Anziani e guida: un problema annunciato

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1 ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ DIPARTIMENTO AMBIENTE E CONNESSA PREVENZIONE PRIMARIA REPARTO AMBIENTE E TRAUMI OSSERVATORIO NAZIONALE AMBIENTE E TRAUMI (ONAT) Franco Taggi Anziani e guida: un problema annunciato [2005] Pubblicato in Sicurezza stradale: verso il 2010, a cura di Franco Taggi, Istituto Superiore di Sanità, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roma 2005, pp Il contenuto di questa pubblicazione può essere utilizzato citando la fonte nel modo seguente: Franco Taggi, "Anziani e guida: un problema annunciato", in Sicurezza stradale: verso il 2010, a cura di Franco Taggi, Istituto Superiore di Sanità, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roma 2005, pp

2 16. LIBRO ( ) G :26 Pagina 111 Anziani e guida: un problema annunciato * Franco Taggi Reparto Ambiente e Traumi, Dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria, Istituto Superiore di Sanità Introduzione Le persone anziane costituiscono un gruppo di estremo interesse nell ambito della sicurezza stradale. L anziano, infatti, va incontro a un naturale degrado di capacità fisiche e cognitive che spesso compromettono la sua sicurezza (e quella degli altri). Inoltre, proprio per una serie di problemi che si manifestano con l età (ad esempio, la minor resistenza dell osso, specie nelle donne) in caso di trauma il quadro che si osserva è certo più grave di quello che si avrebbe a parità di tipologia e dinamica dell incidente nel caso di un soggetto giovane. Questo fatto si ripercuote poi anche in termini riabilitativi: laddove un giovane recupera consistentemente le sue capacità, nell anziano questo avviene in forma sostanzialmente minore e, in certi casi, la situazione ha carattere di irreparabilità. Sia che si tratti di un pedone, di un conducente o di un trasportato, dobbiamo quindi sempre ricordarci che l anziano è intrinsecamente fragile e che molte volte lesioni che per un giovane sarebbero banali o di non grande rilievo, per un anziano possono anche risultare fatali o altamente invalidanti. Dovremmo essere più gentili con gli anziani, più comprensivi: spesso non lo facciamo, e facciamo male. Stiamo perdendo questa qualità ancestrale di simpatia e rispetto verso gli anziani, qualità che forse non è stata estranea al nostro successo evolutivo. Homo ha lasciato tracce antiche di questa solidarietà verso chi sotto il peso degli anni si trova a perdere in vario grado molte delle sue capacità di sopravvivenza ed efficiente interazione sociale: ad esempio, recentemente in Georgia nello straordinario sito di Dmanisi è stato rivenuto un teschio che risale 1.77 milioni di anni, completamente privo di denti (1). L ipotesi dei ricercatori, visto che l individuo aveva vissuto parecchi anni in quella condizione (e lo dimostrano le ossa delle mascelle ritratte intorno agli * Il presente lavoro è stato prodotto nell ambito delle attività del progetto DATIS2, coordinato dall Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. 111

