Sentiment Analysis: un espressione sociale della complessità. Abstract Introduzione... 3

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1 Sommario Abstract... 2 Introduzione... 3 CAPITOLO 1 La definizione di complessità sociologica La sociologia come sistema aperto La sociologia come sistema complesso Dalla sociologia alla meta-sociologia CAPITOLO 2 - Il dibattito sociologico sulla complessità La ricorsività ed i cicli di retroazione: Edgar Morin La realtà complessa della mente: Gregory Bateson L autopoiesi nei sistemi sociali: Niklas Luhmann CAPITOLO 3 - La Sentiment Analysis La nascita delle reti sociali Eterogeneità delle reti sociali L analisi delle reti sociali Dalla Social Network Analysis alla Sentiment Analysis Contributo della Sentiment Analysis al dibattito sociologico Considerazioni finali Bibliografia e sitografia Pagina 1

2 Abstract Il presente lavoro fornisce una finestra di conoscenza sul dibattito sociologico nato in seno alle nuove forme di comunicazione e di espressione sviluppatesi, più o meno naturalmente, se non quando strumentalmente, all interno dei social network. Ciò è reso possibile grazie agli approfondimenti condotti sulla Sentiment Analysis che, in funzione della sua natura complessa, permette di utilizzare tecniche di indagine in grado di mettere in relazione enormi quantità di informazioni, apparentemente poco importanti e non collegate tra di loro. Il ricorso alla complessità, intrapreso ad inizio anni 90 da numerosi scienziati e sociologi, sembra fornire, proprio attraverso la Sentiment Analysis, gli strumenti adatti ad avviare quel processo di osservazione delle opinioni che emergono dal chiacchiericcio della rete. Attraverso la Sentiment Analysis è possibile evidenziare le nuove caratteristiche, ma soprattutto le nuove modalità di relazione sociale, permesse dall introduzione di un nuovo e poderoso strumento di comunicazione quale Internet. Nata in ambito pubblicitario, per sondare il gradimento di nuovi prodotti immessi sul mercato, la Sentiment Analysis, trova oggi una sua evoluzione e specifica identità in attività di intelligence multidimensionale: a livello sociologico, politico, pubblicitario e anche di sicurezza nazionale. Pagina 2

3 Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell avere nuovi occhi. (M. Proust) Introduzione Il lavoro focalizza l attenzione sulla Sentiment Analysis nell ambito della discussione sociologica sviluppatasi negli ultimi decenni. Questa si configura come un emergente forma di indagine della comunicazione nata all interno dei social network e fornisce alla ricerca sociale uno strumento di esplorazione sulle forme di espressione dell attuale società digitale, a partire dalle conversazioni, informali e non strutturate, che si tengono all interno di un blog o di una chat: il sentimento sociale. I social network, qualunque sia la loro natura o il loro obiettivo, hanno modificato radicalmente il modo di comunicare, ricercare e condividere informazioni, ma soprattutto far valere il proprio punto di vista, esprimere giudizi e impressioni in libertà. La natura impersonale della comunicazione, per assurdo, incrementa le potenzialità delle relazioni e le capacità di espressione. Infatti, i soggetti, nascosti dietro la tastiera di un PC non hanno remore ad esprimere opinioni che il faccia a faccia potrebbe inibire. Lo studio, per verificare l effettiva efficacia della Sentiment Analysis ai fini dell interpretazione del sistema complesso delle relazioni sociali in rete, viene condotto ipotizzando un percorso esplorativo all interno di un approccio più generale riconducibile alla complessità. Pagina 3

4 Seguendo questo scopo generale, nel primo capitolo si va ad analizzare la possibilità di ritrovare alcune caratteristiche proprie della complessità nell attuale sociologia intesa come sistema sociale aperto. L approccio complesso trova giustificazione, soprattutto dall evidenza che l attuale comunicazione sociale è di natura interdisciplinare, a gran parte delle scienze, ma anche a fasce di età, cultura e status economico. Nel secondo capitolo si approfondiscono i temi del dibattito sociologico sulla complessità. Se ne produce un breve excursus storico attraverso il contributo di sociologi e autori quali Edgar Morin, Gregory Bateson e Niklas Luhmann. All interno della loro significativa opera scientifica, si cerca di rintracciare la presenza di riflessioni di natura sociologica, che, anche se percorrendo strade differenti, hanno provato la quasi naturale integrazione della sociologia con la complessità, raggiungendo risultati a volte modesti e poco incisivi, talora interessanti e degni di nota. Nel terzo capitolo viene affrontato il tema dello sviluppo sociale dei processi di comunicazione, facendo riferimento alla capacità dell individuo di relazionarsi e costruire complesse reti sociali. Con la diffusione di Internet e la crescita della numerosità delle forme di aggregazione nei social network, il discorso si sposta sull esigenza di un analisi di questi fenomeni sociali che devono essere studiati sia in termini di relazioni, sia in termini formali di struttura. I motivi di interesse sono numerosi: indagini di mercato, sicurezza nazionale, predizione di strategie politiche, cyber-crime, ecc. Gli strumenti di indagine sono rappresentati dapprima da modelli artificiali di analisi del web (quali la Social Network Analysis e il cosiddetto web2), quindi da modelli adattivi artificiali propri della Sentiment Analysis. Questo approccio sposta l indagine da una valutazione basata sugli argomenti, Pagina 4

5 che significherebbe prendere in considerazione tantissime variabili, ad una valutazione del sentimento che, grazie a forme di classificazione basate sulla polarità, permette di ragionare su un numero più limitato di variabili. Pagina 5

