PROVINCIA DI VARESE 81
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- Agnella Albanese
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1 80 PROVINCIA DI VARESE più a rischio infiltrazione costituita dall innesto del muro nell argine. I diaframmi, dello spessore di 0,50 m. e della profondità di 4,0 m. dal piano campagna, sono realizzati dalla quota attuale di piano campagna, previa realizzazione dei cordoli guida. La sommità dei diaframmi è posta a +50 cm. dal piano campagna. Il sistema consente di intercettare le possibili linee di infiltrazione d acqua durante la durata delle onde di piena a carattere eccezionale. L opera costituisce, altresì, un sistema strutturale di protezione per il lungo periodo, nei confronti di fenomeni di instabilità, superficiali o profondi, che dovessero essere favoriti da ulteriori piene analoghe a quelle verificatesi negli ultimi anni. L approfondimento dei diaframmi a -4,00 m. dal piano campagna, ben al di sotto dell alveo del fiume Olona, consente quindi di impedire i fenomeni di filtrazione e, attraverso la prevenzione degli stessi fenomeni, di evitare la creazione di vie preferenziali di percolazione che potrebbero nascere all interno del terreno costituente l argine, con conseguenti effetti sulla stabilità a lungo termine dello stesso.
2 PROVINCIA DI VARESE 81 PROVINCIA DI VARESE Lavori di protezione del collettore con ricostruzione dell alveo del Rio Valle Domo e consolidamento delle scarpate sede stradale s.p. n. 1 nel comune di Buguggiate Grazie al progetto finanziato con i fondi dell otto per mille dell IRPEF a diretta gestione statale, è stato realizzato un intervento per la protezione del collettore societario con ricostruzione dell alveo del Rio Valle Domo e consolidamento delle scarpate della sede stradale S.P. n. 1 in comune di Buguggiate in provincia di Varese. Il comune di Buguggiate è localizzato immediatamente a sud del capoluogo di provincia con cui confina ed il progetto ha interessato una porzione settentrionale di territorio comunale posta ai margini della strada provinciale n. 1 Gavirate-Capolago e del centro abitato. L area d intervento, che ha un estensione di circa 1,2 ettari, è caratterizzata dalla presenza del collettore
3 82 PROVINCIA DI VARESE societario di collettamento degli scarichi comunali all esistente impianto di depurazione sito in comune di Gavirate, dal terminale di scarico delle acque bianche di una parte del territorio comunale nel rio Valle Domo e dal rio stesso che confluisce, in corrispondenza del confine con il comune di Varese, nel Valle Grande che ha poi sbocco nel lago di Varese. Prima dell esecuzione dell intervento l area, composta da un falsopiano in parte boscato, posto a valle del rilevato della strada provinciale, e da due versanti particolarmente ravvicinati, costituenti il solco vallivo del rio Valle Domo, si presentava particolarmente dissestata lungo i versanti arginali del Rio con evidenti fenomeni erosivi, accentuati anche dal progressivo cedimento della vegetazione spondale. I ripetuti eventi calamitosi di natura meteorica ed il continuo ristagno dell acqua di fondo valle, hanno ingenerato nell area un alto grado di compromissione ambientale, con le inevitabili conseguenze erosive e con il rischio, maggiormente rilevante, per la pubblica incolumità di destabilizzazione del rilevato stradale e di compromissione della funzionalità del collettore
