CONFERENZA STAMPA ALLERGIE, COLPITO UN BAMBINO SU QUATTRO GLI ESPERTI: E ALLARME PER LA QUALITA DI VITA

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1 CONFERENZA STAMPA ALLERGIE, COLPITO UN BAMBINO SU QUATTRO GLI ESPERTI: E ALLARME PER LA QUALITA DI VITA Milano, Circolo della Stampa Corso Venezia 16 Martedì 29 aprile 2003 ore 12,00 Intervengono Attilio Boner Professore di Pediatria presso l Università di Verona Fernando Maria De Benedictis Direttore della medicina pediatrica all ospedale specializzato materno infantile Salesi di Ancona Maurizio Miraglia Del Giudice Ordinario di Pediatria, direttore del dipartimento di Pediatria e della scuola di specializzazione in Pediatria alla II Università di Napoli Alessandro Fiocchi Direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano, Direttore di Melloni Pediatria e Presidente della Associazione italiana per la ricerca sull allergia e l asma infantili ALLEGRIA.

2 LA PRIMAVERA INFINITA DELLE ALLERGIE GLI ESPERTI: RISCHIO IN AUMENTO PER I BIMBI La scomparsa delle stagionalità e il fenomeno della poliallergia mettono a dura prova soprattutto i più piccoli. Per loro disponibili da oggi nuove armi terapeutiche Milano, 29 aprile 2003 Non è più solo la primavera il periodo dei pollini e degli starnuti: anche nel nostro Paese le allergie, che un tempo iniziavano a manifestarsi a fine aprile, colpiscono quasi tutto l anno. Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità il momento di massima diffusione dei pollini in Europa si è allungato, negli ultimi 20 anni, di almeno 10 giorni. All origine di questo fenomeno spiega il prof. Attilio Boner, professore di pediatria all Università di Verona non vi sono solo i cambiamenti climatici, l aumento delle temperature e dello smog e la scarsità delle piogge. A peggiorare la situazione si è aggiunta anche la diffusione, sia in parchi e giardini che in appartamento, di piante esotiche ornamentali d importazione che hanno fasi di fioritura differenti, anche invernali. Ecco dunque uno dei motivi di aumento di riniti, allergie e orticarie che soprattutto nei bambini sono balzate al terzo posto tra le malattie croniche più diffuse in Italia con una media del 10% e punte del 30%. Secondo i dati forniti recentemente dall Istat nel nostro Paese ne soffre circa un bambino su quattro, con gravi conseguenze psicologiche e sociali. Oggi i nuovi antistaminici risolvono i sintomi senza dare sonnolenza, uno dei maggiori ostacoli al rendimento scolastico. Nei bambini allergici spiega il prof. Maurizio Miraglia Del Giudice, ordinario di Pediatria alla II Università di Napoli esistono problemi psicologici e comportamentali legati al continuo soffiarsi e strofinarsi il naso, all istintiva tendenza alle smorfie, ai rumori di grattamento della gola, alle difficoltà respiratorie. Problemi che compromettono lo svolgimento delle attività più semplici come giocare, praticare sport e recarsi regolarmente a scuola, togliendo al bimbo la sensazione di benessere necessaria per una crescita corretta. Queste situazioni aggiunge il prof. Alessandro Fiocchi, direttore del dipartimento materno-infantile dell azienda ospedaliera Fatebenefratelli di Milano, direttore di Melloni Pediatria e presidente della Associazione Italiana per la ricerca sull allergia e l asma infantili (Allegria) modificano anche la vita dei genitori. Se riescono ad accettarle saranno genitori felici. Purtroppo alcuni conservano un acuto senso di sofferenza per la malattia del figlio, che recepisce questo segnale e sviluppa atteggiamenti negativi nei confronti delle medicina e della malattia. Questa sensazione di diversità è molto diffusa nell adolescenza ed è legata soprattutto agli aspetti estetici e terapeutici. Molti ragazzi si vergognano delle macchie sulla pelle, di usare le pompette per l asma allergico, di avere il fiatone quando giocano, di non poter praticare attività sportiva se non con molte precauzioni.

3 Ad aggravare questi problemi un nuovo fenomeno: oggi le allergie arrivano tutte insieme. Nei bambini spiega il prof. Fernando Maria De Benedictis, Direttore della medicina pediatrica all ospedale specializato materno infantile Salesi di Ancona il processo evolutivo, conosciuto col termine di marcia allergica, solitamente inizia con la dermatite atopica per poi evolvere nella rinite allergica e nell asma. Negli ultimi anni, invece, si è osservato il prevalere dell associazione contemporanea delle tre malattie allergiche con sensibilizzazione a vari inalanti ed alimenti. Una sindrome poliallergica, va in tal modo sostituendo lo sviluppo e la trasformazione progressiva delle tre malattie. Questo, naturalmente, con conseguenze immaginabili nella prevenzione, nella cura e nella qualità di vita del bambino. Parallelamente all aumento delle allergie, però, si sono registrati anche grandi progressi nello studio dei meccanismi che portano alla sensibilizzazione allergica, con nuovi scenari sia nella prevenzione che nel trattamento di queste malattie. La cura fondamentale per rinite e orticaria spiega il prof. Miraglia Del Giudice è basata sugli antistaminici, medicine che in passato inducevano sedazione e riducevano lo stato di attenzione sociale e scolastica del bambino, già disturbato dai sintomi della malattia. Gli antistaminici di nuova generazione, invece, non danno sonnolenza, si somministrano una sola volta al giorno, sono in grado di ridurre i sintomi e di migliorare la qualità di vita. Un reale progresso nella terapia della rinite allergica e dell orticaria cronica aggiunge il prof. Miraglia si è ottenuto con l introduzione in commercio di desloratadina, il più potente inibitore H1 oggi disponibile. Gli studi sperimentali hanno documentato che questa molecola induce il un blocco funzionale del recettore H1 più potente rispetto a quello degli altri antiistaminici; è inoltre capace di inibire tutti i mediatori della flogosi allergica, non ha effetti sul sistema nervoso centrale per cui non dà sedazione e non influisce sulle attività quotidiane. Desloratadina si è dimostrata rapidamente efficace nel controllare tutti i sintomi della rinite allergica (con un effetto particolarmente apprezzabile sull ostruzione nasale) e dell orticaria cronica. È particolarmente indicata per i pazienti pediatrici, grazie alla mancanza di interazione con il cibo e con antibiotici come l eritromicina, alla possibilità di monosomministrazione quotidiana, alla elevata sicurezza e tollerabilità. Ufficio Stampa INTERMEDIA Tel