6 CAPITOLO 1 La definizione di complessità sociologica L affermazione delle teorie e dei metodi della complessità si è imposta storicamente ed in maniera prevalente, nell ambito di discipline scientifiche (matematica, fisica, chimica) ma la ricerca di risposte sempre più chiare ai problemi emergenti dell attualità ha contribuito allo sviluppo di relazioni anche con altre scienze considerate più umanistiche quali la sociologia e la psicologia. Per quest ultime è possibile, attraverso l approccio interdisciplinare, elemento distintivo della complessità, rimodulare e considerare sotto una nuova luce molte delle loro dinamiche e poter così usufruire di originali strumenti metodologici offerti da altre scienze, prima tra tutte la cibernetica e l intelligenza artificiale. Il vantaggio che se ne ottiene permette di individuare una quarta ondata della sociologia che viene interpretata come «organico insieme di teorie e modelli, matematici e simulativi, interessati all analisi delle relazioni non-lineari dell azione sociale e dei fenomeni emergenti ad essi legati, che si potrebbero riunire sotto il nome di sociologia dei sistemi complessi, come viene definita più specificatamente da Giovanni Gennaro» ( Coco 2005, p. 105). Di conseguenza l attuale sociologia non può prescindere da un approccio interdisciplinare, ma anche dinamico e autopoietico, in quanto deve tener conto dei contesti globali in cui si realizza l azione sociale del singolo. Pagina 6

7 Ma cosa è la complessità? Darne una definizione risulta un processo arduo, in quanto, nonostante il concetto origini, a cavallo tra l Ottocento e il Novecento, in maniera quasi spontanea e indipendente all interno di aree di indagine scientifica, trasferendo concetti e modelli da una disciplina ad un altra, il suo campo di definizione non è stato ancora formalizzato in maniera chiara ed univoca. C è addirittura chi, come Edgar Morin (1985), fa di quest asserzione un punto di forza, affermando che se la complessità si potesse definire non sarebbe più tale. 1.1 La sociologia come sistema aperto In questo lavoro, piuttosto che pensare alla complessità come una realtà o teoria scientifica, si preferisce considerarla come un modello di riferimento per l indagine sociologica dei sistemi aperti, ovvero di quelle aggregazioni fondate sulle relazioni dei suoi agenti e degli agenti con l ambiente circostante. Questo perché, considerati gli scopi generali qui perseguiti, risulta indispensabile pensare la sociologia come sistema complesso, in termini di caratteristiche comportamentali delle nuove forme di comunicazione sociale. L approccio è giustificato anche alla luce di quanto già in essere in altre scienze. Le prime indagini sul concetto di sistema aperto vengono condotte dal biologo viennese von Bertalanffy (Bertuglia e Vaio 2011, p. 80) che ha introdotto l idea del funzionamento di un sistema biologico come risultato dell interazione delle sue parti costituenti, le quali si integrano nella struttura del sistema stesso, che diventa un tutto indivisibile, ma al contempo un tutto evolutivo e dinamico. Un tale sistema tende a generare nuove configurazioni, che sono differenti sia da forme di equilibrio stabile che da quelle riconducibili al caos. Si può dire che il sistema assume un comportamento con proprietà emergenti definibili solo da parametri lega- Pagina 7

8 ti alla complessità. Per proprietà emergenti si intende una proprietà nuova del sistema che era impossibile da prevedere come esito globale delle singole interazioni fra gli elementi. Le relazioni che governano il funzionamento interno di un sistema aperto, e i sistemi sociali sono riconducibili a tale stereotipo, è funzione del tipo d interazione che questo ha con l ambiente esterno e, quindi, inizialmente non predicibili se non attraverso strumenti di indagine complessi come la Sentiment Analysis. 1.2 La sociologia come sistema complesso Un sistema si considera complesso quando, seppur costituito da un numero limitato di agenti (per esempio una cellula), è difficile prevederne il comportamento futuro in quanto non risponde a regole note, ma dipende dalle relazioni nel tempo tra gli agenti del sistema e l ambiente esterno. Ambiente che fornisce al sistema quegli stimoli che ne originano la vita, in quanto ne determina la dinamicità necessaria a ritornare al suo stato di equilibrio (caratteristica dell adattività all ambiente). Un sistema che si adatta all ambiente in cui è immerso, nel tendere al raggiungimento del suo stato di equilibrio iniziale, sviluppa continue relazioni tra i suoi agenti rispondendo a feedback esterni (caratteristica della dinamicità) che a loro volta si traducono in un comportamento di sopravvivenza e di autosostentamento del sistema stesso (caratteristica dell autopoietismo). In altre parole un sistema è complesso quando è difficile se non addirittura impossibile ricondurre la sua descrizione ad un numero di parametri e variabili definito: il rischio che si corre è quello di perderne l essenza globale e, di conseguenza, le sue caratteristiche e proprietà funzionali. Pagina 8

9 Sotto questo aspetto vale la pena evidenziare la profonda differenza tra il concetto di sistema complicato e sistema complesso. Si rientra nel primo caso quando si è di fronte a situazioni, a volte difficili da analizzare, ma di cui se ne conoscono le regole: l organizzazione di una sessione elettorale o la rappresentazione teatrale di un opera lirica, sono due eventi molto complicati da gestire, ma se ne conoscono date, scenografie, spartiti, attori e tempi. Di contro, si rientra nel secondo caso quando non si conoscono le regole del gioco: l esito delle sessione elettorale, dipende esclusivamente dal comportamento degli elettori e il risultato finale si può predire con tecniche di exit-poll e di Sentiment Analysis, ma la certezza finale si raggiunge solo a conclusione della partita. Un computer è un sistema complicato in quanto è tendenzialmente prevedibile e deterministico: a specifici input corrispondono altrettanti output, a parte eventuali virus informatici; un cervello è un sistema complesso in quanto le sinapsi attivate da una sollecitazione esterna non sempre sono prevedibili in termini di comportamento. Per affrontare l analisi di un sistema è necessario adottare un duplice approccio. Il primo, riduzionista, ci permette di conoscere quali sono gli agenti, ovvero le parti che lo compongono e le loro funzioni, caratteristiche e specificazioni. Il secondo è un approccio sistemico, finalizzato a interpretare la rete delle relazioni tra gli elementi che lo costituiscono (l osservato) con l ambiente esterno, e quindi, con l osservatore. Il ruolo dell osservatore diventa fondamentale in un sistema complesso perché ne determina il modello di rappresentazione e di interpretazione che, quindi, per definizione non può essere assoluto e a valenza generale. Alfredo Coco (2005, pp ) scrive a tal proposito: Pagina 9