4 societario destinato al trasporto delle acque reflue, per il quale si sarebbero potute delineare situazioni di emergenze di carattere ambientale e sanitario. L area è risultata quindi ad elevato rischio idrogeologico ed i dissesti e pericoli che si sono generati sono stati progressivamente accentuati anche dal naturale sviluppo dell attività antropica; non ultimo il convogliamento delle acque di raccolta di fognatura chiara, attraverso il relativo condotto, nel tracciato del corso d acqua che, associato al naturale degrado delle aree boscate spondali, ha messo quest ultimo nella condizione di dover sopportare una portata, oltretutto estremamente variabile in relazione agli eventi atmosferici, superiore alla propria capacità. Le problematiche affrontate sono state molteplici ma, in primo luogo, è risultato fondamentale affrontare il problema della messa in sicurezza del corso d acqua e di una sua adeguata regimentazione; senza di essa sarebbero poi risultati inutili i successivi interventi atti PROVINCIA DI VARESE 83
5 84 PROVINCIA DI VARESE a risolvere i problemi relativi al collettore societario ed alla scarpata della strada provinciale. Il progetto è stato quindi mirato a migliorare la capacità idraulica del torrente ed, al contempo, anche a ridurre sensibilmente l energia e le velocità di deflusso per eliminare gli effetti di erosione delle sponde. La sezione idraulica dell alveo è stata ridefinita in modo da convogliare adeguatamente l attuale portata; sono state inserite una serie di briglie che hanno ridotto la pendenza longitudinale dell alveo favorendo, unitamente alla conservazione dell andamento non rettilineo del rio, una riduzione della velocità di deflusso. Sono state ristrutturate le sponde con vegetazione stabilizzante finalizzata a garantire negli anni a venire una successione di specie autoctone, eliminando quelle infestanti e destabilizzanti per le sponde; si è provveduto a riorganizzare le aree a bosco con adeguate cure selvicolturali tramite l eliminazione della vegetazione pericolante e fuori stazione e l integrazione delle essenze arboree autoctone. Le opere sono state eseguite con i criteri dell ingegneria naturalistica costituendo così un insieme sistematico di interventi che ben si inseriscono nell am-
6 biente per l elevata componente vegetazionale che li caratterizza. Con la messa in sicurezza del torrente si è, quindi, provveduto alla ristrutturazione del tratto di collettore societario che, a seguito degli eventi calamitosi, ha subito dissesti ed ammaloramenti, così come si è provveduto ad eseguire una serie di interventi di sistemazione della scarpata del rilevato stradale comprendenti la formazione di adeguate canaline di raccolta e convogliamento delle acque meteoriche verso il torrente e la sistemazione del terreno vegetale con idrosemina e messa a dimora di arbusti misti di latifoglie in modo da creare, nel tempo, una coltre protettiva del terreno dall erosione al fine di migliorare la stabilità del rilevato stesso. Infine, si è regolarizzata la morfologia del falsopiano compreso tra il rilevato stradale e il versante in sinistra idrografica del rio Valle Domo, al fine di eliminare le zone di depressione che, in occasione di eventi meteorici intensi, davano luogo al costituirsi di ristagni PROVINCIA DI VARESE 85
7 86 PROVINCIA DI VARESE d acqua che arrecavano pregiudizio, seppure in misura limitata e localizzata, alla scarpata. Le soluzioni illustrate e realizzate hanno consentito di eseguire quella serie di interventi mirati alla messa in sicurezza di questa parte di territorio ma contemporaneamente hanno anche consentito di ottenere un significativo risultato di riqualificazione ambientale e naturalistica.
