PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA

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2 PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA «Fu tanto raro et universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri. Hebbe bellissime inventioni, ma non colorì molte cose, perché si dice mai a sé medesimo, avere satisfatto, et però sono tanto rare le opere sue. Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira [ ] et fu valentissimo in tirari et in edifizi d acque, et altri ghiribizzi, ne mai co l animo suo si quietava, ma sempre con l ingegno fabricava cose nuove». Così, intorno al 1540, l autore dell Anonimo Gaddiano, un manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Firenze e dedicato in particolare agli artisti fiorentini e alle loro opere, tratteggiava il profilo di Leonardo da Vinci, da sempre definito Uomo Universale per la sua vivace curiosità e per la sua mente speculativa. Uomo di stupefacente ingegno ed eccezionali capacità, fu in grado di spaziare in ogni branca del sapere umano del suo tempo, incarnando in pieno lo spirito universalista della sua epoca e portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell arte e della conoscenza. L Amministrazione comunale di Pofi, sensibile al fascino senza tempo che da secoli permea la figura di Leonardo da Vinci, ha voluto celebrare il suo talento dedicandogli un intero anno di attività e un programma coordinato d iniziative promosse proprio nell ambito dell Anno Leonardiano - Piano culturale integrato , con l intento di concorrere all ulteriore valorizzazione di colui che, con ogni probabilità, è il più conosciuto fra i protagonisti della cultura di tutti i tempi. Centrale nel piano culturale sviluppato per favorire una più ampia diffusione della conoscenza di Leonardo da Vinci è la mostra dal titolo: Leonardo da Vinci Uomo Universale - Il Genio e le Macchine. L evento è imperniato sull esposizione dei modelli delle macchine leonardiane, ognuna ricostruita secondo le indicazioni contenute nei progetti originali. L organizzazione della mostra muove, inizialmente, da una passione personale, poi diventata una volontà condivisa da parte di tutta l Amministrazione comunale, ferma nel proposito di restituire a Pofi un ruolo centrale per quanto concerne l offerta culturale in ambito locale e territoriale; un po come già successo nel 2005, in occasione del forum internazionale sull evoluzione umana dal titolo: Humans in the focus of our evolution. In quei giorni, decine di partecipanti provenienti da tutto il mondo, fra studiosi e scienziati accreditati, si riunirono a Pofi, nelle sale del suo Centro Servizi Culturali (oggi sede della mostra leonardiana), per dibattere sulle affascinanti ipotesi che scandiscono e spiegano le tappe del cammino evolutivo dell uomo. L esposizione dedicata a Leonardo da Vinci, arricchita da una rassegna di attività correlate, fra le quali si evidenziano approfondimenti culturali, consegne di borse di studio, incontri divulgativi e iniziative editoriali, ha visto la preziosa collaborazione del Museo Leonardiano di Vinci, unitamente ai patrocini della Regione Lazio e della Provincia di Frosinone. Entrando nelle sale della mostra, il visitatore è chiamato a percorrere un viaggio avvincente e coinvolgente nell ingegno speculativo e visionario di questo straordinario uomo del Rinascimento italiano, dotato di sopraffine intelletto e singolari abilità, il cui mito è andato oltre la sua realtà storica, per diventare nell immaginario collettivo, il simbolo stesso della genialità umana. Possiamo distinguere due modi d intendere il genio: come irrazionale e misteriosa intuizione, o come grande lucidità di applicazione degli strumenti della razionalità; Leonardo da Vinci, senza alcun dubbio, era un genio di questo secondo tipo. Eclettico per natura, la sua dimensione esistenziale è stata quella della ricerca solitaria, finalizzata a soddisfare la sua insaziabile curiosità sul mondo e i suoi meccanismi. Opuscolo a cura di Tommaso Ciccone, Sindaco di Pofi