10 «Vanno ripensati i rigidi confini scientifici posti storicamente tra il paradigma riduzionista e quello olistico, così come vanno ridiscusse le presunte antinomie rilevate tra il momento analitico e quello sintetico, oppure tra l approccio macrosociale e quello microsociale. In altre parole, la conoscenza della complessità esige una comprensione integrata degli aspetti individuali, locali e particolari e delle dimensioni globali, diffuse e collettive di un qualsiasi evento sociale [ ] Gli strumenti metodologici delle teorie della complessità, in realtà, muovono proprio verso il superamento di entrambi i limiti osservati». Secondo questo nuovo approccio, ci si allontana dall oggettivismo della scienza classica e si approda verso il paradigma relazionale e dialogico riscontrabile nel pensiero di numerosi autori, tra i quali Edgar Morin, Gregory Bateson, Niklas Luhmann. È così che la sociologia acquista la dimensione della variabile tempo che ne scandisce l evoluzione: i modelli cambiano nel tempo e ciò che oggi è definito caos e incomprensibile, domani potrebbe non esserlo o, viceversa, si potrebbero scoprire limiti di interpretazione e di significatività. 1.3 Dalla sociologia alla meta-sociologia A seguito alla caduta del formalismo della logica matematica, che si può far coincidere con la pubblicazione della teoria dell indecidibilità di Kurt Gödel 1, nella seconda metà del Novecento si è sviluppato un interesse crescente verso nuovi metodi di ricerca tutti con l esigenza comune di andare oltre per interpretare correttamente quanto osservato. Nasce così la meta-scienza, dove i sistemi sono costituiti da elementi che, pur essendo identificabili singolarmente, non possono es- 1 In logica matematica, i teoremi di incompletezza o indecidibilità di Gödel sono due famosi teoremi dimostrati da Kurt Gödel nel Attraverso di essi, grazie alla formalizzazione matematica di paradossi come quello del mentitore, Gödel dimostra che all interno di qualsiasi teoria, coerente e completa, sia possibile dimostrare una certa affermazione, ma, contemporaneamente, anche la sua negazione. Tale dimostrazione andava a minare 2000 anni di logica aristotelica basata sui principi di non contraddizione (non può essere contemporaneamente vero un enunciato e il suo opposto) e del terzo escluso (per un qualsiasi enunciato vale o l enunciato stesso o la sua negazione: mai entrambi). Pagina 10

11 sere valutati che assieme al sistema stesso che ne specializza caratteristiche e funzionalità. Si tratta di un paradigma che la psicologia abbraccia immediatamente dapprima con la Gestalt 2, ma poi anche con l Esperienza Sociale di Lev Vygotskij 3 e che la sociologia, successivamente, fa evolvere in maniera significativa, ad esempio con il principio ologrammatico di Edgar Morin, che verrà descritto in seguito. Dalla prima metà degli anni 90 del secolo scorso la complessità diventa il paradigma del tessuto connettivo della multidisciplinarietà. Infatti, sia la fisica, la biologia, le scienze cognitive, le scienze sociali, sia discipline come la matematica e la scienza dell informazione (inizialmente cibernetica), ognuna focalizzata su specifiche interpretazioni della realtà, sentono la necessità di fornire una visione globale della stessa. Il superamento di una visione parziale verso una considerazione multidisciplinare può essere attuata se si configura la complessità come un percorso del pensiero scientifico, e non come: «una nuova costruzione teorica o un nuovo schema logico-formale astratto per reinterpretare gli elementi compresi entro un paradigma già esistente» (Bertuglia e Vaio 2011, p. 309). Il percorso si è dimostrato arduo e non sempre all entusiasmo iniziale sono seguiti risultati efficaci. Tuttavia si possono enumerare scienziati e gruppi di ricerca, il cui metodo d indagine ha la propensione metodologica della multidisciplinarietà. Questo ha permesso, nel corso degli anni, di costituire se non un unico paradigma, una serie di contigui paradigmi in grado di tracciare un metodo comporta- 2 Il tutto è più delle sue parti. 3 l esperienza sociale per la quale non si dispone soltanto delle connessioni formatesi nella esperienza personale tra i riflessi incondizionati e i singoli elementi dell ambiente, ma anche di un gran numero di connessioni che sono state fissate nell esperienza degli altri uomini. Pagina 11

12 mentale di studio verso i fenomeni reali e in particolar modo sociali. Un esempio molto valido è costituito dalla nascita dell Istituto Santa Fé, un centro di ricerca privato, indipendente e transdisciplinare il cui intento è quello di cancellare le differenti suddivisioni tra le varie matrici disciplinari della scienza per annettere ed integrare i loro rispettivi contributi teorici e metodologici in un unico nuovo corpo disciplinare (Bertuglia e Vaio 2011, p. 19). Si sostanzia così il concetto di meta- che vuole che un sistema possa essere descritto solo entro uno, più grande, a cui è collegato da relazioni. Pagina 12

13 CAPITOLO 2 - Il dibattito sociologico sulla complessità Ricercando nel vasto scenario del dibattito scientifico contemporaneo è stato possibile rintracciare nell ambito della sociologia autori e scienziati che hanno contribuito attraverso le loro riflessioni ad adottare il paradigma della complessità come metodo d indagine. Nel seguito si riportano alcune caratteristiche proprie della sociologia intesa come sistema complesso e i principali scienziati che le hanno messe in evidenza. 2.1 La ricorsività ed i cicli di retroazione: Edgar Morin Negli anni Settanta, il filosofo e sociologo francese Edgar Morin 4 getta le basi per una nuova teoria dei sistemi, proponendo il cosiddetto pensiero complesso come chiave di interpretazione della realtà. In Morin il termine complessità è inteso nel senso etimologico del vocabolo latino com plexus, che significa ciò che è tessuto insieme. In La méthode, opera in sei volumi pubblicata tra il 1977 e il 2004, Morin affronta il tema centrale della sua riflessione: come trattare la complessità del mondo reale. Secondo questo autore, il pensiero della complessità si presenta su più piani diversi. Il piano fondamentale è costituito dalla teoria dell informazione, dalla cibernetica e dalla teoria dei sistemi. 4 Edgar Nahoum detto Edgar Morin (Parigi, 8 luglio 1921). Pagina 13