8 PROVINCIA DI VARESE 87 PROVINCIA DI VARESE Lavori di protezione dell impianto di depurazione di Casalzuigno con drenaggi e arginature in sponda destra del torrente Boesio Al fine di rendere possibili i collegamenti fognari a gravità dei comuni di Cuvio, Cuveglio, Azzio, Orino e Casalzuigno, l impianto di depurazione è stato ubicato in un area in sponda destra posta a ridosso del torrente Boesio (corpo recettore finale delle acque depurate) in comune di Casalzuigno, località Cascina Pianezza. Se, da un lato, tale ubicazione ha consentito di soddisfare pienamente lo scopo prefissato, dall altro, ha comportato notevoli difficoltà nella realizzazione delle strutture depurative a causa della ricchezza di acque legate alla vicinanza del fiume, con una falda superficiale anche se di poca potenzialità, presente già ad una profondità di circa m. 1,00 dalla superficie del terreno. Nel corso dei lavori di costruzione dell impianto è stato quindi necessario incanalare le acque provenienti da monte con la realizzazione di scavi superficiali
9 88 PROVINCIA DI VARESE tesi ad eliminare il flusso freatico con drenaggio delle stesse nel torrente. La sponda destra, a confine con l area di impianto medesima, è stata parzialmente consolidata a ridosso del ponte di accesso all impianto medesimo, ma non verso monte, cosicchè l impianto, come visibile dalla documentazione fotografica, è circondato per tre lati da coli superficiali, e sul quarto lato dal torrente Boesio che ne costituisce in effetti il recettore finale. In fase di realizzazione dell impianto il piano di calpestio delle strade interne allo stesso è stato sopraelevato di circa cm. 60 con riporto di materiale lapideo arido rispetto all esistente piano campagna, rimanendo comunque per circa cm. 50 più basso della quota del già citato ponte di accesso. Ad impianto terminato, la Comunità Montana procedeva a lavori di ricostituzione della sponda sinistra del torrente per un tratto di circa m. 100,00 in cor-
10 rispondenza del ponte, al fine di convogliare i flussi idrici che, viceversa, avevano già eroso in maniera consistente la sponda sinistra. Tale situazione di fatto lasciava scoperta la sponda destra per gran parte dell impianto. Se a ciò si aggiunge l esistenza di una tubazione SNAM media pressione di diametro 150 (in acciaio bitumato) che attraversa il corso d acqua in aderenza al ponte, ma situata all interno della luce dello stesso di fatto parzializzandone l efficienza idraulica, si rende ancor più comprensibile come, in occasione delle eccezionali precipitazioni del mese di novembre 2002, la piena verificatasi abbia invaso l intero depuratore. È stato quindi presentato un progetto finalizzato ad affrontare le problematiche prospettate, e con il finanziamento ottenuto con i fondi dell otto per mille dell IRPEF a diretta gestione statale, sono stati messi in atto, per la messa in sicurezza dell impianto di depurazione, interventi di realizzazione di difesa spondale mediante risagomatura dell argine destro del torrente Boesio per tutta la lunghezza corrispondente all area occupata dal depuratore; di realizzazione di argine PROVINCIA DI VARESE 89
11 90 PROVINCIA DI VARESE lungo il lato di monte dell area dell impianto; escavazione di trincee drenanti nell area di impianto facenti capo ad una stazione di sollevamento e di rifacimento massicciata stradale. Realizzazione di difesa spondale (lato sud) Constatato che il lato dell area dell impianto confinante con il torrente Boesio presentava solo per un breve tratto (m. 10,00 circa) una rettifica dell argine con difesa spondale in massi ancorata alla spalletta di monte del ponte di accesso all impianto stesso, avente la medesima quota della difesa spondale realizzata in sponda opposta, l intervento realizzato ha comportato la risagomatura dell argine per l intera lunghezza dell impianto e la profilatura 1/1 e rivestimento con massi in granito. La quota del coronamento del nuovo
12 PROVINCIA DI VARESE 91 argine così sagomato è stata prevista a m. 275,00 pari a quella del piano stradale di accesso all impianto medesimo, contro una quota di fondo di imposta del paramento in pietrame pari a m. 272,00. Lo sviluppo lineare complessivo delle arginature è risultato pari a m. 100,00. Realizzazione di argine lungo il lato di monte (lato est) È stato prolungato l argine principale descritto al punto precedente, con identica quota di coronamento (m. 275,00) verso il lato est dell area dell impianto, sul lato ortogonale al corso del torrente Boesio per ulteriori m. 90,00. È stato previsto il mantenimento e la rettifica dell esistente colo di acque freatiche lungo quest ultimo lato al fine di facilitare il deflusso delle acque sorgive. Escavazione di trincee drenanti I drenaggi realizzati in fase di costruzione dell impianto ed attualmente recapitanti a gravità le acque drenate nel torrente Boesio, sono stati resi definitivi con escavazione di nuove trincee della profondità minima di m. 1,50, con riempimento drenante in ciottoli e tubazione drenante di diametro 200 in polietilene corrugato. Le acque drenate confluiscono ora in una stazione di sollevamento dotata di due pompe sommerse per l esaurimento non solo delle acque di falda, ma anche delle eventuali travenazioni che, data la natura essenzialmente sabbiosa degli strati più superficiali, potrebbero rifluire dal terreno in occasione di piene prolungate.
