Il commercio della Provincia di Firenze

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1 Report Il commercio della Provincia di Firenze Il quadro congiunturale al 31 Dicembre 29 Il consuntivo al I trimestre 21 Con il contributo di

2 AVVERTENZA I dati macro economici sono di fonte: Irpet Istituto di programmazione economica della Regione Toscana, ISAE, ISTAT, ConIstat, Unioncamere Toscana e Provincia di Firenze. I dati relativi alla demografia delle imprese della Provincia di Firenze sono di fonte: CCIAA di Firenze e ISTAT. RINGRAZIAMENTI Per l apprezzamento e il sostegno accordato a questa pubblicazione si ringrazia la Società Consortile Italia Comfidi. Un ringraziamento ai colleghi di Confesercenti Firenze che hanno contribuito alla realizzazione del report e, in particolare, ai Responsabili degli uffici territoriali per il complesso lavoro di estrazione dei dati contabili. RICONOSCIMENTI Il presente documento è stato redatto da Sauro Spignoli Ha collaborato alla realizzazione del III capitolo Mario Bucca Il report è disponibile su internet nel sito: Luglio 21 2

3 Indice. abstract 4.1 premessa 9 1. Gli indicatori macroeconomici La difficoltà della crescita L occupazione I consumi la demografia delle imprese Gli anni 25/ L anno Gli approfondimenti territoriali Il Mugello Valdisieve L Empolese Valdelsa 31 2,3,3 Il Chianti Valdarno 33 2,3,4 L Area Metropolitana Fiorentina 35 2,3,5 La Città di Firenze la performance delle imprese Il campione Il quadro congiunturale al 31 Dicembre Il consuntivo al 31 Marzo Le previsioni in corso di anno 51 Luglio 21 3

4 . ABSTRACT La presente pubblicazione costituisce il report congiunturale 31 Dicembre 29 consuntivo al I trimestre 21 dell Osservatorio economico di Confesercenti Firenze. Tale report ha come oggetto l analisi dell evoluzione delle vendite del commercio tradizionale relativamente all anno 29 e al I trimestre del successivo 21. L anno 29 si è chiuso pesantemente per l economia italiana con il PIL in flessione sia a livello nazionale che regionale e provinciale. Anche per conti pubblici i valori appaiono tutti di segno negativo. In tale contesto recessivo l occupazione continua a segnare il passo: incrementa il tasso di disoccupazione, la CIG, la ricerca della prima occupazione. Conseguenza diretta delle difficoltà economiche delle famiglie è la flessione dei consumi (-1,7% il calo della spesa registrato da Istat nel 29 sul 28). Tutto questo nonostante una dinamica piatta dei prezzi dei principali generi di consumo. Nonostante un contesto generale sfavorevole lo stock delle imprese dei settori commercio e turismo non flette. Il 29 sul precedente anno vede il commercio stabile (-,19%) e il turismo in crescita del 2,29%, ma il valore deve essere normalizzato per la differente composizione della classe nei due anni. In tale modo l aumento rimane ma limitato al solo punto percentuale. La stabilità del commercio è il risultato di dinamiche difforme di modesta oscillazione tra i vari ambiti territoriali mentre l incremento del turismo è appannaggio di tutti gli ambiti, ad eccezione dell Empolese Valdelsa. Il campione considerato per l analisi della performance delle imprese è costituito da 85 aziende associate a Confesercenti per le quali sono a disposizione i dati contabili. Tali aziende per poter entrare a far parte del campione devono rispondere a due requisiti: appartenere alle sezioni economiche del commercio e del turismo (codici Ateco G e H) e essere localizzate in Provincia di Firenze. Inoltre, come già avvenuto per le precedenti edizioni, è stato deciso di escludere dall analisi le aziende appartamenti al settore della distribuzione carburanti per la particolare tipologia di business di tali attività. Per quanto riguarda, invece, il secondo requisito la segmentazione territoriale è stata applicata per i seguenti settori merceologici: - aziende di commercio al dettaglio in sede fissa - pubblici esercizi/turismo Luglio 21 4

5 Sono stati esclusi dall analisi territoriale gli agenti di commercio e immobiliari, i grossisti e gli operatori su area pubblica, categorie per le quali il livello di indagine sub-provinciale risulta scarsamente significativo. La segmentazione territoriale è stata articolata in cinque ambiti: Chianti/Valdarno, Mugello/Valdisieve, Empolese/Valdelsa, Area Metropolitana, Città di Firenze. Firenze Chianti Mugello Valdarno/sieve Empolese Metropolitana Totale Classe Gruppo A A1 149 A2 5 B 22 C C C C D D D D E E F G Legenda E E E E E E E F1 42 F2 141 G G H A1/agenti di commercio, A2/agenti immobiliari, B/grossisti, C1/alimentaristi, C2/ortofrutta, C3/macellerie, D1/abbigliamento, D2/pelletteria, D3/biancheria, E1/erboristeria e profumeria, E2/beni per la casa e ferramenta, E3/cartoleria e giocattoli, E4/libri, E5/articoli fotografici e ottica, E6/elettrodomestici, E7/fiori/ E8/altri, F1/ambulanti alimentari, F2/ambulanti non alimentari, G1/bar, G2/ristoranti, G3/strutture ricettive Fonte: elaborazione Osservatorio su dati Confesercenti Il campione di imprese è compreso, come abbiamo già visto, nelle sezioni Ateco G51, G52 e H che complessivamente includono, per la provincia di Firenze, imprese. Luglio 21 5