14 La teoria dell informazione permette di entrare in un universo in cui vi è sia ordine, sia disordine (rispettivamente: ridondanza e rumore) e di estrarne l informazione cioè l elemento che risolve un incertezza o apporta una novità inattesa: in questo modo l informazione diventa protagonista, anzi, organizzatrice del sistema stesso. Il secondo piano è quello dell autorganizzazione dei sistemi, che trae origine dalle idee di John von Neumann 5 e di Heinz von Foerster 6. L organizzazione aggiunge qualcosa, perché esistono proprietà emergenti: il tutto è più delle sue parti. Il tutto organizzato fa emergere qualità che, senza un organizzazione, non esisterebbero. Di contro, però, succede anche che l organizzazione di parti in un sistema tolga proprietà originarie alle parti attrici: vale a dire che il tutto è meno della somma delle parti, poiché le parti possono essere caratterizzate da qualità inibite dal fatto di essere organizzate in un sistema. Una volta che si sia riconosciuta la complessità del reale, ai due precedenti piani citati Morin ne aggiunge un terzo costituito dai principi che egli stesso denomina dialogico, ricorsivo e ologrammatico. Questi principi, sono indicati come strumenti per ottenere un approccio epistemologico di analisi, adeguato, anche senza avere la pretesa di essere l approccio assoluto. Il principio dialogico è in qualche misura affine a quello che viene comunemente inteso come dialettico, in quanto momento di sintesi tra opposti. Il principio 5 John von Neumann (Budapest, 28 dicembre 1903 Washington, 8 febbraio 1957) è stato una delle menti più brillanti e straordinarie del secolo scorso. Insieme a L.Szilard, E.Teller ed E.Wigner, i quattro facevano parte del "clan degli ungheresi" ai tempi di Los Alamos e del Progetto Manhattan. 6 Heinz von Foerster (Vienna, 13 novembre 1911 Pescadero, California, 2 ottobre 2002) è stato uno scienziato statunitense che ha combinato fisica e filosofia. Ha lavorato nel campo della cibernetica ed è stato essenziale per lo sviluppo del costruttivismo radicale e della cosiddetta seconda cibernetica (che estende e complessifica la tradizionale prima cibernetica di N. Wiener e John von Neumann). Pagina 14

15 consente di mantenere la dualità nell unità e di confrontare termini complementari e, al contempo, antagonisti. Per esempio, la nostra conoscenza progredisce, ma al contempo, è causa della nostra ignoranza (non si finisce mai di conoscere): la conoscenza, in realtà, deve lavorare a fianco della non conoscenza, in un avvolgente processo a spirale di continuo approfondimento conoscitivo. Il principio ricorsivo è quello che troviamo operante nei sistemi che con circolarità causale determinano i processi della propria stessa produzione. Il principio permette di interpretare i processi reali come processi in cui gli effetti e i prodotti sono contemporaneamente cause ed effetto di ciò che li produce. Nella retroazione (feedback), che è l elemento chiave del principio ricorsivo, l effetto ha un influenza sulla causa e, secondo detto principio, i prodotti divengono produttori di ciò che li produce. I cicli di retroazione (feedback) possono essere a loro volta positivi o negativi. Questi concetti hanno un retaggio che affonda le sue radici nella cibernetica di primo ordine, il cui padre fondatore è Norbert Wiener 7, e la cui attenzione è volta ai fenomeni di autoregolazione negli organismi viventi e nei sistemi artificiali (come le macchine), nonché alla struttura ed al funzionamento dei sistemi di regolazione e di controllo. Alfredo Coco (2005, p. 68) propone una definizione esaustiva dei due processi: «Una retroazione è negativa o frenante, quando una parte dell informazione di output, che si ripropone come nuovo input nel ciclo delle interazioni, tende a mantenere il sistema in uno stato stabile e di equilibrio. Si pensi al funzionamento di un termostato in un appartamento, che riequilibra costantemente la temperatura interna della casa in relazione ad un valore prefissato al di sotto o al di sopra del quale non deve spostarsi. Al contrario, un feedback si definisce positivo o di tipo rinforzante, nel caso in cui in un sistema si reintroduce un informazione che anziché smorzare, ampli- 7 Norbert Wiener (Columbia, 26 novembre 1894 Stoccolma, 18 marzo 1964) è stato un matematico e statistico statunitense. Famoso per ricerche sul calcolo delle probabilità ma soprattutto per gli sviluppi dati, insieme al suo allievo Claude Shannon, alla teoria dell informazione essendo riconosciuto come il padre della cibernetica moderna. Pagina 15

16 fica le condizioni di stato del sistema.. Insomma si è in presenza di cicli autorinforzanti in cui il sistema stimola se stesso senza fine, sia verso l alto sia verso il basso, spingendosi o verso il caos incontrollabile oppure verso un equilibrio totalmente statico. In qualsiasi sistema si è in presenza di numerose retroazioni negative e positive che si confrontano, si moltiplicano e si equilibrano costantemente durante i processi di interazione tra gli elementi, in stretta connessione con le azioni interne ed esterne al sistema» Il principio ologrammatico, infine, indica la prospettiva secondo cui non solo la parte è nel tutto, ma il tutto è nella parte, così come accade nell immagine prodotta da un ologramma o da un frattale. Il principio ologrammatico è presente nel mondo biologico e in quello sociale. Per esempio, la totalità del patrimonio genetico che definisce l individuo è presente in ogni singola cellula di quello stesso individuo che le cellule compongono; allo stesso modo, l individuo è parte della società, ma la società è presente in ciascun individuo attraverso la sua lingua, la sua cultura e le sue regole sociali. Questo principio quindi, costituisce un superamento tanto rispetto al riduzionismo che vede solo le parti del sistema, quanto rispetto all olismo che vede solo il sistema come un tutto. Da quanto detto sopra, ne emerge che la complessità non è una scienza, non è una teoria, ma piuttosto un percorso, un metodo. Per Morin è la sfida al problema della conoscenza del mondo, non è la risposta. Lo studioso francese scrive in proposito: «Penso che oggi il problema cruciale sia quello di un principio ordinatore della conoscenza; e ciò che è vitale, non è soltanto apprendere ad apprendere, non è soltanto riapprendere, non è soltanto disapprendere; è riorganizzare» (Morin 2001, p. 17). Pagina 16