3 LA VITA DI LEONARDO DA VINCI Uomo d ingegno e talento del Rinascimento italiano, Leonardo da Vinci incarnò in pieno lo spirito universalista della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell arte e della conoscenza. Fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, matematico, anatomista, musicista e inventore: probabilmente il più conosciuto fra i protagonisti della cultura di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Da sempre viene definito Uomo Universale (espressione usata volendo indicare una persona che eccelle in molteplici discipline) per la sua vivace curiosità e per la sua mente speculativa, capace di spaziare in ogni branca del sapere umano del suo tempo: dalle invenzioni di macchine futuristiche all architettura, alla botanica, alla fisiologia, alla fisica, alla filosofia, alle lettere, alla pittura e alla scultura. Utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione e integrando le proprie competenze, Leonardo da Vinci ha dedicato la sua vita e le sue opere all indagine della realtà. Attraverso i Codici, ovvero scritti e disegni in forma di appunti che ha redatto lungo tutto il corso della sua vita, egli ci ha lasciato un patrimonio di opere d incomparabile ricchezza e di grande congruità, ispirate da un fine sublime e universale: capire Leonardo nasce il 15 Aprile ad Anchiano di Vinci, non lontano da Firenze. È il figlio naturale di un notaio: Ser Piero Si trasferisce a Firenze con la matrigna e il padre, che lo vuole avviare agli studi per fargli intraprendere la carriera di notaio Entra in una delle botteghe artistiche più in vista della città: quella di Andrea del Verrocchio. Il giovane inizia il suo apprendistato, familiarizza gradualmente con tutti i segreti della bottega e conosce, fra gli altri: Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e Lorenzo di Credi Il suo nome è registrato nell elenco della Compagnia di San Luca, una confraternita di pittori: è già, di fatto, un maestro indipendente. Frequenta accademie, botteghe e la famiglia Medici, presso la quale conosce molti intellettuali, fra cui il filosofo Marsilio Ficino Verrocchio gli assegna l incarico di completare la pala d altare rappresentante il Battesimo di Cristo. Altre collaborazioni con il maestro non gli impediscono di continuare a disegnare e a prendere appunti con la sua inconfondibile scrittura a rovescio È l anno del probabile trasferimento a Milano, forse su consiglio di Lorenzo de Medici. Si presenta alla corte di Ludovico il Moro con una lettera in cui espone le sue abilità d ingegnere militare, architetto, scultore, pittore e musicista. Si occupa anche di organizzare le feste di corte Stipula un contratto, insieme ai fratelli Evangelista e Giovan Ambrogio de Predis, per realizzare la pala d altare nella chiesa di San Francesco Grande: il pannello centrale sarà la Vergine delle Rocce, mirabile mescolanza fra ricerca artistica e osservazione della natura In qualità d ingegnere ducale è pagato per dare il suo parere in merito ai problemi statici nella costruzione del tiburio del Duomo. La soluzione proposta, però, sarà scartata Per Ludovico il Moro inizia a studiare un monumento equestre in onore di Francesco Sforza, per il quale affronta numerosi problemi tecnici e di fusione Ha modo di soggiornare nelle città di Vigevano e Pavia, dove incontra l ingegnere senese Francesco di Giorgio Martini. Descrive le opere di irrigazione del Vigevanasco e progetta la Sforzesca, una cascina modello per il Duca.