13 92 PROVINCIA DI VARESE Al contempo, al fine di non alterare le attuali condizioni di consolidamento dei terreni su cui poggiano i vari manufatti costituenti l impianto (le cui fondazioni sono state realizzate a seguito di precarico durato vari mesi), non si è ritenuto di dover procedere ad un continuo pompaggio con esaurimento della falda, lasciando viceversa il livello naturale della stessa ad una profondità di circa cm Rifacimento manufatto di sbocco acque depurate Onde evitare eventuali rigurgiti delle acque di piena, il manufatto di scarico finale delle acque depurate è stato rifatto con l installazione di una valvola di ritegno a clapet, nella deprecata ipotesi che l esistente franco tra la linea di scarico finale delle acque depurate all interno dell impianto, venisse superato da un eccezionale livello del fiume. Contestualmente, si è prevista l installazione di rilevatori di livello per
14 l eventuale interruzione dell erogazione dell energia elettrica. Si è proceduto, infine, anche allo spostamento della esistente tubazione del gas, tangente all arco del ponte di accesso all impianto, che è stata alzata di circa cm. 50, nonché al consolidamento ed al rifacimento dei tratti della viabilità interna ammalorata ed al ripristino della piantumazione lungo la recinzione. PROVINCIA DI VARESE 93
15 94 PROVINCIA DI VARESE Nelle more tra l approvazione del progetto esecutivo e l aggiudicazione dei lavori, sono stati evidenziati fenomeni di anomali innalzamenti dei livelli di deflusso del torrente Boesio anche in condizioni di magra, in quanto provocati da una rottura dell argine sinistro del torrente stesso (150 m. circa a valle dell impianto di depurazione), determinata a sua volta dall affluente torrente Bulgherone che, in occasione di precipitazioni temporalesche, aveva rotto il proprio argine destro. L evento calamitoso, del tutto imprevedibile, aveva provocato quindi il trascinamento di una consistente massa di ghiaie e ciottoli che aveva innalzato il fondo del torrente Boesio per circa cm. Tenuto conto della situazione in essere ed il grave pregiudizio che la stessa provocava al corretto smaltimento delle acque depurate, nonché le ripercussioni che tale stato di fatto avrebbe potuto avere in futuro, anche per l esistente argine sinistro del torrente Boesio e considerato, peraltro, che l argine del torrente Bulgherone era già stato ripristinato con somma urgenza dalla locale comunità montana della Valcuvia, o si è proceduto a realizzare una pista per l accesso delle macchine e dei mezzi necessari all esecuzione delle successive opere; o a rimuovere i materiali depositati nell alveo del torrente Boesio per uno spessore variabile tra i cm. per una lunghezza di m. 35,00 circa; o ad utilizzare detto materiale recuperato per la ricostruzione del tratto di argine sinistro del torrente Boesio per la lunghezza di circa 5 6 m. per una profondità di m. 4,50 ed una altezza di m. 2,50 circa; a rinforzare il tratto di argine ricostruito con paramento in blocchi lapidei con incastro a secco (senza l uso di malte o leganti) per una lunghezza di m. 10,00 e un altezza di m. 2,00; ed infine, o alla realizzazione di berma, sempre in massi lapidei, al piede dell argine ricostruito per una larghezza di m. 1,50 a sostegno e contrafforte del nuovo paramento.