17 2.2 La realtà complessa della mente: Gregory Bateson Con Bateson 8 l idea di un osservatore visto come sistema che interagisce con un altro sistema, già presente nei lavori di Wiener e von Bertalanffy, è ulteriormente approfondita e sviluppata. Tutti gli studi di metà del Novecento sulla teoria dei sistemi ruotavano intorno a problemi relativi all interazione e alla comunicazione. Bateson è tra i primi ad apprezzare, in quel contesto culturale, il fatto che gli schemi organizzati e le simmetrie relazionali che sono evidenti negli esseri viventi sono indicazione della presenza di una mente negli stessi. Opponendosi fermamente alla controversia ottocentesca fra scienza e religione, in cui la mente, non potendo essere esplorata sperimentalmente, non poteva avere alcun ruolo di natura finalistica, Bateson, sulla scia dei risultati della nascente cibernetica, si rende conto che sono proprio i processi mentali ad avere un ruolo preponderante ai fini dell indagine conoscitiva ed interpretativa. Ciò lo porta a formulare i cosiddetti criteri della mente e l epistemologia cibernetica come parti essenziali per la sua interpretazione ecologica della realtà, basata sulla teoria della comunicazione, quella dell informazione e quella dei sistemi che costituiscono, per Bateson, un vasto aggregato di idee unitario. La cibernetica diventa il modello di riferimento dei fenomeni mentali che a questo punto sono riconducibili al concetto di algoritmo, ovvero di procedimento risolutivo, di un problema composto da un insieme di regole che permettono di ottenere i risultati del problema partendo dai dati a disposizione e che termina in una quantità finita di tempo. 8 Gregory Bateson (Grantchester, 9 maggio 1904 San Francisco, 4 luglio 1980) è stato un antropologo, sociologo e psicologo britannico, il cui lavoro ha toccato anche molti altri campi (semiotica, linguistica, cibernetica.). Pagina 17

18 Di contro, l epistemologia è il processo conoscitivo che identifica i limiti della nostra capacità del conoscere, diventa quindi una sorta di meta-scienza, i cui ambiti si estendono fino a comprendere le scienze della mente, ove con il termine mente, non ci si limita alla solo accezione umana, ma viene esteso all insieme delle interazioni presenti in un sistema. Nella sua opera Mente e natura Bateson (1984) annuncia l inattualità di alcune nozioni particolarmente diffuse come il dualismo cartesiano che separa la mente dalla materia o l assunto che tutti i fenomeni (anche quelli mentali) debbano essere studiati e considerati in termini quantitativi. Le modalità conoscitive lineari e deterministiche si rivelano, infatti, inadeguate alla comprensione non solo dei fenomeni propriamente fisici, ma anche dei fenomeni viventi che vanno analizzati e compresi con linguaggi inediti, ancora da inventare. Linguaggi che non seguono contrapposizioni dualistiche (natura-cultura, mente-corpo, individuo-società, iotu, etc.), ma si esprimono nella danza interattiva della relazione, che si nutre del contributo di tutti i suoi componenti. La mente stessa viene assunta come un aggregato di parti interagenti, un insieme interconnesso, un plot 9 policentrico ed interattivo i cui elementi sono naturalmente in relazione reciproca. L interpretazione di Bateson è quella di una teoria della mente olistica e, come ogni olismo serio, si basa sulla premessa della differenziazione e dell interazione delle parti (Ivi, p. 128). Come affermava già in Verso un ecologia della mente, la mente può essere considerata come un processo ecologico simile a quello attivato da un individuo che stia abbattendo un albero con un ascia, che deve correggere ogni colpo a seconda dell intaccatura lasciata dal colpo precedente. Il complesso albero-occhi- 9 Inteso come processo di generazione di domande (e risposte) che si sviluppano intorno ad una situazione. Pagina 18

19 cervello-muscoli-ascia-colpo-albero si configura come un sistema totale che ha le stesse caratteristiche del processo mentale (Bateson 1976). Criticando l identificazione della mente con il cervello come punto fisso ed immutabile a cui arrivano i dati dall esterno, egli ritiene possibile l informazione solo se questa viene intesa come interazione del soggetto con il suo contesto ambientale. Ogni immagine o raffigurazione di un oggetto resta impercettibile se non ci si pone in relazione con esso. Come l uomo cieco costruisce configurazioni del mondo muovendo il bastone sul terreno, così l uomo vedente realizza lo stesso processo attraverso i suoi occhi. Per Bateson: «the world opens out to the mind through a process of revelation» 10 (Bateson 1984, p. 18). Mente e natura diventano quindi due grandi sistemi che in parte interagiscono e in parte sono autonomi: un sistema è dentro l individuo ed è detto apprendimento, l altro è proprio dell ereditarietà e delle popolazioni, ed è chiamato evoluzione: pur lavorando a diversi livelli, si combinano a comporre un unica biosfera dinamica (Bertuglia e Vaio 2011, p. 103). Come evidenziato da Bertuglia e Vaio, Bateson, in opposizione alla rigidezza che egli ravvisa negli ambienti culturali, propone una nuova epistemologia evolutiva e interdisciplinare investigando il tema della comunicazione. Per lui la mente, il pensiero e la comunicazione si coniugano con la dimensione esterna del corpo per costruire la realtà individuale di ciascun soggetto. In un certo senso, nella concezione di Bateson, mente e corpo possono essere paragonati a software e hardware, e i processi e gli stati mentali possono essere analizzati a partire da un attenta osservazione del corpo. In questa concezione poliedrica dell uomo, Bateson analizza dal punto di vista evoluzionistico i 10 «Il mondo si apre alla mente attraverso un processo di rivelazione» (traduzione nostra). Pagina 19