4 LA VITA DI LEONARDO DA VINCI Nel refettorio del monastero domenicano di Santa Maria delle Grazie, lavora a uno dei suoi più celebri lavori: l Ultima Cena Decora la Sala delle Asse del castello di Milano con un affresco in cui rappresenta un pergolato di alberi uniti a nodi di nastri, coniugando l esigenza di celebrazione dinastica con il desiderio di una rappresentazione della natura curata in ogni minimo particolare A causa della caduta della signoria sforzesca per mano dei Francesi, abbandona Milano, lasciando incompiuta l impresa della fusione del cavallo di bronzo; il modello in terracotta rimane nel cortile del castello. Nel suo viaggio si trattiene a Mantova e a Venezia Ritorna a Firenze ed è protagonista di un grande evento: la pubblica esposizione del suo studio preparatorio raffigurante il gruppo della Sant Anna, realizzato per la basilica della Santissima Annunziata Entra al servizio di Cesare Borgia come ingegnere militare, spostandosi frequentemente dalla Toscana alla Romagna e nelle Marche, dividendosi fra le città di Piombino, Siena, Urbino, Imola, Senigallia e Cesena, dove progetta un canale navigale per Porto Cesenatico È di nuovo a Firenze, impegnato insieme al giovane Michelangelo nella decorazione del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio; per l occasione lavora alla pittura murale rappresentante la Battaglia di Anghiari, mai terminata Inizia a lavorare a due delle sue opere più famose: la Gioconda, ritratto che rimane nello studio di Leonardo fino alla morte, e la perduta Leda, omaggio alla forza generatrice della natura, di cui appronta numerosi disegni preparatori Si trasferisce nuovamente a Milano su invito di Charles d Amboise, nuovo governatore della città, e del re di Francia Luigi XII. Per i successivi due anni divide il suo tempo fra Milano e Firenze Visita spesso i corsi d acqua del fiume Adda e inizia numerosi progetti per la realizzazione di opere di canalizzazione. Il suo spirito indagatore lo spinge a interrogarsi sempre più sulle forze che animano e governano la natura; egli, in particolare, è affascinato dell acqua, riconoscendo in essa una delle forze generatrici della vita Lasciata definitivamente Milano, è invitato a Roma da Giuliano de Medici. Con dedizione e passione continua i suoi studi di geometria e d ingegneria idraulica, progettando la bonifica delle paludi dell Agro Pontino e disegnando il porto di Civitavecchia Ha modo di vedere la mirabile volta della Cappella Sistina, appena terminata dal grande Michelangelo. A Bologna, dove si reca per un ambasceria a seguito di Giuliano de Medici e papa Leone X, conosce il re di Francia Francesco I, che lo invita a trasferirsi in Francia e a lavorare per lui Divenuto primo pittore, ingegnere e architetto del re, si trasferisce nel maniero del Cloux, ad Amboise. Lo seguono alcuni allievi, fra i quali troviamo il suo favorito Francesco Melzi. Torna a occuparsi d ingegneria idraulica, dedicandosi allo studio e all elaborazione accurata di progetti per una residenza reale a Romarantin Muore il 2 maggio a Cloux e per sua volontà viene seppellito nel chiostro della chiesa di Saint Florentin ad Amboise. Nel testamento, steso il 23 aprile, lascia in eredità tutti i manoscritti, i disegni e gli strumenti al suo discepolo più caro: Francesco Melzi.