6 La rappresentatività percentuale del campione sull intera popolazione è, pertanto, del 2,71%. Il fatturato complessivo del campione, alla data del 31 Dicembre 29 ammonta a un totale di , Euro pertanto inferiore a quello del precedente anno risultato, per lo stesso periodo, di , euro segnando, per questo, una variazione tendenziale negativa a valori correnti del -6,% La variazione complessiva al 31 Dicembre 29 risulta, pertanto, in leggero recupero rispetto al valore statisticato al 3 Settembre dello stesso anno (-8,23%) che, ricordiamolo, ha rappresentato la peggior performance mostrata dal campione in tutta la sua serie storica (anni 23/29). Al 31 Dicembre 29 praticamente tutte le categorie si presentano in flessione rispetto al precedente anno. Le peggiori performance sono appannaggio delle classi: elettrodomestici/e6 (- 19,7%), commercio all ingrosso non alimentare/b2 (-16,95%), agenti immobiliari/a2 (-12,11%). Le prime due classi mostrano un deciso peggioramento nel 29 rispetto agli anni precedenti. Mentre nel caso della terza si tratta di una ulteriore conferma dei valori negativi. Nel caso degli elettrodomestici, possiamo dire anche, che si viene a conclamare la crisi degli esercizi di piccole dimensioni di tale settore. Variazioni negative superiori al valore medio ma al di sotto, o in prossimità, della doppia cifra mostrano i settori: intermediazione commerciale/a1 (-1,2%), attività ricettive/g3 (- 1,4%), ingrosso alimentare/b1 (-7,25%), articoli in pelle/d2 (- 8,53%), libri/e4 (-8,45%), fiori/e/7 (-8,99%), ambulanti alimentari/f1 e non alimentari/f2 (rispettivamente -7,16% e -9,26%), ristorazione/g2 (-7,99%). Molte di queste percentuali risultano conferme a situazioni da tempo conclamate (se vogliamo la pur pesante variazione del settore ricettivo è, comunque, in recupero) quali: le attività ricettive, appunto, gli articoli in pelle, i libri; altre percentuali aggravano lo standard abituale dei settori a cui si riferiscono (l intermediazione del commercio, l area pubblica, la ristorazione). Variazioni prossima all indice generale evidenziano i settori: abbigliamento/d1 (- 6,27%), beni per la casa/e2 (-6,68%), cartoleria, giocattoli/e3 (-6,46%). Variazioni migliorative rispetto al valore medio, ma, comunque negative, risultano per i settori: alimentari/c1 (-4,54%), ortofrutta/c2 (-1,1%), pescheria, macelleria/c3 (-,71%), biancheria intima/d3 (-,84%), bar/g1 (-1,7%). Variazioni, infine, piatte o di segno positivo mostrano le classi: profumeria/erboristeria/e1 (6,7%), ottica/e5 (,4%), altri prodotti non classificati/e8 (4,34%). Di questi segmenti occorre mettere in evidenza a spiegazione delle loro tendenze soprattutto la loro natura di prodotto di nicchia (potremmo Luglio 21 6

7 parlare in tale modo anche del settore della pescheria/macelleria ormai) o del fattore compensativo che più prodotti offrono all interno di una stessa classe (E8). Ad eccezione di Chianti Valdarno che, pur in territorio negativo si conferma l area più performante, Città di Firenze, Area Metropolitana Fiorentina, Mugello Valdisieve e Empolese Valdelsa propongono differenze delle rispettive percentuali assai più modeste del passato. Al tempo stesso tali indici generali risultano, all interno di ogni territorio, la media di valori/classi assai difformi. L area Chianti Valdarno mostra una variazione complessiva del fatturato del suo campione di imprese tra gli anni 29/28 del -1,24% mentre Mugello Valdisieve e Empolese Valdelsa peggiorano i propri valori al -6,57% e 5,86%. Il contemporaneo miglioramento dell indice di Area Metropolitana (-4,96%) e Città di Firenze (- 6,11%) determina l avvicinamento tra le varie percentuali. La lettura di un consuntivo al I trimestre di un anno deve sempre essere fatta con prudenza. Tale prudenza è bene tenerla presente sia in relazione alla dinamica che si è nel periodo prodotta e sia, ma soprattutto, alle prospettive che i valori del consuntivo possono suggerire. Il fatturato complessivo del campione, alla data del 31 Marzo 21 ammonta a un totale di , Euro pertanto inferiore a quello del precedente anno risultato, per lo stesso periodo, di , euro segnando, per questo, una variazione tendenziale negativa a valori correnti del -3,91% Le variazioni tendenziali delle singole classi mettono in evidenza percentuali più significativamente negative per il settore del turismo (bar al -8,65%, ristoranti al - 8,23% e strutture ricettive al -8,23%), per beni per la casa (-6,31%), cartoleria (-9,39%). Importante anche la sofferenze del settore alimentare (-12,54%) mentre buone le performance del settore moda (-1,8% l abbigliamento e +3,21% la biancheria intima) ad eccezione dei generi di pelletteria (-7,97%). Confermano performance piatte alcuni settori nicchia: le macellerie/pescherie (-,76%), l ottica (,62%). Gli ambulanti, infine, mantengono il territorio negativo: -2,2 per il settore su area pubblica alimentare e 4,86 per quello non alimentare. Obiettivo del paragrafo è quello di fornire, per classi, una quadro previsionale relativo all arco temporale coperto dai due trimestri centrali dell anno. Tali previsioni saranno espresse dalle percentuali corrispondenti alle variazioni tendenziali del periodo 1 Aprile 21 3 Settembre 21 rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Esse sono il risultato di una media comparata tra la serie storica delle variazioni tendenziali del periodo e le variazioni stagionali dei trimestri in esame dell anno precedente attribuendo alle due variabili uguale peso. Luglio 21 7

8 Classi Annuale 29 I trimestre 21 Previsioni al 3 Settembre A1-1,6-9,5 A2-12,11-4,42-12,6 B1-7,25-14,43-11,34 B2-16,95-1,28-15,12 C1-4,54-12,54-5,98 C2-1,1-3,95-6,8 C3 -,71 -,78 1,2 D1-6,27-1,8-6,14 D2-8,53-7,97-9,1 D3 -,84 3,21-2,1 E1 6,7-1,6-2,22 E2-6,68-6,31-3,45 E3-6,46-9,39-6,76 E4-8,45-1,39-1,4 E5 -,4,62,8 E6-19,7-9,29-11,44 E7-8,99 2,41-13,29 E8 4,34 4,9-1,18 F1-7,16-2,2-3,14 F2-9,2-4,86-2,68 G1-1,7-8,65-2,29 G2-7,99-8,11-4,93 G3-1,4-8,23-1,2 totali -6-3,91-6,77 Legenda A1/agenti di commercio, A2/agenti immobiliari, B/grossisti, C1/alimentaristi, C2/ortofrutta, C3/macellerie, D1/abbigliamento, D2/pelletteria, D3/biancheria, E1/erboristeria e profumeria, E2/beni per la casa e ferramenta, E3/cartoleria e giocattoli, E4/libri, E5/articoli fotografici e ottica, E6/elettrodomestici, E7/fiori/ E8/altri, F1/ambulanti alimentari, F2/ambulanti non alimentari, G1/bar, G2/ristoranti, G3/strutture ricettive Fonte: elaborazione Osservatorio su dati Confesercenti La stagionalità della tendenza vede ormai in peggioramento i valori nei mesi centrali dell anno. Anche per il 21 possiamo confermare questo stato di cose. La previsione, pertanto, è di segno negativo con un indice generale al -6,77%. Tra le classi in parziale recupero si segnalano gli ambulanti alimentari (-3,14%) e non alimentari (--2,29%). Anche la percentuale che mostrano le strutture ricettive pur di chiaro segno negativo presenta alcuni punti negativi in meno (la previsione è del - 1,2%). Luglio 21 8

