Piano di Formazione per docenti neoimmessi in ruolo a.s D.T. Paola Di Natale U.S.R. per la Campania

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1 Piano di Formazione per docenti neoimmessi in ruolo a.s D.T. Paola Di Natale U.S.R. per la Campania

2 Le Indicazioni europee Comunicazione della Commissione del marzo 2010 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva crescita intelligente: sviluppo di un economia basata sulla conoscenza e l innovazione crescita sostenibile: promozione di un economia più competitiva e più rispettosa delle risorse crescita inclusiva: promozione di un economia che favorisca l occupazione e la coesione sociale 2

3 Crescita inclusiva fondata sul riconoscimento e la valorizzazione di ciascuno, al di là: della nazionalità dell età della eventuale disabilità delle potenzialità Lo Stato-comunità, inserito nell UE, deve garantire la realizzazione personale, sociale e professionale di tutti i cittadini, una prosperità sostenibile e l occupazione, promuovendo nel contempo i valori democratici, la coesione sociale, la cittadinanza attiva e il dialogo interculturale 3

4 Non uno di meno Qualità Equità Pari opportunità Inclusività Metodologie adeguate agli stili di apprendimento Potenziamento delle competenze chiave

5 Le radici dell inclusività nella Costituzione italiana Art. 34 La scuola è aperta a tutti Art. 3 tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese". 5

6 Le tappe del processo di integrazione/inclusione Fino agli anni 60 del XX secolo Scuole speciali Legge 1859 del 1962 Istituzione classi differenziali per disadattati Legge 118/1971 Inserimento in classi normali della scuola dell obbligo 6

7 Le tappe del processo di integrazione/inclusione Legge 517/1977 Sentenza Corte Cost 215/1987 Legge 104/1992 Dall inserimento alla integrazione scolastica Iscrizione degli alunni a ogni tipo di scuola Tutela della dignità e dei diritti della persona Percorsi formativi individualizzati 7

8 Diversità e differenza: la prospettiva della Legge 53/2003 La scuola non può ridurre la molteplicità ad un unità omogenea, il complesso al semplice, ma ha il compito di accettare la complessità, di prendere atto delle differenze, di tematizzarle e trasformarle in una risorsa, per il singolo e per tutti Assunzione della logica del positivo : non definire nessuna persona per sottrazione (non ha, non sa, non sa fare, non può fare) Non si tratta di integrare nessuno in un astratta normalità: ognuno è a modo suo un divers-abile, e in tutti i casi bisogna sollecitare un progetto di vita globale per la persona che c è. 8

9 La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità Modello sociale della disabilità "la disabilità è il risultato dell'interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri Contesto socio culturale fattore determinante l'esperienza che il soggetto fa della propria condizione di salute il contesto (ambienti, procedure, strumenti educativi) deve adattarsi ai bisogni specifici delle persone 9

10 L ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) - OMS 2001 Approccio globale alla persona Potenzialità e risorse Modello bio-psicosociale della disabilità Attenzione al contesto personale, naturale, sociale e culturale La partecipazione alle attività sociali di una persona con disabilità è determinata dall'interazione della sua condizione di salute (a livello di strutture e di funzioni corporee) con le condizioni ambientali, culturali, sociali e personali (definite fattori contestuali) in cui essa vive 10

11 Linee guida sull integrazione scolastica degli alunni con disabilità, 4 agosto 2009 Definizione della progettazione educativa all'interno dei Gruppi di lavoro deputati a tale fine per legge: Gruppo di lavoro e di studio d Istituto (GLHI) e Gruppo di Lavoro operativo (GLHO), costituito dai docenti curricolari e di sostegno di ogni singolo alunno e dalla sua famiglia. Inserimento nel Piano dell'offerta Formativa della scelta inclusiva dell'istituzione scolastica e delle prassi didattiche che promuovono effettivamente l'inclusione (gruppi di livello eterogenei, apprendimento cooperativo, ecc.). 11

12 Linee guida 2009 Il docente di sostegno è "assegnato alla classe e ne è contitolare, nel senso che, oltre a intervenire sulla base di una preparazione specifica, collabora con gli insegnanti curricolari e con il Consiglio di Classe affinché l'iter formativo dell'alunno possa continuare anche in sua assenza La valutazione in decimi va rapportata al P.E.I., che costituisce il punto di riferimento per le attività educative. Gli insegnanti di sostegno, partecipando a pieno titolo alle operazioni di valutazione periodiche e finali degli alunni della classe con diritto di voto, dispongono di registri recanti i nomi di tutti gli alunni della classe di cui sono contitolari. 12

13 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 La Legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, DSA, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma che possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. La diagnosi dei DSA è effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici assicurati dal Servizio sanitario nazionale ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. 13

14 Misure educative e didattiche per alunni con DSA Strumenti compensativi Misure dispensative Piano Didattico Personalizzato PDP ha lo scopo di definire, monitorare e documentare secondo un elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti 14

15 Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 Concetto di BES - Bisogni Educativi Speciali Disabilità Disturbi evolutivi specifici basato su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF Svantaggio sociale, linguistico e culturale 15