3 16. LIBRO ( ) G :26 Pagina 112 SICUREZZA STRADALE: VERSO IL 2010 alveoli) è che il suo gruppo si fosse presa cura di lui, cedendogli tessuti molli delle prede, come il cervello o il midollo spinale, o fornendogli cibi già masticati (2). Certo, un tempo (non troppo tempo fa) gli anziani erano rari e ispiravano rispetto, interesse e meraviglia: oggi di anziani ce ne sono tantissimi, sicché la merce è diventata più comune, e quindi per come siamo fatti - meno apprezzata. E quello che gli anziani hanno da dirci spesso ci annoia o non c è tempo di ascoltarlo. Il mondo va così e i tempi sono quelli che sono: ma questo non significa che si debbano perdere buone abitudini nei loro confronti o dimenticare la buona educazione. E poi, diciamola fino in fondo: anziani diventeremo tutti quasi tutti (per chi non lo diventa, c è la pena di morte, come ama dire argutamente il vecchio padre di una mia amica antropologa). Quindi non sembra male comportarsi adeguatamente, non foss altro per preparare al meglio il terreno per quando saremo anche noi nel novero delle persone dalle tante primavere. Tuttavia, sia pur alla luce di quanto indotto dall invecchiamento, esistono anche anziani ancora molto in gamba, i quali non lamentando sostanziali problemi derivanti dall età svolgono, talora brillantemente, attività proprie delle età più giovani. Una di queste attività è certo la guida di un veicolo a motore, che come sappiamo richiede fisico e cognitivo in buono stato. Poiché gli anziani stanno rapidamente aumentando, e gli aspiranti nuovi anziani, a differenza di quelli di una volta, possiedono in gran parte la patente di guida (e tengono assai a mantenerla, almeno i maschi), sembra opportuno stabilire, in termini sempre più validi, entro quali limiti si possa considerare un anziano idoneo alla guida. Regole già ce ne sono; ma si può sempre fare meglio. E in questo caso meglio può voler dire principalmente accorgersi per tempo che un soggetto che era idoneo alla guida sta per diventare non idoneo. Per tempo, sottolineo, prima che avvenga qualcosa che non vorremmo avvenisse. In questo lavoro ci proponiamo, come primo passo di questo percorso volto all identificazione di regole di maggior valore predittivo, di stimare il numero di anziani con patente di guida nel E per far questo ci serviremo delle proiezioni demografiche dell ISTAT e dei dati dell archivio della Patente a Punti. Materiali e metodi Considereremo nel seguito anziani i soggetti di 70 o più anni di età compiuta. Le stime relative alla dimensione della popolazione italiana ( ) sono quelle dell ISTAT, scaricabili dal sito di detto Istituto ( ). I dati relativi alle patenti attive sono quelli dell archivio della Patente a Punti (PaP) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), messi a disposizione nell ambito dello sviluppo del progetto DATIS. La stima della percentuale di patenti attive per sesso ed età relativa all anno 2003 è dell Osservatorio Nazionale Ambiente e Traumi dell Istituto Superiore di Sanità (ONAT/ISS), ed è stata ottenuta nel seguente modo: 112

4 16. LIBRO ( ) G :26 Pagina 113 ANZIANI E GUIDA: UN PROBLEMA ANNUNCIATO partendo dalla stima dell ISTAT della popolazione del 2003 (che è relativa all età dei soggetti, ma non ripartita per sesso), sono stati ricavati per ogni anno di età il numero di soggetti maschi e femmine applicando il corrispondente rapporto tra sessi esistente nella popolazione del 2001; cumulando poi i dati per le fasce di età relative alla suddivisione utilizzata dalle informazioni disponibili sulle patenti attive, sono state ricavate le proporzioni ricercate. Risultati La quota di anziani nel 2010 e nel 2020 Le proiezioni dell ISTAT per il periodo segnalano un aumento della popolazione pari appena a unità, ovvero dell 1.2% (dello 0.5% al 2020). Sempre le stesse proiezioni segnalano che lo strato anziani (qui intesi come soggetti di 70 e più anni compiuti) passerà dal 12.9% del 2001 al 15.2% del 2010, con un incremento di unità, mentre lo strato del non-anziani, nell accezione qui data al termine (soggetti con meno di 70 anni di età), perderà unità, passando dall 87.1% all 84.8% della popolazione. Un quadro analitico delle previsioni dell ISTAT al 2010 è fornito dalle tabb.1 e 2 (elaborazione ONAT/ISS). Tab. 1 Anno Tutte <70 anni anni %<70 87,1 86,8 86,6 86,4 86,1 %70+ 12,9 13,2 13,4 13,6 13,9 Anno Tutte <70 anni anni %<70 85,9 85,6 85,4 85,1 84,8 %70+ 14,1 14,4 14,6 14,9 15,2 Tab.2 Delta Delta % Tutte le età ,2 <70 anni ,5 70+ anni ,9 In una proiezione più a lungo termine, nel 2020 la popolazione si incrementerà rispetto al 2001 solo dello 0.5%: in questa situazione lo strato anziani rap- 113