9 .1 PREMESSA La presente pubblicazione costituisce il report congiunturale 31 Dicembre 29 consuntivo al I trimestre 21 dell Osservatorio economico di Confesercenti Firenze. Tale report ha come oggetto l analisi dell evoluzione delle vendite del commercio tradizionale relativamente all anno 29 e al I trimestre del successivo 21. La specificità delle analisi del report sta, soprattutto, nel basarsi su dati reali ricavabili dalle imprese che hanno in deposito le scritture contabili presso gli uffici di Confesercenti Firenze e dall incrocio tra questi ultimi e gli indicatori macro economici forniti da fonti esterne all Osservatorio. Tale specificità rappresenta, pertanto, il tratto qualificante e distintivo dei report, ma perché ciò sia tale occorre prioritariamente che il campione di imprese sia costantemente monitorato sia per ottemperare al naturale turn over che alla necessità di coerenza tra un campione e l altro. Il campione utilizzato nella presente pubblicazione risulta integrato da un significativo numero di imprese in contabilità ordinaria; per questo, oltre che per una sua maggiore disaggregazione settoriale, territoriale e tipologica, consente sia un utilizzo generalista, come in questo caso, sia uno più specificatamente tematico, settoriale, territoriale. Il presente report è articolato in tre capitoli. Nel primo viene svolta una analisi di sintesi del contesto generale relativo all anno 29 e del corrente anno 21 con uno specifico riferimento alle dinamiche nazionali della produzione industriale, delle esportazioni, dell occupazione e dell inflazione nonché alcuni elementi di valutazione sul fronte della domanda, in particolare, relativamente ai consumi e alla fiducia delle famiglie. Nel primo capitolo si affronta, anche, il settore della distribuzione in Italia e in Toscana soprattutto in relazione alle dinamiche delle vendite del commercio al dettaglio disaggregato per tipologia e settore merceologico. Il secondo capitolo ha affrontato invece, l analisi della demografia delle imprese dei settori commercio e turismo della Provincia di Firenze. In particolare, utilizzando la serie storica rappresentata dagli anni 1998/28, è stata messa in evidenza la tendenza dello stock e dei flussi attraverso i diversi valori assunti dai tassi di mortalità e natalità e dai relativi tassi di sviluppo e turnover. E stato successivamente realizzato uno specifico focus per l anno 29 anche attraverso una disaggregazione dell analisi per gli ambiti territoriali in cui tradizionalmente è articolata la Provincia di Firenze. Luglio 21 9

10 Nel terzo capitolo, infine, è stata realizzata l analisi della performance delle imprese dei settori commercio e turismo attraverso un campione di aziende di cui gli uffici territoriali di Confesercenti hanno i dati contabili a disposizione. In specifico è stata presa in esame le variazioni tendenziali del fatturato al 31 Dicembre 29 e al 31 Marzo 21 rispetto allo stesso periodo del precedente anno disaggregate per categorie e ambiti territoriali. Sono state, inoltre, prodotte le nostre previsioni in corso di anno relativamente ai fatturati delle imprese del nostro campione. Luglio 21 1

11 1. GLI INDICATORI MACROECONOMICI L economia europea ha strutturalmente una capacità di crescita modesta, fattore naturale se determinato dalle convenzioni sociali che caratterizzano i paesi costruiti su valori democratici e caratterizzati da un efficiente sistema welfare. All interno di tale sistema, tuttavia, l Italia ha sempre avuto tassi annuali di crescita inferiori se rapportati agli stati considerati benchmark (Francia, Germania, Spagna, UK). Negli anni 199/27 il tasso medio di crescita italiano è stato di poco superiore al punto percentuale mentre le nazioni benchmark hanno avuto valori di crescita comprese tra i due punti e i due punti e mezzo percentuali. E evidente che la bassa crescita italiana è imputabile non tanto ai fattori condivisi di socialità quanto alle proprie inefficienze e alla reiterata mancanza di scelte di discontinuità sui grandi temi della spesa pubblica, ma anche rispetto alla scelta tra accumulo patrimoniale o investimento in innovazione. Un sistema paese pubblico/privato che si guarda ormai sistematicamente alle spalle. Il ridotto tasso di crescita ha avuto per anni, al suo interno, una componente in qualche modo artificiale: la svalutazione della moneta nazionale che ha favorito l apprezzamento delle nostre merci all estero ed è stato, inoltre, in parte compensato dall accumulo del debito pubblico. 1.1 Le difficoltà della crescita. Il PIL. L indicatore macro economico principale utilizzato per individuare il tasso di crescita di un paese è solitamente il Prodotto Interno Lordo (PIL), cioè: il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all'interno di un Paese in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno) e destinati ad usi finali. L indice sintetico della variazione tendenziale degli anni 27, 28 e 29 mostra nel caso i cui l ambito territoriale sia l intero sistema paese o quello regionale e provinciale una tendenza omogenea. Luglio 21 11