5 I CODICI LEONARDIANI Leonardo da Vinci ci ha lasciato un corpus di opere di pregio e valore ineguagliabili: scritti e disegni in forma di appunti redatti nel corso di tutta la sua vita. Dell intera produzione di Leonardo ci restano ancora, fortunatamente, oltre cinquemila pagine, tutte compilate con la sua inconfondibile scrittura speculare, orientata da destra a sinistra. Questa enorme massa di scritti e disegni, la più consistente del periodo rinascimentale, ha subito, dopo la morte di Leonardo, molte vicissitudini. L aspetto e la suddivisione attuale dei manoscritti, infatti, non sono sicuramente quelli originali, quando dal maestro passarono al suo fedele discepolo Francesco Melzi. Furono proprio gli eredi di Melzi a dare inizio alla dispersione di quell immenso materiale. Grandi responsabilità nel rimescolamento delle carte ebbe lo scultore seicentesco Pompeo Leoni che, con l intento di separare i disegni artistici da quelli tecnologici e di unificare le pagine scientifiche, smembrò i tomi originali, formando due grandi raccolte: il Codice Atlantico e i Fogli di Windsor. Leoni, seguendo lo stesso metodo, compose almeno altri quattro fascicoli. Dal 1637 al 1796 alcuni manoscritti furono custoditi a Milano, nella Biblioteca Ambrosiana, poi trafugati da Napoleone e riconsegnati, in parte, nel Oggi gli scritti e i disegni di Leonardo sono conservati in diversi luoghi, divisi in dieci raccolte distinte denominate Codici. IL CODICE ARUNDEL Si trova a Londra, nella British Library, ed è una raccolta di 283 carte di diverso formato, provenienti da manoscritti smembrati e incollati su fogli di supporto (28x18 cm). Molteplici gli argomenti trattati: studi di fisica e meccanica, studi di ottica e geometria euclidea, studi di pesi e di architettura; questi ultimi comprendono i lavori per la residenza reale di Francesco I a Ramorantin, in Francia. La maggior parte delle pagine è databile tra il 1478 e il IL CODICE ATLANTICO E conservato a Milano, nella Biblioteca Ambrosiana, e raccoglie disegni per buona parte databili tra il 1478 e il Diverse le discipline affrontate: matematica, geometria, astronomia, botanica, zoologia e arte militare. Oggi si presenta riordinato in dodici volumi, formati da 1119 fogli di supporto (65x44 cm). Il nome Codice Atlantico deriva dal fatto che in origine tutte le carte erano raccolte in un unico volume di grande formato, simile a quello degli atlanti. IL CODICE TRIVULZIANO Si trova a Milano, nella Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco, ed è un fascicolo composto da 55 carte (20,5x14 cm). In esso si trovano approfondimenti di architettura militare e religiosa, unitamente a pagine di studio che Leonardo, da autodidatta, dedicava alla sua formazione letteraria. La maggior parte delle pagine è databile tra il 1487 e il IL CODICE SUL VOLO DEGLI UCCELLI E conservato a Torino, nella Biblioteca Reale, ed è composto da 17 pagine (21x15 cm) databili intorno al Tratta principalmente del volo degli uccelli, che Leonardo analizza con un rigoroso approccio meccanico, così come studia la funzione dell ala, la resistenza dell aria, i venti e le correnti. IL CODICE ASHBURNHAM Si trova a Parigi, nell Institut de France, ed è costituito da due manoscritti cartacei (24x19 cm), convenzionalmente identificati con due numeri: 2037 (ex Codice B) e 2038 (ex Codice A). In origine facevano parte del Manoscritto A, da cui furono strappati nell Ottocento da Guglielmo Libri. Raccolgono principalmente studi pittorici (Ash. 2038) e studi diversi (Ash. 2037), che Leonardo eseguì tra il 1489 e il I CODICI DELL INSTITUT DE FRANCE Sono conservati a Parigi, nell Institut de France, e sono composti da dodici manoscritti cartacei, alcuni rilegati in pergamena, altri in pelle e altri ancora in cartone. Per convenzione sono denominati ciascuno con una lettera dell alfabeto, dalla A alla M, per un totale di 964 fogli. Hanno misure diverse: il più piccolo è il Codice M (10x7 cm) e il più grande è il Codice C (31,5x22 cm). Vari i temi trattati: arte militare, ottica, geometria, volo degli uccelli, idraulica. La maggior parte delle pagine è databile tra il 1492 e il 1516.