4 SINTESI DELL INTERVENTO DEL PROF. ATTILIO BONER Il principale fattore di rischio per le allergie è rappresentato dalla predisposizione genetica. In questo schema viene calcolato la probabilità percentuale per un bambino di ammalarsi in base alla presenza di allergia in famiglia. Aumento % del rischio Familiare allergico Mamma Fratello o sorella 30 % Papà Entrambi i genitori Genitori con la stessa allergia Un altro fattore di rischio importante è la riduzione delle malattie infettive: il sistema immunitario, costretto a difendersi dal contagio, non ha il tempo di diventare allergico. Contrariamente a quanto si crede, inoltre, l inquinamento è un fattore aggravante per chi già soffre di allergia, ma non è un fattore di rischio per la comparsa di allergia, con l eccezione dell inquinamento da motori diesel che produce particolato fine. Anche nascere in una casa dove ci sono animali (cani o gatti) diminuisce la probabilità per il bambino di diventare allergico agli animali. Il piccolo, infatti, esposto ad alte dosi di allergene, sviluppa una tolleranza alle malattie correlate. Ma esiste un importante rovescio della medaglia : il bambino diventa un untore nei confronti dei suoi compagni, veicola cioè una grande quantità di allergeni dell animale attraverso i vestiti mettendo a contatto altri bambini con piccole dosi di allergene e aumentando la probabilità che si sensibilizzino. Inoltre questo bambino è protetto solo nei primi anni di vita ma aumenta il rischio di diventare allergico durante l adolescenza, quindi si tratta di una protezione solo temporanea. Tra i campanelli d allarme per i genitori c è quello che io definisco il saluto dell allergico : lo strofinamento del naso da parte del bambino. Questo è il primo e più importante segnale dell allergia, seguito da starnuti, prurito, congiuntivite, rinite, tosse, cattivo respiro. Se il bambino diventa allergico ai pollini il genitore si può accorgere immediatamente. Più difficile, invece, è notare la sensibilità dal figlio ad un allergene perenne a causa della comparsa graduale dei sintomi, spesso non specifici. Un bambino con asma da acari, ad esempio, non necessariamente respirerà male quando è a letto (sede nella quale si accumula la maggior quantità di acari) e più spesso il genitore si accorge che il figlio ha difficoltà respiratorie quando ha un infezione o quando corre. Chi è allergico agli acari è costantemente a contatto con l allergene che causando l infiammazione del polmone lo fa diventare iperreattivo: reagisce cioè in modo esagerato agli stimoli. La corsa, ad esempio, obbliga il bambino a respirare a bocca aperta e più in fretta. Questo raffredda e disidrata le vie aeree che, se iperreattive, portano a broncospasmo. I genitori accorgono che gli stimoli più diversi (banali raffreddori, esposizione al freddo, alla nebbia, ad odori intensi ) inducono difficoltà respiratoria e possono ritenere questi stimoli la causa della malattia,

5 quando invece alla base del fenomeno può esserci un allergia molto spesso da allergeni dell ambiente domestico. Dal momento che non possiamo sceglierci i genitori, e quindi non possiamo intervenire (ancora) sulle cause genetiche, è necessario intervenire per modificare i fattori ambientali sfavorevoli. Anche se i genitori non possono evitare al bambino il contatto con gli allergeni dell ambiente esterno (pollini), possono però controllare gli allergeni dell ambiente domestico (acari). È bene infatti ricordare che un bambino sensibile agli acari ha un rischio 7 volte più elevato di diventare asmatico. In una famiglia a rischio (mamma, papa o fratello con allergia) si possono prevedere misure di profilassi ambientale già durante l ultimo mese di gravidanza e nei primi anni di vita del bambino. Per evitare il contatto con gli acari bisogna bandire moquette, tappeti e grandi tende in camera da letto, utilizzare coprimaterassi, copricuscini e copricoperta con tessuti barriera a trama fitta che non lascino passare l allergene (per informazioni dettagliate vedi: Già questa soluzione, utilizzata per tutto il periodo dell età pediatrica e adolescenziale, riduce di 2/3 il rischio che il bambino si sensibilizzi. Contrariamente a quanto si credeva fino a ieri, infatti, è maggiore il numero di adolescenti che diventano sensibili rispetto al numero di adolescenti nei quali l allergia scompare. Ed è maggiore il numero di adolescenti che sviluppano asma rispetto al numero di adolescenti che guariscono dall asma. Uno studio europeo ha dimostrato che quando un bambino è allergico ai pollini ha il 30% di possibilità di diventare allergico agli acari nei 2 anni successivi. Un conto è essere allergici ai pollini, che significa stare male per 2 mesi all anno, un conto è essere allergico agli acari che significa stare male per tutto il periodo dell anno. Se il bambino ha già sviluppato allergie, oltre alle normali cure previste, si devono adottare in parte le stesse misure: niente moquette e tappeti, niente tende, eliminare gli animaletti o giocatoli di peluche, che però possono essere congelati periodicamente (ogni 15 giorni) e poi lavati. Vi sono inoltre alcuni comportamenti che possono aiutare il bambino: per esempio il consumo di alimenti freschi, che contengono vitamina E, e l eliminazione dell umidità in casa, che aumenta la concentrazione di acari e muffe. IL PROF. ATTILIO BONER È PROFESSORE DI PEDIATRIA PRESSO L UNIVERSITÀ DI VERONA