12 Figura 1. PIL Italia, Toscana, Firenze ,5 1,7 1,5-1,3-1,2-1 -3,8-5 -4, Italia Toscana Firenze Fonte: elaborazione Osservatorio si dati Istat e Irpet I valori percentuali si posizionano, infatti, in territorio positivo per i tre ambiti territoriali nel 27 con percentuali tra loro assai omogenee (Italia e Provincia di Firenze 1,5%, Toscana 1,7%). Controrimbalzano in territorio negativo l anno successivo mantenendo anche in questo caso differenze racchiuse entro pochi decimali (-1,3% Italia, -1,2% Toscana, -1,% Firenze). Nel 29, cioè nel momento in cui la flessione diventa più significativa, la differenza percentuale tende ad allargarsi a vantaggio dei sistemi territoriali locali e, soprattutto di Firenze (-5% Italia, -4,7% Toscana, -3,8% Firenze). Dunque: nel momento in cui la crisi si fa più acuta Firenze riesce a meglio compensare le perdite pur alla luce di un dato negativo di significativa percentuale. A livello nazionale cosa ha determinato, nel 29, una flessione di 5% percentuali del PIL sull anno precedente già in flessione rispetto a quello ancora prima? Analizzata per aggregati/aree territoriali lo stato delle cose risulta questo: - nel NO si registra la maggior flessione (-6,1% ) determinata dalla perdita delle unità lavoro e dalla produttività e a livello settoriale dalla crisi dell industria (-15%); - nel NE il PIL diminuisce del 5,6% per gli eguali fattori del NO anche se a percentuali leggermente inferiori; - nel Centro il PIL flette del 3,9% - è la ripartizione geografica meno colpita grazie ad una flessione più ridotta (!) del sistema industriale (-1,4%) ; - nel Sud la flessione del Pil rimane sotto il valore nazionale al -4,1% I fattori principale di criticità del PIL, pur con valori diversificati a seconda della ripartizione territoriale, sono dunque riscontrabili nella dinamica delle ULA (unità lavorativa anno) e, settorialmente, nel sistema industriale in forte deficit. La criticità della domanda interna e internazionale si riflette su tutti i settori. E per questo che un sistema bloccato sul fronte della domanda interna incontra problemi a Luglio 21 12

13 compensare tali difficoltà attraverso le esportazioni. Eppure nel 29 se la Toscana riesce a produrre qualche decimale in meno di valore negativo è proprio grazie al miglior apprezzamento delle sue merci all estero (ma la Toscana aveva subito maggior caduta nel 28!). Non diversamente si è comportata la Provincia di Firenze nel 29 maggiormente performante come abbiamo visto in termini di PIL (in questa sorta di gara alla meno realizza una flessione del solo 3,8%). Tale percentuale negativa è soprattutto determinata, anche nel caso fiorentino, dalla vistosa crisi del settore produttivo (-2,1%). La componente estera alla determinazione del prodotto flette del -6,5%, ma ugualmente in flessione la domanda interna soprattutto drenata dalla riduzione degli investimenti (-11,3%). I consumi segnano una variazione negativa pari al -1,8% principalmente dovuta alla flessione dei beni durevoli (cessa la fase espansiva del credito al consumo). Flette anche la spesa turistica (-1,3%). Detto delle perdite della produzione industriale in generale in Toscana (-2,1%) preoccupante è la persistente contrazione del settore manifatturiero, settore che progressivamente riduce il proprio peso ora al 17,3%, percentuale assai inferiore alla media nazionale. Si riduce anche l attività edilizia (-6,5% del valore aggiunto). Il settore terziario limita le perdite al -1,6% - è il principale fattore di tenuta - ma grazie alle componenti che poco risentono delle fluttuazioni cicliche: pubbliche amministrazioni, istruzione, servizi socio sanitari. L occupazione mette in evidenza una contrazione degli occupati del 1,9%. Aumenta il tasso di disoccupazione di mezzo punto e diminuisce quello di occupazione di 1,2%. La disoccupazione si concentra nell industria (-13,%). Il 29 si è chiuso pesantemente per i conti pubblici: il rapporto deficit/pil si è attestato al 5,3%, il saldo primario è andato in territorio negativo al -,6% mentre il rapporto debito/pil è salito al 115,8%. Per quanto riguarda il 21 abbiamo già il rilevamento Istat nazionale relativo al I trimestre che segna un incremento del PIL dello,5% tendenziale e dello,4% congiunturale. In termini previsionali sull intero anno abbiamo tali ipotesi. Luglio 21 13

14 Figura 2. PIL ,1 1,9,8,7,6,5,4,3,2,8,1 Italia Toscana Firenze,6 1 Fonte: elaborazione Osservatorio si dati Istat e Irpet Secondo chi scrive si tratta di previsioni che andranno riviste al ribasso. Ma su questo occorre fare un ragionamento generale. La crescita intorno al punto percentuale/anno non basta più. Uscire dalla crisi con una dinamica di crescita quale quella che ha preceduto la crisi stessa vuol dire tenere nel guado di difficoltà e turbolenze questo paese per anni. 1.2 L occupazione Le dinamiche dell occupazione o meglio le costanti difficoltà occupazionali sommate alla crescita piatta, unite tra loro come in una sorta di corto circuito, non determinano, nel medio periodo, nessuna ipotesi di incremento dei consumi. I dati provvisori di Maggio 21 parrebbero indicare un certo raffreddamento della caduta di questo decisivo indicatore macroeconomico. In realtà il confronto tendenziale con lo stesso mese dell anno precedente mostra variazioni negative di rilevante entità: aumenta il tasso di disoccupazione del 1,2%, la percentuale delle persone in cerca di occupazione del 15,5%, ma, anche, la disoccupazione giovanile (+4,7%) portando il relativo tasso al 29,2%. Nel periodo temporale maggio 29/21 flette costantemente il numero degli occupati Luglio 21 14

15 Figura 3. Occupati Fonte: Fonte: elaborazione Osservatorio si dati Istat e il numero delle persone in cerca di occupazione Figura 4. Cerca occupazione Fonte: Fonte: elaborazione Osservatorio si dati Istat con la conseguente crescita costante mensile del tasso di disoccupazione Luglio 21 15

