FLESSIBILITA DEL LAVORO E OCCUPAZIONI INSTABILI

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1 Università degli Studi dell Aquila Facoltà di Medicina e Chirurgia FLESSIBILITA DEL LAVORO E OCCUPAZIONI INSTABILI Davide Lubian Insegnamento di Sociologia Economica ( ) Lezione n.4 Master I livello - Management per le funzioni di coordinamento nell'infermieristica/ostetricia

2 SISTEMA DELLA FLESSIBILITA TRA MERCATO INTERNO ED ESTERNO

3 Economy of scope Con la crisi del fordismo-taylorismo i mercati sono diventati turbolenti e instabili si punta alla qualità all innovazione e alla differenziazione Il prezzo è percepito come indicatore di qualità e prestigio e cessa di essere strumento di previsione del mercato per le imprese (una sua riduzione rischia di frenare invece che stimolare le vendite) Nell economia dell appropriatezza (economy of scope) l efficienza di un impresa si misura sulla prontezza di risposta agli impulsi del mercato: Essenziale è un uso flessibile delle risorse umane: Frantumando il ciclo produttivo in piccole unità Rendendo più flessibili le grandi organizzazioni Con la flessibilità delle risorse umane si trasferisce sui lavoratori una parte più o meno grande dei maggiori rischi di impresa 3

4 Le diverse flessibilità Flessibilitàsalariale: Strutturale (legata alla qualifica, all età, a differenze nei livelli di produttività di un settore o di un territorio) Congiunturale (legata a fluttuazioni cicliche dell economia nazionale o delle imprese) Flessibilitànell uso della forza lavoro (orario, assunzione e licenziamento, mobilità interna all impresa): Statica (differenziazione delle situazioni di lavoro) Dinamica (capacità di aggiustamento rapido ai mutamenti) Flessibilitànumerica o esterna (libertà con cui un impresa può adeguare il volume dell occupazione) Flessibilitàfunzionale od organizzativa (possibilità di spostare i lavoratori di posto nell impresa e variarne il tipo di prestazione) Serve polivalenza dei lavoratori, disponibilità e coinvolgimento (serve garantire un occupazione stabile) 4

5 Flessibilità funzionale La flessibilitàfunzionale, particolarmente presente nelle grandi aziende, richiede la scelta tra 2 tipi di strategie di mercato interno del lavoro: L esperienza e l addestramento informale in azienda crea specializzazioni particolari che non sono acquisibili sul mercato Si sviluppano le carriere interne con un ampia gerarchia e forte progressione retributiva per trattenere i lavoratori, assumendo sul mercato esterno solo per i livelli più bassi Siccome le specializzazioni non sono trasferibili ad altre imprese il rischio licenziamento è insopportabile per in queste imprese comportamenti altrettanto subalterni dei lavoratori esterni disposti a tutto per un posto garantito Ottenere partecipazione attiva attraverso la sicurezza occupazionale (l isolamento dal mercato esterno passa in secondo piano) Salari poco differenziati legati a risultati collettivi e gerarchia snella La lealtà si fonda sulla responsabilità professionale del lavoratore 5

6 Flessibilità dualistica Grazie all esternalizzazione e ai lavori temporanei (con scarso attaccamento) le imprese possono segmentare la forza lavoro: Fascia fissa (lavoratori permanenti): politica di flessibilità funzionale Fascia variabile (lavori temporanei e subappalti): politica di flessibilità numerica Flessibilità dualistica: possibilità di variare la proporzione tra le due fasce che è influenzata da: Presenza sul mercato esterno di lavoratori con le competenze richieste Dimensioni dell impresa (nelle piccole imprese è minore la possibilità di utilizzare la flessibilità funzionale) Incertezza dei mercati di sbocco (più incerti più flessibilità numerica) Livello tecnologico (più sofisticato più flessibilità funzionale) Le flessibilità tendono a presentarsi tra loro in relazione inversa: più diventa flessibile un aspetto del rapporto di lavoro più un altro si irrigidisce 6

7 Deregolazione parziale e selettiva L ipotesi che alti gradi di flessibilità abbiano effetti positivi sull occupazione è largamente diffusa tra gli economisti (impresa invogliata ad assumere dalla facilità di licenziare), ma secondo una recente ricerca (Kahn, 2007): Le misure che favoriscono i rapporti di lavoro a tempo determinato hanno solamente sostituito l occupazione stabile con quella instabile Le misure che rendono piùflessibili i rapporti di lavoro a tempo indeterminato hanno addirittura ridotto l occupazione complessiva (recuperabile a più lungo termine) Dopo gli anni 70 con il diffondersi della globalizzazione in Europa le differenze retributive sono aumentate moderatamente, mentre sono molto cresciute quelle nel grado di stabilità dell occupazione a causa della deregolazione parziale e selettiva aumentare l occupazione per giovani e donne, senza limitazione dei vincoli di licenziamento per il lavoro a tempo indeterminato (roccaforte del sindacato) 7

8 Deregolazione parziale e selettiva Peculiare è il caso dell Italia: sono cresciute molto sia le differenze nei redditi sia le quelle nello status giuridico Tipologia dei paesi europei in materia di deregolazione del lavoro: Bassa protezione dell occupazione per tutti con forti differenze retributive Regime nordico (flexsicurity): welfare molto generoso per i disoccupati Regime anglosassone: welfare poco generoso per i disoccupati Livelli di protezione dell occupazione molto diseguali con limitate differenze retributive Regime continentale: welfare generoso per i disoccupati Regime mediterraneo (inflexsicurity): welfare poco generoso per i disoccupati 8