5 16. LIBRO ( ) G :26 Pagina 114 SICUREZZA STRADALE: VERSO IL 2010 presenterà il 17.7% della popolazione, con un incremento rispetto al 2001 di unità (+38.2%), mentre lo strato non-anziani perderà, sempre rispetto al 2001, unità (-5.1%). Per quanto riguarda il 2003, la popolazione di interesse per sesso e classi di età può essere così valutata, applicando alla stima ISTAT il rapporto tra sessi rilevato nel 2001: Tab PoP F PoP M Tot (Elaborazione ONAT/ISS su dati ISTAT) Rapportando i dati del 2003 relativi al numero di patenti attive nelle classi di età e sesso riportate, si ottengono le percentuali d uso mostrate in fig.1 (elaborazione ONAT/ISS su dati ISTAT e MIT): Fig. 1 Percentuali di patenti attive nei due sessi per età (stima ONAT/ISS su dati ISTAT e MIT, anno 2003) 100,0 %Patenti attive 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 %PatF %PatM < Classi di età 114

6 16. LIBRO ( ) G :26 Pagina 115 ANZIANI E GUIDA: UN PROBLEMA ANNUNCIATO Come si osserva dalla fig.1, a differenza di un tempo, la quota di soggetti con patente attiva nelle classi non anziane è estremamente elevato, specie nel caso dei maschi, dove si è intorno all 80%): questo vuol dire che il numero di soggetti patentati non anziani che diventeranno anziani, e vorranno continuare a guidare, sarà sempre più cospicuo. Ad un primo esame di massima, volto solo a mettere in luce i volumi in gioco, si rileva che in base alle stime effettuate, rispetto al 2003 nel 2010 dobbiamo aspettarci nella popolazione la presenza di 7 coorti di nuovi anziani (quelli che nel 2003 avevano da 63 a 69 anni), ovvero di soggetti. Le prime due coorti (soggetti di 63 e 64 anni nel 2003) produrranno in ingresso un numero totale di patenti attive relative a nuovi anziani valutabile intorno a (circa maschi e femmine); le restanti 5 coorti (soggetti di anni nel 2003) porteranno un contributo di circa 3 milioni di patenti attive per nuovi anziani (circa maschi e femmine). D altra parte, come mostra la fig.1, molti di questi soggetti smetteranno di guidare, come pure parte di loro decederà per varie cause. Inoltre, anche molti anziani attuali usciranno dal sistema per ragioni analoghe. Questa massa in arrivo va quindi trattata in termini di bilancio ingressi-uscite. Una valutazione in questo senso (anche se approssimata, in quanto non abbiamo a disposizione dati sul numero di patenti attive nel tempo per le diverse coorti) può essere fatta considerando gli anziani stimati per il 2010 e applicando ad essi le proporzioni di patenti attive osservate nel Avremo: Come si osserva in tab. 4, sotto queste ipotesi, dobbiamo aspettarci un incremento di patenti possedute da anziani pari a circa unità ( femmine e maschi), con un aumento rispetto al 2003 intorno a +10%. Tab. 4 Età F2003 M2003 F2010 M Totale Età PatF2003 PatM2003 PatF2010 PatM2010 Var Abs F Var Abs M Totale (Elaborazione ONAT/ISS su dati ISTAT e MIT) Ovviamente, tutti questi calcoli non hanno un valore strettamente contabile, ma servono per darci un idea più precisa sull evolversi delle cose. E, in questo senso, possiamo concludere che il numero di soggetti anziani con patente di 115