16 Figura 5. Tasso di disoccupazione Fonte: Fonte: elaborazione Osservatorio si dati Istat che guadagna, mese dopo mese, 1,2 punto percentuale tra maggio 29 e maggio 21. Anche in Toscana la crisi dell occupazione ha prodotto e continua a produrre effetti negativi. Le analisi di Irpet ci dicono che la domanda di input di lavoro, si è ridotta di circa 35 mila unità nel 29 e potrebbe perderne altre 35 mila nel corso del 21, giungendo complessivamente a circa 8 mila unità di lavoro in meno dai massimi del 27. A questo si aggiunga che, nonostante il massiccio ricorso alla cassa integrazione, la disoccupazione potrebbe superare la soglia del 7% già entro il 21. Cosa potrebbe succedere nel breve/medio periodo? Secondo un recente studio di Bankitalia le prospettive non sono rosee. L esperienza passata, soprattutto in Paesi come l Italia e quelli dell Europa occidentale, mostra come l occupazione si adegui con ritardo agli andamenti della produzione. E pertanto probabile che nella prima metà del 21 il numero degli occupati si riduca ulteriormente e che rimanga su livelli relativamente bassi nella seconda metà dell anno e nel 211 anche nel caso di una significativa ripresa della produzione. In termini numerici questo significa che, se la relazione tra il Pil e l occupazione in Italia continui a seguire gli andamenti osservati in passato, e assumendo che il Pil cresca dello,7% nel 21 e dell 1,4% nel 211 come nelle previsioni della Commissione Europea, alla fine del 211 i livelli di output saranno del 4,8% più bassi rispetto al primo trimestre del 28. Date queste stime, si può prevedere che l input di lavoro si contrarrà nello stesso periodo quasi nella stessa misura, con un calo complessivo del 4,5%. 1.3 I consumi Il rilevamento Istat sulla spesa media mensile per famiglia nel 29 indica che essa e' pari, in valori correnti, a euro con un calo del -1,7% rispetto al precedente anno. Luglio 21 16

17 Tale variazione incorpora sia la dinamica inflazionistica, sia la diminuzione del valore del fitto figurativo (-1,1%). Dunque la riduzione della spesa media mensile per consumi in termini reali appare alquanto significativa. Il valore mediano della spesa mensile per famiglia, cioè quello al di sotto del quale si colloca la spesa della metà delle famiglie residenti, e' pari a 2.2 euro (-2,9% rispetto al 28 in termini nominali), accentuando la flessione osservata in termini di valore medio. La contrazione della spesa per consumi appare particolarmente evidente tra le famiglie con livelli di spesa medio - alti. La spesa media mensile diminuisce pur in presenza di un deciso raffreddamento dei prezzi al consumo, dinamica tuttora in essere. Figura 6. Indice NIC Fonte: Fonte: elaborazione Osservatorio si dati Istat L indice NIC relativo al periodo Giugno 29/Maggio 21 mostra una variazione tendenziale rispetto ai dodici mesi precedenti in incremento dello,8%. Tale modesto incremento è dovuto specificamente ad alcune voci. Luglio 21 17

18 Figura 7. Indice NIC Fonte: Fonte: elaborazione Osservatorio si dati Istat Mettendo in relazione l incremento percentuale con il peso della singola voce rispetto al totale (è vero che l istruzione incrementa del 2,4% ma ha un peso modesto nel complesso delle voci anche se possiamo, dire che tale peso limitato è funzionale ad una utenza ridotta e che, pertanto, per quella utenza tale incremento diventa significativo perché si scarica tutto su essa) possiamo mettere in evidenza la voce trasporti e alimentari (,6% e,5% di incremento ma sulle voci a maggio peso). Si tratta, comunque, di valori che implicano una dinamica inflazionistica praticamente piatta. Aumentano di poco e niente i prezzi al consumo ma calano gli acquisti, che, quindi, flettono essenzialmente di quantità, pur alla luce di alcuni incrementi delle retribuzioni. L ultimo dato Istat Maggio 21 ci dice che rispetto allo stesso mese dell anno precedente le retribuzioni sono aumentate del 2,5%. Quindi ben oltre l inflazione. Eppure esso non ha determinato come nei mesi precedenti nessun effetto benefico sui consumi. Principalmente per la natura stessa del dato statistico. Perché si parla di una retribuzione che include tutto (anche ad esempio, una voce molto frequentata come gli incentivi all esodo); perché si parla di un valore medio che non tiene conto dei lavoratori in CIG ( in genere a bassa retribuzione per cui si viene a alzare i valori su cui si costruisce la media) e perché, infine, si parla di retribuzioni lorde e, quindi, di incremento lordo. Luglio 21 18

19 Vi sono anche altri fattori, ovviamente più legati alla fiducia e all orientamento al risparmio dei consumatori, ma, di fatto, le retribuzioni non vengono a rappresentare, ad oggi, nessun vòlano per i consumi. Luglio 21 19

20 2. LA DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE In questo capitolo viene trattata la demografia delle imprese attraverso le due variabili di analisi rappresentate dalle dinamiche negli anni dello stock e dei flussi. L analisi racchiude l arco temporale 25/28 con un ulteriore approfondimento relativamente al Gli anni 25/28 L analisi relativa alla demografia delle imprese del settore commercio (categoria Ateco G5, G51, G52) e turismo (codice Ateco H) è stata realizzata sia per quanto riguarda la dinamica dello stock che dei flussi relativamente alla serie storica inclusa negli anni 1998/28. Il saldo complessivo delle classi mostra una variazione positiva di 16 imprese determinata da una flessione del gruppo G di 976 unità e da un incremento del gruppo H di 1136 unità. Figura 8. Variazione dello stock anni 1998/28. Valori assoluti. Migliaia 29, ,75 28,5 28, ,75 27,5 27,25 27 anno anno anno 2 anno 21 anno 22 anno 23 anno 24 anno 25 anno 26 anno 27 anno 28 6,5 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1,5 Migliaia G H G H Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Nel corso degli ultimi dieci anni il gruppo G - commercio mostra un andamento top down caratterizzato da una moderata crescita tra gli anni 1999/23 che diventa più Luglio 21 2