6 SINTESI DELL INTERVENTO DEL PROF. FERNANDO MARIA DE BENEDICTIS Le più comuni malattie allergiche sono la dermatite atopica, la rinite allergica e l asma bronchiale che costituiscono la cosiddetta triade allergica. Esiste nei primi anni di vita una tendenza naturale al passaggio da una forma allergica all altra. Questo processo evolutivo conosciuto col termine di marcia allergica solitamente inizia con la dermatite atopica per poi evolvere nella rinite allergica e nell asma. Si tratta di un comportamento abbastanza prevedibile ma non uniforme, in quanto non tutti i bambini si comportano allo stesso modo. Negli ultimi anni si è osservato infatti il prevalere dell associazione contemporanea delle tre malattie allergiche, con sensibilizzazione a vari inalanti e alimenti. Una sindrome poliallergica che va in tal modo sostituendo lo sviluppo e la trasformazione progressiva delle tre malattie. Quel che è certo è che il rischio di sviluppare asma è almeno tre volte maggiore nei bambini affetti da dermatite atopica rispetto alla popolazione generale. Le allergie hanno sicuramente una base genetica individuale, come dimostrato dal fatto che le malattie allergiche corrono nelle stesse famiglie. Se uno dei genitori ha un allergia il nascituro avrà un rischio elevato di sviluppare la medesima malattia e tale rischio è maggiore se entrambi i genitori sono allergici. Inoltre il numero delle malattie allergiche in un bambino è correlato al numero delle stesse nei genitori. La presenza di allergia nella madre è l elemento più importante per lo sviluppo di asma e rinite allergica nella prole. Diverse osservazioni, tuttavia, inducono a ritenere che i fattori genetici, pur essendo importanti, non possono essere sufficienti da soli a spiegare la natura delle malattie allergiche. Fattori individuali e condizioni ambientali, variamente associati in epoche diverse della vita intra e/o extrauterina, possono rivestire al riguardo un ruolo determinante. Per quanto riguarda il periodo prenatale, la grave prematurità, il fumo materno e le alte concentrazioni di alcuni allergeni cui la madre è esposta nell ultimo periodo di gravidanza, rappresentano le condizioni di rischio più importanti. Per quanto riguarda il periodo post-natale, gli studi finora effettuati confermano che l inquinamento favorisce lo sviluppo di allergie in quanto potenzia le capacità allergizzanti delle singole sostanze nocive contenute nello smog. L esposizione al fumo passivo, soprattutto materno, nei primi anni di vita è significativamente correlata alla presenza di sibilo e sensibilizzazione allergica. Alcuni fattori solitamente considerati di rischio, possono essere invece elementi protettivi, come ad esempio, la frequentazione degli asili nido, le infezioni virali contratte nei primi anni di vita, le infezioni a trasmissione orofecale e il soggiorno precoce in ambienti rurali. I genitori dovrebbero quindi evitare al bambino una situazione ambientale priva di questi fattori. Infatti tenere chiuso in casa il bambino, non fargli frequentare l asilo e non esporlo alle normali infezioni virali non costituisce un fattore protettivo. IL PROF. DE BENEDICTIS E DIRETTORE DELLA MEDICINA PEDIATRICA ALL OSPEDALE SPECIALIZZATO MATERNO INFANTILE SALESI DI ANCONA

7 SINTESI DELL INTERVENTO DEL PROF. ALESSANDRO FIOCCHI Ogni malattia porta con sé dei costi. Nel caso del bambino allergico, come sempre in pediatria, essi vengono pagati dal bambino in primo luogo, e dalla famiglia con lui. In una indagine comparsa nel 2001 sulla qualità della vita del bambino con allergia alimentare emerge che questo bambino ha ridotta capacità di interagire con gli altri bambini, maggiore impulsività, ansia, depressione ed aggressività, gode di scarsa accettazione sociale, e tende a percepirsi come malato. A loro volta i genitori di questi bambini risultano misurabilmente disturbati e preoccupati circa la salute del loro bambino, vedono limitati il loro tempo limitato dalla necessità di accudirvi, e le attività di tutta la famiglia risultano condizionate dalle necessità del bambino allergico alimentare, così come ridotta risulta la coesione familiare. Perché tutto ciò? Perché l allergia del bambino è tutt altro che quello stato di strana reazione che desta la curiosità degli altri bambini e delle famiglie. E uno stato di perenne non star bene che non vuol dire stare male, e che si traduce in una continua modifica del comportamento della famiglia e del bambino. Un genitore di un bambino allergico sa che per garantirgli una buona qualità di vita di vivere cioè senza disturbi - il bimbo va seguito costantemente per tutto l arco della giornata. Deve adottare tutta una serie di comportamenti preventivi nel caso in cui, per esempio, si prevede venga a contatto con un allergene, se vuole andare a giocare a pallone con gli amici e ha l asma da sforzo, se nel corso di una cena fuori casa può consumare cibi a rischio di reazioni. Queste situazioni modificano in modo sostanziale la vita di un genitore. Se riesce a reggere questa metanoia, questo cambiamento di atteggiamento nei confronti del suo bambino, sarà un genitore felice. E sono molti i papà e le mamme che raggiungono questo traguardo e comprendono che certi comportamenti o attenzioni sono semplicemente mezzi tecnici per vivere meglio loro con il loro bambino. Ma purtroppo non è sempre così. Ci sono genitori che, pur accettando la situazione, conservano un acuto senso di sofferenza per la malattia del figlio ogni volta che somministrano un farmaco. Solitamente il piccolo recepisce questo segnale e sviluppa atteggiamenti negativi nei confronti delle medicina e della malattia. Questa non accettazione della situazione ha pesanti ricadute sulla vita familiare e comporterà non solo sofferenze ma anche sintomi più gravi della malattia e un numero maggiore di ricoveri ospedalieri. Infine ci sono genitori che non possono intervenire, se non parzialmente, a causa di situazioni sociali e economiche particolarmente disagiate. In età scolare i condizionamenti della vita del bambino allergico sono veramente importanti. La sensazione di diversità è una situazione diffusissima, che aumenta soprattutto nell adolescenza, ed è legata non tanto alla malattia in sé, ma soprattutto agli aspetti estetici e terapeutici. Molti ragazzi si vergognano delle macchie sulla pelle, di

8 usare le pompette per l asma allergico, di avere il fiatone quando giocano, di non poter praticare attività sportiva se non con molte precauzione. Aumentano anche le figure coinvolte nella gestione di questi bambini, intervengono gli insegnanti e tutta la società. Il vero problema scatta quando si verificano i disturbi e si deve somministrare il farmaco corretto: per motivi di privacy e legali gli insegnati spesso rifiutano di intervenire. Questo problema è stato già affrontato in alcune occasioni dalla Società di Malattie Respiratorie Infantili proprio con le componenti scolastiche più importanti, ma a tutt oggi non ha trovato soluzione. Infine, la scelta delle vacanze. I genitori devono porre molta attenzione a cercare ambienti il più possibile esenti dagli allergeni, oppure scegliere stagioni in cui i pollini che aggrediscono il loro bimbo non siano presenti. Dunque il bambino allergico è un bambino che necessita, come molte cose delicate, di grandi attenzioni. I suoi genitori debbono sapere come maneggiarlo, e traggono queste informazioni anzitutto dal loro medico, che di volta in volta aggiorna un piano terapeutico preciso; poi dalla propria esperienza; e da ultimo possono aiutarsi anche con il supporto di Allergia, che offre nel suo sito ed al numero verde le istruzioni per l uso per il bambino allergico. IL PROF. FIOCCHI. È DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO MATERNO- INFANTILE DELL AZIENDA OSPEDALIERA FATEBENEFRATELLI DI MILANO, DIRETTORE DI MELLONI PEDIATRIA E PRESIDENTE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SULL ALLERGIA E L ASMA INFANTILI ALLEGRIA.

