Dalla crisi del 29 ai regime degli anni 30
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- Fausta Dolce
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1 Dalla crisi del 29 ai regime degli anni 30
2 Gli U.S.A. negli anni 20 Gli U.S.A. dopo la guerra sono diventati di fatto il motore dell economia mondiale, per capacità produttive e prestiti (esportatore di capitali e paese creditore) A guerra finita l economia si trovò in condizioni di sovrapproduzione cronica poiché tutti i paesi extraeuropei erano entrati nel mercato Gli Usa scelgono una politica isolazionista e protezionista abdicando dal ruolo di leader politici ed economici del mondo La produzione industriale, il reddito nazionale, la diminuzione della disoccupazione, lo sviluppo del terziario e della burocrazia, gli alti consumi (automobili e elettrodomestici) fanno degli usa l avanguardia dell Occidente. I Repubblicani al potere negli anni 20 non si curarono delle forti diseguaglianze sociali tra i grandi ricchi e i grandi poveri americani Diffusa ostilità verso le minoranze etniche e razzismo: nel 1927 vengono mandati a morte gli anarchici italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, accusati ingiustamente di omicidio Il Ku Klux Klan diventa un movimento di massa nel sud degli usa contro i neri Tra il 1920 e il 1934 fu in virgore il proibizionismo (di produrre e vendere bevande alcoliche) espressione del puritanismo bianco intransigente che vede nell alcool il vizio di neri e proletari
3 I roaring years e il crollo di Wall street La borsa di New York - che dalla fine della guerra aveva rubato il primato a quella di Londra - negli anni 20 vide un aumento vertiginoso del volume delle azioni scambiate, con una scesa continua delle quotazioni dovuta alla crescente domanda di titoli. La grande domanda aveva aumentato la sproporzione tra la produzione industriale e la capacità reale di assorbimento da parte del mercato Le esportazioni permettevano agli Usa di recuperare i grandi prestiti alle nazioni estere; a partire dal 28 le banche private e i fondi americani dirottarono gli investimenti sulla speculazione in borsa, anzichè sui prestiti all economia europea. Il calo delle importazioni europee indebolì la produzione industriale americana, portando alla luce il gap l economia reale e la bolla finanziaria della borsa A settembre del 29 i titoli registrarono i valori più alti, dopodichè, le incertezze dei mercati portarono gli speculatori a vendere i pacchetti: il giovedì nero (24 ottobre) furono scambiati 13 milioni di titoli, il martedì nero (29 ottobre) 16 milioni di titoli. La corsa alla vendita di titoli ne dimezzò il valore, dimezzando al contempo i capitali di tutti gli investitori, grandi e piccoli
4 La grande crisi mondiale Il crollo della borsa di Wall street trascinò tutte le economie che ne erano dipendenti o collegate, provocando nuove fratture e distanze: Tra il 29 il 32 la produzione di manufatti scese del 30%; la produzione di materie prime del 26%; i prezzi dei prodotti agricoli caddero del 50%; il commerciò internazionale si ridusse di oltre il 60%; la disoccupazione toccò i 14 mil. Negli Usa e i 6 mil. In Germania. Gli Usa smisero di esportare capitali in Europa e America latina e gli stati europei di importare dagli usa La domanda negli Usa era calata e il presidente repubblicana Herbert Hoover nel 1930 inasprì il protezionismo per difendere l industria interna (ammazzando le economia esportatrici begli Usa), innescando processi protezionistici negli altri paesi. America Latina, Asia e Africa videro più che dimezzarsi i propri ricavi dalle esportazioni di materie prime e derrate agricole negli Usa