21 intensa nel successivo 24 (anno di maggior imprese iscritte della serie storica) per poi da tale anno flettere in maniera più decisa nel corso degli anni successivi. In particolare è da segnalare la flessione dell anno 27 (2799 unità) sul precedente 26 (28761 unità). A contrario il gruppo H turismo negli stessi anni mostra una dinamica contrassegnata dal costante incremento dello stock. Percentualmente lo stock per quanto riguarda il settore commercio flette tra gli anni 1998/28 del -3,5% mentre lo stock del settore turismo incrementa del 24,16%. Pur tendendo conto del diverso apprezzamento delle percentuali in base ai valori assoluti di riferimento dobbiamo constatare una flessione di contenuta entità nel caso del commercio e un deciso incremento per quanto riguarda il turismo. Figura 9. Variazione dello stock anni 1998/28. Percentuali. 3,5 3 2,5 2 1,5 1,5 -,5-1 -1,5-2 -2,5-3 -3,5 99 su 98 1,3 1 -,98 su 99 2,28,37,28 1 su 2,97 2 su 1 2,47 -,3 3 su 2 2,29,12 4 su 3 2,87 1,3 5 su 4 2,6-1,27 6 su 5 3,18 -,4 7 su 6,22-2,75 8 su 7 1,6 7 -,44 G H Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze La serie storica mostra, anche, un trend in costante territorio positivo per quanto riguarda il turismo e variazioni del commercio, invece in territorio negativo o, appiattite sul valore zero. Pur con diverse percentuali le dinamiche dei settori per quanto riguarda le variazioni tendenziali dello stock disegnano linee sostanzialmente omogenee. E evidente, quindi, che insistono su tali imprese fattori congiunturali esogeni che ne condizionano il risultato finale anche se con diverse intensità: meno cogenti per il settore turismo, più incisive per quello del commercio. Essendo l insieme dei fattori esogeni non difformi la diversa intensità di percezione è, sostanzialmente dovuta, alla difforme permeabilità che i settori esprimono. Gli elementi di criticità sono, pur con qualche cautela, misurabili attraverso l analisi dei flussi e cioè del tasso di natalità (il rapporto tra le imprese di nuova iscrizione e il totale di quelle registrate di un dato anno), mortalità (il rapporto tra le imprese Luglio 21 21

22 cessate e il totale di quelle registrate di una dato anno), sviluppo (la differenza tra il tasso di natalità e mortalità), turnover (la somma tra il tasso di natalità e mortalità). La serie storica in nostro possesso mostra, per il settore commercio, un tasso di natalità complessivamente piatto e, invece, un tasso di mortalità decisamente più volatile. Figura 1. Serie storica tasso di natalità/mortalità 1 9,5 9 8,5 8 7,5 7 6,5 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1, tn 5,59 5,65 5,74 5,15 5,17 4,75 4,52 5,4 5,5 5,15 5,18 tm 7,27 6,78 5,59 6,7 6,22 5,63 4,51 5,4 7,1 9,52 7,3 tn tm Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Il tasso di natalità mette in evidenza, infatti, tra gli anni 1998/28 una oscillazione contenuta entro il punto percentuale (5,59% nel 1998 e 4,52% nel 24). Il tratto di mortalità mostra, invece, una dinamica assai più oscillante racchiusa entro una forchetta decisamente più ampia ((5,51% del 24 e 9,52% del 27). Ad eccezione di 3 anni (2, 24 e 25) in cui i valori risultano praticamente identici il tasso di natalità si mostra sempre inferiore a quello di mortalità e, pertanto, il consequenziale tasso di sviluppo presenta valori costantemente posizionati in territorio negativo. Luglio 21 22

23 Figura 11. Serie storica tasso di sviluppo.,5 -,5 -,15,1-1 -1,13 -,92-1,5 -,88-1,5-2 -1,68-1,96-2,12-2,5-3 -3,5-4 -4,5-4,37-5 anno 98 anno 99 anno anno 1 anno 2 anno 3 anno 4 anno 5 anno 6 anno 7 anno 8 Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze L analisi del tasso di sviluppo mette in evidenza alcuni fattori chiave: - tra gli anni 1998/25 una contenuta oscillazione negativa contenuta entro il punto percentuale - una decisa flessione della percentuale tra gli anni 26/28 posizionata a due punti percentuali in territorio negativo - una più decisa flessione del tasso nel 27 trainata, tuttavia, anche da una probabile ripulitura degli archivi Ipotizzando un tasso di natalità medio determinato dalla somma dei tassi annuali della serie storica e rapportando lo stesso ai singoli tassi annuali si ottiene la seguente figura: Luglio 21 23

24 Figura 12. Serie storica tasso di turnover. tn 6,5 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1, Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Ponendo l asse di intersecazione al valore dell indice medio si viene a mettere in evidenza la tendenza performante degli anni 1998/21 e stabile degli anni 25/27. Si nota, pertanto, un consolidamento delle imprese annuali che si iscrivono alla Camera di Commercio. Il problema è che a tale consolidamento corrisponde un incremento delle imprese che, annualmente, cessano. Figura 13. Serie storica tasso di mortalità/valore medio tm Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Luglio 21 24

25 Infatti la percentuale del tasso di mortalità supera abbondantemente quella dell indice medio negli ultimi anni 27 e 28. Prendiamo, a titolo esemplificativo l anno 28. La variazione sul 27 dello stock abbiamo già visto risulta di modesta percentuale negativa (-,44%) che, in valori assoluti, corrisponde ad una flessione di 123 imprese. Ma il tasso di sviluppo sta, invece, al -2,12%. Questo vuol dire che il saldo tra le imprese iscritte e quelle cessate nel corso dell anno 28 è, a valori assoluti, di -59 unità. Questo sta a dire che a mobilità in corso di anno delle imprese appare in incremento e che, probabilmente effetto e, insieme, conseguenza di tale maggior mobilità dovrebbe risultare l accorciamento della vita media delle imprese. Ulteriori informazioni può fornire l analisi del tasso di turnover. Figura 14. Serie storica tasso di turnover/valore medio tn 5,59 5,65 5,74 5,15 5,17 4,75 4,52 5,4 5,5 5,15 5,18 tm 7,27 6,78 5,59 6,7 6,22 5,63 4,51 5,4 7,1 9,52 7,3 tt 12,9 12,4 11,3 11,2 11,4 1,4 9,3 1,1 12,1 14,7 12,5 tn tm tt Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Il tasso di turnover è determinato, nei suoi valori percentuali, dal trend del tasso di mortalità risultando, nel corso degli anni, il tasso di natalità decisamente piatto. La risalita degli ultimi anni (12,5% nel 28) è, pertanto il frutto del incremento del tasso di mortalità. Un consolidamento di questi valori (tasso di natalità al 5% di mortalità al 7% e, quindi, di sviluppo al -2% e di turnover al 12%) che è prevedibile anche per gli anni 29/21 viene a significare: - la tenuta complessiva dello stock caratterizzata da un fenomeno di erosione annuale ma non di decisa flessione - il fenomeno di entrata/uscita dal sistema impresa di un numero ormai stabilmente elevato di aziende L analisi della tipologia di impresa consente anche di ipotizzare la struttura delle imprese e collegarla al fenomeno di entrata/uscita. Luglio 21 25

