare si trova il giacimento minerario di Chuquicamata, il maggiore degli insediamenti minerari in Cile, che combina il prestigio e la portata delle sue installazioni con le dimensioni della miniera il buco più grande del mondo. Per la sua importanza e per i profitti economici che ha prodotto continuamente, negli anni la miniera ha sempre attirato l attenzione di numerosi piccoli e grandi imprenditori. Diego de Almagro e Pedro de Valdivia, rispettivamente lo scopritore e il conquistatore del Cile, non arrivarono mai a Chuquicamata, anche se erano a conoscenza della sua esistenza. Diego de Almagro conobbe anche oggetti realizzati con il rame di quella zona, soprattutto nelle sue spedizioni a Chiu-Chiu, allora conosciuta come Atacama Chica, un paese prossimo a Calama e a Chuquicamata. Nel 1536 rientrando dal suo viaggio iniziato il 3 luglio dell anno precedente, decise di percorrere un cammino alternativo a quello che dal versante delle Ande arriva fino al passo di San Francisco all altezza di Copiapó; provato dagli sforzi della lotta contro gli indios, dalla mancanza di alimenti e dai pesanti caratteri della natura e deluso per non aver trovato in Cile l oro che stava cercando, decise di incamminarsi per la strada già usata dal capitano Ruy Diaz col suo equipaggio nel naufragio ad Arica. Non si può certo dire che gli indios e gli aborigeni di Chiu-Chiu furono ospitali con gli spagnoli, considerando la resistenza che opposero al loro arrivo; né gli invasori spagnoli furono gentili con gli abitanti autoctoni dato che, secondo tradizione, appena arrivati distrussero l acquedotto che forniva l acqua a tutta la popolazione (non si tratta solo di una leggenda; ancora oggi si possono osservare le rovine di un canale intagliato nella roccia viva che segue il bordo del fiume per circa tre chilometri). In quel tempo però gli spagnoli non dettero importanza alla presenza nelle vicinanze di un giacimento ricco di rame; andavano alla ricerca solo di un metallo prezioso e il rame ancora non era considerato tale. In realtà già da allora la miniera possedeva una ricchezza esagerata, ma né la posizione del giacimento, né la qualità del suo minerale, né i processi metallurgici conosciuti potevano permettere la nascita di Chuquicamata.

26 Alla visita dello scopritore del Cile segue quella del conquistatore Pedro de Valdivia, le cui gesta passarono vicino all attuale collocazione di Chuquicamata. Passò nelle vicinanze di Chiu-Chiu, dove fu quasi assassinato da un gruppo di cospiratori guidati da Pedro Sancho de Hoz, ed era già stato ad Atacama Grande (l attuale San Pedro de Atacama), dove era rimasto circa due mesi. Gli abitanti di Chiu-Chiu mostrarono agli spagnoli i loro oggetti realizzati con alcuni minerali, a giudicare dagli esemplari di quell epoca che si possono incontrare ancora oggi si trattava di oggetti realizzati col rame di Chuquicamata. Dopo la visita di Pedro de Valdivia, la storia di Chuquicamata è caratterizzata da una lunga parentesi buia: non si sa niente degli anni, o meglio dei secoli successivi e bisogna aspettare fino allo scoppio della Guerra del Pacifico per avere altre notizie. Con lo scoppio del conflitto i piccoli imprenditori minerari boliviani fecero decadere i titoli abbandonando i loro giacimenti che diventarono nuovamente oggetto di interesse. Nel 1898 si produsse una vera affluenza di imprenditori minerari nei colli di Chuquicamata e nei quattro anni successivi si costruirono non meno di trecento pertinenze minerarie. Si apre così un epoca di intensa attività estrattiva, favorita dall informazione della gente sulla ricchezza del giacimento di Chuquicamata. Arrivarono ricercatori d oro e imprenditori, uomini di imprese disposti a partecipare all estrazione del tesoro presente nei lontani e alti colli che preannunciano la barriera andina. Il laboratorio giudiziale e notarile si realizzò nella città di Antofagasta, come capitale del dipartimento omonimo, anche se nei primi anni dopo la Guerra del Pacifico e per un breve tempo le iscrizioni alla miniera si effettuarono a Caracoles, una località ricca di giacimenti di argento che fu tra le località che fecero scaturire lo stesso conflitto. Il tribunale di Antofagasta fu inondato per decenni da casi di denunce o di liti causate dalle pertinenze nel giacimento di rame. Essendo divisa in tante differenti pertinenze, alla fine dell Ottocento e agli inizi del Novecento il volume di materiale estratto non era il risultato degli sforzi isolati di un proprietario, ma rappresentava piuttosto la somma degli investimenti e dei lavori di diversi proprietari che, formate le società, estraevano abitualmente il materiale dalle pertinenze. Furono diversi i tentativi (non riusciti) di effettuare prelievi ancora più intensi del minerale, soprattutto per beneficiare anche del minerale (più abbondante nella zona dei colli) con una minore percentuale di rame inferiore al 2%; tali pietre erano infatti generalmente disprezzate dagli imprenditori, le cui attività

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