9 SINTESI DELL INTERVENTO DEL PROF. MAURIZIO MIRAGLIA DEL GIUDICE Il generale miglioramento dello stato di salute dei bambini in Italia e nel mondo occidentale è una realtà indiscutibile, che ha portato a una sensibile riduzione della mortalità (per certi aspetti anche della morbilità) infantile per alcune patologie, come quelle da patologie perinatali e postnatali, da malnutrizione e da malattie infettive. Sono invece straordinariamente aumentate tutte le patologie di tipo allergico ed è anche aumentata la prevalenza delle malattie autoimmuni, di quelle neoformative e di tutte le patologie connesse con il deterioramento della qualità di vita e l inquinamento ambientale. Parallelamente si sono registrati, nell ultimo decennio, ma soprattutto negli ultimi anni, progressi straordinari in termini di conoscenza sulle cause ed i meccanismi che portano alla sensibilizzazione allergica e alle sue manifestazioni cliniche. Di uguale importanza sono le conoscenze acquisite sull intervento di fattori ambientali, alimentari e infettivi nel modulare la malattia allergica, accelerando la comparsa dei sintomi, o peggiorandone il decorso e l evoluzione. Questi risultati, che hanno aperto ovviamente nuovi scenari alla prevenzione e al trattamento delle malattie allergiche sono venuti dagli studi di genetica, di biologia molecolare e di farmacologia sperimentale e clinica prodotti dalla ricerca internazionale. Sulla spinta delle nuove conoscenze oggi l allergologia pediatrica è tutta orientata alla prevenzione e al trattamento precoce. La illuminante definizione di Wahn (Allergy 2000) di marcia allergica che unificava i diversi quadri clinici di malattia allergica nel bambino come un unica patologia che si evolve nel tempo, ha portato alla ricerca e al riconoscimento di evidenze sperimentali e cliniche sulla possibilità di rallentare, se non arrestare, la progressione dell allergia in età infantile con l uso preventivo degli antistaminici (sistemici e topici), dagli steroidi (sistemici e topici), e, ma esclusivamente per la rinite allergica, dai cromoni e dai vasocostrittori topici. I cortisonici topici e sistemici (questi ultimi di uso limitato in Pediatria) sono i farmaci più potenti ma non esenti da effetti collaterali quali epistassi nel trattamento topico della rinite o assottigliamento della cute nel trattamento topico dell orticaria cronica. Gli antistaminici sono i farmaci di scelta nella terapia della rinite ed agiscono in maniera rapida e potente sulla starnutazione e sul prurito, hanno un effetto moderato, ma evidente sulla rinorrea, hanno azione ridotta sull ostruzione nasale. Nell orticaria cronica la loro azione si esplica essenzialmente sul prurito. Gli antistaminici di 1 generazione inducono come effetto collaterale la sedazione, riducendo lo stato di vigilanza e di attenzione sociale e scolastica, di per sé già ridotto nei bambini con rinite allergica, in cui preesistono problemi psico-comportamentali legati al continuo soffiamento e strofinamento del naso, alla istintiva tendenza a fare smorfie, ai rumori di grattamento della gola. Numerosi studi sulla qualità della vita in pazienti di varie età hanno concordemente documentato una oggettiva compromissione

10 delle attività produttive (Lavoro, Studio) e di quelle ludiche (sport, gioco), e di conseguenza della sensazione soggettiva di benessere globale e di possibilità di soddisfare i propri desideri. Gli antistaminici di nuova generazione, invece, hanno effetti collaterali sedativi ridottissimi, quando non del tutto assenti, possono essere somministrati in dose unica giornaliera, con un evidente aumento della compliance e un miglioramento della qualità di vita, parallelo e coerente con la riduzione o la scomparsa dei sintomi. Numerose evidenze sperimentali e cliniche hanno inoltre dimostrato che alcuni antistaminici di 2 generazione (ad es. Loratadina), non sedativi, hanno una marcata attività antiallergica e antinfiammatoria, che si esplica particolarmente a livello dei meccanismi di adesione cellulare e che assegna a questi farmaci un ruolo terapeutico non più solo sintomatico, ma anche di controllo della malattia allergica. La segnalazione in letteratura di effetti patologici sul ritmo cardiaco in corso di trattamento con alcuni antistaminici di 2 generazione (Astemizolo e Terfenadina) ha portato al loro ritiro dal commercio; tutti quelli oggi in uso hanno un alto profilo di sicurezza e tollerabilità e, per la loro efficacia terapeutica, si collocano come farmaci di prima scelta nel trattamento della rinite allergica. Un reale progresso nella terapia della rinite allergica e dell orticaria cronica si è ottenuto con la introduzione in commercio di Desloratadina, che è il metabolita principale di Loratadina, ed è il più potente inibitore H1 disponibile. Gli studi sperimentali (Bachert Allergy 2001 ; Schroeder Clin.Exper.All. 2001) hanno documentato che, differenza degli altri antistaminici, Desloratadina induce un blocco funzionale del recettore H1 più potente rispetto a quello degli altri antistaminici; il farmaco è inoltre capace di inibire tutti i mediatori della flogosi allergica, senza penetrare nel S.N.C. per cui non dà sedazione e non riduce le performances psicomotorie. Per quanto riguarda la Pediatria, Desloratadina ha mostrato elevata efficacia terapeutica nel controllo di tutti i sintomi della rinite allergica (con un effetto particolarmente apprezzabile sull ostruzione nasale) e dell orticaria cronica, con un alto indice di sicurezza e tollerabilità (Bloom Ann.All.Asth.Immun. 2002); negli studi clinici controllati gli effetti collaterali, sempre di lieve entità, si osservano con la stessa frequenza del placebo. La monosomministrazione quotidiana, indipendente dai pasti, è certamente in Pediatria un elemento di grande significato ai fini di una buona adesione al trattamento, che alla luce delle più recenti conoscenze, è oggi indirizzato non solo alla gestione dei sintomi, ma anche, e forse sopratutto nel trattamento patogenetico di fondo della malattia allergica. IL PROF. MAURIZIO MIRAGLIA DEL GIUDICE È ORDINARIO DI PEDIATRIA, DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI PEDIATRIA E DELLA SCUOLA DI SPECIALIZAZIONE IN PEDIATRIA ALLA II UNIVERSITÀ DI NAPOLI

