L INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA
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- Giuliano Bini
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1 L INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA Cinema ( cinematografo ): spettacolo registrato su pellicola consistente in proiezione di immagini in movimento, rese disponibili ( distribuite ) in sale cinematografiche o altrove ( DVD, etc. ) 1) Teatro e cinema: similitudini e differenze a) in ambedue i casi vi sono storie e attori che le presentano o recitano. Talvolta le storie sono identiche ( es. Amleto, Carmen, etc.) b) il vincolo spaziale del teatro, che non c è nel cinema c) diversa riproducibilità d) diversi luoghi di produzione e) diversi strumenti di distribuzione f) l industria del teatro e del cinema g) l effetto dell innovazione tecnologica 1
2 I) I confini del settore cinematografico e legami con altri settori a) il film per l intrattenimento: prodotto complesso > collegamento con altri settori dell intrattenimento (musica, teatro, editoria, giochi, etc.) b) il film per l intrattenimento: le varie reti di distribuzione ( sale, TV, homevideo, ) c) il film non per l intrattenimento: i) il cinema industriale (x la promozione pubblicitaria e la formazione ); ii) i film pubblicitari. La localizzazione della produzione dei due tipi di film. ll caso italiano ( Roma e Milano ) d) Alcune considerazioni generali sul cinema per intrattenimento a. L economia dell intrattenimento. La progressiva crescita del tempo libero e dello spazio di mercato che esso crea: sarebbe stato possibile utilizzare in modo non soggetto al mercato tale tempo? tempo libero, produzione e consumo culturale ( tra cui cinema ) Alternative: turismo, sport, otium 2
3 b. Le grandi tappe dell evoluzione del cinema: dal muto al parlato, dal bianco e nero al colore, ed ora c. le nuove tecnologie: i) gli effetti speciali (informatica) > possibilità di rappresen= tazione di una realtà diversa (es. Avatar), ma anche suoi costi; ii) nuovi luoghi di produzione: i distretti cinematografici; iii) tecniche di ripresa diffusa e democratizzazione dei partecipanti al mercato d. evoluzione delle modalità di consumo: dal cinema alle abitazioni. e. cinema merce vs. oggetto estetico e) La domanda di immagini Due modelli di consumo e di servizio. Cinematografi: in luogo dedicato; Videocassette e TV: in casa f) Il mercato primario ( il cinema ) a. ha perso peso relativo: diminuzione spettatori in Italia, e non solo ( 1955: 819 milioni biglietti; 1990: 94 milioni ) (1980: 8453 sale; 1990: 3200 sale) 3
4 b. il problema della rigidità dei prezzi: una maggiore flessibilità ha favorito l aumento delle vendite c. nuove modalità di consumo dell intrattenimento e quindi nuova organizzazione delle sale. I multisala e i multiplex. (2006): 101 multiplex, 404 multisala, 704 monosala g) Il mercato secondario La programmazione di un prodotto a utilizzazione ripetuta: le finestre ( il problema dei contratti di esclusiva) la sala cinematografica come prima uscita, ma non necessariamente Altri sbocchi possibili a)la TV broadcasting b)la paytv c)l home video Effetti sul marcato primario e su quello Complessivo dei film per la TV: telefilm e show II) L organizzazione della filiera: produzione e vendita 4
5 III) Produzione: organizzata su progetti singoli, con produzione a squadra e basata su relazioni contrattuali a breve termine. Il problema è quello di ottimizzare la produzione di prodotti singoli (artigianali) che però utilizzano strumenti complessi e soggetti diversi, prodotti altamente rischiosi, da un punto di vista commerciale. Modi di soluzione: partecipazione sia alla produzione che al rischio di più soggetti Le fasi della produzione: a)acquisto dei diritti letterari ( se sono necessari ) b)la sceneggiatura: input creativo e fungibile c)le riprese: il problema dei costi c)la determinazione delle risorse finanziarie disponibili. USA: 1) major ( studio, ossia imprese di produzione e distribuzione di grandi dimensioni). Loro forte posizione nel mercato, fortissima negli anni Loro ruolo centrale nella produzione, distribuzione ( meno di un tempo ) e finanziamento ( in cerca di differenziazione ). Imprese un tempo molto integrate verticalmente, oggi meno. Producono soprattutto blockbuster per il mercato internazionale, 5