9 LAVORI ATIPICI E TEMPORANEI

10 Forme di lavoro atipico Lavori atipici: giuridicamente prevedono indipendenza del lavoratore dall impresa per cui lavora ma in realtà non sono indipendenti (in Italia riguarda quasi 2 lavoratori su 10) La legge 30/2003 ha introdotto in Italia alcune forme di lavoro atipico: Contratto a zero-ore (lavoro a chiamata) Lavoro accessorio (lavoratori in situazioni difficili; buoni lavoro orari) Lavoro interinale: caso estremo di lavoro atipico l impresa utilizza i lavoratori come dipendenti pur non avendo con loro alcun rapporto di lavoro (ma con le agenzie di somministrazione di lavoro temporaneo) Lavoro a domicilio: lavoro subordinato esterno all impresa retribuito a pezzo e non a tempo (donne nei settori manifatturieri tradizionali) Telelavoro: dipendenti che lavorano prevalentemente a casa collegati telematicamente Apprendistato, formazione lavoro, inserimento e stage: con finalità formative per favorire l occupazione giovanile 10

11 Lavoro temporaneo Il ricorso al lavoro temporaneo aumenta nei paesi in cui èforte la protezione del lavoro a tempo indeterminato Anomalia della Spagna con un abnorme livello di occupazione temporanea a seguito delle eccessive liberalizzazioni del 1984 Percentuale di occupazione temporanea Indice Ocse di protezione dell occupazione a tempo indeterminato 11

12 Il lavoro temporaneo in Italia In Italia la crescita del lavoro dipendente a tempo determinato è stata tutt altro che esplosiva comincia a crescere prima del pacchetto Treu 1997 (che ha introdotto il lavoro interinale e riformato l apprendistato) ma ha avuto andamenti in controtendenza rispetto alle intenzioni delle successive politiche di liberalizzazione si ha una sostituzione di posti stabili con lavoratori temporanei Il livello è superiore in Europa solo alla Germania Solo 41% hanno una funzione di flessibilità (sostituire un assente, occupare un posto vacante, realizzare un progetto) 25% funzione formativa (prova, formazione, apprendistato) 19% stagionali (e 15% altro motivo) Poiché la crisi colpisce soprattutto i lavori temporanei dal 2008 al 2009 aumentano le transazioni dal lavoro a tempo determinato verso la disoccupazione e l inattività 12

13 Il lavoro temporaneo in Italia Come in Europa è un fenomeno che riguarda i neoassunti e non si riduce significativamente al crescere dell età del neoassunto è più diffuso tra le donne (in Italia per le donne polarizzazione tra lavori instabili e lavori garantiti) e i giovani i settori con un elevata intensità di lavoro temporaneo sono l agricoltura, l edilizia, i ristoranti, gli alberghi e i servizi culturali e ricreativi In Italia però il lavoro a tempo determinato è molto diffuso anche nella scuola, nella sanità e negli altri servizi pubblici perché i concorsi pubblici sono banditi solo a distanza di parecchi anni In Italia èpiùdiffuso tra i dipendenti piùistruiti mentre in Europa tra i meno istruiti (eccetto in Gran Bretagna dove il lavoro a termine è più allettante perché ben pagato e anche quello a tempo indeterminato è poco protetto) 13

14 Falso lavoro indipendente in Italia Contrariamente al contratto di impiego il contratto d opera prevede: l oggetto è il risultato del lavoro svolto non c è vincolo di subordinazione verso il committente indipendenza economica assicurata da una pluralità di committenti In parecchi paesi europei è stata rilevata l esistenza di una via di mezzo tra lavoro dipendente e quello indipendente, quindi non èun fenomeno presente solo in Italia: circa il 6% dell occupazione specie a Milano e Roma negli enti pubblici nelle piccole imprese (giovani istruiti con competenze specialistiche, che fanno risparmiare alle imprese sul costo del lavoro) Le collaborazioni coordinate e continuative compaiono informalmente con la riforma del sistema pensionistico del

15 Falso lavoro indipendente in Italia Contratti di lavoro a progetto (legge 30/2003) la novità è il divieto di rinnovo per sostituire le collaborazioni, ma queste sono rimaste in vigore quando il committente è un ente pubblico (più progetti consecutivi) L istituzionalizzazione delle collaborazioni non sembra aver ridotto la diffusione delle cosiddette false partite Iva, lavoratori formalmente indipendenti ma in realtà dipendenti I collaboratori che hanno rapporti continuativi con lo stesso committente guadagnano dal 20% al 30% meno dei lavoratori dipendenti, mentre per gli altri monocommittenti saltuari il divario può arrivare al 50% Anche la pluricommittenza comporta guadagni minori: le imprese fruiscono dei vantaggi di esternalizzare alcune attività complesse senza rischiare di sopportarne i costi: Il committente si difende dal rischio di comportamenti scorretti od opportunistici contando sulle reti di relazioni che i collaboratori usano per cercare nuove commesse 15

16 LETTURE CONSIGLIATE

17 Letture consigliate Trigilia Carlo (1998-seconda edizione 2002). Sociologia economica. I volume. Profilo storico. Bologna: Il mulino (Capitolo IV. e Capitolo VII) Trigilia Carlo (1998-seconda edizione 2009). Sociologia economica. II volume. Temi e percorsi contemporanei. Bologna: Il mulino (Capitolo IV) Reyneri Emilio (2005- quarta edizione 2011). Sociologia del mercato del Lavoro. II volume. Le forme dell occupazione. Bologna: Il mulino (Capitolo I. e Capitolo II) 17

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