26 Tra gli anni 26/28 lo stock delle imprese del commercio è diminuito di 894 imprese. Questa flessione complessiva è determinata da una riduzione delle ditte individuali (-2,59%), delle società di persone (- 3,88%) e da un incremento delle società di capitale (2,5%). Dunque la criticità complessiva del settore deprime le imprese meno strutturate, ma, percentualmente, apprezza quelle a maggior struttura aziendale. Per quanto riguarda, invece, il settore turismo la serie storica in nostro possesso mostra sia il tasso di natalità che di mortalità caratterizzati da una linea decisamente volatile. In flessione ambedue tra gli anni 1998/24; in dinamica piatta negli anni successivi il tasso di natalità e, al contrario, top down quello di mortalità. Figura 15. Serie storica tasso di natalità/mortalità. Turismo 8 7,5 7 6,5 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1, tm 5,87 4,97 4,33 4,5 4,7 4,4 3,15 5,73 4,61 7,48 6,73 tn 7,1 5,71 4,83 3,33 3,78 3,69 2,61 3,3 3,13 3,12 3,17 tm tn Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Il tasso di natalità mostra un decisa flessione tra gli anni 1998 e 21 passando dal 7,1% al 3,33% per rimane, nei successivi anni, su tali valori. Al contrario il tasso di mortalità presenta una dinamica più volatile e comunque n incremento negli ultimi anni della serie storica (7,48% nel 27 e 6,73% nel 28). Di conseguenza il tasso di sviluppo si presenza diffusamente di segno negativo. Luglio 21 26

27 Figura 16. Serie storica tasso di sviluppo turismo ts 2 1, 5 1,5 -,5-1 -1,5-2 -2,5-3 -3,5-4 -4, ts 1,23,74,5 -,72 -,29 -,35 -,54-2,7 1,48-4,36-3,56 Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze In realtà possiamo dire che il valore tra gli anni 1999 e 24 è decimante piatto essendo il risultato sia di segno negativo che positivo sotto il punto percentuale. A causa della dinamica altalenante del tasso di mortalità cresce nel successivo 26 (1,48%) per poi posizionarsi decisamente in territorio negativo negli anni 27 e 28 ( (-4,36 nel 27 e -3,56 nel 28). Gli ultimi anni della serie sono, pertanto, caratterizzati da un incremento del tasso di mortalità che posiziona, in maniera decisa, il tasso di sviluppo in territorio negativo pur alla luce di un incremento costante dello stock. La spiegazione di questa apparente discrasia è di natura strettamente tecnica legata alle modalità di estrazione e al diverso confronto tra imprese attive (quelle dello stock) e registrate (quelle funzionali alla definizione dei tassi). Si tratta di diversi aspetti e modalità. Per questo motivo una corretta analisi della demografia di impresa va effettuata attraverso una serie storica quantitativamente rilevante. L ipotesi plausibile, per il periodo 29/21, è quella della fine del ciclo espansionistico dello stock per quanto riguarda le imprese del turismo Avremo, pertanto, una probabile stabilizzazione/erosione del totale che potremo ascrivere a una serie di fattori quali una eccessiva offerta non coerente con le attuali dinamiche della domanda, una maggior volatilità imprenditoriale e il perpetrarsi di una congiuntura sfavorevole. L analisi della tipologia di impresa consente di ipotizzare la struttura delle imprese e di collegarla ai fenomeni di entrata/uscita. Luglio 21 27

28 Figura 17. Dinamica per struttura di impresa soc cap soc pers ind tot Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze L incremento tra gli anni 26/28 dello stock (17 unità) è determinato da un incremento delle società di capitali (42 unità), delle ditte individuali (35 unità) e da una flessione delle società di persone (7 unità). Dobbiamo, quindi, concludere che pur all interno di numero limitati (incremento percentuale dello stock del 1,88%) si manifesta un fenomeno ormai conclamato: flettono le classiche società di persone (spesso di derivazione familiare) incrementano quelle a maggior/minore struttura (le società di capitali e le ditte individuali). 2.2 L anno 29 Nel 29 il totale delle imprese iscritte alla CCIAA di Firenze risulta di unità rispetto alle 1913 del precedente anno registrando, pertanto, una flessione dello stock di 595 aziende per una percentuale del -,55%. A fronte di tale variazione sostanzialmente piatta anche il tasso di crescita risulta di segno negativo inferiore al punto percentuale (-,6%) quale risultato della differenza tra un tasso di sviluppo al 6,4% e un tasso di mortalità al 7,%. Il relativo tasso di turnover (13,4%) si colloca in linea con quello dei precedenti anni mantenendosi ad un valore comunque elevato. Per quanto riguarda il settore del commercio lo stock al 31 Dicembre 29 risulta di unità con una flessione rispetto al 28 (stock 27867) di 53 imprese (percentualmente lo,19%) e, pertanto, in dinamica piatta coerentemente con l intera popolazione di imprese. Per quanto riguarda il turismo il totale delle imprese registrate al 29 risulta essere di 596 unità contro le 5838 dell anno precedente per una differenza positiva di 122 imprese (percentualmente il 2,9%). Luglio 21 28

29 E da mettere in evidenza la discrasia tra la congiuntura economica, la performance delle imprese e, in controtendenza, la tenuta demografica delle stesse. Tale discrasia è spiegabile essenzialmente per due ordini di fattori: - una differenza temporale degli effetti della crisi sui fatturati delle imprese e sulla demografia - una trasformazione del settore che perde imprese strutturate a favore di microimprese che comunque garantiscono la tenuta dello stock ma fanno perdere al settore valore aggiunto. L analisi dei flussi mostra un tasso di sviluppo in territorio negativo sia per quanto riguarda il commercio che il turismo e un tasso di turnover decisamente più elevato per quanto riguarda il commercio rispetto al turismo. Figura 18. Variazione tassi 29/ ,5 9,7 7,7 5,8 6 3,7-1,9-2,4 tn tm ts tt G H Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Tali fattori mostrano, pertanto, il confermarsi della volatilità del settore commercio pur alla luce di una sostanziale tenuta dello stock e la stabilizzazione del comparto turismo confermando, in tal modo, la frenata alla crescita già messa in evidenza nel Approfondimenti territoriali Di seguito gli approfondimenti territoriali relativi all anno 29 articolati per i sub ambiti in cui è tradizionalmente disaggregata la provincia fiorentina Mugello ValdiSieve Questo territorio alloca, nel 29, al proprio interno, 9766 imprese che rappresentano lo 8,99% del totale provinciale che, disaggregate per municipalità mostrano numeri Luglio 21 29