20 cambiamenti che la società subisce a partire dal comportamento dei singoli, e paragona le dimensioni passionale e intuitiva dell uomo alla lotta degli opposti che soggiace alla vita umana, come la lotta dovuta alle opposizioni accordo - conflitto, stabilità - cambiamento, bene -male. In quest ottica, le persone, grazie alla facoltà del linguaggio e per mezzo di interazioni rese possibili dal linguaggio, ricche di significati, di condotte e di credenze, costruiscono le proprie realtà che sono all origine del benessere o malessere individuale. Da qui l assunto che per comprendere il comportamento di una persona, bisogna interrogarsi non tanto sul suo passato, ma su come è costituito il contesto interpersonale attuale in cui la persona si muove. Bateson include nel concetto di comunicazione tutti i processi attraverso i quali una persona influisce o, in generale, interagisce con altre persone, e considera la comunicazione come direttamente determinata e funzionale al contesto. È attraverso la comunicazione che si realizza la struttura sociale: è solo la comunicazione, che rende possibili le relazioni umane e la società. 2.3 L autopoiesi nei sistemi sociali: Niklas Luhmann Con Luhmann 11 si ribadisce la precipua importanza della comunicazione per lo studio e l analisi dei sistemi sociali. La tesi di questo autore parte dall idea che gli elementi primari di un qualsiasi sistema sociale (famiglia, azienda, partito politico, ecc.) non siano gli agenti principali, cioè gli esseri umani, ma la comunicazione e gli effetti della stessa. Senza comunicazione non esisterebbe alcuna forma di sistema sociale. Un sistema sociale è quindi un sistema aperto, ed è in grado di 11 Niklas Luhmann (Luneburgo, 8 dicembre 1927 Oerlinghausen, 6 novembre 1998) è stato uno dei maggiori esponenti della sociologia tedesca del XX secolo, Luhmann applicò alla società la teoria generale dei sistemi sociali. Pagina 20

21 costituirsi, ricostituirsi e soprattutto autogestirsi. Elemento fondamentale della concezione di Luhmann (1984) è che l agente di un sistema sociale, l uomo, è anch esso un sistema, ma di natura diversa da quella della società, infatti l uomo è dotato di coscienza, e di pensiero. Di contro, i sistemi sociali non pensano: agiscono soltanto, e agiscono attraverso la comunicazione. La comunicazione implica la costituzione di un circuito informativo, nel cui ambito hanno luogo dei processi interpretativi volti al riconoscimento e all accettazione, oppure al rifiuto, delle proposte di senso e contenuto. Il concetto di complessità, per quanto direttamente collegato a quello di relazione e di comunicazione, ha un significato tale per cui è da riferirsi non solo alla comunicazione, che è il collante che tiene legati gli elementi dei sistemi sociali, ma anche alle stesse caratteristiche strutturali dei sistemi, la cui peculiarità è data dalla dinamicità e dalla combinazione dei processi. La numerosità delle configurazioni che il sistema può assumere, in riferimento alle caratteristiche delle variabili che lo descrivono, è enorme, e ciò impone al sistema di operare delle selezioni. La complessità diventa quindi uno strumento indispensabile di conoscenza delle varianti strutturali dei sistemi. Utilizzando concetti elaborati dalla teoria generale dei sistemi di von Bertalanffy, Luhmann sostiene che i sistemi sociali sono tanto più in grado di stabilizzarsi quanto più sono capaci di replicare in modo pertinente alle sfide provenienti dall ambiente. La resistenza di un sistema alla pressione dell ambiente è in stretto rapporto alla sua complessità interna: quanto più l organizzazione interna del sistema è complessa, tanto più essa è in grado di rispondere alla crescente complessità ambientale. Pagina 21

22 Un passo significativo, qualora audace, è condotto da Luhmann quando estende le caratteristiche dell autopoiesi, proprie dei sistemi biologici, cioè la circolarità e l autoriproduzione, anche ai sistemi sociali. Diversamente però dai sistemi biologici, che fondano la loro organizzazione sulla vita, i sistemi sociali fondano la loro organizzazione autopoietica sulla comunicazione, come loro peculiare modalità di autoriproduzione, in modo ricorsivo, esclusivamente all interno di una rete. Le società riproducono se stesse in ogni settore. In questo scenario è però necessario prestare la massima attenzione a non cadere in facili e azzardate analogie tra sistemi biologici e sistemi sociali, questo anche se si possono riscontrare dei caratteri di similitudine tra i due tipi di sistemi. E ciò, se non altro, anche solo per la presenza, negli individui, del pensiero e, con questo, di una progettualità cosciente. Varie critiche sono state rivolte all impostazione dell autopoiesi di Luhmann anche da parte di Varela 12 che rileva che è difficile riconoscere, in un sistema sociale, una barriera topologica come è, per esempio, la membrana di una cellula. L idea dell autopoiesi è per definizione ristretta a relazioni di produzione di un genere o di un altro, e rimanda a delle frontiere topologiche: un osservatore non è in grado di porre delle frontiere topologiche a una società, condizione necessaria per poter caratterizzare un sistema come autopoietico. Sottolinea Varela che gli studi che innalzano sistemi quali le istituzioni, le imprese e, più in generale, le società, a sistemi autopoietici confondono autopoiesi con autonomia. La scienza dei sistemi, anche se trasversale a numerosi ambiti diversi, non può trascurare completamente la specificità dei singoli contesti e questo è vero in particolar modo per la sociologia 12 Francisco Varela (Santiago del Cile, 7 settembre Parigi, 28 maggio 2001) è stato biologo, filosofo, neuroscienziato ed epistemologo. Pagina 22

23 CAPITOLO 3 - La Sentiment Analysis La storia del termine Sentiment Analysis (in seguito definita SA) è per molti versi legata a quella di Opinion Mining (tanto più che nell uso quotidiano sono spesso utilizzati, in maniera ambivalente e indifferentemente). Il termine sentimento, usato in riferimento ad un analisi automatica di un testo effettuata attraverso un computer ai fini di un giudizio predittivo, è apparso per la prima volta nei lavori del 2001 redatti da Das e Chen e poi da quelli di Tong che si sono focalizzati sui giudizi che le persone esprimevano nei confronti dei prodotti di mercato (Pang e Lee 2008, p. 10). Nel 2003 Yi e altri autori hanno pubblicato Sentiment Analyzer: Extracting sentiments about a given topic using natural language processing techniques 13. Un considerevole numero di pubblicazioni che citano la SA si sono concentrate sull applicazione di tecniche di classificazione delle recensioni attraverso la loro polarità (positiva o negativa), fatto questo che sembra aver spinto alcuni autori a ritenere che il termine Sentiment Analysis si riferisse esclusivamente a questo campo di applicazione. Attualmente, il termine ha assunto un significato più ampio e più specifico: quello della capacità di decifrare le opinioni contenute in un testo scritto o parlato, 13 Analizzatore del sentimento: estrarre sentimenti su un argomento dato utilizzando tecniche di elaborazione del linguaggio naturale (traduzione nostra). Pagina 23