7 16. LIBRO ( ) G :26 Pagina 116 SICUREZZA STRADALE: VERSO IL 2010 guida aumenterà (e questo era ovvio) e che l aumento sarà piuttosto consistente, dell ordine di un quarto di milione di nuovi conducenti anziani. Al proposito, riferendoci ai riflessi di questo aumento sulla sicurezza stradale, non sembra inutile ricordare che i conducenti anziani sono quelli che più raramente si rendono responsabili di un incidente stradale (3); tuttavia, è stato rilevato da Evans (4) che essi rappresentano per la loro conduzione di guida un fattore di rischio per gli altri conducenti (in altre parole, tendono a non figurare come responsabili, ma nei fatti contribuiscono con il loro comportamento, talora improprio per una normale circolazione, a determinare l incidente stradale, portando altri utenti ad eseguire manovre azzardate o irregolari). Conclusioni Quanto qui mostrato è certo un conto di massima, privo di eleganza: lo si può svolgere in forme più puntuali e rigorose. Ma è proprio questo ciò che vogliamo evitare in questa sede: gli impropri tecnicismi, l uso eccessivo della matematica che spesso nasconde i fatti che interessano, gli Ixismi, come rilevava Einstein (5). Per dirla con Feynman: Essere troppo precisi non è sempre una buona idea (6). Ci sono tavoli in cui la matematica va usata a livelli estremali, per capire e per farsi capire: nel tavolo presente l obiettivo è semplicemente mettere in luce ad un primo livello i problemi, non di sviscerarne la struttura latente o la dinamica sottostante. A nostro avviso, la questione è che nella nostra Società non mancano i metodi e chi li sa utilizzare: si è persa un poco l abitudine, l arte, di saper riconoscere, fiutare e tener d occhio i problemi che tendono a crescere rapidamente, problemi su cui puntare particolarmente l attenzione e su cui allocare per tempo risorse in modo da controllarli al meglio. La matematica, quella bella, appassionante, chiarificatrice, potente, viene prima e dopo: in mezzo deve esserci la concretezza, il pragmatismo, insieme alla semplicità, l opportunità, di comunicare le cose in forma comprensibile a tutti. Oggi, forse, dovremmo ad un primo livello essere più parchi di sintassi, perché è la semantica che difetta. E ai decisori serve semantica, non sintassi. Questi conti di massima ci sembra mostrino in forma diretta che l ondata di conducenti anziani è già arrivata e tenderà inevitabilmente ad accrescersi in quanto il tasso di patenti attive negli strati di popolazione più giovani (gli anziani di domani) sono elevatissimi. Dunque, il problema degli anziani alla guida è un problema che va affrontato seriamente: d altra parte, con una previsione come quella sviluppata dall ISTAT per il 2020 (+38.2% di anziani, con una popolazione che avrà il 17.7% di persone di 70 e più anni, ovvero circa 1 su 6) sembra irrazionale non operare per tempo al riguardo. Sembra quindi importante trovare precisi criteri di idoneità per la guida di veicoli a motore, tenendo d occhio soprattutto i problemi cognitivi dei soggetti anziani che aspirano a continuare a guidare. In questo possono certo, e seriamente, aiutarci la neuropsicologia e, ancor più, le prove su simulatore, non già certificati o attestazioni varie che alla fine lasciano il tempo che trovano. 116

8 16. LIBRO ( ) G :26 Pagina 117 ANZIANI E GUIDA: UN PROBLEMA ANNUNCIATO Ma mentre per avere un idea di massima su come-andranno-le-cose bastano talvolta conti elementari, come quelli qui mostrati, per definire dei criteri efficaci, sensibili e specifici, di buon livello predittivo, ci vogliono studi meditati, il massimo della sintassi e della semantica che possiamo produrre; e il tutto unito ad una sana pragmatica, che non guasta mai. Senza contare poi che, con l accumularsi dell esperienza, i criteri utilizzati possono essere affinati nel tempo e resi ancor più potenti. Appare quindi opportuno, se si vogliono davvero governare con giustizia ed efficienza le cose, allocare risorse in questo senso, al fine di evitare che in futuro vi siano molti anziani felici di stare pericolosamente sulla strada ed altrettanti anziani depressi perché ingiustamente privati del loro diritto di guidare un veicolo. BIBLIOGRAFIA (1) David Lordkipanidze et al. The earliest toothless hominin skull, Nature 434, , 2005 (2) si veda anche Le origini dell uomo: viaggio nell evoluzione dall australopiteco a Homo sapiens, Le Scienze editore, 2005 (3) Franco Taggi Alcuni indici statistici derivabili dai dati della Patente a Punti e dalle statistiche degli incidenti stradali verbalizzati, in questo stesso volume (4) Leonard Evans Risks older drivers face themselves and threats they pose to others road users, Int.J.Epidemiol. 29, (2000) (5) Albert Einstein, citato da George Gamow in Trent anni che sconvolsero la fisica: la storia della teoria dei quanti, Zanichelli, 1966 ( Ixismi, in tedesco Ixerei, è un termine inventato da Einstein per indicare lavori che contengono troppe complicazioni matematiche ma poca fisica) (6) Richard P. Feynman Il senso delle cose, Adelphi,