16 regione MARCHE COMUNE DI ANCONA (AN) Consolidamento Rupe del Passetto a protezione della battigia sottostante La falesia di Ancona subisce pericolosi distacchi di materiale litoide a causa di processi erosivi e tettonici in atto. Tale materiale, precipitando sulla battigia, genera serio pericolo per le persone che fruiscono della spiaggia e, inoltre, provoca l arretramento del ciglio della falesia ponendo a rischio la stabilità degli edifici ivi presenti. La necessità di consolidamento della parete rocciosa instabile e l esigenza dell eliminazione del pericolo per le persone e per le cose, ha indotto l Amministrazione
17 96 COMUNE DI ANCONA comunale di Ancona a produrre un intenso lavoro progettuale finalizzato alla richiesta di finanziamenti per la messa in sicurezza di tutta la falesia. Con il contributo dei fondi dell otto per mille dell IRPEF, a diretta gestione statale, nonché con i finanziamenti reperiti dai fondi PRUSST (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio) è stato possibile realizzare una parte degli interventi. L area oggetto di consolidamento è il tratto di falesia in zona Passetto con un fronte di circa 90 metri di estensione posto al di sotto di aree con presenza di immobili e infrastrutture. Il progetto di consolidamento è stato preceduto da uno studio geologico-geotecnico che ha prodotto un analisi geo-lito-strutturale dell ammasso roccioso corredata da sondaggi eseguiti in parete, una caratterizzazione geotecnica-geomeccanica derivata sia da prove
18 di laboratorio che dai dati rilevati in sito secondo la procedura proposta da E. Hoek (2000). Inoltre è stata elaborata una serie di modelli numerici per l analisi dei possibili meccanismi di deformazione, mediante la costruzione e l implementazione di una serie (complessivamente cinque sezioni di analisi) di modelli geomeccanici ad elementi distinti secondo il codice UDEC per la simulazione delle condizioni di stabilità e delle possibili cause che potevano innescare condizioni di instabilità. In ultimo sono stati elaborati ed analizzati, sui medesimi modelli numerici di analisi, gli effetti degli interventi di stabilizzazione. La zona consolidata è un tratto di falesia con direzione N130E, con pareti ad inclinazione variabile, mediamente di: 75 nella parte alta, talora anche con pendenze verticali e strapiombanti; 65 nella parte bassa. COMUNE DI ANCONA 97
19 98 COMUNE DI ANCONA Lo sviluppo longitudinale dell intervento è stato di circa m. ed ha interessato una parete soggetta a distacchi di singoli massi e/o a crollo di materiale litoide dovuto allo scorrimento lungo le superfici di discontinuità. Le pareti erano ricoperte da reti metalliche poste in opera molti anni fa, reti che si presentavano arrugginite e non più aderenti al terreno; la loro funzionalità era fortemente compromessa e spesso si verificavano frane che producevano fuoriuscita di materiale litoide dalle reti stesse con traiettorie che raggiungevano la battigia e il mare. La presenza di un fabbricato sul ciglio della falesia, che presentava due zone con tratti di fondazione scoperta dovute proprio ai fenomeni di degrado sopra descritti e la presenza al piede della falesia di grotte scavate nella roccia ed utilizzate per balneazione e pesca, rendeva particolarmente grave la situazione. Data l altezza non indifferente della parete in oggetto e le difficoltà di accesso in alcuni punti, l esecuzione dei lavori di sistemazione ha richiesto l uso di un elicottero e di personale specializzato (rocciatori).
20 Per la sistemazione del tratto di falesia è stato necessario procedere preventivamente alla rimozione della vecchia rete, effettuare il disgaggio e la pulizia della parete, al fine di garantire la sicurezza degli operatori. A disgaggio avvenuto si è proceduto al consolidamento della parete attraverso l esecuzione di diverse opere, quali: - la realizzazione di un cordolo di distribuzione dei carichi sostenuto da micropali posizionato sul ciglio della falesia; - la realizzazione di manufatti in c.a. per sostenere le parti litoidi a morfologia aggettante sostenute da micropali; - l esecuzione della tirantatura delle opere sopra descritte mediante l esecuzione di tiranti attivi realizzati con barre tipo Dywidag del diametro di mm. 26,5 della lunghezza di metri; - la realizzazione di ancoraggi passivi della lunghezza da metri 3 a metri 9 disposti a maglia quadrata delle dimensioni di ml x 3.50 realizzati con barre COMUNE DI ANCONA 99
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