6 ma non solo. Il costo complessivo dei film. Il problema delle concentrazioni ; 2) indipendenti: società di produzione minori. Capitale proprio o prestiti. Internazionalizzazione della produzione e collaborazione con i produttori europei. EU: ruolo centrale del produttore, che molto spesso è un operatore televisivo. La distribuzione è autonoma. Problemi di finanziamento: funzione essenziale del finanziamento pubblico. I motivi del successo internazionale dei film americani e dei problemi di quelli europei. Italia: film distribuiti nel 2006 (26% italiani, 41% americani; 32% Europa esclusa Italia ) Il ruolo delle sale cinematografiche e del tipo di film ( blockbuster ) BOLLYWOOD L emergere di un nuovo grande centro di produzione (Bollywood) e di consumo ( India ), che produce film per il mercato locale, ma questo mercato è enorme L emergere di nuovi paesi produttori. d. L internazionalizzazione della produzione: problema di costi la produzione è ad alto contenuto di lavoro - e della vicinanza del mercato. 6
7 e. la raccolta delle risorse creative: gli agenti e il loro ruolo ( selezionare e informare ); il tipo di contratti ( il problema dell incentivo) IV) Vendita Pochissimi prodotti occupano gran parte del mercato ( non più di 10 titoli hanno un fatturato di più di $ 250 milioni ), ma la vita del settore dipende anche dagli altri. In altri termini, come nell editoria, si produce un prodotto differenziato ( i diversi film ) la cui differenze sono necessarie, ma il più delle volte procurano perdite. i blockbuster: contenuti accettati dal largo pubblico ( in particolare x effetti speciali ), alti costi di produzione e promozione. - il prodotto medio: garantisce la base del pubblico e quella produttiva, facendo leva su un gruppo costante di opere e persone. Commedia, giallo, seriale. Importanza degli attori per la promozione dei film. Costi minori. - il prodotto culturale: di nicchia, poco costoso e pubblico limitato ( e incassi bassi): il problema del loro finanziamento. 7
8 V) L industria europea del cinema a)i maggiori produttori: Francia, Italia, Germania, Spagna, UK b)i maggiori frequentatori di cinema: Francia, Germania,UK,Spagna, Italia c)i 2/3 del consumo riguarda film americani d)francia: l industria cinematografica è considerata importante per lo sviluppo del paese; forte presenza produttiva nazionale; politica del cinema accorta attuata dal Centre National del la Cinematographie e)germania:prevale il cinema importato f)u.k.:mercato molto aperto all import, e presenza del Film Council che cerca di aiutare la produzione nazionale g)spagna: fino a fine anni 90 prevalgono le importazioni, da allora forte ripresa, ma più dei 2/3 sono d importazione. h)italia: crisi della produzione negli anni 90, ma più investimenti e prodotti a partire dal Anche qui prevale il mercato Americano In sintesi: il mercato europeo è, nonostante la contrazione continua, molto ricco, ma è catturato dai produttori statunitensi. Però ripresa a partire da fine anni 90. 8