11 CHE COS È L ALLERGIA L allergia è una risposta esagerata dell organismo a sostanze, dette allergeni, che nella maggior parte degli individui sono innocue. Perché si manifesti la reazione allergica, l individuo deve essere sensibilizzato verso un particolare allergene: la sensibilizzazione si realizza la prima volta che si viene a contatto con l allergene. In questa occasione l incontro dell allergene con il sistema immunitario determina una serie di fenomeni ben conosciuti che portano alla formazione di anticorpi (immunoglobuline E o IgE) in grado di riconoscere quell allergene. Le IgE si legano alla superficie di cellule particolari, i mastociti e i basofili, e lì possono restare senza causare reazioni particolari anche per lungo tempo. Quando l individuo sensibilizzato viene in contatto nuovamente con lo stesso allergene si scatena un complesso insieme di reazioni che sono alla base delle manifestazioni allergiche delle vie respiratorie (rinite allergica e asma) e della pelle (orticaria, dermatite atopica, dermatite da contatto). Nonostante a livello di naso, polmoni e cute i sintomi delle manifestazioni allergiche siano differenti, esse hanno in comune lo schema della risposta allergica. Infatti, la formazione di legami tra l allergene e le IgE presenti sulla superficie dei mastociti situati nei tessuti determina la liberazione delle sostanze che sono presenti nel mastocita, la più importante delle quali è l istamina. Simultaneamente, il mastocita attivato sintetizza e libera nei tessuti leucotrieni e prostaglandine. Il rilascio locale di questi mediatori infiammatori causa i noti sintomi della fase allergica precoce, starnuti, prurito e secrezione nasale acquosa se il fenomeno allergico si localizza nel naso, eruzioni cutanee e prurito se coinvolge la pelle. È ormai accertato che mastociti e cellule locali attivate producono anche mediatori sistemici dell infiammazione allergica (che non limitano i loro effetti ai tessuti in cui la reazione è originata ma coinvolgono anche l organismo), soprattutto le citochine IL-4, IL-13 e IL-5. Queste citochine determinano la maturazione e il rilascio dal midollo osseo di cellule che entrano in circolo come eosinofili e basofili. Sotto il controllo delle citochine e delle chemochine (come RANTES ed eotassina), eosinofili e basofili neoformati vengono attratti verso il tessuto dove è in atto la reazione allergica. Il loro passaggio attraverso la mucosa è facilitato dalle molecole di adesione come la P- selectina e la molecola di adesione intercellulare-1 (ICAM-1). Una volta raggiunto il tessuto, gli eosinofili sono stimolati a secernere agenti infiammatori mentre i basofili continuano a rilasciare istamina e altri mediatori. Il mantenimento dell infiammazione, protratto per ore, nei tessuti attivati dalla reazione allergica costituisce l entità patologica nota come risposta tardiva. Circa il 50% delle allergie è provocata da pollini dispersi dal vento o veicolati da insetti; seguono per frequenza nella popolazione, le allergie agli acari, alle polveri, alle muffe ed ai peli e/o forfora degli animali. Spesso si manifestano con rinite o congiuntivite.

12 QUALI SONO LE ALLERGIE PIU COMUNI Si distinguono in base alla localizzazione. Possono interessare: le vie respiratorie: asma, rinite allergica perenne e stagionale la pelle: orticaria, dermatite atopica*, determatite allergica da contatto. QUALI SONO LE PRINCIPALI SOSTANZE ALLERGICHE O ALLERGENI Sono polveri, pollini, alimenti, metalli come il nichel e sostanze o materiali particolari come il lattice. Oggi, complici l innalzamento della temperatura media e soprattutto l inquinamento, è sempre più frequente riscontrare, diagnosticare e curare allergie e/o intolleranze causate dall esposizione a queste sostanze. I pollini - Sono cellule riproduttive maschili, prodotte dalle piante a ciclo sessuato e disperse dal vento o veicolate da insetti. Di queste allergie soffre tra il 7 e il 10% della popolazione. La maggior incidenza è tra i giovani dai 12 ai 35 anni. Le Graminacee sono la causa più frequente di rinite nel bacino del mediterraneo (riguarda più del 50% delle manifestazioni allergiche) e hanno un picco di fioritura stagionale tra maggio e giugno. Altre piante che producono allergie sono le Composite, tra cui l'artemisia Vulgaris, che comprendono numerose specie con periodi di fioritura da agosto ad ottobre. La parietaria, diffusa ovunque, è spesso causa di manifestazioni allergiche tra aprile ed ottobre. Condizioni climatiche particolarmente calde, come nel sud Italia, ne ampliano il periodo di fioritura rendendola quasi perenne. Gli alberi, l'olivo, la betulla, l'olmo, il salice, la quercia ed il tiglio possono dare reazioni ai test cutanei ma raramente sono responsabili di vere e proprie allergie. La loro pollinazione dura al massimo una quindicina di giorni tra aprile e maggio. In Italia il periodo maggiore di pollinosi è la primavera ed è dovuta principalmente alle graminacee con la realizzazione del tipico quadro della "febbre da fieno". Si manifesta con una serie di starnuti e rinorrea (secrezione nasale sierosa), prurito alla gola ed al palato. Spesso con la rinite si manifesta anche la congiuntivite. In montagna la pollinazione è sempre più tardiva rispetto alla pianura e per questo si sconsiglia il soggiorno in altitudine nei periodi di agosto-settembre. Spesso l'allergia alle graminacee è associata a quella alla piantaggine. Gli acari - Sono parassiti abitualmente presenti nella polvere e nei residui di lavorazione di forni e mulini. I più comuni sono i dermatophagoides (pteronyssinus e farinae) che fanno parte della classe degli aracnidi. Si riproducono con estrema facilità in ambiente caldo umido: a basse temperature e al di sopra dei 1500 metri sono infatti inesistenti. Gli epiteli animali - Sono i prodotti di desquamazione della cute e giocano un ruolo importantissimo nelle allergie respiratorie. Il gatto domestico è il maggiore