16 Le novità della Direttiva Amplia l area dei DSA a differenti problematiche quali i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell attenzione e dell iperattività, nonché il funzionamento intellettivo limite, e introduce il tema dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. Sposta l attenzione dalle procedure di certificazione all analisi dei bisogni ed estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto e quindi il dovere per tutti i docenti alla personalizzazione dell apprendimento, anche attraverso il diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni. 16

17 Rispondere ai bisogni educativi speciali Il Piano dell'offerta Formativa è inclusivo quando prevede, nella quotidianità delle azioni da compiere, degli interventi da adottare e dei progetti da realizzare, la possibilità di dare risposte precise ad esigenze educative individuali L idea-guida è quella di una struttura organizzativa e di una didattica di qualità, capaci di venire incontro ai bisogni speciali, perché diversi, di tutti gli alunni, dai cosiddetti normodotati a quelli in situazione di svantaggio socio-culturale agli stranieri agli eccellenti 17

18 Assunti espliciti, teoria-in-uso e pratica: quale inclusività? Piani di studio personalizzati Sviluppo di potenzialità e talenti Uso di metodologie attive e motivanti Elaborazione condivisa di un progetto di vita Corresponsabilità della comunità scolastica Programmazioni unitarie o stereotipate Sviluppo di competenze omogenee per standard Uso della lezione frontale e trasmissiva Attenzione alla gestione della quotidianità Responsabilità affidata a figure specializzate 18

19 Realizzare l inclusione: la cura educativa accoglienza, analisi delle risorse dell allievo, presa in carico integrale interventi sul contesto, coinvolgimento della comunità Predisposizione di percorsi personalizzati, volti sia a sviluppare autoefficacia/autostima, sia a promuovere competenze chiave e trasversali Rinnovamento dei metodi Governance plurale dei processi 19

20 Una rete sinergica per l inclusione Famiglie Docenti curricolari Docenti di sostegno Dirigente Scolastico ALUNNO GLH di Istituto Regioni Enti Locali GLIP Piani di zona ASL Servizi sociali 20

21 Le strategie attive Didattica laboratoriale: favorisce la centralità del ragazzo, realizza la sintesi fra sapere e fare, sperimentando in situazione Didattica multisensoriale: uso costante e simultaneo di più canali percettivi (visivo, uditivo, tattile, cinestesico) Didattica multimediale (computer, notebook per utilizzare software specifici, LIM) Apprendimento cooperativo: sviluppa forme di cooperazione e di rispetto reciproco fra gli allievi, veicola conoscenze e abilità, forma competenze Peer tutoring (apprendimento fra pari): lavori a coppie o in piccoli gruppi 21

22 L apprendimento nel gruppo Il cooperative learning si basa sull'interazione all'interno di un gruppo di allievi che collaborano, al fine di raggiungere un obiettivo comune, attraverso un lavoro di approfondimento che porterà alla costruzione di nuove conoscenze L Apprendimento Cooperativo utilizza il coinvolgimento emotivo e cognitivo del gruppo come strumento di apprendimento ed alternativa alla tradizionale lezione frontale

23 Spazio adatto alla collaborazione [Roberto Baldascino, Insegnare e apprendere in un mondo digitale, Tecnodid, 2015]

24 L apprendimento tra pari [Peer Education] La peer education o educazione tra pari è un metodo d intervento molto utilizzato in ambito educativo e in particolare nella prevenzione dei comportamenti a rischio. È una strategia educativa volta ad attivare un processo spontaneo di passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari status Mette in moto un processo di comunicazione globale, caratterizzato da un atteggiamento di ricerca di autenticità e di sintonia tra i soggetti coinvolti

25 Ambiente integrato di apprendimento [Roberto Baldascino, Insegnare e apprendere in un mondo digitale, Tecnodid, 2015]

26 Gli errori da evitare Considerare la presenza di alunni disabili o stranieri o in stato di disagio come un incidente di percorso o un'emergenza da presidiare Limitarsi a coltivare le risorse evidenti (quello che l alunno sa, può, è in grado di fare) o ad assecondare parziali e temporanei interessi Considerare le interazioni con altri soggetti o le riunioni dei gruppi di lavoro come un adempimento formale e burocratico 26

27 A lezione da un film: Intouchables - Quella gente è senza nessuna pietà - E io così li voglio, senza pietà 27

28 Inclusione e diritto a superare i limiti Rilettura dei concetti di diversabilità e inclusività non in chiave di pietismo e garantismo Benessere dell allievo ma come sfida che guarda al futuro possibile pur senza nessuna certezza come palestra di conflittualità, necessaria a riconoscere le differenze e potenziare i talenti Poter essere dell allievo 28

29 Che si fa a scuola? La risposta di un professore F. McCourt, Ehi, Prof! il Grande quesito: che cos è l istruzione? Cosa si fa in questa scuola? Voi potreste rispondere che volete diplomarvi per andare all università e prepararvi a una professione. Ma non è tutto qui, cari colleghi studenti. Io stesso ho dovuto chiedermi che cavolo ci faccio in quest aula. E sono arrivato a formulare un equazione: alla lavagna scrivo a sinistra una P maiuscola, a destra una L, poi disegno una freccia che va da sinistra a destra, da Paura a Libertà. Non credo che sia possibile raggiungere la libertà assoluta. Ma quello che sto tentando di fare io con voi è mettere la paura alle strette 29

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