5 La crisi in Europa In Europa il drastico calo dei commerci provocò anche i fallimenti di banche e finanze pubbliche, innanzitutto in Germania e Austria e poi in Inghilterra grande creditrice di questi paesi. L Inghilterra smise di essere il banchiere del mondo quando annunciò la fine del Gold standard e la svalutazione della sterlina fine della convertibilità in oro della sterlina - avendo esaurito le sue riserve auree a causa delle richieste dei creditori I governi reagirono alla crisi secondo i principi dell economia liberale pura: tagli alla spesa pubblica, tagli ai servizi e incremento della tassazione, riducendo la domanda, aggravando la recessione e la disoccupazione. In Germania il capo di governo, il cattolico Heinrich Bruning, aveva attuato una politica di duri sacrifici per ottemperare alle riparazioni di guerra, ottenendo anche la sospensione nel 1932 per tre anni, ma avendo creato 6 milioni di disoccupati La crisi raggiunse la Francia nel 1931, con grande instabilità politica con ben 17 governi di centro-sx e centro-dx tra il 1929 e il 1936 In GB il laburista Ramsey MacDonald per far fronte alla crisi tagliò le spese compreso il sussidio di disoccupazione: le Trade unions lo attaccarono e lui si separò dal suo partito alleandosi con conservatori e liberali in un governo nazionale, svalutando la sterlina e attuando una politica protezionistica all interno del Commonwealth
6 Roosevelt e il New deal Alle elezioni del 32 Hoover fu sconfitto dal democratico Franklin Delano Roosevelt al grido del New deal, infondendo coraggio e speranza al popolo americano attraverso i suoi discorsi e tramite il programma alla radio Conversazioni al caminetto Intervento dello Stato in economia nei primi 100 giorni di governo: Ingenti aiuti al sistema creditizio (5000 banche fallite) Prestiti ai cittadini per estinguere le ipoteche sulle case Aumentati i sussidi di disoccupazione Svalutazione del dollaro Agricultural Adjustment Act (Aaa): premi in denaro a chi riduce coltivazioni e allevamenti, per limitare la sovrapproduzione National Industrial Recovery Acy (Nira): codici di comportamento per le aziende a tutela di diritti e salari del lavoratori e di una concorrenza leale Tennessee Valley Authority (Tva): costruzione e sfruttamento di centrali idroelettriche a favore dei contadini nel bacino del Tennessee
7 Gli Usa di Roosevelt Nel 34 la disoccupazione scese a 11 milioni Dal 35 lo stato aumentò la spesa pubblica e varò una legge di riforma fiscale Una legge di sicurezza sociale che assicurò pensioni di vecchiaia e assistenza ai bisognosi Una legge a difesa dell attività libera dei sindacati Nel la Corte suprema degli usa dichiarò incostituzionali la Aaa e la Nira, che poi Roosevelt ripresentò con lievi modifiche, segnale che una certa parte del paese non gradiva l aver abbandonato la strada del liberismo puro
8 Le conseguenze della grande crisi In tutti gli stati la crisi attivò l interesse per modelli di mercato alternativi a quello liberale, in cui l intervento statale era previsto e determinante: il collettivismo integrale dell Urss di Stalin Il corporativismo fascista e degli autoritarismi di destra Dazi Controllo del valore della moneta Controllo di prezzi e salari Ruolo attivo nella produzione e nelle commesse John Maynard Keynes nel 36 pubblicò Occupazione, interesse e moneta. Teoria generale confutando la teoria economica classica (domanda e offerta da soli equilibrano il mercato) e le politiche deflazionistiche (si riduce la domanda diminuendo la spesa pubblica e il credito, aumentando così il valore della moneta) sostenendo le politiche di aumento della spesa pubblica (produttività del deficit pubblico)
9 Nuovi stili di vita La crisi agricola provocò un aumento dell urbanizzazione e uno sviluppo dell edilizia e dei trasporti pubblici Migliorarono i salari di coloro che avevano mantenuto un occupazione Negli Usa si passò da 25 a 30 mil. di auto tra il 1930 e il 38; in Europa da 5 a 8. Nacquero la Volkswagen (Vettura del popolo) e la Fiat 500 Topolino a imitazione della Ford T (15 mil. tra il 1908 e il 1924) Elettrodomestici per tutti come: radio, cucina a gas, ferro da stiro elettrico (frigoriferi e scaldabagni per i ricchi!) La radio divenne negli anni 20 fenomeno di massa (come la Bbc in GB sotto il controllo statale) con 100 mil. di apparecchi nel 39 nel mondo; i cinegiornali, il cinema col sonoro a fine anni 20 e sviluppi del divismo Diffusione delle riviste illustrate come l americana Life L attenzione allo sport come competizione e spettacolo per il grande pubblico (mondiali di calcio nel 34)
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