13 responsabile. Anche il cavallo è causa di allergie. Possono essere occasionalmente responsabili di allergie anche il coniglio, la cavia o il criceto. Gli alimenti e i farmaci - Molti alimenti come pesci, crostacei, fragole, noci, spezie, farmaci come antibiotici, aspirina e vaccini, possono provocare un orticaria acuta di tipo allergico. Altri allergeni - Alcuni additivi e coloranti, parassiti intestinali come gli ascaridi e gli ossiuri, tessuti come la lana, la seta, il nylon, metalli come il nichel e materiali come il lattice, oltre a punture d insetti, problemi digestivi e alterazioni ormonali, possono provocare forme allergiche. *La dermatite atopica o eczema topico è caratterizzata dalla comparsa di macchie rosso vivo di aspetto crostoso presenti soprattutto sul viso e molto pruriginose. Le cause non sono note anche se sembrano essere coinvolti fattori allergici, ereditari e psicologici.

14 LA RINITE ALLERGICA CHE COS E E una malattia respiratoria cronica di rilievo per diffusione e impatto sulla salute e sulla qualità di vita dei pazienti. Lo sottolineano le recenti Linee Guida ARIA (Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma) elaborate da specialisti di numerosi paesi in collaborazione con l Organizzazione Mondiale della Sanità, che hanno anche evidenziato la frequente associazione tra la rinite e le altre manifestazioni allergiche: sinusite, congiuntivite ma soprattutto asma, per la quale la rinite allergica rappresenta un fattore di rischio. Gli studi epidemiologici, fisiopatologici e clinici supportano infatti l esistenza di una forte correlazione tra rinite ed asma. Per questo le alte e basse vie respiratorie devono essere considerate come un unica entità, influenzata da un unico processo infiammatorio mantenuto ed amplificato da meccanismi correlati tra loro. Su questa base la prevenzione o il trattamento tempestivo della rinite allergica possono prevenire l insorgenza dell asma o l aggravamento dei sintomi bronchiali. Le Linee Guida ARIA classificano la rinite allergica in due categorie: intermittente (sintomi presenti per non più di 4 giorni la settimana o per non più di 4 settimane) e persistente (sintomi presenti per più di 4 giorni la settimana e per più di 4 settimane). QUANTO E DIFFUSA Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità la rinite allergica colpisce il 25% della popolazione generale, cioè una media tra il 10 e il 30% degli adulti con punte nei bambini addirittura del 40%, ed è in continuo aumento. In Italia la prevalenza è mediamente intorno al 15%. Nel settentrione il 18,5% delle persone dichiara di essere affetto da rinite allergica, tra questi l 11,2% da quella perenne, il 19,6% da quella stagionale e il restante 51,5% da quella di tipo misto. E interessante notare che la rinite allergica si manifesta con prevalenza maggiore tra i residenti nei grandi centri urbani (20,5%) rispetto ai residenti nelle aree suburbane o rurali (11,1%). Questo dato porta ad attribuire un ruolo di particolare importanza ai fattori ambientali (maggiore esposizione agli allergeni domestici e inquinamento). Un ruolo altrettanto importante spetta alla predisposizione individuale: negli adulti con storia familiare positiva per asma o rinite il rischio di insorgenza dell asma aumenta di 3 o 4 volte, di 2/6 volte per quanto riguarda l insorgenza di rinite. CAUSE E SINTOMI La rinite allergica è un infiammazione provocata dalla reazione della mucosa del naso a determinate sostanze. È caratterizzata da un complesso di sintomi dovuti all'esposizione ad un antigene specifico. Può essere perenne o stagionale, in relazione alla presenza ambientale dell'allergene in causa.

15 Non è sempre facile distinguere la rinite allergica dalla rinite infettiva causata da batteri o virus, soprattutto in età infantile dove le manifestazioni allergiche sono mascherate dalle ripetute infezioni virali. Solitamente il bambino allergico inizia a sensibilizzarsi nei confronti degli allergeni respiratori attorno ai 2 anni, e in particolare i maschi mostrano una prevalenza prima dei 10 anni e le femmine tra i 10 e i 20 anni. Affinché avvenga la sensibilizzazione del tessuto e si manifestino i sintomi sono necessari almeno 3 anni di esposizione ad un allergene specifico. Importante è indubbiamente l'anamnesi familiare: il 70% dei bambini allergici, infatti, ha familiarità positiva. Si deve sospettare la natura allergica quando la comparsa dei sintomi non consegue ad infezioni delle vie aeree, se compaiono in primavera ed estate, se le recidive sono superiori ai 5 eventi all anno, se si identificano ritmi cronologici che dipendono dall allergene in causa. Il sintomo più caratteristico è la starnutazione a salve e ripetuta. L insorgenza è più comune nell adolescenza, ma può comparire a qualsiasi età. La rinite allergica è una sindrome relativamente rara prima dell età scolare e la sua comparsa precoce è da collegarsi ad una pollinosi o febbre da fieno, termine con cui comunemente si indica la rinite allergica acuta, stagionale, causata dall inalazione di pollini. I ragazzi che soffrono di pollinosi hanno spesso congiuntivite per un paio d anni prima di sviluppare la vera rinite allergica, manifestando il caratteristico corteo di sintomi. Si deve considerare inoltre la notevole variabilità geografica dei tempi e delle modalità di esposizione al polline tra una zona e l altra. La manifestazione clinica comprende comunemente starnuti (in rapida successione: il sintomo più caratteristico), congiuntivite, rinorrea acquosa (cioè fuoriuscita di liquido dal naso e prurito), ostruzione nasale (inizialmente intermittente, più accentuato la sera e la notte) che in seguito può comportare complicanze come dolore all orecchio e cefalea; la tosse notturna presente nei bambini senza una chiara correlazione ad una patologia infettiva. RUOLO DEI FATTORI AMBIENTALI ESTERNI (outdoor) Il problema dell inquinamento ambientale è particolarmente rilevante soprattutto per quanto riguarda i grandi insediamenti urbani e le aree caratterizzate da più intenso traffico autoveicolare e da maggiore inquinamento industriale. Fra i principali inquinanti dell aria urbana possiamo considerare gli ossidi di zolfo (in particolare il biossido di zolfo), di azoto, di particelle sospese totali (l ormai tristemente celebre PM10), il monossido di carbonio e, infine, i composti organici volatili (soprattutto idrocarburi). A questo si aggiungono gli allergeni derivanti dalla vegetazione. Durante tutto l anno nelle regioni meridionali ed insulari si riscontra la presenza dei pollini di parietaria.