24 tramite processi informatici, al fine di estrarre informazioni soggettive, opinioni e sentimenti dalle fonti di analisi osservate. La SA è dunque lo strumento di indagine privilegiato per determinare la valenza e la polarità (neutra, positiva o negativa) di un messaggio, veicolato tramite i social network e/o per quantificare la numerosità e la qualità dei giudizi che i destinatari del messaggio attribuiscono allo stesso. Ciò presuppone un nuovo paradigma di comunicazione sociale dove il canale è rappresentato dai social network (la grande Rete) e il mittente della stessa è costituito da utenti che alimentano, sostengono e fanno evolvere un destinatario virtuale: un sistema sociale aperto, dinamico e autopoietico; in altre parole, un sistema sociale complesso. La rete, strumento sociale innovativo e poderoso, comporta due cambiamenti epocali: il primo è che i suoi utenti tendono a tenersi informati sull attualità e a formarsi proprie opinioni tramite la rete stessa e con modalità sempre più rapide ed interattive. Il secondo è che l utilizzo della rete può essere non solo monitorato, ascoltato e valutato, ma spesso può essere manipolato da chi ha interesse a orientare informazioni e opinioni in una certa direzione, anziché in un altra. Come sostengono Bo Pang e Lillian Lee (2008, pp ): «Le interazioni con la sociologia promettono di essere estremamente fruttuose Per esempio, il problema di come le idee e le innovazioni si diffondono, implica la domanda di chi è positivamente o negativamente predisposto a questo genere di analisi e quindi chi sarebbe più o meno ricettivo al nuovo modo di trasmettere informazioni a partire da una fonte data». Comunque l aspetto della predizione attraverso la SA non è esente da problemi, infatti i fattori culturali, linguistici e le sfumature nei differenti contesti rendono estremamente difficile la trasformazione di una stringa di testo scritto a un sen- Pagina 24

25 timento, con valenza positiva o negativa, desumibile dall interpretazione automatica del suo contenuto. Le potenzialità della tecnica sono state evidenziate da Pang e Lee i quali hanno sottolineato la differenza tra l analisi classica di un testo condotta con un sistema di classificazione per argomento e quella svolta con una classificazione in base al sentimento. Nel primo caso, le informazioni potrebbero essere distribuite in due semplici classi (classificazione binaria), ma anche in migliaia di classi in base al criterio scelto per la classificazione; nel secondo caso, invece, le classi sarebbero sempre numericamente poche (in quanto legate a giudizi con polarità positiva, negativa o neutra). Gli autori sottolineano che mentre le classi desunte da categorizzazioni in base ad argomenti possono essere completamente senza relazioni, le etichette che esprimono i sentimenti rappresentano tipicamente opposizione (se la classificazione è binaria) o categorie ordinali / numeriche (secondo una scala a punteggio sulla valutazione quantitativa della polarità). La SA ha l arduo compito di unire razionalmente dati qualitativi con dati quantitativi in modo da disegnare lo stato dell arte su un determinato oggetto di analisi per poi estrarre considerazioni utili su cui creare, ovvero interpretare, la strategia di comunicazione. Oggi la SA, utilizzando nuove tecniche fondate sulle teorie della complessità, in quanto statisticamente non lineari e riconducibili al campo dell Intelligenza Artificiale (studiate appositamente per il trattamento di popolazioni vastissime di informazioni), si è evoluta e consente significative capacità sia di previsione del comportamento delle reti sociali, sia di discriminazione dei messaggi/giudizi autentici da quelli fraudolenti. Ma l impiego della SA non è privo di difficoltà, come evidenziato da Pang e Lee nel loro lavoro, in cui mostrano come sia a volte insufficiente basarsi su Pagina 25

26 un analisi sganciata dal contesto. In rapporto agli argomenti, il sentimento può infatti essere espresso in più modi e la successiva identificazione in termini di positività o negatività dipende dall ambito in cui è stato utilizzato. Gli autori utilizzano un esempio per sottolineare come le parole assumono significati diversi in contesti diversi. Allo scopo riportano una prima parte di una frase tratta da una lettera di Mark Twain: «I libri di Jane Austen mi fanno impazzire in modo che non posso nascondere la mia frenesia al lettore» 14. Leggendo solo questo stralcio di testo e considerando le parole chiave nascondere e frenesia il sentimento che ne traspare è negativo, ma questo diventa inequivocabilmente sfavorevole solo quando, si considera anche la seconda parte del testo che recita: «Ogni volta che leggo Orgoglio e Pregiudizio vorrei toglierla dalla terra e picchiarla sul teschio con il suo stinco» 15 (Pang, Lee 2008, pp17-19). Il valore aggiunto delle nuove tecniche messe a disposizione della SA dai modelli adattivi artificiali consiste proprio nella possibilità di effettuare un analisi complessiva della semantica del testo valutato nella sua globalità, senza la necessità di doverlo frammentare nelle parti elementari che lo compongono. 3.1 La nascita delle reti sociali Nel momento in cui ci poniamo l obiettivo di descrivere le relazioni sociali attraverso le reti sociali, ciò che emerge è che la rete, se osservata sotto la lente della complessità, si identifica con la relazione sociale stessa, dove i nodi rappresentano i soggetti, e i link diventano le relazioni tra i nodi. Il soggetto si muove in un 14 Jane Austen s books madden me so that I can t conceal my frenzy from the reader. (traduzione nostra) 15 Everytime I read Pride and Prejudice I want to dig her up and beat her over the skull with her own shin-bone. Pagina 26