6 I CODICI LEONARDIANI I CODICI FORSTER Si trovano a Londra, nel Victoria and Albert Museum, e sono tre manoscritti cartacei, rilegati in pergamena, così denominati: Forster I (14,5x10 cm), Forster II (19,5x7 cm) e Forster III (9x6 cm). Raccolgono studi di geometria, pesi e macchine idrauliche, elaborati da Leonardo in diversi periodi, tra il 1493 e il IL CODICE LEICESTER Già denominato Codice Hammer, è stato acquistato nel 1994 da Bill Gates e fa parte della sua collezione privata. E un manoscritto cartaceo, rilegato in pelle, composto da 36 fogli (29x22 cm) dedicati in prevalenza a studi d idraulica e sui moti dell acqua ( ). Sono presenti anche approfondimenti di astronomia. I FOGLI DI WINDSOR Sono conservati nel Castello di Windsor e fanno parte della Royal Collection, la collezione d arte della famiglia reale britannica. Comprendono circa 600 disegni, non rilegati e di differente formato, contenenti studi di cavalli, anatomia e geografia, insieme a caricature e carte geografiche. Appartengono a diversi momenti della vita di Leonardo, databili tra il 1478 e il I CODICI DI MADRID Si trovano a Madrid, nella Biblioteca Nacional de España dove furono riscoperti nel 1966, e sono due manoscritti cartacei. Al fine di una rapida identificazione sono stati così denominati: Madrid I e Madrid II. La maggior parte delle pagine del Codice Madrid I, che comprende 192 fogli (21x15 cm) e raccoglie principalmente studi di meccanica, è databile tra il 1490 e il 1496; mentre le pagine del Codice Madrid II, che comprende 157 fogli (21x15 cm) dedicati a studi di geometria, sono databili tra il 1503 e il I TEMI LEONARDIANI L ACQUA L acqua, elemento fondamentale per Leonardo, fu spesso al centro dei suoi studi. Lo scienziato impiegò le sue conoscenze meccaniche nella realizzazione di opere di deviazione, rettificazione e regimazione dei corsi d acqua, pensando anche allo sfruttamento dell energia idraulica per attività produttive. Le competenze di Leonardo in materia matureranno molto durante il suo soggiorno in Lombardia ( ), dove esisteva una cultura dell idraulica assai più sviluppata. Gran parte degli studi leonardiani legati all acqua è rappresentata da progetti d imbarcazioni per rendere più spedita la navigazione e da soluzioni per galleggiare e nuotare senza fatica sopra e sotto l acqua. L ARIA Tra gli aspetti più affascinanti della ricerca leonardiana c è senza dubbio il volo. L interesse di Leonardo per questo tema cominciò durante il primo soggiorno milanese ( ) quando, spinto da giovanile entusiasmo, si dedicò alla progettazione di macchine volanti ad ala battente, capaci d imitare la struttura e il movimento propulsivo delle ali di un volatile. Tornato a Firenze nei primi anni del Cinquecento, Leonardo si dedicò con passione all osservazione degli uccelli, studiandone le tecniche di volo e la struttura corporea. Lo scienziato si rese conto che il volo meccanico era irrealizzabile. Si orientò, quindi, verso il volo librato, in cui la propulsione è affidata alle correnti aeree. LA GUERRA Gli interessi di Leonardo per le armi da fuoco risalgono prevalentemente al suo primo soggiorno milanese ( ), quando si trovava al servizio di Ludovico il Moro. Nei suoi taccuini, accanto a disegni di potenti armi da lancio e sistemi per superare gli ostacoli negli assedi, troviamo anche progetti di bocche da fuoco multiple, di sistemi di puntamento e di proiettili a ogiva. Il rendimento di queste armi, però, era fortemente limitato da difetti di natura metallurgica e strutturale. Le macchine da guerra di Leonardo documentano l avvenuto mutamento, alla fine del XV secolo, delle tecniche di guerra rispetto alla tradizione militare di stampo ancora medievale.

7 IL TEMA DELL ACQUA L ATTREZZATURA PER CAMMINARE SULL ACQUA Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 26r Milano, Biblioteca Ambrosiana Fausto Colombo, Angelo e Pietro Vassena, 1983 Leonardo descrive il suo disegno con le parole modo di camminare sopra l acqua, rappresentando un uomo nell atto di spostarsi sull acqua, dotato di due galleggianti attaccati ai piedi e di due racchette impugnate per potersi equilibrare con le braccia. Quest attrezzatura, sfruttando il ben noto principio di Archimede, permette all uomo che la utilizza di galleggiare, di essere stabile e di scivolare sull acqua. Le dimensioni dei galleggianti, infatti, sono tali da riuscire a muovere una quantità di acqua sufficiente a controbilanciare il peso dell uomo. Il sistema evidenzia il sogno di potersi muovere sull acqua in modo agevole come sulla terra ferma. IL PONTE GIREVOLE Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 855r Milano, Biblioteca Ambrosiana Fra i numerosi progetti di Leonardo volti a risolvere i problemi legati all attraversamento dei corsi d acqua c è un ponte girevole dal profilo parabolico, costituito da una sola campata. Il ponte, fissato a una delle due sponde mediante un perno verticale, può ruotare di novanta gradi per mezzo di due argani di manovra, collocati lateralmente sul terreno. La stabilità del ponte, durante lo spostamento, è assicurata da un cassone contenente pietre che fungono da contrappeso. La sezione di ponte che resta permanentemente appoggiata sul terreno è munita di ruote o rulli metallici che ne consentono l agevole e sicuro scorrimento.