16 Nel corso del primo trimestre dell anno nelle regioni centro settentrionali si ha la presenza quasi esclusiva dei pollini di cipresso, ontano, nocciolo, betulla e carpino. Questi pollini precedono la stagione della fioritura delle graminacee, presenti in tutte le regioni nel secondo trimestre dell anno. Nel terzo trimestre in alcune regioni del Nord si riscontra anche la presenza dei pollini di ambrosia. IL RUOLO DEI FATTORI AMBIENTALI INTERNI (indoor) Anche l ambiente domestico non è esente dal problema. Negli ultimi anni la progettazione delle abitazioni ha privilegiato l isolamento termico diminuendo drasticamente il ricambio d aria degli ambienti. Questo favorisce lo sviluppo di diversi inquinanti a bassa concentrazione ma per lunghi periodi di tempo. Fra gli inquinanti indoor si segnalano il biossido di azoto, monossido di carbonio, ozono, formaldeide e radon. Le sorgenti di questi inquinanti sono molteplici e sono rappresentate da impianti di riscaldamento, apparecchi e sorgenti di calore utilizzate per la cottura dei cibi, da elettrodomestici, da mobili e arredi, da prodotti per la casa (vernici, appretti, cere, detergenti), per l igiene personale (deodoranti e cosmetici) e da impianti di ventilazione e condizionamento ambientale. Il fumo di tabacco rappresenta una delle cause più significative di inquinamento perché immette nell ambiente idrocarburi aromatici policiclici, acroleina, ossido di carbonio.

17 L ORTICARIA CRONICA CHE COS E E caratterizzata dalla comparsa di lesioni sulla pelle, detti pomfi, quasi sempre accompagnati da prurito. Nella forma cronica nuovi pomfi compaiono quotidianamente per un periodo di almeno 6 settimane. In 1 paziente su 4 le manifestazioni persistono per almeno 6 settimane e poiché non è possibile attribuire direttamente il disturbo a fattori allergici (fisici ambientali o altro), si parla di orticaria cronica idiopatica (di causa non conosciuta). L'orticaria cronica è caratterizzata da fasi di remissione e di riaccensione che si alternano in modo imprevedibile per mesi o anni. QUANTO E DIFFUSA L'orticaria cronica è una malattia molto frequente. Colpisce il 23% circa della popolazione dei paesi occidentali, di cui il 30% soffre di allergie croniche e costituisce circa il 25% di tutte le forme di orticaria. Colpisce quasi esclusivamente gli adulti ed è più frequente nelle donne. L orticaria di origine non determinabile in Europa costituisce circa il 75% di tutti i casi di orticaria cronica. CAUSE E SINTOMI I fattori che più frequentemente possono indurre l'orticaria cronica sono: infezioni batteriche (soprattutto se asintomatiche), da funghi, virus, vermi, alcuni cibi, farmaci e allergeni respiratori. La gravità della sintomatologia può variare notevolmente da paziente a paziente e anche nella stessa persona in diversi momenti della manifestazione allergica. Anche la durata complessiva delle manifestazioni cliniche dell orticaria cronica, sempre variabile, non è prevedibile a priori, con la possibilità di manifestazioni pomfoidi attive perduranti anche per molti anni: i pazienti con orticaria cronica idiopatica possono soffrire di prurito anche per decenni. Il disagio principale causato dalle lesioni (pomfi) è il prurito. Circa il 50% dei pazienti sviluppa anche una forma di angioedema a livello del derma profondo e del tessuto sottocutaneo. I sintomi tendono a peggiorare durante la notte e nelle prime ore del mattino, interferendo pesantemente con la qualità del sonno. L orticaria cronica può quindi alterare il modo importante la qualità della vita dei pazienti, che lamentano spesso limitazioni della attività fisica, cali di energia, isolamento sociale, ansia e compromissione dell attività professionale, domestica, ricreativa e sessuale.

18 ILTRATTAMENTO DI RINITE ED ORTICARIA Con l avvento della ricerca genomica e molecolare la comprensione dell origine delle allergie ha subito cambiamenti radicali. La reazione allergica, i cui meccanismi sono stati progressivamente chiariti e descritti con maggior dettaglio, è attualmente considerata una complessa reazione infiammatoria che coinvolge elementi locali e sistemici. Per quanto riguarda le manifestazioni cliniche di rinite allergica e orticaria cronica, oggi si sa che i meccanismi fisiopatologici nell adulto e nel bambino sono sostanzialmente sovrapponibili. Negli ultimi 15 anni sono state prodotte molecole anti-allergiche molto efficaci, con lunga durata d azione e con effetti sedativi minimi: alla classica azione del blocco dei recettori H1 per l istamina, alcune di esse associano un azione antiallergica e antiinfiammatoria. LA RINITE ALLERGICA La congestione nasale è il principale sintomo causato dall esposizione ad una o a più sostanze allergiche. Il suo trattamento è quindi ritenuto il più importante: durante la notte, infatti, la congestione nasale è un sintomo che porta a russare e respirare male, causando una diminuzione del sonno e del riposo che influenza il ciclo sonno-veglia. Questo problema può essere più grave nei bambini causando, ad esempio, lo scarso rendimento scolastico. Il trattamento della rinite allergica consiste principalmente nella prevenzione primaria (evitare gli allergeni); nella farmacoterapia basata su antistaminici, decongestionanti, corticosteroidi; nella immunoterapia specifica (vaccini). Secondo le linee guida ARIA, recentemente elaborate da specialisti di numerosi paesi in collaborazione con l OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), i farmaci attualmente raccomandati per il trattamento della rinite allergica sono gli antistaminici, i corticosteroidi intra-nasali e i corticosteroidi sistemici per casi difficilmente trattabili, i cromoni e i decongestionanti. La rinite allergica può a volte essere trattata con immunoterapia specifica, cioè con somministrazione graduale di accresciute quantità dell estratto di un allergene a un paziente con allergia, fino a migliorare i sintomi associati a successive esposizioni alle sostanze. L ORTICARIA CRONICA Il prurito è senza dubbio il sintomo principale. L antistaminico ideale dovrebbe assicurare un controllo dei sintomi rapido e persistente, assenza di assuefazione alla terapia, oltre ad avere un buon profilo di tollerabilità che ne faciliti l assunzione per periodi prolungati. È importante inoltre considerare i reali bisogni del paziente colpito da orticaria cronica per eliminare nel tempo più breve possibile anche la caratteristica eruzione pruriginosa ed eritematosa che compromette pesantemente la qualità della vita sia del paziente adulto che del bambino disturbando il sonno e alterando le attività quotidiane.