27 ambito sociale in cui agiscono numerose forze che ne influenzano le traiettorie, ma che egli è a sua volta in grado di determinare. Il soggetto e il sociale però non si contrappongono ma si co-determinano (Morin 1991, p. 16). La combinazione delle numerose traiettorie sociali trovano riscontro nelle varie tipologie di reti sociali che sono contestualmente oggetto (le reti reali), modello e linguaggio. In termini di linguaggio ci si riferisce sia a quello relativo ai soggetti sociali, che interagendo tra loro costruiscono insiemi di significati condivisi, sia a quello del sociologo che, attraverso lo studio ed il contatto con il mondo sociale, interpreta i significati relazionali. È in quest ambito che emerge il concetto di reti sociali come linguaggio, come co-costruzione di significati negoziati e condivisi della vita quotidiana. La co-costruzione avviene ad un doppio livello dimensionale: il primo è quello delle posizioni occupate dai singoli individui all interno della rete e dei significati che contribuiscono alla loro rappresentazione, il secondo è legato ai significati dati dalla relazione (e quindi dall interpretazione) con il sociologo che rappresenta l osservatore. In termini di finalità, la sociologia utilizza come oggetto del suo studio le reti sociali per acquisire informazioni utili agli aspetti relazionali della vita di tutti i giorni, in quanto in esse si depositano sia valori materiali che non materiali i quali contribuiscono a sviluppare la ricchezza sia della dimensione individuale, sia di quella collettiva. La rete sociale diventa quindi il teatro delle relazioni le cui caratteristiche possono essere usate per spiegare, più o meno in maniera esaustiva, il comportamento delle persone che vi partecipano. Pagina 27

28 Una rete può essere rappresentata in diversi modi, i principali sono due: attraverso una matrice binaria 16, ovvero attraverso un grafico in grado di rappresentare le connessioni tra i nodi della rete (chi è in relazione con chi). Le relazioni più significative sono sempre del tipo molti a molti. Dal punto di vista formale è utile rilevare che non tutte le relazioni hanno la stessa importanza, ovvero lo stesso peso o ranking, per cui si evidenziano con un tratteggio più marcato quelle più significative, al fine di poterle subito individuare anche a colpo d occhio. L espressione delle reti sociali rappresenta una delle forme più evolute di comunicazione, e costituisce un eccezione alla regola dei 150 : il numero di Dunbar 17. Questo numero, approssimato al valore 150, rappresenta il limite massimo teorico delle capacità relazionali di un uomo. È stato calcolato da studi di sociologia ed antropologia ed indica il numero massimo di un villaggio in cui un uomo è in grado di conoscere l identità di ciascuna persona 18. Questo limite è alla base degli studi sui social network, in cui intessendo relazioni di tipo virtuale con numerosi utenti è difficile riconoscere i membri di queste comunità e relazionarsi efficacemente. Quanto più un gruppo sociale è grande, tanto più aumenta la probabilità che i rapporti relazionali siano fittizi, falsi o ingannevoli. Le forme di co- 16 Si tratta di matrici righe(x)/colonne(y) dove il numero 1 rappresenta che esiste relazione tra gli elementi rappresentati dall incrocio x/y, mentre lo 0 significa che tra gli elementi non c è contatto. 17 Robin Dunbar è un antropologo e psicologo sociale. Attualmente insegna Antropologia evoluzionistica ed è Direttore dell Institute of Cognitive and Evolutionary Anthropology in the School of Anthropology all University of Oxford. 18 Nel 1992 Dunbar pubblicò uno studio nel quale mostrava che nei primati non umani il rapporto tra le dimensioni della corteccia cerebrale e il resto del cervello aumentava in relazione alle dimensioni dei gruppi sociali tipici di ogni specie. Nei tamarini (un genere di scimmie appartenenti alla famiglia dei Cebi), per esempio, questo rapporto è di circa 2,3 e il gruppo sociale medio è di 5 individui. I macachi invece hanno una Rete sociale di circa 40 individui e un rapporto di 3,8. A partire da questo lavoro Dunbar ha formulato la sua ipotesi del cervello sociale secondo cui la relativa dimensione della neocorteccia cresce man mano che il gruppo sociale diventa più grande, in modo da permettere agli animali di mantenere e gestire il numero di relazioni necessario a una stabile coesistenza. Secondo Dunbar, stando al medesimo rapporto, per gli esseri umani il gruppo sociale dovrebbe comprendere circa 150 persone, le dimensioni di quello che il ricercatore chiama clan (Visco 2012). Pagina 28

29 municazione esaminate vanno a considerare il numero vastissimo di relazioni tra individui che possono conoscersi già direttamente a fini di amicizia reale o entrare in contatto in forma puramente virtuale. L aggregazione sociale non nasce sempre con finalità ben precise come ad esempio lo svolgimento di attività lavorative o la condivisione di un credo religioso o politico; a volte si può pensare semplicemente di partecipare ad una Rete per vincere la solitudine conoscendo nuove persone, ascoltare ciò che gli altri hanno da dire, condividere opinioni di vita quotidiana, insomma: mettersi in contatto. La società è fatta di individui che si influenzano reciprocamente, agendo «l uno per l altro, con l altro e contro l altro» (Bagnasco, Barbagli, Cavalli 1997, p. 80). Annalisa Buccieri (2009, p. 213) riporta un caso emblematico di come si possano costruire identità diverse, qualora effimere, in rete, e far vivere loro una quotidianità costruita a tavolino 19 : «[il caso] dello psichiatra Sanford Lewin, che creò un personaggio femminile: Julie Graham. Lewin descrisse Julie come una neuropsichiatra paraplegica e muta (dopo un grave incidente) e la introdusse in vari newsgroup e poi in diverse chat line. La storia di Julie pian piano si venne arricchendo di particolari biografici ed ebbe un evoluzione, poiché ella annunciò di sposarsi, di fare un viaggio di nozze ecc. Lewin descrive perfettamente il grado di intimità raggiunto da Julie con molte donne, che si aprivano a lei e le chiedevano consigli. Lewin sviluppò una personalità parallela alla sua, con le proprie idee e opinioni. Ad un certo punto si accorse che il gioco era andato troppo avanti, poiché Julie divenne quasi un altra identità. Lewin tentò allora di far morire Julie per una malattia. Arrivarono però una montagna di espressioni di solidarietà e di cordoglio; le persone spedirono fiori, cartoline, offrirono assistenza medica e finanziaria. Lewin fu costretto a far riapparire Julie e si decise, dopo diversi tentativi, a svelare il segreto. Tutto ciò creò nel popolo delle chat line una grande reazione emotiva, peggiore forse della morte virtuale. Molte donne si sentirono tradite, quasi vittime di uno stupro virtuale per aver confessato i propri segreti ad un amica che le aveva tradite. Vi fu anche un generale senso di lutto per la perdita di una confidente importante». 19 Su questa possibilità si fonda la ricchezza e la popolarità di ambienti virtuali come per esempio Second Life ( Pagina 29

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