8 IL TEMA DELL ACQUA IL BATTELLO A PALE Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 1063r Milano, Biblioteca Ambrosiana Riprendendo un iconografia già studiata dai suoi predecessori, Leonardo disegna alcuni scafi muniti di pale rotanti lunghe un braccio e mezzo, circa novanta centimetri, parzialmente immerse nell acqua e collegate a un ingegnoso sistema d ingranaggi. All interno dell imbarcazione sono montate due manovelle, mosse dalla forza di due vogatori posizionati sotto il ponte del natante, che trasmettono il moto a due coppie di ruote dentate: quelle con un diametro minore girano più velocemente di quelle più grandi, moltiplicando la velocità di rotazione delle pale e consentendo all imbarcazione di raggiungere una velocità di navigazione molto più elevata. L ESCAVATRICE Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 4r Milano, Biblioteca Ambrosiana Leonardo sviluppò i progetti di varie macchine per automatizzare, con elevatori a saliscendi, le operazioni di trasporto e scarico del terreno nello scavo dei canali. L escavatrice si presenta con un asse verticale attorno alla quale ruotano dei bracci posti orizzontalmente; alle estremità dei bracci si trovano le carrucole che consentono la salita e la discesa dei recipienti adibiti al trasporto del materiale di scavo. Il movimento è regolato attraverso delle corde passanti per un altra carrucola di comando. L apertura automatica del fondo dei recipienti, con relativo svuotamento, è azionata dalla variazione di tensione di un complesso sistema di cordicelle, mantenute in trazione dal peso stesso del materiale contenuto.

9 IL TEMA DELL ARIA LA MACCHINA VOLANTE Leonardo da Vinci, Manoscritto B, f. 74v Parigi, Institut de France Gli studi che Leonardo compie sul volo sono uno degli aspetti più affascinanti della sua ricerca, ispirati dal convincimento che i principi meccanici osservati in natura potessero essere riprodotti dall uomo. Il pilota della macchina volante è alloggiato in un semicerchio metallico, in posizione prona su di una piattaforma e, spingendo con i piedi su due pedali, attraverso un complesso sistema di corde e carrucole, mette in movimento due grandi ali. La maggior parte delle macchine volanti che Leonardo inventa è dotata di ali battenti e in esse si coglie tutta l emozione dei primi approcci al grande sogno dell uomo di dominare l aria. LA VITE AEREA Leonardo da Vinci, Manoscritto B, f. 83v Parigi, Institut de France F. Colombo, G. Valentini, Xilografia Nuova srl, 1991 In questo studio, sicuramente uno dei più conosciuti di Leonardo e fondato sull efficacia trattiva dell elica, in molti hanno voluto vedere una prima anticipazione del moderno elicottero. La vite aerea, con un diametro di cinque metri, fatta di canne, tela di lino e filo di ferro, è azionata dalla forza di quattro uomini che, per far ruotare l albero, corrono sulla piattaforma centrale e spingono con le mani sulle rispettive barre orizzontali. In un modello di dimensioni ridotte, l avvitamento può essere conseguito srotolando rapidamente una fune avvolta alla base dell asse verticale, come nel gioco del mulinello, già in voga ai tempi di Leonardo.