19 IL TRATTAMENTO DELLE ALLERGIE NEI BAMBINI I meccanismi fisiopatologici e le manifestazioni cliniche di rinite allergica e orticaria cronica nell adulto e nel bambino sono sovrapponibili. Le linee Guida ARIA (Allergic Rhinits and its Impact on Asma) raccomandano infatti una terapia della rinite in pediatria che si basi sugli stessi principi e sugli stessi farmaci prescrivibili all adulto, dando la preferenza ai nuovi antistaminici non sedativi. L impiego degli antistaminici in età pediatrica è raccomandato nei casi di rinocongiuntivite allergica e orticaria, moderatamente nella dermatite atopica e con minori indicazioni nella patologia asmatica. A questo proposito gli esperti ritengono che in alcuni casi la cura della rinite allergica permetta di evitare anche l insorgere dell asma. Alcuni studi hanno infatti riconosciuto nell Atopic-Eczema Dermatitis Sindrome (AEDS) uno dei precursori della malattia asmatica. I bambini con questa malattia nel primo anno di vita incorrono in maggiori rischi di sviluppo dell asma se presentano sensibilizzazione allergica precoce ad aeroallergeni, livelli elevati di Immunoglobulina E o una madre con asma. Ecco perché viene suggerito l impiego degli antistaminici in pediatria non solo per il trattamento dei sintomi, ma anche per la modifica della storia naturale dell asma; la base scientifica per proporre l uso prolungato di antistaminici nel tentativo di modulare la storia naturale della malattia asmatica a lungo termine viene ricondotta alle proprietà di modulazione immunologica di questa classe di farmaci. NOVITA IN TERAPIA PEDIATRICA I problemi principali riscontrati con i trattamenti a base di antistaminici riguardano soprattutto alcune conseguenze come secchezza della bocca, sonnolenza, insonnia, affaticamento, eccitabilità, interazione con alcuni farmaci e cibi, problemi particolarmente rilevanti quando i pazienti hanno meno di anni. Un nuovo antistaminico, la desloratadina, ha dimostrato in numerosi studi clinici ottime proprietà di efficacia, tollerabilità e sicurezza che la rendono particolarmente utile in pediatria. Da questi studi è emerso che la desloratadina sciroppo è indicata per la terapia di Rinite Allergica e Orticaria Cronica Idiopatica nei bambini da 2 a 11 anni. La sicurezza della molecola consente un dosaggio semplificato per fascia d età senza dover ricorrere ad aggiustamenti sulla base del peso del bambino. Un altro vantaggio è la monosomministrazione giornaliera. Desloratadina inoltre non interferisce con farmaci comunemente utilizzati anche nei bambini come i macrolidi (es. l eritromicina). La formulazione in sciroppo, dal gusto studiato appositamente per i bambini, è sicura e ben tollerata, può essere assunta vicino o lontano dai pasti e gli effetti collaterali sono lievi e hanno la stessa frequenza del placebo.

20 I TRATTAMENTI: EVOLUZIONE DEI FARMACI ANTISTAMINICI Gli antistaminici sono impiegati nel trattamento delle allergie da oltre mezzo secolo. Per quanto riguarda la rinite allergica, già la prima generazione di farmaci antistaminici aveva dimostrato buona efficacia nei confronti dei sintomi acuti di questa malattia: starnuti, rinorrea, prurito al palato, lacrimazione e altri sintomi congiuntivali, ma l utilità clinica di questi farmaci era limitata da effetti indesiderati (secchezza della bocca, sonnolenza, affaticamento, eccitabilità), e, per alcuni di essi, dalla potenziale cardiotossicità. Con gli antistaminici di seconda generazione introdotti negli anni Ottanta si è avuto un netto miglioramento che ha portato alla sostanziale eliminazione di effetti collaterali ma non al controllo completo, sufficientemente rapido e prolungato di tutte le manifestazioni allergiche. L aumento delle conoscenze sulle cellule e sui mediatori e sulle loro interazioni coinvolti nei processi infiammatori allergici, ha reso sempre più evidente la complessità dei meccanismi implicati nella cascata allergica. Ciò giustifica la ricerca di nuovi agenti antistaminici in grado d interferire sui molteplici livelli nella fase precoce e in quella tardiva del meccanismo alla base delle allergie. I nuovi antistaminici dovrebbero unire al classico effetto di blocco dei recettori H 1 anche la capacità di svolgere numerose altre azioni antiallergiche e antinfiammatorie, oltre ad essere dotati di grande selettività d azione per assicurare sicurezza d impiego e ottima tollerabilità in tutte le categorie di pazienti. Le caratteristiche auspicabili per i nuovi antistaminici sono state recentemente individuate e descritte nelle Linee Guida ARIA (Allergic Rhinits and its Impact on Asma) elaborate in collaborazione con l Organizzazioen Mondiale della Sanità. LE NOVITA IN TERAPIA Grazie alle sue proprietà antiallergiche ed antinfiammatorie, un nuovo antistaminico, la desloratadina, da poco disponibile anche in Italia, rappresenta una sostanziale innovazione nel panorama degli agenti antistaminici oggi disponibili. Le nuove molecole antiistaminiche oltre all azione di blocco dell istamina devono sviluppare al massimo una proprietà farmacologica fondamentale: l azione inibitoria sulla sintesi e sugli effetti dei mediatori che regolano la complessa interazione tra le cellule effettrici della reazione allergica. I mediatori pro-infiammatori sono sostanzialmente rappresentati da istamina, prostaglandine e leucotrieni, citochine (interleuchine), chemochine (eotassina e RANTES) e molecole di adesione (selectine e ICAM-1). Gli antiistaminici associano alla classica azione di blocco dei recettori H1 un azione antiallergica che può variare tra le singole molecole e che si traduce in una riduzione del rilascio di mediatori infiammatori da parte di mastociti e basofili.

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