9 VI) L intervento pubblico A- La politica dell UE 1) A fronte di un divieto generale degli aiuti di stato ( Trattato di Roma e Trattato di Maastricht ) vi è una eccezione culturale, che permette aiuti di stato, purchè: si tratti di prodotto culturale, non più dell 80% nazionale per i singoli prodotti e del 50% in aggregato Obiettivo ( ispirato dalla Francia ): promuovere lo sviluppo dell industria audiovisiva europea. 2) I tipi di intervento:i) quadro normativo ( Rocca, pp ); ii) finanziamenti Comunitari per: distribuzione; formazione artistica; coproduzione (Rocca pp. 85 e segg.) B) Le politiche nazionali:( Rocca dati p. 52 ) a- Francia: caso di successo. Sostegno pubblico: Centre National de la Cinematographie ( aiuti vari ) e Soficas (raccolta mezzi privati ). Fondi raccolti tramite: imposta sui biglietti e tassa sul video (Rocca pp.55-57); b- U.K.: crisi effetto politiche liberiste anni 80. Irruzione prodotti USA. Dal 1999 Film Council: aiuti vari, anche a investimenti esteri. Fondi raccolti tramite National Lottery 9
10 c- Spagna:caso interessante. Notevole sviluppo recente in presenza di un aiuto pubblico molto piccolo, a carattere automatico d- Germania.Fino fine anni 90 mercato in mano USA. Dal Comitato Cinematografico Federale Tedesco: 80% aiuti discrezionali. Fondi raccolti da film e contributi da TV ( Rocca pp ) e- Italia. Fondo Unico dello Spettacolo, che finanzia teatro lirico ( 46%) cinema, (20%), prosa ( 16%), etc. I fondi per il cinema, gestiti dal FUS vanno al 65% per produzione e promozione: grande polverizzazione nella ripartizione dei fondi ( Rocca p. 114 ). Fondi raccolti da fiscalità generale ( unico caso in Europa) Legge 153/94: 1) sostegno alla produzione: ruolo importante della Commissione consultiva per il cinema(lungometraggi e cortometraggi): criteri di valutazione p.125. Destinati a film d interesse culturale nazionale; opere prime e seconde; produzione nazionale. 10
11 Interventi indiretti ( prestiti agevolati BNL); interventi diretti ( premi di qualità e contributi agli incassi ) e Fondo di garanzia ( copertura rischi insuccesso ). Quindi il sistema è in parte automatico, in parte di screzionale 2)Sostegno della distribuzione: quota TV riservata al cinema italiano (51%) + finanziamento agevolato BNL. Esercizi (sale cinematografiche ): aiuti vari. In sintesi il cinema italiano ha un aiuto pubblico non molto consistente, molto parcellizzato, ma comunque importante per la sopravvivenza di molti prodotti e molto discrezionale: esiti non entusiasmanti. BIBLIOGRAFIA: 1) F.Perretti, G.Negro: Economia del cinema, Etas, ) L industria della comunicazione in Italia, VIII Rapporto IEM-Fondazione Roselli, Guerini, 2005 ( distribuito file ) 3) C.Rocca, Le leggi del cinema, F.Angeli, 2003 ( qualche dato ) 11
12 L INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO CULTURALE 1) Il modello europeo dell intervento pubblico. Non solo in caso di market failures (come prescriverebbe l economics), ma anche con funzioni redistributive ( es. welfare state ) o nell offerta di merit goods (educazione, sanità,e anche cultura) 2) Nel caso del merit good cultura distinguere tra patrimonio culturale (patrimonio di conoscenze e oggetti ) (cultura come rappresentazione dello spirito, e cultura come civiltà ) e produzione di cultura contemporanea. 3) Conservazione del patrimonio culturale: a chi spetta? alcuni casi a- Pompei e Venezia b- Musica lirica e conservatori c- Musei e biblioteche d- Edifici e sculture 12
13 4) Aspetti del problema: a- Proprietà dei beni: pubblica o privata? b- Chi sceglie quali beni sono parte del patrimonio che lo stato vorrebbe protegere? c- Chi sostiene le spese: stato o privati? d- Come vengono sostenute le spese: fiscalità (quale?) sponsorship (quale?) 5) Produzione di cultura contemporanea: quali ragioni, se vi sono, per incentivarla e come? a- ragioni di fatto: sostegno a un industria come attività produttiva, interessi in gioco ( TV, cinema ), i media e la politica ( TV ), i media e il valore della cultura che essi diffondono (TV e cinema ), il servizio pubblico ( TV ) b- ma come finanziare? imposizione diretta e indiretta ( quale?), canoni specifici ( TV) c- vi sono degli esclusi : arti figurative e musica ( non tutta ), internet 6) Il dilemma della pubblicità 13
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