30 significativi soprattutto nei comuni più importanti (Borgo San Lorenzo e Pontassieve), ma interessante è anche la performance di Vicchio. Figura 19. Totale imprese Mugello Valdisieve Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Per quanto riguarda i settori commercio e turismo il totale delle imprese presenti, sempre al 29, risulta di 212 e 58 unità che, rispettivamente, rappresentano il 7,36% e lo 8,88% del totale delle imprese a livello provinciale. Luglio 21 3

31 Figura 2. Disaggregazione totale imprese Barbe rino Borg o s.lore Dicom ano Firenz uola Marra Londa di Palazz uolo Pelag o Ponta sieve S.God Rufina enzo S.Pier o Scarp eria Vaglia Vicchi o G I Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze G I Tra il 29 e il precedente anno la variazione dello stock del totale delle imprese dell ambito risulta praticamente nulla (+2 unità) mentre per quanto riguarda il segmento commercio si assiste ad una flessione del 1,52% e per il turismo ad un incremento del 24,53% valore tuttavia alterato dalla riorganizzazione dei codici Ateco (normalizzando il dato l incremento si conferma, ma entro il 5-6% Empolese Valdelsa Questa area presenta, al 31 Dicembre 29, un complessivo di imprese che rappresentano 18,26% del totale provinciale. Luglio 21 31

32 S e rie 1 Osservatorio Economico Figura 21. Totale imprese Empolese Valdelsa X S 3 4 R 1 Q P O N M 2 2 L 7 K J 2 2 I 5 H 3 G 23 F 12 E 5 D C 21 B A Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Certamente, nella disaggregazione per categorie, occorre mettere in evidenza la percentuale del settore commercio, 23% sul totale, che conferma, tale segmento quale quello più rappresentativo, in termini di demografia d impresa, a livello di circondario. Nel raffronto con l anno precedente, nel 29 il totale delle imprese conferma i valori assoluti con una flessione dello stock dello,77% e, pertanto, decisamente piatta. Nel 29 le imprese del commercio e del turismo risultano, rispettivamente, di 452 e 866 unità con una partecipazione al totale provinciale delle classi del 16,54% e del 13,27% e mostrando, sull anno precedente, una flessione per quanto riguarda il commercio (-2,29%) e un incremento nel caso del turismo (5,1%). Luglio 21 32

33 Figura 22. Variazione commercio turismo 29/28 H G -3-2, ,5-1 -, 5,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Da notare, inoltre, il deciso incremento del tasso di turnover avuto dal comparto commercio in questi ultimi anni a manifestare, anche in questo ambito, dinamiche demografiche più volatili Chianti Valdarno Il totale delle imprese presenti nell ambito al 29 risulta essere di 1241 unità che rappresenta, sul totale provinciale, la percentuale del 11,43. Figura 23. Totale imprese Chianti Valdarno Migliaia 2,25 2 1,75 1,5 1,25 1,75,5,25 Bag Barb Figli no a erin ne Gre ve Impr Incis unet a Reg Rign gello ano Sca scia Tav arne Serie Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Luglio 21 33

34 Allo stesso anno le imprese del segmento commercio risultano essere invece 2895 e quello del turismo 682. Percentualmente valgono sul totale provinciale il 1,6 nel primo caso e il 1,45 nel secondo. Figura 24. Totale imprese commercio e turismo Chianti Valdarno Centinaia 6 5,5 5 4,5 4 3,5 2, ,5,5 1 Bag Barb Figli no a erin ne Gre ve Impr Incis unet a Reg Rign gello ano Sca scia Tav arne G H G H Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Tra gli anni 28/29 flettono di 67 unità le imprese del commercio e di 72 unità quelle del turismo che in percentuale significa una riduzione del 2,24% per il commercio e del 1,54% per il turismo. Figura 25. Variazione commercio turismo anni 29/28. Valori assoluti Chianti Valdarno Bagno a Ripoli Barberin o Figline Greve Imprunet a Incisa Reggello Rignano Scascian o Tavarnell e 28 G G H H totale Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze 28 G 29 G 28 H 29 H Luglio 21 34

35 L intensità della percentuale negativa del turismo è da rapportare ai limitati valori assoluti; tuttavia, essa manifesta una certa difficoltà del comparto alberghiero e della ristorazione attualmente in essere nel Chianti sicuramente come conseguenza della contrazione della domanda, soprattutto turistica, ma anche di una eccessiva espansione dell offerta L Area Metropolitana Fiorentina Ai fini della nostra attività consideriamo l Area Metropolitana Fiorentina l insieme dei comuni di: Scandicci, Lastra a Signa, Signa, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Calenzano. Il totale delle imprese presenti al 29 sull area risulta essere di unità (rappresentano il 18,36% del totale provinciale) così disaggregate percentualmente tra le varie municipalità. Figura 26. Disaggregazione totale imprese per comuni. Area Metropolitana 1% 11% 25% 21% 9% 24% Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze calenzano campi lastra scandicci sesto signa Di particolare rilievo l allocamento di imprese in Sesto (25%) e Scandicci (24%). Il settore commercio consiste, invece, in 4958 e quello turismo in 77 imprese. Valgono rispettivamente il 18,14% e lo 11,8%. Da notare l omogeneità della percentuale del commercio con il totale imprese e la decisa sottostima di quella del turismo. In termini di partecipazione percentuale dei vari comuni al totale imprese e al gruppo commercio e turismo abbiamo la seguente situazione. Luglio 21 35

36 Figura 27. Partecipazione al totale di ambito delle municipalità calenzano campi lastra scandicci sesto signa Fonte: elaborazione Osservatorio su dati CCIAA Firenze Totale G H Da rilevare la significativa partecipazione del comune di Sesto al gruppo commercio (29% del totale di ambito) e la ridotta partecipazione, invece al comparto turismo di Campi (18%). Rispetto al precedente anno nel 29 il settore commercio perde 1,84 punto percentuale mentre deciso è il guadagno del settore turismo (+23,6%) valore, dobbiamo ricordarlo nuovamente, decisamente inficiato dalla riorganizzazione dei codici Ateco. Se rendiamo coerente il gruppo con il 28 avremo un incremento compreso tra il 6 e 7%. A livello comunale il raffronto mostra una tendenza decisamente standardizzata. Luglio 21 36

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