10 IL TEMA DELLA GUERRA IL CARRO A MANOVELLA Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 17v Milano, Biblioteca Ambrosiana IBM Italia, 1983 In questo progetto Leonardo studia un sistema di trasmissione del moto all assale delle ruote di un carro: funzione che, negli odierni sistemi di locomozione, viene svolta dal differenziale. Questo sistema di trasmissione del moto, utilizzato nel carro a manovella, è montato nella parte posteriore sotto un piano di legno. La ruota a pioli, azionata da una manovella, è disposta in orizzontale sopra a un asse a sezione quadra, che converge in modo perpendicolare con l asse delle ruote. La riduzione della resistenza di attrito nei perni, unitamente all incremento della forza umana attraverso un ingranaggio, fanno di questo studio un interessante esempio di applicazione di diverse conoscenze. IL CARRO ARMATO Leonardo da Vinci, Codice Arundel, f Londra, British Library Nel 1485 Leonardo progetta un carro coperto, con la forma di testuggine, corredato di torretta interna per l osservazione del campo di battaglia. La struttura presuppone anche un rivestimento con placche metalliche, per meglio svolgere la sua funzione protettiva. Nella parte sottostante della corazza, lungo l intero perimetro, è prevista una serie di cannoni in grado di sparare in ogni direzione, garantendo un ampio fuoco di copertura e di smantellamento delle linee nemiche. La locomozione del carro è affidata agli 8 huomini dell equipaggio che, muovendo gli ingranaggi collegati alle quattro ruote, possono farlo spostare in ogni direzione.

11 IL TEMA DELLA GUERRA LA MITRAGLIERA A TRE FILE DI CANNE Vinci (FI) Museo Leonardiano ( 2016) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 157r Milano, Biblioteca Ambrosiana Uno dei problemi che Leonardo affronta in campo militare è quello di aumentare il volume di fuoco e la rapidità di tiro. Egli progetta diversi tipi di mitragliere, tra cui la spingarda a organi. Su di un carro sono montate tre rastrelliere girevoli, con undici bocche da fuoco ciascuna, per un complesso di 33 scoppietti : mentre la prima spara, la seconda viene ricaricata e la terza si raffredda. L alzo di tiro è regolato da una vite senza fine, che permette alla mitragliera di assumere inclinazioni diverse per l angolo di gittata. Una paratia posteriore funge da sostegno e da blocco al corpo centrale, in modo da evitare che esso si giri su se stesso durante la scarica dei colpi. LA SCALA D ASSALTO Leonardo da Vinci, Codice Forster I 2, f. 46v Londra, Victoria and Albert Museum Il progetto proposto da Leonardo fa parte di alcuni studi sugli strumenti da utilizzare per la difesa e l attacco durante l assedio di una città. La scala d assalto, fissata a un cavalletto e costituita da una struttura mobile a elementi scomponibili, appoggiandosi sulle mura nemiche, permette alle truppe assalitrici di superare il fossato e penetrare dentro la città o il castello. Una vite senza fine, azionata da una manovella, mette in moto una grande ruota, in parte dentata, che, girando sul proprio albero, modifica l inclinazione e, di conseguenza, la lunghezza della scala. Una delle caratteristiche fondamentali di questa macchina è la sua stabilità.

12 IDEAZIONE E SUPERVISIONE Tommaso Ciccone ORGANIZZAZIONE GENERALE Paola Cioci, Piero De Nardis, Marco Frabotta, Paolo Pulciani, Maurizio Rinaldi GRAFICA E COMUNICAZIONE Tommaso Ciccone PROGETTO ESPOSITIVO Roberto Panfili PROGETTO TEMATICO Centro Internazionale di Studi e Documentazione Leonardo da Vinci ALLESTIMENTO Massimiliano Ferrante SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Veronica Rosati SUPPORTO TECNICO Ventura Berardi, Sante Ciolli, Fabrizio Di Giorgio, Luciano Porciati UFFICIO STAMPA Valentino Mingarelli MOSTRA ORGANIZZATA IN COLLABORAZIONE CON IL MUSEO LEONARDIANO DI VINCI GESTIONE E PROMOZIONE MOSTRA: Elena De Angelis, Silvia Imola, Matteo Molinari, Enzo Passamonti

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